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Arti e mestieri: il gusto dell'artigianato - The Venice International ...

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[226-227] Il logo dell’Alveare e, inbasso, la galleria con le nicchieespositive.[225] La costruzione del padiglionedelle <strong>Arti</strong> Decorative.ra e propria gara contro <strong>il</strong> tempo:<strong>il</strong> padiglione doveva essereterminato entro la prima metàdi apr<strong>il</strong>e poiché la Biennale sarebbestata inaugurata alla fine dello stesso mese. Tutte le scadenzevennero rispettate e la mostra venne regolarmente inaugurata.Come la Biennale, anche la mostra d’arte decorativa, curata dall’IstitutoVeneto per <strong>il</strong> Lavoro, è organizzata per inviti a una seriedi ditte, nei quali si sottolinea che “la Mostra si vuole limitata a pochipezzi sceltissimi che costituiscano veri e propri esempi d’arte, iquali, all’infuori di qualsiasi concetto industriale, rispondano essenzialmenteai criteri generali informatori della nostra EsposizioneInternazionale d’Arte pura, e rappresentino i risultati della ricercadi nuove espressioni artistiche. Siamo sicuri ch’Ella vorrà corrispondereall’attesa della Biennale inviando quanto Ella giudichimigliore dell’opera Sua e riservandoci di prendere accordi particolariintorno allo spazio che Le sarà riservato”.Per non dare adito a critiche da parte della Triennale la mostradoveva mantenere un prof<strong>il</strong>o veneziano – non a caso la sede si chiameràPadiglione Venezia – pur conservando <strong>il</strong> carattere internazionaleproprio della Biennale: viene infatti strutturata in modo cheda una “dimensione” esclusivamente veneziana si arrivi a una aperturainternazionale. Tre sono le sezioni in cui si articola l’esposizione:mosaici, merletti e ricami, vetri; tutti generi riconducib<strong>il</strong>i allaproduzione artistica locale. Se i mosaici risultano esclusivamente“veneziani”, con i merletti e ricami si raggiunge una dimensionenazionale (artisti, scuole e ditte di Venezia ma anche di Bologna,Roma, Cantù, Rapallo) che viene posta a confronto con la produzioneirlandese. Il carattere internazionale si riscontra in modo evidentenella sezione dei vetri – la più importante – dove la produzionenazionale (in prima linea i vetri veneziani) è presentata accantoa quella dell’Austria, della Cecoslovacchia, della Germania,della Francia e della Svezia.L’allestimento è affidato al gruppo veneziano dell’Alveare che,formatosi alla fine degli anni venti,era composto dai giovani architettiAngelo Scattolin, G<strong>il</strong>do Va l c o n i ,Virg<strong>il</strong>io Vallot e si dedicava prevalentementealla consulenza e all’assistenzaagli artigiani ai quali venivanoofferti disegni e progetti per rinnovarenelle forme la produzione diarte decorativa. Il gruppo costituivadi fatto l’Ufficio <strong>Arti</strong>stico dell’IstitutoVeneto per <strong>il</strong> Lavoro che promuovevacon forza lacooperazione fra l’artistae l’artigianoavendo come scopoquello di “fondere earmonizzare le materieprime, l’ingegnodegli artisti, laperizia dell’artigianoveneto che ha le più luminose tradizioni, <strong>il</strong> tutto animato dallo spiritonuovo”.A testimoniare l’esistenza in questi anni di organizzazioni “veneziane”– sempre riferib<strong>il</strong>i all’Istituto Veneto per <strong>il</strong> Lavoro – benstrutturate nell’ambito della gestione e della produzione di arte decorativa,si ricorda che per l’allestimento fu coinvolto anche <strong>il</strong>Gruppo Veneziano <strong>Arti</strong> Decorative che si era costituito a Veneziaintorno al 1930 per volontà dell’Unione Fascista degli Industriali,la Federazione degli <strong>Arti</strong>giani e naturalmente l’Istituto Veneto per<strong>il</strong> Lavoro. Scopo del gruppo era “assicurare, con la collaborazione diun rappresentante di ciascuno dei principali rami delle arti decorative,una continuità di criteri artistici e di st<strong>il</strong>e nell’ambiente venezianoe nel <strong>gusto</strong> moderno dell’esercizio di quell’arte complessa,delicata e modernissima, ch’è l’arredamento della casa, inteso nelsuo significato più estensivo”. Il Gruppo Veneziano <strong>Arti</strong> Decorativeera dunque strutturato in modo che vi fosse un “autorevole” rappresentanteper ognuno dei principali rami delle arti decorative:Paolo Venini per vetri artistici e lampadari, Checchin per vetri ecristalli, Giovanni Anfod<strong>il</strong>lo per i mob<strong>il</strong>i d’arte, Giovanni Pasinettiper la decorazione, Nicodemo Cecolin per ferri e metalli in genere,Luigi Bev<strong>il</strong>acqua per stoffe e velluti, Arturo Chiggiato per lestoffe stampate Fortuny. E, inoltre, Umberto Rosa per l’oreficeria,Crovato per i pavimenti: tutti artisti che collaboravano abitualmentecon l’Istituto Veneto per <strong>il</strong> Lavoro.La nascita del Padiglione Venezia, che sarà attivo fino al 1972,testimonia la decisa volontà delle istituzioni locali di operare a favoredella città. Gli obiettivi di tutelare e incentivare la produzioneartistica dell’artigianato e delle piccole industrie locali – mettendolaa confronto con quella nazionale e internazionale – e dipuntare al r<strong>il</strong>ancio qualitativo dei prodotti veneziani, evidenzianocome la classe dirigente della città lagunare fosse pronta e disponib<strong>il</strong>ea investire energie e capitali a favore di un settore produttivocapace di rivelarsi ancora vivo e competitivo.* tratto da Giovanni Bianchi, “Il Padiglione Venezia, uno spazio allaBiennale per le arti decorative veneziane” in Quaderni della donazioneEugenio Da Venezia, n. 14, Venezia, Fondazione Querini, 2005.Scuola d’Arte di Cortina: difenderela tradizione con l’innovazioneIRENE POMPANIN eTIZIANA PIVOTTISono trascorsi ben 164 anni dal quel lontano 1846, quando l’Italianon era ancora unita e a Cortina un sacerdote della ValBadia, tale don Cipriano Pescosta, con l’aiuto della MagnificaComunità d’Ampezzo pensò di aprire una scuola di disegno. Nascevain tal modo la Scuola d’Arte.Passano gli anni e nel 1874, mentre gli impressionisti espongonoper la prima volta a Parigi, gli studenti dell’Istituto inizianoa frequentare corsi industriali per l’intaglio e la f<strong>il</strong>igrana. Il legamecol contesto economico e sociale della realtà ampezzana divienesempre più forte e, due anni dopo, apre la sezione di falegnameria,di mosaico in legno e intarsio: è <strong>il</strong> preludio ad anni di intensa attività.A rendere la scuola professionale completa e in linea con <strong>il</strong> <strong>gusto</strong>del tempo contribuisce la memorab<strong>il</strong>e visita nel 1881 di Mister

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