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Il concetto di salute come - Ordinemedicilecce.it

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<strong>di</strong> Maria Luisa MastrogiovanniCannabinoi<strong>di</strong>contro il doloreCON DELIBERA DI GIUNTA DELLO SCORSO MARZOLA PUGLIA HA “APERTO” AI DERIVATI DELLA CANNABISPER USO TERAPEUTICO. LA NOSTRA È LA SECONDAREGIONE IN ITALIA, DOPO LA TOSCANACon la delibera <strong>di</strong> Giunta 308/10, firmata da Tommaso Fiore, assessore alla San<strong>it</strong>à, la Pugliaha dato ufficialmente il via libera all’utilizzo per i malati terminali dei farmaci a base <strong>di</strong>cannabis, che da oggi sono a totale carico del servizio san<strong>it</strong>ario regionale. I farmaci dovrannoessere somministrati a pazienti in regime <strong>di</strong> ricovero, in day hosp<strong>it</strong>al o in regime <strong>di</strong> assistenzadomiciliare integrata e dovranno essere importati dall’estero. Ciò significa che la lunga trafilaburocratica per l’approvvigionamento dei farmaci resta, ma saranno le Asl ad occuparsenee a farsi carico della spesa: circa 600 euro per ogni confezione <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinale, sufficiente perun mese.La Puglia è la seconda in Italia, dopo la Toscana, ad “aprire” ai derivati delle cannabis peruso terapeutico. Potranno beneficiare del rimborso san<strong>it</strong>ario i malati terminali <strong>di</strong> cancro o ipazienti affetti da sclerosi multipla, in quanto l’utilizzo dei cannabinoi<strong>di</strong> è previsto <strong>come</strong>trattamento nella terapia del dolore.Si tratta <strong>di</strong> un palliativo, ma è una conquista fondamentale per le oltre 58mila personeammalate <strong>di</strong> sclerosi multipla in Puglia e per i quasi 9mila malati terminali <strong>di</strong> cancro.“Usiamoliin combinazionecon gli oppiacei”Intervista a Luigi Gaballo,fondatore del Centro <strong>di</strong>terapia antalgica del “V<strong>it</strong>oFazzi” <strong>di</strong> LecceLuigi Gaballo ha 72 anni. E’ statoprimario <strong>di</strong> Anestesia, Rianimazione e,al termine della sua carriera, <strong>di</strong> Terapiadel dolore presso il V<strong>it</strong>o Fazzi <strong>di</strong> Lecce.E’ stato lui ad introdurre la terapiadel dolore nel Salento. Fino a metàdegli anni Ottanta, infatti, non se neera mai nemmeno parlato. Facendoricorso alla sua appassionata attiv<strong>it</strong>à,“La terapia del dolore nel Salento è natacon una certa <strong>di</strong>fficoltà e noi me<strong>di</strong>ci non siamostati visti <strong>di</strong> buon occhio non solo dall’opinionepubblica ma nemmeno dai nostri colleghi”e mettendosi molte volte in <strong>di</strong>rettocontrasto con l’opinione pubblica econtro i suoi stessi colleghi, è riusc<strong>it</strong>oa fondare, nel 1986, il “Centro <strong>di</strong> terapiaantalgica” all’interno dell’ospedale leccese,realtà oggi imprescin<strong>di</strong>bile per ilterr<strong>it</strong>orio provinciale e non solo, mache non è stata impresa facile. <strong>Il</strong> <strong>concetto</strong><strong>di</strong> ev<strong>it</strong>are la sofferenza ai malaticollideva con i retaggi culturali <strong>di</strong> tiporeligioso che imponevanol’accettazione e la sopportazione deldolore. La struttura ha dato sollievo atanti malati terminali. Di cancro, manon solo, perché col tempo vi si sonorivolti anche pazienti affetti da altrepatologie degenerative. Gaballo accogliepertanto <strong>di</strong> buon gradol’introduzione da parte della RegionePuglia dei cannabinoi<strong>di</strong> nella cura del8


focus“I vantaggi dei cannabinoi<strong>di</strong> si avvertonose questi vengono associati, e non sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i,ad altri farmaci <strong>come</strong> gli oppiacei,perché in tal modo si riduce la quant<strong>it</strong>à<strong>di</strong> questi ultimi che, a lungo termine, possonoraggiungere dosaggi notevoli”dall’estero. Ad esempio dal Canada,che produce un prodotto particolareche si chiama Satirex ed è uno spray.Per cui i pazienti pagavano <strong>di</strong> tascapropria e poi dovevano intraprenderelunghe pratiche per essere rimborsati.Inoltre potevano rifornirsi <strong>di</strong> farmacosoltanto per un mese. E, considerandole spese aggiuntive cui andavano incontro,tra le quali ad esempio le spese<strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione, un mese <strong>di</strong> terapia costavaloro 600 o 700 euro”.In che cosa risiede l’importanzadell’utilizzo dei cannabinoi<strong>di</strong>?“I farmaci derivati dalla cannabissono importanti per la terapia del dolorein quanto possono essere impiegati inpiù patologie; una <strong>di</strong> queste è il doloreda cancro. In questo caso l’uso <strong>di</strong>cannabinoi<strong>di</strong> si può associare a quellodegli oppiacei permettendo in tal modo<strong>di</strong> ridurre le dosi <strong>di</strong> questi ultimi”.Gli oppiacei hanno più controin<strong>di</strong>cazionio effetti collaterali dei cannabinoi<strong>di</strong>?“Tutti gli oppiacei se usati nel modogiusto, non portano alcuna controin<strong>di</strong>cazionené effetto collaterale se nonuno, che ho notato nei lunghi anni <strong>di</strong>esperienza, che è la stipsi. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>scorsovale in<strong>di</strong>fferentemente per gli ammalati<strong>di</strong> cancro o <strong>di</strong> dolore cronico benigno.Nei primi giorni <strong>di</strong> trattamento possonomanifestarsi vom<strong>it</strong>o, nausea, ma s<strong>it</strong>ratta <strong>di</strong> effetti che scompaiono totalmentenel giro <strong>di</strong> una settimana. Direiche, nelle dosi e nei tempi giusti, nonhanno effetti collaterali eclatanti“.Qual è dunque il vantaggiodell’introduzione dei farmaci derivatida cannabis?“I vantaggi si avvertono se i cannabinoi<strong>di</strong>vengono associati, e non sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i,ad altri farmaci. <strong>Il</strong> meccanismo <strong>di</strong>azione è simile a quello degli oppiaceie vanno usati in combinazione conquesti, perché in tal modo si riduce laquant<strong>it</strong>à degli oppiacei che, a lungotermine, possono raggiungere dosaggidavvero notevoli. Del resto la combinaizone<strong>di</strong> cui parlo è già stata sperimentata,ad esempio nel caso dellacodeina associata al paracetamolo, odell’idrocodone associato conl’aspirina“.I cannabinoi<strong>di</strong> comportano lostesso grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza deglioppiacei?“Anche i cannabinoi<strong>di</strong> possono dare<strong>di</strong>pendenza a lungo termine, ma nelcaso dei malati terminali ciò fa poca<strong>di</strong>fferenza. <strong>Il</strong> primo obiettivo è quello <strong>di</strong>lenire la sofferenza”.Quin<strong>di</strong> i veri beneficiaridell’introduzione dei cannabinoi<strong>di</strong>sono i malati <strong>di</strong> sclerosi multipla,che sono un numero davvero consistente,58mila in Puglia.“Non solo loro. Non è giusto ridurreil campo <strong>di</strong> applicazione dei cannabinoi<strong>di</strong>alla sola sclerosi multipla. Sonoutili per la nevralgia post-erpetica, perla neuropatia <strong>di</strong>abetica, per l’artofantasma“.Ma la Regione Puglia al momentone restringe il campo <strong>di</strong> utilizzo.“Io credo che sia giusto, tuttaviabisogna anche pensare a possibili <strong>di</strong>fferentiutilizzi <strong>di</strong> questi farmaci perraggiungere il massimo grado <strong>di</strong> giovamentopossibile”.Adesso che cosa accadrà nelmondo san<strong>it</strong>ario? Ci sono me<strong>di</strong>ciche hanno esperienza <strong>di</strong>rettadell’utilizzo dei cannabinoi<strong>di</strong>?“Al momento nessuno ce l’ha. Sidovrà fare informazione. Tutti stiamostu<strong>di</strong>ando le modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> utilizzo deicannabinoi<strong>di</strong> non solo nella sclerosimultipla e cercando <strong>di</strong> associarli aglialtri oppiacei per il dolore da cancro,fino ad espanderne l’uso per altre patologie,<strong>come</strong> l’epilessia, il dolore neuropatico,il glaucoma.Ho letto <strong>di</strong> recente che ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>turail glaucoma può essere curato con icannabinoi<strong>di</strong> perché riducono il tonooculare. Pare che vadano bene ancheper i tumori cerebrali. Siamo in attesa10


<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cazioni per il loro utilizzo e nellostesso tempo stiamo cercando <strong>di</strong> informarciin prima persona sul miglioremodo per impiegarli“.Perché non sono stati usati finoad adesso?“Non ce n’è mai stata la possibil<strong>it</strong>à.<strong>Il</strong> Parlamento ne ha approvato l’usosolo nel 2009, nonostante se ne parlassegià da tempo. Ma noi me<strong>di</strong>ci nonpotevamo usarli neppure in via sperimentaleal fine <strong>di</strong> conoscerne benetutte le possibili applicazioni“.Adesso si aprirà dunque unmercato nuovo?“Certamente sì. Ed anche in Italiapotranno essere prodotti questo tipo<strong>di</strong> farmaci esattamente <strong>come</strong> avvieneper la codeina o con l’idrocodone.L’inizio dell’utilizzo <strong>di</strong> ogni nuovo farmacoè un periodo complicato perchéè necessario che tutti i me<strong>di</strong>ci lo sperimentino,che si consultino tra loro,che comparino i risultati e che infinepervengano alla determinazione delsuo migliore utilizzo”.Gli usi terapeuticidei derivatidella cannabisCome si evince dalle pubblicazionidell’Oms (Organizzazionemon<strong>di</strong>ale della San<strong>it</strong>à) gli us<strong>it</strong>erapeutici dei cannabinoi<strong>di</strong> potrebberoessere numerosi. Questifarmaci potrebbero infatti essereimpiegati nel trattamento dellanausea e del vom<strong>it</strong>o in pazientiaffetti da neoplasie ed Aids sottopostialle cure con farmaci antiblasticie antivirali. Attualmentesono in fase <strong>di</strong> sperimentazioneulteriori utilizzi nella terapiadell’asma e del glaucoma ed èin fase <strong>di</strong> valutazione la loroattiv<strong>it</strong>à antidepressiva, anticonvulsivante,antispasmo<strong>di</strong>ca e stimolantedell’appet<strong>it</strong>o. I cannabinoi<strong>di</strong>potrebbero essere adoperatiin combinazione con gli oppiaceiconsentendo in tal modo <strong>di</strong> ridurrele dosi <strong>di</strong> questi ultimi,necessari a lenire il dolore neimalati oncologici e portatori inev<strong>it</strong>abilmente<strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> assuefazioneo, se assunti in quant<strong>it</strong>à,<strong>di</strong> effetti indesiderati anchegravi <strong>come</strong> il blocco intestinale.Inoltre i cannabino<strong>di</strong> si <strong>di</strong>mostranoefficaci nel migliorare la qual<strong>it</strong>àdella v<strong>it</strong>a dei malati affettida sclerosi multipla.I CANNABINOIDI IN ITALIALa possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> utilizzare i farmaci cannabinoi<strong>di</strong>esiste in Italia sin dal 2007 (decreto ministeriale del 18aprile 2007). Allora compaiono nella Tabella II, sezioneB delle sostanze stupefacenti e psicotrope, due farmaciderivati dalla cannabis, il Delta-9-tetraidrocannabinoloed il Trans-delta-9-tetraidrocannabinolo (Dronabinol).Inoltre, nella stessa tabella, è stato inser<strong>it</strong>o un farmacocannabinoide <strong>di</strong> sintesi, il Nabilone. L’introduzione deicannabinoi<strong>di</strong> nella Tabella II, sezione B delle sostanzestupefacenti e psicotrope rende possibile utilizzarli nellaterapia farmacologica e crea le basi normative perautorizzarli all’immissione in commercio nel mercato<strong>it</strong>aliano. Da allora, tuttavia, non sono ancora presentinel mercato nazionale. I me<strong>di</strong>ci che r<strong>it</strong>engono <strong>di</strong> doversottoporre i propri pazienti a terapia con derivati dellacannabis devono richiederne l’importazione dall’esteroall’Ufficio Centrale Stupefacenti del Ministero dellaSalute.11


Direttore San<strong>it</strong>ario Prof. Lamberto CoppolaSpecialista in Andrologia, Perfezionato in Sessuologia Clinica,Specialista in Ginecologia ed Ostetriciaricerca, tecnologia, professional<strong>it</strong>à, esperienzaal servizio della coppia e dei professionisti della me<strong>di</strong>cina della riproduzione73048 - NARDO' (Lecce)via XX Settembre 14/16/18 (p.zza Osanna)tel. 0833-567547fax 0833-567931tecnomed@centrotecnomed.<strong>it</strong>www.me<strong>di</strong>cina<strong>di</strong>coppia.<strong>it</strong>00171 - ROMA - Casa <strong>di</strong> Cura FABIA MATERvia Olevano Romano 25 (Prenestina - Villa Gor<strong>di</strong>ani)tel. 329-0362183fax 06-215925120copis@centrotecnomed.<strong>it</strong>


<strong>di</strong> Gino PeccarisiNuove violenze in Guar<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>cae l’assuefazione dell’opinione pubblicaTROPPI EPISODI IN POCHI GIORNI. L’AMAREZZA DI ESSERE COSTANTEMENTEESPOSTI A RISCHIQuando le cronache <strong>di</strong> questi giorni hanno evidenziatol’ennesimo attentato ai danni <strong>di</strong> unoperatore della guar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ca del Salento, perun’aggressione consumata nella notte fra il 16 e il 17<strong>di</strong> marzo, si è pensato al sol<strong>it</strong>o episo<strong>di</strong>o che oramainon desta più la dovuta attenzione. L’opinione pubblicasi è assuefatta a queste violenze che si ripetono conregolar<strong>it</strong>à.Solo alcuni soprusi vengono alla ribalta perchésuperano i lim<strong>it</strong>i della tollerabil<strong>it</strong>à. Questa volta loscenario è Matino, la sede locata nel centro del paese,in piazza. L’attempato me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a fino a quelmomento non avrebbe mai immaginato che fra i rischi<strong>di</strong> una professione svolta in trincea, potesse celarsianche la rapina. Minacciato da un malvivente armato<strong>di</strong> coltello, è stato costretto a consegnare il denaroposseduto in quel momento e, finalmente, consumatala ruberia, ha potuto ripensare allo scampato pericoloche avrebbe potuto avere un <strong>di</strong>verso epilogo. Rimanel’amarezza per essere così esposti a rischi svolgendoun servizio sociale che vede il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>aMe<strong>di</strong>ca fra gli unici pala<strong>di</strong>ni, sul terr<strong>it</strong>orio, soprattuttonei centri <strong>di</strong>stanti dalle strutture ospedaliere, a tutelarela <strong>salute</strong> dell’intera comun<strong>it</strong>à.Episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> una tale grav<strong>it</strong>à riportano alla memoriafatti <strong>di</strong> un passato prossimo troppo repentinamenterimossi. Non è immaginabile che debba verificarsiun’altra v<strong>it</strong>tima per ripensare a misure <strong>di</strong> sicurezzaOgni <strong>di</strong>niego scatena reazioniincontrollate <strong>di</strong>fficili da prevenire.Quando serve denaroper acquisti illec<strong>it</strong>i una possibil<strong>it</strong>àè forn<strong>it</strong>a da quel me<strong>di</strong>co soloe in<strong>di</strong>feso a presi<strong>di</strong>are una sedepoco sicura, con ingress<strong>it</strong>alora fatiscentiefficaci per contrastare eventi criminosi. E’ fuori dubbioche, lavorando da soli, nell’isolamento delle orenotturne, si è troppo esposti ai rischi <strong>di</strong> una malav<strong>it</strong>ache non conosce regole. E, tuttavia, videoc<strong>it</strong>ofonifunzionanti, telecamere con registrazione puntatesulle entrate, controlli da parte delle forze dell’or<strong>di</strong>ne,possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> lavorare in coppia, possono rappresentareun deterrente.C’è chi ha subìto recentemente minacce <strong>di</strong> percosseda parte <strong>di</strong> tossico<strong>di</strong>pendenti e chi, duranteun turno <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>a, ha trovato la propria vetturasporca <strong>di</strong> escrementi umani dopo essere stato allertatoda un portinaio che, osservando quanto accadeva,senza intervenire sub<strong>it</strong>o, ha r<strong>it</strong>enuto giusto solotelefonare al me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> turno a fatto compiuto. A checosa sarebbe serv<strong>it</strong>o denunciare l’accaduto se il13


la parola ai colleghiSi ripresenta la problematicadella vigilanza nei Pronto soccorso,nelle Guar<strong>di</strong>e me<strong>di</strong>che, nei Serte in tutte quelle strutture san<strong>it</strong>arie,che soprattutto nelle ore notturne,sono a rischio per mancanza <strong>di</strong> unaadeguata attenzione da parte delleIst<strong>it</strong>uzioniresponsabile <strong>di</strong> tali azioni non fa che collezionaredenunce, non avendo nulla da perdere? Non è semprepossibile prescrivere antibiotici per via iniettiva nellaconsapevolezza che all’“utente” <strong>di</strong> turno serva solola soluzione fisiologica per <strong>di</strong>luire altre sostanze ofornire psicofarmaci da utilizzare per placare ansia oirrequietezza da stupefacenti. Ogni <strong>di</strong>niego scatenareazioni incontrollate che talora è <strong>di</strong>fficile prevenire.Quando poi è necessario trovare denaro per acquistiillec<strong>it</strong>i una possibil<strong>it</strong>à è forn<strong>it</strong>a da quel me<strong>di</strong>co solo ein<strong>di</strong>feso a presi<strong>di</strong>are una sede poco sicura, coningressi talora fatiscenti.<strong>Il</strong> <strong>di</strong>rigente del <strong>di</strong>stretto rappresenta il primo interlocutoreper gli sfoghi mattutini dopo una notte <strong>di</strong>lavoro; eppure le richieste <strong>di</strong> quel popolo in camicebianco rimangono <strong>di</strong>sattese nella maggior parte deicasi. Una categoria in<strong>di</strong>fesa, bistrattata a ogni rinnovocontrattuale, la cui <strong>di</strong>fesa è talora evocata da improvvisat<strong>it</strong>utori auto referenziati, celebrati a torto dallastampa, improvvisati pala<strong>di</strong>ni della categoria, <strong>di</strong>mentichiche a tale scopo sono preposti gli Or<strong>di</strong>ni professionalie i sindacati. La mancanza <strong>di</strong> un<strong>it</strong>à e solidarietànon giova all’intera categoria che non ha bisogno <strong>di</strong>protagonismi sterili ma <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>cazioni giuste daporre <strong>come</strong> obiettivi da perseguire.Già si affievoliva l’eco <strong>di</strong> quanto accaduto a Matinoche le cronache nazionali ponevano l’attenzione suun analogo episo<strong>di</strong>o accaduto a una dottoressa chea Scicli, in Sicilia, era picchiata, derubata e violentata,<strong>di</strong> notte, durante l’espletamento della sua attiv<strong>it</strong>àsempre in Guar<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca. Dottoressa 53enne, dopoaver prestato soccorso a tre extracomun<strong>it</strong>ari, aprenuovamente la porta a uno <strong>di</strong> loro che si ripresentasub<strong>it</strong>o dopo. <strong>Il</strong> nordafricano, forse tunisino, entra inmaniera decisa, tira fuori dalla tasca un coltello ascatto. Una colluttazione, in segu<strong>it</strong>o alla quale ladonna si frattura la tibia destra, calci, pugni; abusa<strong>di</strong> lei, la picchia, e infine la deruba anche <strong>di</strong> 200 euroche la donna teneva in portafoglio.Trasportata in ospedale con contusioni in tutto ilcorpo, residua una prognosi <strong>di</strong> 40 giorni e indelebilifer<strong>it</strong>e nella mente, impossibili da curare.Quest’articolo era già chiuso quando, sabato 20marzo poco prima delle 14, le cronache rilevanol’ennesima violenza in così breve tempo. La dottoressa<strong>di</strong> turno nella Guar<strong>di</strong>a me<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> un centro del bassomolisano, allertata per un intervento domiciliare dalla14


centrale operativa del 118, raggiunta l’ab<strong>it</strong>azione, incorso <strong>di</strong> una l<strong>it</strong>e domestica, è stata v<strong>it</strong>tima <strong>di</strong>un’aggressione. Una paziente le ha sferrato due pugni,uno all’addome, l’altro al sopracciglio destro. Trasportataal Pronto Soccorso, dopo gli accertamenti delcaso è stata <strong>di</strong>messa con una prognosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci giorni.E ancora, sabato 27 marzo intorno alle 16, a Romanella postazione <strong>di</strong> via delle Pispole, a Tor BellaMonaca una dottoressa <strong>di</strong> turno si è dovuta barricarein una stanza della struttura san<strong>it</strong>aria. La negazione<strong>di</strong> una vis<strong>it</strong>a domiciliare al solo fine <strong>di</strong> prescrivere unantibiotico ha scatenato l’ira <strong>di</strong> un aggressore che,recatosi presso l’ambulatorio ha aggre<strong>di</strong>to la dottoressache è stata costretta a richiedere l’interventodei carabinieri. La collega, non nuova a questo tipo<strong>di</strong> esperienza, lavorando in una delle zone più <strong>di</strong>sagiatedella cap<strong>it</strong>ale, è stata trasportata in ospedale in stato<strong>di</strong> shock..Perché è a rischio la propria incolum<strong>it</strong>à fisica perfare il proprio lavoro che dovrebbe essere svolto contranquill<strong>it</strong>à? Credo che i deprecabili episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> violenza,che con una cadenza preoccupante accadono inItalia, impongano a tutti gli organi preposti una soluzionecelere. Si ripresenta la problematica della vigilanzanei Pronto soccorso, nelle Guar<strong>di</strong>e me<strong>di</strong>che,nei Sert e in tutte quelle strutture san<strong>it</strong>arie, chesoprattutto nelle ore notturne, sono notevolmente arischio perché non è garant<strong>it</strong>a la sicurezza pubblicaper mancanza <strong>di</strong> una adeguata attenzione da partedelle Ist<strong>it</strong>uzioni.<strong>di</strong> essere ingranaggio in<strong>di</strong>spensabile <strong>di</strong> una strutturaa <strong>di</strong>fesa della <strong>salute</strong> collettiva, bene primario <strong>di</strong> ogniin<strong>di</strong>viduo.A conclusione <strong>di</strong> questo articolo è doveroso ricordareche il 25 Aprile ricorre l’anniversario della mortedella collega Maria Monteduro, assassinatanell’espletamento della sua attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> me<strong>di</strong>co <strong>di</strong>Guar<strong>di</strong>a Me<strong>di</strong>ca a Gagliano del Capo. <strong>Il</strong> suo sacrificiorimarrà sempre nelle menti <strong>di</strong> coloro che auspicanoun miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni lavorative dei me<strong>di</strong>ci“<strong>di</strong> frontiera”. L’immagine del suo volto è scolp<strong>it</strong>a informa indelebile nelle nostre menti mentre il pensieroè spesso rivolto al suo bambino che ha imparato aconoscere la mamma solo dagli attestati <strong>di</strong> stima ericonoscenza che le vengono tributati. L’Or<strong>di</strong>ne deiMe<strong>di</strong>ci in occasione del decennale le int<strong>it</strong>olò la salamultime<strong>di</strong>ale. Oggi la Ausl de<strong>di</strong>ca a lei il Poliambulatoriodel suo paese natale per fare in modo che il ricordo,perio<strong>di</strong>camente rinnovato, la faccia vivere in eterno.*responsabile Commissionedella Continu<strong>it</strong>à AssistenzialeOr<strong>di</strong>ne dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> LecceIntensificare i sistemi <strong>di</strong> sorveglianza, aumentareil personale, rest<strong>it</strong>uire decoro e <strong>di</strong>gn<strong>it</strong>à al servizio,garantire la sicurezza ai tanti me<strong>di</strong>ci che svolgonoquesto lavoro, sono le richieste impellenti, che dadecenni vengono formulate.In attesa <strong>di</strong> una nuova occasione per una svoltache preveda i miglioramenti strutturali auspicati, sicontinua con l’impegno <strong>di</strong> sempre, consci dei pericolie dei rischi del proprio lavoro, e, soprattutto, sicuri15


