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Informasanità - primavera 2010 - Azienda Ospedaliera di Padova

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7LE MALATTIEINFIAMMATORIECRONICHE INTESTINALIGiacomo Carlo Sturniolo,<strong>di</strong>rettore della Gastroenterologiaall’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>-Università <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>,risponde a Informasanità<strong>di</strong> Eliana CamporeseProfessore, che cosa si intendeper malattie infiammatorie cronicheintestinali?Le malattie infiammatorie cronicheintestinali (in inglese “IBD”, inflammatorybowel <strong>di</strong>sease), comprendonoil morbo <strong>di</strong> Crohn e la rettocoliteulcerosa. Sia il morbo <strong>di</strong>umanizzarel’assistenza èun aspetto sulquale il nostrocentro è dasempreimpegnatoCrohn che la rettocolite ulcerosasono malattie croniche che si presentanocon perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> remissionealternati a fasi <strong>di</strong> riacutizzazione.La causa <strong>di</strong> queste malattie rimanesconosciuta, ma si ritiene che <strong>di</strong>versifattori genetici, ambientali eimmunologici concorrano alla suainsorgenza; pur essendoci una certa“familiarità”, la tendenza cioè aun maggior rischio nei parenti dellepersone affette, le IBD non possonoessere considerate malattieere<strong>di</strong>tarie.Nell’ultimo decennio si è assistito aun aumento significativo dei casi(quasi 20 volte <strong>di</strong> più) e si calcolache in Italia circa 200.000 personesiano oggi affette da queste patologie.Le IBD colpiscono con la stessafrequenza i due sessi, con un esor<strong>di</strong>oclinico che in genere si collocafra i 15 e i 45 anni, con un secondopicco d’incidenza tra i 60 e i 65anni.Come vengono <strong>di</strong>agnosticate?Il sospetto clinico va confermatocon l’endoscopia del tratto gastrointestinale.In particolare la colonscopiarappresenta uno strumentofondamentale per la <strong>di</strong>agnosi: attraversoquesto esame è possibileinfatti ottenere campioni <strong>di</strong> mucosaintestinale su cui lo specialistaanatomo patologo può definire ecaratterizzare il tipo <strong>di</strong> patologia.Va sottolineato come una corretta


8<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> IBD può avvalersi oggianche <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che non invasive opoco invasive come l'ecografia delleanse intestinali, la videocapsulaendoscopica e alcuni esami specifici<strong>di</strong> laboratorio (lattoferrina e calprotectinafecale, test <strong>di</strong> permeabilitàintestinale).Proprio al corretto utilizzo eall’interpretazione clinica degli e-sami non invasivi hanno contribuitoi dati provenienti da stu<strong>di</strong> condottipresso il nostro centro.Vanno ricordate inoltre le tecnichera<strong>di</strong>ologiche <strong>di</strong> ultima generazionecome l’entero-TAC e l’enterorisonanzamagnetica, <strong>di</strong>sponibilipresso la nostra <strong>Azienda</strong>.Quali sono le terapie oggi a <strong>di</strong>sposizione?Le IBD sono malattie che necessitano<strong>di</strong> una terapia <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>co/chirurgico, <strong>di</strong> stretta sorveglianzaclinica e <strong>di</strong> un appropriato regimeterapeutico. La terapia me<strong>di</strong>ca halo scopo <strong>di</strong> indurre la remissionedella malattia e <strong>di</strong> mantenere ipazienti liberi da riacutizzazionidella stessa. Si basa sull’utilizzo <strong>di</strong>farmaci come la mesalazina, il cortisone,gli immunosoppressori e gliantibiotici.L’introduzione alla fine degli anninovanta dei farmaci biologici (glianticorpi bloccanti il tumor necrosisfactor-α ) ha contribuito a migliorarein maniera significativa ilcontrollo della malattia e la qualità<strong>di</strong> vita delle persone affette.Qualora la terapia me<strong>di</strong>ca non siasufficiente a controllare la malattiao insorgano complicanze vi è in<strong>di</strong>cazionealla terapia chirurgica.La gestione del paziente severo ocomplicato va sempre concordatainsieme con il chirurgo, per poterin<strong>di</strong>viduare il momento miglioreper la chirurgia. La mortalità percolite severa e megacolon tossicosi è ridotta dal 20% allo 0.2% propriograzie alla collaborazione gastroenterologo-chirurgooltre cheall’uso appropriato <strong>di</strong> farmaci immunosoppressorie steroi<strong>di</strong>.Lei sottolinea dunquel’importanza dell’approccio multi<strong>di</strong>sciplinare...Assolutamente. Oltre all’aspettochirurgico è importante sottolinearecome nelle IBD alcuni aspettipossano coinvolgere organi “al <strong>di</strong>fuori” dell’intestino, come la cute,le articolazioni, gli occhi.L’interessamento a questi organipuò essere particolarmente invalidante.È necessario pertanto chenel percorso <strong>di</strong>agnosticoterapeuticovi sia continua collaborazionetra figure professionali <strong>di</strong><strong>di</strong>scipline <strong>di</strong>verse (reumatologo,infettivologo, ra<strong>di</strong>ologo, anatomopatologo,chirurgo).Nel corso degli anni l’approcciomulti<strong>di</strong>sciplinare si è particolarmenteconsolidato presso il nostrocentro grazie alla preziosa collaborazionedei colleghi delle altre Uni-


9tà Operative.E’ vero che le persone affette daIBD hanno un maggior rischio <strong>di</strong>sviluppare un tumore intestinale?Come si può prevenire?Le IBD sono associate a un aumentatorischio <strong>di</strong> sviluppare tumoredel colon (neoplasia), rischio correlatoal grado dell’infiammazione,estensione e alla durata della malattia.Per tale motivo è necessariaun’attenta e costante sorveglianzaendoscopica dei soggetti affetti daIBD del colon. Negli ultimi anni iprogressi della tecnologia hannoconsentito l’introduzione <strong>di</strong> unatecnica che permette una valutazioneimme<strong>di</strong>ata delle cellule dellamucosa intestinale durante la colonscopia,chiamata endomicroscopiaconfocale.Recentemente il nostro centro, trai primi in Italia e grazie a fon<strong>di</strong> provenientidall’Università <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>,ha acquisito questa attrezzaturacon la quale si stanno conducendodegli stu<strong>di</strong> clinici sperimentali.gnità umana e la necessità <strong>di</strong> costruireun rapporto solidale tra me<strong>di</strong>coe paziente.L’umanizzazione dell’assistenza è unaspetto sul quale il nostro centro èda sempre impegnato: sono frequentigli incontri con le associazionidei pazienti e le giornate apertealla popolazione. Una peculiarità delnostro centro è rappresentata dallapresenza <strong>di</strong> una figura infermieristicade<strong>di</strong>cata ai pazienti affetti daIBD, coinvolta anche nella gestionedelle sperimentazioni cliniche.Dove ci si può rivolgere nel sospettoo con una <strong>di</strong>agnosi già nota <strong>di</strong>Tecniche <strong>di</strong> ultima generazione,farmaci sperimentali: non c’è ilrischio <strong>di</strong> mettere in secondo pianoil paziente?L’offerta continua <strong>di</strong> terapie sperimentalie <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>che innovativeper la cura e <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> questepatologie non ci fa <strong>di</strong>menticarel’importanza del rispetto della <strong>di</strong>malattiainfiammatoria cronicaintestinale?Presso l’Unita’ Operativa <strong>di</strong> Gastroenterologiadell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>è attivo un ambulatorio convenzionatocon il Sistema SanitarioNazionale de<strong>di</strong>cato alle IBD (<strong>di</strong> cuiè responsabile la dr. ssa RenataD’Incà); è possibile accedereall’ambulatorio prenotando unavisita specialistica attraverso il numeroverde del call center.Per le persone afferentiall’ambulatorio è inoltre a <strong>di</strong>sposizioneun numero telefonico perproblemi clinici urgenti.Numeri utiliCall centerper prenotare le visite ambulatoriali:840000664Unità Operativa<strong>di</strong> Gastroenterologia6° piano Monobloccotel. 049.8212885/2888Ambulatorio<strong>di</strong> Gastroenterologia1° pianoOspedale Giustinianeotel.049.8215610/5611


10NEUROCHIRURGIAIN DIRETTAla specialità sotto la lente della live surgeryLa Neurochirurgia (Neurologia Chirurgica)è una specialità della Chirurgiade<strong>di</strong>cata al trattamento <strong>di</strong>malattie e con<strong>di</strong>zioni morbose delsistema nervoso centrale e periferico,nonché della colonna vertebralee del suo contenuto. Pertan-to ogni procedura chirurgica cheinteressi il sistema nervoso e i suoi“involucri” (cranio, colonna vertebrale,meningi) è praticata dalNeurochirurgo.La Neurochirurgia dell’<strong>Azienda</strong><strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>, <strong>di</strong>retta dalprof. Renato Scienza, è Centro <strong>di</strong>eccellenza per la patologia vascolare,tumorale e spinale ed eseguecirca 1300 interventi chirurgiciall’anno.Le patologie neurochirurgiche sonoinquadrate in patologie cerebroDue momenti della conferenza stampa.I giornalisti seguono con il prof. Scienza il collegamento in <strong>di</strong>retta con la sala operatoria


