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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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D. CaragnanoLA DECORAZIONE PITTORICA NELLE CHIESE RUPE-STRI DELL’IMPERO BIZANTINO: LA CAPPADOCIA EL’ITALIA MERIDIONALEIl gesuita Guillaume de Jerphanion grande conoscitore della culturae dell’arte turca, in particolare <strong>di</strong> quella della Cappadocia, dellaquale è stato il più importante <strong>di</strong>vulgatore grazie ai suoi articoli ealla sua opera Une nouvelle province de l’art byzantine. Les églises<strong>rupestre</strong>s de Cappadoce in tre volumi pubblicati a Parigi tra il 1925e il 1942 1 .Il primo confronto tra l’arte bizantina presente in Calabria e in Pugliacon quella nelle chiese rupestri della Cappadocia viene espostoda Guillaume de Jerphanion nel 1936 a Roma al Quinto Congressointernazionale <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> bizantini 2 .Il modello architettonico della chiesa <strong>di</strong> Stilo in Calabria de Jerphanionlo raffronta con la “chapelles à colonnes” <strong>di</strong> Göreme , datandolaall’XI secolo, mentre per quanto riguarda la pittura, le ali dell’arcangeloGabriele nella scena della Annunciazione nella chiesa <strong>rupestre</strong><strong>di</strong> San Biagio a San Vito dei Normanni viene confrontata conla medesima scena a Elmali Kilise (chiesa del melo) a Göreme e conla Pentecoste <strong>di</strong> Toquale Kilissé a Taghar, come anche la Natività,sempre nella chiesa <strong>di</strong> San Biagio a San Vito dei Normanni, laconfronta con scene analoghe presenti nelle chiese cappadocesi delsecondo periodo (XI - XII secolo) che avevano subito l’influenza <strong>di</strong>retta<strong>di</strong> Bisanzio 3 .Gli scritti <strong>di</strong> de Jerphanion sono stati fondamentali per gli stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong>arte orientale ed in particolare <strong>di</strong> arte ed archeologia bizantina comeper la stesura <strong>di</strong> Gli affreschi delle chiese eremitiche pugliesi <strong>di</strong> AlbaMedea, del 1939, dove i <strong>di</strong>pinti all’interno delle chiese rupestri pugliesivengono messi in relazione con quelli della Basilicata, Calabriae Campania, allargando agli “affreschi <strong>di</strong> Cappadocia e quellirussi della medesima epoca” 4 .Nella recensione al libro <strong>di</strong> Alba Medea, de Jerphanion evidenziale <strong>di</strong>fferenze tra le manifestazioni artistiche delle chiese dell’areacappadocese con quelle dell’Italia meri<strong>di</strong>onale 5 .Gran parte delle chiese rupestri della Cappadocia hanno un aspettomonumentale sia per l’escavazione delle facciate, sia per gli interni;sono delle vere e proprie copie <strong>di</strong> quelle e<strong>di</strong>ficate, lo stesso vale perle decorazioni pittoriche, che coprono gran parte dei soffitti, dellepareti, delle absi<strong>di</strong> e delle colonne. Le chiese rupestri italiane, invece,hanno <strong>di</strong>mensioni ridotte <strong>di</strong> escavazioni e conservano pochipannelli decorativi, tranne in alcuni come per San Nicola a Mottola.In alcune chiese rupestri dell’Italia meri<strong>di</strong>onale si conservano deibuoni esempi <strong>di</strong> pittura monumentale bizantina confrontabile conquella <strong>di</strong> altre province bizantine e in particolare con quella dellaCappadocia.In Sicilia, nell’oratorio <strong>di</strong> Santa Lucia a Siracusa è ancora visibilel’iconografia dei Quaranta martiri <strong>di</strong> Sebaste, un esempio <strong>di</strong> pitturamonumentale bizantina prima della conquista islamica dell’isola cheinizia nel 828 e per Siracusa con la sua capitolazione nel 878 6 .Sulla volta, dell’oratorio <strong>di</strong> Santa Lucia si <strong>di</strong>spone una Croce gemmata,con al centro un tondo col Cristo a mezzo busto e alle estremitàquattro altri ton<strong>di</strong>, uno con la Vergine orante e due con arcangeli,ed uno completamente perduto. Divisi nei quattro quadranti dellacroce i Quaranta martiri <strong>di</strong> Sebaste sono in posa orante e immersiper metà nell’acqua ghiacciata del lago, attendono la morte, mentredelle corone gemmate scendono dal cielo come ricompensa del loromartirio 7 , proprio come l’iconografia dei Quaranta Martiri <strong>di</strong> Sebastenella chiesa dei Quaranta Martiri a Sahinefen<strong>di</strong> in Cappadocia, databiletra il 1216 e il 1217 8 , dove c’è l’episo<strong>di</strong>o del soldato che fugge almartirio per rifugiarsi in un bagno caldo, mentre un carceriere prendeil suo posto, con grande stizza del demonio che osserva la scena 9 .In Cappadocia la devozione ai Quaranta Martiri <strong>di</strong> Sebaste è attestatafin dalla fine del IV secolo e i Padri della chiesa <strong>di</strong> Cappadocia,Basilio <strong>di</strong> Cesarea e Gregorio <strong>di</strong> Nissa hanno de<strong>di</strong>cato loro alcuneomelie.I Quaranta martiri <strong>di</strong> Sebaste vengono onorati in Cappadocia siasingolarmente come nell’intradosso dell’arco della Tokali Kilise 2(Nuova Chiesa) a Göreme, dove compaiono i martiri