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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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RUPESTRIAN CULTURES OF TURKEYCRHIMA-CINP projectLE CULTURE RUPESTRI DELLA TURCHIA: riflessionisull’analisi e la classificazione <strong>di</strong> un fragile patrimonioFig. 12 Nevşehir <strong>di</strong>strict: map A (drawing R. Bixio)Fig. 13 Nevşehir <strong>di</strong>strict: map C (drawing R. Bixio)IntroduzioneNel bacino Me<strong>di</strong>terraneo la Turchia è certamente, anche per la suagrande estensione, la nazione che conserva il più elevato e variegatonumero <strong>di</strong> strutture ipogee e rupestri. Inoltre, la sua posizionegeografica ne ha favorito, fin dalle epoche più remote, quel ruolo <strong>di</strong>ponte tra Oriente e Occidente, e quin<strong>di</strong> quel punto <strong>di</strong> incontro e confrontotra popoli, culture, religioni, che hanno lasciato alcune dellepiù mirabili testimonianze del patrimonio archeologico, artistico estorico-architettonico del mondo.Tra i beni che compongono tale vasto patrimonio le testimonianzeriferibili alla cultura <strong>rupestre</strong>, o più correttamente alle culture rupestri,non sono secondarie. Proprio in questo fragile patrimonio,realizzato in tufi e rocce soggette a degrado meteorico e all’azione <strong>di</strong>terremoti, è infatti possibile leggere testimonianze e strategie <strong>di</strong> vita<strong>di</strong> <strong>di</strong>verse popolazioni, dagli Ittiti agli Urartu ai Frigi e ai Lici, daiBizantini agli Armeni e alle comunità cristiane siriache, dai Mongolialle etnie turche, tra cui Selgiuchi<strong>di</strong> e Ottomani, per citare alcunedelle civiltà che si sono succedute e sovrapposte in Anatolia.Fin dalla preistoria l’o<strong>di</strong>erna Turchia è stata abitata dall’uomo, che neha sfruttato - dove presenti - le cavità naturali quale riparo e luogo <strong>di</strong>inse<strong>di</strong>amento. Solo per citare i casi più noti possiamo ricordare restiriferibili al Paleolitico inferiore (450-130mila anni fa) nella grottaYarımburgaz nei pressi <strong>di</strong> Istanbul, la grotta Karain ad Antalya ela grotta Üçağızlı, sulla costa me<strong>di</strong>terranea al confine con la Siria,nella provincia <strong>di</strong> Hatay, con reperti datati almeno da 41mila anni fa,riferibili al Paleolitico me<strong>di</strong>o (Kuhn, 2002).Pure nelle successive fasi della preistoria sono noti alcuni ritrovamentiin caverne naturali: per il Calcolitico, ad esempio, la grotta <strong>di</strong> Civelek aGülşehir, in Cappadocia (Managlia, Pagano, 1992; Gülyaz, 2010, p. 8).Un territorio come quello anatolico, ampiamente caratterizzato dallapresenza <strong>di</strong> rocce vulcaniche adatte ad essere facilmente lavorate econtrad<strong>di</strong>stinto da con<strong>di</strong>zioni climatiche rigide in inverno, calde inestate, ha favorito lo sviluppo della realizzazione <strong>di</strong> strutture ipogeesin da epoche remote, sfruttando la naturale inerzia termica del sottosuolo.Agli Ittiti sono generalmente attribuite alcune delle strutture ipogeescavate nei tufi dell’Anatolia centrale, ma non vi sono evidenzearcheologiche chiaramente a favore <strong>di</strong> tale ipotesi. Bisogna quin<strong>di</strong>attendere la civiltà Urartu, sviluppatasi nel sud-est dell’Anatolia traIX e VI secolo a.C. per avere le prime, sicure, testimonianze della realizzazione<strong>di</strong> cavità artificiali scavate nella roccia da parte dell’uomo.Ben noti e documentati sono, soprattutto, gli ipogei realizzati ascopo funerario presenti in <strong>di</strong>versi siti nella Turchia orientale, qualile camere sepolcrali nella fortezza <strong>di</strong> Tuşpa (oggi Van), a Palu e aYoncatepe, o alcune opere idriche nella stessa regione (Belli, 1997;çevik, 2000; Belli, Çevik, 2000; Konyar, 2003; Konyar, 2011). Semprea scopo funerario furono pure realizzate strutture monumentalinell’antica Frigia (Midas şehri - Eskişehir, Ayazini - Afyonkarahisare Kütahya in Anatolia occidentale) risalenti all’VIII secolo a.C.e in Licia (Kaunos - Dalyan, MyraTermessos e Tlos - Antalya, inAnatolia sud-occidentale), a partire almeno dal V secolo a.C. (DeFrancovich, 1990). La citazione più antica <strong>di</strong> strutture sotterraneechiaramente a<strong>di</strong>bite ad abitazione (probabilmente nella regione <strong>di</strong>Kars, nella Turchia nordorientale), risale al IV sec. a.C. (Senofonte,libro IV, cap. V, par. 25-28, pp. 206-207).Di certo, pur consapevoli che ancora tante ricerche andranno compiutesul patrimonio <strong>rupestre</strong> della Turchia prima <strong>di</strong> giungere a datazionisicure e ad una corretta comprensione e analisi del fenomeno<strong>rupestre</strong>, si può affermare con certezza che il momento <strong>di</strong> massimafioritura si ebbe, in <strong>di</strong>verse regioni anatoliche durante il Me<strong>di</strong>oevo.Dalle centinaia <strong>di</strong> cavità presenti nel sottosuolo <strong>di</strong> Ani e nelle vallatecircostanti, antica capitale dell’Armenia, oggi in territorio turco nel<strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Kars (Bixio et al., 2009), a quelle recentemente indaga-volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 198 16/11/2012 15:03:22

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