11In <strong>di</strong>rettadalla salaoperatoriaDirige l’Unità Operativa Complessa <strong>di</strong> Neurochirurgia,dal gennaio 1999, il prof. Renato Scienza, che si avvaledella collaborazione del seguente staff me<strong>di</strong>co:dr. Luigi Alessio, dr. Clau<strong>di</strong>o Battaggia, dr. ssa SilviaBerlucchi, dr. Giovanbattista Costella, dr. AlessandroDella Puppa, dr. Maurizio Mattana, dr. GioacchinoMattisi, dr. Ruggero Mottaran, dr. Giacomo Pavesi, dr.Riccardo Perini, dr. Antonino Rotilio, dr. MassimoScanarinidr. Luigino Tosatto.Personale tecnicoTSRM. Antonio GerundaIl reparto conta 40 posti letto <strong>di</strong> degenza e due saleoperatorie. 8 posti <strong>di</strong> Terapia Intensiva Post-Operatoria coor<strong>di</strong>nati dalla dr.ssa Marina Munari-vascolari: aneurismi o malformazioniartero-venose intracraniche ;tumori cerebrali e del midollo spinale:tumori del cranio (della voltae della base) e cranio-facciali; tumorivertebrali; tumori delle meningicraniche e spinali(meningiomi); tumori delle guainedei nervi cranici e dei nervi spinali(neurinomi); tumori ipotalamoipofisari(adenomi, craniofaringiomi);tumori primitivi (astrocitomi,gliomi) del sistema nervoso centrale;tumori metastatici provenientida altri organi; traumi cranici evertebrali; patologia degenerativadella colonna vertebrale; ernie<strong>di</strong>scali (cervicali, toraciche e lombari);mielopatia spon<strong>di</strong>loartrosica;stenosi del canale vertebrale(cervicale e lombare); spon<strong>di</strong>lolistesi(degenerativa e malformativa-<strong>di</strong>splastica); patologia del sistemanervoso periferico: intrappolamento<strong>di</strong> nervi (tunnel carpale, ulnareal gomito), neoplasie (neuromi),traumatica; neurochirurgia funzionalee stereotassica (m. <strong>di</strong> Parkinson,<strong>di</strong>stonie, biopsie); terapia chirurgicadel dolore (nevralgia deltrigemino, altre algie facciali).Lo spunto per parlare <strong>di</strong> questacomplessa branca della me<strong>di</strong>cinaproviene dal IV Workshop <strong>di</strong> neurochirurgiain <strong>di</strong>retta, recentementesvoltosi a <strong>Padova</strong>La Neurochirurgia dell’<strong>Azienda</strong><strong>Ospedaliera</strong> ha ospitato oltre 60partecipanti, <strong>di</strong>rettori <strong>di</strong> Unità O-perative <strong>di</strong> Neurochirurgia nazionalie internazionali.Nonostante qui a <strong>Padova</strong> l’eventosia ben collaudato dalle precedentie<strong>di</strong>zioni, le tre giornate <strong>di</strong> lavorosono sempre vissute sul filo del“brivido della <strong>di</strong>retta” e dalla continuacon<strong>di</strong>visione del gesto con ilchirurgo. Durante le sessioni <strong>di</strong> livesurgery quest’anno sono stati operaticasi <strong>di</strong> aneurismi multipli intattie sanguinanti, aneurismadell’arteria basilare, malformazioneartero-venosa in area cerebraleeloquente, angioma cavernoso insede uncus- ippocampale e patologiatumorale, meningioma intraventricolare,meningioma gigantedella piccola ala sfenoidale, neoplasiadell’angolo ponto- cerebellare,meningioma sottotentoriale.Tutti casi <strong>di</strong> notevole complessitàchirurgica, eseguiti solo in centrinazionali e internazionali <strong>di</strong> eccellenzanel trattamento <strong>di</strong> tali patologie.Qui, infatti, ci si può avvaleredelle tecniche strumentali intraoperatoriepiù moderne, tra cuineuronavigazione, angiografia intraoperatoria,flurangiografia intraoperatoria,flussimetria vasale,video-endoscopia, che permettonoapprocci chirurgici sicuri e microinvasivi,in grado <strong>di</strong> ridurre rischi ecomplicanze legati alla malattia.


12A CONSELVE IL CENTRODI RIABILITAZIONERiabilitare significa riportare almassimo d’autonomia possibile chiha subito un evento patologico. Laforbice d’età dei pazienti va daise<strong>di</strong>ci ai novant’anni e in essa crescela fascia dei più giovani perconseguenze da ictus cerebrale.Una delle cause dell’incremento èstata in<strong>di</strong>viduata nello stress quoti<strong>di</strong>ano.Il Centro <strong>di</strong> Conselve è nato nel1998 proprio per prendersi cura,oltre che delle patologie neurologiche,come esiti <strong>di</strong> ictus, traumi cranici,lesioni midollari e malattiedeminielinizzanti, anche <strong>di</strong> patologieortope<strong>di</strong>che, tra cui gli esiti <strong>di</strong>interventi chirurgici <strong>di</strong> protesizzazionearticolare, <strong>di</strong> patologie oncologichecon interessamento delsistema nervoso o locomotore, <strong>di</strong>malattie reumatiche e muscoloscheletriche,<strong>di</strong>sturbi del linguaggio,delle funzioni cognitive e deltono muscolare. L’efficacia delleterapie è naturalmente legata allagravità dei casi, ma enorme influenzahanno volontà, impegno ecostanza del paziente. La sig.raAda, per esempio: 78 anni: presentavauna totale paralisi della partesinistra del corpo e una sostanzialeapatia verso l’ambiente e i familiari.Alla fine del percorso riabilitativo,ha ripreso a muoversi con facilitàcon l’aiuto del tripode. E che<strong>di</strong>re <strong>di</strong> Moustafa, 60 anni, operato<strong>di</strong> laminectomia decompressivaper esiti <strong>di</strong> lesione traumatica midollare?Impossibile una guarigionetotale, ma dopo qualche mese<strong>di</strong> trattamento, pur senza aver potutorecuperare la deambulazione,rehabilitation of people with <strong>di</strong>sabilitiesis a process aimed at enabling them toreach and maintain their optimal physical,sensory, intellectual, psychologicaland social functional levelsera in grado <strong>di</strong> muoversi con lacarrozzina. È stato fondamentalefar ritrovare al pazientel’autonomia <strong>di</strong> tutte le funzionipersonali.La riabilitazione deve però occuparsianche <strong>di</strong> prevenzione: curandoun evento morboso è importantedare consigli su come evitarericadute o riacutizzazioni.Le terapie, a Conselve, sono svolteda un team specializzato compostoda 62 persone tra me<strong>di</strong>ci, fisioterapisti,terapisti occupazionali cheaiutano al recupero della funzionemotoria specifica, logope<strong>di</strong>sta, infermierie OSS.Nel trattamento l’apporto dellafamiglia costituisce un fattore decisivoper la riuscita del percorsoterapeutico; proprio per questoessa è riconosciuta come parteintegrante della squadra riabilitativae viene coinvolta nella organizzazionedei servizi e nella progettazionedegli interventi.Il Centro <strong>di</strong> Riabilitazione <strong>di</strong> Conselveè stato riorganizzato nel2001, con l’arrivo alla <strong>di</strong>rezione deldr. Roberto Marenzi. Fa parte delcosiddetto Co<strong>di</strong>ce 28, è un centro,cioè, <strong>di</strong> alta specialità e proprio perquesto è un punto <strong>di</strong> riferimentoriconosciuto dalla Regione Veneto.La sede può contare su 3900 metriquadrati <strong>di</strong> spazio, sud<strong>di</strong>viso in 5piani e con la possibilità <strong>di</strong> accoglierepazienti in 30 posti letto. Ladegenza dura dai 15 giorni ai 2-3mesi. In seguito le terapie proseguonoin strutture esterne.Gli interventi annuali sono 560,quelli ambulatoriali 40.000 e interessanoprincipalmente colonnavertebrale e arti.Il Centro è dotato <strong>di</strong> tutte le apparecchiaturestrumentali necessariee tecnologicamenteall’avanguar<strong>di</strong>a. Un dato importante,visto che l’uso della tecnologiainfluisce al 30% sulla guarigionedei soggetti. Ma ancor più importanteè la preparazione del personalespecializzato e su quella i pazientidel Centro possono tranquillamentefare affidamento.


13NEL 2015 UN ADULTOSU DUE AFFETTO DAALLERGIA CRONICALe allergie colpiscono i bambini egli adolescenti nei paesi occidentalia ritmo sempre più incalzante e gliesperti stimano che nel 2015 unadulto su due sarà affetto da <strong>di</strong>sturboallergico cronico.Secondo l’EU Global Health StatusReport, un bambino su 4 sottol’età <strong>di</strong> 10 anni è affetto da malattieallergiche nei paesi dell’UnioneEuropea. In particolare, l’allergiaalimentare, che più spesso causagravi reazioni avverse come loshock anafilattico, sembra raddoppiatanegli ultimi 5 anni. La riniteallergica a sua volta appare aumentata<strong>di</strong> circa 3 volte.Le stime attuali suggeriscono chenel 2015 un adulto su due saràaffetto da manifestazioni allergichecroniche quali asma ed eczemaatopico. Esistono <strong>di</strong>fferenzesignificative nella prevalenza dellemalattie allergiche negli adolescentitra i vari paesi dell’UnioneEuropea che oscillano dal 3.7% <strong>di</strong>incidenza in Grecia, al 16% dellaFinlan<strong>di</strong>a fino a raggiungere il 32%nel Regno Unito.Un dato così preoccupante si traducein un pesante impatto sullaqualità della vita del paziente allergico,in un aumento dei costi per isistemi sanitari e in una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong>produttività. “Ciononostante, lemalattie allergiche appaiono sottostimate,spesso non correttamente<strong>di</strong>agnosticate e <strong>di</strong> conseguenzanon ricevono un appropriato trattamento”,spiega il Prof. Ian Lotvall,Direttore del Dipartimentodelle Malattie Respiratoriedell’Università <strong>di</strong> Goteborg e Presidente<strong>di</strong> EAACI, l’ European Academyfor Allergy and Clinical ImmunologyDiagnosi precoci, terapie tempestivee quanto più possibile personalizzaterappresentano gli elementichiave per fronteggiare questa“epidemia”, prevenendol’insorgenza <strong>di</strong> complicanze nonchéla cronicizzazione dell’allergia.Proprio su questi aspetti -ultimefrontiere della ricerca per una <strong>di</strong>agnosiprecoce e azione comune trai <strong>di</strong>versi specialisti coinvolti neltrattamento delle malattie allergiche-è stato incentrato l’ultimoConvegno dell’EAACI “Pe<strong>di</strong>atricAllergy and Asthma”, che per laprima volta si è tenuto in Italia, aVenezia a con la partecipazione <strong>di</strong>più <strong>di</strong> 900 pe<strong>di</strong>atri e ricercatori datutto il mondo.“Vi sono nuove tecnologie perl’identificazione e il trattamentoprecoce della malattia, approcciinnovativi per ridurre o eliminarela reazione degli allergeni e per lacura definitiva della malattia allergica”,spiega Antonella Muraro,allergologa pe<strong>di</strong>atra, membro delConsiglio Direttivo EAACI e responsabiledel Centro <strong>di</strong> Specializzazioneper lo Stu<strong>di</strong>o e la Cura delle Allergiee delle Intolleranze Alimentaripresso l’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong><strong>di</strong> <strong>Padova</strong>.I fattori scatenanti della reazioneallergica possono essere molteplici:dal fumo <strong>di</strong> sigaretta ai pollini,passando per alimenti, cosmetici,punture d’insetto e me<strong>di</strong>cinali.“Preoccupante - spiega la dottoressaMuraro - appare infattil’incremento fino a 7 volte negliultimi <strong>di</strong>eci anni dei ricoveri perreazioni allergiche gravi ad alimentinei bambini da 0 a 14 anni negliStati Uniti e in Inghilterra”.In Italia non esistono ancora datirispetto alle reazioni allergichegravi e per questo motivo il Centro<strong>di</strong> Specializzazione sulle AllergieAlimentari ha in corso un progetto<strong>di</strong> sorveglianza epidemiologica dellereazioni anafilattiche, che comprendetutti i pronto soccorso e le<strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria della RegioneVeneto.La lotta contro le allergie si muove,dunque, lungo tre gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>rettrici:promuovere un’efficace comunicazionetra i ricercatori <strong>di</strong> base e i


