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habitat rupestre.pdf - Società Friulana di Archeologia

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R. Caprarafinestra, alta 120 cm e larga 70, sugli stipiti della quale sono incisenumerose croci. Una croce più grande è nell’interno, sulla parete <strong>di</strong>fondo, nella quale si aprono tre nicchie a prospetto semicircolare..Il locale è regolarissimo e perfettamente rifinito, ha una lunghezzanon consueta <strong>di</strong> m 5,30, una larghezza <strong>di</strong> m 2,15 ed una altezza <strong>di</strong> m2,20, ed è eccezionalmente dotata <strong>di</strong> un piccolo vano separato per iservizi igienici, con canaletta <strong>di</strong> deflusso che portava i liquami <strong>di</strong>rettamentenella gravina, precauzione che gli eremiti avevano presa siaa salvaguar<strong>di</strong>a del pudore, sia nell’ipotesi <strong>di</strong> dover sostenere un lungoasse<strong>di</strong>o. I siti rupestri, infatti, non sono fuori dalla storia generaledella regione, e Mottola fu saccheggiata numerose volte dal 1102 al1356, quando fu completamente <strong>di</strong>strutta.Da <strong>di</strong>struzioni e massacri non furono esenti certo i villaggi rupestri,tanto che qualcuno pensò a fortificare la sua grotta. Questo accaddeanche, ad esempio, nella cosiddetta ‘Farmacia del Mago Greguro’,nel villaggio <strong>di</strong> Madonna della Scala a Massafra, probabilmente nellafase in cui, me<strong>di</strong>ante la giustapposizione e fusione <strong>di</strong> quattro abitazionirupestri, era stata trasformata in piccolo monastero.Uno stu<strong>di</strong>o delle celle eremitiche ed anacoretiche è già in corso datempo nella Spagna.MonasteriLa terra dei gran<strong>di</strong> monasteri rupestri è certamente la Cappadocia,dove sono numerosissimi gli impianti monumentali, sia maschili chefemminili, annessi generalmente a chiese riccamente decorate. L’intensitàdella vita monastica orientale faceva sì che in ogni monasterovivessero decine e, talvolta, centinaia <strong>di</strong> monaci, come ancora ogginei monasteri sub<strong>di</strong>ali del Momnte Athos.Non ci consta che ricerche recenti siano state condotte in Egitto,dove il monachesimo cristiano ebbe origini nel IV secolo. In Europa,dove il Monachesimo fu prevalentemente benedettino e quin<strong>di</strong> sviluppatosiin gran<strong>di</strong> monasteri sub<strong>di</strong>ali, sono rari, o almeno ancoranon adeguatamente riconosciuti, i monasteri rupestri, che – collegtaticomunque al Minachesimno orientale – non ebbero la monumentalità<strong>di</strong> quelli cappadocesi.Alcuni modesti impianti monastici in rupe sono stati scoperti in Puglia,a Matera, Ginosa, Mottola, Massafra, ed il loro stu<strong>di</strong>o è appenainiziato.ChieseLe chiese sono i monumenti rupestri stu<strong>di</strong>ati da più lungo tempo, perla Puglia dagli ultimi anni dell’Ottocento e per la Cappadocia daglianni Trenta del XX secolo. Malgrado questo, poiché gli stu<strong>di</strong> eranocondotti da storici dell’arte, l’interesse si è rivolto prevalentemente,quando non esclusivamente, alla decorazione pittorica, sicché pocosi conosceva dell’architettura e dell’esistenza stessa <strong>di</strong> chiese aniconiche.Oggi, grazie alle ricerche condotte da archeologi ed architetti,abbiamo una quantità <strong>di</strong> informazioni che riassumiamo in breve.La cronologia: Smentendo la prevalente dottrina che voleva le chiesedatate al più antico <strong>di</strong>pinto che vi si conservava, si è scoperto chenumerose chiese sono, per le loro strutture, da datare ad età tardoanticaed altome<strong>di</strong>oevale, come chiese cappadocesi ed, in Puglia,una chiesa triconca a Madonna della Scala <strong>di</strong> Massafra, <strong>di</strong>VI secolo,e, sempre a Massafra, le chiese <strong>di</strong> San Marco e Santa Marina, <strong>di</strong> VII-VIII secolo, o quella presso Masseria Scarano a Mottola, <strong>di</strong> analogadatazione. Al X secolo sono da datare alcune chiese <strong>di</strong> Grottaglie e<strong>di</strong> Matera, che ne conserva anche <strong>di</strong> più antiche.La tipologia: Gran parte delle chiese rupestri sono semplicissime, anavata unica absidata, antre a due navate e due absi<strong>di</strong>, come quella<strong>di</strong> Madonna delle Sette Lampade a Mottola. Rare sono quelle a crocelibera, mentre non ignoto è quello a croce greca inscritta, come ilSalvatore <strong>di</strong> Giur<strong>di</strong>gnano (Lecce) e <strong>di</strong> San Gregorio a Mottola.Di numerose chiese, soprattutto in Puglia, è <strong>di</strong>fficile ricostruirela struttura originaria, a causa <strong>di</strong> una lunga serie <strong>di</strong> interventi chel’hanno deformata. Devastanti quelli intervenuti in fasi <strong>di</strong> uso impropriodelle chiese quando queste furono abbandonate.Numerose chiese, anche non urate per il rito orientale, presentanoun templon iconostatico, come quella <strong>di</strong> San Simine a Pantaleo aMassafra, quella <strong>di</strong> Santa Caterina a Taranto, quella <strong>di</strong> Sam Procopioa Monopoli.Fig. 7 Apiary, Ortahisar. (photo: G. Ver<strong>di</strong>ani)Fig. 8 Tintoria, Ortahisar. (photo: C. Giustiniani)51volumeRicerca_OK_2012-11-15.indd 51 16/11/2012 15:01:05

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