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Arti e mestieri: il gusto dell'artigianato - The Venice International ...

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alle origini stesse di Venezia come <strong>il</strong> pavimento di Sant’Ilario equello inferiore di Torcello, che ricordano gli schemi dei pavimentidel mondo tardo romano di Antiochia, del Libano, di Grado e diRavenna a partire dal V secolo.A San Donato di Murano troviamo impresso nella navata centrale“Settembre 1141”, che ci permette di datare anche i pavimentidi San Marco e di SantaMaria Assunta a Torcello, <strong>il</strong> quale,per disegno e fattura, può essereconsiderato l’ultimo di questoperiodo, realizzato nella secondametà del XII secolo. Difattiriprende gli elementi a cerchiconcentrici inseriti in grandiquadrati di San Donato e SanMarco, a loro volta ispirati al pavimentodella Bas<strong>il</strong>ica di Santa [71] IN NOMINE DOMINI NOSTRI JESUSofia di Costantinopoli. Il pavimentodi San Donato poi è cosìè la scrittaCHRISTI ANNO DOMINI MCXLI MENSESEPTEMBRI INDICTIONE Vpavimentale a San Donato a Murano.splendido che Ruskin vi legge lepremesse del colorismo venezianoche sboccerà nelle pennellate di Tiziano.Solo nella seconda metà dell’Ottocento iniziano i primi studiscientifici dei pavimenti medioevali veneziani: nel 1873 Viollet-le-Duc ammira i restauri del pavimento della Chiesa di San Marco etra <strong>il</strong> 1888 e <strong>il</strong> 1892 Ongania pubblica La Bas<strong>il</strong>ica di San Marco inVenezia <strong>il</strong>lustrata nella storia e nell’arte da scrittori veneziani ad operadi Arrigo Boito. Anche se conosciamo poco o nulla delle maestranzesi può presumere che, lavorando in équipe, si spostassero da uncantiere all’altro. Di conseguenza osserviamo in alcuni pavimentiun disegno unitario e in altri discrepanze dovute all’esecuzione intempi successivi e a restauri poco ortodossi.Questi scint<strong>il</strong>lanti tappeti sono eseguiti con due tecniche abbinate.In opus sect<strong>il</strong>e (locuzione latinada sectus, participio passato di seco,taglio) è <strong>il</strong> pavimento o <strong>il</strong> rivestimentoparietale a lastre marmoreeanche di diversi colori, tagliate informe geometriche, quasi sempre arettangoli o anche per comporre figurein forme non geometriche; tal<strong>il</strong>astre erano chiamate dai romanicrustae. In opus tessellatum (locuzionelatina da tessella, tassello) è invece <strong>il</strong>pavimento a mosaico eseguito contasselli cubici di marmi coloraticomposti da preziose tessere a disegnigeometrici e figure allegorichedai significati arcani, misto di simbolipagani e cristiani a ricordare lenostre radici romane e bizantine.[72-73] Esempio di opus sect<strong>il</strong>e e,in basso, di opus tessellatum.Questi pavimenti, ispirati anche a disegni di tessuti, a guardarlicon attenzione, appaiono un concentrato di influenze orientali,occidentali e storiche e testimoniano l’evolversi del <strong>gusto</strong> in questacittà sospesa tra acqua e cielo. Un caso emblematico è la Bas<strong>il</strong>ica diSan Marco dove <strong>il</strong> monaco architetto, nel tracciare lo schema dellapavimentazione, credeva di apprestarsi a mettere in contatto cieloe terra ut<strong>il</strong>izzando forme, non solo bagaglio di un repertorio dellatradizione, ma evocando e rendendo parlanti figure proprie dellamistica cristiana. Nella pianta le quattro braccia della croce grecas’intersecano nel quadrato su cui gravita la cupola dell’Ascensione.È <strong>il</strong> fulcro dell’edificio dove la corrispondenza tra sommità e baserappresenta l’incontro tra cielo e terra. Per la mistica, <strong>il</strong> cerchio è losv<strong>il</strong>uppo del centro, <strong>il</strong> suo aspetto dinamico; <strong>il</strong> quadrato <strong>il</strong> suoaspetto statico. Il cerchio simboleggia <strong>il</strong> cielo, <strong>il</strong> quadrato la terra,dunque <strong>il</strong> paradiso terrestre. L’aspetto più sorprendente è l’armoniacon cui sono state pensate tutte le parti dell’edificio, la perfetta corrispondenzatra i mosaici delle volte e le geometrie pavimentali. Ilpavimento riproduce in simboli quello che <strong>il</strong> soffitto racconta configure e si dispone come una vera e propria cosmogonia rovesciatain cui <strong>il</strong> cielo si rispecchia. Proprio per questo <strong>il</strong> pavimento di SanMarco diventa simbolo della città – e come lei in continua evoluzione– ed è punto di riferimento per tutti gli altri.Nei documenti si parla poco dei pavimenti veneziani. Un casoeccezionale è costituito da Francesco Sansovino che, nel 1580, descriveSanta Maria dei Miracoli in questi termini: <strong>il</strong> suo rivestimentopolicromo appare ricchissimo “di finissimi marmi e di dentro<strong>il</strong> sim<strong>il</strong>e, per terra, per tutto”. Non appena la Rinascenza si famatura, le ricerche sui rapporti architettonici fanno sì che, quandolavorano artisti particolarmente sensib<strong>il</strong>i, gli edifici vengano costruiticon una precisa corrispondenza fra le parti. Per i pavimentiesterni alla funzione pratica di identificare uno spazio e di delimitarecon <strong>il</strong> disegno le differenti proprietà o la sacralità del sagrato,si aggiunge quella di proiettare a terra la facciata dell’edificio. Talesistema è ben leggib<strong>il</strong>e ancora oggi nella chiesa del Redentore diAndrea Palladio, dove i tre elementi costituiti dal pavimento esterno,dalla facciata edal pavimento internocombaciano, manon solo: <strong>il</strong> gioco coloristicodel presbiteriodisegna inpianta la strutturadelle absidi e della[74] La suggestiva proiezione a pavimento dellacupola e delle absidi della chiesa del Redentore.cupola e, anche attraverso<strong>il</strong> dislivellodi tre gradini, separaquesto luogo priv<strong>il</strong>egiatodalla navata ricoperta dagli usuali scacchi bianchi e rossi.Le pavimentazioni, proiezioni delle strutture architettoniche disegnatedagli stessi architetti, come alla Salute, di cui si conservanogli schizzi preparatori di mano del Longhena, sono <strong>il</strong> caleidoscopiodei marmi delle chiese rinascimentali e barocche in commesso (dal latinoc o m m i s s u s, participio passato di c o m m i t t e r e, congiungere) dove <strong>il</strong>piano è formato tutto di pietre che combaciano, diverse di colore,di forma e di dimensione. È Vasari che dà <strong>il</strong> nome di c o m m e s s o al pavimentomarmoreo a figure, come quello del Duomo di Siena.Guardando con attenzione questi pavimenti – che per me sonodei giardini di pietra – vi si possono leggere sia la storia dell’artesia dell’architettura dalle origini a oggi. Sono preziosi e hanno bisognodi continua manutenzione. Mi piange <strong>il</strong> cuore quando vedoi gioielli di San Marco calpestati da orde di barbari che dovrebberoprima di entrare indossare le pantofole, come fanno quando entranoin casa propria!

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