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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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INTEGRATED SURVEYING SYSTEMS FOR BURIED ARCHITECTURECRHIMA-CINP projecti tempi <strong>di</strong> lavoro risulteranno comunque ridotti, sia in fase <strong>di</strong> presadelle misure sia in fase <strong>di</strong> post-produzione per la realizzazione <strong>di</strong> elaboratibi<strong>di</strong>mensionali e/o tri<strong>di</strong>mensionali; la particolare conformazionemorfologica degli spazi rupestri costringe infatti l’operatoredel rilievo a scelte preliminari necessarie per una corretta strutturazionedelle operazioni da svolgere.La prima <strong>di</strong> tali scelte è quella relativa al tipo <strong>di</strong> strumentazione dautilizzare. L’attrezzatura più idonea, in questi casi, è costituita dai sistemi<strong>di</strong> tipo Lidar (Light Detection And Ranging), che sfruttano l’emissione<strong>di</strong> un segnale luminoso per la misurazione degli spazi; nelcaso degli ormai comuni laser scanner 3D per uso terrestre in ambitoarchitettonico e archeologico, il segnale emesso è <strong>di</strong> tipo visibile oprossimo all’infrarosso. Fanno parte <strong>di</strong> questa categoria <strong>di</strong> sistemile strumentazioni laser ‘a <strong>di</strong>stanza’ che utilizzano le tecnologie <strong>di</strong>misurazione TOF (Time of Flight) o Phase Shift 1 ; la pratica <strong>di</strong> rilievoha <strong>di</strong>mostrato come tali sistemi, <strong>di</strong> fatto assimilabili a stazioni totali‘motorizzate’, che producono nuvole <strong>di</strong> punti dense (e non rade comequelle topografiche), costituiscano lo strumento più corretto per ilrilievo <strong>di</strong> spazi scavati.Sono da sconsigliare invece, nel caso in cui l’affidabilità metrica sial’obbiettivo principale del rilievo, sistemi <strong>di</strong> misurazione e modellazionetri<strong>di</strong>mensionale degli spazi basati esclusivamente sull’acquisizionefotografica <strong>di</strong>gitale (sistemi <strong>di</strong> fotomodellazione); l’andamentocurvilineo delle superfici e la loro caratterizzazione matericapressochè omogenea rende infatti <strong>di</strong>fficile, seppur possibile,il riconoscimento da parte dei software preposti a tali operazioni ilriconoscimento <strong>di</strong> punti in comune tra i vari scatti realizzati in loco.Diversamente, se l’aspetto puramente rappresentativo fosse preponderanterispetto a quello metrico (nel caso, ad esempio, <strong>di</strong> produzione<strong>di</strong> materiale puramente <strong>di</strong>vugativo), tali sistemi possono rivelarsi,oltre che spe<strong>di</strong>tivi, <strong>di</strong> suggestivo impatto visivo.La documentazione fotografica, importantissima per la resa dell’aspettocromatico-materico delle superfici, dovrebbe essere sfruttataseguendo, in alternativa, due metodologie in abbinamento al rilievolaser scanner 3D:- campagna fotografica condotta con camera <strong>di</strong>gitale refl ex (dotata<strong>di</strong> obbiettivo fisso Fish-eye e testa panoramica) da posizionarsi sullostesso supporto utilizzato per ciascuna stazione <strong>di</strong> scansione laser;- campagna fotografica condotta con camera <strong>di</strong>gitale refl ex (dotata<strong>di</strong> obbiettivo fisso grandangolare e cavalletto) in modo <strong>di</strong>sgiunto dalrilievo laser;Nel primo caso, orientato alla produzione <strong>di</strong> risultati prevalentementetri<strong>di</strong>mensionali, la realizzazione <strong>di</strong> fotografie equirettangolari (a360°) rende possibile, attraverso i software <strong>di</strong> gestione delle nuvole<strong>di</strong> punti, la perfetta sovrapposizione del dato cromatico a quello metrico(come accade, <strong>di</strong> fatto, anche con le fotocamere integrate <strong>di</strong>alcuni modelli <strong>di</strong> scanner, ma con una qualità dell’immagine decisamentesuperiore).Nel secondo caso, più orientato invece alla realizzazione <strong>di</strong> elaboratibi<strong>di</strong>mensionali tra<strong>di</strong>zionali, la campagna fotografica rende possibilel’elaborazione, da parte dell’operatore, dei tra<strong>di</strong>zionali fotopiani adalta definizione.In relazione alla questione della fotografia in ambienti ipogei si pone,<strong>di</strong> norma, il problema della corretta restituzione dei colori delle superficiscavate, a causa delle scarse, o nulle, con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> illuminazionedegli ambienti; al fine <strong>di</strong> creare un’illuminazione omogeneasenza, allo stesso tempo, posizionare nello spazio numerosi puntiluce che andrebbero a ‘sporcare’ la nuvola <strong>di</strong> punti del rilievo, puòessere adottato, ad esempio, un sistema <strong>di</strong> illuminazione <strong>di</strong>rettamentecollegato alla camera <strong>di</strong> ripresa. (Fig. 2)La questione della <strong>di</strong>fficile identificazione <strong>di</strong> punti geometricamentedefiniti nello spazio <strong>rupestre</strong> influisce, oltre che sulla scelta dellastrumentazione, anche sul processo metodologico da seguire nel corso<strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> rilievo laser scanner 3D.La necessità, in fase <strong>di</strong> messa a registro dei dati acquisiti, <strong>di</strong> fornireal software punti definiti e riconoscibili in comune tra le <strong>di</strong>versescansioni effettuate sul campo, impone agli operatori <strong>di</strong> prevedere,in fase <strong>di</strong> acquisizione, il posizionamento <strong>di</strong> appositi target 