La tossina botulinica in Riabil<strong>it</strong>azioneLE APPLICAZIONE CLINICHE E L’ESPERIENZA DEL “GALATEO” DI SAN CESARIO<strong>di</strong> Raffaello Pellegrino*, Silvano Turco**, Francesco Farì°la parola ai colleghiLa spastic<strong>it</strong>à, <strong>come</strong> noto, è un <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne neurologicosensorimotorio causato da una lesione del motoneuronesuperiore e caratterizzato da un incrementodel tono muscolare, dalla risposta muscolare allostiramento veloc<strong>it</strong>à-<strong>di</strong>pendente, da un’esaltazione deiriflessi osteo-ten<strong>di</strong>nei.La spastic<strong>it</strong>à può instaurarsi in patologie congen<strong>it</strong>eo acquis<strong>it</strong>e, <strong>di</strong>ffuse o focali, a carico dell’encefalo edel midollo spinale quali gli es<strong>it</strong>i <strong>di</strong> ictus cerebrale,lesioni cerebrali o midollari traumatiche, le paralisicerebrali infantili, la sclerosi multipla, patologie neurodegenerative.<strong>Il</strong> perdurare nel tempo della spastic<strong>it</strong>à determinala comparsa <strong>di</strong> contratture muscolari strutturate, fibrosied atrofia muscolare (3). L’utilizzo <strong>di</strong> ortesi inappropriate,la presenza <strong>di</strong> dolore e <strong>di</strong> ulcere cutanee da pressionerappresentano spesso elementi aggravanti la spastic<strong>it</strong>à.In riabil<strong>it</strong>azione il trattamento della spastic<strong>it</strong>à offremolteplici benefici che vanno dal recupero <strong>di</strong> funzionipassive quali l’aumento del Rom articolare, al miglioramentoe alla facil<strong>it</strong>azione delle attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> cura personale(igiene, vestizione), al recupero funzionale attivo (ades. deambulazione più veloce e sicura, attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> presamanipolazione<strong>di</strong> oggetti), alla facil<strong>it</strong>azione nell’uso <strong>di</strong>splint <strong>di</strong> posizionamento (1), con conseguente miglioramentoglobale della qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>a del paziente.La gestione della spastic<strong>it</strong>à in riabil<strong>it</strong>azione è considerevolmentecambiata con l’introduzione dellaLa gestione della spastic<strong>it</strong>àin riabil<strong>it</strong>azione è cambiatacon l’introduzione della tossinabotulinica al punto tale da rendereoggi questo trattamento la terapiafarmacologica <strong>di</strong> prima lineanel management dei problemi focaliin pazienti con ictustossina botulinica al punto tale da rendere oggi questotrattamento la terapia farmacologica <strong>di</strong> prima linea nelmanagement dei problemi focali in pazienti con ictus(4).Tale approccio farmacologico locale deve comunqueessere completato con le usuali procedure riabil<strong>it</strong>ativeper il controllo della postura, lo stretching, l’elettrostimolazionedei muscoli infiltrati, e l’esercizio terapeutico.Ulteriori opzioni <strong>di</strong> trattamento associabili includonoagenti fisici, farmaci antispastici per via orale, blocconeuromuscolare tram<strong>it</strong>e iniezioni locali <strong>di</strong> fenolo, alcoole baclofen intratecale (1).Sotto il profilo immunologico è possibile <strong>di</strong>stingueresette sierotipi <strong>di</strong> tossina (A, B, C, D, E, F e G) tra lorosimili dal punto <strong>di</strong> vista strutturale (1) ma l’utilizzo clinico16


finora è riservato al tipo A, con <strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à del sierotipoB quale alternativa per quei pazienti che sviluppanouna risposta antigenica verso BTX-A (2).La tossina botulinica (BTX) agisce nei muscoliinfiltrati a livello della giunzione neuro-muscolareinducendo un blocco selettivo, dose-<strong>di</strong>pendente ereversibile, del rilascio presinaptico <strong>di</strong> acetilcolina. Taleeffetto sul muscolo determina una denervazione selettivalocale temporanea.La maneggevolezza del farmaco, la scarsa rilevanza<strong>di</strong> effetti collaterali significativi, l’efficacia del trattamentoe la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> proseguire i trattamenti a lungotermine hanno contribu<strong>it</strong>o al progressivo incrementodell’utilizzo <strong>di</strong> BTX nelle <strong>di</strong>verse con<strong>di</strong>zioni cliniche.<strong>Il</strong> giusto dosaggio <strong>di</strong> tossina botulinica da inoculareviene stabil<strong>it</strong>o, <strong>di</strong> volta in volta, in base all’età ed alpeso corporeo del paziente, al tipo <strong>di</strong> tossina utilizzata,al numero dei muscoli da infiltrare, alla grav<strong>it</strong>à dellaspastic<strong>it</strong>à ed alla risposta ad un pregresso trattamentocon BTX (1).<strong>Il</strong> me<strong>di</strong>co fisiatra che si appresta ad utilizzare inE’ possibile <strong>di</strong>stinguere settesierotipi <strong>di</strong> tossina (A, B, C, D, E, Fe G) tra loro simili dal punto <strong>di</strong> vistastrutturale ma l’utilizzo clinico finoraè riservato al tipo A,con <strong>di</strong>sponibil<strong>it</strong>à del sierotipo Bquale alternativa per quei pazientiche sviluppano una rispostaantigenica verso BTX-Asicurezza la tossina botulinica in riabil<strong>it</strong>azione è fondamentaleche abbia effettuato un adeguato trainingformativo presso centri ospedalieri specializzati, al fine<strong>di</strong> gestire in maniera ottimale le procedure <strong>di</strong> selezionedei pazienti, gli obiettivi del trattamento e la programmazioneglobale dell’intervento terapeutico.E’ necessario da parte dell’operatore un adeguatoknow-how dell’anatomia funzionale dei muscoli somatici,della farmacologia della tossina e del dosaggiopiù opportuno per ogni singolo muscolo.L’in<strong>di</strong>viduazione dei muscoli can<strong>di</strong>dati all’infiltrazionepuò avvenire tram<strong>it</strong>e la valutazione clinica e/o conl’ausilio <strong>di</strong> tecniche neurofisiologiche (elettromiografiaed elettrostimolazione) e <strong>di</strong> imaging (ecografia), inparticolare per gruppi muscolari <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotteo localizzati in profon<strong>di</strong>tà (2,4). Nei muscoli lunghi evoluminosi le iniezioni vengono <strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>e in più se<strong>di</strong>.Dopo inoculazione l’effetto terapeutico inizia adessere rilevabile dopo due o tre giorni, raggiungel’apice intorno alla terza settimana, si protrae fino atre-quattro mesi (4) finchè la denervazione chimica(chemodenervazione) viene compensata da una reinnervazionedovuta a gemmazione assonale (5).Per il mantenimento dei benefici e per scongiurarei seppur rari eventi avversi, è in<strong>di</strong>spensabile pertantoche il trattamento avvenga a dosaggi via via crescentie ripetuto nel tempo ad intervalli regolari (1).Le principali controin<strong>di</strong>cazioni al trattamento inclu-17


La tossina botulinica (BTX) agiscenei muscoli infiltrati a livellodella giunzione neuro-muscolareinducendo un blocco selettivo,dose-<strong>di</strong>pendente e reversibile,del rilascio presinaptico<strong>di</strong> acetilcolina. Tale effettosul muscolo determinauna denervazione selettiva localedono la gravidanza, l’allattamento, la miastenia, lasindrome <strong>di</strong> Lambert-Eaton e la sclerosi laterale amiotrofica.Gli effetti della BTX sono potenziati dagli aminoglicosi<strong>di</strong>e dalle ciclosporine e <strong>di</strong>minu<strong>it</strong>i dalle aminochinoline(6,7).Materiali e meto<strong>di</strong>Presso l’Un<strong>it</strong>à Operativa <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Fisica e Riabil<strong>it</strong>azionedell’Ospedale “Galateo” <strong>di</strong> San Cesario <strong>di</strong>Lecce è stato ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o, da circa sei mesi, un ambulatoriode<strong>di</strong>cato al trattamento focale della spastic<strong>it</strong>à conTossina Botulinica.In tale periodo sono stati selezionati al trattamento60 pazienti affetti prevalentemente da sclerosi multiplaed es<strong>it</strong>i <strong>di</strong> ictus cerebrale ed in età compresa tra 20- 60 anni. Per tutti i pazienti selezionati è stata effettuata,su appos<strong>it</strong>a cartella clinica, una valutazione funzionaleglobale completata da somministrazione <strong>di</strong> specifichescale <strong>di</strong> misurazione della <strong>di</strong>sabil<strong>it</strong>à, della deambulazionee del grado <strong>di</strong> spastic<strong>it</strong>à.Nei pazienti con spastic<strong>it</strong>à conseguente ad ictusveniva rilevato prevalentemente un aumento del tononei muscoli anti-grav<strong>it</strong>ari rappresentati dai muscoliflessori agli arti superiori e dai muscoli estensori agliarti inferiori manifestando pattern motori stereotipatila parola ai collegh<strong>it</strong>emporaneacaratterizzati da prevalente atteggiamento in flessioneper l’arto superiore ed estensione per l’arto inferiorecon equinismo del piede.L’iperattiv<strong>it</strong>à muscolare non controllata degli artisuperiori e/o inferiori determinava forte impe<strong>di</strong>mentoe lim<strong>it</strong>azione alle attiv<strong>it</strong>à della v<strong>it</strong>a quoti<strong>di</strong>ana, igienepersonale, deambulazione e in linea generale riducevaglobalmente le possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> recupero funzionale.Si stima infatti che nei pazienti colp<strong>it</strong>i da ictuscerebri, la spastic<strong>it</strong>à sia tra le più frequenti complicanze:ad un anno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dall’evento ictale il 39% deipazienti presenta una spastic<strong>it</strong>à <strong>di</strong> rilevanza clinica.Nel nostro ambulatorio si è scelto <strong>di</strong> utilizzare tossinabotulinica tipo A 900Kda. Ogni singola seduta prevedeval’infiltrazione <strong>di</strong> più muscoli per l’arto superioreed inferiore senza mai superare le 600 U totali perseduta.Inoltre nei trenta giorni successivi all’infiltrazionedell’arto superiore, veniva consigliato l’utilizzo <strong>di</strong> ortesipalmare <strong>di</strong> posizionamento per polso-mano-<strong>di</strong>ta edun programma <strong>di</strong> elettrostimolazione dei muscoli18


trattati, al fine <strong>di</strong> migliorare l’effetto della tossina.Prima <strong>di</strong> intraprendere il trattamento a tutti i pazientiveniva fatto sottoscrivere un consenso informato previaapprofon<strong>di</strong>ta descrizione degli effetti del farmaco. Nonsono stati rilevati sin ora effetti collaterali tali da imporrela sospensione del trattamento.<strong>Il</strong> trattamento infiltrativo con tossina botulinica venivainser<strong>it</strong>o nel contesto <strong>di</strong> un progetto riabil<strong>it</strong>ativo in<strong>di</strong>vidualizzatoche nella maggior parte veniva svolto quoti<strong>di</strong>anamentepresso la stessa Un<strong>it</strong>à Operativa.Per tutti era inoltre previsto un controllo clinico aquin<strong>di</strong>ci giorni e ad un mese dal trattamento conconseguente verifica ed adeguamento del piano riabil<strong>it</strong>ativo,l’infiltrazione non veniva comunque mai ripetutaprima <strong>di</strong> 90 giorni dalla data della precedente.ConclusioniLa selezione dei pazienti, l’accuratezza <strong>di</strong> identificazionedelle se<strong>di</strong> <strong>di</strong> inoculazione, un’appropriataprogrammazione dei dosaggi, delle procedure combinate<strong>di</strong> trattamento, un regolare follow-up del pazientee la ripetizione perio<strong>di</strong>ca del trattamento sono fondamentaliai fini <strong>di</strong> un corretto utilizzo.E’ dunque la competenza e l’esperienza dei clinici,un<strong>it</strong>amente ad un’organizzazione appropriata delprocesso san<strong>it</strong>ario, a rendere più efficace l’azione dellatossina botulinica nel determinare le sostanziali pos<strong>it</strong>ivemo<strong>di</strong>ficazioni del controllo del movimento e della qual<strong>it</strong>à<strong>di</strong> v<strong>it</strong>a del paziente. Vantaggi clinici che si estendonoaltresì al nucleo sociale <strong>di</strong> riferimento del pazientestesso per la significativa riduzione delle necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong>assistenza.Da una procedura locale, focale, selettiva si possonocosì ottenere benefici globali, estesi e persistenti neltempo.Bibliografia1. S. Ozcakir, K. Sivrioglu - “Botulinum Toxin in PoststrokeSpastic<strong>it</strong>y”. Clinical Me<strong>di</strong>cine & Research 2007; Volume5,2: 132-138<strong>Il</strong> giusto dosaggio <strong>di</strong> tossinabotulinica da inoculare vienestabil<strong>it</strong>o in base all’età ed al pesocorporeo del paziente, al tipo<strong>di</strong> tossina utilizzata, al numerodei muscoli da infiltrare, alla grav<strong>it</strong>àdella spastic<strong>it</strong>à ed alla risposta adun pregresso trattamento con BTX2. W.H.Jost - “Botulinum toxin in multiple sclerosis”. JNeurol 2006, 253 (Suppl 1) : I/16-I/203. M. S. Pathak, H.T. Nguyen, H.K. Graham, A. P. Moore- “Management of spastic<strong>it</strong>y in adults: practical applicationof botulinum toxin”. European Journal of Neurology 2006;13 (Suppl. 1) : 42-504. A. B. Ward - “Spastic<strong>it</strong>y treatment w<strong>it</strong>h botulinumtoxins”. J Neural Transm 2008; 115:607-6165. J.O. Dolly, K. Aoki - “The structure and mode of actionof botulinum toxins”. Eurl neurol 2006 /Suppl 13) 4: 1-96. M. Ramachandran, D.M. Eastwood - “Botulinum toxinand <strong>it</strong>s orthopae<strong>di</strong>c applications”. J. Bone Joint Surg (Br)2006,88-B: 981-77. G. Monnier, L. Tatu, F. Michel - “New in<strong>di</strong>cations forbotulinum toxin in rheumatology”. Joint Bone Spine 2006;73:667-678. A.B. Ward, G. Molenaers, C. Colosimo, A. Berardelli- “Clinical value of botulinum toxin in neurological in<strong>di</strong>cations”.European Journal of Neurology 2006; 13 (Suppl. 4): 20-269. C.C. Turkel, B. Bowen, J. Liu, M. F. Brin - “Pooledanalysis of the safety of botulinum toxin type A in thetreatment of poststroke Spastic<strong>it</strong>y”. Arch Phys Med Rehabil2006; 87: 786-792*<strong>di</strong>rigente me<strong>di</strong>co U.O.C. Me<strong>di</strong>cina Fisica e Riabil<strong>it</strong>azionestab. ospedaliero San Cesario <strong>di</strong> Lecce**<strong>di</strong>rettore U.O.C. Me<strong>di</strong>cina Fisica e Riabil<strong>it</strong>azione stab.ospedaliero San Cesario <strong>di</strong> Lecce°<strong>di</strong>rettore Servizio Sovra<strong>di</strong>strettuale <strong>di</strong> Riabil<strong>it</strong>azioneAsl <strong>di</strong> Lecce19


<strong>di</strong> Lamberto Coppola*Viaggio al centro dello spermatozooINFERTILITÀ DI COPPIA. OLTRE LO SPERMIOGRAMMAla parola ai colleghiLo spermatozoo ha un’anima biologica che rappresentail motivo della sua stessa esistenza. S<strong>it</strong>ratta del Dna, la parte più nascosta della cellula esoprattutto la più sensibile all’attacco dei Ros. L’azioneossidante dei ra<strong>di</strong>cali, infatti, pur lasciando integrol’aspetto morfologico della cellula riproduttiva, puòattaccare <strong>di</strong>rettamente le eliche del Dna rendendolainstabile e generando, al suo interno, rotture e mutazioni.I ra<strong>di</strong>cali liberi sono molecole estremamente aggressiveper gli spermatozoi, ma se presenti in piccolequant<strong>it</strong>à svolgono un ruolo importante per la loromaturazione finale e per la fecondazione. L’azioneperossidativa dei ra<strong>di</strong>cali sulla membrana dello spermatozoo,infatti, è fondamentale affinché questo siattivi e si fonda con l’ovoc<strong>it</strong>a. A livello seminale, invece,la loro reattiv<strong>it</strong>à è sfruttata dal sistema immun<strong>it</strong>ario per<strong>di</strong>fendere le cellule germinali da agenti patogeni <strong>di</strong>varia natura. Recentemente, inoltre, è stata <strong>di</strong>mostratala loro importanza nella trascrizione genica indottadagli ormoni sessuali.La quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali è regolata dalla Barrieraantiossidante cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da un insieme <strong>di</strong> molecolecapaci <strong>di</strong> inattivarne la produzione, <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rne laformazione in eccesso e <strong>di</strong> contrastarne gli effetti inmodo tale che non prendano il sopravvento. Le ghiandolegen<strong>it</strong>ali producono una grande quant<strong>it</strong>à <strong>di</strong> molecoleantiossidanti che si riversano nel plasma seminalein una concentrazione pressoché doppia rispetto aquella riscontrabile nel sangue. Ciò <strong>di</strong>mostra la peculiareI ra<strong>di</strong>cali liberi sono molecoleestremamente aggressiveper gli spermatozoi, ma se presentiin piccole quant<strong>it</strong>à svolgono un ruoloimportante per la loro maturazionefinale e per la fecondazioneprotezione che l’organismo cerca <strong>di</strong> riservare allecellule germinali. Una protezione che, in con<strong>di</strong>zioninormali, viene assicurata anche dopo l’eiaculazionevisto che il corteo <strong>di</strong> molecole antiossidanti accompagnalo spermatozoo nelle vie gen<strong>it</strong>ali femminili scortandolofino alla meta finale, l’ovulo.L’idea che i ra<strong>di</strong>cali liberi potessero essere implicatinei processi <strong>di</strong> invecchiamento cellulare è stata ipotizzataper la prima volta nel 1956 da Denham Harman,il quale formulò la “Teoria ra<strong>di</strong>calica dell’invecchiamento”.La teoria suggerisce che i ra<strong>di</strong>cali liberi,prodotti durante il normale metabolismo della cellula,col tempo danneggino il Dna ed altre macromolecole,portando a malattie degenerative, lesioni tumorali e<strong>di</strong>nfine a danno irreversibile <strong>di</strong> cellule e tessuti. Allateoria <strong>di</strong> Harmann si ricollega quella più recente <strong>di</strong>Miquel (1986), detta “Teoria m<strong>it</strong>ocondrialedell’invecchiamento” secondo cui i m<strong>it</strong>ocondri controllerebberola veloc<strong>it</strong>à d’invecchiamento cellularerappresentando non solo gli elementi chiave nella20


