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20.07.2015 Views

2i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>A cura di:Intermedia editoreVia Malta 12/B – 25124 BresciaTel. 030.226105 – fax. 030.2420472<strong>in</strong>termedia@<strong>in</strong>termedianews – www.med<strong>in</strong>ews.it


3i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>IntroduzioneUno strumento utile per tutti. Non solo per gli addetti ai lavori, oncologied epidemiologi, ma anche per i cittad<strong>in</strong>i e le Istituzioni. Questa pubblicazionenasce dall’esigenza di colmare un vuoto. F<strong>in</strong>ora nessuno di noidisponeva di un testo agile e di facile lettura che contenesse i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong><strong>cancro</strong> relativi all’anno <strong>in</strong> corso. Quanti nuovi tumori saranno diagnosticati<strong>in</strong> Italia nel <strong>2011</strong>? Quanti saranno i decessi per tumore nel <strong>2011</strong>? Qualè l’effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione sulle diagnosi di <strong>cancro</strong>?Sono solo alcune <strong>del</strong>le domande a cui <strong>in</strong>tende rispondere questo volume,che trae ispirazione dal prestigioso “Cancer Facts & Figures” <strong>del</strong>la AmericanCancer Society.Il numero di malati di <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> Italia è <strong>in</strong> netto aumento, data la copresenzadi una serie di fattori che vanno dall’<strong>in</strong>vecchiamento demografico,all’avanzamento e alla maggiore diffusione <strong>del</strong>le tecniche diagnostiche, allamigliorata efficacia dei trattamenti. Quella oncologica è una patologia dimassa che non può più essere considerata solo sotto il profilo <strong>del</strong>la rispostaall’emergenza sanitaria, ma necessita di forme di supporto prolungatenel tempo, comprendendo misure che facilit<strong>in</strong>o il re<strong>in</strong>serimento sociale elavorativo. Disporre di dati epidemiologici costantemente aggiornati potràpermettere a tutti gli attori <strong>del</strong>la sanità di pianificare al meglio gli <strong>in</strong>tervent<strong>in</strong>ecessari. In un momento di contrazione <strong>del</strong>le risorse disponibili, razionalizzarele spese rappresenta la sfida decisiva. È evidente come le campagnedi prevenzione siano decisive per trasmettere ai cittad<strong>in</strong>i messaggi chiarisull’importanza di uno stile di vita sano (attività fisica, no al fumo e dietacorretta). Non solo. Nel capitolo sui confronti geografici nazionali risultachiaramente come, per quanto riguarda la sopravvivenza, si mantenga ancoraun divario Nord-Sud, a sfavore <strong>del</strong>le Regioni meridionali. La disparitàterritoriale <strong>del</strong>le cure si traduce nel mancato accesso alle terapie per alcunimalati di tumore. Siamo perfettamente consapevoli <strong>del</strong>l’importanza di ade-


5i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Consiglio direttivo nazionale aiomMandato <strong>2011</strong>-2013Marco Ventur<strong>in</strong>iOspedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar (VR)(Presidente)Stefano Casc<strong>in</strong>uAzienda Ospedaliero-Universitaria Umberto I – Lancisi - Salesi di Ancona(Presidente eletto)Carm<strong>in</strong>e P<strong>in</strong>toAzienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna(Segretario)Stefania GoriOspedale S. Maria <strong>del</strong>la Misericordia di Perugia(Tesoriere)Consiglieri:Massimo AgliettaIstituto Ricerca e Cura <strong>del</strong> Cancro di Candiolo (TO)Giuseppe AltavillaAzienda Ospedaliero-Universitaria di Mess<strong>in</strong>aEditta Bald<strong>in</strong>iOspedale “Campo di Marte” di LuccaGiovanni BernardoFondazione S. Maugeri IRCCS di PaviaSaverio C<strong>in</strong>ieriASL di Br<strong>in</strong>disiFabio PuglisiAzienda Ospedaliero-Universitaria di Ud<strong>in</strong>ePierosandro TagliaferriUniversità degli Studi Magna Graecia di Catanzaro– Fondazione Tommaso CampanellaGiuseppe Ton<strong>in</strong>iUniversità Campus Bio-Medico di Roma


