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ANNO X - n. 2 - Giugno 2006 - Società Friulana di Archeologia

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Il Museo si racconta…La collezione de Bran<strong>di</strong>sNell’anno dei festeggiamentidel centenario dell’aperturadei Civici Musei <strong>di</strong> U<strong>di</strong>nenell’attuale sede del Castello (1906-<strong>2006</strong>), inauguriamo sulle pagine delBollettino anche una nuova rubricaper far conoscere il grande patrimoniostorico-archeologico delle collezionidei Civici Musei <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne. Oggetti emateriali che, nonostante uno sforzocontinuo per la loro valorizzazione econservazione, non sono sempre fruibilida un vasto pubblico e pertanto ilpiù delle volte rimangono sconosciutie relegati nei magazzini museali.Tra i friulani e i Civici Musei c’è semprestato un “feeling” particolare emolti sono i lasciti e le donazioni <strong>di</strong>citta<strong>di</strong>ni appassionati d’arte e cultoridelle tra<strong>di</strong>zioni locali che hanno permessoall’ente museale u<strong>di</strong>nese <strong>di</strong> essereun riferimento importante nellanostra Regione.Una delle collezioni più importantidell’attuale patrimonio museale u<strong>di</strong>neseè senz’altro quella del conte Augustode Bran<strong>di</strong>s.Il conte Augusto de Bran<strong>di</strong>s nacquea U<strong>di</strong>ne il 28 agosto 1870 da anticae nobile famiglia friulana, trascorsel’infanzia tra la grande villa padronale<strong>di</strong> S. Giovanni al Natisone e il palazzo<strong>di</strong> famiglia in borgo Gemona a U<strong>di</strong>ne.Dopo aver frequentato il collegio Foscarini<strong>di</strong> Venezia, Augusto si iscrivealla Regia Accademia Navale <strong>di</strong> Livornoda cui uscirà nel 1889 con il grado<strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>amarina. Seguono anni<strong>di</strong> imbarchi su varie navi per lunghespe<strong>di</strong>zioni nel Me<strong>di</strong>terraneo (Tarantoin particolare), in Africa Orientale e inSud-America, interrotti da brevi licenzetrascorse in famiglia. Partecipa allaguerra italo-turca per il controllo dellaLibia e alla Prima Guerra Mon<strong>di</strong>alefinché nel 1921 viene collocato a riposocon il grado <strong>di</strong> capitano <strong>di</strong> vascello.Ritiratosi a vita privata nel suo palazzoveneziano, ormai ricco possidente percospicue ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> famiglia, il conteAugusto si può de<strong>di</strong>care finalmente aisuoi molteplici interessi culturali e inparticolare agli stu<strong>di</strong> numismatici <strong>di</strong>cui <strong>di</strong>viene grande esperto e conoscitore.La sua vita terrena si conclude aVenezia l’11 <strong>di</strong>cembre 1928.Il conte Augusto, con l’intenzione <strong>di</strong>Il capitano <strong>di</strong> vascello conteAugusto de Bran<strong>di</strong>s (Napoli 1917)conservare l’integrità delle sue raccoltenumismatiche e archeologiche, lelasciò in ere<strong>di</strong>tà al Comune <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne,perché venissero adeguatamente conservatee valorizzate nei Civici Musei.Citando dal suo testamento olografodell’8 aprile 1924 il de Bran<strong>di</strong>s <strong>di</strong>spone:“..Lascio al Museo <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne la miaraccolta <strong>di</strong> oggetti <strong>di</strong> scavo (vasi, terrecotteecc.) e la mia raccolta numismaticacoi libri relativi…”. Il 14 maggio1929 l’intero lascito composto da ben22 casse viene consegnato al personaledel Museo; ma precise <strong>di</strong>sposizionidell’allora Podestà <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne non permettonol’imme<strong>di</strong>ata apertura e la sistemazionedell’ingente materiale dellaraccolta de Bran<strong>di</strong>s, in attesa dellanomina <strong>di</strong> un nuovo <strong>di</strong>rettore del Museo.Solamente all’ingresso (nel 1932)del nuovo responsabile museale (prof.Carlo Someda de Marco) si cominciaa prendere coscienza dell’importanzadel lascito de Bran<strong>di</strong>s. In un dettagliatoarticolo apparso sul quoti<strong>di</strong>ano “IlPopolo del Friuli” il 4 gennaio 1933 ilprof. Someda illustra alla citta<strong>di</strong>nanzala collezione numismatica de Bran<strong>di</strong>sche fu allora inventariata e or<strong>di</strong>natadall’esperto Carlo Cosmi per esseresistemata e resa accessibile al pubblicoin una sala apposita dei Musei.Il successivo 14 gennaio, sullo stessoquoti<strong>di</strong>ano, si annuncia con gran risalto“Apertura <strong>di</strong> nuove sale al MuseoCivico” e nella cronaca del giorno 15si possono leggere i particolari dellagrande giornata che accompagnòl’inaugurazione dei nuovi allestimentimuseali.Il lascito de Bran<strong>di</strong>s si compone <strong>di</strong> dueparti ben <strong>di</strong>stinte: la collezione numismaticae la raccolta <strong>di</strong> ceramiche eterrecotte tarentine.La raccolta <strong>di</strong> monete fu la grandepassione del de Bran<strong>di</strong>s negli anni delritiro veneziano dopo la conclusionedella carriera militare, passione chepoté coltivare in grande stile sorrettoda considerevoli mezzi finanziari chelo misero in contatto con i migliorinegozianti europei dell’epoca. La suaraccolta si era principalmente formatadall’acquisto a Roma nel 1922 dellacollezione già appartenuta al professoreCelestino Schiaparelli compostada oltre 10.000 monete greco-romane,oltre che ad un migliaio <strong>di</strong> moneteorientali e cinesi a cui si aggiunge unapregevole biblioteca numismatica <strong>di</strong>circa 260 volumi; e dal successivo acquisto,a Venezia nel 1927, <strong>di</strong> una partedell’originaria raccolta Giustinianicomposta da oltre 9.000 esemplari.L’ammontare complessivo della raccoltaè <strong>di</strong> 19.117 esemplari sud<strong>di</strong>visiin 5.908 greche, 7.967 romane, 5.242tra me<strong>di</strong>evali, moderne, orientali (particolarela sezione cinese).La raccolta <strong>di</strong> ceramiche e terrecottemagnogreche comprende: 170 ceramiche,192 terrecotte, 45 lucerne a cuisi aggiungono anche 19 balsamari invetro. Tutto il materiale proviene dallazona <strong>di</strong> Taranto e fu acquistato dalde Bran<strong>di</strong>s nelle sue frequentazionidel porto tarantino. La raccolta comprendeesemplari <strong>di</strong> ceramica figurata,a bande, a vernice nera databili tra VIe IV sec. a.C., bellissimi gli esemplari<strong>di</strong> ceramica apula a figure rosse (IVsec. a.C.), numerose le ceramiche sovrad<strong>di</strong>pintepolicrome e monocromedette <strong>di</strong> Gnathia (fine IV-III sec. a.C.).Nel corso del <strong>2006</strong> verrà finalmentepubblicato il catalogo completo dellasezione ceramiche e terrecotte, nelfrattempo si possono ammirare in unasala della sezione archeologica alcunedecine <strong>di</strong> pezzi del materiale ceramicodella raccolta de Bran<strong>di</strong>s.Massimo Lavarone10

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