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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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FLORA IN THE RAVINES OF MURGECRHIMA-CINP projectte ricca, perché la copertura arborea e arbustiva sempreverde mantieneil sottobosco in perenne penombra.Le caratteristiche climatiche e geomorfologiche del territorio e gliintensi fenomeni antropici hanno nel tempo trasformato gli aspettivegetazionali naturali in paesaggio agro - silvo - pastorale. Quando,in epoche remote, l’uomo ha colonizzato il bacino del Me<strong>di</strong>terraneo,la pratica del taglio degli alberi e dell’incen<strong>di</strong>o della macchiaha portato la vegetazione a varie forme <strong>di</strong> degrado, anche perla notevole per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> suolo. La macchia è <strong>di</strong>ventata sempre più radaintercalata da schiarite con roccia affiorante.La garigaOggi i pen<strong>di</strong>i più sassosi e poveri <strong>di</strong> suolo sono occupati dallagariga, una fisionomia vegetazionale che rappresenta uno stato<strong>di</strong> degradazione della macchia me<strong>di</strong>terranea, per lo più causatada <strong>di</strong>sboscamento, da ripetuti incen<strong>di</strong> o dall’intenso pascolo. Inquesta biocenosi i grossi cespugli della macchia sono sostituitida bassi arbusti microfilli, con foglie coriacee e strette, oppureda specie erbacee annuali a crescita invernale o con organi <strong>di</strong> sopravvivenzacome bulbi o ra<strong>di</strong>ci tuberose. Tutti questi espe<strong>di</strong>entiper resistere alla calura e alla siccità estiva. L’attributo <strong>di</strong> poveroe degradato conferito a questo ambiente nasconde in realtà unpatrimonio floristico eterogeneo e <strong>di</strong> particolare pregio per la ricchezza<strong>di</strong> specie, <strong>di</strong>verse delle quali endemiche, come avvienesempre negli ambienti estremi.Il termine gariga deriva dal nome provenzale “garric” assegnatoalla Quercia spinosa (Quercus calliprinos) che predomina nellaformazione vegetale tipica <strong>di</strong> questa regione ed ha appunto unaspetto degradato della macchia me<strong>di</strong>terranea. Questa specie, dotata<strong>di</strong> piccole foglie spinose e dal portamento arboreo ridotto, èpresente nel nostro territorio, ma rara e localizzata; è <strong>di</strong>ffusa in tuttoil versante orientale del Me<strong>di</strong>terraneo e da qui il nome <strong>di</strong> Quercia<strong>di</strong> Palestina con la quale viene anche designata. La gariga puòquin<strong>di</strong> assumere localmente aspetti anche molto <strong>di</strong>versi.Uno dei più frequenti nell’area delle gravine è l’arbusteto nanocon abbondanza <strong>di</strong> cisti (Cistus monspeliensis, Cistus incanus,Cistus salvifolius) e Sparzio (Calicotome spinosa e Calicotomevillosa) che si sviluppano caratteristicamente su terreni perio<strong>di</strong>camenteincen<strong>di</strong>ati. In questa biocenosi rinveniamo spessofrutici dotati <strong>di</strong> intensa aromaticità come il Rosmarino (Rosmarinusofficinalis), il Timo meri<strong>di</strong>onale (Thymus capitatus) o altrespecie <strong>di</strong> timo ascrivibili al gruppo del Timo serpillo oppurel’endemico Timo spinosetto (Thymus spinulosus). Sono ancorada ricordare <strong>di</strong>verse specie del gruppo delle Santoregge, alcunedelle quali endemiche dell’Italia meri<strong>di</strong>onale (Satureja montana,Satureja cuneifolia, Micromeria graeca, Micromeria microphilla),l’endemico Eliantemo ionico (Helianthemum jonium), ilrarissimo Lino <strong>di</strong> Tommasini (Linum tommasinii), specie illiricanota solo per il Carso triestino, per il Gargano, la Murgia e finoal Salento. In queste cenosi sono poi da menzionare due specie <strong>di</strong>particolare interesse fitogeografico, la Salvia triloba (Salvia triloba)e il Salvione giallo (Phlomis fruticosa), in quanto <strong>di</strong> originepaleoegeica e quin<strong>di</strong> come il Fragno hanno l’areale <strong>di</strong> originenella penisola balcanica.Negli ambienti intensamente pascolati si può invece osservarel’abbondante presenza <strong>di</strong> Asfodelo me<strong>di</strong>terraneo (Asphodelusmicrocarpus), Asfodelo giallo (Asphodeline lutea), eventualmenteassociati alla ferula (Ferula communis) oppure alla Scillamarina (Drimia maritima) perché queste specie non sono appetitedal bestiame.Quando le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo della vegetazione si fannoancora più drastiche la gariga assume l’aspetto <strong>di</strong> una prateriapseudosteppica (xerogramineto) con specie a sviluppo vegetativoinvernale e primaverile <strong>di</strong> graminacee come la Cerere (Aegilopsgeniculata e A. triuncialis), il Lino delle fate, comprendente <strong>di</strong>versespecie del genere