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Arti e mestieri: il gusto dell'artigianato - The Venice International ...

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[137-138] Vasi del 1927: a sinistra vetrotrasparente su struttura in ferro battuto e,a destra, vetro con bolle incluse.dinario cromatismo. Caratteristico è inoltre l’uso di particolari tipidi “murrine” già presenti in altre realizzazioni della fornace ma, inquesto caso, combinate con una maggiore libertà per potenziarnel’aspetto coloristico, che viene spesso rimarcato dalla presenza di unbordo nero alla sommità del vaso.Sempre in occasione della stessaBiennale si videro anche dei vasi,ideati da Bellotto – interamente invetro, perlopiù a “murrine” – a testimonianzadel sempre maggiorecoinvolgimento dell’artista verso unsettore che, pur non essendo specificatamente<strong>il</strong> suo, esercitava su di luiun notevole fascino. Egli continuòsu questa strada sv<strong>il</strong>uppando ulteriormentela ricerca nonostante alcunecritiche tacciarono <strong>il</strong> suo lavoro di [136] Vaso “a murrine”, 1923 ca.manierismo, tanto che una sua importantepersonale (con più di cinquanta opere) fu ospitata dallaBiennale di Venezia nell’anno seguente: <strong>il</strong> 1924.L’artista partecipò poi anche alla seconda edizione della Biennaledi Monza del 1925 presentando insieme a dodici cancelli inferro battuto, anche “lampade pens<strong>il</strong>i, tripodi con connubi di ferroe vetri eseguiti [...] nelle fornaci dell’IVAM”. Per la successiva edizionedella mostra monzese nel 1927 “<strong>il</strong> mago” – come veniva anchechiamato – si avvalse invece dei maestri della Pauly presentando,tra l’altro, vetri eseguiti su suoi modelli insieme a “supporti inferro battuto con vetri”. Lanuova produzione dimostròla svolta operata anche per farfronte alle mutate esigenzedel <strong>gusto</strong>. Così si poteronoapprezzare vasi e calici in vetrosoffiato con una materiatrasparente – spesso con coloritenui e inclusione di bolle– caratterizzati da combinazionie sovrapposizioni di elementigeometrici semplicicome la sfera, <strong>il</strong> cono, <strong>il</strong> c<strong>il</strong>indro.Per sottolineare la giuntura tra le parti egli impiegò inoltre finituree, talvolta elementi decorativi come rostri, anelli e spirali, dicolore contrastante priv<strong>il</strong>egiando <strong>il</strong> blu e <strong>il</strong> nero, quasi a evocare ancorala presenza figurativa del ferro battuto.All’inizio del decennio successivo, nel 1933, altre sue opere sividero sulle pagine della rivista L’artista moderno a corredo di un articolosulla Mostra d’arte e artigianato ferroviario di M<strong>il</strong>ano. Oltrealle ceramiche erano <strong>il</strong>lustrati anche dei vetri che verosim<strong>il</strong>menterappresentano gli ultimi esempi del lavoro del “mago”. Sono vetridove la forma si fa più morbida e viene elegantemente accompagnatada es<strong>il</strong>i finiture in vetro opaco, <strong>il</strong> cui esito appare come elaborazionedi un d é c o ormai attardato. Si chiude così la parabola diun artista che, nato in un ambiente artigiano, grazie al talento, seppeconiugare <strong>il</strong> suo bisogno di ricerca con i gusti dell’epoca senzarinunciare alla sua originalità, spaziando dal ferro al vetro.* tratto da Forme moderne, n. 4, Roma, Iuno Edizioni, maggio 2010.Miniature di vetro: le murrineGIOVANNI SARPELLONÈpossib<strong>il</strong>e far stare in un dischetto di vetro di tre m<strong>il</strong>limetridi diametro i ritratti di Vittorio Emanuele II, Garibaldi eCavour? L’incredib<strong>il</strong>e risposta è sì. L’autore di questa prodezzafu Giacomo Franchini che, lavorando al fuoco della lampadausata dai perlai veneziani, fra <strong>il</strong> 1845 e <strong>il</strong> 1863 realizzò una serie dibacchette di vetro (o “canne”,come si dice a Murano) chein tutta la loro lunghezzaracchiudevano un ritratto.L’arte di fabbricarecanne di vetro contenentiun disegno è vecchia di[139-140] Murrine con iritratti di VittorioEmanuele II e GiuseppeGaribaldi realizzate daGiacomo Franchini ametà Ottocento.oltre trem<strong>il</strong>a anni; essa raggiunse <strong>il</strong> suo momentodi massimo splendore nei due secoliattorno alla nascita di Cristo, per opera deivetrai di Alessandria d’Egitto e di Roma,che erano in grado di preparare canne conuna grande varietà di colori e disegni, chetagliavano poi a fettine e saldavano le une alle altre sotto l’azionedel fuoco, riuscendo così a fabbricare piattini, ciotole e anche vasettidi grande bellezza.L’introduzione nel lavoro di fornace della canna da soffio (versola prima metà del I secolo dopo Cristo) fece cadere in disuso questogenere di lavorazione, che riappare solonel XIX secolo per opera dei vetrai muranesi.Fabbricare una canna di vetro contenenteun disegno in tutta la sua lunghezza nonè cosa molto diffic<strong>il</strong>e se ci si serve di unostampo aperto nel quale pressare una massadi vetro preventivamente raccolta sulla puntadi un’asta di ferro. Con questo sistema si[141] Stampo per canna fanno canne con decori semplici, generalmentea forma di stella o ruota dentata, chem<strong>il</strong>lefiori.sono comunemente chiamati “m<strong>il</strong>lefiori”.Un secondo metodo per fare una canna più complessa consistenel disporre assieme più canne semplici e con queste formare un disegno;riscaldando molto lentamente <strong>il</strong> nuovo c<strong>il</strong>indro così formatosi ottiene una nuova canna. Il terzo sistema di lavoro è molto piùdiffic<strong>il</strong>e: a un primo nucleo di vetro caldo attaccato alla punta diun’asta di ferro, si aggiunge dell’altro vetro direttamente preso dalcrogiolo, sagomandolo secondo la forma voluta, e costruendo <strong>il</strong> disegnofinale un po’ alla volta.Il merito della reintroduzione delle canne a m<strong>il</strong>lefiori nel lavorodei vetrai muranesi spetta a Domenico Bussolin che, nel 1838,produsse una serie di canne molto eleganti. Poco dopo, GiovanniBattista Franchini ne riprese l’esempio e dettevita ad alcune centinaia di nuove canneelaboratissime e raffinate che usava poi perfabbricare sp<strong>il</strong>le, pendenti,manici di posa-[142-143] Canne m<strong>il</strong>lefiori,di fronte e in sezione.

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