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ANNO X - n. 2 - Giugno 2006 - Società Friulana di Archeologia

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Antichi riti giudaico-cristianiEsattamente cinquant’anni fa l’eru<strong>di</strong>tosacerdote Guglielmo Biasutti dava allestampe un libretto dal titolo: Sante Sábide.Stu<strong>di</strong>o storico-liturgico sulle cappelleomonime del Friuli, U<strong>di</strong>ne 1956, doveegli fa un censimento delle ancone, capitellie cappelle sabatine. In quell’occasioneegli ne aveva elencati 18: S. Margheritadel Gruagno; Spilimbergo; Pozzo<strong>di</strong> S. Giorgio della Richinvelda; S. Vito alTagliamento; Gleris <strong>di</strong> S. Vito; Gorgo <strong>di</strong>Latisana; Fraforeano <strong>di</strong> Ronchis; S. Giorgioal Tagliamento; Goricizza; S. Andratdel Cormor; Porpetto; Risano; Ontagnano;Colloredo <strong>di</strong> Montalbano; AzzanoDecimo; Sesto al Reghena; Chions; Mengora<strong>di</strong> Volzana. Egli <strong>di</strong>chiarava inoltre,che altre “S. Sabide” si trovavano in unafascia ad est del Friuli, dalla Sloveniaall’Istria. Di recente, in base alle ancorvive memorie tramandate, abbiamo aggiuntoFratta <strong>di</strong> Fossalta, Pra<strong>di</strong>pozzo e Summaga tutte localitàdel portogruarese.Come mai, una presenza così numerosa <strong>di</strong> luoghi <strong>di</strong> culto de<strong>di</strong>catiad una santa inesistente? Infatti, Santa Sabata, in friulanoSante Sabide, non è ascritta nei martirologi o nei repertorisantorali. Il tema della presenza e del culto <strong>di</strong> Sante Sabideè affrontato dal Biasutti sotto <strong>di</strong>versi aspetti. Egli, dopo averescluso l’identificazione <strong>di</strong> Santa Sabata con Santa Sabina ocon una santa popolare friulana, afferma che la soluzione andrebbericercata nel costume religioso e pratica popolare delleprime comunità cristiane aquileiesi e concor<strong>di</strong>esi che a lungoperdurarono nel celebrare il sabato come un giorno festivo.Il fatto è testimoniato dal patriarca Paolino a conclusione delConcilio provinciale <strong>di</strong> Aquileia svoltosi a Cividale del Friulinel 796-797.Dunque, a quel tempo i cristiani della campagna (dell’Aquileiesee del Concor<strong>di</strong>ese) osservavano, al pari dei giudei, il riposonel giorno del sabato invece che la domenica. Tale osservanzadoveva essere molto ra<strong>di</strong>cata e <strong>di</strong>fficile da far scomparire se ancoranel 1499, il patriarca Domenico Grimani prescriveva che sidovesse suonare l’Avemaria anche a mezzogiorno, e imponevaai cristiani <strong>di</strong> lavorare tutto il giorno del sabato, e che tale giornonon fosse più ritenuto festivo come era avvenuto fino allora.Ancora nel 1603 mons. Agostino Bruno, delegato patriarcale,durante la visita pastorale in Carnia testimoniò questo abusomolto grave.L’osservanza sabbatica aquileiese, secondo Biasutti, affonderebbealcune sue ra<strong>di</strong>ci anche nel culto <strong>di</strong> Beleno, <strong>di</strong>o dei Carnie Nume tutelare <strong>di</strong> Aquileia. Egli sostiene che all’inizio dellapre<strong>di</strong>cazione evangelica, per far comprendere meglio i concetticristiani, gli evangelizzatori, abbiano fatto ricorso a degli esempi<strong>di</strong> parallelismo fra Cristo-Luce e <strong>di</strong>o locale e, in tempi successivi,con l’identificazione <strong>di</strong> Cristo e Sole, sanzionando conla trasformazione del <strong>di</strong>es solis della settimana pagana con il<strong>di</strong>es dominicus cristiano. Il