Mariano Fortuny: la seduzionedell’arte decorativaCLAUDIO FRANZINIEclettico, transdisciplinare per antonomasia, Mariano Fortuny,influenzato dallo spirito e dalla vita veneziana in unafusione armonica di acqua e cielo, arte e s<strong>il</strong>enzio, ha percorsodiverse “narrazioni” costituite da forma, luce e colore.Dotato di una straordinaria curiosità e vitalità in un sovrapporsidi molteplici esperienze ciò che emerge dall’opera di Fortuny èl’espressione formale di materie riplasmatee rimodellate con intuizionioriginali, tra la conoscenza dellearti del passato e la sperimentazionedelle tecniche, in un meravigliosoequ<strong>il</strong>ibrio tra sapere antico e modernitànovecentesca. Una sorta di sognodi un’altra epoca. Il suo processocostitutivo procede con la convinzionee la sicurezza che l’unità delsuo fare è data dai materiali ut<strong>il</strong>izzatiin quel determinato momento,nell’assidua ricerca di applicazioni erelazioni tra linguaggi diversi.[205] Disegno di brevetto per stoffaplissettata e ondulata, 1909.[204] Autoritratto fotografico diMariano Fortuny y Madrazo.In questa traiettoria singolare e discontinua, e per certi versianomala, Fortuny, nella progettazione, nella creazione e nel brevettodi diversi oggetti (grafica, applicazioniscientifiche o produzioni seriali)si colloca come una sorta diprotodesigner, sulla scia dell’esperienzadi fine Ottocento ricca di fermenticulturali e dibattiti destinati a rivalutarela qualità creativa, la manualitàartigianale, l’arte decorativa,ma più in generale l’arte applicata.Le istanze di progresso nell’impiegodi nuovi sistemi produttivi, artigianali ma connotati da una nuovae forte espressione artistica, sorte soprattutto in Ingh<strong>il</strong>terra dalleidee di John Ruskin e riprese da W<strong>il</strong>liam Morris fondatore delgruppo Arts and Crafts, s’indirizzavano innanzitutto a una riqualificazionedi carattere funzionale ed estetico e crearono le premesseal movimento Art Nouveau che si sv<strong>il</strong>uppò in vari paesi con caratteristichediverse. In Italia in particolare, giova ricordarlo, questeinfluenze arrivarono in modo frammentario, quando ormai le spinteArt Nouveau in Europa erano già in declino, e solo nel 1902 all’Esposizionedelle <strong>Arti</strong> Decorative di Torino raggiunsero un momentodi confronto tra manufatti di carattere regionale e desideridi st<strong>il</strong>izzazione nazionale. Nonostante gli sforzi, queste creazionid’arte applicata risultarono degli eclettismi individuali poco supportatida produzioni di industrie artistiche o Scuole di <strong>Arti</strong> e Mestieri,quest’ultime promosse da istituzioni pubbliche nazionali chemiravano allo sv<strong>il</strong>uppo di tradizioni popolari di un paese che avevaraggiunto una sua unità in tempi relativamente recenti.In questo contesto Venezia si offrì con una peculiarità carica disignificati che vanno ricercati in un programma per la città, fortementeperseguito dagli intenti di forze culturali e sociali che pur inun ambito d’immaginazione figurativa e artistica, vollero connotareun’idea di Venezia come luogo mistico e simbolo della bellezzae del fasto. Fu un percorso inevitab<strong>il</strong>e: un numero r<strong>il</strong>evante di artisti,artigiani e piccoli imprenditori dagli inizi del Novecento sinoagli anni trenta conversero fattivamente, in una paradossale “innovazioneconservatrice”, in un accostamento ideale di “ricostruzionesimbolica”, di bellezza effimera e scenografica, a volte ambigua econtraddittoria.Trasferitosi nella città lagunare nel 1889, proveniente da Parigi,dove compie la sua formazione, Mariano Fortuny y Madrazocompleta gli studi artistici frequentando l’Accademia di Belle <strong>Arti</strong>entrando così in contatto immediato con <strong>il</strong> m<strong>il</strong>ieu intellettuale eculturale veneziano che da lì a breve tempo porterà all’istituzionedella Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia. Conosce i pittoriCesare Laurenti, Mario de Maria, Ettore Tito, i critici e letteratiAntonio