Stipa tra cui Stipa capensis, il raro Stipafontanesii e Stipa austroitalica, specie endemica del sud Italia,inserita dalla CEE nella lista delle specie <strong>di</strong> notevole interesseconservazionistico.I <strong>di</strong>versi ambienti <strong>di</strong> gariga così come gli spazi aperti nella macchiasono accomunati da una peculiarità: la presenza <strong>di</strong> alcune decine <strong>di</strong>specie <strong>di</strong> orchidee. Queste rare piante, alcune delle quali a rischio<strong>di</strong> estinzione, rappresentano un gruppo vegetale in rapida evoluzione,con una grande variabilità regionale che sfocia in numerosiendemismi. Da ricordare in particolare alcune Ofri<strong>di</strong> (Ophrys apulica,Ophrys tarentina, Ophrys parvimaculata, Ophrys oxyrrhynchossubsp. ingrassiae). Il genere Ophrys, tipicamente me<strong>di</strong>terraneo,ha una riproduzione quasi esclusivamente entomogama altamentespecializzata, basata sull’attrazione <strong>di</strong> uno specifico insettoper mezzo <strong>di</strong> stimoli olfattivi, visibili e tattili.Questa affascinante caratteristica ecologica e la particolare bellezza<strong>di</strong> queste modeste piante, unita alla grande variabilità dettatadalla rapida evoluzione cui sono sottoposte, sta portando in questiultimi anni all’accertamento nel nostro territorio <strong>di</strong> specie non segnalatein precedenza o ad<strong>di</strong>rittura alla in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> nuoveentità specifiche o infraspecifiche da parte, non solo <strong>di</strong> ricercatoriprofessionisti, ma anche <strong>di</strong> appassionati e neofiti. È il caso <strong>di</strong> Epipactyshelleborine, orchidacea poco appariscente recentementesegnalata nella gravina <strong>di</strong> Alezza in territorio <strong>di</strong> Crispiano, unicasegnalazione in provincia <strong>di</strong> Taranto.La vegetazione nelle gravineGli spalti delle gravine, spesso costituiti da ripide pareti verticaliapparentemente privi o poveri <strong>di</strong> vegetazione, offrono in realtàospitalità ad una serie <strong>di</strong> interessanti entità rupicole adattatesi avivere su affioramenti rocciosi, conficcando le ra<strong>di</strong>ci in minuscolianfratti o nelle spaccature della roccia (casmofite) o su modestistrati <strong>di</strong> suolo detritico accumulatosi su piccole cenge rocciose(comofite).Gli eventuali terrazzamenti naturali presenti sui versanti delle gravine,mostrano talvolta una vegetazione <strong>di</strong>versificata e <strong>di</strong>sposta astrati, con le specie più esigenti che necessitano <strong>di</strong> un minimo <strong>di</strong>suolo, sulle superfici dei piani terrazzati e specie casmofite sulleripide pareti dove insinuano le ra<strong>di</strong>ci nelle fen<strong>di</strong>ture della roccia.Tra queste va annoverato ad esempio il ben noto Cappero (Capparisspinosa) o la bellissima Campanula pugliese (Campanulaversicolor) che, a <strong>di</strong>spetto del nome volgare, non è endemica pugliesema nel territorio italiano è presente solo in poche zone dellaPuglia; il suo areale principale è rappresentato dalla penisolabalcanica come per le altre Pleoegeiche viste in precedenza. Allostesso raggruppamento anfiadriatico appartiene anche il Raponzolomeri<strong>di</strong>onale (Asineuma limonifolium) che però non vegetanella nuda roccia ma richiede un minimo apporto <strong>di</strong> suolo ed èspesso compagna del Garofano selvatico meri<strong>di</strong>onale (Dianthussylvestris ssp. garganicus).Le gravine presentano quasi tutte un andamento prevalente nordsude quin<strong>di</strong> con un versante esposto ad est ed uno ad ovest. Perònei tratti con tortuosi meandri e nelle eventuali <strong>di</strong>ramazioni cheaffluiscono nel solco erosivo principale si determina una <strong>di</strong>versaesposizione degli spalti con versanti perennemente in ombra lungoi quali è frequente riconoscere specie sciafile che richiedono ancheun certo grado <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà dell’aria e del substrato come le felci, trale quali la Spaccapietre (Ceterach offi cinarum), il cui nome comune<strong>di</strong>ce tutto dell’<strong>habitat</strong> in cui vive e la rara Selaginella (Selaginelladenticulata).Il fondo delle gravine presenta normalmente un intrigo <strong>di</strong> vari arbustiavviluppati da Rovi (Rubus ulmifolius) ai quali si associa ancheil Fico (Ficus carica) e l’Acanto (Acanthus mollis e Acanthusspinosus) che ha ispirato le decorazioni dei capitelli corinzi.Qualora il fondo delle gravine si presenti angusto e profondo, soprattuttose in ombra, può ospitare anche specie arboree più mesofilea causa dell’inversione termica che si può determinare ri-volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 188 16/11/2012 15:03:16

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