formazione dei Ros ma anche i bersagli del dannocausato dallo stress ossidativo. In base a tale ipotesi,specie longeve produrrebbero meno Ros <strong>di</strong> specie av<strong>it</strong>a breve.Comunque, qualsiasi sia la teoria giusta, il processo,quando avviene a livello dei gameti, influenza inesorabilmentel’es<strong>it</strong>o <strong>di</strong> una fecondazione, sia essa naturaleo artificiale.L’introduzione nei laboratori andrologici <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>cheper la valutazione dell’integr<strong>it</strong>à genomica ha permesso<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la causa celata <strong>di</strong> alcuni casi <strong>di</strong> infertil<strong>it</strong>àinspiegata in soggetti con parametri seminali apparentementenella norma. Inoltre, la scoperta <strong>di</strong> alterazionigenomiche potrebbe mettere in <strong>di</strong>scussione le modal<strong>it</strong>à<strong>di</strong> scelta degli spermatozoi da utilizzare per tecniche<strong>di</strong> fecondazione in v<strong>it</strong>ro, che oggi si basano principalmentesu cr<strong>it</strong>eri morfologici.Lo stu<strong>di</strong>o del grado <strong>di</strong> frammentazione del Dnaassociato al dosaggio dei lipoperossi<strong>di</strong> e dell’Attiv<strong>it</strong>àra<strong>di</strong>calica permette <strong>di</strong> chiarire se l’origine dei dannisia <strong>di</strong> natura ossidativa, suggerendo quin<strong>di</strong> all’andrologola strada per una possibile terapia antiossidante.L’uso combinato delle meto<strong>di</strong>che, inoltre, permette<strong>di</strong> mon<strong>it</strong>orare l’efficienza del trattamento farmacologico.L’introduzione nei laboratoriandrologici <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>cheper la valutazione dell’integr<strong>it</strong>àgenomica ha permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarela causa <strong>di</strong> alcuni casi <strong>di</strong> infertil<strong>it</strong>àinspiegata in soggetti con parametriseminali apparentementenella normaDa quanto esposto quin<strong>di</strong> la figura dell’andrologospecialista, con competenze me<strong>di</strong>che, chirurgiche,endocrinologiche e, soprattutto, laboratoristiche rivesteun ruolo centrale nel trattamento dell’infertil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> coppia,a partire dalla sua <strong>di</strong>agnosi fino alla sua risoluzione,anche quando si debba ricorrere a tecniche <strong>di</strong> riproduzioneassist<strong>it</strong>a, specie al giorno d’oggi in cui spessol’età riproduttiva dei partner è notoriamente superiorealla me<strong>di</strong>a.Ne consegue la stretta collaborazione tra andrologoclinico, ginecologo, biologo della riproduzione, embriologoed informatico.Le indagini andrologiche vanno dalla valutazioneclinica e strumentale (anamnesi, esame obiettivo,ecografia, ecocolordoppler etc.) da eseguire in fasepreliminare, ai vari esami da effettuare sul liquidoseminale.I parametri minimi <strong>di</strong> valutazione del seme comprendono:• parametri dell’eiaculato: ph, caratteristiche reologiche(aspetto, flui<strong>di</strong>ficazione, viscos<strong>it</strong>à);• parametri degli spermatozoi:– concentrazione/ml e numero/eiaculato;– motil<strong>it</strong>à: percentuale <strong>di</strong> forme mobili con <strong>di</strong>fferenziazionequal<strong>it</strong>ativa della motil<strong>it</strong>à (velocementeprogressiva, lentamente progressiva, <strong>di</strong>scinetica,ag<strong>it</strong>atoria in loco);– morfologia: percentuale <strong>di</strong> atipie con descrizione<strong>di</strong> forme particolari e/o monomorfe;21


la parola ai colleghiLo stu<strong>di</strong>o del grado <strong>di</strong> frammentazionedel Dna associato al dosaggiodei lipoperossi<strong>di</strong> e dell’attiv<strong>it</strong>àra<strong>di</strong>calica permette <strong>di</strong> chiarirese l’origine dei danni sia <strong>di</strong> naturaossidativa, suggerendo quin<strong>di</strong>all’andrologo la stradaper una possibile terapiaantiossidante– eventuale presenza <strong>di</strong> er<strong>it</strong>roc<strong>it</strong>i, leucoc<strong>it</strong>i, corpuscoliprostatici, cellule ep<strong>it</strong>eliali, elementi della lineaspermatogenetica, zone <strong>di</strong> spermioagglutinazione.Ultimamente, a supporto dell’occhio clinico dellaboratorista, sono stati progettati una serie <strong>di</strong> softwareche consentono <strong>di</strong> automatizzare l’analisi del liquidoseminale, perfezionandola e standar<strong>di</strong>zzandola.<strong>Il</strong> sistema SCA (Semen Class Analyzer) migliorala qual<strong>it</strong>à dell’analisi del liquido seminale, in strettasimbiosi con l’andrologo clinico e senza tuttavia sost<strong>it</strong>uirela figura e l’esperienza del biologo.Tale strumento inoltre è <strong>di</strong> supporto nell’esecuzione<strong>di</strong> alcune analisi più dettagliate sugli spermatozoi, qualiper esempio la determinazione del livello <strong>di</strong> frammentazionedel Dna nemaspermico, non solo nelle coppiein cui si riconosce un evidente fattore maschile (peresempio varicocele e/o prostat<strong>it</strong>e, criptorchi<strong>di</strong>smoetc.), ma anche negli uomini apparentemente fertiliche per varie ragioni sono esposti ad inquinamentoambientale o/e alimentare, ad ipertermia, a ra<strong>di</strong>azioni,a stress ossidativo da cause voluttuarie (fumo <strong>di</strong>sigaretta, alcool e droghe), ad alcuni farmaci e prima<strong>di</strong> un programma <strong>di</strong> procreazione assist<strong>it</strong>a nella partner,soprattutto se “over 40”.L’età maschile rappresenta infatti un punto <strong>di</strong>controversia nella letteratura attuale poiché, al contrariodella donna, non risulta essere un elemento certo eselettivo nel determinare reali alterazioni del poterefecondante. Nell’uomo, in cui peraltro non è identificabileun momento equivalente alla menopausa, si hala continua produzione degli spermatozoi sino allatarda età, mentre le alterazioni ormonali, che pure siverificano, non sembrerebbero influenzare tale capac<strong>it</strong>à.La storia ci ricorda infatti che “attempati” personaggi,<strong>come</strong> Pablo Picasso, Charlie Chaplin, Anthony Quinne Marlon Brando, hanno avuto la capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong> esserepadri in età avanzata.A rendere ulteriormente controversa nel maschiol’età <strong>come</strong> fattore <strong>di</strong> riduzione della capac<strong>it</strong>à fertilesono i contrastanti riscontri in letteratura sui parametriseminali.Infatti mentre alcuni lavori sottolineano <strong>di</strong>minuzionedella motil<strong>it</strong>à, altri ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura sostengono aumento delnumero nemaspermico.Giunge comunque in aiuto un recente lavoro comparsosu “Fertil<strong>it</strong>y and Steril<strong>it</strong>y” nel maggio 2006, nelquale, tra l’altro, sono stati analizzati i dati provenienti22


dal Registro nazionale FIVET Francese (FIVNAT) ed inparticolare l’età paterna <strong>di</strong> 1938 coppie sottoposte aPma per sola in<strong>di</strong>cazione tubarica, vale a <strong>di</strong>re casi incui tutti gli altri fattori <strong>di</strong> steril<strong>it</strong>à, compreso appuntoquello maschile, erano stati esclusi. Premessa quin<strong>di</strong>la normal<strong>it</strong>à del liquido seminale, questo stu<strong>di</strong>o retrospettivonon solo ha confermato l’influenza negativadell’età nella donna, ma ha <strong>di</strong>mostrato anche un nettoaumento <strong>di</strong> fallimento riproduttivo nelle coppie conpartner maschile “over 40” rispetto a quelle in cui l’etàpaterna era inferiore a 30 anni. Tale <strong>di</strong>fferenza si è<strong>di</strong>mostrata maggiormente evidente quando anchel’età femminile superava i 35 anni.<strong>Il</strong> fattore maschile <strong>di</strong> infertil<strong>it</strong>à sta assumendo quin<strong>di</strong>un ruolo sempre maggiore nel contesto dell’infertil<strong>it</strong>à<strong>di</strong> coppia. Ciò è probabilmente in parte dovuto anchealle conoscenze man mano più approfon<strong>di</strong>te che ilprogresso scientifico ci fornisce permettendo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduarecon<strong>di</strong>zioni legate a defic<strong>it</strong> degli spermatozoiche fino a poco tempo fa non erano in<strong>di</strong>viduabili. Pertale motivo oltre alla analisi dei parametri spermatici<strong>di</strong> base, quali il numero, la concentrazione e la morfologiadegli spermatozoi, stanno progressivamenteaffermandosi ulteriori test volti ad analizzare il Dnaspermatico al fine <strong>di</strong> evidenziare eventuali alterazioniche possono interferire con i processi <strong>di</strong> fecondazionesia naturali che nel contesto <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> procreazioneassist<strong>it</strong>a.Le alterazioni del Dna spermaticoe l’infertil<strong>it</strong>àNumerosi stu<strong>di</strong> hanno evidenziato <strong>come</strong> gli uominifertili con normali parametri seminali hanno in generebassi livelli <strong>di</strong> alterazioni del Dna, mentre gli uominiinfertili, in particolare quelli con parametri seminalianormali, presentano un incremento dei danneggiamentia livello del Dna. Inoltre ben l’8% degli uominifertili presenta alterazioni dell’integr<strong>it</strong>à del Dna, nonostanteparametri seminali nella norma (concentrazione,motil<strong>it</strong>à e morfologia).Fig. 1. Campo microscopico osservato con microscopio in campochiaro, obbiettivo 20x, analizzato con software SCA (Sperm ClassAnalyzer). Gli spermatozoi con Big e Me<strong>di</strong>um Halo sono quelli nonframmentati, mentre quelli con Small Halo e quelli W<strong>it</strong>hout Halosono quelli frammentati.Fig. 2. Campi microscopici osservati con microscopio in campochiaro, obbiettivo 20x, analizzati con software SCA (Sperm ClassAnalyzer). Le immagini A1 e A2 sono estrapolate dall’analisi <strong>di</strong> uncampione con grado <strong>di</strong> frammentazione del 15%, mentre le immaginiB1 e B2 da un campione con grado <strong>di</strong> frammentazione del 37%.In particolare elevati livelli <strong>di</strong> frammentazione delDna spermatico (figure 1 e 2) sono stati posti inrelazione a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> infertil<strong>it</strong>à maschile ed ad una23


E’ evidente che ai fini del percorso terapeutico daaffrontare il riscontro <strong>di</strong> percentuali particolarmenteelevate <strong>di</strong> spermatozoi con frammentazione del Dnarappresenta oggi un elemento <strong>di</strong> notevole importanzanella valutazione della coppia infertile, soprattutto inquei casi in cui si parla <strong>di</strong> “steril<strong>it</strong>à inspiegata”.Nel caso in cui il campione seminale presentiframmentazione del Dna maggiore del 20% la prognosiriproduttiva dell’uomo è sicuramente ridotta, per cuiviene contemporaneamente approfon<strong>di</strong>to lo stu<strong>di</strong>odelle protamine (quelle proteine che rafforzano appuntole catene del Dna) me<strong>di</strong>ante il Test <strong>di</strong> MaturazioneNucleare, nonché lo stu<strong>di</strong>o morfologico della testadegli spermatozoi che contiene appunto il Dna con lavalutazione degli In<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Teratozoospermia e <strong>di</strong> Deform<strong>it</strong>àtram<strong>it</strong>e la Sca-Morfologia (figura 3).Lo stesso <strong>di</strong>casi in tutti quei casi <strong>di</strong> poliabortiv<strong>it</strong>àinspiegata nel primo trimestre gestazionale e quandole coppie giungono alla nostra osservazione doporipetuti ed estenuanti tentativi <strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> riproduzioneassist<strong>it</strong>a.In conclusione il Laboratorio Andrologico al giornod’oggi può essere più che mai considerato validoOltre all’analisi dei parametrispermatici <strong>di</strong> base,stanno affermandosi ulteriori testvolti ad analizzare il Dna spermaticoper evidenziare alterazioniche possono interferirecon i processi <strong>di</strong> fecondazionesia naturali sia nel contesto<strong>di</strong> tecniche <strong>di</strong> procreazione assist<strong>it</strong>astrumento nelle mani degli specialisti che si occupano<strong>di</strong> fertil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> coppia, rendendo sempre più probabili <strong>it</strong>entativi <strong>di</strong> procreazione assist<strong>it</strong>a e più possibili legravidanze insorte naturalmente.Si ringraziano per la collaborazione Luigi Caputo,Giovanni Andrea Coppola, Daniela D. Montagna, GianLuca Petrachi e Sara Pinto Provenzano.*<strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> Centri Associati <strong>di</strong> Fisiopatologia dellaRiproduzione Tecnomed <strong>di</strong> Nardò, Casa <strong>di</strong> Cura Salus <strong>di</strong>Brin<strong>di</strong>si e Casa <strong>di</strong> Cura Fabia Mater <strong>di</strong> RomaFig. 3.25


La Pet-Tc nella gestione del pazienteoncologicoL’IMPORTANZA DELL’INTRODUZIONE DELLA METODICA DI IMAGING [18F-FDG]NEL TERRITORIO SALENTINO<strong>di</strong> Elisa Rizza* e Milena Pizzoferro*la parola ai colleghiLLa Pet (Tomografia ad Emissione <strong>di</strong> Pos<strong>it</strong>roni) èuna meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> imaging me<strong>di</strong>co-nucleare introdottapiù <strong>di</strong> trenta anni fa da Phelps e Hoffman (1)che fornisce in maniera non-invasiva ed in vivo, unicheinformazioni qual<strong>it</strong>ative e quant<strong>it</strong>ative sulla biologia ebiochimica dei tessuti viventi e sulla fisiologia e fisiopatologia<strong>di</strong> organi ed apparati.Per molti anni però, la Pet, è stata utilizzata esclusivamentea scopo <strong>di</strong> ricerca, soprattutto nel settorecar<strong>di</strong>ologico e neurologico, e solo dalla prima metàdegli anni ’90, in amb<strong>it</strong>o oncologico, le sue applicazionisi sono ampliate e <strong>di</strong>versificate, comprendendo la<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale, la caratterizzazione <strong>di</strong> lesioni, lasta<strong>di</strong>azione e la valutazione dell’estensione delleneoplasie, nonché la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale delle reci<strong>di</strong>veneoplastiche nei confronti delle fibrosi post-chirurgicheo post-ra<strong>di</strong>oterapiche ed il mon<strong>it</strong>oraggio del successoo dell’insuccesso <strong>di</strong> un trattamento terapeutico.Dalla Pet alla Pet-Tc<strong>Il</strong> funzionamento della Pet si basa sul processo <strong>di</strong>deca<strong>di</strong>mento pos<strong>it</strong>ronico. I pos<strong>it</strong>roni (antiparticelledegli elettroni) vengono emessi da nuclei <strong>di</strong> atomicaratterizzati da un eccesso <strong>di</strong> protoni (isotopi ra<strong>di</strong>oattivi),prodotti artificialmente all’interno <strong>di</strong> un ciclotrone.Durante il deca<strong>di</strong>mento dell’isotopo vengono emessipos<strong>it</strong>roni, che si annichilano rapidamente con gliLo sviluppo del primo prototipocombinante la Pet e la Tc ha avutoinizio nel 1995 e nel 1998 è statointrodotto all’Univers<strong>it</strong>à <strong>di</strong> P<strong>it</strong>tsburghdove è stato utilizzato su circa 300pazienti oncologici. In questo sistemaintegrato vengono utilizzati qualemappa dens<strong>it</strong>ometrica, i dati Tcelettroni circostanti; il risultato <strong>di</strong> tale interazione è lacreazione <strong>di</strong> due fotoni γ <strong>di</strong> annichilazione, ognunocon un’energia <strong>di</strong> 511 KeV, <strong>di</strong>retti in <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>ametralmenteopposte.<strong>Il</strong> sistema Pet è in grado <strong>di</strong> rivelare i due fotoni <strong>di</strong>511 KeV me<strong>di</strong>ante la coppia <strong>di</strong> detettori <strong>di</strong>sposti lungola loro linea <strong>di</strong> volo e <strong>di</strong> registrarne la coincidenza <strong>di</strong>rivelazione.Registrando un gran numero <strong>di</strong> queste coincidenzee me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> algor<strong>it</strong>mi <strong>di</strong> ricostruzionetomografica dell’immagine, si può ottenere la <strong>di</strong>stribuzionedell’attiv<strong>it</strong>à del ra<strong>di</strong>ofarmaco all’internodell’oggetto stu<strong>di</strong>ato.La possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> quantizzare accuratamente lara<strong>di</strong>oattiv<strong>it</strong>à presente in un organo o in una regione <strong>di</strong>interesse è, tuttavia, strettamente <strong>di</strong>pendente dalla26


necess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> correggere tutta una serie <strong>di</strong> effetti indesiderati,in particolare l’attenuazione dei fotoni adopera delle strutture anatomiche che essi si trovanoad attraversare e che è <strong>di</strong>rettamente proporzionalealla dens<strong>it</strong>à e allo spessore <strong>di</strong> tali strutture.Si è pertanto reso necessario combinare le acquisizioni<strong>di</strong> immagini emissive Pet con quelle ottenute dauna sorgente trasmissiva esterna <strong>di</strong> pos<strong>it</strong>roni, in grado<strong>di</strong> fornire una mappa dettagliata dei coefficienti <strong>di</strong>attenuazione delle strutture in esame, e attraverso laquale è possibile correggere le immagini emissive Pet.In un classico tomografo Pet l’attenuazione venivacorretta me<strong>di</strong>ante l’acquisizione <strong>di</strong> una “scansione <strong>di</strong>trasmissione” utilizzando una sorgente esterna <strong>di</strong>pos<strong>it</strong>roni (sorgente lineare <strong>di</strong> 68Ge incorporata nelgantry del tomografo) che, ruotando attorno al paziente,misurava l’attenuazione per ogni linea <strong>di</strong> coincidenza.Questo processo, che veniva effettuato primadell’acquisizione emissiva Pet, richiedeva tuttavia 20-30 minuti.Lo sviluppo del primo prototipo combinante la Pete la Tc ha avuto inizio nel 1995 (2), e nel 1998 è statointrodotto all’Univers<strong>it</strong>à <strong>di</strong> P<strong>it</strong>tsburgh (3) dove è statoutilizzato su circa 300 pazienti oncologici (4).La Pet-Tc è una meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> imagingmetabolica che migliorala localizzazione e la correttainterpretazione delle lesionicon riduzione dei falsi pos<strong>it</strong>ivie dei falsi negativi e conseguenteaumento dell’accuratezza<strong>di</strong>agnosticaIn questo sistema integrato, ottenuto assemblandosullo stesso gantry un tomografo Pet <strong>di</strong> alta fasciaqual<strong>it</strong>ativa ed una Tc spirale multi-slice, vengonoutilizzati quale mappa dens<strong>it</strong>ometrica, i dati Tc.<strong>Il</strong> vantaggio è quello <strong>di</strong> fornire una veloce e precisacorrezione dell’attenuazione dei dati Pet riducendoquasi del 50% i tempi <strong>di</strong> esecuzione del singolo esame,nonché <strong>di</strong> ottenere con grande rapi<strong>di</strong>tà immagini <strong>di</strong>fusione che, attraverso l’indagine morfologica offertadalle immagini Tc, rendono più facile e precisa lalocalizzazione anatomica delle lesioni con significativariduzione dei falsi negativi ed aumento dell’accuratezza<strong>di</strong>agnostica (5-6).Pet-Tc: meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> imaging metabolico chepermette <strong>di</strong> migliorare la localizzazione e la correttainterpretazione delle lesioni con riduzione dei falsipos<strong>it</strong>ivi e dei falsi negativi e conseguente aumentodell’accuratezza <strong>di</strong>agnostica.La Pet/Tc Discovery HD presente nel nostro Ist<strong>it</strong>utoè un sistema integrato <strong>di</strong> ultima generazione, la primadella serie HD (alta definizione), consegnata in Europadal Centro <strong>di</strong> Ricerche <strong>di</strong> Milwaukee (Usa) della GeneralElectric e in<strong>di</strong>cata per indagini prevalentemente oncologiche.Le immagini generate dall’apparecchiatura sonoin grado <strong>di</strong> evidenziare eventuali lesioni tumorali graziead uno stu<strong>di</strong>o integrato sotto il profilo metabolico (Pet)e morfologico-topografico (Tc).<strong>Il</strong> Discovery HD è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da un anello detettore27


