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Anno XIII - n. 2 - Giugno 2009 - Società Friulana di Archeologia

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LA SUCCESSIONE DINASTICAImeccanismi che governavano lasuccessione <strong>di</strong>nastica nell’AnticoEgitto costituiscono uno dei tanti,troppi, interrogativi che gli stu<strong>di</strong>osisi pongono e che non trovano rispostecerte.Perché terminava una <strong>di</strong>nastia, comeveniva scelto il successore che instauravala <strong>di</strong>nastia successiva? Perchéquasi sempre maschi, perché su circatrecento faraoni le donne si contanosulle <strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una mano?Purtroppo agli antichi egizi non interessavala memoria storica; le loroattenzioni non erano rivolte al passato,ma al futuro, oltre la morte. Consideravanola vita una breve parentesiche non meritava analisi storiche, né<strong>di</strong> essere documentata in modo sistematico.Ci si doveva preoccupare dellavita oltre la morte fisica, perché quelladurava a lungo, erano soliti <strong>di</strong>re: “permilioni <strong>di</strong> anni”.Anche per questo non ci hanno lasciatoraccolte <strong>di</strong> norme co<strong>di</strong>ficate, raccontisul come e perché venivano sceltii faraoni, nonostante la loro enormeimportanza in quanto regnanti <strong>di</strong>vinizzati,con potere assoluto sia sul pianopolitico che su quello religioso; senzacontare le proprietà fon<strong>di</strong>arie e imonopoli delle miniere e dei trafficicommerciali.A causa del loro <strong>di</strong>sinteresse per lasuccessione cronologica degli avvenimenti,conoscere in che modo un faraonesuccedesse al suo predecessorenon è compito facile; le informazioniche posse<strong>di</strong>amo sulle procedure relativealla successione al trono d’Egittosono scarse e non univoche, come alsolito si procede per in<strong>di</strong>zi.Certamente era fondamentale la circostanzache il successore fosse legatoda vincoli <strong>di</strong> parentela. Considerata la<strong>di</strong>vinizzazione della figura reale, coluiche succedeva al trono doveva essereun consanguineo perché, secondo loro,nelle sue vene doveva scorrere sangue<strong>di</strong>vino. Non si deve <strong>di</strong>menticare chenell’Egitto <strong>di</strong> allora si credeva nellateogamia o, per meglio <strong>di</strong>re, si facevacredere che il concepimento del rampolloregale avvenisse tra la madre euna <strong>di</strong>vinità che, per l’occasione, prendevale sembianze del faraone. Gli deipiù gettonati per quella funzione eranoAmon e Horus.Di norma avveniva che il presceltofosse un figlio maschio della grandesposa reale ma, in assenza <strong>di</strong> tale erede,poteva andar bene anche un figlionato da una delle numerose concubineo un altro stretto parente.Le due corone.Se per una ragione qualsiasi, questipredestinati al trono venivano a mancaresi provvedeva altrimenti: s’incoronavanogenerali, gran<strong>di</strong> sacerdoti,vizir, persone quin<strong>di</strong> dalle riconosciutecapacità o <strong>di</strong> grande potere taleda in<strong>di</strong>rizzare sulla propria personacoloro che contavano nella scelta, ivicompresi a supporto i responsi degliimmancabili oracoli. In questi casi,venendo a mancare il legame <strong>di</strong> sanguecon i precedenti, il nuovo faraone<strong>di</strong>veniva quasi sempre il capostipite <strong>di</strong>una nuova <strong>di</strong>nastia e tutto ricominciavada capo.Il faraone era, in un certo qual modo,obbligato a generare quanti più figlipossibili: doveva, infatti, tener conto,non solo dell’alta mortalità infantilee del fatto che le femmine non eranoritenute adatte al ruolo, ma anche delledoti che il figlio doveva possedere persuperare le resistenze e gli intrighi <strong>di</strong>corte che avrebbero potuto ostacolarela sua ascesa al trono.Questo era il motivo principale per cuiil faraone era l’unico a possedere unharem; un altro, <strong>di</strong> certo non secondario,era la ricchezza che gli dava lapossibilità <strong>di</strong> mantenerlo.Alle volte, in caso <strong>di</strong> morte prematuradel faraone o quando il figlio designatonon aveva ancora l’età per governare,la Grande Sposa Reale prendeva lere<strong>di</strong>ni del paese in qualità <strong>di</strong> reggente.Questo avveniva in modo particolarequando la sua <strong>di</strong>scendenza era <strong>di</strong>rettaperché, essendo madre, sorella o ad<strong>di</strong>ritturafiglia possedeva la consanguineitàcon il faraone venuto a mancareo troppo giovane.8In altri casi, i faraoni ancora in vitaassociarono l’erede designato al lororegno, <strong>di</strong>videndosi tra loro i compiti.In definitiva, per accedere al trono inqualità <strong>di</strong> faraone era determinante la<strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong>retta con il predecessoree il sesso maschile, ma la regola nonera sempre rispettata.Le donne, vuoi per il ruolo impostoloro dalla natura, vuoi fra l’altro perla pratica impossibilità <strong>di</strong> parteciparein prima persona alle spe<strong>di</strong>zioni militari,non erano certamente le preferite.Non si <strong>di</strong>mentichi che il faraoneera considerato l’incarnazione terrenadel <strong>di</strong>o Horus, <strong>di</strong>vinità maschile, nonfemminile. Inoltre, la tra<strong>di</strong>zione egizianamal sopportava che la carica <strong>di</strong>faraone fosse assunta da una donna inquanto, uno dei principali doveri <strong>di</strong> unfaraone era quello <strong>di</strong> mantenere l’or<strong>di</strong>neuniversale stabilito dal <strong>di</strong>o creatoreKhnum. Non era pensabile, quin<strong>di</strong>,che si potesse stravolgere impunementela <strong>di</strong>visione dei compiti assegnatidalla natura all’uomo e alla donna.Quest’ultima aveva compiti <strong>di</strong>versi,pur trattata sullo stesso piano dell’uomosenza subire <strong>di</strong>scriminazioni, magli egizi mal sopportavano il sovvertimentodei ruoli: secondo loro, avrebbepotuto influenzare negativamente ilprecario equilibrio geofisico che consentivala vita lungo le rive del Nilo.In realtà le donne potevano regnarecome reggenti, ma per gli egizi erapiù <strong>di</strong>fficile accettare che fossero <strong>di</strong>vinizzate,assumendo anche la carica <strong>di</strong>faraone, anche se alcune la rivestirono.In definitiva, da quel che si può capire,per succedere al trono era fondamentaleessere maschi e che nelle vene scorresseil sangue <strong>di</strong>vino del faraone precedente.Per questi motivi, qualora fosse statonecessario, si ricorreva, non solo aifigli <strong>di</strong> mogli <strong>di</strong> “seconda scelta”, maanche alle unioni tra fratelli e sorelleo ad<strong>di</strong>rittura tra genitori e figli. L’incesto,nel solo caso della famigliareale, non era tabù, era considerato“un’unione <strong>di</strong>vina” che si rifaceva aquella mitologica avvenuta tra Osiridee la sorella Iside, genitori del <strong>di</strong>oHorus, proprio quel <strong>di</strong>o incarnato dalfaraone <strong>di</strong> turno.Tout se tien <strong>di</strong>rebbero i nostri vicini <strong>di</strong>casa.Tuttavia, l’incesto non era praticato al<strong>di</strong> fuori del “palazzo”: per gli antichiegizi, al pari <strong>di</strong> tutte le società umaneanche le più primitive, restava un tabùben ra<strong>di</strong>cato.Cesare Feruglio Dal Dan

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