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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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F. dell’Aquila, B. Polimenizio del tre<strong>di</strong>cesimo secolo, ha invece una facciata rettangolare <strong>di</strong>visain due livelli <strong>di</strong>fferenti. Dei due, solo il primo presenta alcune decorazioniscavate.5. Facciate MonumentaliSe le facciate semplici costituiscono un patrimonio architettonicoricco <strong>di</strong> caratteri tipologici <strong>di</strong>fferenti, non meno interessante è la varietàpresente all’interno dei prospetti monumentali. Vengono analizzati,<strong>di</strong> seguito, alcuni esempi in relazione alla loro scansione architettonica,considerando quella “orizzontale” e quella “verticale”.Sud<strong>di</strong>visione in orizzontaleQuando la facciata <strong>rupestre</strong> ha una lunghezza orizzontale prevalente,la sua scansione architettonica avviene seguendo questo caratteristicageometrica.Sud<strong>di</strong>visione in verticale: i registriQuando le con<strong>di</strong>zioni lo consentono le facciate vengono sud<strong>di</strong>visein due o più registri orizzontali che sottolineano, in molti casi, lapresenza all’interno della chiesa <strong>di</strong> più livelli.Tra i vari esempi <strong>di</strong> facciate sud<strong>di</strong>vise “orizzontalmente”, quella <strong>di</strong>Koinagun a Selime a Selime rappresenta uno dei casi più complessi.La chiesa si sviluppa in due parti orizzontali: a sinistra è presentel’ingresso del nartece della chiesa, a destra una parte avanzata con inbasso un’unica finestrella. La <strong>di</strong>visione in altezza è invece caratterizzatada due registri: a sinistra, in basso, sono presenti 3 arcate con laparte centrale delimitata da due paraste, sopra sono invece presenti 6arcate; a destra sono invece presenti tre arcate nella parte inferiore equattro in quella superiore. Il suo utilizzo a piccionaia d’epoca ottomanaha apportato alcune mo<strong>di</strong>fiche al prospetto.6. La progettazione e la tecnica <strong>di</strong> scavo delle facciateLa realizzazione <strong>di</strong> una nuova chiesa <strong>rupestre</strong> era un processo complesso,concepito attraverso una fase progettuale profondamente legataalla conoscenza del territorio e delle tecniche <strong>di</strong> scavo. Scelto illuogo per la realizzazione <strong>di</strong> una nuova chiesa si procedeva a delimitarel’area d’intervento tracciando sulla roccia il perimetro esternodella facciata. (Fig.19)Completata questa prima fase, si andava avanti nel lavoro creandouna serie <strong>di</strong> gradoni in modo da facilitare lo scavo specialmente nelleparti alte (fig.19b). Completato lo scavo del registro più alto si procedeva<strong>di</strong>rettamente alla realizzazione del decoro con la creazione escavo <strong>di</strong> arcatelle cieche, sempre un registro alla volta e dall’alto inbasso (fig.19c). Nel caso della chiesa <strong>di</strong> Ala a Belisirma notiamo lasud<strong>di</strong>visione verticale della facciata in 4 segmenti, corrispondenti a4 gradoni realizzati duranti le operazioni <strong>di</strong> scavo. I registri 2, 3 e 4sono posti più in profon<strong>di</strong>tà e delimitati da una cornice lineare. Alcentro il grande varco d’ingresso. Il risultato finale è monumentale,altezza circa m. 10,20 larghezza 7,90 con un varco d’ingresso altom. 5,90 e largo 4,80, permettendo <strong>di</strong> essere facilmente in<strong>di</strong>viduataa <strong>di</strong>stanza.La sola facciata della chiesa occupa ben 80 mq <strong>di</strong> superficie in verticale.La facciata del complesso in cui è inserita la chiesa si raddoppiaulteriormente, arrivando ad una superficie totale <strong>di</strong> mq.160, checomprende l’ingresso ai locali del monastero ai quali è necessarioaggiungere i locali posti all’estrema destra de<strong>di</strong>cati a laboratori.7. Facciate monumentali con ingressi profon<strong>di</strong>Tra i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> facciata