14<strong>di</strong>versi specialisti che ruotano intornoal bambino allergico, continuarele sperimentazioni clinichein corso, e mettere a punto un linguaggiocomune che favorisca lapresa in carico ottimale e globaledel piccolo paziente allergico edella sua famiglia.FLASH NEWSCellule staminali.Il Veneto e <strong>Padova</strong> in prima lineaEAACI – European Academyfor Allergy and Clinical Immunologyè la più grande societàscientifica me<strong>di</strong>ca in Europanel campo delle allergie edell’immunologia clinica, con5500 membri provenienti da107 paesi e 40 Società Nazionaliper le Allergie.Un’organizzazione no-profit,EAACI si occupa <strong>di</strong> asma, rinite,eczema, allergie professionali,a prodotti alimentari, a me<strong>di</strong>cinalie anafilassi.Per la ricerca sulle cellule staminali il Veneto halanciato per il triennio 2009-2011 un piano <strong>di</strong> investimenti<strong>di</strong> 12 milioni <strong>di</strong> euro. Saranno i centri <strong>di</strong>eccellenza a effettuare la ricerca, raggruppati nelCorit (Consorzio per la ricerca sul trapianto <strong>di</strong> organi,tessuti, cellule e me<strong>di</strong>cina rigenerativa) presiedutoda Pilade Riello.I centri, evitando sovrapposizioni e operando insinergia negli stretti ambiti specialistici, si occuperanno<strong>di</strong> malattie dell'occhio, leucemie e tumoripe<strong>di</strong>atrici, danni al tessuto car<strong>di</strong>aco, lesioni deitessuti ossei in ambito maxillo-facciale, lesioni allecartilagini, patologie legate al rigetto cronico neitrapianti e malattie degenerative come Parkinson,Alzheimer e <strong>di</strong>abete.Tra i centri d’eccellenza chiamati in prima lineaquattro cell factory (<strong>Padova</strong>, Venezia, Verona, eVicenza), il laboratorio Traslazionale <strong>di</strong> Rovigo e labiobanca <strong>di</strong> Treviso.“Il Veneto con questo programma -<strong>di</strong>cel’assessore Sandro Sandri- entra a pieno titolo neivertici internazionali nella ricerca in sanità”.Pilade Riello ha invece ricordato come laleadership del Corit sia sancita anche dal fattod’essere capocommessa europea sulla ricerca immunologicanei trapianti.(S.B.)


15PER UNAALIMENTAZIONECORRETTAServizio <strong>di</strong> Nutrizione Clinica dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong><strong>di</strong> Francesco FranciniQuello della “corretta” alimentazioneè un argomento che fa semprepresa sul pubblico. Sul tema,ormai <strong>di</strong>ventato una sorta <strong>di</strong> tormentone,assistiamo cimentarsinelle più svariate se<strong>di</strong> folle <strong>di</strong> e-sperti, veri o presunti. Anche noi,all’esor<strong>di</strong>o <strong>di</strong> questa rinnovata rivista,non abbiamo resistito alla tentazione<strong>di</strong> <strong>di</strong>re la nostra. Il compitoè all’apparenza facile ma celaun’insi<strong>di</strong>a, che il sottoscritto reputatra le peggiori, quella <strong>di</strong> risultarescontati e stucchevoli agli occhi dellettore, che potrebbe desistere sindalle prime righe. Allora, <strong>di</strong>ciamosubito che il nostro approccio vuoleessere un po’ <strong>di</strong>verso da quelloche accomuna certi slogan salutisticidel tipo “bisogna mangiaremolta frutta e verdura”, “limitare igrassi animali”, “mangiare pocoma <strong>di</strong> tutto”, eccetera. Vorrei invecesuscitare alcuni interrogativi etentare qualche risposta.Per iniziare, chie<strong>di</strong>amoci quale o-biettivo si proponeun’alimentazione “corretta” o“ideale”. I più risponderanno ilmantenimento del miglior stato <strong>di</strong>salute possibile, ma si tratta <strong>di</strong> unarisposta superficiale che non troveràun’unanime con<strong>di</strong>visione.Uno sportivo, per esempio, cercherà<strong>di</strong> alimentarsi con l’intento <strong>di</strong>ottimizzare le proprie prestazionifisiche. Per ottenere ciò si sottoporràa regimi ipercalorici e iperproteici,che non gioveranno al suostato <strong>di</strong> salute complessivo masemplicemente migliorerannotemporaneamente il ren<strong>di</strong>mentomuscolare. Ancora, molte personein svariate parti del mondo, animateda profonda fede, si alimentanosecondo i dettami della propriareligione, bizzarri allo sguardo dellaico e del tutto in<strong>di</strong>fferenti ai risultatidella scienza. Mangerannopesce il venerdì o si asterrannodalla carne <strong>di</strong> maiale, ma senzaalcun riferimento alle calorie né alcolesterolo. In antitesi ai casi precedenti,il gourmet ricerca cibi epiatti raffinati, senza badare allecalorie, al burro, allo zucchero; ilsuo fine è la ricerca <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> <strong>di</strong>sapori che esaltino il gusto permezzo dell’arte della cucina.Questi semplici esempi ci <strong>di</strong>mostranola necessità <strong>di</strong> chiarire rispettoa cosa è corretto uno stilealimentare. In questa sede intenderemoalimentazione “corretta”come un insieme <strong>di</strong> comportamentirelativi al cibo in grado <strong>di</strong> ridurreil rischio <strong>di</strong> malattia e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>consentire una vita più lunga esana. Pertanto, un’alimentazioneideale sotto il profilo sanitario, noncertamente sotto quelli sportivo,religioso o gastronomico.La maggior parte degli stu<strong>di</strong> condottisull’argomento ha rilevatoche il principale fattore <strong>di</strong> naturaalimentare in grado <strong>di</strong> influenzarela nostra salute sono le calorie,in<strong>di</strong>pendentemente dalla formaattraverso cui vengono introdotte.Una moderata riduzionedell’apporto calorico rispettoall’alimentazione spontanea riducealcuni processi patologici che neglianni portano all’invecchiamento ea malattie quali il cancro el’infarto. In pratica, mangiareall’incirca il 30% in meno delle calorieche siamo soliti assumere(1800 calorie al giorno invece <strong>di</strong>2400) comporta una minor produzione<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali liberi, attenua iprocessi infiammatori, riducel’introito <strong>di</strong> contaminanti alimenta-


16ri tossici. Di recente si è scopertoche i benefici indotti da una moderatarestrizione calorica <strong>di</strong>pendonodall’attivazione <strong>di</strong> alcuni geni, consideratiquin<strong>di</strong> i geni della longevità,che possono essere attivati ancheda alcune sostanze <strong>di</strong> originevegetale, in<strong>di</strong>pendentementedall’apporto calorico. Tra questesostanze vi sono il resveratrolo, laquercetina e altre molecole presentinella verdura e nella frutta,che perciò vedono confermate unavolta <strong>di</strong> più le già note potenzialitàa favore del nostro benessere.Nell’ottica del contenimentodell’energia introdotta con il cibo,è interessante considerare il concetto<strong>di</strong> “concentrazione calorica”,cioè la quantità <strong>di</strong> calorie contenutain rapporto al volumedell’alimento. Gli alimenti caloricamentepoco concentrati, come gliortaggi e la frutta, hanno pochecalorie in gran<strong>di</strong> volumi e quin<strong>di</strong>saziano senza far ingrassare. Alcontrario, con i cibi a elevata concentrazionecalorica, come quelliricchi <strong>di</strong> grassi, la sazietà insorgesolo dopo aver ingerito molte calorie.Per prevenire soprappeso e obesitàsarebbe opportuno ridurre laconcentrazione calorica della nostraalimentazione, non solo aumentandola quota <strong>di</strong> vegetali, maanche ricorrendo con parsimoniaai grassi <strong>di</strong> con<strong>di</strong>mento. Due piatticon la stessa quantità <strong>di</strong> pasta possono<strong>di</strong>fferire anche <strong>di</strong> alcune centinaia<strong>di</strong> calorie a seconda <strong>di</strong> comesono con<strong>di</strong>ti. Un etto <strong>di</strong> spaghetticon un po’ <strong>di</strong> pomodoro e basilicoapportano circa 350 calorie, ma glistessi ben con<strong>di</strong>ti con olio o burroe parmigiano possono averne oltre600!Elevata densità calorica hanno anchemolte bevande. Fino a qualchetempo fa per <strong>di</strong>ssetarsi si ricorrevaall’acqua, prezioso elemento chenon ha calorie, nonostante certapubblicità tenti <strong>di</strong> indurci a credereil contrario. Il so<strong>di</strong>o contenutonell’acqua potabile non costituisceun problema, anzi. Si tratta <strong>di</strong> carbonato<strong>di</strong> so<strong>di</strong>o (non <strong>di</strong> cloruro <strong>di</strong>so<strong>di</strong>o, come invece nell’acqua marina!),che non esercita alcun effettodannoso sulla salute. Al contrario,molti suoi sostituti, quali lebibite gassate e non (succhi <strong>di</strong> frutta,tè in bottiglia o in brick) apportanocalorie sotto forma <strong>di</strong> zucchero.Un litro <strong>di</strong> aranciata o <strong>di</strong> CocaCola contiene circa 400 calorie, peri succhi <strong>di</strong> frutta si arriva a 600.Bere nel corso <strong>di</strong> una giornata unlitro <strong>di</strong> bevande <strong>di</strong> questo tipo e-quivale ad aggiungere alla consuetaalimentazione le calorie che potremmotrovare in un piatto <strong>di</strong> pastaben con<strong>di</strong>ta. L’abuso <strong>di</strong> bevandezuccherate è considerato unodei principali comportamenti arischio <strong>di</strong> obesità nei giovanissimi.Altri abusi alimentari caratterizzanol’alimentazione delle nostrefamiglie. Tra questi, l’ossessivoricorso alla carne è certamenteuno dei comportamenti alimentariche più insi<strong>di</strong>ano la nostra salute.Salumi e carni <strong>di</strong> vario genere sonopresenti in 2, 3 e, talora, in 4 pastial giorno, tra spuntini, pranzo ecena. Numerosi stu<strong>di</strong> epidemiologicihanno <strong>di</strong>mostrato che l’elevatoconsumo <strong>di</strong> carni, soprattutto rossee conservate (salumi) è correlatoa un maggior rischio <strong>di</strong> malattiecar<strong>di</strong>ovascolari e neoplasie. La carnenon è in<strong>di</strong>spensabile nella nostraalimentazione perché può essereefficacemente sostituita dauova, formaggi, legumi, pesce. Lasua presenza sulla tavole andrebbequin<strong>di</strong> limitata a un paio <strong>di</strong> volte lasettimana o meno, senza comprometterel’apporto <strong>di</strong> nutrienti essenziali.Un’altra classe <strong>di</strong> alimenti <strong>di</strong> cui sifa largo uso sono i prodotti da fornoconfezionati, cioè cracker, grissini,fette biscottate, biscotti e affini.Tra i loro ingre<strong>di</strong>enti vi sonoparticolari tipologie <strong>di</strong> grassi, comel’olio <strong>di</strong> cocco e i grassi idrogenati(margarine), guardati con sospettoperché capaci <strong>di</strong> aumentare il colesteroloplasmatico. I prodotti daforno confezionati sostituiscono inmolte occasioni il pane, usati nellaconvinzione che abbiano menocalorie. In realtà questi alimenticontengono circa un terzo <strong>di</strong> caloriein più rispetto al pane e, inoltre,i grassi utilizzati nell’impasto