la parola ai colleghi<strong>Il</strong> Discovery HD è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>oda un anello detettore Peted una Tc multistrato con sistemiautomatici <strong>di</strong> riduzione dell’energiairra<strong>di</strong>ata. Ciò contiene al massimola dose assorb<strong>it</strong>a dal pazientedurante l’esame mantenendoelevata qual<strong>it</strong>à delle immagini finaliPet con sensibil<strong>it</strong>à elevatissima ed una Tc multistratoche impiega sistemi automatici <strong>di</strong> riduzione dell’energiairra<strong>di</strong>ata.Ciò consente <strong>di</strong> contenere al massimo la doseassorb<strong>it</strong>a dal paziente durante l’esame mantenendoelevati standard qual<strong>it</strong>ativi delle immagini finali.<strong>Il</strong> sistema Pet/Tc risulta, inoltre, notevolmentecompatto e ridotto <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni (slim concept) a tuttovantaggio del comfort, in particolare per i pazienticlaustrofobici.I dati Tc e Pet, una volta ricostru<strong>it</strong>i, vengono visualizzatiutilizzando l’applicazione Volumetrix su unaworkstation GE Me<strong>di</strong>cal Systems Xeleris dove siottengono le sezioni Pet, Tc e Pet/Tc fuse, ed unriquadro <strong>di</strong> visualizzazione 3D Mip (Maximum Intens<strong>it</strong>yProjection, proiezione massima intens<strong>it</strong>à) della Pet.Con la medesima applicazione è possibile fornire datiquant<strong>it</strong>ativi calcolando l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> attiv<strong>it</strong>à metabolicaSuv (standar<strong>di</strong>zed uptake values) delle lesioni.<strong>Il</strong> tomografo è, inoltre, corredato da sistemi <strong>di</strong>elaborazione <strong>di</strong> ultima generazione, che consentono<strong>di</strong> confrontare le immagini ottenute in 3D con indagini<strong>di</strong> Risonanza Magnetica dello stesso paziente, seesegu<strong>it</strong>i nella medesima sede, grazie a software <strong>di</strong>sommazione elettronica delle immagini, defin<strong>it</strong>i FusionPet/Rm.<strong>Il</strong> tomografo è, inoltre, corredato <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong>elaborazione <strong>di</strong> ultima generazione, che consentono<strong>di</strong> confrontare le immagini ottenute in 3D conindagini <strong>di</strong> Risonanza Magnetica dello stessopaziente, se esegu<strong>it</strong>i nella medesima sede, graziea software <strong>di</strong> sommazione elettronica delle immagini,defin<strong>it</strong>i Fusion Pet/Rm.Fisiopatologia dei tumori e PetSi deve a Warburg, circa 70 anni or sono,l’importante scoperta che le cellule neoplastiche hannouna esaltata attiv<strong>it</strong>à glicol<strong>it</strong>ica rispetto alle cellule normalidello stesso tipo istologico (7). Da allora la ricercascientifica ha <strong>di</strong>mostrato che il tessuto tumorale presentanumerose altre alterazioni biochimiche e metaboliche.Questa peculiar<strong>it</strong>à biologica ha rappresentatoil principale bersaglio della ricerca ra<strong>di</strong>ofarmaceutica,portando alla scoperta <strong>di</strong> numerosi traccianti impiegabilisolo negli stu<strong>di</strong> Pet. Attualmente, oltre il 90% deglistu<strong>di</strong> clinici Pet fornisce immagini del metabolismo delglucosio, ottenute con l’impiego <strong>di</strong> un suo analogo:il 2-deossiglucosio, marcato con Fluoro-18 ([18F]FDG).L’Fdg è l’analogo ra<strong>di</strong>oattivo del glucosio, e <strong>come</strong> tale28


con un meccanismo <strong>di</strong> trasporto transmembranafacil<strong>it</strong>ato, si concentra nelle cellule dei tessuti sani eneoplastici in proporzione al loro metabolismo gluci<strong>di</strong>co;la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> valutare in vivo tale metabolismo,permette <strong>di</strong> identificare le lesioni neoplastiche maligne<strong>come</strong> aree ipermetaboliche e quin<strong>di</strong> <strong>come</strong> aree <strong>di</strong>aumentata concentrazione ra<strong>di</strong>oattiva.Infatti, dentro la cellula, l’Fdg è fosforilato a Fdg-6-fosfato da esochinasi intracellulari; in questa formanon può essere utilizzato <strong>come</strong> substrato metaboliconelle successive tappe della glicolisi né può <strong>di</strong>ffondereal livello extracellulare rimanendo metabolicamenteintrappolato nello spazio intracellulare.Applicazioni cliniche• nel paziente non oncologico in cui si verifica unriscontro occasionale <strong>di</strong> masse o adenopatie <strong>di</strong>sospetta natura tumorale, ove un eventuale accertamentobioptico sia problematico per le con<strong>di</strong>zionicliniche del paziente e/o la sede dellalesione;• nella sta<strong>di</strong>azione <strong>di</strong> malattia alla prima <strong>di</strong>agnosicon elevato rischio <strong>di</strong> metastasi;• nel follow up del paziente oncologico, ove utilizzandoaltre meto<strong>di</strong>che <strong>di</strong>agnostiche sia comparsauna alterazione <strong>di</strong> dubbia interpretazione trareci<strong>di</strong>va ed es<strong>it</strong>i post-terapeutici;• nella rista<strong>di</strong>azione del paziente con reci<strong>di</strong>va tumoralesuscettibile <strong>di</strong> trattamento locale chirurgicoe/o ra<strong>di</strong>oterapico;• nella valutazione della risposta terapeutica;• nello stu<strong>di</strong>o del paziente oncologico con sospettoclinico e/o biochimico <strong>di</strong> ripresa <strong>di</strong> malattia;• nello stu<strong>di</strong>o del tumore metastatico a sede prim<strong>it</strong>ivaignota (la Fdg-Pet identifica la possibile sededel tumore prim<strong>it</strong>ivo in circa il 30% dei casi).Pet e clinica oncologicaVari stu<strong>di</strong> effettuati me<strong>di</strong>ante la Pet documentanola vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> questa tecnica nella <strong>di</strong>agnosi del nodulopolmonare benigno e maligno (8,9,10). Per quantoriguarda la sta<strong>di</strong>azione dei linfono<strong>di</strong> me<strong>di</strong>astinici laPet si propone <strong>come</strong> meto<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> prima scelta peril corretto inquadramento <strong>di</strong>agnostico capace <strong>di</strong>mo<strong>di</strong>ficare il management del paziente nel 20-40%dei casi (11,12). Nel follow-up post-trattamentochirurgico e/o me<strong>di</strong>co, la Pet ha <strong>di</strong>mostrato maggioresensibil<strong>it</strong>à rispetto alla Tc e Rm nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenzialetra reci<strong>di</strong>va/persistenza e fibrosi con un valoreaggiuntivo del 20-35% rispetto alle meto<strong>di</strong>che convenzionali.Di maggiore importanza il ruolo che la Pet puòrivestire nella sta<strong>di</strong>azione preoperatoria delle neoplasiedella mammella per la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> valutare in manieranon invasiva le linfoadenopatie del cavo ascellare (13).Nel follow-up della paziente con patologia neoplasticamammaria la Pet risulta inoltre utile per la <strong>di</strong>agnosiprecoce <strong>di</strong> malattia metastatica in caso <strong>di</strong> aumento<strong>di</strong> marker e nella in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va locale inpaziente sottoposto a ricostruzione mammaria, neiquali l’applicazione <strong>di</strong> protesi può generare artefattiall’imaging Tc o Rm.In mer<strong>it</strong>o al carcinoma del colon retto la Pet conFdg rappresenta un ausilio <strong>di</strong> particolare util<strong>it</strong>à per ilclinico, in corso <strong>di</strong> staging e soprattutto nel follow-updel paziente permettendo un precoce riconoscimentodella reci<strong>di</strong>va locale e della progressione della malattia(14,15).La Pet può essere utilizzata per l’identificazione de<strong>it</strong>umori ovarici e del testicolo, tuttavia il principale ruolosvolto da tale meto<strong>di</strong>ca in questi casi rimane il contributoche può essere forn<strong>it</strong>o in fase <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>azione, valutazionedella risposta al trattamento e riconoscimento precoce<strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia (16).Nei tumori testa-collo le principali in<strong>di</strong>cazioni clinichedella Pet sono cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e dalla sta<strong>di</strong>azione, dal mon<strong>it</strong>oraggiodella risposta terapeutica e dall’identificazione<strong>di</strong> reci<strong>di</strong>va <strong>di</strong> malattia (17).Nel carcinoma dell’esofago, la prognosi è fortementeinfluenzata dal precoce riconoscimento e daun’accurata determinazione dell’estensione della lesione.Mentre l’avanzamento locale della neoplasia29


la parola ai colleghiL’attivazione della Pet-Tcsul terr<strong>it</strong>orio salentino segnaun passo in avanti nell’innovazionetecnologica e rappresentaun intervento concreto a sostegnodel paziente oncologico mettendoa <strong>di</strong>sposizione del c<strong>it</strong>ta<strong>di</strong>noun efficace strumento <strong>di</strong> indagine<strong>di</strong>agnosticapuò essere facilmente evidenziato dalla Tc,dall’endoscopia e dalla broncoscopia, la rilevazione<strong>di</strong> metastasi presenti in altre se<strong>di</strong> rimane un problema.L’introduzione della Pet con Fdg ha reso possibilel’identificazione dei s<strong>it</strong>i <strong>di</strong> aumentata glicolisi dovuti altumore ed ha migliorato la selezione dei pazienti chepossono beneficiare <strong>di</strong> un trattamento ra<strong>di</strong>o o chemioterapicopreoperatorio.Sia in corso <strong>di</strong> sta<strong>di</strong>azione che <strong>di</strong> follow-up, la Petcon Fdg ha <strong>di</strong>mostrato un incremento <strong>di</strong> sensibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong>circa il 50% (sensibil<strong>it</strong>à e specific<strong>it</strong>à per metastasi damelanoma <strong>di</strong> 80 e 88% rispettivamente) e valori assoluti<strong>di</strong> accuratezza nel riconoscimento <strong>di</strong> progressionedella malattia superiori rispetto alle meto<strong>di</strong>che convenzionali,rappresentate dall’esame obiettivo, dai parametriematici della funzione epatica (fosfatasi alcalina, latticodeidrogenasi, bilirubina, transaminasi), dall’Rx deltorace, ecografia, Tc e Rm (18,19).Infine, i carcinomi a prim<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à ignota rappresentanouna realtà clinica relativamente comune rappresentandocirca il 5% <strong>di</strong> tutte le <strong>di</strong>agnosi in amb<strong>it</strong>o oncologico.Recenti stu<strong>di</strong>, confermerebbero infatti l’efficacia dellaPet con Fdg nell’identificazione della prim<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à ignota(fino al 53% dei pazienti stu<strong>di</strong>ati) con elevati valori <strong>di</strong>accuratezza <strong>di</strong>agnostica sia nell’identificazione dellasede <strong>di</strong> insorgenza della patologia che nel riconoscimentodella <strong>di</strong>ffusione loco-regionale ed a <strong>di</strong>stanzadella malattia (20).Ricadute cliniche nel terr<strong>it</strong>oriosalentinoL’impatto clinico <strong>di</strong> questa nuova tecnologia nellagestione del paziente oncologico è facilmente intuibilesoprattutto nell’amb<strong>it</strong>o <strong>di</strong> un terr<strong>it</strong>orio, <strong>come</strong> quellosalentino, duramente colp<strong>it</strong>o da un’elevata frequenza<strong>di</strong> patologia tumorale. I dati del registro ionico-salentinoconfermano infatti i risultati <strong>di</strong> precedenti indaginidell’Oms e riportano la presenza <strong>di</strong> una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>aumentato rischio <strong>di</strong> sviluppare patologie neoplasticherispetto al dato nazionale. Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> epidemiologiadescr<strong>it</strong>tiva hanno evidenziato infatti un eccesso <strong>di</strong>mortal<strong>it</strong>à statisticamente significativo per tumoremaligno sia a Brin<strong>di</strong>si che a Taranto (due aree metropol<strong>it</strong>anedefin<strong>it</strong>e “ad alto rischio ambientale” dal Consigliodei Ministri). Per singola sede sono risultatistatisticamente significativi gli eccessi per tumoremaligno epatico a Brin<strong>di</strong>si e per tumore maligno delpolmone e mesotelioma a Taranto. E’ stato ancheevidenziato un eccesso <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à a Taranto pertumori maligni ginecologici (mammella, utero, ovaio).Nella provincia <strong>di</strong> Lecce si è evidenziata una s<strong>it</strong>uazioneanomala dal momento che, pur essendo assenti sulsuo terr<strong>it</strong>orio inse<strong>di</strong>amenti industriali rilevanti, sia i dati<strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à sia i dati relativi ai ricoveri hanno mostratotassi per patologia neoplastica (in particolare percarcinoma del polmone) superiori rispetto a quelli delledue province lim<strong>it</strong>rofe (21).Alla luce <strong>di</strong> questo scenario, l’attivazione della Pet-Tc sul nostro terr<strong>it</strong>orio segna un passo in avantinell’innovazione tecnologica e rappresenta un interventoconcreto a sostegno del paziente oncologico mettendoa <strong>di</strong>sposizione del c<strong>it</strong>ta<strong>di</strong>no un efficace strumento <strong>di</strong>indagine <strong>di</strong>agnostica.L’attivazione della Pet-Tc sul nostro terr<strong>it</strong>oriosegna un passo in avanti nell’innovazione tecnologicae rappresenta un intervento concreto asostegno del paziente oncologico mettendo a<strong>di</strong>sposizione del c<strong>it</strong>ta<strong>di</strong>no un efficace strumento<strong>di</strong> indagine <strong>di</strong>agnostica.30


la parola ai colleghiBibliografia1. Phelps ME, Hoffman EJ, Mullani NA, Ter-Pogossian MM.Application of annihilation coincidence detection to transaxialreconstruction tomography. J Nucl Med. Mar 1975;16:210-224.2. Townsend D, Beyer T, Kinahan P. The SMART scanner: acombined PET/CT tomograph for clinical oncology. Ra<strong>di</strong>ology.1998;209:169-170.3. Beyer T, Townsend DW, Brun T, Kinahan PE, Charron M,Roddy R, Jerin J, Young J, Byars L, Nutt R. A combined PET/CTscanner for clinical oncology. J Nucl Med. Aug 2000;41:1369-1379.4. Charron M, Beyer T, Bohnen NN, Kinahan PE, Dachille M,Jerin J, Nutt R, Meltzer CC, Villemagne V, Townsend DW. Imageanalysis in patients w<strong>it</strong>h cancer stu<strong>di</strong>ed w<strong>it</strong>h a combined PET andCT scanner. Clin Nucl Med. Nov 2000;25:905-910.5. Townsend DW, Beyer T : A combined PET-TC scanner: thepath to true image fusion. Br J Ra<strong>di</strong>ol 75, S24-S30 2002.6. Czemin Y: E<strong>di</strong>tor-PET-TC: Imaging function and structure.J Nucl Med 45 (suppl) 1S-103S, 2004).7. Bailey DL, Parker JA. Single photon emission computerizedtomography in: Nuclear Me<strong>di</strong>cine 1315-1326, I.P.C. Murray P.J.Ell. Ed. Chirchill Livingstone 1994.8. Gambhir SS, Shepherd JE, Shah BD, Hart E, Hoh CK, ValkPE, Emi T, Phelps ME. Analytical decision model for the costeffectivemanagement of sol<strong>it</strong>ary pulmonary nodules. J Clin Oncol.Jun 1998;16:2113-2125.9. Gould MK, Lillington GA. Strategy and cost in investigatingsol<strong>it</strong>ary pulmonary nodules. Thorax. Aug 1998;53 Suppl 2: S32-37.10. Dietlein M, Weber K, Gandjour A, Moka D, Theissen P,Lauterbach KW, Schicha H. Cost-effectiveness of FDG-PET forthe management of sol<strong>it</strong>ary pulmonary nodules: a decision analysisbased on cost reimbursement in Germany. Eur J Nucl Med. Oct2000;27:1441-1456.11. Jhanwar YS, Straus DJ. The role of PET in lymphoma. JNucl Med. Aug 2006;47:1326-1334.12. Torizuka T, Nakamura F, Kanno T, Futatsubashi M, YoshikawaE, Okada H, Kobayashi M, Ouchi Y. Early therapymon<strong>it</strong>oring w<strong>it</strong>h FDG-PET in aggressive non-Hodgkin’s lymphomaand Hodgkin’s lymphoma. Eur J Nucl Med Mol Imaging. Jan2004;31:22-28.13. Kumar R, Loving VA, Chauhan A, Zhuang H, M<strong>it</strong>chell S,Alavi A. Potential of dual-time-point imaging to improve breastcancer <strong>di</strong>agnosis w<strong>it</strong>h (18)F-FDG PET. J Nucl Med. Nov2005;46:1819-1824.14. Lai DT, Fulham M, Stephen MS, Chu KM, Solomon M,Thompson JF, Sheldon DM, Storey DW. The role of whole-bodypos<strong>it</strong>ron emission tomography w<strong>it</strong>h [18F]fluorodeoxyglucose inidentifying operable colorectal cancer metastases to the liver.Arch Surg. Jul 1996;131:703-70715. Cohade C, Osman M, Leal J, Wahl RL. Direct comparisonof (18)F-FDG PET and PET/CT in patients w<strong>it</strong>h colorectal carcinoma.J Nucl Med. Nov 2003;44:1797-1803.16. Torizuka T, Nobezawa S, Kanno T, Futatsubashi M,Yoshikawa E, Okada H, Takekuma M, Maeda M, Ouchi Y. Ovariancancer recurrence: role of whole-body pos<strong>it</strong>ron emission tomographyusing 2-[fluorine-18]-fluoro-2-deoxy- D-glucose. Eur JNucl Med Mol Imaging. Jun 2002;29:797-803.17. OS AA, Fischbein NJ, Caputo GR, Kaplan MJ, Price DC,Singer MI, Dillon WP, Hawkins RA. Metastatic head and neckcancer: role and usefulness of FDG PET in locating occult primarytumors. Ra<strong>di</strong>ology. Jan 1999;210:177-181.18. Swetter S, Carroll L, Johnson D, Segall G. 9:45-10:00.Pos<strong>it</strong>ron Emission Tomography (PET) is Superior to ComputerizedTomography (CT) for Metastatic Staging in Melanoma Patients.Clin Pos<strong>it</strong>ron Imaging. Jul 2000;3:154.19. Gulec SA, Faries MB, Lee CC, Kirgan D, Glass C, MortonDL, Essner R. The role of fluorine-18 deoxyglucose pos<strong>it</strong>ronemission tomography in the management of patients w<strong>it</strong>h metastaticmelanoma: impact on surgical decision making. Clin NuclMed. Dec 2003;28:961-965.20. Trampal C, Sorensen J, Engler H, Langstrom B. 6. 18F-FDG Whole Body Pos<strong>it</strong>ron Emission Tomography (PET) in theDetection of Unknown Primary Tumors. Clin Pos<strong>it</strong>ron Imaging.Jul 2000;3:160.21. http://referendumilva.files.wordpress.com/2009/05/registrotumori-jonico-salentino-rtjs.pdf* INC-IMAGING NUCLEARE CALABRESEIndagini <strong>di</strong> alta special<strong>it</strong>à con PET-TC e Gamma Camera<strong>di</strong> Giuseppe Calabrese & C. S.a.s.<strong>di</strong>rettore san<strong>it</strong>ario Elisa Rizzavia Lecce-Maglie, km 1.5 – 73020 Cavallino (LE)Tel: 0832.612120 Fax 083261454532


La ricerca-azione e la gestionedell’appren<strong>di</strong>mento organizzativonella scuola / I parteUNA PROSPETTIVA DI CUI IN ITALIA CI SI AVVALE ANCORA POCO<strong>di</strong> Luigi Cosentinola parola ai colleghiQuando nella scuola si parla <strong>di</strong> ricerca-azione(RA), <strong>di</strong> sol<strong>it</strong>o si ha in mente una modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong>formazione <strong>di</strong>retta soprattutto ad incidere sul rapportofra insegnamento e appren<strong>di</strong>mento: si è ab<strong>it</strong>uati apensare alla RA <strong>come</strong> ad uno strumento per migliorarela qual<strong>it</strong>à dell’appren<strong>di</strong>mento attraverso lo sviluppodelle competenze <strong>di</strong>dattiche, in senso generale, degliinsegnanti.La RA ha però origini <strong>di</strong>verse ed è utilizzata in altriamb<strong>it</strong>i oltre a quello della scuola. E’ nata <strong>come</strong> metodologia<strong>di</strong> intervento nel sociale [Lewin, 1948] ed haispirato, <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente, <strong>di</strong>versi modelli<strong>di</strong> formazione, <strong>come</strong> la ricerca-intervento [Morelli,1991], l’action learning [Cartoccio, 1988], la formazioneintervento[Di Gregorio, 1994], la ricerca d’aula [Bruscaglioni,1992], il laboratorio <strong>di</strong> epistemologia operativa[Munari, 1993], tanto per c<strong>it</strong>arne alcuni; modelli accomunatidal considerare l’appren<strong>di</strong>mento soprattuttonei termini <strong>di</strong> un processo ciclico <strong>di</strong> riflessione e prassi.Da una decina d’anni, negli stu<strong>di</strong> organizzativi enella formazione, l’attenzione si è rivolta dai processi<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> persone, o gruppi, ai processiche portano l’organizzazione nel suo complesso adapprendere. L’ampliarsi del campo <strong>di</strong> ricerca ha portatosempre più a vedere nella RA uno dei mezzi più idoneiper affrontare il problema dell’appren<strong>di</strong>mento organizzativo[Susman, Evered 1978].Se capire <strong>come</strong> l’in<strong>di</strong>viduo apprendeè un problema ancora lontanodall’essere risolto, capire <strong>come</strong>apprende l’organizzazione presentaun’ulteriore <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> fondo:occorre preliminarmente stabilirein che cosa consiste la <strong>di</strong>fferenzatra “organizzazione” e un sempliceinsieme <strong>di</strong> personeIn questo articolo cercherò <strong>di</strong> mostrare quali sonoi principali vantaggi che la RA offre <strong>come</strong> modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong>formazione, ragionando su alcune questioni in unaprospettiva <strong>di</strong> cui, nella scuola e soprattutto in Italia,si ci si avvale ancora poco: l’appren<strong>di</strong>mento organizzativo[Castol<strong>di</strong>, 1995; Summa, 1996].La prima parte sarà de<strong>di</strong>cata a chiarire che cosasi intende con “appren<strong>di</strong>mento organizzativo”; proseguiremo,nella seconda parte, approfondendo alcunedelle relazioni che questo ha con la RA; infine, nellaterza parte affronteremo, alla luce dell’appren<strong>di</strong>mentoorganizzativo, il problema cruciale dell’organizzazionescolastica: il rapporto fra insegnamenti e appren<strong>di</strong>menti.34


