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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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RUPESTRIAN CULTURES OF TURKEYCRHIMA-CINP projectInse<strong>di</strong>amenti sotterraneiDiversamente dalle strutture rupestri descritte nel paragrafo precedente,<strong>di</strong> norma presenti nelle valli <strong>di</strong> erosione, le strutture sotterraneesono generalmente ubicate in zone aperte dell’altopiano, dovenon è facile reperire nascon<strong>di</strong>gli.Si tratta <strong>di</strong> strutture scavate <strong>di</strong>rettamente sotto il livello dei campioppure, a volte, all’interno <strong>di</strong> una elevazione del suolo (un butte, unafalesia o il pen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una collina), dove si estendono profondamenteall’interno della roccia (seconda fascia), ben oltre la zona vicino allasuperficie (prima fascia).Si possono sviluppare su un solo livello oppure su livelli sovrapposti:in questo caso, tutti gli ingressi si trovano nel primo livello, quellopiù vicino al piano <strong>di</strong> campagna.La rete <strong>di</strong> strade e ogni altro servizio si trovano nel sottosuolo, cosìche le <strong>di</strong>verse camere sono connesse da tunnel. Una caratteristicaparticolare degli inse<strong>di</strong>amenti sotterranei è rappresentata dai <strong>di</strong>spositivi<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa, come le ‘porte-macina’ che permettevano <strong>di</strong> isolaree <strong>di</strong>fendere ampi settori dei sistemi sotterranei. In relazione alla loroestensione e alla loro destinazione d’uso, sono riconoscibili <strong>di</strong>versetipologie <strong>di</strong> strutture sotterranee: rifugi e città sotterranee, monasterie chiese, oltre al caso particolare dei sistemi idrici sotterranei.Rifugi sotterraneiI rifugi sotterranei ubicati nella grande piana che si estende a sudovest<strong>di</strong> Gülşehir (Göstesin, Filiktepe, Sivasa), hanno caratteristichetra loro molto simili (Castellani, 1995; 2002). Sono stati scavatiall’interno <strong>di</strong> basse colline piatte (butte). Alla base delle modestefalesie (Figg. 15, 16, 18) si trovano gli ingressi <strong>di</strong> ampi vani che mostranosegni d’uso come magazzini e ripari per animali domestici,ma anche come chiese. É importante ricordare che in Cappadociagli inverni sono estremamente rigi<strong>di</strong> e le estati sono molto calde,anche se secche, così che l’uso <strong>di</strong> ambienti scavati nel tufo sembraampiamente giustificato.Ma questi sotterranei hanno una interessante caratteristica: sono collegatida stretti tunnel che si inoltrano nel cuore della massa rocciosae hanno gli ingressi sempre <strong>di</strong>fesi da una o più porte-macina. Le indaginidei <strong>di</strong>versi sistemi sotterranei hanno rivelato l’esistenza <strong>di</strong> alcunisotto-sistemi in<strong>di</strong>pendenti (moduli - Fig. 15), ciascuno dei qualicomposto da un insieme <strong>di</strong> camere, <strong>di</strong> cui una usata come ultimorifugio (ridotto) e dotata <strong>di</strong> via <strong>di</strong> fuga. Ogni modulo è interconnessoper mezzo <strong>di</strong> tunnel, scavati con la tecnica dei fronti contrapposti,che si incontrano in un punto interme<strong>di</strong>o (joint point).Ogni modulo era <strong>di</strong>feso da numerose porte-macina (in un solo sistemane sono state in<strong>di</strong>viduate più <strong>di</strong> quaranta) la cui efficacia è incrementatada ulteriori <strong>di</strong>spositivi: tunnel ad angolo retto, strozzature,ecc. Si segnala la presenza <strong>di</strong> pozzi scavati per raggiungere la faldaacquifera.La <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> ogni reticolo ipogeo, anche se minore <strong>di</strong> quelladelle così dette ‘città sotterranee’, può superare il chilometro. Questotipo <strong>di</strong> struttura era probabilmente utilizzato come nascon<strong>di</strong>gliotemporaneo per un piccolo gruppo <strong>di</strong> persone e <strong>di</strong> animali in occasione<strong>di</strong> razzie o <strong>di</strong> transito <strong>di</strong> eserciti.Una possibile interpretazione <strong>di</strong> una struttura così complessa è che ivari gruppi familiari vivevano nelle camere più esterne, conservavanole scorte alimentari all’interno, si ritiravano nel ridotto quando sipresentava il pericolo e, in caso <strong>di</strong> necessità, si aiutavano l’un l’altroattraverso i lunghi corridoi <strong>di</strong> raccordo e le vie <strong>di</strong> fuga (Fig. 16).Città sotterraneeL’inse<strong>di</strong>amento sotterraneo <strong>di</strong> gran lunga più esteso e articolato è ilsito <strong>di</strong> Derinkuyu. Una indagine completa <strong>di</strong> questa struttura non èancora <strong>di</strong>sponibile, a causa delle sue <strong>di</strong>mensioni, della profon<strong>di</strong>tà,del numero dei livelli e delle interconnessioni (Demir, 