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Arti e mestieri: il gusto dell'artigianato - The Venice International ...

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[198] Velluto alto-basso esoprarizzo su teletta d’oro.denti analogie con le ornamentazioni delle cancellate di ferro battuto.Il decoro, al quale collaborano artisti noti come Jacopo Bellinie Pisanello o meno noti come Jacopo da Montagnana, è influenzatoda elementi st<strong>il</strong>istici orientali quali la foglia frastagliata arricciatae la palmetta chiomata, e accostamenti cromatici vistosi. Ilmotivo della pigna si alterna a quello della melagrana e del fiore dicardo, collocato al centro di corolle pol<strong>il</strong>obate cuspidate, rese inmodo graficamente lineare e disposte in teorie parallele orizzontali.Il disegno si evidenzia nello spessore del velluto esclusivamenteper un’es<strong>il</strong>issima prof<strong>il</strong>atura, come scavata, in raso. Oltre a tale tipologia,detta a camino, che può essere impreziosita con broccaturee allucciolature d’oro e d’argento, si ritrova anche a Venezia quelladetta a griccia, in rosso su luminoso fondo d’oro, con grande troncosinuoso recante una grossa corolla pol<strong>il</strong>obata con fiore di cardo oelemento sim<strong>il</strong>are posto al centro.Altra specialità tutta veneziana è l’alto-basso o controtagliato.Solitamente di intenso colore rosso cremisi, <strong>il</strong> decoro, che si evidenziasulla superficie vellutata perla differenza di spessore del pelo,consiste in rosette concentriche, inseguito alternate in verticale a coronearaldiche sostenute dal riunirsi didue rami contorti. Tale velluto, cherimarrà apparentemente uguale nelcorso di quattro secoli, diventa statussymbol delle più alte categorie socialie politiche: con esso infatti si confezionanole stole di senatori e procuratoridella Repubblica. Nella secondametà del Cinquecento si andrannopreferendo anche tessuti diversi:lampassi, damaschi e broccatelli, permanendo, tra tutti i tipidi velluto, <strong>il</strong> soprarizzo.[199-200] Il velluto alto-basso era prodotto esclusivamente per le cariche più altedello Stato ed era ut<strong>il</strong>izzato soprattutto per le stole come dimostra <strong>il</strong> Ritratto diPietro Barbarigo di Bernardino Castelli conservato a Ca’ Rezzonico.Le stoffe d’arredamento, che proprio in tale periodo inizierannoa differenziarsi nettamente da quelle da abbigliamento, mantenendodimensioni modulari di ampio respiro, sono maggiormente legatenel decoro alle altre arti decorative di cui accolgono gli spuntipiù vari. L’ornamentazione si evolve da strutture reticolate, a magliepiù o meno grandi, costituite da tralci d’acanto, di quercia e divite, con al centro un’anfora con mazzo di fiori, a teorie rimpicciolitedi ramoscelli compositi, fiori e animali. Tra la fine del XVI secoloe l’inizio del successivo, lo spazio compositivo si riempie dielementi fitomorfi e geometrici, come le mazze e gli esse, di rapportomodulare ridotto, disposti in una sorta di horror vacui movimentatodal loro disporsi zigzagante e dal ripetersi di mutamenti direzionali.Il tulipano e altri generi botaniciorientali, di nuova importazione,invadono i tessuti, la cui decorazione,più o meno realistica, ècaratterizzata comunque da un notevoledinamismo compositivo. Lestoffe da parato, legate al pomposost<strong>il</strong>e del mob<strong>il</strong>io, sono ideate “perservir da scenario”, per armonizzaregli stucchi e le cornici con gli affreschie i terrazzi. Rivestono, oltre chele pareti, anche pedane da letto, testieree baldacchini, schienali e sedutedi divani, sedie e poltrone, tendaggie mantovane.La solennità decorativa barocca, la fragorosa ma gagliarda sintoniadi forme e colori è ben rappresentata nei tess<strong>il</strong>i dalla raffinatapolicromia, dai decori caratterizzati da fiorami involuti, da frondeggiaturearricciate e da larghi ciuffi di piume. Durante <strong>il</strong> XVIIsecolo, in città si assiste a un apparente decadimento della produzioneserica perché si dimezza <strong>il</strong> numero effettivo di pezze fabbricatea causa della scomparsa di tipologie ordinarie, ma si raddoppianoquelle operate, impreziosite di oro e argento. Quindi, pur diminuendola quantità delle stoffe, aumenta <strong>il</strong> fatturato annuo complessivo.Tale situazione permane fino al 1712, dopo di che <strong>il</strong> declinorisulta davvero inesorab<strong>il</strong>e. Le stoffe di lusso in questione sonoi ganzi, tessuti serici individuab<strong>il</strong>i per la preponderanza di metallinob<strong>il</strong>i e per un decoro complesso nell’alternanza di elementiarchitettonici e botanici.La salvaguardia della qualità a tutti i costi, sostenuta con lapromulgazione continua di leggi severe e vig<strong>il</strong>anza costante, inun’epoca di innovazioni e di consumi, andrà a scapito dell’imprenditorialità,che si ritrova inqualche modo imprigionata, maa vantaggio della concorrenzastraniera. Va ricordata comunquel’opera dei fratelli Cavenezia,straordinari tessitori di cuirimangono campioni firmatinelle collezioni dei Musei CiviciVeneziani, e di Pietro d’Avanzoche nel 1763 ottiene <strong>il</strong>permesso di aprire un’accademiadi disegno e tessitura.[201] Il raso broccato a elementifloreali del salotto rosso dellaFondazione Querini Stampalia.[202-203] Stoffa per abbigliamento dellamanifattura Cavenezia e, in basso,motivo bizantineggiante in vellutosoprarizzo della tessitoria Bev<strong>il</strong>acqua.L’invenzione del telaio Jacquard agli inizi dell’Ottocento darà <strong>il</strong>colpo definitivo all’arte, che riesce tuttavia a sopravvivere fino alnostro secolo grazie alle manifatture di Mazorin, Martinoli, Trapolin,Rubelli e Bev<strong>il</strong>acqua. Questi ultimi,assieme a Mariano Fortuny e aisuoi velluti stampati, riporteranno,all’inizio del Novecento, l’arte sericaagli antichi splendori.* questo e <strong>il</strong> precedente articolo sui merletti sono parzialmente tratti da DorettaDavanzo Poli, Le arti decorative a Venezia,Bergamo, Edizioni Bolis, 1999.

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