2 (Fig. 3).Non è infatti pensabile, nel caso dell’architettura <strong>rupestre</strong>, <strong>di</strong> poterunire nuvole <strong>di</strong> punti parziali scegliendo a posteriori sulla nuvola <strong>di</strong>punti elementi <strong>di</strong> contatto morfologico, pena una effettiva per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>affidabilità metrica; un guadagno in termini <strong>di</strong> tempo dello svolgimentodelle operazioni sul campo non può, a nostro parere, esseregiustificato a <strong>di</strong>scapito della per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> qualità del risultato finale.Il rilievo, anche quello <strong>di</strong>gitale, dell’architettura scavata necessitaquin<strong>di</strong> <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> particolari accorgimenti che in altri casi possono,<strong>di</strong> volta in volta, essere ignorati, con il risultato <strong>di</strong> operazionipiù semplici e spe<strong>di</strong>tive. Una recente esperienza condotta nel rilievo<strong>di</strong> siti ipogei <strong>di</strong> tipo cimiteriale 3 ha evidenziato l’esigenza, in determinatecon<strong>di</strong>zioni, <strong>di</strong> sperimentare modalità <strong>di</strong> rilievo generalmentenon contemplate dalla teoria della <strong>di</strong>sciplina; nel caso citato si è proceduto,ad esempio, a scansioni effettuate con la testa dello scannerrovesciata, in modo da acquisire i punti ovviando alla produzionedella caratteristica ‘zona <strong>di</strong> occlusione’ circolare sulla verticale delloscanner, per la corretta ‘copertura’ <strong>di</strong> superfici concave <strong>di</strong>fficilmenteragiungibili (Fig. 4). Un’ulteriore questione da tenere in considerazionenella conduzione <strong>di</strong> un rilievo automatizzato <strong>di</strong> ambienti scavatiè quella riferita alla assoluta necessità <strong>di</strong> una base topograficasulla quale operare la corretta unione delle singole nuvole <strong>di</strong> punti.Nel caso in cui gli ambienti da rilevare presentassero spazi strettie lunghi o locali posti in successione con un unico accesso versol’esterno, l’unione delle scansioni, pur attraverso l’ausilio dei targetsappositamente <strong>di</strong>sposti, potrebbe risultare soggetta a errori globalmentenon accettabili (questo può accadere a causa dell’impossibilità,ad esempio, <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre targets non allineati tra loro).Possibilità <strong>di</strong> restituzione bi<strong>di</strong>mensionale e tri<strong>di</strong>mensionaleL’utilizzo <strong>di</strong> strumentazioni <strong>di</strong>gitali, oltre a rendere più spe<strong>di</strong>tivo epiù affidabile il processo <strong>di</strong> misurazione, permette all’operatore delrilievo <strong>di</strong> posticipare alla fase <strong>di</strong> restituzione scelte altrimenti vincolantigià dalle prime fasi <strong>di</strong> lavoro come, ad esempio, quella dei piani<strong>di</strong> sezione attraverso i quali rappresentare gli spazi, in pianta comein alzato. (Fig. 5)Questo permette il superamento delle problematiche descritte nellosvolgimento <strong>di</strong> un rilievo tra<strong>di</strong>zionale in siti rupestri, che non siesauriscono nella fase <strong>di</strong> presa delle misure, ma si ripercuotono, conrisultati amplificati, anche nella fase <strong>di</strong> restituzione grafica. L’arbitrarietàdella scelta dei punti da misurare viene quin<strong>di</strong> risolta a priori,con l’ulteriore vantaggio <strong>di</strong> poter scegliere il livello <strong>di</strong> dettagliodelle singole scansioni in base agli obbiettivi e alle finalità del lavoronella sua globalità.I moderni software <strong>di</strong> gestione delle nuvole <strong>di</strong> punti e quelli <strong>di</strong> modellazioneautomatica a partire da esse, permettono un abbassamentodella maglia dei punti a posteriori, da effettuare a <strong>di</strong>screzionedell’operatore per motivi <strong>di</strong> pesantezza dei fi le s. Questo comportala possibilità <strong>di</strong> eseguire, in ogni caso, scansioni con alti livelli <strong>di</strong>dettaglio, da trasformare all’occorrenza, in fase <strong>di</strong> post-produzione,in conformità alle uscite richieste. Valutato il problema del dettagliodel rilievo in relazione alla scala <strong>di</strong> rappresentazione finale,la corretta procedura <strong>di</strong> lavoro prevede una scelta metodologica <strong>di</strong>elaborazione dei dati in riferimento agli elaborati da produrre (<strong>di</strong>segnitecnici, carte tematiche, rendering, animazioni, etc.); nel caso<strong>di</strong> architetture scavate la complessità degli spazi poco si presta adessere rappresentata solo ed esclusivamente attraverso rappresentazionibi<strong>di</strong>mensionali realizzate, sfruttando la nuvola <strong>di</strong> punti, attraversol’utilizzo <strong>di</strong> applicativi <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno vettoriale <strong>di</strong> tipo CAD 4 (Fig.6); d’altro canto la consueta assenza, in tali ambienti, <strong>di</strong> elementiparticolarmente complessi dal punto <strong>di</strong> vista architettonico, rendegeneralmente possibile la creazione <strong>di</strong> nuvole <strong>di</strong> punti ‘leggere’, idoneead operazioni <strong>di</strong> meshatura automatiche da realizzarsi attraversospecifici software. (Fig. 7)Tale possibilità rende <strong>di</strong> agevole realizzazione la produzione in tem-volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 180 16/11/2012 15:03:09

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