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Arti e mestieri: il gusto dell'artigianato - The Venice International ...

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a che una fortunata serie di indaginiha permesso invece di appurareche, passato in eredità alnipote di Francesco Giuseppe,l’arciduca Francesco Ferdinando(Graz 1863 – Sarajevo 1914), <strong>il</strong>mob<strong>il</strong>e fu destinato a una saladel castello boemo di Konopiste,dove si trova tuttora.Grazie a due acquerelli del1826, eseguiti da JohannStephan Deker, siamo in gradodi visualizzare l’ambientazioneoriginaria alla Hofburg sia deidipinti di Borsato che di Robertinella camera da letto dell’imperatriceche del tavolo, sistematonell’adiacente Sittzimmer.[163-165] La decorazione bronzea deltripode e, a destra in alto, quella invetro del piano, fedele all’incisione, afianco, di Giuseppe Dala inseritanell’Opera ornamentale chepresentava <strong>il</strong> meglio della produzionedecorativa di Giuseppe Borsato.Il tavolo, a un esame diretto, si rivela di squisita fattezza, quasiunico nel suo genere. Pochi anni prima, infatti, esattamente nel1811, quando era l’aqu<strong>il</strong>a napoleonica a dominare l’ex Serenissima,fu infatti prodotto un primo tavolo, certamente su disegno del Borsato,<strong>il</strong> cui artefice era stato quel Benedetto Barbaria già ricordato,figlio di Giorgio e discendente da una famiglia di vetrai muranesi.Si tratta di una curiosità artistica e tecnica: un bureau la cui strutturaaustera, prof<strong>il</strong>ata in bronzo doratocome le zampe leonine, è totalmenterivestita in lamine di pasta vitreavenata a imitazione del raro legnoa c a j o u, con <strong>il</strong> piano superiorerettangolare rivestito di broderie d i[166] Il bureau disegnato daBorsato per Napoleone.[161-162] Il castello di Konopiste inBoemia e, in basso, la Sittzimmerdella Hofburg in cui si riconosce nelcerchio <strong>il</strong> tavolo disegnato da Borsato.[167] Disegno acquerellato,conservato al Museo Vetrario diMurano, del motivo ornamentaledel tavolo realizzato nel 1811.perline in diversi colori, formanti unfittissimo mosaico che al centro presenta<strong>il</strong> disegno di un medaglionecon la lettera N. Al di sotto è estraib<strong>il</strong>e,grazie a due pomoli, un piano interno <strong>il</strong> cui fondo in lastre dipasta di vetro verde acqua, turchese e bianca, è suddiviso in specchiaturegeometriche. Ai lati, quattro finti cammei triangolari conarmi, scudi e figure allegoriche delimitano una fascia esagonale incastonatada vetri calcedonei e trasparentidalle forme prismatiche; gliangoli sono scanditi da quattro finticammei con Vittorie e da due medaglioniin altor<strong>il</strong>ievo, rispettivamentecon l’aqu<strong>il</strong>a dell’Impero Francese econ la Corona Ferrea del Regno Italico.Al centro, contornato da unaghirlanda d’alloro dalla quale si irradianocinque fasce di raggi, è incastonatoun grosso cammeo biancoo p a l i n e di vetro con <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o dell’imperatore. Intorno corre la scrittaG A L L O R U M I M P E R AT O R-I TA L I A E R E X. In origine esso era provvistoanche di due girandoles con due bugie ciascuna, montate su piccolecolonne imitanti <strong>il</strong> lapislazzulo, purtroppo perdute. Al Museo Vetrariodi Murano si conserva un foglio acquerellato che chiaramentedeve venire riconosciuto come preparatorio per la realizzazionedel piano interno del tavolo, anche se, rispetto a quest’ultimo, presentadelle varianti nella distribuzione dei diversi elementi vitrei.Relegato nei depositi del Mob<strong>il</strong>ier nationalparigino, fu espostoalla Malmaison per la prima volta nel 1867; <strong>il</strong> table-secrétaire dite deVenise figurò come omaggio della città lagunare a Napoleone. Ritornònella dimora di Giuseppina dal 1908 al 1970, per esser poitrasferito nel limitrofo Château de Bois-Préau in occasione di unamostra, e rientrare alla Malmaison sino al 1984. Da allora è conservato,in una teca di vetro, nel Musée Napoléon I del Castello diFontainebleau.La preziosa quanto virtuosistica opera fu portata personalmentedal muranese Barbaria a Parigi nell’agosto del 1811, per esserepresentata inizialmente in qualità di “dono” all’Imperatore, e fuoggetto di un dettagliato rapporto, preteso dalla Garde-Meuble, daparte dell’architetto Brogniart e del mosaicista Belloni, chiamati ariferire “sur le mérite et la valeur de ce meuble, l’emploi qu’onpourrais en faire dans la décoration de quelqu’un des Palais Impériaux...”.Belloni, che comp<strong>il</strong>a quasi quattro pagine sulla questione,anche per giudicare cosa e quanto di quel manufatto potesse essertenuto a modello di eventuali future produzioni, considerò frag<strong>il</strong>ee antieconomico <strong>il</strong> finto legno acajou in pasta di vetro, fac<strong>il</strong>mentedeperib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> piano di perline, molto interessanti (per montaggioe varietà) le finte pietre preziose e i cammei del piano interno,tuttavia frag<strong>il</strong>i e senza protezione adeguata. Infine l’imperatore,“S.M.I. protecteur, et promoteur de l’increment des arts, et del’industrie”, <strong>il</strong> quale “ne reçoit rien à titre de présent”, per non esserevincolato a obblighi personali, <strong>il</strong> 24 marzo 1812 “a daignéagreer l’hommage de ce meuble, et que d’après ses intentions, <strong>il</strong> estaccordé à M. Barbaria, a titre de gratification pour cette ouvrage,une somme de vingt m<strong>il</strong>le francs”. A dire <strong>il</strong> vero, <strong>il</strong> muranese,quando gli era stato chiesto quanto credesse di ricavarne, aveva domandatoben 36000 franchi.Si liquidava così l’imprenditore che, offrendo un oggetto particolaredi sua produzione (in fondo più un mirab<strong>il</strong>e che un mob<strong>il</strong>e diuso pratico), presumeva di veder giungere dalla casa imperiale, inanni di depressione economica, nuove commissioni per la sua ditta.Un secondo tentativo è quello che circa cinque anni dopo, ritornatia Venezia gli Austriaci, Barbaria avrebbe intrapreso con l’altrotavolo, quello appunto realizzato per l’Omaggio delle Provincie Venete. Certamente la presentazione del mob<strong>il</strong>e alla casa imperiale au-

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