Che cos’è l’appren<strong>di</strong>mentoorganizzativoChe le persone, in<strong>di</strong>vidualmente, apprendano è unfatto evidente; per questo stesso fatto, è ragionevolepensare che anche l’insieme delle persone che compongonoun’organizzazione sia capace <strong>di</strong> apprendere.Ma, se capire <strong>come</strong> l’in<strong>di</strong>viduo apprende è unproblema ancora lontano dall’essere risolto, capire<strong>come</strong> apprende l’organizzazione presenta un’ulteriore<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> fondo: occorre preliminarmente stabilire inche cosa consiste la <strong>di</strong>fferenza tra ciò che chiamiamo“organizzazione” e, appunto, un semplice insieme <strong>di</strong>persone. E questa è, ridotta all’essenziale, la questionefondamentale attorno alla quale ruota la ricerca sulleorganizzazioni.Non è certo possibile, qui, esaminare, seppure inmodo approssimativo, problemi <strong>di</strong> teoria dell’organizzazione.Ma è in<strong>di</strong>spensabile almeno riuscire amantenere il <strong>concetto</strong> <strong>di</strong> organizzazione in uno statosufficientemente sospeso, provvisorio. Infatti, gli erroripiù frequenti, e forse più pericolosi, nei quali si puòincappare affrontando i problemi organizzativi sono ilriduzionismo (cioè pensare <strong>di</strong> poter spiegare conLe organizzazioni sono sistemicomplessi nei quali operano livelli<strong>di</strong>versi che obbe<strong>di</strong>scono a logiche<strong>di</strong>verse. Per rappresentarsipiù facilmente che cosa siaun’organizzazione si usa spessouna metafora. Ad esempio si puòessere tentati <strong>di</strong> considerarla <strong>come</strong>un organismo vivente, una “personain grande”un’unica causa o principio un evento) e la reificazionedei concetti (cioè considerare alcuni concetti utilizzati<strong>come</strong> se connotassero univocamente “cose”).Le organizzazioni sono sistemi complessi nei qualioperano livelli <strong>di</strong>versi che obbe<strong>di</strong>scono a logiche<strong>di</strong>verse. Per rappresentarsi più facilmente che cosasia un’organizzazione si usa spesso una metafora[Morgan, 1986]. Ad esempio si può essere tentati <strong>di</strong>considerare l’organizzazione <strong>come</strong> un organismovivente, una “persona in grande”, a maggior ragionequando si attribuisce all’organizzazione una capac<strong>it</strong>à,<strong>come</strong> quella <strong>di</strong> apprendere, tipica dell’uomo. E allorasi usano espressioni <strong>come</strong>: il “cervello” <strong>di</strong> un’organizzazione,il suo “ambiente”, le sue capac<strong>it</strong>à <strong>di</strong>“adattamento”, la “selezione” delle organizzazioni. Sipuò pensare l’organizzazione <strong>come</strong> una macchina,per cui si parla ad esempio <strong>di</strong>: “meccanismi” organizzativi“guidati” da qualcuno, <strong>di</strong> “forze” che agiscono,<strong>di</strong> “attr<strong>it</strong>i” fra parti. Le metafore che si usano, anchecontemporaneamente, sono molte e sono più o menoutili a rappresentarsi la realtà organizzativa a seconda<strong>di</strong> ciò che permettono <strong>di</strong> mettere in luce (e, conseguentemente,<strong>di</strong> ciò che pongono in ombra). Lametafora biologico-antropomorfica (quella che ist<strong>it</strong>uisceun’analogia fra l’organizzazione e la persona in quantoorganismo vivente), se consente <strong>di</strong> ampliare concezioniriduttivamente astratte, lineari, dell’organizzazione,35


la parola ai colleghiL’ident<strong>it</strong>à <strong>di</strong> un’organizzazioneè paragonabile solo in primaapprossimazione a quella<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo: i rapporti tra le partie il tutto sono infatti <strong>di</strong> tutt’altranatura e compless<strong>it</strong>à<strong>come</strong> quella della macchina, comporta il pericolo <strong>di</strong>non cogliere aspetti legati alla sua “artificial<strong>it</strong>à”, nelsenso <strong>di</strong> essere un artefatto umano [Simon, 1981], inparticolare quelli culturali [Gagliar<strong>di</strong>, 1986] e psicologici[Quaglino, 1996].L’ident<strong>it</strong>à <strong>di</strong> un’organizzazione è paragonabile soloin prima approssimazione a quella <strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo: irapporti tra le parti e il tutto sono infatti <strong>di</strong> tutt’altranatura e compless<strong>it</strong>à.La compless<strong>it</strong>à dell’organizzazione non permette<strong>di</strong> ricondurre imme<strong>di</strong>atamente i suoi processi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mentoa quelli delle persone che vi lavorano: “è<strong>di</strong>fficile pensare ad un’organizzazione che apprendese essa non si compone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui a loro volta capaci<strong>di</strong> apprendere; ma non basta che gli in<strong>di</strong>vidui sianopiù capaci e intelligenti perché lo sia anchel’organizzazione” [Warglien, 1992]. Tener presentequesto è in<strong>di</strong>spensabile per poter meglio comprenderecerti fenomeni. L’organizzazione, infatti, può non riuscirea trarre vantaggio dalle competenze <strong>di</strong> cui sono portatricile persone o, ad<strong>di</strong>r<strong>it</strong>tura, può avvenire che alsuo interno si imparino cose controproducenti perl’organizzazione stessa. Ancora: l’organizzazione puòapprendere attraverso processi non intenzionalmenteattivati a questo scopo o, al contrario, importantiinterventi <strong>di</strong> formazione del personale possono risultare,una volta conclusi, in gran parte inefficaci perl’organizzazione nel suo insieme. Ciò che vale per laparte, può non valere per il tutto e viceversa.“L’appren<strong>di</strong>mento organizzativo avviene quando imembri dell’organizzazione agiscono <strong>come</strong> attori <strong>di</strong>appren<strong>di</strong>mento per l’organizzazione - quando cioè,informazioni, esperienze, scoperte, valutazioni <strong>di</strong> ciascunin<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong>ventano patrimonio comune dell’interaorganizzazione - fissandole nella memoriadell’organizzazione, co<strong>di</strong>ficandole in norme, valori,metafore e mappe mentali in base alle quali ciascunoagisce” [Argyris e Schon, 1978]. Di fronte a questopasso ormai classico l’attenzione <strong>di</strong> chi legge è <strong>di</strong>sol<strong>it</strong>o attratta dal trasferimento degli appren<strong>di</strong>mentipropri <strong>di</strong> “ciascun in<strong>di</strong>viduo” all’“intera organizzazione”e alla loro fissazione “nella memoria dell’organizzazione”.<strong>Il</strong> che equivale a pensare all’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>un’organizzazione <strong>come</strong> ad una specie <strong>di</strong> sommadegli appren<strong>di</strong>menti delle persone che vi lavorano:non è così semplice.In questo modo ci si rappresenta solo il modo incui si manifesta: la circolazione <strong>di</strong> in-formazione, ched’altra parte accompagna qualsiasi processo organizzativo,appren<strong>di</strong>mento compreso quin<strong>di</strong>. Non ci sirappresenta però ciò che esso è: un processo <strong>di</strong> trasformazione,né, soprattutto, qual è la con<strong>di</strong>zione che36


lo realizza: la possibil<strong>it</strong>à <strong>di</strong> attuare una deformazione.I concetti chiave della definizione <strong>di</strong> Argyris sonodue. <strong>Il</strong> primo è che gli in<strong>di</strong>vidui devono essere “attori<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento per l’organizzazione”, il che significaporre costantemente il problema <strong>di</strong> ciò che si fa, <strong>di</strong><strong>come</strong> lo si fa, del perché e <strong>di</strong> quali risultati si ottengono.Tutto questo avviene secondo le regole (la “forma”)che appartengono all’organizzazione e non agli in<strong>di</strong>viduiche vi lavorano. Naturalmente, parlando <strong>di</strong> “regole”intendo solo in minima parte quelle esplic<strong>it</strong>ate, scr<strong>it</strong>te(<strong>come</strong> statuti, regolamenti, procedure), più o menoformalizzate; intendo invece soprattutto quelle istanzegenerali, consapevoli o meno, che spingono ad agiree pensare in un certo modo. Istanze che possonoessere <strong>di</strong> varia natura: razionale (fare qualcosa con ilminimo sforzo), affettiva (fare qualcosa perché è apprezzatoda altri); percettiva (fare qualcosa perchépiace). Queste regole si apprendono proprio entrandoin un’organizzazione e gli in<strong>di</strong>vidui le agiscono (e nesono agìti) prevalentemente solo al suo interno [Depolo,1988].L’organizzazione è qualcosache si apprende, nel doppio senso:è oggetto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mentoe apprende sé stessa. Lavorarvisignifica vivere una continuaesperienza <strong>di</strong> formazione, ma ancheche l’organizzazione apprende,cioè mo<strong>di</strong>fica le proprie regole,solo attraverso l’impegno<strong>di</strong> chi vi appartieneL’organizzazione è qualcosa che si apprende, neldoppio senso: è oggetto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e apprendesé stessa. Infatti lavorarvi significa vivere una continuaesperienza <strong>di</strong> formazione, ma anche chel’organizzazione apprende, cioè mo<strong>di</strong>fica le proprieregole, solo attraverso l’impegno <strong>di</strong> chi vi appartiene.Questo è un po’ il paradosso dell’appren<strong>di</strong>mentoorganizzativo: l’attiv<strong>it</strong>à all’interno <strong>di</strong> un’organizzazionedovrebbe svilupparsi con modal<strong>it</strong>à tali da cambiarequelle stesse regole che ne sono alla base. Ecco ladeformazione a cui ho accennato prima; il cambiamentorichiede un <strong>di</strong>sappren<strong>di</strong>mento che consistenell’alterazione o nell’eliminazione <strong>di</strong> regole non piùefficaci.Proprio perché apprendere è porre in essere unsistema <strong>di</strong> conformismi intorno a regole nuove (se nonfossero nuove si avrebbe solo una riproduzione <strong>di</strong>regole) per giungere a questo risultato occorre, inqualche modo, deformare le regole già assunte. Ciòavviene sia quando queste regole debbano esseresost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e (ad esempio correggere un errore non accidentaleè sost<strong>it</strong>uire ad una regola assunta “sbagliata”un’altra “giusta”) sia quando si tratta <strong>di</strong> ricontestualizzarlein un insieme più complesso (ad esempio leregole della geometria cartesiana non sost<strong>it</strong>uisconoquelle della geometria euclidea, ma le ricontestualizzano37


Proprio perché apprendere è porrein essere un sistema <strong>di</strong> conformismiintorno a regole nuove per giungerea questo risultato occorre,in qualche modo, deformarele regole già assuntela parola ai colleghiall’interno del linguaggio matematico).Ancora: il passaggio da “vecchie” a “nuove” regoleavviene sia con modal<strong>it</strong>à “forti”, ad esempio creandouna s<strong>it</strong>uazione <strong>di</strong> confl<strong>it</strong>to cogn<strong>it</strong>ivo, sia con modal<strong>it</strong>à“deboli”, ad esempio attraverso un lavoro <strong>di</strong> ristrutturazionecogn<strong>it</strong>iva. Ciò che è, insomma, <strong>di</strong> fondamentaleimportanza tener conto è che non si può,nell’appren<strong>di</strong>mento organizzativo, intervenire <strong>come</strong>se si fosse <strong>di</strong> fronte alla classica tabula rasa, al“conten<strong>it</strong>ore da riempire”. Non solo perché tanto piùsi ha a che fare con adulti, tanto meno si parte dazero; ma soprattutto perché nell’organizzazione gliappren<strong>di</strong>menti si conservano in “luoghi” che sono piùampi <strong>di</strong> quelli delle menti dei singoli in<strong>di</strong>vidui.Chiedersi <strong>come</strong> si potrebbe fare meglio quello chesi fa significa porsi il problema <strong>di</strong> <strong>come</strong> si potrebberomo<strong>di</strong>ficare le regole esistenti nell’organizzazione.Ancora una volta: essere “attori <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento perl’organizzazione”. Non si possono mo<strong>di</strong>ficare regoleo crearne <strong>di</strong> nuove, questo è il secondo <strong>concetto</strong>chiave, senza attivare un processo <strong>di</strong> “co<strong>di</strong>ficazione”.E’ fondamentale che l’appren<strong>di</strong>mento, le nuoveregole, si fissi “nella memoria dell’organizzazione”, maancora più importante è che ciò avvenga solo attraversouna co<strong>di</strong>ficazione. Da notare che Argyris fa riferimentoproprio a forme immateriali, per meglio <strong>di</strong>re cogn<strong>it</strong>ive,<strong>di</strong> co<strong>di</strong>ficazione: “norme, valori, metafore e mappementali”. Co<strong>di</strong>ficare non è semplicemente stilare unelenco <strong>di</strong> regole, è ridefinire socialmente il senso delfare e del pensare le cose all’interno dell’organizzazione.Ciò avviene continuamente, sperimentando, attraversole decisioni, lo spazio <strong>di</strong> <strong>di</strong>screzional<strong>it</strong>à in cui ciascunoè immerso [Gherar<strong>di</strong>, 1990]. Decisioni che mettonoalla prova le regole: le confermano, le mo<strong>di</strong>ficano o lerinnovano; decisioni attraverso le quali ciascun in<strong>di</strong>viduointerpreta il proprio ruolo, <strong>come</strong> un attore il copioneo un musicista lo spart<strong>it</strong>o, facendo sempre qualcosa<strong>di</strong> impercettibilmente <strong>di</strong>verso da prima e <strong>di</strong> profondamentepersonale rispetto agli altri. Decisioni checonlegano, legano insieme, rendono colleghi gli uni egli altri, perché impegnano reciprocamente, in un’operalunga e <strong>di</strong>fficoltosa, coloro che le prendono e che lerealizzano. Discrezional<strong>it</strong>à che è quin<strong>di</strong> lo spazio delconfl<strong>it</strong>to, della negoziazione e del contratto che nonavvengono però, il più delle volte, secondo r<strong>it</strong>i ist<strong>it</strong>uzionalizzati(si pensi, ad esempio, ad una trattativasindacale), ma nelle relazioni quoti<strong>di</strong>ane. E’ soprattuttonella rete <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenze che fa quoti<strong>di</strong>anamenteda collante alla v<strong>it</strong>a lavorativa che si mantiene, econtemporaneamente si rigenera, il tessutodell’organizzazione e quin<strong>di</strong> le sue regole, il suo patrimonio<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>menti. <strong>Il</strong> “mantenere”, che è un “farmanutenzione” cioè conservare la funzional<strong>it</strong>à <strong>di</strong> qualcosa,richiama un <strong>concetto</strong> attiguo: quello del “riparare”che, al <strong>di</strong> là dell’accezione tecnica, è un <strong>concetto</strong>fondamentale nella psicologia kleiniana. “La sommadell’energia mobil<strong>it</strong>ata per un comp<strong>it</strong>o <strong>di</strong>pende sia daldesiderio <strong>di</strong> raggiungere l’obiettivo [...], sia dal significatosimbolico dell’obiettivo [...]. Se la posizione depressiva[cioè, in questo caso, la <strong>di</strong>namica <strong>di</strong> ansie, confl<strong>it</strong>ti e<strong>di</strong>fese connessa all’essere mancanti <strong>di</strong> qualcosa chedeve essere prodotto, l’obiettivo appunto, NdA] è38


stata sufficientemente elaborata il contenuto simbolicodel lavoro sarà soprattutto legato alla riparazione. [...]L’obiettivo del lavoro si presta bene per una similesimbolizzazione dato che esiste soltanto <strong>come</strong> progettoparziale che richiede <strong>di</strong> venire completato e portatoin v<strong>it</strong>a dalla cura amorevole e dalla fatica” [Jaques,1970].A livello macro l’obiettivo dell’organizzazione è laconservazione dell’organizzazione stessa: il suo mantenersiin v<strong>it</strong>a, il suo crescere e svilupparsi. Quest’operacontinua <strong>di</strong> “riparazione”, in<strong>di</strong>spensabile per mantenerev<strong>it</strong>ale l’organizzazione, si realizza non soltanto attraversoatti che più imme<strong>di</strong>atamente sono identificabili <strong>come</strong>organizzativi (ad esempio l’adempimento <strong>di</strong> procedure),ma soprattutto nella quoti<strong>di</strong>an<strong>it</strong>à. E’ nella conversazione,spazio <strong>di</strong> scambio interattivo in cui si ridefinisconoi simboli e i significati dei quali è costru<strong>it</strong>o il mondodegli in<strong>di</strong>vidui [Galimberti, 1992] che una partedell’energia <strong>di</strong>sponibile in un’organizzazione, invece<strong>di</strong> essere utilizzata in azioni <strong>di</strong>rettamente connesse alperseguimento degli obiettivi, viene invest<strong>it</strong>a per alimentareil tessuto organizzativo. E’ la conversazionea consentire quel “traffico culturale” [Alvesson, 1993]che attraverso molteplici scambi, anche con l’esterno(ma <strong>di</strong>stinguere ciò che è “interno” da ciò che è“esterno” è sempre problematico), ricreal’organizzazione.E’ dunque essenziale, affinché ci sia appren<strong>di</strong>mentoorganizzativo, che le nuove regole non vengano introdottedall’esterno, ma che siano il frutto <strong>di</strong> un processointerno <strong>di</strong> sviluppo. In caso contrario si avrebbe soloun processo <strong>di</strong> adattamento, che è certo un modo <strong>di</strong>apprendere, ma <strong>di</strong> livello inferiore.Su tale aspetto le teorie organizzative <strong>di</strong> orientamentosistemico e cogn<strong>it</strong>ivista, che assumono, qualepiù quale meno, il modello delle categorie logichedell’appren<strong>di</strong>mento proposto da Bateson, sono concor<strong>di</strong>.Si tratta <strong>di</strong> ottenere un cambiamento del contestocogn<strong>it</strong>ivo e affettivo attraverso il quale viene stabil<strong>it</strong>oil significato <strong>di</strong> ciò che avviene [Bateson, 1972]. S<strong>it</strong>ratta <strong>di</strong> quello che Stacey [1991] ha chiamatoE’ fondamentale chel’appren<strong>di</strong>mento, le nuove regole,si fissi “nella memoriadell’organizzazione”, ma ancorapiù importante è che ciò avvengasolo attraverso una co<strong>di</strong>ficazione“cambiamento aperto”, un cambiamento che “nonriguarda i risultati ma il processo” e che richiede“l’andare oltre il livello della coscienza; la messa in<strong>di</strong>scussione <strong>di</strong> valori culturali e comportamentali; lachiarificazione <strong>di</strong> spiegazioni implic<strong>it</strong>e che guidano ilcomportamento e lo sviluppo <strong>di</strong> spiegazioni più esplic<strong>it</strong>ecirca quello che sta succedendo”.L’appren<strong>di</strong>mento organizzativo cost<strong>it</strong>uisce ancoraun campo, per quanto riguarda la ricerca, in parteda esplorare e, per quanto concerne la possibil<strong>it</strong>à<strong>di</strong> intervento, in gran parte da inventare. Se questoè vero per le organizzazioni produttive che investonosomme ingenti per il loro sviluppo (vista la posta inpalio: un vantaggio compet<strong>it</strong>ivo e quin<strong>di</strong> l’aumentodei prof<strong>it</strong>ti), lo è ancor <strong>di</strong> più per le organizzazioni,<strong>come</strong> la scuola, che restano in<strong>di</strong>etro perché nonsono in grado, per le lim<strong>it</strong>ate risorse <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>spongono,<strong>di</strong> attrarre l’attenzione <strong>di</strong> ricercatori, consulentie formatori.Nella scuola rappresenta un serio problema, mane parleremo soprattutto nella terza parte dell’articolo,riuscire ad utilizzare quanto si è fatto nel campodell’appren<strong>di</strong>mento organizzativo per mo<strong>di</strong>ficare leregole esistenti all’interno <strong>di</strong> un Ist<strong>it</strong>uto scolastico.Eppure le organizzazioni educative presentano fenomeniestremamente interessanti da stu<strong>di</strong>are.Non è un caso se alcuni concetti-chiave del pensieroorganizzativo degli ultimi venti, venticinque, anni sonostati elaborati anche grazie alla ricerca in questosettore, salvo trasferire sub<strong>it</strong>o dopo questi stessirisultati ad altri amb<strong>it</strong>i più remunerativi.(continua sul prossimo numero)39