6i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Consiglio direttivo AIRTUMTavolo di lavoro AIOM-AIRTUMStefano FerrettiRegistro Tumori <strong>del</strong>la prov<strong>in</strong>cia di Ferrara(Segretario)Emanuele CrocettiRegistro Tumori Toscano(Vicesegretario)Fabio Falc<strong>in</strong>iRegistro Tumori <strong>del</strong>la Romagna(Vicesegretario)Paola PisaniRegistro Tumori Infantili <strong>del</strong> Piemonte(Tesoriere)Mario FuscoRegistro Tumori di popolazione <strong>del</strong>la RegioneCampaniaAnselmo MadedduRegistro Tumori di SiracusaLucia MangoneRegistro Tumori ReggianoArturo IannelliRegistro Tumori <strong>del</strong>la prov<strong>in</strong>cia di SalernoAIOMGiuseppe AltavillaAzienda Ospedaliero-Universitaria di Mess<strong>in</strong>aMassimo Di MaioIstituto Nazionale Tumori – Fondazione G. Pascale diNapoliStefania GoriOspedale S. Maria <strong>del</strong>la Misericordia di PerugiaMaria Teresa IontaAzienda Ospedaliero-Universitaria di CagliariCarm<strong>in</strong>e P<strong>in</strong>toAzienda Ospedaliero-Universitaria di BolognaValter TorriIstituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri” diMilanoMarco Ventur<strong>in</strong>iOspedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar (VR)AIRTUMStefano FerrettiRegistro Tumori <strong>del</strong>la prov<strong>in</strong>cia di FerraraEmanuele CrocettiRegistro Tumori ToscanoFabio Falc<strong>in</strong>iRegistro Tumori <strong>del</strong>la RomagnaCarlotta BuzzoniRegistro Tumori ToscanoAIRTUM Work<strong>in</strong>g Group


7i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>IndiceIntroduzione 3Consiglio direttivo nazionale AIOM 5Consiglio direttivo AIRTUM 6Tavolo di lavoro AIOM-AIRTUM 61. Dati generali 9Cos’è il <strong>cancro</strong>? 9Il <strong>cancro</strong> può essere prevenuto? 10Qual è il rischio di ammalarsi di tumore? 10Quanti nuovi tumori saranno diagnosticati <strong>in</strong> Italia nel <strong>2011</strong>? 11Quali sono i tumori più frequenti? 11Quanti saranno i decessi per tumore <strong>in</strong> Italia nel <strong>2011</strong> 12Qual è l’effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione sulla diagnosi di tumore? 14Qual è la sopravvivenza dei pazienti con tumore? 17Come cambia la sopravvivenza a distanza dalla diagnosi di tumore? 192. Dati di prevalenza 21Cos’è la prevalenza? 21Quanti sono gli <strong>italia</strong>ni che convivono con la diagnosi di tumore? 21L’andamento <strong>del</strong>la prevalenza nel tempo: confronto 1992-2006 253. Gli andamenti temporali 27Gli andamenti temporali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 274. Confronti geografici nazionali 37Incidenza 37Mortalità 39Sopravvivenza 41Prevalenza 425. Confronti geografici <strong>in</strong>ternazionali 436. Neoplasie per s<strong>in</strong>gole sedi 47A. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la mammella 47b. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata 54c. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> polmone 58d. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto 63e. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>lo stomaco 67f. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> pancreas 71g. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> fegato 747. Fonti e metodologia 77I <strong>Registri</strong> Tumori di Popolazione 77Note relative ai metodi impiegati 828. Key-po<strong>in</strong>ts 85