17non giovano alla salute delle nostrearterie.In conclusione, se è vero che laquoti<strong>di</strong>ana assunzione <strong>di</strong> frutta everdura è importante, essa va tuttaviaaccompagnata dal ri<strong>di</strong>mensionamentodel consumo <strong>di</strong> carni,a vantaggio soprattutto dei legumi,e al recupero <strong>di</strong> antichi alimenti,quali il pane e l’acqua, oggi ingiustamentesoppiantati da crackers,fette biscottate e bevande zuccherate.Questi semplici consigli, oltreche rendere più economica la nostraspesa, ci aiuteranno ad allontanarenel tempo eventi sgradevoliquali le malattie metaboliche, lepatologie car<strong>di</strong>ovascolari, le neoplasiee l’invecchiamento.FLASH NEWSCon i gemelli,alla ricerca del rischio arteriosclerosiIl Dipartimento <strong>di</strong> Neuroscienze <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>, insinergia con il “gemello” Dipartimento <strong>di</strong> Roma,ha selezionato 200 coppie <strong>di</strong> gemelli <strong>di</strong> età<strong>di</strong>fferenti per stimare la componente ere<strong>di</strong>tariadell’arteriosclerosi.Questa patologia degenerativa rappresenta lapiù frequente causa <strong>di</strong> mortalità nella popolazioneoccidentale, ecco perché la sua prevenzioneassume importanza strategica sia dalpunto <strong>di</strong> vista in<strong>di</strong>viduale sia della collettività.Le coppie che hanno accettato <strong>di</strong> partecipareal progetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sono in prima battutasottoposte a esami clinici. Dovranno poi compilarealcuni questionari, formulati per valutareil benessere psicologico, lo stato generale <strong>di</strong>salute, le abitu<strong>di</strong>ni al fumo e gli stili <strong>di</strong> vita.Gli esami previsti si basano su una valutazione,eseguita me<strong>di</strong>ante ecografia-doppler, dellospessore della parete delle arterie caroti<strong>di</strong> edel circolo intracranico.(S.B.)


18UNO SPAZIOFUTURISTICOi lavori <strong>di</strong> ristrutturazione, ampliamento emodernizzazione trasformano la Rianimazione CentraleL’Anestesia e Rianimazionedell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>è stata <strong>di</strong> recente completamenterinnovata secondo i più modernicanoni e con le più avanzate strumentazionitecnologiche. Dopo 40anni <strong>di</strong> attività e con quasi 40.000pazienti trattati, il reparto ha raddoppiatola superficie, ora raggiungei 1000 metri quadrati, e aumentatoi posti letto: sono 18, cui siaggiunge un letto per i trattamenti<strong>di</strong> emergenza e un’area servizi de<strong>di</strong>cata.Diretta dal dr. Giovanni Pittoni findal 2003, la nuova “RianimazioneCentrale” è una struttura conun’area centrale da cinque postiletto, tre stanze da due posti lettoe sette stanze singole con possibilità<strong>di</strong> garantire un isolamento <strong>di</strong>grado elevato, sia per proteggereun paziente da infezioni esterne,come potrebbero richiedere pazientiimmunodepressi, sia per isolarecasi <strong>di</strong> malattia altamente contagiosa,<strong>di</strong> tipo batterico o virale.Ogni anno vengono accolti in RianimazioneCentrale circa 900 ricoverati.Si tratta <strong>di</strong> pazienti in emergenza,traumatizzati della strada odel lavoro, gran<strong>di</strong> ustionati, ammalaticon patologie molto gravi ecomplesse o comunque personeper le quali è necessario ricorrerealla respirazione artificiale. Perbuona parte <strong>di</strong> loro il ricovero avvieneper garantire un recuperopost-operatorio con assistenzaintensiva me<strong>di</strong>ca e infermieristicadopo un intervento chirurgico <strong>di</strong>particolare complessità.La durata della degenza è in me<strong>di</strong>ainferiore ai 7 giorni e la percentuale<strong>di</strong> <strong>di</strong>missione - e <strong>di</strong> sopravvivenza,quin<strong>di</strong> - è del 90% circa.Il sistema <strong>di</strong> monitoraggio previstoè quanto <strong>di</strong> più moderno e aggiornatooggi <strong>di</strong>sponibile. La cartellaclinica può essere gestita in modoinformatizzato con l’acquisizioneautomatica dei dati provenienti dalmalato, delle azioni intraprese e <strong>di</strong>quanto gli viene somministrato.Tale monitoraggio consente inoltrela visualizzazione delle immaginiTAC, risonanza magnetica, lastre rxtra<strong>di</strong>zionali e dei dati <strong>di</strong> laboratorio<strong>di</strong>sponibili nel sistema informaticocentralizzato dell’ospedale. Ciòconsente al me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre intempo reale e simultaneo <strong>di</strong> tutte


19le informazioni cliniche, vedendocosì ridursi la possibilità <strong>di</strong> errore eaumentare il pronto riconoscimento<strong>di</strong> qualsiasi complicazione, speciein pazienti a elevata criticità.La moderna struttura è <strong>di</strong>sposta inGiovanni Pittoni nella nuova Rianimazione Centralemodo da consentire facilità <strong>di</strong> puliziae sterilizzazione per tutto il reparto:le attrezzature sono infattisospese da terra o spostabili suruote. Per l’assistenza infermieristica,la presenza <strong>di</strong> sistemi motorizzatiper il sollevamento dei pazienti,connessi a binari per la mobilizzazionepermette anche a unoperatore, da solo, il cambio letto.Due stanze sono attrezzate per lagestione dei pazienti “gran<strong>di</strong> obesi”,idonee a mobilizzare fino a 400kg <strong>di</strong> peso.Ogni posto letto è provvisto <strong>di</strong> unventilatore meccanico con la possibilità<strong>di</strong> utilizzare i più sofisticatimeto<strong>di</strong> <strong>di</strong> respirazione artificiale.La dotazione tecnologicaall’avanguar<strong>di</strong>a consente <strong>di</strong> attuaremeto<strong>di</strong>che mini-invasive per lagestione delle vie aeree con videoendoscopia,per la <strong>di</strong>agnosticanonché per il trattamento emo<strong>di</strong>namicocon l’ecografo a immaginitri<strong>di</strong>mensionali.L’assistenza è garantita 24 ore su24, dalla turnazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciotto me<strong>di</strong>ci,<strong>di</strong> infermieri e operatori sanitari.Lo staff della nuova RianimazioneCentrale conta su 40 me<strong>di</strong>ci specialisti,tra cui, oltre alla dr.ssa GiuseppinaBonaccorso responsabile<strong>di</strong> Struttura Semplice <strong>di</strong> T.I.P.O.,operano la dr.ssa Annibale, la


20dr.ssa Celsan, la dr.ssa Dalla Zuanna,la dr.ssa Ferrana, il dr. Gargano,la dr.ssa Lanzillotta, il dr. Meggiolaro,il dr. Meneghetti, il dr.Montagna, la dr.ssa Negri, il dr.Paganini, il dr. Passerella, la dr.ssaPavarin, il dr. Scatto, la dr.ssa Vecchiatoe la dr.ssa Zoppellaro; e suquasi 50 tra infermieri e operatorisanitari, coor<strong>di</strong>nati dalla CaposalaRoberta Rampazzo.La Nuova Rianimazione Centralegarantisce assistenza rianimatoriae cure intensive prevalentementeper i pazienti ricoverati nel complessodel “Monoblocco” ospedalieroe per le Chirurgie che fannoriferimento all’Unità Operativa <strong>di</strong>Anestesia e Rianimazione ospedaliera<strong>di</strong>retta dallo stesso GiovanniPittoni: la Chirurgia Generale, <strong>di</strong>rettadal prof. Romeo Bar<strong>di</strong>ni, laChirurgia Vascolare <strong>di</strong>retta dalprof. Giovanni Deriu, la ChirurgiaPlastica e il Centro Gran<strong>di</strong> Ustioni<strong>di</strong>retti dal dr. Bruno Azzena, la ChirurgiaPlastica Pe<strong>di</strong>atrica del dr.Angelo Chiarelli, l’Urologia delprof. Filiberto Zattoni,l’Otorinolaringoiatria a in<strong>di</strong>rizzoOtochirurgico del prof. AlessandroMartini, la Clinica Otorinolaringoiatricadel prof. Alberto Staffieri, laclinica Oculistica <strong>di</strong>retta dal prof.Midena, la Chirurgia Maxillo-Facciale del prof. Giuseppe Ferronato,la Chirurgia delle Vie Aereeper anni <strong>di</strong>retta dal dr. Narne Surendrae ora <strong>di</strong>retta dal prof. Martini.Con la Nuova Rianimazione Centralecontinuerà a essere collegatal’Unità <strong>di</strong> Riabilitazione Sub-Intensiva <strong>di</strong> Conselve, con i suoi 4letti ad alta assistenza, integratinei programmi riabilitativi coor<strong>di</strong>natidal dr. Roberto Marenzi, <strong>di</strong>rettoredella Riabilitazione <strong>di</strong> Conselve.In questi 40 anni <strong>di</strong> attività moltime<strong>di</strong>ci hanno contribuito con illoro lavoro all’eccellenza <strong>di</strong> questoreparto ospedaliero, a partire dalprof. Alessandro Gasparetto che,dopo aver creato le basi della alloranuova specialità <strong>di</strong> Anestesia eRianimazione, <strong>di</strong>venne cattedraticoa Roma, restando per anni ilriferimento della moderna terapiaintensiva in Italia. Altri illustri specialistisi sono succeduti, tra cui ilprof. Marco Simone, poi primario aMestre, il prof. Remigio Verlatoper anni primario a Vicenza e poipioniere delle attività connesse aitrapianti, il prof. Gaspare Sammartanopoi primario a Venezia, ilprof. Lorenzo Torelli poi primario aVicenza, il prof. Vinicio Testa poiprimario a Pordenone, il dr. PasqualePiccinni anestesista per ilprimo trapianto <strong>di</strong> fegato a <strong>Padova</strong>e ora primario a Vicenza, il dr.Gianfranco De Zen ora primario aBassano del Grappa, il prof. GiorgioBarusco rientrato a <strong>Padova</strong>come primario dopo anni <strong>di</strong> primariatoa Rovigo, il prof. Alberto Pietraper anni primario a Este, il dr.GianLuca Alati per anni primario aCamposanpiero, la dr.ssa MariangelaPalù fino a poco tempo fa primarioa Rovigo, il dr. Giorgio Daviàora primario ad Abano Terme. Maanche altri illustri cattedratici comeil prof. Gaetano Gritti che haconcluso la sua carriera a Firenze oil prof. Paolo Pinto ora cattedraticoa Roma. Tra tutti, una particolaremenzione va al prof. Ennio Manzinche per molto tempo è stato il riferimentodella Rianimazione Centrale.Le attrezzature sostituite verrannorese <strong>di</strong>sponibili per iniziative <strong>di</strong>cooperazione allo sviluppo, comequelle sostenute dall’AssociazioneBethania Hospital ServiceO.N.L.U.S., attiva dal 1994 con iniziative<strong>di</strong> cooperazione allo sviluppoin numerosi paesi dell’Est Europae dell’Africa. Attualmente sonoin corso progetti <strong>di</strong> cooperazionein Bulgaria, Romania, RepubblicaDemocratica del Congo, Tanzania ein Senegal. Alcuni <strong>di</strong> questi progettisono stati sostenuti anche dallaRegione del Veneto e sviluppaticon altre ONG italiane come ilCUAMM, l’AES o conl’organizzazione belga Me<strong>di</strong>cineSans Vacance.


