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Arti e mestieri: il gusto dell'artigianato - The Venice International ...

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Progetto “Sulle Ali degli Angeli”.Il restauro dei mosaici della CupolaETTORE VIOIrestauri delle sette giornate della Creazione procedono secondo<strong>il</strong> programma che ne prevede la fine nel giugno 2012. Si sta r<strong>il</strong>evandolo stato originale dell’apparato musivo che mostra tuttala sua preziosità tecnica, laspeciale modalità iconograficadella rappresentazione e una forteluminosità accentuata dalcontrasto tra i fondi e le figureche di fatto era ignorato. Ora gliinterventi hanno superato <strong>il</strong> primoanello dal basso, <strong>il</strong> più ampio,e sono in corso nel secondo,mentre sono già individuate learee che presentano distacchi e[246] Tracciatura delle aree piùproblematiche della sommità dellacupola.saranno oggetto di speciali consolidamenti nell’area della calotta cherichiederanno più tempo rispetto a quanto previsto inizialmente.Va ricordato che i mosaici della bas<strong>il</strong>ica non servirono esclusivamenteall’edificazione e all’ammaestramento dei fedeli ma erano,con i marmi e gli arredi preziosi, l’espressione visib<strong>il</strong>e dell’ambizionedella Serenissima di essere la rinnovatrice dell’Impero Romanodi matrice cristiana. Infatti lo sv<strong>il</strong>uppo artistico della città lagunarerestò per secoli condizionato dal modello di Costantinopoli.La scelta della chiesa dei Santi Apostoli, quella imperiale di Costantinoe Giustiniano, come modello per la terza San Marcoespresse <strong>il</strong> programma artistico e politico di Venezia.La decorazione musiva dell’atrio avvenne dopo la IV crociatache pose Venezia alla guida della città madre e sua erede. Poichél’interno della bas<strong>il</strong>ica era ornato dall’ampio programma iconograficodel XI e XII secolo con scene tratte dalla storia salvifica delNuovo Testamento, all’atrio venne riservato <strong>il</strong> ciclo Vetero Testamentario,tratto dai primi due libri della Bibbia quello della Genesie dell’Esodo. Le scene della prima cupola, quella della Genesi,vennero probab<strong>il</strong>mente ultimate tra <strong>il</strong> 1220 e <strong>il</strong> 1225 e costituirono<strong>il</strong> via al grandioso programma dell’atrio.Nell’Ottocento lo storico dell’arte Johan Jakob Tikkanen riconobbeche le <strong>il</strong>lustrazioni della Genesi dell’atrio concordassero finnei dettagli con le miniature di un codice tardo antico, detto Bib -bia Cotton. Questo codice sarebbe stato donato al re di Ingh<strong>il</strong>terraEnrico VIII da due vescovi greci di F<strong>il</strong>ippi. Nel XVIII secolo eranella biblioteca di sir Robert Cotton che nel 1731 fu danneggiatada un incendio. Il codice era composto da 165 fogli di pergamenacon 300 <strong>il</strong>lustrazioni miniate. Si salvarono solo 150 frammenti, oggial British Museum. Nel XVIIsecolo erano state fatte copie dialcune miniature che confermanol’importanza assoluta deglioriginali e ne consentono in partela ricostruzione.Il codice è uno dei più antichi[247] La cupola della Creazione nelnartece della Bas<strong>il</strong>ica di San Marco.manoscritti biblici che ci siano stati tramandati e fu miniato nel Vo VI secolo, si ritiene a Costantinopoli o ad Alessandria. Le miniatureseguono pedissequamente <strong>il</strong> testo biblico nelle loro immaginispecialmente nella cupola della Creazione. Per approfondire <strong>il</strong> significatoiconografico delle immagini,va precisato che <strong>il</strong> Dio creatorenon è come quello dell’Antico Testamento,ma piuttosto come <strong>il</strong> Logos,la Parola, che era fin dal principio eper la quale tutto è stato creato comeè scritto nell’incipit del Vangelodi San Giovanni. Dio nei mosaiciappare come un Cristo Giovane, appunto<strong>il</strong> Logos fatto uomo. Le rappresentazionimostrano un Dio eternoche non invecchia ed è quindigiovane, che nell’aureola ha la croce,[248-249] Cristo raffigurato nelsettimo giorno della Creazione e,in basso, l’atrio di San Marco.ed è quindi <strong>il</strong> Cristo, sintesi estremadella Santissima Trinità, che al verticedella Creazione è completatadallo Spirito di Dio che si libra comecolomba sulle acque. Il Cristo in trono alla fine del settimogiorno, è rappresentato nella Maestà di Dio Creatore. Fu decisivo <strong>il</strong>conc<strong>il</strong>io di Nicea del 325 d.C., che innalzò a dogma la dottrina delleconsustanzialità di Cristo con <strong>il</strong> Padre.È interessante esaminare la trasmigrazione delle immagini dell’anticocodice tardo-romano nei mosaici dell’atrio di San Marco. Disicuro <strong>il</strong> codice, o una copia, erano a Venezia dopo la IV crociata efurono ut<strong>il</strong>izzati per la mosaicatura nel XIII secolo e in specie perquella della cupola della Genesi. È da ritenersi assolutamente certoche non vi fosse interpretazione da parte del magister musivaris, e ancheche non vi fosse stata libertà per <strong>il</strong> miniaturista del codice poichéin quei primi secoli fu di certo sotto <strong>il</strong> controllo di una guidateologica. È fac<strong>il</strong>e ritenere che vi sia stata identità tra <strong>il</strong> modello ela sua riproduzione musiva e che per le precedenti considerazioni imosaicisti di San Marco non sarebbero stati capaci, né si sarebberopermessi di interpretare un codice tardo antico e le sue descrizionisforzandosi di essere fedeli all’originale. Dal confronto con altre cupolerisulta chiaro che le altre, decorate nella seconda metà del XIIIsecolo, sono figlie dello st<strong>il</strong>e che stava mutando da bizantino in gotico.Successivi restauri che portarono a modificazioni hanno resopiù diffic<strong>il</strong>e valutare l’originario operato dei mosaicisti. Tuttavia irestauri, anche per le decisioni del Senato di Venezia, che fin dal1265 imposero <strong>il</strong> rispetto di scene e scritte dei mosaici più antichi,sono da considerarsi sim<strong>il</strong>i e fedeli all’originale. Se si esclude lamancata ripetizione dei fondi azzurri delle miniature, trasformati inoro nei mosaici, tutto l’apparato musivodell’atrio ci restituisce, fin neidettagli, l’espressione artistica paleocristianadella Bibbia. Magnificae importante testimonianza musivadel XIII secolo, di valore incalcolab<strong>il</strong>eper averci trasmesso le immagini e<strong>il</strong> pensiero dell’epoca protocristianadei libri della Genesi e dell’Esodominiati in un codice tardoantico andatoperduto.

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