che caratterizzano il territorio <strong>di</strong> Selime<strong>di</strong> particolare interesse sono quelli ad “ingresso profondo”. In questatipologia un atrio, coperto da volta a botte in asse, è posto <strong>di</strong> frontealla porta <strong>di</strong> ingresso.8. Prospetti eseguiti in atrio a pozzoL’ultima tipologia <strong>di</strong> prospetti presentata è quella realizzata sullepareti verticali dei vani scavati in profon<strong>di</strong>tà. L’esempio più interessante<strong>di</strong> questa tipologia è quello del complesso monastico <strong>di</strong> EskiGumus.9. Erosione ed interventi umani quali elementi <strong>di</strong>struttivi dellearchitetture esterneUno dei principali problemi relativi allo stato <strong>di</strong> conservazione delpatrimonio <strong>rupestre</strong> in Cappadocia riguarda la lenta erosione deiconi, anch’essi frutto <strong>di</strong> azione erosiva, all’interno dei quali le chiesesono scavate.Il primo meccanismo <strong>di</strong> degrado è legato alla pioggia. Questa provocal’erosione superficiale delle crosta vulcanica e moltiplica la suaazione attraverso il trasporto <strong>di</strong> sabbia e detriti. A questi due elementidemolitori si deve aggiungere l’azione prodotta dal gelo chefacilita la fratturazione della roccia e le infiltrazioni d’acqua nellefessurazioni già esistenti, con il conseguente crollo <strong>di</strong> parti rocciosepiù o meno gran<strong>di</strong>. Va infine considerata la cosiddetta “corrasione”,legata all’azione erosiva del vento che provoca lo sfarinamento dellepareti in particolare dove è ridotta la cementificazione della rocciavulcanica.All’azione erosiva naturale si aggiunge l’opera dell’uomo che, conla sua opera <strong>di</strong> scavo, non fa altro che ridurre progressivamente laresistenza della roccia. Le continue opere <strong>di</strong> scavo comportano, infatti,l’accentuazione delle microfratture già presenti in natura. Vainfine sottolineato come la riduzione dello spessore delle pareti <strong>di</strong>prospetto aumenta le possibilità <strong>di</strong> crollo delle stesse con la conseguenteformazione <strong>di</strong> varchi e bucature che riducono la resistenzadelle superfici poste al <strong>di</strong>sopra.10. Differenze formali con le facciate rupestri PugliesiIn Puglia e nel materano i prospetti delle chiese rupestri presentanodei caratteri stilistici più semplici rispetto a quelli cappadocesi. Lamaggior parte delle chiese possiede solamente un ingresso rettangolaresormontato da una lunetta a sesto pieno talvolta affrescato.Nel caso <strong>di</strong> S. Marco a Massafra (n. 7) un riquadro contorna la partealta dell’ingresso. Più movimentato è il caso <strong>di</strong> S. Barbara a Matera(d) in quanto l’ingresso è affiancato da due colonne.Nel caso <strong>di</strong> S. Vito Vecchio <strong>di</strong> Gravina (c) l’ingresso presenta duefinestrelle ai lati. Più complesso è il prospetto <strong>di</strong> Lama d’Antico aFasano (b) ad imitazione <strong>di</strong> una croce egizia con due riquadri a mo’<strong>di</strong> bracci con resti <strong>di</strong> affreschi, sopra l’ingresso sono presenti duearchi e in basso una scala.Infine a S. Barbara in Ginosa (a) l’ingresso è posto al fondo <strong>di</strong> unprofondo arcone.La <strong>di</strong>fferente cultura e il <strong>di</strong>fferente ambiente rende minimali gli interventiesterni rendendo vacui i possibili confronti con la Cappadocia.Il presente lavoro rientra nell’attività dell’Archeogruppo <strong>di</strong> Massafranel seno del progetto “Cultural Rupestrian Heritage in the Circumme<strong>di</strong>terraneanArea: Common Identity – New Perspective”.Il gruppo <strong>di</strong> ricerca “Cappadocia 2011” <strong>di</strong>retto da Franco dell’Aquilaera composto da Beniamino Polimeni, Domenico Caragnano,Umberto Ricci, Pino Fazio e Antonio Laselva. Le fotografie sono <strong>di</strong>Umberto Ricci.231volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 231 16/11/2012 15:03:45

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