Infortuni nel comparto san<strong>it</strong>àdella provincia <strong>di</strong> LecceANALISI DEI DATI RELATIVI AGLI ANNI 2000/08<strong>di</strong> A. De Giorgi, B. Tamborino, G. De Filippis*la parola ai colleghi<strong>Il</strong> Decreto n. 1124 del 30 giugno 1965 definisceinfortunio sul lavoro un evento dannoso che incidesulla capac<strong>it</strong>à lavorativa del lavoratore ed è cagionatoda una causa violenta in occasione <strong>di</strong> lavoro.“L’assicurazione comprende tutti i casi <strong>di</strong> infortunioavvenuti per causa violenta in occasione <strong>di</strong> lavoro, dacui sia derivata la morte o un’inabil<strong>it</strong>à permanente allavoro, assoluta o parziale, ovvero un’inabil<strong>it</strong>à temporaneaassoluta che importi l’astensione dal lavoro perpiù <strong>di</strong> tre giorni” (1).Tra i comp<strong>it</strong>i previsti dal Servizio Prevenzione eSicurezza negli Ambienti <strong>di</strong> Lavoro (SPeSAL), la prevenzionedegli infortuni riveste un ruolo <strong>di</strong> primariaimportanza che inizia dalla valutazione dei nuoviinse<strong>di</strong>amenti produttivi (prevenzione primaria), finoall’inchiesta quando l’infortunio è accaduto e, in talicircostanze, vengono analizzate <strong>di</strong>namiche, fattoricausali e circostanze dell’evento lesivo.Ma per orientare, programmare e pianificare leattiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> prevenzione, non è sufficiente la conoscenza<strong>di</strong> singoli episo<strong>di</strong>, che sono caratterizzati da fattoriirripetibili legati al comportamento umano ed al cosìdetto “imponderabile“ molto spesso legato a valutazionidei rischi non adeguate, per cui si ha bisogno <strong>di</strong> unabanca dati che operando su gran<strong>di</strong> numeri consenta<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare con evidenza statisticamente significativae quin<strong>di</strong> con maggiore precisione i fattori determinantisuscettibili <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica. Infatti per “fare” correttamenteLa conoscenza dell’andamentodel fenomeno infortunistico permette<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i punti cr<strong>it</strong>icidei processi lavorativi, dei luoghi<strong>di</strong> lavoro, delle macchinee degli impianti coinvoltinegli infortuni con le relative azioni<strong>di</strong> rime<strong>di</strong>oprevenzione, è in<strong>di</strong>spensabile avere a <strong>di</strong>sposizioneadeguate conoscenze, quin<strong>di</strong> un organico sistemainformativo basato su una congrua base <strong>di</strong> informazionie su idonei in<strong>di</strong>catori.Un tale sistema non solo è utile per definire prior<strong>it</strong>à,per mirare le azioni, per valutarne i risultati per“governare” i problemi ma anche per informare,comunicare, socializzare ed educare.In Italia esiste una serie <strong>di</strong> soggetti centrali e terr<strong>it</strong>orialiche hanno funzioni e svolgono comp<strong>it</strong>i in materia <strong>di</strong>tutela della <strong>salute</strong> e sicurezza sul lavoro e che daqualche anno hanno iniziato ad interfacciarsi tra loroal fine <strong>di</strong> giungere ad un sistema informativo unico,con<strong>di</strong>viso, <strong>di</strong>ffusamente fruibile sul terr<strong>it</strong>orio nazionale.Tale intesa è stata formalizzata con un Protocollofirmato il 25 luglio 2002 da Inail, Ispesl, Regioni eProvince autonome che hanno convenuto sulla fon-40


damentale importanza della conoscenza al fine <strong>di</strong>pianificare le attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> prevenzione nei luoghi <strong>di</strong> lavoroe quin<strong>di</strong> hanno con<strong>di</strong>viso l’esigenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> unSistema informativo nazionale integrato per laprevenzione sottoscrivendo l’impegno per la suarealizzazione attraverso un programma <strong>di</strong> collaborazionesistematica.Questa intesa ha avuto il suo approdo naturale e<strong>di</strong>l riconoscimento normativo nell’art. 8 del D.Lgs 81/08che ist<strong>it</strong>uisce il Sistema Informativo Nazionale perla prevenzione nei luoghi <strong>di</strong> lavoro (Sinp).Nelle more dell’implementazione del Sinp già apartire dal 2002 l’Inail e l’Ispesl provvedono alla elaborazionee <strong>di</strong>stribuzione annuale alle aziende san<strong>it</strong>arie<strong>di</strong> un data base che contiene l’anagrafe delle aziendeche insistono sul terr<strong>it</strong>orio <strong>di</strong> competenza della singolaUsl e l’archivio eventi: infortuni e malattie professionali.Per i Servizi Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti<strong>di</strong> Lavoro tale fonte <strong>di</strong> dati è <strong>come</strong> già detto, preziosaper la conoscenza del terr<strong>it</strong>orio ed in<strong>di</strong>spensabile peruna corretta pianificazione e programmazionedell’attiv<strong>it</strong>à sia ispettiva sia <strong>di</strong> informazione.La conoscenza dell’andamento del fenomenoinfortunistico consente agli stessi impren<strong>di</strong>tori <strong>di</strong> avereLa classe <strong>di</strong> età che va incontroprevalentemente al fenomenoinfortunistico è quella tra i 41-50anni con il 34.9% segu<strong>it</strong>ada quella 51-60 anni con il 31.9%contezza delle ricadute negative sia economiche chesull’organizzazione del lavoro degli infortuni e permette<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare i punti cr<strong>it</strong>ici dei processi lavorativi, deiluoghi <strong>di</strong> lavoro, delle macchine e degli impianti coinvoltinegli infortuni con le relative azioni <strong>di</strong> rime<strong>di</strong>o.In Provincia <strong>di</strong> Lecce il comparto san<strong>it</strong>à (gruppotariffa Inail “0300 San<strong>it</strong>à e servizi sociali”) nel 2007occupava 15.187 un<strong>it</strong>à pari a circa il 13% del totaleassicurati Inail (117.107 flussi Inail ‘07)Data la compless<strong>it</strong>à delle attiv<strong>it</strong>à, la varietà dellequalifiche professionali all’interno del comparto ed illungo periodo temporale considerato, l’analisidell’andamento infortunistico si è basata su elementi<strong>di</strong> carattere generale confrontati per triennio (2000/02;2003/05; 2006/08).Materiali e meto<strong>di</strong>I dati per lo stu<strong>di</strong>o del fenomeno infortunistico sonoquelli rifer<strong>it</strong>i al data base Inail 2009 (con infortuniregistrati fino all’anno 2008).L’analisi del fenomeno infortunistico è stata compiutaper l’arco temporale 2000/08, con riferimento agliinfortuni defin<strong>it</strong>i dal 1° gennaio al 31 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> ognianno.Sono stati considerati solo gli infortuni defin<strong>it</strong>ipos<strong>it</strong>ivamente escludendo quelli in <strong>it</strong>inere. Per como<strong>di</strong>tà<strong>di</strong> calcolo non sono stati esclusi gli infortuni stradali,quest’ultimi infatti è possibile stralciarli solo a decorreredal 2004. Essi sono connessi all’uso <strong>di</strong> automezziaziendali e tali acca<strong>di</strong>menti sono degni <strong>di</strong> una analisiparticolare essendo eventi legati all’attiv<strong>it</strong>à lavorativa,ma con<strong>di</strong>zionati da fattori extralavorativi peraltro <strong>di</strong>sci-41


la parola ai colleghiLa caduta in piano su superfici<strong>di</strong> lavoro è la prima causa<strong>di</strong> infortunio segu<strong>it</strong>ada sollevamento o spostamento<strong>di</strong> personeplinati da norme <strong>di</strong>verse da quelle <strong>di</strong> igiene e sicurezzadel lavoro <strong>come</strong> è il Co<strong>di</strong>ce della strada e molto dacomportamenti ed ab<strong>it</strong>u<strong>di</strong>ni in<strong>di</strong>viduali, così <strong>come</strong> purequelli in <strong>it</strong>inere.Si consideri comunque che, negli anni 2004-08, lapercentuale <strong>di</strong> infortuni stradali defin<strong>it</strong>i pos<strong>it</strong>ivamenteè <strong>di</strong> circa il 6.0% l’anno.Nell’analisi dell’evento infortunistico, l’Inail considerala “forma” <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento che rappresenta il modo ola circostanza in cui v<strong>it</strong>tima ed “agente materiale”(persona, animale o cosa) sono venuti a contatto.A partire dall’anno 2001 è iniziato progressivamentel’uso sperimentale dei co<strong>di</strong>ci Esaw (normativa europea)per descrivere in maniera più circostanziata le modal<strong>it</strong>àdell’infortunio.Dato che il periodo considerato per gli acca<strong>di</strong>mentiinfortunistici attraversa una fase <strong>di</strong> transizione tra i duemeto<strong>di</strong>, per avere una lettura univoca dei risultati nei<strong>di</strong>versi anni, si è r<strong>it</strong>enuto opportuno basarel’elaborazione dei dati sulle due variabili classiche ecioè “forma” ed “agente”.Nell’analizzare il fenomeno infortunistico non si èfatta <strong>di</strong>stinzione tra personale che opera nei presi<strong>di</strong>ospedalieri pubblici e privati da quello che opera nellestrutture terr<strong>it</strong>oriali <strong>di</strong> assistenza.<strong>Il</strong> costo me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una giornata lavorativa <strong>di</strong> uninfermiere professionale (categoria con infortuni piùnumerosi) è <strong>di</strong> euro 67,56. Tale valore è stato ricavatoconsiderando gli importi riportati su 12 denuncie <strong>di</strong>infortunio Inail, pervenute allo Spesal nel mese <strong>di</strong>gennaio 2010.L’elaborazione dei dati è stata effettuata con softwareEpi Info ver. 3.2.I risultatiLa percentuale <strong>di</strong> infortuni defin<strong>it</strong>i pos<strong>it</strong>ivamente,nel corso dei tre trienni, rispetto a quelli denunciati èin me<strong>di</strong>a dell’80%.La classe <strong>di</strong> età che va incontro prevalentementeal fenomeno infortunistico è quella tra i 41-50 annicon il 34.9% (con una punta del 37.1% nel triennio06/08) segu<strong>it</strong>a da quella 51-60 anni con il 31.9%(tabella 1). Dai totali si evince <strong>come</strong> il numero <strong>di</strong> infortuniè cresciuto dal primo al secondo triennio ed è rimastocostante nel terzo.2000/02 2003/05 2006/08Classi Età Freq % Classi Età Freq % Classi Età Freq %0) Indeterminata 4 0,4% c) da 18 a 2955 4,8% c) da 18 a 2945 4,0%c) da 18 a 29505,0%d) da 30 a 4028224,6%d) da 30 a 4026023,0%d) da 30 a 4025125,3%e) da 41 a 5040034,9%e) da 41 a 5041937,1%e) da 41 a 5034134,4%f) da 51 a 6036531,9%f) da 51 a 6035731,6%f) da 51 a 6031832,1%g) da 61 a 65403,5%g) da 61 a 65474,2%g) da 61 a 65272,7%h) oltre 6530,3%h) oltre 6520,2%Totale991100,0%Totale1145100,0%Totale1130100,0%Tab. 1. Frequenza acca<strong>di</strong>menti infortunistici per classi <strong>di</strong> età42


Sono i soggetti <strong>di</strong> sesso femminile ad avere piùeventi infortunistici ed il fenomeno ha un andamentocrescente nei trienni. (tabella 2)2000/02 2003/05 2006/08Sesso Freq % Sesso Freq % Sesso Freq %F564 56,91% F684 59,7% F709 62,7%M42743,1%M46140,3%M42137,7%Totale991100,0%Totale1145100,0%Totale1130100,0%Tab. 2. Frequenza acca<strong>di</strong>menti infortunistici stratificati per sessoSe si associa la “forma” in cui è accaduto l’infortunioall’“agente” che lo causa si nota che la caduta in pianosu superfici <strong>di</strong> lavoro è la prima causa <strong>di</strong> infortunio(tabella 3) segu<strong>it</strong>a, nel triennio 00/02 e 06/08, da sollevamentoo spostamento <strong>di</strong> persone (la <strong>di</strong>minuzione dellanumeros<strong>it</strong>à nel tempo per la modal<strong>it</strong>à caduta in pianosu superfici <strong>di</strong> lavoro è dovuta all’applicazione sempremaggiore della co<strong>di</strong>fica infortuni con le variabili ESAW).2000/02 2003/05 2006/08Forma_Agente Freq % Forma_Agente Freq % Forma_Agente Freq %....72 Caduto in piano su, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o120 12.1....72 Caduto in piano su, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o89 7.8....72 Caduto in piano su, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o29 2.622 Sollevando spostando,60 Persone19 Movimento scoor<strong>di</strong>nato71 Caduto dall’alto, 52Scale e passerelli32 Colp<strong>it</strong>o da, 60 Persone18 Ha messo un piede infallo, 51 Superfici lavoro etrans<strong>it</strong>o17 Ha urtato contro, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o17 Ha urtato contro, 56Arre<strong>di</strong> e impianti fissi92 Incidente alla guida<strong>di</strong>, 11 Mezzi trasportoterrestre non su rotaie.....TotaleTab. 3. Prime 10 cause <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>menti infortunistici52464440343128269915.24.64.44.03.43.12.82.610017 Ha urtato contro, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o22 Sollevando spostando,60 Persone33 Invest<strong>it</strong>o da, 11 Mezz<strong>it</strong>rasp. terrestre non su rotaie22 Sollevando spostando13 Si è colp<strong>it</strong>o con, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o17 Ha urtato contro, 56Arre<strong>di</strong> e impianti fissi32 Colp<strong>it</strong>o da, 30 Attrezzi32 Colp<strong>it</strong>o da, 30 Attrezzi.....Totale514833312624222011454.54.202.902.702.302.101.901.7010022 Sollevando spostando,60 Persone13 Si è colp<strong>it</strong>o con, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o17 Ha urtato contro, 51Superfici lavoro e trans<strong>it</strong>o17 Ha urtato contro, 56Arre<strong>di</strong> e impianti fissi17 Ha urtato contro, 54Parti cost<strong>it</strong>utive e<strong>di</strong>fici33 Invest<strong>it</strong>o da, 11 Mezz<strong>it</strong>rasp. terrestre non su rotaie...............Totale18131286611301.61.21.10.70.50.510043


2000/02 2003/05 2006/08natura_grupposede Freq % natura_grupposede Freq % natura_grupposede Freq %3 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Caviglia, piede, alluce, altre<strong>di</strong>ta118 11.9 3 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Colonna vertebrale154 13.4 3 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Colonna vertebrale127 11.23 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Colonna vertebrale10510.63 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Caviglia, piede, alluce, altre<strong>di</strong>ta1079.33 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Caviglia, piede, alluce, altre<strong>di</strong>ta11510.22 - Contusione, Cingolopelvico, coscia, ginocchio,gamba838.42 - Contusione, Cingolopelvico, coscia, ginocchio,gamba917.92 - Contusione, Cingolopelvico, coscia, ginocchio,gamba968.51 - Fer<strong>it</strong>a, Mano, pollice,in<strong>di</strong>ce, me<strong>di</strong>o, anulare,mignolo585.91 - Fer<strong>it</strong>a, Mano, pollice,in<strong>di</strong>ce, me<strong>di</strong>o, anulare,mignolo776.73 - Lussazione, <strong>di</strong>storsioneCingolo pelvico, coscia,ginocchio, gamba726.42 - Contusione, Caviglia,piede, alluce, altre <strong>di</strong>ta545.42 - Contusione, Caviglia,piede, alluce, altre <strong>di</strong>ta524.52 - Contusione, Mano,pollice, in<strong>di</strong>ce, me<strong>di</strong>o,anulare, mignolo686.0la parola ai colleghi3 - Lussazione, <strong>di</strong>storsioneCingolo pelvico, coscia,ginocchio, gamba2 - Contusione, Mano,pollice, in<strong>di</strong>ce, me<strong>di</strong>o,anulare, mignolo2 - Contusione, Braccio,gom<strong>it</strong>o, avambraccio,polso4 - Frattura, Caviglia,piede, alluce, altre <strong>di</strong>ta2 - Contusione, Colonnavertebrale.....52414036355.24.14.03.63.53 - Lussazione, <strong>di</strong>storsioneCingolo pelvico, coscia,ginocchio, gamba2 - Contusione, Mano,pollice, in<strong>di</strong>ce, me<strong>di</strong>o,anulare, mignolo9 - Lesioni da sforzo,Colonna vertebrale2 - Contusione,Colonna vertebrale2 - Contusione, Paretetoracica.....52514843364.54.54.23.83.11 - Fer<strong>it</strong>a, Mano, pollice,in<strong>di</strong>ce, me<strong>di</strong>o, anulare,mignolo2 - Contusione, Caviglia,piede, alluce, altre <strong>di</strong>ta4 - Frattura, Caviglia,piede, alluce, altre <strong>di</strong>ta3 - Lussazione, <strong>di</strong>storsione,Cingolo toracico2 - Contusione, Braccio,gom<strong>it</strong>o, avambraccio, polso.....52514439384.64.53.93.53.4Totale991100Totale100Totale1130100Tab. 4. Prime 10 cause <strong>di</strong> danni dovuti ad acca<strong>di</strong>menti infortunisticiPer il 90% circa dei soggetti infortunati non si hannopostumi (tabella 5)2000/02 2003/05 2006/08Classi Postumi Freq % Classi Postumi Freq % Classi Postumi Freq %da 001 a 005da 006 a 015da 016 a 032da 033 a 045NessunoTotale6622628959916,7%2,2%0,6%0,2%90,3%100,0%da 001 a 005da 006 a 015NessunoTotaleTab. 5. Classi <strong>di</strong> postumi a segu<strong>it</strong>o <strong>di</strong> infortuni8520104011457,4%1,7%90,8%100,0%da 001 a 005da 006 a 015da 016 a 032NessunoTotale80231102611307,1%2,0%0,1%90,8%100,0%44


Gli eventi infortunistici danno luogo ad una per<strong>di</strong>tain termini temporali <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> giornate lavorative,tabella 6.2000/02 2003/05 2006/08Anno Evento Freq % Anno Evento Freq % Anno Evento Freq %200020012002Totale7194853092502497428,8%34,2%37,0%100,0%200320042005TotaleTab. 6. Giornate lavorative perdute a segu<strong>it</strong>o <strong>di</strong> infortuni8349940477362548932,8%36,9%30,4%100,0%200620072008Totale8569691885672405435,6%28,8%35,6%100,0%Nell’arco temporale considerato la me<strong>di</strong>a dei giorni<strong>di</strong> assenza per infortunio è passata da 25 giorni neltriennio 00/02 a 22 in quello 03/05 e 21 negli anni 06/08.Le qualifiche professionali più colp<strong>it</strong>e sono quelledell’infermiere, ausiliario ed operatore assistenziale,tabella 7.2000/02 2003/05 2006/08Qualifica Prof. Freq % Qualifica Prof. Freq % Qualifica Prof. Freq %506 Infermiere568 57,30 506 Infermiere680 59,40 506 Infermiere533 47,20142 Ausiliariosan<strong>it</strong>ario/portantino14314,40142 Ausiliariosan<strong>it</strong>ario/portantino12110,60000 Non conosciuta18816,60652 Operatore596,00652 Operatore706,10652 Operatore978,60626 Me<strong>di</strong>co535,30626 Me<strong>di</strong>co675,90142 AusiliarioSan<strong>it</strong>ario/portantino857,50139 Assistentesan<strong>it</strong>ario303,00139 Assistentesan<strong>it</strong>ario575,00139 Assistentesan<strong>it</strong>ario524,60516 Imp.to lab/tec/post/tel303,00626 Me<strong>di</strong>co383,40365 Dirigenti262,30...............Totale991100,00Totale1145100,00Totale1130100,0Tab. 7. Qualifiche professionali più colp<strong>it</strong>e da infortunioLa numeros<strong>it</strong>à degli acca<strong>di</strong>menti infortunistici si<strong>di</strong>stribuisce per oltre l’80% nei Comuni sede <strong>di</strong> ospedali(tabella 8) così anche le giornate lavorative perdute; alprimo e secondo posto vi sono i Comuni <strong>di</strong> Lecce, doveinsiste l’ospedale V<strong>it</strong>o Fazzi che è l’ospedale più grandedella provincia e la gran parte delle case <strong>di</strong> cura privatedella provincia stessa, e Galatina.45


2000/02 2003/05 2006/08Comune Evento Freq % Comune Evento Freq % Comune Evento Freq %LECCEGALATINACOPERTINOCASARANONARDO’TRICASECAMPI SALENTINASCORRANOMAGLIES. CESARIO DI LECCE...TOTALE258143987061574039353399126,014,49,97,16,25,84,03,93,53,3100LECCEGALATINATRICASECASARANOCOPERTINONARDO'SCORRANOMAGLIEGALLIPOLICAMPI SALENTINA...TOTALETab. 8. Acca<strong>di</strong>menti infortunistici per comune (primi 10 comuni)2901269896868162433833114525,311,08,68,47,57,15,43,83,32,9100LECCEGALATINACASARANOCOPERTINOTRICASESCORRANOGALLIPOLINARDO’CAMPI SALENTINAGAGLIANO DEL CAPOTOTALE32815510075525146463932113029,013,78,86,64,64,54,14,13,52,8100la parola ai colleghiLa percentuale maggiore <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>menti infortunisticisi concentra intorno alle ore 10.00 del mattino, il giornodella settimana in cui avvengono più infortuni è il lunedìmentre i mesi dell’anno con maggior frequenza infortunisticasono ottobre e novembre.Dall’analisi <strong>di</strong> frequenza dei co<strong>di</strong>ci fiscali si evinceche alcuni lavoratori nell’arco <strong>di</strong> un triennio hanno sub<strong>it</strong>oanche per tre-quattro volte lo stesso evento infortunistico.Per quanto riguarda la qualifica professionale <strong>di</strong>me<strong>di</strong>co la forma <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento infortunistico piùcomune è la caduta in piano segu<strong>it</strong>a da “ha urtatocontro” e “colp<strong>it</strong>o da” .L’introduzione <strong>di</strong> nuovi parametri per la descrizionedegli infortuni non permette il confronto con le stessevariabili per quanto riguarda il triennio 2006/08, ma lemodal<strong>it</strong>à più frequenti per quanto riguarda la variabile“agenteattiv<strong>it</strong>à” (co<strong>di</strong>fica ESAW) fa dedurre che gliacca<strong>di</strong>menti infortunistici più frequenti siano sempredovuti a cadute/scivolamenti.2000/02 2003/05 2006/08N35d_Forma Freq % N35d_Forma Freq % N57d_Agente Attiv<strong>it</strong>à Freq %00 Sconosciuta13 Si è colp<strong>it</strong>o con16 Sollevando spostando17 Ha urtato contro18 Ha messo un piede in fallo19 Movimento scoor<strong>di</strong>nato21 Impigliato agganciato a32 Colp<strong>it</strong>o da33 Invest<strong>it</strong>o da34 Morso da41 Rimasto incastrato71 Caduto dall’alto72 Caduto in piano suTotale511415110111814539,4%1,9%1,9%7,5%1,9%9,4%1,9%18,9%1,9%1,9%1,9%15,1%26,4%100,000 Sconosciuta11 A contatto con13 Si è colp<strong>it</strong>o con16 Sollevando spostando17 Ha urtato contro18 Ha messo un piede in fallo19 Movimento scoor<strong>di</strong>nato22 Sollevando spostando32 Colp<strong>it</strong>o da33 Invest<strong>it</strong>o da35 Punto da36 Schiacciato da71 Caduto dall’alto72 Caduto in piano su91 Incidente a bordo <strong>di</strong>92 Incidente alla guida <strong>di</strong>Totale1716191126512111216725,4%1,5%9,0%1,5%13,4%1,5%1,5%3,0%9,0%7,5%1,5%3,0%1,5%16,4%3,0%1,5%100,0%.......PavimentoScale a gra<strong>di</strong>ni, scalinate.......Totale873821,1%18,4%100,0%46