Lea<strong>di</strong>s e Clau<strong>di</strong>o,o a gruppi come nella chiesa <strong>di</strong> Niceforo Foca detta della GrandePiccionaia a Çavuşin dove con la spada alzata, pare che scortino dueillustri generali, che li precedono Giovanni Zimisce e Melias.In Puglia, nei pressi della Masseria Carbonelli, un tempo nel territorio<strong>di</strong> Monopoli ed oggi in quello del comune <strong>di</strong> Fasano, era presenteuna chiesa <strong>rupestre</strong> de<strong>di</strong>cata ai santi Quaranta, ossia i Quarantamartiri <strong>di</strong> Sebaste, oggi <strong>di</strong>strutta, che viene citata nel Cabreo del1794, dei beni della Commenda <strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong> Monopoli delSacro Militar Or<strong>di</strong>ne Gerolosomitano, Monopoli 1794, tav. 18 n. 20,e tav. 19 10 .La Puglia è una regione dove numerose sono le testimonianze devozionali<strong>di</strong> santi cappadocesi tanto da essere patroni <strong>di</strong> città e <strong>di</strong>paesi, come il caso <strong>di</strong> san Trifone patrono <strong>di</strong> Adelfia, o essere nomi<strong>di</strong> località come per San Mama, toponimo presente nel territorio <strong>di</strong>Castellaneta.Nella chiesa <strong>rupestre</strong> detta “cripta-pozzo” Carucci in territorio <strong>di</strong>Massafra erano presenti in due clipei, purtroppo rubati, i fratelli capadocesiElasippo (EΛΑCΙΠOC) e Melesippo (ΜΕΛΕCΙΠΟC) martiriinsieme con Speusippo e Neonilla, probabilmente rappresentatiin altri due clipei ormai evani<strong>di</strong>, che vengono datati al XIII secolo 11 .Una delle rappresentazioni agiografiche più popolare in Cappadociaè la Visione <strong>di</strong> sant’Eustachio 12 , che <strong>di</strong>vide i ricercatore come luogo<strong>di</strong> origine tra la Georgia 13 e la Cappadocia 14 .In Cappadocia la Visione <strong>di</strong> sant’Eustachio è ormai conservata insolo una ventina <strong>di</strong> chiese 15 , tra cui la chiesa n. 11 <strong>di</strong> Göreme (Xsecolo), che doveva essere a lui de<strong>di</strong>cata, come si deduce dai graffitie dalle iscrizioni in suo onore e da una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti del Santo, deisuoi figli Agapio e Teopisto e della Visione <strong>di</strong> sant’Eustachio (oggiscomparsa) 16 .Nella Tavşanli Kilise (913-920 o 925) a Urgup la scena della Visione(quasi interamente <strong>di</strong>strutta) era stata <strong>di</strong>pinta a destra dell’abside,sulla parete orientale della navata, una zona riservata spesso all’immaginedel titolare; sul muro meri<strong>di</strong>onale attiguo, Eustachio era rappresentato<strong>di</strong> nuovo, accanto a sua moglie Teopista e ai loro due figli.Nel X secolo, in Cappadocia, si afferma l’immagine del Santo armato<strong>di</strong> lancia (a <strong>di</strong>fferenza della tra<strong>di</strong>zione georgiana dove Eustachiocaccia con l’arco), cavalca in <strong>di</strong>rezione del cervo, con la testa dell’animalerivolta verso l’inseguitore e una croce fra le corna.Nelle rappresentazioni più antiche della visione <strong>di</strong> sant’Eustachio, sinota una influenza della cultura sassanide, come è possibile dedurredal <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong>strutto nella chiesa n° 3 della necropoli Güzelöz/Mavrucan,dove sant’Eustachio portava sul capo un copricapo <strong>di</strong> tipopersiano, cavalcava un possente cavallo nella posa del galoppo volante,mentre a destra, <strong>di</strong>ritto su una roccia, era presente il grandecervo rosso.Sant’Eustachio, vestito con abiti sassani<strong>di</strong> lo ritroviamo, anche, inuna chiesa del sito funerario <strong>di</strong> Kurt Dere (vicino a Karacaören) e lascena si <strong>di</strong>fferenzia da quella <strong>di</strong> Güzelöz/Mavrucan per la frontalitàdel Santo, la <strong>di</strong>mensione ridotta del cervo e, soprattutto, la cornicevegetale stilizzata che mette in risalto il Santo.Nella chiesa <strong>di</strong> Hagios Stephanos a Cemil l’iconografia si arricchisce<strong>di</strong> tre cani da caccia intorno a sant’Eustachio a cavallo e del cervo <strong>di</strong>gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, fermo e rivolto verso gli inseguitori.Un buon esempio della visione <strong>di</strong> sant’Eustachio, del X secolo, è<strong>di</strong>pinta sulla parete della navata settentrionale <strong>di</strong> San Giovanni <strong>di</strong>Güllü Dere, dove si nota l’inversione del senso della scena versol’abside. Un altro esempio del movimento invertito è presente nellaSakli Kilise (Göreme n° 2a).La zona del nartece, che nelle chiese fungeva spesso come luogo persepolture, sovente ospita la scena della visione <strong>di</strong> Eustachio, comenella chiesa n. 11 <strong>di</strong> Göreme (X secolo), nella chiesa della GrandePiccionaia <strong>di</strong> Çavuşin (963 -969) e in quella “del sacerdote Giovanni”,nella valle <strong>di</strong> Ihlara (prima metà del X secolo). In questo ultimo73volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 73 16/11/2012 15:01:30

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