culto però del sabato rimase ra<strong>di</strong>catonelle popolazioni e, come si è detto, soprattutto nelle campagne,trasferendo poi questo culto a Maria Vergine sotto il titolo<strong>di</strong> Santa Maria in Sabato e, poiché il sabato era per loro giorno<strong>di</strong> riposo, si può pensare che le ancone <strong>di</strong> Santa Sabata fosseroil loro luogo <strong>di</strong> orazione.Dal canto suo, C.G. Mor, nel suo articolo Per la storia del primocristianesimo in Friuli, in “ Memoriestoriche forogiuliesi”, XLIII (1958-1959), 19-32, dopo aver constatato che ilculto <strong>di</strong> Santa Sabata non è molto <strong>di</strong>ffuso,se non in determinati luoghi, lungo cioè icorsi d’acqua o in ogni caso in zone oveabbondano le acque, afferma che il rapportotra le Sante Sabata e il regime idricoè evidente. Egli, inoltre, non scarta l’ipotesiche le ancone siano dei luoghi devozionalilungo antichi percorsi viari.In tempi più recenti don Gilberto Pressacco,forte sostenitore delle origini giudaico-allessandrinedella chiesa aquileiese,e della evangelizzazione da parte <strong>di</strong>S. Marco, ebbe ad interessarsi a SanteSabide e del culto del sabato in Friuli (cfr.R. Paluzzano-G. Presacco, Viaggio nellaStatua <strong>di</strong> Santa Sabidanotte della Chiesa <strong>di</strong> Aquileia, Bagnariaa S. Andrat del CormorArsa (UD), 1998). Egli, riferendosi alleubicazioni delle cappelle e ancone de<strong>di</strong>catea Santa Sabata, asserisce che «in genere si tratta <strong>di</strong> luoghirurali sacri, situati nei pressi <strong>di</strong> sorgenti o corsi d’acqua <strong>di</strong>origine <strong>di</strong> risorgiva. L’esistenza <strong>di</strong> una stretta relazione tra talicaratteristiche oroidrografiche e l’evangelizzazione marciana èaltresì confermata <strong>di</strong> un fenomeno analogo in Pigia, terra che latra<strong>di</strong>zione vuole convertita dal santi Pietro e Marco».Inoltre, sul mantenimento della tra<strong>di</strong>zione giudaica <strong>di</strong>sse che«in generale, fino all’alto me<strong>di</strong>oevo la Chiesa si mostrò interessataal tema della conservazione <strong>di</strong> usi ebraici, che si eranomantenuti a lungo nelle campagne, probabilmente per il conservatorismodell’ambiente rurale».In conclusione possiamo <strong>di</strong>re che il rapporto tra Santa Sabata eusi ebraici dei primi cristiani è tuttora argomento <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussionee <strong>di</strong> formulazione <strong>di</strong> nuove congetture; da parte nostra abbiamocercato <strong>di</strong> illustrare molto brevemente un argomento forse nonda tutti conosciuto.Benvenuto CastellarinProverbio greco:IL VENTO E LA DONNANON SI POSSONO CHIUDERE A CHIAVEQuote socialiSono ancora aperte le iscrizioni per l’anno sociale <strong>2006</strong>; lequote sono:• socio or<strong>di</strong>nario: Euro 23,• socio familiare: Euro 10,• socio studente: Euro 16,(fino al compimento del 25° anno <strong>di</strong> età)• socio residente all’estero: Euro 25.Le iscrizioni si possono effettuare in Segreteria (martedì, giovedìe venerdì - ore 17.00-19.00) oppure me<strong>di</strong>ante versamentosu c/c/postale n. 15176332 intestato alla Società <strong>Friulana</strong> <strong>di</strong> <strong>Archeologia</strong>.Auspichiamo che chi vuole contribuire a <strong>di</strong>ffondere la conoscenzadella Società sul territorio usi l’iscrizione alla stessa anchecome dono ad amici e conoscenti interessati alla materiaarcheologica.

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