In base ai risultati sopra riportati si evince che tra leazioni da porre in essere per incidere pos<strong>it</strong>ivamente sultrend infortunistico nel comparto della san<strong>it</strong>à restanol’Informazione – Formazione al fine <strong>di</strong> potenziare neisingoli la percezione del rischio (ci sono lavoratori chehanno avuto tre - quattro infortuni nell’arco <strong>di</strong> un trienniocon la stessa forma <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento e/o agente causalee casi non spora<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> lavoratori che sono andatiincontro, nel periodo temporale considerato, almeno atre infortuni).Tenendo conto del fatto che l’attiv<strong>it</strong>à degli operatorisan<strong>it</strong>ari si svolge molto spesso in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> emergenza– urgenza, l’idone<strong>it</strong>à strutturale ed organizzativa deipercorsi (corridoi, spazi tra i letti, scale, etc), gli ab<strong>it</strong>i <strong>di</strong>lavoro ed in particolare le calzature, l’adeguatezza echiarezza delle segnalazioni <strong>di</strong> pericolo e <strong>di</strong> attenzione,sono con<strong>di</strong>zioni in grado mo<strong>di</strong>ficare pos<strong>it</strong>ivamente unfenomeno che in termini economici costa molto allacollettiv<strong>it</strong>à (si tenga conto che la paga giornaliera pergli infortuni che vanno da uno a quattro giorni sono peril primo giorno totalmente a carico della Asl, mentre pergli altri tre giorni l’Ente san<strong>it</strong>ario copre il 60% dellasomma che spetta al lavoratore). Per dare un’idea deicosti moltiplicando la paga me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un infermiere peril totale delle giornate perdute (tutti i profili professionali),nel triennio 2006/08 la spesa da attribuire agli infortuniè <strong>di</strong> circa 1.600.000,00 euro. Si tenga conto che spessogli interventi, preventivi, da attuare sono <strong>di</strong> costo contenutoessendo più spesso necessarie operazioni <strong>di</strong>verifica/manutenzione finalizzate al mantenimento deglistandard <strong>di</strong> sicurezza.Quanto sopra vale anche per la dotazione degli ausiliper la movimentazione dei pazienti allettati o <strong>di</strong> altricarichi ed in particolar modo l’addestramento al lorocorretto utilizzo nonché un’attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> au<strong>di</strong>ting dellacorretta applicazione delle procedure anche al fine <strong>di</strong>accertare l’effettiva <strong>di</strong>ffusione delle stesse tra i lavoratori.Se si considerano le migliaia <strong>di</strong> giornate <strong>di</strong> lavoroperdute e quin<strong>di</strong> la crisi nell’organizzazione del lavoroche ciò ha comporta (aumento dei carichi <strong>di</strong> lavoro,stress per chi è costretto a compierlo, maggior rischioinfortunistico e non ultimo <strong>di</strong>scutibil<strong>it</strong>à della qual<strong>it</strong>à delservizio offerto) e naturalmente il danno economico chene scaturisce, è facile fare un bilancio costi – beneficiper <strong>di</strong>mostrare a posteriori che l’attuazione <strong>di</strong> normepreventive porta ad un risparmio economico concretoe a salvaguardare il benessere dei lavoratori.Si tenga conto infine che il <strong>di</strong>rigente san<strong>it</strong>ario responsabiledel reparto, assume il ruolo <strong>di</strong> preposto ai sensidell’art. 19 del D.Lgs 81/08 ed ha una notevole responsabil<strong>it</strong>àin mer<strong>it</strong>o all’andamento infortunistico edall’incidenza delle malattie professionali specie nontabellate muscolo-scheletriche e cause <strong>di</strong> servizio che<strong>di</strong>r si voglia, per cui tali figure vanno formate al riguardo.Bibliografia– Decreto 30 giugno 1965, n. 1124 (G.U. n. 257 del13 ottobre 1965 - Suppl. ord.)– Testo unico delle <strong>di</strong>sposizioni per l’assicurazioneobbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattieprofessionali.– Legge 23 <strong>di</strong>cembre 1978, n. 833 (SO alla GU 28<strong>di</strong>cembre 1978, n. 360) Ist<strong>it</strong>uzione del servizio san<strong>it</strong>arionazionale.– Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 “Attuazionedell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, inmateria <strong>di</strong> tutela della <strong>salute</strong> e della sicurezza nei luoghi<strong>di</strong> lavoro” .– Data base INAIL “Nuovi Flussi Informativi” 2009.*ASL Lecce, Servizio <strong>di</strong> Prevenzione e Sicurezzadegli Ambienti <strong>di</strong> Lavoro (S.P.e S.A.L.) Area Nord47


Salute e sicurezzadei lavoratori negli stu<strong>di</strong>me<strong>di</strong>ciIL MEDICO TITOLARE DI STUDIO E’ RESPONSABILE DELLA SICUREZZASUI LUOGHI DI LAVORO<strong>Il</strong> decreto legislativo n. 626/94,con le sue integrazioni e mo<strong>di</strong>fiche(D.Lgs. n. 242/96), ha recep<strong>it</strong>o lenormative comun<strong>it</strong>arie sulla tuteladella sicurezza e della <strong>salute</strong> deilavoratori nei luoghi <strong>di</strong> lavoro etrova applicazione anche negliambulatori me<strong>di</strong>ci.Ora, in attuazione dell’art.1 dellalegge n.123/2007, è stato emanatoil D.Lgs. n. 81/2008 e s.m.che riguarda i lavoratori autonomi(art. 2222 CC), <strong>come</strong> i me<strong>di</strong>ci libero-professionisti,per le <strong>di</strong>sposizionicontenute negli artt. 21 e 26.<strong>Il</strong> me<strong>di</strong>co t<strong>it</strong>olaredell’ambulatorio viene atrovarsi nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>datore <strong>di</strong> lavoro e dunquedeve rispettare tutti gliobblighi previsti da questenorme.<strong>Il</strong> D.lgs 81 del 09/04/2008(G.U. n. 101 del 30/04/2008 S.O.n. 108) Testo Unico sulla tuteladella <strong>salute</strong> e sicurezza nei luoghi<strong>di</strong> lavoro in segu<strong>it</strong>o aggiornato emo<strong>di</strong>ficato dal D.Lgs 106/09 sost<strong>it</strong>uisceed accorpa tutta la legislazioneemanata in materia <strong>di</strong>sicurezza dal 1955 ad oggi, imponendoad ogni datore <strong>di</strong> lavoro,fin dall’inizio dell’attiv<strong>it</strong>à,l’elaborazione documentata e con<strong>di</strong>visa<strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> prevenzionee protezione dei lavoratori agendosu tre <strong>di</strong>rettive principali:1. organizzazione e adeguamentodello stato dei luoghi2. valutazione <strong>di</strong> tutti i rischi3. informazione, formazione edaddestramentoNel caso specifico pertantoogni me<strong>di</strong>co operante nel propriostu<strong>di</strong>o (dove sia presente almenoun lavoratore (es. segretario, assistente<strong>di</strong> poltrona, ecc.) è da r<strong>it</strong>enersidatore <strong>di</strong> lavoro dei propri<strong>di</strong>pendenti, a prescindere dal tipo<strong>di</strong> contratto <strong>di</strong> lavoro stipulato congli stessi, e pertanto deve assolverea tutti gli obblighi imposti dallanormativa in questione al fine <strong>di</strong>ev<strong>it</strong>are sanzioni <strong>di</strong> tipo penale aproprio carico. In particolare deve:– nominare il responsabile servizioprevenzione e protezione (nelcaso specifico auto designare sestesso) e procedere alla relativaformazione non inferiore a 16 ore,con ripetizione nel tempo;49


a norma <strong>di</strong> legge– autonominarsi addetto al primosoccorso;– nominare l’addetto/i alla lottaantincen<strong>di</strong>o, alla gestione delleemergenze ed evacuazione e procederea relativa formazione <strong>di</strong>quattro ore (me<strong>di</strong>ci base, piccolestrutture) o otto (es. poliambulatori,uso e depos<strong>it</strong>o <strong>di</strong> particolari sostanzecombustibili od infiammabiliper quant<strong>it</strong>à), con ripetizione neltempo;– nominare , qualora previsto,il me<strong>di</strong>co competente in me<strong>di</strong>cinadel lavoro, ossia quel collega specialistain me<strong>di</strong>cina del lavoro chesarà il responsabile della sorveglianzasan<strong>it</strong>aria dei <strong>di</strong>pendentidell’ambulatorio, per gli accertamenti<strong>di</strong> idone<strong>it</strong>à alla mansione suilavoratori esposti a rischi per la<strong>salute</strong>, identificati con la valutazionedei rischi;– formare il rappresentante deilavoratori (nominato dai lavoratori)con un corso pari ad almeno 32ore e comunicare il nominativoall’Inail;– pre<strong>di</strong>sporre il Documento <strong>di</strong>valutazione dei rischi (una relazionesulla valutazione <strong>di</strong> tutti i rischi perla sicurezza e la <strong>salute</strong> durantel’attiv<strong>it</strong>à lavorativa, nella quale sianospecificati i cr<strong>it</strong>eri adottati per lavalutazione stessa);– pianificare regole e comportamentida seguire in caso <strong>di</strong> emergenza;– valutare il rischio chimico perutilizzo durante l’attiv<strong>it</strong>à <strong>di</strong> farmaci,prodotti pulizie, ecc.;– valutare il rischio biologicoper contatto con liqui<strong>di</strong> organici osostanze inquinate;– valutare il rischio da uso <strong>di</strong>videoterminali, microclima, organizzazionedel lavoro;– valutare dei rischi fisici qualirumore, vibrazioni, ra<strong>di</strong>azioni ionizzantied ottiche, campi elettromagnetici.I me<strong>di</strong>ci datori <strong>di</strong> lavoro cheoccupano fino a <strong>di</strong>eci <strong>di</strong>pendentipossono, in sost<strong>it</strong>uzione del soloDocumento <strong>di</strong> valutazione dei rischi(D.V.R.), produrre una autocertificazionedella valutazione deirischi ai sensi dell’art. 29 comma5 del D.Lvo 81/08 e s.m. che avràvali<strong>di</strong>tà fino al 30/06/2012.<strong>Il</strong> D.Lvo 81/08 e s.m. prevedeuna serie <strong>di</strong> sanzioni <strong>di</strong> tipo penalee/o amministrativo per il datore <strong>di</strong>lavoro che non adempia agli obblighiprevisti.Le azioni <strong>di</strong> sorveglianza vengonosvolte dagli Enti prepostiquali: Asl - Ispesl - VvfESEMPIO DI SANZIONIDI TIPO PENALE PERIL DATORE DI LAVOROE IL DIRIGENTEE’ pun<strong>it</strong>o con l’arresto da tre asei mesi o con l’ammenda da2.500 a 6.400 euro il datore <strong>di</strong>lavoro per:– mancata elaborazione delD.V.R. (Documento <strong>di</strong> valutazionedei rischi).– mancata nomina del responsabiledel servizio <strong>di</strong> prevenzionee protezioneE’ pun<strong>it</strong>o con l’arresto da duea quattro mesi o con l’ammendada 1.200 a 5.200 euro per:– mancata informazione ai lavoratori(violazione art. 36, commi1 e 2)– mancata formazione dei lavoratorie dei loro rappresentanti(violazione art. 37commi 1, 7, 9 e10)Per informazioni dettagliate sullesanzioni previste dal D.Lvo81/08 e s.m. si rimanda al CapoIv “Disposizioni penali” Sezione I“Sanzioni” Art. 55. (Sanzioni per ildatore <strong>di</strong> lavoro e il <strong>di</strong>rigente) delsuddetto decreto.A.S.P. ServiceAssociazione <strong>di</strong> categoriaServizi per la sicurezza e laprevenzione nei luoghi <strong>di</strong> lavorosede provinciale <strong>di</strong> LecceVia Trieste, 15 Lecce – tel. 0832244253 – agenziaasp@libero.<strong>it</strong>50


Quando la “truffa” è “fisiologica”In una lettera inviata a GuidoSco<strong>di</strong>tti, <strong>di</strong>rettore generale della Asl-Lecce, ed a Luigi Pepe, presidentedell’Or<strong>di</strong>ne dei me<strong>di</strong>ci della Provincia<strong>di</strong> Lecce, alcuni me<strong>di</strong>ci chiedonoche venga precisato <strong>come</strong> gli errorirelativi ai pagamenti della quotacap<strong>it</strong>aria a me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina generale,in un sistema poco informatizzato<strong>come</strong> quello salentino, sianospesso <strong>di</strong>etro l’angolo. In riferimentoad una recente indagine della Guar<strong>di</strong>a<strong>di</strong> finanza, nel corso della qualesono venuti alla luce pagamenti persoggetti poi risultati deceduti, gliautori della nota sottolineano <strong>come</strong>non <strong>di</strong> truffa si sia trattato, ma <strong>di</strong>semplice errore fisiologico delsistema. Riportiamo <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o iltesto integrale della lettera con incalce i nomi dei me<strong>di</strong>ci firmatari.Al Direttore Generale ASL LE – LECCEDr. Guido Sco<strong>di</strong>ttiOGGETTO: Indagine Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> FinanzaAl Presidente Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci della Provincia <strong>di</strong> LecceDr. Luigi PepeDi recente, su quasi tutte le testate giornalistiche e tv locali, sono state riportate notizie inerenti l’indaginedella Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza per pagamenti della quota cap<strong>it</strong>aria a me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale per soggetti risultatideceduti.Alcune testate hanno riportato la notizia con t<strong>it</strong>oli sensazionalistici: “Truffa”, “Denuncia per 30 <strong>di</strong>rigenti efunzionari”.Al riguardo si rende necessario precisare che la Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza del Nucleo <strong>di</strong> Polizia Tributaria ha segnalato30 <strong>di</strong>rigenti e funzionari alla Corte dei Conti.E’ <strong>di</strong> tutta evidenza la strumentalizzazione me<strong>di</strong>atica delle informazioni quando si parla <strong>di</strong> truffa e denunce.E’ opportuno precisare che il sistema <strong>di</strong> segnalazione dei decessi segue il seguente percorso:- il me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Generale (eccezionalmente anche il me<strong>di</strong>co necroscopo) re<strong>di</strong>ge il certificato Istat <strong>di</strong>avvenuto decesso che viene, <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o, presentato al Comune dov’è avvenuto il decesso;- il Comune <strong>di</strong> residenza provvede alla cancellazione dai propri elenchi anagrafici e trasmette perio<strong>di</strong>camentel’elenco dei nuovi nati e i certificati Istat <strong>di</strong> morte al Servizio <strong>di</strong> Igiene e San<strong>it</strong>à Pubblica competente per terr<strong>it</strong>orio;inoltre, invia al Distretto Socio San<strong>it</strong>ario l’elenco dei soggetti deceduti e trasfer<strong>it</strong>i;- il Distretto Socio San<strong>it</strong>ario provvede alla cancellazione dall’anagrafe san<strong>it</strong>aria dei succ<strong>it</strong>ati soggetti.Questo è quello che oggi accade con regolar<strong>it</strong>à.Le motivazioni che rendono debole e fallace il “Sistema” nel corso degli anni sono:- mancato allineamento, a tutt’oggi non messo in atto, dei dati me<strong>di</strong>ante sistema informatizzato tra anagrafedei Comuni, anagrafe tributaria e anagrafe san<strong>it</strong>aria (Svim Service);- anagrafe comunale, informatizzata solo da pochi anni; in precedenza gli elenchi venivano rilevati manualmente;- mancata o r<strong>it</strong>ardata trasmissione degli elenchi da parte dei Comuni. Tutti i <strong>di</strong>rigenti/funzionari interessatialla problematica hanno, nei decorsi anni, sollec<strong>it</strong>ato ripetutamente, in modo formale e/o informale, i Comunialla trasmissione sistematica e corretta (Sisp – Distretto) dei dati;- nel 1995, a causa dell’accorpamento delle ex UU.SS.LL., conflu<strong>it</strong>e nella ex Azienda USL LE/2 – Maglie enella ex Azienda USL LE/1 – Lecce, la Svim Service ha travasato i dati dell’anagrafe san<strong>it</strong>aria riaggregandoliin base ai nuovi amb<strong>it</strong>i;- nel 2003, per effetto del rior<strong>di</strong>no della rete regionale <strong>di</strong>strettuale, vi è stato un riallineamento degli amb<strong>it</strong>i<strong>di</strong>strettuali con trasferimento dati;- nel 2007, a causa dell’accorpamento delle ex Aziende USL LE/2 – Maglie e LE/1 – Lecce, la Svim Serviceha effettuato un nuovo trasferimento dei dati conflu<strong>it</strong>i nella ASL LE – Lecce;- sovraccarico <strong>di</strong> lavoro del personale addetto agli sportelli Scelta e Revoca dei Distretti Socio San<strong>it</strong>ari inrelazione all’aggiornamento delle esenzioni ticket per patologia e per invali<strong>di</strong>tà (nuovo sistema anno 1999) e<strong>di</strong>n relazione al rilascio autorizzazioni per la Specialistica e la Farmaceutica legate al red<strong>di</strong>to (anni 2004 – 2005– 2008);- poche postazioni (Svim Service) abil<strong>it</strong>ate nel Distretto alla gestione della notevole affluenza <strong>di</strong> c<strong>it</strong>ta<strong>di</strong>ni inrelazione ad eventi straor<strong>di</strong>nari (esenzioni per red<strong>di</strong>to);- mancato reintegro del personale amministrativo collocato a riposo per raggiunti lim<strong>it</strong>i <strong>di</strong> età nel corso deglianni.A ben vedere il sistema è stato gravato da una serie <strong>di</strong> incombenze che hanno reso lo stesso suscettibile <strong>di</strong>errore. Perché in defin<strong>it</strong>iva <strong>di</strong> errore si tratta e non <strong>di</strong> sistemica “negligenza” o “lassismo” (per riportare terminiutilizzati dalla stampa) da parte dei <strong>di</strong>rigenti e funzionari della ASL.51


I dati a riguardo parlano chiaro. Infatti, nonostante le apparenti evidenze contrarie, l’ent<strong>it</strong>à del fenomeno deideceduti ancora presenti nell’anagrafe degli assist<strong>it</strong>i è <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni ridotte e tale da dover essere consideratodel tutto “fisiologico”, in base alle argomentazioni <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o riportate.Partiamo, infatti, da precisi in<strong>di</strong>catori demografici e dalle conseguenti analisi degli stessi.Si definisce tasso <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à generale il numero complessivo <strong>di</strong> morti avvenuti nella popolazione residentein un’area durante un anno <strong>di</strong> calendario. È espresso <strong>come</strong> percentuale tra il numero <strong>di</strong> decessi relativi ad unapopolazione ed il totale dei residenti. L’Istat ci informa che il tasso <strong>di</strong> mortal<strong>it</strong>à generale in Italia è abbastanzaprossimo all’1% ed, in particolare, nel 2008, pari allo 0,98% (ISTAT: Bilancio demografico anno 2008 e popolazioneresidente al 31 <strong>di</strong>cembre).Secondo i dati Istat aggiornati al 30.09.2009, la popolazione residente nella provincia <strong>di</strong> Lecce (e, quin<strong>di</strong>, nelterr<strong>it</strong>orio della ASL <strong>di</strong> Lecce), è pari a 813.119 ab<strong>it</strong>anti.<strong>Il</strong> periodo <strong>di</strong> osservazione della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza sul fenomeno delle persone decedute ancora presentinella popolazione assist<strong>it</strong>a è stato <strong>di</strong> 15 anni (dal 1995 al 2009); durante questo lasso <strong>di</strong> tempo, in base ad unastima del tutto atten<strong>di</strong>bile, perché rilevata me<strong>di</strong>ante calcolo matematico sui dati Istat appena riportati, nel terr<strong>it</strong>orioprovinciale leccese si è avuto un numero <strong>di</strong> morti pari a:Morti (1995-2009) = (800.000 x 0,01 x 15) = 120.000 decedutia norma <strong>di</strong> leggeA fronte <strong>di</strong> questo dato, il numero dei deceduti ancora presenti nell’anagrafe degli assist<strong>it</strong>i accertati dallaGuar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza è risultato <strong>di</strong> 1.679 casi, molti dei quali, peraltro, defunti ben prima del 1995, data d’iniziodel periodo <strong>di</strong> rilevazione e, quin<strong>di</strong>, non imputabili all’incuria della <strong>di</strong>rezione del <strong>di</strong>stretto, sia per il fatto cheprima del 1995 il <strong>di</strong>stretto non esisteva ancora, sia perché nel periodo delle <strong>di</strong>sciolte USL la competenza degliadempimenti era totalmente a carico del “Servizio Convenzioni”; ma, pren<strong>di</strong>amo pure <strong>come</strong> elemento <strong>di</strong> partenzatutti i 1.679 deceduti ancora iscr<strong>it</strong>ti nell’anagrafe degli assist<strong>it</strong>i, per fare le seguenti considerazioni:La popolazione residente della ASL Lecce è frammentata in ben 97 Comuni, molti dei quali <strong>di</strong> piccole<strong>di</strong>mensioni e con carente o assente informatizzazione dei relativi uffici anagrafici.La percentuale calcolata tra il numero dei deceduti non cancellati dall’anagrafe degli assist<strong>it</strong>i e il numero deimorti nel periodo <strong>di</strong> osservazione è stato inferiore all’1,4%, tale, quin<strong>di</strong>, da rientrare nel “normale” range deglierrori statistici ascrivibili a <strong>di</strong>fetti <strong>di</strong> rilevazione e <strong>di</strong> trasmissione dei dati, sia perché il fenomeno ha interessatoassist<strong>it</strong>i <strong>di</strong> ben 92 dei 97 Comuni, sia perché le procedure <strong>di</strong> cancellazione dei deceduti dall’anagrafe degli assist<strong>it</strong>isono ancora legate ad un’operazione meccanica da parte dell’operatore e non ad una trascrizione informatizzata(e, quin<strong>di</strong>, “automatically self-controlled”) dei dati. È estremamente importante sottolineare il fatto che lafrequenza me<strong>di</strong>a degli errori è stata inferiore ad un caso al mese per singolo <strong>di</strong>stretto.In sintesi, un sistema informativo carente che i <strong>di</strong>rigenti <strong>di</strong> Distretto hanno inteso colmare, soprattutto inrelazione al primo periodo <strong>di</strong> riorganizzazione Aziendale 1995 – 98, attivandosi per correggere i tanti elementi<strong>di</strong> cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à connessi con le modal<strong>it</strong>à manuali <strong>di</strong> cancellazione <strong>di</strong> dati relativi ai deceduti. Basti qui ricordare:- sistematica azione <strong>di</strong> sollec<strong>it</strong>o agli operatori addetti all’anagrafe degli assist<strong>it</strong>i sulla corretta immissione deidati;- sistematica segnalazione ai Comuni r<strong>it</strong>ardatari sulla trasmissione degli elenchi dei defunti e trasfer<strong>it</strong>i;- richiesta <strong>di</strong> collaborazione con i me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> famiglia per l’aggiornamento degli assist<strong>it</strong>i, anche me<strong>di</strong>antel’eventuale comunicazione al Distretto dei deceduti per i quali il Me<strong>di</strong>co avesse redatto il certificato Istat <strong>di</strong>avvenuto decesso, <strong>come</strong> peraltro previsto dagli AA. CC. NN.Non ci pare che tutto ciò sia riconducibile ad una sistematica azione <strong>di</strong> negligenza; per contro, ci sembraopportuno esprimere grande amarezza per le modal<strong>it</strong>à con le quali sono stati rappresentati i fatti e la superficial<strong>it</strong>àcon la quale sono state attribu<strong>it</strong>e le eventuali responsabil<strong>it</strong>à.Quanto sopra anche in considerazione del fatto che la Dirigenza dei Distretti SS. SS. non era e non è messanelle migliori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> gestire in modo congruo un sistema complesso, fatto anche <strong>di</strong> relazioni ist<strong>it</strong>uzionali,che presenta notevoli cr<strong>it</strong>ic<strong>it</strong>à strutturali.Si rivolge preghiera al presidente dell’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci per favorire la pubblicazione della presente nota suSalento Me<strong>di</strong>co.Aldo SchiavanoRenato De NuzzoCosimo Espos<strong>it</strong>oUmberto CaraccioloLuigi De FrancescoAntonio MarcianteLuigi LanzollaRoberto VergaroVirna RizzelliGiuseppe GuidaAlberto FedeleFranco MalerbaDonato CarcagnìGiuseppe LongoMarino TorselloGaetano RussoAntonio Colazzo52