21LE ECCELLENZEAZIENDALIWaifro Rigamonti, <strong>di</strong>rettore dell’Unità Operativa Semplice<strong>di</strong> Urologia Pe<strong>di</strong>atrica, racconta la sua specialità.<strong>di</strong> Cinzia MontagnaLa sua Unità ha una lunga tra<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> eccellenza ed è stato forse ilprimo reparto <strong>di</strong> Urologia a occuparsi<strong>di</strong> Urologia Pe<strong>di</strong>atrica in Italia.E’ vero dr. Rigamonti?Sì, credo <strong>di</strong> sì. La prima sezionepe<strong>di</strong>atrica venne realizzata nellaClinica Urologica <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> dalWaifro Rigamontiprof. Pagano negli anni Sessanta efu poi sviluppata e portata a famainternazionale dal prof. PasseriniGlazel: un grande passato chesperiamo <strong>di</strong> saper proiettare nelfuturo.Mi può <strong>di</strong>re in poche parole checos’è l’Urologia Pe<strong>di</strong>atrica?È la branca della me<strong>di</strong>cina che siinteressa <strong>di</strong> tutte le patologie malformative,infiammatorie, tumoralidelle vie urinarie e dell’apparatogenitale del bambino, dalla nascitaall’adolescenza.Si tratta quin<strong>di</strong> delle stesse patologie<strong>di</strong> cui si interessa l’urologo mache si presentano nel bambino?In verità non è proprio così. Nellamaggior parte dei casi sono malattietipiche del bambino che pocohanno a che fare con le malattiedella prostata e dei tumori dellavescica. Comunque, alcune patologiecome la calcolosi urinaria sonopresenti sia nell’adulto che nelbambino e noi utilizziamo le apparecchiaturee l’esperienza degliurologi per risolverle insieme.Dottore, quali sono le patologiepiù frequentemente curatenell’Unità da lei <strong>di</strong>retta?La patologia più frequentementetrattata è probabilmentel’ipospa<strong>di</strong>a. Si tratta <strong>di</strong> una malformazionecongenita dei genitali maschilidove l’uretra non si formaperfettamente e il bimbo fa pipì daun buchino che non è situato allapunta del pene ma in una posizionepiù in basso. Il pene è spessoanche ricurvo verso il basso e ilbimbo deve sedersi per urinarecon gravi problemi funzionali epsicologici. È una malformazionepurtroppo in grande crescita esembra incrementatadall’inquinamento ambientale.A seguire, per frequenza, le patologielegate alla mancata <strong>di</strong>scesa deitesticoli e poi le patologie ostruttivedell’alto apparato urinario; sostanzialmentecasi in cui una partedella via urinaria non si sviluppabene e non consente la normale<strong>di</strong>scesa dell’urina dal rene alla vescica.Il più delle volte queste formevengono oggi <strong>di</strong>agnosticate giànella pancia della mamma e quin<strong>di</strong>prese in carico imme<strong>di</strong>atamente.Se queste sono le patologie piùfrequenti quali sono le più gravi?Chiaramente le forme tumoralisono tra le più gravi in quantocomportano un rischio per la sopravvivenzadel piccolo paziente.Da un punto <strong>di</strong> vista tecnico e organizzativo,però, alcune malformazioniquali l’ambiguità dei genitali,con tutte le problematichedell’attribuzione e la ricostruzionenel sesso prescelto o la ricostruzione<strong>di</strong> tutto il basso apparato genito-urinario, come nei casi <strong>di</strong> estrofia


22vescicale, pongono gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> scelta ed esecuzione nonché<strong>di</strong> prosecuzione <strong>di</strong> cura fino all’etàadulta.Vi sono poi forme, quali le valvoleuretrali congenite, che non pongononell’imme<strong>di</strong>ato gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltàtecniche, ma le cui conseguenzesui reni e sulla vescica si ripercuotonoper tutta la vita, con continuiproblemi <strong>di</strong> svuotamento vescicalee insufficienza renale. Queste formerichiedono una collaudata cooperazionetra urologo e nefrologope<strong>di</strong>atra.Una volta eseguito l’intervento etrascorso il follow-up, qual é lapercentuale <strong>di</strong> casi risolti?Ovviamente il risultato <strong>di</strong>pendedalla patologia <strong>di</strong> base. Per alcunecon<strong>di</strong>zioni, come l’idronefrosi damalattia del giunto pieloureterale,<strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong> modalità <strong>di</strong> trattamentoestremamente efficaci; se ilpaziente non sviluppa problematichea un anno dall’intervento <strong>di</strong>fficilmentepotranno comparire inseguito.Per altre con<strong>di</strong>zioni il follow-upnon termina mai e questi pazientivengono controllati praticamenteper tutta la vita.Ci sono, infine, con<strong>di</strong>zioni in cui lecomplicanze non si manifestanoper molti anni per poi comparirenelle fasi <strong>di</strong> più rapido sviluppocome la pubertà. Questo, per e-sempio, è abbastanza tipico, maper fortuna non comunissimo, neisoggetti operati per ipospa<strong>di</strong>a.Quali sono le maggiori conseguenzedelle patologie da voi seguite?Le patologie urologiche, se nontrattate in tempo, possono portarea una progressiva per<strong>di</strong>ta dellafunzione renale e conseguentementealla <strong>di</strong>alisi e al trapianto.I pazienti che invece sviluppanoincontinenza urinaria <strong>di</strong>fficilmenteandranno incontro a tali conseguenze,mentre possono avereripercussioni sulla vita <strong>di</strong> relazionee sulla propria maturazione psicologica.Infine, i pazienti affetti daalcune malformazioni particolari,come l’estrofia vescicale e le ambiguitàdei genitali, possono avereimportanti ripercussioni psicologichelegate alla loro sessualità.Quanti interventi esegue in un anno?Nella nostra Unità Operativa si e-seguono circa 450 interventiFigura A:valvola dell’uretra posterioreFigura B:reflusso vescico ureterale<strong>di</strong> alto gradoAB


23l’anno <strong>di</strong> chirurgia a cielo aperto ecirca 100 procedure endoscopiche.Ci sono così tanti bambini padovanicon questi problemi?Assolutamente no, la maggior partedei bimbi proviene da altre regioni.Circa il 40% degli interventisono su bambini provenienti dafuori Regione, un altro 45% provieneda altre città del Veneto e soloun 15 % dalla provincia <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>.Perché arrivano a <strong>Padova</strong>?Per vari motivi. Per prima cosa lanostra Unità Operativa è una dellepoche in Italia interamente de<strong>di</strong>cataalla cura delle malformazioniurinarie nel bambino con una lungatra<strong>di</strong>zione nel trattamento <strong>di</strong>quadri malformativi urogenitalicomplessi.Altra peculiarità è la presenza inazienda <strong>di</strong> ulteriori specialità pe<strong>di</strong>atriche<strong>di</strong> altissimo livello, comela Nefrologia Pe<strong>di</strong>atrica <strong>di</strong>rettadalla dr.ssa Murer, la Terapia IntensivaPe<strong>di</strong>atrica, l’ Oncoematologia,l’Endocrinologia, la ChirurgiaPe<strong>di</strong>atrica <strong>di</strong>retta dal prof. Zanon,con grande competenza nel trapiantorenale e nel trattamentodei tumori. Questo ci consente lapresa in carico <strong>di</strong> pazienti con nefro-uropatiecomplesse che richiedonoun approccio multi<strong>di</strong>sciplinare.Inoltre, l’Urologia Pe<strong>di</strong>atrica ècollocata all’interno <strong>di</strong> un’UnitàOperativa <strong>di</strong> Urologia Generale,che consente la presa in carico <strong>di</strong>pazienti adulti con esiti <strong>di</strong> patologiecongenite e rappresenta praticamenteun unicum nel panoramanazionale.Infine, ogni martedì vi è un incontrotra nefrologi, urologi e me<strong>di</strong>conucleare, aperto ai pe<strong>di</strong>atri delVeneto e delle Regioni vicine chepossono portare in <strong>di</strong>scussione iloro casi per un parere dell’équipe<strong>di</strong> <strong>Padova</strong>. Questo non solo arricchiscenoi e i colleghi, ma ha permessoanche <strong>di</strong> creare nel corsodegli anni una rete <strong>di</strong> collaborazioneche fa riferimento al nostro o-spedale per i casi più complessi eche richiedono un approccio multi<strong>di</strong>sciplinare.E quando siete voi ad aver bisogno<strong>di</strong> un aiuto per casi particolarmentecomplessi, a chi vi rivolgete?È abbastanza eccezionale trovarecasi per cui occorra ricorrereall’aiuto esterno al nostro ospedale.Capita però con una certa regolarità<strong>di</strong> organizzare delle joint ventures,invitando a operare pressola nostra Unità chirurghi italiani ostranieri che si siano altamentespecializzati in alcuni tipi <strong>di</strong> trattamento,così come noi siamo invitatiin altri ospedali a mostrare lenostre tecniche.In un ambito così delicato e <strong>di</strong>fronte a pazienti così piccoli qual éla <strong>di</strong>fficoltà maggiore che un me<strong>di</strong>coincontra?Molto spesso la cosa più complessada gestire è il carico <strong>di</strong> ansia daparte dei genitori dei piccoli pazienti.Nascono <strong>di</strong>namiche complesse,legate all’ansia per il bambinomalato, l’incertezza del futuro,a volte il senso <strong>di</strong> colpa per a-ver dato alla luce un figlio con malformazione.I bambini, invece, spesso vivonoquest’esperienza come un momentod’incontro con altri bambinie i più piccoli fino all’anno e mezzo<strong>di</strong> vita non percepiscono l’ ospedalizzazione.Per rendere l’esperienzadell’intervento chirurgico menotraumatizzante, è prevista una serie<strong>di</strong> incontri, prima in ambulatorioe poi in reparto. In reparto sispiegano le modalitàdell’intervento e del decorso postoperatorio e ci si accerta che i genitoriabbiano compreso completamentetutte le tappe del ricoveroe dell’intervento, in modo daottenere un reale consenso informato.Si cerca <strong>di</strong> stabilire un rapporto<strong>di</strong>retto e personale tra il chirurgoe i genitori, così da instaurarela fiducia che è il car<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> unbuon rapporto tra me<strong>di</strong>co e paziente.Inoltre, in reparto vi è un ambientesviluppato negli anni per essere ilpiù congeniale possibile ai bambini.Le pareti sono interamente ricoperte<strong>di</strong> <strong>di</strong>segni, sono <strong>di</strong>sponibiligiochi, video-giochi, televisori eDVD.Nel pomeriggio, vi sono spessovolontari che intrattengono i bambiniricoverati. Nei casi <strong>di</strong> ricoverilunghi è <strong>di</strong>sponibile un servizioscolastico. E, cosa fondamentale, ilgenitore può sempre restare alfianco del figlio e ha a <strong>di</strong>sposizioneun letto per la notte.Grazie dottore e Buon Lavoro.