1990; Bixio,1996; Bixio, Castellani, 2002a; Okuyucu, 2007).In linea generale, risulta evidente che il sito è composto da <strong>di</strong>versi‘sistemi satellitari’. Il più noto <strong>di</strong> questi sistemi è quello in parteaperto al pubblico che si sviluppa in una sorta <strong>di</strong> struttura elicoidaleattorno un pozzo centrale che viene intercettato varie volte a<strong>di</strong>fferenti livelli. Schematicamente si possono <strong>di</strong>stinguere tre fasceprincipali sovrapposte, con livelli interme<strong>di</strong>, che scendono a unaprofon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa 50 m.Nella prima fascia, la più vicina alla superficie, sono collocati gliingressi, <strong>di</strong> norma nascosti all’interno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici in muratura. Da quisi scende nella fascia sottostante, attraverso tunnel inclinati <strong>di</strong>fesi daporte-macina, dove si trovano numerosi vani scavati in sequenza checostituiscono l’area residenziale. Da questa area partono altri tunnel,ripi<strong>di</strong> e stretti, caratterizzati da <strong>di</strong>versi cambi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione posti subitoprima <strong>di</strong> camere per la manovra delle porte-macine che <strong>di</strong>fendonoi vani posti nella fascia più profonda: la zona <strong>di</strong> ultimo rifugio (ridotto)in caso <strong>di</strong> razzia. Altri sistemi a<strong>di</strong>acenti sembrano realizzati allostesso modo e connessi tra loro attraverso tunnel attualmente occlusio parzialmente <strong>di</strong>strutti.La figura 19 mostra, in sintesi la probabile sequenza <strong>di</strong> scavo dellacittà sotterranea <strong>di</strong> Derinkuyu. Fase 1: scavo <strong>di</strong> pozzi verticali in<strong>di</strong>pendenti.Fase 2: scavo ra<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> camere e tunnel, su piani sovrapposti.Fase 3: congiungimento dei <strong>di</strong>versi sistemi. Una organizzazione<strong>di</strong> questo tipo permetteva <strong>di</strong> muoversi agevolmente da un puntoall’altro, in caso <strong>di</strong> conquista <strong>di</strong> una sezione da parte <strong>di</strong> nemici, cosìcome un contrattacco attraverso passaggi alternativi.Sistemi idriciLe ricerche sul territorio della Cappadocia hanno rivelato la presenza<strong>di</strong> altre antiche strutture scavate nel sottosuolo che testimoniano,così come gli inse<strong>di</strong>amenti sotterranei, l’intelligenza e la determinazionedella popolazione nello sfruttamento <strong>di</strong> tutte le opportunità offertedall’ambiente naturale. Lungo le valli è stato osservato un grannumero <strong>di</strong> imbocchi <strong>di</strong> tunnel, alcuni dei quali sono ormai ridotti arelitti (Fig. 20), ma che in gran parte sono ancora in uso, la cui origineè sconosciuta alla stessa popolazione locale. La morfologia <strong>di</strong>questi tunnel appare molto simile a quella dei ben conosciuti antichitunnel idrici così comuni nel territorio vulcanico dell’Italia Centrale(Castellani, 1999).Indagini sono state svolte, in particolare, nelle valli <strong>di</strong> Mesken<strong>di</strong>re Kılıçlar. La prima parte <strong>di</strong> ciascuna valle è incisa da un profondocanyon, scavato dalle acque torrentizie. Tuttavia, procedendo lungala valle, sul fondo non è visibile traccia del letto del torrente. Sonoinvece presenti terrazzamenti, coltivati principalmente con alberi dafrutta e ortaggi, che occupano quasi integralmente l’alveo. Il sistemaper ottenere questo risultato è costituito da tre elementi: collettoreprincipale, cunicoli <strong>di</strong> drenaggio e cunicoli <strong>di</strong> captazione. I sistemiidrici a volte sono integrati da vasche <strong>di</strong> raccolta, esterne o sotterranee.Il sistema, nella sua complessità, dà un’idea della qualità e delle <strong>di</strong>mensionidell’impressionante lavoro realizzato dalla popolazione perrendere sicure le valli a fini agricoli (Castellani, 2002c). Grazie ad alcuneevidenti testimonianze dell’approfon<strong>di</strong>mento della sezione originaledei tunnel, da una altezza <strong>di</strong> 180 cm sino a 4 metri, riteniamoche l’erosione abbia agito per un tempo davvero lungo, suggerendoun’età piuttosto antica del sistema, forse bizantina, forse ancora piùarcaica.Notiamo infine che la motivazione per intraprendere un lavoro per laregolazione delle acque così complesso e impegnativo probabilmentetrae origine dal rigido clima invernale e dalla scarsità <strong>di</strong> acquasuperficiale: le profonde valli, protette dal vento e fornite d’acqua attraversoi tunnel <strong>di</strong> captazione della falda, hanno consentito, probabilmentesin dai tempi più remoti, una fiorente attività agricola, altrimentiimpossibile se non fossero state liberate dalle acque torrentizie.volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 202 16/11/2012 15:03:24

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