Fradeletto, Pietro Selvatico, Pompeo Molmenti, AngeloConti, ma anche Ugo Ojetti, <strong>il</strong> barone Giorgio Franchetti,Hugo von Hofmannsthal, Gabriele D’Annunzio, l’attrice drammaticaEleonora Duse. Uomo profondamente colto e sensib<strong>il</strong>e, Marianoin questi anni si consacra ad attività che gli sono congeniali, inuna continua alternanza di interessi tra pittura, <strong>il</strong>luminotecnica,scenografia e teatro.Alla fine dell’Ottocento Marianoprende possesso di uno studio: la soffittadi un imponente edificio gotico,<strong>il</strong> Palazzo Pesaro Orfei nelle vicinanzedi campo San Beneto, che diverrànel corso degli anni prima laboratorioe poi la sua residenza definitiva.Al di là delle esperienze pittoricheche lo portano a progettaredecorazioni murali e vetrate per edifici,opere mai realizzate, Fortuny si[206-207] Laboratorio all’ultimopiano di Palazzo Pesaro degliOrfei e, a sinistra, pubblicità conpiantina della sua manifattura.confronta anche con la grafica e lacartellonistica; nel febbraio del 1898disegna <strong>il</strong> nuovo frontespizio dellarivista di letteratura e arte Il Marzocc o diretta da Enrico Corradini; nel1899 crea un’a f f i c h e p u b b l i c i t a r i aper un azienda che produce un burrospeciale da tavola, “Tenuta di Sirchera”in provincia di Cremona. Nelcampo del design <strong>il</strong>luminotecnico,tra <strong>il</strong> 1900 e <strong>il</strong> 1906, progetta e brevettalampade ad arco, lampade adiffusione di luce indiretta e sistemicomplessi di <strong>il</strong>luminazione per lescene teatrali e miscelatori per la regia<strong>il</strong>luminotecnica (ciò che ora vienecomunemente chiamato mixerluci) che verranno per molti anniimpiegati in innumerevoli teatri di[208-209] Mariano Fortuny con l’elettricistaGiachetti nel 1906 in un teatro parigino e,in alto, la lampada a luce indiretta ediffusa ideata da Mariano.
[211] La collezione di tessutiantichi del padre di Mariano.tutta Europa. O ancora altre sue frag<strong>il</strong>i e delicatelampade di diverse fogge, Cesendello,Sherazade, Saturno, quest’ultima creata per<strong>il</strong>luminare le sale da gioco dell’Hotel Excelsiordel Lido di Venezia negli anni venti. Sonolampade a sospensione in garza di setasostenute da una struttura metallica o in legno,dove la trasparenza della seta permette <strong>il</strong> passaggio di una lucesoffusa e ovattata che proietta nell’ambiente i disegni decorativi,stampati a mano con motivi orientali.Disegna e brevetta personali marchi d’impresa in Italia, Franciae Germania nel 1909, nel 1911, nel 1912, nel 1928 e nel 1933,brevetti che successivamente verranno estesi a molti altri paesi. Trai suoi progetti vi sono anche mob<strong>il</strong>i, librerie e cassettiere con chiusurea scomparsa, che se nascono forse per ricerche più private edesigenze personali, sono anch’esse brevettab<strong>il</strong>i e riproducib<strong>il</strong>i. Neglianni trenta disegna un cavalletto mob<strong>il</strong>e a più ripiani circolari,dotato di una lampada a luce indiretta, diffusa e orientab<strong>il</strong>e daadottarsi per pittori e restauratori, e nel 1945 deposita un brevettoper un “Cavalletto per pittura con telaio porta quadri mob<strong>il</strong>e edequ<strong>il</strong>ibrato”. Senza dubbio però, le idee e le sperimentazioni di Fortunyche offrono maggiori spunti d’interesse e che investono fortementeanche la decorazione legata alle arti applicate, sono quellerelative alla produzione di tessuti e abiti.Agli esordi delle creazioni tess<strong>il</strong>i,siamo nel 1906-1907, <strong>il</strong> “dispositivoteorico” di Mariano funziona per reminiscenzed’immagini, per sovrapposizionedi racconti, ricordi e documentidelle collezioni tess<strong>il</strong>i del padree della madre Cec<strong>il</strong>ia, con i libridi repertazione archeologica (scavi diEvans e Mosso a Creta) e la culturadell’antico. Un esame dei disegni edei motivi tess<strong>il</strong>i, rivela infatti fonti d’ispirazione della cultura greca-minoica,dei motivi decorativicopti, del Medio Oriente – Persia,Turchia, Bisanzio – e dell’arte ispano-morescafino all’Estremo Oriente(Cina, Giappone); le stesse fogge di[210] La lampada Cesendello ideata dopo <strong>il</strong> 1909.