24VIVERE ALLA NORMALEun approccio <strong>di</strong>verso per affrontare l’infezione da HIVe i problemi della sieropositività.Carlo Giaquinto, è il deus exmachina del Centro per l’AIDS pe<strong>di</strong>atrico.È da un’idea sua, <strong>di</strong> SerenellaOletto, Chiara Novello, BarbaraGhiringhelli, Osvalda Rampone realizzato nella grafica da PaolaGamba, che nasce Vivere alla normale.Il primo progetto in Italia cheaffronta in modo originale i problemidella sieropositività e aiuta adaffrontare l’infezione da HIV è fruttodell’esperienza quoti<strong>di</strong>ana afianco dei genitori immigrati e dellacon<strong>di</strong>visione con loro e con glioperatori sanitari della <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>essere genitori quando si vive lasieropositività.Il nostro paese si è trasformato, inbrevissimo tempo, da luogo <strong>di</strong> e-migrazione a spazio <strong>di</strong> immigrazione.Attualmente in Italia c’è unostraniero ogni 16 italiani. Questasituazione ha portato a cambiamentiimportantinell’epidemiologia dell’infezioneda HIV, particolarmente evidentenel settore pe<strong>di</strong>atrico dove, tra ifattori <strong>di</strong> rischio materni, la provenienzadella madre da un’area endemicaè cresciuta dallo 0% del1985 al 40% del 2005.Dal 1985 il Centro si occupa <strong>di</strong> seguirei bambini nati da madri sieropositive.Fornire al paziente elementiscientificamente corretti edesempi concreti <strong>di</strong> conoscenza sulvirus e sullo stato <strong>di</strong> malattia è importanteper abbattere i pregiu<strong>di</strong>zie gli stereotipi che il malato puòavere sul virus. Preconcetti che sibasano per lo più su conoscenzedettate da informazioni scarse oLa copertina del cd rom


25I protagonisti della guidasbagliate, ma anche daun’esperienza <strong>di</strong> testimonianzesull’infezione da HIV che sonoquelle <strong>di</strong> Paesi dove ancora oggi simuore sempre e rapidamente <strong>di</strong>HIV.E’ importante allora insegnare asostituire rappresentazioni come“HIV è stare molto male” o “HIV èmorte” con altre più positive, legatealla realtà italiana, come “puoiavere l’infezione e vivere a lungo”,introducendo così i concetti <strong>di</strong>“malattia cronica”, “cure preventive”,“importanza dei controlli sanitari”.“La nostra proposta è quella <strong>di</strong>aiutare il paziente e l’operatoreche ne tutela la salute a “parlare”dell’infezione da HIV, delle funzionigenitoriali in presenza <strong>di</strong> malattia,delle conseguenze della sceltamigratoria, in ciò supportati dastrumenti operativi che facilitino lacomunicazione” <strong>di</strong>ce il dr. Giaquinto.Spesso nella comunicazione si incontrano<strong>di</strong>fficoltà per la <strong>di</strong>fferenza<strong>di</strong> co<strong>di</strong>ce linguistico del paziente,per i <strong>di</strong>versi riferimenti culturalie ontologici al quale egli fa riferimento,per le pre-esistenti informazionied esperienze che ha delvirus e che incidono sul senso dellamalattia, sulla percezione della suagravità e sulle necessità – soggettivee oggettive - <strong>di</strong> cura. E’ tuttaviaimportante soffermarsi sulla spiegazione<strong>di</strong> come “funziona”l’infezione rispetto allo stare benee allo stare male, al vivere e al morire.Questo passaggio è fondamentaleper riuscire a stabilire un rapporto<strong>di</strong> cura e per fare sì che venganoassunti i corretti comportamenti <strong>di</strong>prevenzione.Da più parti sta assumendo importanzala convinzione che sperimentarenuovi modelli <strong>di</strong> assistenza siaimportante tanto quanto sperimentarenuovi farmaci. Il primopasso corretto in questa <strong>di</strong>rezioneè riconoscere e valutare i possibili<strong>di</strong>versi bisogni delle persone coninfezione da HIV alla luce del mutamentodelle caratteristiche socialidei soggetti colpiti, della loronazionalità, della loro cultura, dellaloro religione e ovviamente della


26malattia, importanza della maternità),coor<strong>di</strong>nate in<strong>di</strong>spensabiliall’operatore per capire meglioscelte e comportamenti <strong>di</strong> chi si ha<strong>di</strong> fronte e proporre percorsi <strong>di</strong>salute e integrazione sociale.E’ una “valigetta pedagogica” multime<strong>di</strong>ale,che ha lo scopo <strong>di</strong> tratlorostoria <strong>di</strong> vita, per poi metterein atto le specifiche risposte ainuovi bisogni.La scarsa conoscenza dell’infezioneda HIV, le molte credenze e convinzionisbagliate, sono comuni amolti pazienti, italiani e stranieri.Sono soprattutto coloro che provengonoda Paesi ad alta prevalenzadell’infezione da HIV che mostranominore o ad<strong>di</strong>rittura nessunaconoscenza dell’infezione daHIV nelle sue <strong>di</strong>verse sfaccettature;in particolare chi vienedall’Africa subsahariana dove quoti<strong>di</strong>anamentemisurarsi con la nonprevenzione, con il ridotto accessoalla terapia antiretrovirale (ART),con il lutto e lo stigma quoti<strong>di</strong>anoattribuibile a questa malattia.Carlo GiaquintoIL PROGETTOAffronta:• aspetti generali <strong>di</strong> conoscenzadell’infezione da HIV, epidemiologia,informazioni me<strong>di</strong>che relativealla caratteristica del virus, allemodalità <strong>di</strong> trasmissione e <strong>di</strong> prevenzione,azione dei farmaci,aspetti emotivi dell’essere sieropositivo.• aspetti relazionali che caratterizzanol’accoglienza e l’incontro conil paziente sieropositivo straniero,principali <strong>di</strong>fficoltà e ostacoli nellacomunicazione.• aspetti culturali volti ad approfon<strong>di</strong>realcuni concetti fondamentalidella cultura dell’altro (salute/


27tare i <strong>di</strong>versi aspetti della con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> un genitore migrante, in particolaredelle madri che si trovanoad affrontare l’infezione da HIV.Contiene non solo informazionime<strong>di</strong>che, ma anche e soprattuttoconsigli “positivi” portati dai protagonisti.La forma colloquiale stimolala consapevolezza che è possibilecontinuare a vivere conl’infezione.Attraverso poche frasi e pocheimmagini si invita l’utente a riflettere,coinvolgendolonell’approfon<strong>di</strong>mento del tema.Uno strumento creato per le famigliema anche per gli operatoridell’area sanitaria, sociale ed educativache seguono le persone immigratee sieropositive.La proposta è quella <strong>di</strong> aiutarel’operatore che utilizza la valigettaa “parlare” con il pazientedell’infezione da HIV, delle funzionigenitoriali in presenza <strong>di</strong> malattia,delle conseguenze della sceltamigratoria. Il percorso educativo sipropone <strong>di</strong> stimolare gli utenti a<strong>di</strong>ventare consapevoli della possibilità<strong>di</strong> continuare a vivere malgradol’infezione, senza cedere daun lato all’apatia e alla depressione,dall’altro alla negazione eall’in<strong>di</strong>fferenza, al “non pensiero”.Per superare i problemi <strong>di</strong> comunicazioneil materiale è stato realizzatoin più lingue: italiano, inglesee francese.Il progetto prevede la <strong>di</strong>ffusione inItalia a circa 10.000 persone.La valigetta pedagogica è compostada un cd rom (in lingua italiana,inglese, francese) e da 21 tavolecartacee in lingua italiana, 21 inlingua inglese, 21 in lingua francese.Rappresenta uno strumentoper <strong>di</strong>scutere con i genitori immigratisieropositivi, africani in particolare,l’intreccio tra genitorialità,immigrazione, sieropositività. Nellavaligetta sono <strong>di</strong>sponibili un opuscoloda consegnare al genitore altermine dell’incontro e un manualeper l’operatore con gli approfon<strong>di</strong>mentinecessari per presentare icontenuti delle sessioni, specificarele <strong>di</strong>fficoltà che vi si possonoincontrare, suggerire argomenti daaffrontare con l’utente.Obiettivi della “valigetta pedagogica”:• promuovere nei genitori sieropositiviafricani la conoscenza dellapatologia da HIV e dei servizi sociosanitari a <strong>di</strong>sposizione nel nostroPaese;• aiutare i genitori sieropositiviafricani ad affrontare con maggioreconsapevolezza e serenitàl’infezione da HIV;• ostacolare l’abbandono dellecure me<strong>di</strong>che migliorandol’aderenza terapeutica;• favorire negli operatori un approccio<strong>di</strong> lavoro che si basi sullapartecipazione attiva dei pazientiin un’ottica <strong>di</strong> promozione socialee <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> “prendersi cura<strong>di</strong> sé”;• favorire l’empowerment (la presa<strong>di</strong> coscienza) delle donne sieropositiveafricane rinforzando laloro possibilità <strong>di</strong> intervenire sullamalattia propria e dei figli rendendoleprotagoniste attive della lorovita e delle loro scelte al <strong>di</strong> là delruolo marginale che generalmentericoprono nella loro cultura.Al progetto ha collaborato la FondazionePenta ONLUS ed è statorealizzato con il contributo dellaCassa <strong>di</strong> Risparmio del Veneto egrazie al sostegno dell’Istituto Superiore<strong>di</strong> Sanità – 6° Programma<strong>di</strong> Ricerca sull’AIDS – Accordo <strong>di</strong>collaborazione scientifica nr.60G.9.


