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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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C. Crescenzinon vi sono le campate angolari del lato ovest, per cui la cupola centralepoggia su due sole colonne a est, e sugli spigoli delle pareti delcomparto ovest. Il braccio est della croce non è voltato a botte masormontato da una cupola ovale.Quest’ultima caratteristica compare anche nella Karanlik, la cuipianta è un perfetto quincunx.Elmali devia dalla norma, avendo le nove campate tutte coperte acupola, singolare soluzione una chiesa <strong>rupestre</strong>; si è preservata partedella sua alta iconostasi con un’unica apertura centrale.Architettura e decorazione simulamo i modelli della capitale; l’arcaicoprogramma è definitivamente superato; il ciclo pittorico segue laliturgia e rappresenta gli interpreti delle importanti ricorrenze dellaChiesa: Natività, Crocefissione e Ascensione predominano e sono<strong>di</strong>pinti sulle pareti più in vista. Gli interni, liberi dalla pesantezzadegli schemi arcaici. I quattro supporti sono snelli, persino troppo<strong>di</strong>stanti tra loro per descrivere e rendere ben leggibile e <strong>di</strong>stinto lospazio della navata da quello absidale.Pur ispirandosi alla matrice delle chiese <strong>di</strong> Costantinopoli, quellerupestri non possono competere con esseper l’impossibilità <strong>di</strong> accedere e sfruttare la luce quale elemento qualificantedel progetto architettonico e iconografico. Questo non puòprescindere dalla luminosità degli ambienti, nè dal sotteso progettoierofantico della stessa luce. Questa è parte strutturante del progettonei due monasteri ad Hasios Lucas e a Daphni, come nella cattedrale<strong>di</strong> Monreale, nelle Abbazie Cistercensi e in altri sapienti e<strong>di</strong>fici storici.La luce connota gli spazi e i cicli pittorici, che acquisiscono laduplice valenza devozionale legandoli al culto e al “tempo”. Tuttaviail limite <strong>di</strong> gran parte dell’architettura <strong>rupestre</strong> non è dovuto soloalla mancanza della luce, ma all’in<strong>di</strong>fferenza con cui è progettatol’impianto: i pilastri sono sovra<strong>di</strong>mensionati e spesso l’ampiezza dellacampata centrale è la stessa delle altre che lo circondano. La croceinscritta <strong>di</strong> Eski Gumus, per esempio, è oppressa dai suoi quattrosupporti. Gran<strong>di</strong> colonne, affrescate con una successione <strong>di</strong> un fiorea quattro petali che richiama la croce, s’innalzano dai plinti ottagonali.La cupola centrale è sovra <strong>di</strong>mensionata, tutte le altre campatesono voltate a botte. Nella cosiddetta chiesa ‘A’ <strong>di</strong> Soganli, anche ibracci della croce, come le campate angolari, sono voltate a botte; maqui la pianta è alquanto regolare rispetto a quelle <strong>di</strong> Goreme.Questo schema delle volte, in contrasto con la norma del quincunx,che non <strong>di</strong>stingue le quattro campate d’angolo coprendole con cupoletteo con volte a crociera, è tipico delle chiese in muratura dell’Anatolia.La chiesa “A” <strong>di</strong> Soganli ha tre absi<strong>di</strong> tra loro comunicanti, fatturasingolare rispetto alle altre chiese rupestri menzionate e prese in esamema usuale a Costantinopoli.La Sarica Kilise (n.3 a Kepez, vicino a Ortahisar), ha uno schemadella croce inscritta complesso, i bracci ovest e sud aprono su duegran<strong>di</strong> absi<strong>di</strong>, formando una trifora con quella posta sul lato orientale,comunque affiancata dal due piccole absi<strong>di</strong> laterali. Gli architrionfali sono continui con le absi<strong>di</strong> che ne aumentano la profon<strong>di</strong>tà,quasi a formare spaziosi arcosolia o nicchie sepolcrali. Le campateangolari a ovest imitano delle volte a crociera, quelle a Ovest sonocupolate. La cupola è una calotta sferica ribassata che sormonta unalto tamburo, quasi un controllo prospettico della profon<strong>di</strong>tà. Il tamburoha otto nicchie, un tempo affrescate, che emulano le superficifinestrate degli e<strong>di</strong>fici in muratura.Tre e<strong>di</strong>fici a croce inscritta sono in territorio <strong>di</strong> Ortahisar: la notachiesa del Monastero <strong>di</strong> Allach, datata al XII secolo, la chiesa delmonastero <strong>di</strong> Corisba e la Sakli Kilise alle propaggini urbane delcentro.Bibliografy:- Catherine Jolivet-Levy, L’arte della Cappadocia, ed. Jaca Book, 2001- Spiro Kostof, Caves of God, Oxford University Press, 1989- Metin Sözen, Cappadocia, Ayhan Sahenk Foundation, 1998Drawings cre<strong>di</strong>ts:- N. Thierry, La Cappadoce de l’Antiquitè au Moyen Age, Brepols, 2002- L. Rodley, Cave Monasteries of Byzantine Cappadocia, Cambridge University Press, 1985- M. Restle, Die Byzantinesche Wandmalerei in Kleinasien vol I, Recklinghausen, 1967- M. Restle, Die Byzantinesche Wandmalerei in Kleinasien vol II, Recklinghausen, 1967- M. Restle, Die Byzantinesche Wandmalerei in Kleinasien vol III, Recklinghausen, 1967- M. Sozen, Cappadocia, Ayhan Şahenk Foundation, 1998- G. De Jerphanion, La Voix des Monuments, 1930- C. Jolivet-Levy, M. Kaplan, J. P. So<strong>di</strong>ni, Les Saints et leur Sanctuaire a Byzance, Paris 1993- O. Sag<strong>di</strong>c, Cappadocia, Turban, 1987- S. Kostof, Caves of God, 1989- C. Jolivet-Levy, L’Arte della Cappadocia, 2001Graphics processing of drawings: Samuele Sangiorgi.Web Sites:- http://www.world-heritage-tour.org/europe/turquey/cappadocia/area-1/yesiloz/tagar-cave-church/sphere-flash.html- http://www.me<strong>di</strong>evalists.net/2010/12/26/representational-function-of-daylight-in-the-katholikon-of-hosios-loukas/221volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 221 16/11/2012 15:03:31

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