[212-213] Due motivi decorativi diFortuny per la stampa su tessuto.[214] L’atelier Fortuny all’Esposizione diParigi del 1911.scialli, abiti e costumi ne rafforzanol’idea. I p a t t e r n decorativi dei K n o s s o se dei D e l p h o s, delle a b a y a s e delled j e l l a b b a, dei b o u r n o u s e delle tuniche,delle casacchine e delle mantelle, dei teli e delle stoffe d’arredoin seta, velluto e cotone, sono concepiti dall’artistain strettissima correlazione con leforme e i colori degli abiti e dei tessuti aiquali sono destinati; a volte arricchiti, per iD e l p h o s, da accessori come cinture, perline inpasta vitrea, cordoncini o per gli scialli K n o s -s o s, da fermagli spiraliformi in metallo.Il successo che lo accompagna è conclamato in molte esposizionidi tutto <strong>il</strong> mondo e numerosi saranno i premi, le medaglie e i riconoscimentiche gli verranno assegnati come, ad esempio, in occasionedell’Esposizione delle <strong>Arti</strong> Decorativeal Pav<strong>il</strong>lon de Marsan delLouvre a Parigi nel 1911, nel 1923 aBarcellona, nel 1925 a Madrid e infineall’Esposizione delle <strong>Arti</strong> Decorativee Industriali Moderne di Parigi,sempre nel 1925.Nella sua fastosa eleganza Fortuny è molto conservatore, ma ènel suo essere d e s i g n e r, piuttosto che rientrare nelle classificazioni dist<strong>il</strong>ista, di creatore di moda, che si riafferma <strong>il</strong> forte ruolo d’innovazioneche egli presenta in questo campo. Nonostante nella creazionedella maggior parte dei motivi decorativi vi sia la tendenza a volgerelo sguardo al passato, nel progettare le sue creazioni egli è anchemolto attento al <strong>gusto</strong> contemporaneodell’epoca. Prova inconfutab<strong>il</strong>esono alcuni disegni per matricida stampa di segno geometrico, alcunidi derivazione Jugendst<strong>il</strong> o altriancora di st<strong>il</strong>izzazione floreale giapponeseo di motivi provenienti dalCentro America e dall’Oceania, tuttoraestremamente moderni. Le ma-[215] Matrice per stampa.trici costituiscono indubbiamente un c o r p u s eccezionale e rappresentanoun autentico “dizionario” del linguaggio artistico di Fortu n y, assolutamente indispensab<strong>il</strong>e per comprendere le modalitàdella sua ricerca e più in generale del suo operare. Altrettanto r<strong>il</strong>evanteè l’impiego della fotografia per gli studi e i progetti. Fortunysi affida a questo mezzo meccanico per costituire un poderoso repertorioiconografico da dove attingere ispirazione per i modelli decorativiche via via elabora e compone in maniera quasi maniacale.Il paradigma della ricerca fortunyana si può ricercare in quattropunti fondamentali: la rivisitazione dell’antico, la st<strong>il</strong>izzazione deimotivi iconografici, l’arte della decorazione a impressione grazie all’impiegodi preziosi tessuti e delle rare materie coloranti, e infine,la sua affascinante concezione d’interazionecromatica del colore. In un’armoniosa intonazionedi tinte e sfumature, accentuatedalla creazione di giochi luminosi e riflessi,artefici di pure emozioni l’artista-artigianoci restituisce i colori della sua tavolozza dipittore trasmigrati sulle sete e sui velluti.Vi è più di una “sensazione”: in queste“narrazioni” Fortuny sembra voler ribadire<strong>il</strong> suo attestarsi su posizioni anteriori almoderno design formulando un ideale di negazione della sintesi hegeliananon contro <strong>il</strong> moderno ma, nello spirito di Schopenhauer,come sua “macchina” fondante, o essere, comeafferma Sergio Polano, “artista più cheprogettista delle arti applicate, nella necessitàdell’ornamento”. E nella lettura dellasua opera vi sono dei segni più che tangib<strong>il</strong>idi tutto ciò.[216-217] Abito Delphos e, in alto, telo di velluto.
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