Lecce. Primo convegno<strong>di</strong> SenologiaForze Armate San<strong>it</strong>àPRESENTANOVENERDI’ 25, SABATO 26 GIUGNO 2010 A LECCE“1° convegno sulla Senologia C<strong>it</strong>tà <strong>di</strong> Lecce”LA SENOLOGIA OGGI: LA STRADA PERCORSA E LE ULTIME INNOVAZIONIPROGRAMMA DELLA TRE GIORNI DEDICATA ALLA SENOLOGIAGIOVEDI’ 24 GIUGNOORE 17:30 Arrivo in albergo e assegnazione delle camereORE 18:00 Escursione guidata a Lecce (facoltativa)ORE 20:30 Cena presso il ristorante “Villa della Monaca”ORE 22:30 Rientro in albergoVENERDI’ 25 GIUGNOOre 08:00 Iscrizione al convegnoOre 09:00 Saluti <strong>di</strong> benvenutoDirettore organizzativo Gianfranco Delle RoseDirettore scientifico Luigi MancaDirezione Generale della San<strong>it</strong>à Mil<strong>it</strong>are Gen. Michele Donv<strong>it</strong>oClinica Petrucciani Leopoldo Ruggero.1°SessioneDalla ricerca alla pratica clinicaModeratori: L. Manca, A. CaramanicaOre 09:15 “San<strong>it</strong>à Mil<strong>it</strong>are e Senologia” Antonio Caramanica.Ore 09:30 “Diagnostica in Senologia” Enzo Lattanzio.Ore 09:50 “La Ra<strong>di</strong>ologia Interventistica - <strong>Il</strong> Mammotome” Antonio Carriero.Ore 10:10 DiscussioneOre 10:20 “<strong>Il</strong> me<strong>di</strong>co nucleare e la Biopsia del Linfonodo Sentinella” Angelo M<strong>it</strong>a.Ore 10:40 “<strong>Il</strong> ruolo dell’ANISC nella senologia” Privato Fenaroli.Ore 11:00 “L’Anamotopatologo e il cancro della mammella” Leonardo RestaOre 11:20 DiscussioneOre 11:30 Coffe BreakModeratori: P. Cardone, M. MangiaOre 11:00 “<strong>Il</strong> Linfonodo sentinella – esperienze e ricerca” Roberto MurgoOre 12:10 “La chirurgia Oncoplastica” V<strong>it</strong>o Contreas.Ore 12:30 “La Nipplesparing Mastectomy” Stefano Martella.Ore 12:50 DiscussioneOre 13:00 Pausa Pranzo2° SessioneTerapia me<strong>di</strong>ca e prospettive future in relazione alla qual<strong>it</strong>à <strong>di</strong> v<strong>it</strong>aModeratori: D. Muci, L. Manca, A. CaramanicaOre 15:00 “La Chemioterapia a<strong>di</strong>uvante verso un trattamento personalizzato”Giuseppe Serravezza.Ore 15:20 “La terapia nelle pazienti anziane” Fabio Musca.Ore 15:40 “La terapia ormonale” Gianni Santacroce.Ore 16:00 DiscussioneOre 16:10 “Chirurgia della mammella : evoluzione e nuove meto<strong>di</strong>che” V. GalimbertiOre 16:30 “<strong>Il</strong> futuro del Chirurgo senologo” Francesco Sch<strong>it</strong>tulli.Ore 17:00 “Come si pensa <strong>di</strong> migliorare la senologia – carenze attuali e aspettativeper il futuro” Tavola Rotonda con i relatori e gli interventi della sala.Ore 17:50 Chiusura dei lavori e rilascio degli “Attestati <strong>di</strong> Partecipazione”.Organizzazione Evento “International Show Public<strong>it</strong>y” Public Relation & CommunicationVia G. Boccaccio 35 – 73100 Lecce Cell. 393/2512003 – e-mail: gianfranco.dellerose@tiscali.<strong>it</strong>SABATO 26 GIUGNODibatt<strong>it</strong>o Pubblico con prevalenza del “gentil sesso”Ore 09:30 Accoglienza e il benvenuto agli intervenuti da parte del moderatore eDirettore Generale organizzativo Gianfranco Delle Rose, che cederà <strong>di</strong> segu<strong>it</strong>o laparola al Direttore Scientifico e coor<strong>di</strong>natore del congresso Luigi Manca.Ore 09:40 Francesco Sch<strong>it</strong>tulli (Presidente Nazionale della Lega Tumori)introdurrà l’argomento “Prevenzione”.Ore 09:50 Privato Fenaroli (Presidente Nazionale Associazione Nazionale ItalianaSenologi Chirurghi) parlerà dell’importante ruolo sociale svolto dall’ANISC.Ore 10:00 “la prevenzione nella San<strong>it</strong>à Mil<strong>it</strong>are” Michele Donv<strong>it</strong>o.Ore 10:10 “personaggi noti dello spettacolo e non” si alterneranno al microfonoper raccontare la loro personalissima esperienza.54


Forum <strong>di</strong> Agopuntura a LecceSi terranno a Lecce il 30 aprile e<strong>di</strong>l 29 maggio due incontri del gruppo<strong>di</strong> lavoro nell’amb<strong>it</strong>o del Forumdell’Agopuntura. L’appuntamento del30 aprile si svolgerà presso la sala Poli<strong>di</strong> Palazzo Marini (entrata piazza SanClau<strong>di</strong>o); il secondo è previsto alle10.30 ma il relativo programma nonè ancora stato defin<strong>it</strong>o nei dettagli.Una importante conferenzasull’Agopuntura si è tenuta il 24<strong>di</strong>cembre scorso a L’Aquila ed avevail t<strong>it</strong>olo “Lo Stato dell’artedell’Agopuntura in Italia”. All’incontro,che si è svolto presso l’Or<strong>di</strong>ne deiMe<strong>di</strong>ci dell’Aquila erano presenti,Maurizio Ortu, presidente dell’Or<strong>di</strong>nedei Me<strong>di</strong>ci dell’Aquila, l’on. DomenicoScilipoti, firmatario della proposta <strong>di</strong>legge per la regolamentazionedell’Agopuntura in Italia, FrancoMenichelli, presidentedell’Associazione Italiana Agopuntura,Dario Chiriacò, presidente dell’Or<strong>di</strong>nedei Me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> Rieti, Antonio Alfi<strong>di</strong>,vicepresidente dell’associazione<strong>it</strong>aliana Agopuntura, e Carlo DiStanislao, promotore e moderatoredell’incontro.“Dal <strong>di</strong>batt<strong>it</strong>o – <strong>di</strong>chiaròScilipoti - è emersa chiaramente lanecess<strong>it</strong>à <strong>di</strong> colmare, quanto prima,il vuoto legislativo che esiste in materia,soprattutto se vogliamo ev<strong>it</strong>are la<strong>di</strong>ffusione in Italia <strong>di</strong> figure nonprofessionali valide e preparate, magarisupportate da <strong>di</strong>plomi consegu<strong>it</strong>i inPaesi europei dove chiunque puòrilasciare t<strong>it</strong>oli senza averne i requis<strong>it</strong>i.<strong>Il</strong> successo ottenuto <strong>di</strong> recente su unmio odg concernente “Disposizioniper garantire l’accesso alle curepalliative e alla terapia del dolore”impegna il Governo a introdurrel’utilizzo dell’agopuntura nel campodella terapia del dolore; granderesponsabil<strong>it</strong>à ha mostrato, a riguardo,il Ministro della Salute Fazio,accettando l’odg, poiché questo è ilprimo passo per il riconoscimento ela regolamentazione delle me<strong>di</strong>cineintegrative. Mi auguro che la proposta<strong>di</strong> legge “Sulle Disposizioni concernentila pratica e l’insegnamentodell’agopuntura e delle <strong>di</strong>scipline affini”,da me depos<strong>it</strong>ata alla Camera deiDeputati e assegnata allaCommissione Affari Sociali lo scorsoanno, possa imme<strong>di</strong>atamente avviarel’<strong>it</strong>er burocratico della <strong>di</strong>scussione enon giacere <strong>come</strong> altre proposte <strong>di</strong>legge nell’oblio”.Quell’or<strong>di</strong>ne del giorno è statoapprovato lo scorso 9 marzo, congrande sod<strong>di</strong>sfazione del proponente.“<strong>Il</strong> mio odg – spiegato inquell’occasione Scilipoti - prevedeva,tra le figure professionali competentinel campo delle cure palliative e dellaterapia del dolore, quelladell’agopuntore; il Governo l’hariformulato, così da prevedere l’utilizzodell’agopuntura nel campo dellaterapia del dolore. Sono sod<strong>di</strong>sfattocomunque, poiché questo è il primopasso per il riconoscimento e laregolamentazione delle me<strong>di</strong>cineintegrative”.55


Certificati <strong>di</strong> malattia per i <strong>di</strong>pendenti pubblici.<strong>Il</strong> documento dei me<strong>di</strong>ci pugliesicomunichiamo cheIn data 8 aprile 2010 si sono riun<strong>it</strong>i i Presidenti degliOr<strong>di</strong>ni dei me<strong>di</strong>ci provinciali pugliesi per esaminare gliaspetti relativi all’esercizio della professione me<strong>di</strong>caconseguenti l’applicazione del D. L.vo 150/09 (DecretoBrunetta) e del DPCM interministeriale del 26 febbraio2010.Si è posta particolare attenzione a quanto previsto dalcomma 3 del nuovo art. 55-quinquies – False attestazionio certificazioni – del Decreto Legislativo n. 165/2001introdotto all’art. 69 del Decreto Legislativo n. 150/09 inattuazione della legge 4 marzo 2009 n. 15 in materia <strong>di</strong>ottimizzazione della produttiv<strong>it</strong>à del lavoro pubblico e <strong>di</strong>efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni,pubblicato in G.U. n. 254 il 31 ottobre 2009.Gli Or<strong>di</strong>ni provinciali dei me<strong>di</strong>ci della Regione Pugliahanno consegnato alla Regione Puglia un documento conil quale rappresentano la propria posizione sulle modal<strong>it</strong>à<strong>di</strong> applicazione della norma inerente la certificazione me<strong>di</strong>caattestante l’assenza per malattia dei <strong>di</strong>pendenti pubblici.La Regione Puglia contestualmente ha preso atto dellaposizione espressa dagli Or<strong>di</strong>ni dei me<strong>di</strong>ci della RegionePuglia e ha concordato in seno all’Ufficio <strong>di</strong> Segreteria <strong>di</strong>cui all’art. 14 dell’AIR dell’8/10/2007 le modal<strong>it</strong>à applicativedella norma che saranno oggetto <strong>di</strong> una specifica circolaredell’Assessore Regionale alle Pol<strong>it</strong>iche della Salute.Testo concordato nella riunione degli Or<strong>di</strong>ni dei me<strong>di</strong>ci<strong>di</strong> Puglia tenutasi il giorno 8/4/2010:Gli Or<strong>di</strong>ni Provinciali dei me<strong>di</strong>ci della Regione Pugliaconcordano sulla seguente modal<strong>it</strong>à <strong>di</strong> applicazione dellanorma inerente la certificazione me<strong>di</strong>ca attestante l’assenzaper malattia dei <strong>di</strong>pendenti pubblici.I me<strong>di</strong>ci certificatori re<strong>di</strong>gono il certificato, previa <strong>di</strong>rettacostatazione dello stato patologico.In relazione alla seconda con<strong>di</strong>zione prevista dallanorma, si r<strong>it</strong>iene che uno o più dei seguenti cr<strong>it</strong>eri possanosod<strong>di</strong>sfare la oggettiva documentazione:- coerenza dei segni e sintomi clinici, anche anamnestici;- eventuali dati <strong>di</strong> laboratorio <strong>di</strong>sponibili;- eventuali dati strumentali <strong>di</strong>sponibili.Oncologia geriatrica. Un convegno a Lecce56


<strong>Il</strong> nuovo Statuto ONAOSI<strong>Il</strong> nuovo Statuto ONAOSI è statovarato dal Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione,all’unanim<strong>it</strong>à, nelgennaio 2008 ed è in imminenteapprovazione da parte dei MinisteriVigilanti (Lavoro ed Economia) chedevono dare l’espresso benestaresecondo quanto previsto dall’art. 3,comma 2, lett.a), del D. Lgs.509/1994.Come si ricorderà, le nuovenorme statutarie, riprendendo in<strong>di</strong>rizzipresenti in scelte già operate dalConsiglio stesso, sulla base dellelinee guida del Ministero della Salutedel 10 ottobre 2007 sottoscr<strong>it</strong>te dalleFederazioni Nazionali degli Or<strong>di</strong>ni deiMe<strong>di</strong>ci chirurghi ed Odontoiatri,Me<strong>di</strong>ci Veterinari e Farmacisti, dalleOrganizzazioni Sindacalimaggiormente rappresentative della<strong>di</strong>rigenza me<strong>di</strong>ca e delle Associazionidei liberi professionisti delle categoriesan<strong>it</strong>arie, introducono una riformache, nel pieno rispetto <strong>di</strong> quantoprevisto dall’art. 29 della L. 222/2007,innova principalmente ed in modosignificativo due amb<strong>it</strong>i:– le prestazioni assistenziali– l’assetto gestionale eist<strong>it</strong>uzionale dell’Ente.Con il nuovo statuto si avrà unincremento del ventaglio delleprestazioni in particolare a favore <strong>di</strong>quei san<strong>it</strong>ari che versino in s<strong>it</strong>uazione<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio. L’introduzione <strong>di</strong> questanuova platea <strong>di</strong> san<strong>it</strong>ari da assistererichiederà il reperimento <strong>di</strong> risorseeconomiche aggiuntive rispetto aquelle già impegnate per gli scopiist<strong>it</strong>uzionali <strong>di</strong> assistenza agli orfaniche dovranno comunque rimanereprior<strong>it</strong>ari.Riguardo al nuovo assettogestionale ed ist<strong>it</strong>uzionale, ai fini <strong>di</strong>quanto previsto nelle L. 222/2007,con il nuovo statuto viene introdottoun organismo, il Com<strong>it</strong>ato <strong>di</strong> In<strong>di</strong>rizzo,i cui componenti saranno eletti inlarga maggioranza <strong>di</strong>rettamente daisan<strong>it</strong>ari contribuenti. <strong>Il</strong> nuovo assettodegli organi consentirà, tra l’altro,un’ulteriore riduzione delle spese <strong>di</strong>gestione, così <strong>come</strong> evidenziato, ariguardo, dalla CommissioneBicamerale <strong>di</strong> Controllo sugli Enti <strong>di</strong>Previdenza Pubblici e Privati.Raccolta <strong>di</strong> informazionisulla sieropos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>àdei pazienti. Le <strong>di</strong>sposizionidel garanteIn <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, all’atto della primaaccettazione dei pazienti, viene <strong>di</strong>stribu<strong>it</strong>o unquestionario in cui si chiede <strong>di</strong> evidenziare ilproprio stato <strong>di</strong> <strong>salute</strong> ed, in particolare, se siè affetti da Hiv.Al riguardo, il Garante per la protezionedei dati personali, ha adottato unprovve<strong>di</strong>mento in cui sono state in<strong>di</strong>viduatespecifiche garanzie per la raccolta <strong>di</strong>informazioni sullo stato <strong>di</strong> sieropos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à deipazienti, che dovranno essere tenute inconsiderazione da parte <strong>di</strong> chi svolgeprofessioni san<strong>it</strong>arie nell’espletamento delleproprie attiv<strong>it</strong>à professionali.In sintesi, il garante prescrive agli esercenti<strong>di</strong> professioni san<strong>it</strong>arie <strong>di</strong> non raccoglierequesta informazione per ogni paziente che sirivolge loro per la prima volta. Ciò a prescinderedal tipo <strong>di</strong> intervento o piano terapeutico daeseguire, fermo restando che tale dato puòessere leg<strong>it</strong>timamente raccolto, previoconsenso informato dell’interessato, da partedel me<strong>di</strong>co curante nell’amb<strong>it</strong>o del processo<strong>di</strong> cura, in relazione a specifici interventi cliniciper i quali sia r<strong>it</strong>enuto necessario.57


SALENTO MEDICO SI RINNOVAGrazie alla collaborazione tra Carra E<strong>di</strong>trice e Nerò Comunicazione, la rivista ufficiale dell’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>ci dellaprovincia <strong>di</strong> Lecce, da quasi trent’anni un punto <strong>di</strong> riferimento per la categoria, propone ai suoi lettori alcune nov<strong>it</strong>à:- un maggior numero <strong>di</strong> pagine,- il miglioramento <strong>di</strong> veste grafica,- la perio<strong>di</strong>c<strong>it</strong>à bimestrale (il giorno 15, a mesi alterni),- l’aumento delle copie stampate,- una più capillare <strong>di</strong>stribuzione,- l’introduzione <strong>di</strong> alcuni articoli <strong>di</strong> taglio <strong>di</strong>vulgativo.A fronte <strong>di</strong> tante innovazioni, il tariffario per le inserzioni pubblic<strong>it</strong>arie subirà un lieve r<strong>it</strong>occo.Questi i costi per singola usc<strong>it</strong>a:• mezza pagina:€ 230 + Iva• pagina intera:€ 400 + Iva• seconda/terza <strong>di</strong> copertina: € 550 + Iva• quarta <strong>di</strong> copertina: € 700 + IvaSono previsti sconti significativi nel caso <strong>di</strong> contratti annuali. Dai prezzi sono esclusi: esecutivi bozzetti, fotol<strong>it</strong>o,fotografie, che verranno forn<strong>it</strong>i dal comm<strong>it</strong>tente o fatturati a parte, al costo, se esegu<strong>it</strong>i a parte.Concessionaria <strong>di</strong> pubblic<strong>it</strong>à: Nerò Comunicazione – piazza Diaz 5 Casarano - tel/fax 0833 599238.Responsabile: dr. Mario Maffei (393 9801141)LiberatoriaCopiePer motivi tecnici non possono essereforn<strong>it</strong>i estratti dei lavori pubblicati.Saranno inviate copie del Bollettino,fino ad un massimo <strong>di</strong> 30,agli Autori che ne faranno espressarichiesta al momento dell’invio deilavori. Gli Autori dovranno far pervenirealla Direzione fotocopia dellaricevuta del versamento su: Iban:IT22 A010 1004 1971 0000 0301010 presso Banco <strong>di</strong> Napoli Spa-Lecce, intestato a “Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>cidella Provincia <strong>di</strong> Lecce” parial numero delle copie richieste perl’importo dovuto, tenuto conto cheil costo <strong>di</strong> una copia è <strong>di</strong> € 2,60.Foto e profiloGli autori, a corredo dell’articolo, devonoinviare anche una propria foto a coloriinsieme ad un breve profilo professionale.L’invio degli articoli vale <strong>come</strong> tac<strong>it</strong>a liberatoria per eventuali tagli nel testo e/o mo<strong>di</strong>fiche nella t<strong>it</strong>olazione proposta qualora il com<strong>it</strong>ato <strong>di</strong> redazione e il<strong>di</strong>rettore responsabile della rivista Salento Me<strong>di</strong>co (ai sensi della legge 47/48 sulla stampa) lo r<strong>it</strong>enessero necessario a fini redazionali.<strong>Il</strong> termine <strong>di</strong> consegna degli articoli per il prossimo numero è il 20 maggioGli articoli vanno firmati con nome e cognome per esteso


CENTRO DEL PIEDE DIABETICO E DELLE ULCERE CRONICHE

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