28Alla scoperta dellatrombofilia ere<strong>di</strong>tariaun nuovo fattore <strong>di</strong> rischio della trombofilia (lapre<strong>di</strong>sposizione alla trombosi) apre la strada apossibili cura future per l’emofiliaUna rarissima alterazione nel DNA<strong>di</strong> pazienti affetti da trombosi (laformazione <strong>di</strong> un coaguloall’interno dei vasi sanguigni) èstata identificata dall’equipe <strong>di</strong>ricercatori dell’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong><strong>di</strong> <strong>Padova</strong> e della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cinae Chirurgia, coor<strong>di</strong>nata dalprof. Paolo Simioni della ClinicaMe<strong>di</strong>ca II. La scoperta non solorappresenta un importante avanzamentoscientifico nella conoscenzadelle malattie emorragiche,ma potrebbe anche risultare decisivanello stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> nuove terapie.La particolare alterazione geneticain<strong>di</strong>viduata produce una variantedel Fattore IX della coagulazione,ed è stata chiamata Fattore IX <strong>Padova</strong>.Il Fattore IX, presente nelplasma della popolazione generale,è uno dei fattori della cascatadella coagulazione. La sua carenzaè responsabile della emofilia B,malattia emorragica su base geneticatrasmessa da madre a figlio. IlFattore IX <strong>Padova</strong> risulterebbe essereuna variante iperfunzionante,capace <strong>di</strong> aumentarne <strong>di</strong> circa 8volte l’attività e <strong>di</strong> incrementare <strong>di</strong>conseguenza la velocità della coagulazionedel sangue. La mutazioneespone quin<strong>di</strong> i soggetti che nesono portatori a un maggiore rischio<strong>di</strong> sviluppare trombosiall’interno del sistema circolatorio.Ma la sua scoperta costituisce allosteso tempo una speranza estremamentepromettente nel campodella cura delle malattie emorragiche,soprattutto per l’emofilia B.Per questa malattia che colpisce alivello mon<strong>di</strong>ale una persona su50.000, e solo in Italia circa 1.000 ipazienti (<strong>di</strong> cui il 60% con effettiinvalidanti) si aprono sorprendentiprospettive <strong>di</strong> cura, con possibilitànel futuro <strong>di</strong> un netto miglioramentodella qualità <strong>di</strong> vita, in termini<strong>di</strong> riduzione <strong>di</strong> complicanzeemorragiche, <strong>di</strong> necessità <strong>di</strong> utilizzo<strong>di</strong> concentrati <strong>di</strong> fattore per laprevenzione e cura delle emorragiee <strong>di</strong> ospedalizzazione.L’autore dello stu<strong>di</strong>o, il prof. PaoloSimioni, è un noto esperto internazionale<strong>di</strong> patologie della coagulazione.Ha coor<strong>di</strong>nato il team <strong>di</strong> ricercatoripadovani della ClinicaMe<strong>di</strong>ca II e dell’Università <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>:Daniela Tormene, Giulio Tognin,Sabrina Gavasso, CristianaBulato, Luca Spiezia, Clau<strong>di</strong>a Radu.La potenzialità della scoperta consistesoprattutto nella possibilità <strong>di</strong>rendere finalmente realizzabile laterapia genica dell’emofilia B (cioèl’introduzione <strong>di</strong> un gene mo<strong>di</strong>ficatonelle persone affette da talepatologia). In tal senso, grazie allacollaborazione con i colleghi statunitensi(Nicholas P. Iacobelli, JonathanD. Finn, Valder R. Arruda) ilFattore IX <strong>Padova</strong> è in fase avanzata<strong>di</strong> sperimentazione pressol’Università della Pennsylvania e siè <strong>di</strong>mostrato sino a ora in grado <strong>di</strong>curare efficacemente la malattianel modello canino con emofilia B.Questo prezioso risultato è, comemolti altri, frutto della collaborazione<strong>di</strong> molteplici competenze(me<strong>di</strong>ci, biologi, tecnici <strong>di</strong> laboratorio)e pone l’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong>e l’Università <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> ai piùelevati livelli della ricerca scientificamon<strong>di</strong>ale.I risultati dello stu<strong>di</strong>o, condottopresso il Laboratorio Coagulazionedella Clinica Me<strong>di</strong>ca II (Direttore:prof. Antonio Pagnan) <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> incollaborazione con l’Universitàdella Pennsylvania (USA), sono


29stati recentemente pubblicati sullaprestigiosa rivista scientifica a livellomon<strong>di</strong>ale “New England Journalof Me<strong>di</strong>cine”.FLASH NEWSPaolo Simioni è nato nel 1959 a <strong>Padova</strong>,dove risiede. Sposato e padre<strong>di</strong> due figli, Matteo <strong>di</strong> 17 e Clarissa <strong>di</strong>13 anni. Si è laureato a <strong>Padova</strong> conuna tesi sulla “Pre<strong>di</strong>sposizione ere<strong>di</strong>tariaalla trombosi” nel 1984 con ilmassimo dei voti e la lode. Ha conseguitola specialità in Car<strong>di</strong>ologia nel1990 e in Me<strong>di</strong>cina Interna nel 1995sempre a <strong>Padova</strong>. Ha conseguito ilPhD in Me<strong>di</strong>cina Interna pressol’Università <strong>di</strong> Amsterdam nel 1997.Dal 1992 al 1998 è stato Aiuto Ospedalieropresso la Patologia Me<strong>di</strong>ca 2dell’ Università <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> e dal 1998al 2004 Ricercatore Universitariodella la Clinica Me<strong>di</strong>ca 2.Dal 2005 è Professore Associato <strong>di</strong>Me<strong>di</strong>cina Interna presso la ClinicaMe<strong>di</strong>ca 2 del Dipartimento <strong>di</strong> ScienzeCar<strong>di</strong>ologiche, Toraciche e Vascolaridell' Università <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> (Direttore:Prof. Antonio Pagnan).E' responsabile dell' attività assistenzialeper pazienti con pre<strong>di</strong>sposizionetrombotica su base ere<strong>di</strong>taria(trombofilie). Coor<strong>di</strong>na un gruppo<strong>di</strong> ricerca nell’ambito delle malattietrombotiche ed emorragiche afferentealla Clinica Me<strong>di</strong>ca II.E’ autore <strong>di</strong> oltre 500 pubblicazioniscientifiche su riviste nazionali einternazionali nel campo della trombosie dell’ emostasi. Ha preso partecome invited speaker a numerosissimiconvegni scientifici nazionali einternazionali riguardanti le patologietrombotiche ed emorragiche. E’membro <strong>di</strong> varie Società Scientifichedel Settore dell’Emostasi e Trombosie della Me<strong>di</strong>cina Interna. Ha collaborazioniin atto con i principali Centri<strong>di</strong> Ricerca nel settore dell’emostasiappartenenti a Università Nazionali eInternazionali.Smart Inclusion: in ospedale come a scuolaSi chiama “Smart Inclusion” il progetto coor<strong>di</strong>natodal Ministero per la Pubblica Amministrazionee l’Innovazione che entro la fine dell’anno coinvolgeràle sei maggiori Pe<strong>di</strong>atrie italiane; oltreall’<strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong> <strong>Padova</strong> sono coinvoltil’Ospedale Bambin Gesù <strong>di</strong> Roma, il Meyer <strong>di</strong>Firenze, il Regina Margherita <strong>di</strong> Torino, il S. Orsola<strong>di</strong> Bologna, il Gaslini <strong>di</strong> Genova e il San Matteo<strong>di</strong> Pavia.Il progetto permette al bambino ricoverato inospedale <strong>di</strong> seguire le lezioni della propria scuolain <strong>di</strong>retta, vedere dal monitor installato sul proprioletto i compagni e l’insegnante, fare i compitipartecipare alle lezioni e ai compiti in classe,assistere alle verifiche sull’appren<strong>di</strong>mento dellelezioni. Con la possibilità <strong>di</strong> accedere ancheall’archivio delle lezioni registrate e <strong>di</strong> seguirecorsi in<strong>di</strong>viduali <strong>di</strong> autoappren<strong>di</strong>mento.“Smart Inclusion” è reso possibile dalla più avanzatatecnologia in fatto <strong>di</strong> fruibilità ed ergonomia.Gli alunni utilizzano terminali touch screendotati <strong>di</strong> telecamera con impatto elettromagneticozero e senza necessità particolari <strong>di</strong> cablaggi,nel rispetto delle normative europee sulle interferenze<strong>di</strong> onde ra<strong>di</strong>o con gli apparati elettrome<strong>di</strong>cali.Innovazione e internet garantiscono il <strong>di</strong>rittoallo stu<strong>di</strong>o dei bambini ricoverati per lunghiperio<strong>di</strong>.(S.B.)


30CURE MIRATE CONTROLA LEUCEMIALINFOBLASTICA ACUTAl’equipe del prof. Basso scopre il metodo per valutareprecocemente la sensibilità ai farmaci della leucemiaIl gruppo <strong>di</strong> ricerca coor<strong>di</strong>nato dalprof. Giuseppe Basso, <strong>di</strong>rettore delDipartimento <strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria padovanoSalus Pueri e responsabile dellaboratorio <strong>di</strong> OncoematologiaPe<strong>di</strong>atrica, ha messo a punto unametodologia d’analisi rivoluzionarianel campo delle leucemie.Giuseppe Bassofoto tratta dal sito www.cittàdellasperanza.orgIl nuovo metodo attraverso cuianalizzare le cellule dei pazienti intrattamento terapeutico permetted’identificare se la terapia sta funzionandoa soli 15 giorni dal suoinizio. L’ analisi potrà essere utilizzatain quasi tutti i laboratori delmondo. Una modalità più veloce epiù economica e che offre informazioniin più rispetto al passato.Il lavoro, frutto <strong>di</strong> oltre otto anni <strong>di</strong>ricerche e stu<strong>di</strong>o, è stato giu<strong>di</strong>catocosì innovativo da guadagnarsi -oltre alla pubblicazione - un e<strong>di</strong>toriale<strong>di</strong> commento da parte unodei massimi esperti mon<strong>di</strong>ali <strong>di</strong>Leucemia Linfoblastica, Ching-HonPui, <strong>di</strong> Memphis. Il tutto è apparsosulla prestigiosa rivista Journal ofClinical Oncology, l’organo <strong>di</strong> informazioneufficiale e più autorevoledella società americana <strong>di</strong> oncologiaclinica (ASCO). Una scelta cheavviene solo in casi <strong>di</strong> particolarerilevanza scientifica.In sintesi, la novità identificata stanella sopravvivenza “libera da e-venti a 5 anni” per i bambini e gliadolescenti affetti da LeucemiaLinfoblastica Acuta (LLA) e ha raggiunto,con i più recenti trial clinici,l’ 86% dei pazienti. Un traguardoimportante rispetto alla mortalità<strong>di</strong> 10 anni fa.La precoce valutazione della sensibilitàdella leucemia ai farmaci,identificata dai ricercatori padovani-che hanno esaminato tutti ipazienti Italiani curati secondo iprotocolli dell’Associazione ItalianaEmatologia e Oncologia Pe<strong>di</strong>atrica<strong>di</strong>ventail nuovo standard prognosticoper le leucemia linfoblasticheacute pe<strong>di</strong>atriche, da utilizzare in<strong>di</strong>versi centri <strong>di</strong> tutto il mondo.Rivolgendosi all’utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>chesensibili e specifiche per lostu<strong>di</strong>o della Malattia Residua Minima(MRM), come per esempio lacitofluorimetria a flusso e la PCR,per il monitoraggio dei pazienti nelcorso della terapia si è raggiuntol’obiettivo <strong>di</strong> definire, per ogni singolopiccolo paziente, una terapiamirata. Questo significa terapie aminor intensità per i pazienti abasso rischio o intensificazioneterapeutica con eventuale infusione<strong>di</strong> cellule staminali emopoieticheper i pazienti ad alto rischio. Inpratica, attraverso il metodo padovano,è possibile identificare inpochissimi giorni quale sarà la prognosidel paziente e definire cura eassistenza in base alla previsione.La ricerca.Nello stu<strong>di</strong>o pubblicato su JournalClinical Oncology “Risk of Relapse


