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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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R. Capraragià da tempo infiltratisi entro i confini dell’Impero romano, deposeil fanciullo imperatore Romolo Augustolo e si mise a capo dell’amministrazioneromana in Italia governando dal 476 al 493. Odoacre fecesua la Sicilia, ottenendola dai Visigoti e, penetrato in Dalmazia ed altaIlliria, le conquistò. Un altro gruppo, gli Ostrogoti, guidati da Teodorico,con una marcia approvata dall’imperatore <strong>di</strong> Oriente, Zenone, simosse dalla o<strong>di</strong>erna Serbia, in una nuova ondata d’invasione, penetròin Italia da est nel 488 , attraversò la pianura padana e sconfisse letruppe <strong>di</strong> Odoacre prima sull’Isonzo, poi a Verona. Odoacre, sconfittoin battaglie aperte, tra<strong>di</strong>to dai suoi generali, respinto dai Romani, sirifugiò a Ravenna, tentando <strong>di</strong> ricostruire un esercito e <strong>di</strong> approntareuna <strong>di</strong>fesa. Dopo una nuova sconfitta sull’Adda nell’agosto del 490 siasserragliò in Ravenna, dove, dopo due anni e mezzo <strong>di</strong> resistenza,dovette cedere per fame. Fu ucciso a tra<strong>di</strong>mento; ed una strage <strong>di</strong> tuttii suoi fedelissimi assicurò a Teodorico il definitivo possesso dell’Italia.Altre migrazioni furono invece pacifiche. Come si sa per favorirel’inse<strong>di</strong>amento degli albanesi nel Regno <strong>di</strong> Napoli, in considerazionedella povertà del paese balcanico invaso dai Turchi, i re aragonesiconcessero agli immigrati alcuni privilegi, come il <strong>di</strong>mezzamentodei tributi, per un periodo <strong>di</strong> tempo abbastanza lungo, probabilmentecinquant’anni. Con le immigrazioni albanesi si assiste nel Meri<strong>di</strong>onein genere, in Calabria e in Puglia in particolare, ad una fase <strong>di</strong> espansionedemografica, accentuata alla fine del 1400, ma che continuaper tutta la prima metà del 1500. E’ il periodo in cui l’economia delMezzogiorno e degli stati europei è in forte ripresa. In questa societàin grande crescita economica, ma priva <strong>di</strong> braccia <strong>di</strong> lavoro sufficientia sostenerla, si colloca la concessione da parte dei sovrani napoletanicon<strong>di</strong>zioni favorevoli a queste popolazioni venute dall’altra spondadell’Adriatico che si erano ormai stabilizzate nel Regno. E dove gliinse<strong>di</strong>amenti risultarono più stabili conservarono la lingua e le tra<strong>di</strong>zionioriginarie.Ma eventi tragici conseguenti alle migrazioni non sono solamente delnostro tempo. La storia dell’occidente è caratterizzata da flussi migratori<strong>di</strong> intere popolazioni, che si muovevano da una regione ad un’altra, anche molto lontana, non solo a causa delle guerre e delle <strong>di</strong>struzioniconseguenti.Erodoto, il grande storico greco nato intorno al 484 a.C. e morto intornoal 425 a.C., nelle Storie narra <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse migrazioni <strong>di</strong> popolisia per motivi derivanti dalla guerra sia per gravi calamità naturali.Qualche esempio. Nel libro I, 15 egli così scrive: “i Cimmeri [popolazioneindoeuropea delle steppe asiatiche] cacciati dalle loro se<strong>di</strong> dainoma<strong>di</strong> Sciti [popolazione che abitava il territorio nell’attuale Siberiameri<strong>di</strong>onale], giunsero nell’Asia Minore e occuparono tutta Sar<strong>di</strong> [cittàdell’Asia Minore], eccetto l’acropoli”.L’area che dal 2000 al 600 a.C. ha subito il passaggio dei popoli indoeuropeimigranti è quella centrale della mezzaluna fertile. Questoperiodo è stato teatro delle due migrazioni indoeuropee. La prima, nel2000 a.C., ha visto la <strong>di</strong>scesa <strong>di</strong> popoli come Persiani, Achei (i futuriGreci), Celti, Slavi e Ittiti. Proprio quest’ultimi, dalle steppe dell’Asiacentrale, <strong>di</strong>scesero in Anatolia sconfiggendole popolazioni preesistentinel luogo e ponendosi come popolo guerriero dominante. Diedero unimportante contributo alla storia con larte del ferro e quella <strong>di</strong> cavalcare.Nel 1200 a.C. ebbe luogo una seconda migrazione indoeuropeacon la quale i popoli indoeuropei dei Dori, dei Peleshet e altri siinse<strong>di</strong>arononell’attuale Asia me<strong>di</strong>terranea eliminando gli Ittiti dalla storiae causando così l’emigrazione dei fabbri ittiti che <strong>di</strong>vulgarono i segretidel ferro, dando inizio appunto all’Età del ferro. Una fra le più famosemigrazioni citate anche dalla Bibbia è quella del popolo ebraico,durata per ben seicento anni, dal 1800 a.C. al 1200 a.C. Nel 1800 a.C.il patriarca Abramo partì da Ur, in Mesopotamia, con la sua stirpe egiunse in Palestina, proseguendo per l’Egitto, dove gli Ebrei rimaseroprigionieri per 600 anni. Nel 1200 a.C. Mosé, successore <strong>di</strong> Abramo,si rivoltò e fuggì con il suo popolo attraverso il Mar Rosso tornando inPalestina, la terra promessa.I Longobar<strong>di</strong> in Italia meri<strong>di</strong>onale, ad esempio, <strong>di</strong>ffusero, col prototipodel Sant’Ilario a Porta Aurea <strong>di</strong> Benevento, un modello <strong>di</strong> chiesaabsidata con aula costituita da due moduli quadrati, modello che troviamoripetuto in numerose chiese rupestri pugliesi altome<strong>di</strong>oevali oanche posteriori, come, ad esempio nella chiesa presso masseria Tamburelloa Mottola.La migrazione degli Arabi comunque è quella <strong>di</strong> maggiore importanza,perché portò in Spagna alla nascita della cultura mozarabica, chesi innestò sui resti <strong>di</strong> quella vandala, ed in Europa alla riscoperta dellafilosofia e della scienza greca, e vi <strong>di</strong>ffuse l’uso dell’arco oltrepassato,che troviamo, ad esempio, in numerosi monumenti rupestri pugliesi,sia in pianta, nelle absi<strong>di</strong>, come in alzato. In Cappadocia, poi, neve<strong>di</strong>amo gli influssi nella chiesa <strong>di</strong> San Giovanni Battista a Çavusin,dove la forma dell’abside è a semicerchio oltrepassato e trova confrontiin altre chiese rupestri della Cappadocia come Durmus Ka<strong>di</strong>rKilisesi <strong>di</strong> Avicilar o Kale Kilisesi <strong>di</strong> Selime.La <strong>di</strong>ffusione dell’Islam è legata, alle invasioni “arabe” completatenell’VIII secolo d.C.. La nuova religione si impone velocemente inAfrica settentrionale e si adatta agli usi e costumi delle popolazionigià presenti. Così ove c’era l’uso <strong>di</strong> vivere in abitazioni scavate nellaroccia anche i nuovi venuti si adattano a questa abitu<strong>di</strong>ne. In Libia,Tunisia ed Algeria, ove è maggiore il numero delle presenze rupestrispecie nelle aree interne predominate dalle popolazioni berbere, sononote moschee ipogee delle quali molte legate alla setta degli iba<strong>di</strong>tipresente sin dall’VIII secolo. Nell’Algeria è noto il sito del M’Zab,<strong>di</strong>venuto centro spirituale dell’iba<strong>di</strong>smo del Nord Africa sin dall’XIsecolo d.C., con le sue moschee rupestri e semirupestri. Le moscheerispecchiano pienamente il senso dato dagli iba<strong>di</strong>ti alla religione: lacasa <strong>di</strong> Dio non ha bisogno <strong>di</strong> ornamenti.Esempi delle moschee algerine sono: nell’oasi dell’ua<strong>di</strong> Zouil, doveesiste l’Aren nu Fighar, una splen<strong>di</strong>da grotta, in cui si vuole sia possibileentrare in contatto con il mondo ultraterreno. La grotta moschea<strong>di</strong> Daya, luogo primigenio della comunità, è molto venerata dalle donne.Al XII secolo risale la moschea Chaaba.Sempre legate agli iba<strong>di</strong>ti si conoscono moschee scavate nella roccianella regione del Gebel Nefusa in Libia e in Tunisia sia nell’altopianodel Dahar sia nell’isola <strong>di</strong> Djerba. Molte <strong>di</strong> queste moschee rupestrihanno all’esterno un recinto con mihrab utilizzato quale moscheaall’aperto, caratteristica che si riscontra anche nel M’Zab, nell’isola <strong>di</strong>Djerba e nel Gebel Nefusa.Le ricerche sulle moschee <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong> estremo interesse per l’arealedel Gebel Nefusa libico in quanto in esse si ritrovano iscrizioni riportantiversetti del Corano ma anche in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> coloro che realizzaronoo ricostruirono la stessa moschea. Queste in<strong>di</strong>cazioni sono inmolti casi gli unici elementi documentari della storia <strong>di</strong> queste popolazionipermettendo così <strong>di</strong> poter iniziare ad inquadrare anche le formearchitettoniche vernacolari berbere.Le principali moschee libiche sono Jama Hwariuon, presso Forsatta,Si<strong>di</strong> Bu Ragun, presso Kabao, Thnumayat, Tekut, Uazzen, Abu Zaccariaove è anche la sua tomba.In Tunisia vi sono le moschee rupestri del Fico e della Palma a Douirete quella del Ksar <strong>di</strong> Mourabtine. Nell’isola <strong>di</strong> Djerba, le moschee <strong>di</strong>Iamaa Louta, Jama al Baldawi, presso Ajim.In Libia e Tunisia sono presenti anche moschee non iba<strong>di</strong>te seguentile linee architettoniche definite dalle antiche costruzioni <strong>di</strong> Kairouane del Cairo.Legate alla cultura berbera sono le moschee siciliane, scoperte solo dapochi anni, realizzate nel periodo della dominazione “araba”. Le formearchitettoniche <strong>di</strong> Rometta riportano ad un adattamento <strong>rupestre</strong>dell’antica moschea <strong>di</strong> Kairouan con la classica pianta a T formata trala galleria centrale e la parete della qibla, mentre la moschea <strong>di</strong> Sperlingarichiama le moschee berbere iba<strong>di</strong>te.Infine uno sguardo alla Turchia, dove l’Islam si è <strong>di</strong>ffuso con l’invasioneselgiuchida nel 1081. Nella Cappadocia sono note le moscheerupestri <strong>di</strong> Çavusin, <strong>di</strong> Zelve, <strong>di</strong> Urgup, sempre segnalate dai piccolicaratteristici minareti selgiuchi<strong>di</strong>.Nella regione armena del lago <strong>di</strong> Van viene segnalata la presenza <strong>di</strong>una moschea <strong>rupestre</strong>. Non va <strong>di</strong>menticato, poi, che la cultura araba è37volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 37 16/11/2012 15:00:56

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