31of Childhood Acute LymphoblasticLeukemia Is pre<strong>di</strong>cted by FlowCytometric Measurement of ResidualDisease on day 15 Bone Marrow”,l’équipe coor<strong>di</strong>nata dal prof.Basso in collaborazione con i centri<strong>di</strong> Monza e Firenze e la partecipazione<strong>di</strong> centri oncoematologicipe<strong>di</strong>atrica Italiani, ha evidenziato ilsignificato prognostico della MalattiaResidua Minima in 815 pazientipe<strong>di</strong>atrici affetti da leucemia linfoblastica.Nei primi 15 giorni della terapia <strong>di</strong>induzione si è rilevato un forte fattoreprognostico in<strong>di</strong>pendente rispettoa quelli precedentementeutilizzati e riconosciuti, come l’etàdel bambino alla <strong>di</strong>agnosi e il numero<strong>di</strong> globuli bianchi. Nuovi in<strong>di</strong>catori,quin<strong>di</strong>, capaci <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzaregli specialisti all’approccio terapeuticodella leucemia.La novità.I dati del gruppo che ha condottoquesta ricerca sono innovativi indue aspetti. Per prima cosa confermanoche lo stu<strong>di</strong>o della MRM fattocome standard al termine delprimo mese <strong>di</strong> terapia può essereeseguito più precocemente, conevidente vantaggio nella possibilità<strong>di</strong> personalizzare ulteriormente laterapia già nelle prime settimane.In pratica il trattamento può essereadattato sempre più alle esigenzedei piccoli pazienti, riducendol’intensità per coloro che hannoun’eccellente risposta iniziale o, alcontrario, utilizzando una terapia aintensità completa per coloro chelo richiedono.In seconda battuta, l’analisi dellaMRM, solitamente eseguita me<strong>di</strong>antemeto<strong>di</strong>che molecolari definite“PCR”, si può condurre anchein citofluorimetria. Questa meto<strong>di</strong>caè assai più rapida nonché piùeconomica della PCR e può esserefatta nella pressoché totalità deipazienti. Da questo <strong>di</strong>scende anchela sua applicazione possibile insituazioni logistiche meno avanzate<strong>di</strong> quella italiana, per esempio inPaesi con risorse limitate, dovevive il maggior numero dei bambiniche nel mondo si ammalano <strong>di</strong>leucemia. Questo nuovo approccioverrà utilizzato dal prossimo annoin tutti gli Stati in cui si useranno iprotocolli terapeutici ispirati dalgruppo cooperativo IBFM, cioè neipaesi dell’America Latina, dell’ Europadell’est oltre a quelli europei(Germania, Svizzera, Austria ecc).Va sottolineato che i dati citome-trici possono essere facilmentesottoposti al controllo <strong>di</strong> qualità,perché trasferibili via internet peruna revisione centralizzata. Questamodalità, tra l’altro, verrà già attivataentro l’anno prossimo tra illaboratorio <strong>di</strong> riferimento Argentinoe quello <strong>di</strong> <strong>Padova</strong>.La ricerca <strong>di</strong>mostra inoltre che attraversola nuova modalità le analisinon solo sono più sensibili, maanche più specifiche della tra<strong>di</strong>zionalevalutazione morfologica.Una storia tutta Italiana che permetterà<strong>di</strong> curare i piccoli affettida leucemia in tutto il mondo.Fondazione Città della Speranza,Fondazione Cariparo, AssociazioneItaliana per la Ricerca sul cancro,Comitato Maria Letizia Verga, AssociazioneNoi per Voi e Ministerodell’Università e delle RicercaScientifica hanno sostenuto il lavoro<strong>di</strong> questi otto anni.Journal of Clinical OncologyL’organo ufficiale della societàamericana <strong>di</strong> oncologia clinica


32IL VOIPin <strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> si telefonerà via internet<strong>di</strong> Elisabetta PanazzoloLa telefonia VoIP, Voice overInternet Protocol, è il termine comunementeusato per definire latrasmissione <strong>di</strong> chiamate telefonicheattraverso la rete internet. Ciòche <strong>di</strong>ciamo al telefono viene <strong>di</strong>gitalizzato,tradotto nel linguaggiodel computer e in<strong>di</strong>rizzato suinternet insieme all’in<strong>di</strong>rizzo deldestinatario e all’in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong>dove quei dati debbano esserecollocati, per ricostruire, per esempio,una frase che <strong>di</strong>ciamo al telefono.La telefonia IP è uno degli sviluppitecnologici oggi in corso <strong>di</strong> rapidaadozione da parte delle imprese.Uno dei motivi principali <strong>di</strong> questarapida migrazione alla telefoniainternet è la sua capacità <strong>di</strong> renderemolto più facile l’integrazione <strong>di</strong>tutti i mezzi <strong>di</strong> comunicazione, dei<strong>di</strong>spositivi e dei me<strong>di</strong>a. Nell’ambitodelle attività <strong>di</strong> competenza delDipartimento Interaziendale InformationTechnology è compreso losviluppo del “Progetto IP”, cheprevede la migrazione dell’interosistema telefonico attualmente inuso, sfruttando la tecnologia IP el’infrastruttura <strong>di</strong> rete dati aziendale.Le motivazioni che portano ad approvareprogetti <strong>di</strong> telefonia IPsono spesso riconducibili a beneficieconomici e tecnici. Anche la sostituzione<strong>di</strong> centralini ormai obsoleti,la sistemazione in un nuovo e<strong>di</strong>ficioo la fine <strong>di</strong> un rapporto contrattuale<strong>di</strong> servizio <strong>di</strong> manutenzione<strong>di</strong> un sistema telefonico sonoelementi motivanti al cambiamento<strong>di</strong> tecnologia. Nella definizione<strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> telefonia IP, perchérisulti efficace, entrano in gio-L’attuale stato <strong>di</strong> integrazione della foniacon il mondo dati aziendale


33co elementi come il <strong>di</strong>mensionamento,la gestione del sistema darinnovare, l’impatto organizzativo.Alla luce <strong>di</strong> queste valutazioni, ilprogetto IP <strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong> <strong>di</strong><strong>Padova</strong> prevede l’installazione gradualedella infrastruttura IP e lacontestuale cessazione dei centralinie collegamenti telefonici tra<strong>di</strong>zionalie dei relativi canoni <strong>di</strong> abbonamentoe manutenzione.L’acquisto <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositivi integrati alsistema IP dà servizi aggiuntiviall’utenza interna ed esterna, conl’obiettivo finale della completaintegrazione tra mondo dati e fonia,garantita da un assetto <strong>di</strong> retedati ottimale e altamente affidabile.Il valore del progetto è misurabilepure dai vantaggi derivantidalla “convergenza” tra voce e dati,che permette <strong>di</strong> integrare sistemi<strong>di</strong> comunicazione con processi<strong>di</strong> business (CONTACT CENTER),con processi interni (e-learning,telelavoro) e con applicazioni a-ziendali.Si otterrà un forte risparmio con losviluppo della fase 2 del progettoIP, considerando la <strong>di</strong>smissione deisingoli centralini, del collegamento<strong>di</strong> questi con la centrale principalee la <strong>di</strong>minuzione dell’importo contrattualeper la loro manutenzione.L’attività <strong>di</strong> integrazione della telefoniasu IP in <strong>Azienda</strong> <strong>Ospedaliera</strong><strong>di</strong> <strong>Padova</strong> ha conseguito finorarisultati sod<strong>di</strong>sfacenti sul pianodella funzionalità <strong>di</strong> base e nuoveapplicazioni. A oggi risultano collegaticirca 1.800 utenti, <strong>di</strong>stribuitianche in se<strong>di</strong> dell’<strong>Azienda</strong> ULSS 16.E sod<strong>di</strong>sfacente è pure il grado <strong>di</strong>interazione con il sistema telefonicoin uso, elemento che ha garantitoil processo graduale <strong>di</strong> passaggiodella voce su Internet.I percorsi <strong>di</strong> migrazioneIP-en ab led V oic e Sw itch2223IPTrunkIPAccessIP TelephonyTelephonyAppls.Over IPSwitched Voice Networkesperto <strong>di</strong> fonia•Consolidate competenzesull’infrastruttura telefonica•Se<strong>di</strong> dell’azienda con elevataconcentrazione <strong>di</strong> utenti•Call Centre ed altre applicazionitelefoniche attive•Comunità <strong>di</strong> interessi stabile•utilizza il telefono comestrumento <strong>di</strong> businessFa evolvere l’infrastruttura <strong>di</strong>telefonia per beneficiare dell’IPIPTelephonyTerminalsProfilo del clienteCallManagementServicesVoIPGatewaysRouted IP NetworkLe soluzioni ideali per ambienti <strong>di</strong>versiNet-centrico•Consolidate competenzesull’infrastruttura <strong>di</strong> rete conscarse conoscenze <strong>di</strong> fonia•Se<strong>di</strong> dell’azienda <strong>di</strong>sperse conbassa concentrazione <strong>di</strong> utenti•Web-Email attivi•Comunità <strong>di</strong> interessi volatile•utilizza internet come strumento<strong>di</strong> businessFa evolvere l’infrastruttura datiper beneficiare della telefoniaT elep hon y-e na bled IP Netw ork

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