8i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>


9i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>1Dati generaliCos’è il <strong>cancro</strong>?Con i term<strong>in</strong>i “<strong>cancro</strong>”, “neoplasia” o il più generico “tumore” ci si riferiscead una crescita cellulare sv<strong>in</strong>colata dai normali meccanismi di controllo<strong>del</strong>l’organismo, a partire da un’unica cellula progenitrice, caratterizzata daanomalie genetiche, funzionali e morfologiche. A questa fase di <strong>in</strong>iziazionesegue una progressione, <strong>in</strong> cui le cellule anomale sono <strong>in</strong> grado di moltiplicarsie di allontanarsi ulteriormente, dal punto di vista <strong>del</strong>la differenziazionee funzione, dalle cellule <strong>del</strong>la popolazione di provenienza. Possono così generarsimasse e aggregati cellulari <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>terferire con l’organo e l’apparato<strong>in</strong> cui risiedono, eventualmente anche migrando verso organi a distanza(dissem<strong>in</strong>azione, metastasi) f<strong>in</strong>o a m<strong>in</strong>acciare la vita <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tero organismo.Il <strong>cancro</strong> ha tra le sue cause una comb<strong>in</strong>azione di diversi fattori: <strong>in</strong>terni(propri <strong>del</strong>le cellule <strong>del</strong>l’organismo, eventualmente trasmissibili alla progenie)quali mutazioni genetiche, ormoni, funzionalità <strong>del</strong>l’apparato immunitarioe fattori esterni, legati sia all’ambiente (agenti <strong>in</strong>fettivi, prodotti chimici,radiazioni) sia allo stile di vita <strong>del</strong> soggetto (dieta, attività fisica, fumo).Si tratta di un processo comunque lento e progressivo, combattuto spessocon successo dai sistemi di difesa <strong>del</strong>l’organismo (meccanismi di riparazione<strong>del</strong> genoma e di difesa immunitaria), che dal suo <strong>in</strong>izio biologico impiegamolto tempo a manifestarsi, anche nell’ord<strong>in</strong>e di anni, prima di dare luogoalla diagnosi di malattia conclamata.Questo processo di <strong>in</strong>iziazione e progressione tumorale può qu<strong>in</strong>di portarea diversi tipi di lesione f<strong>in</strong>ale: alcune di queste sono riconosciute con il term<strong>in</strong>etalora equivoco di benigne, cioè meno aggressive, dest<strong>in</strong>ate a rimanerelocalizzate nell’organo di orig<strong>in</strong>e e <strong>in</strong>capaci a dare metastasi.Con il term<strong>in</strong>e di lesioni maligne, alle quali viene riferito più propriamenteil term<strong>in</strong>e di <strong>cancro</strong>, sono <strong>in</strong>vece identificate lesioni <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>vadere edistruggere le strutture adiacenti e diffondere a distanza, colonizzando altriorgani e apparati f<strong>in</strong>o a determ<strong>in</strong>are anomalie <strong>del</strong>l’organismo <strong>in</strong>compatibilicon la vita.In molti casi, e oggi sempre più spesso, il percorso <strong>del</strong>la malattia non è


10i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>dest<strong>in</strong>ato a progredire <strong>in</strong>esorabilmente f<strong>in</strong>o a un esito <strong>in</strong>fausto. Per le diverselesioni che compongono il variegato quadro <strong>del</strong>la patologia conosciuta come“<strong>cancro</strong>”, la medic<strong>in</strong>a ha via via <strong>in</strong>dividuato armi e percorsi sempre più efficacie mirati alla specificità dei diversi casi, dalla prevenzione, alla diagnosiprecoce, alla terapia, con lo scopo di migliorare la prognosi di ogni paziente<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di durata e qualità <strong>del</strong>la vita.Il <strong>cancro</strong> può essere prevenuto?La maggior parte dei tumori causati dal fumo di sigarette e dall’abuso dialcool, così come quei tumori la cui evoluzione è <strong>in</strong>fluenzata da cause alimentari,obesità e <strong>in</strong>attività fisica, potrebbero essere prevenuti. Altri tumori correlatiad agenti <strong>in</strong>fettivi, quali il virus <strong>del</strong>l’epatite B, <strong>del</strong>l’epatite C (HBV/HCV),il virus <strong>del</strong> papilloma umano (HPV), il virus <strong>del</strong>la Immunodeficienza (HIV),l’Helicobacter pylori (H. pylori), potrebbero essere prevenuti cambiando stiledi vita e debellando l’agente <strong>in</strong>fettivo tramite vacc<strong>in</strong>i o antibiotici. Inoltre, lapartecipazione ai programmi di screen<strong>in</strong>g, oltre a permettere la diagnosi diforme <strong>in</strong>vasive <strong>in</strong> stadio precoce, favorisce il riscontro e la rimozione di lesioni<strong>in</strong> fase precancerosa.Qual è il rischio di ammalarsi di tumore?La probabilità teorica <strong>in</strong>dividuale di avere una diagnosi di tumore nel corso<strong>del</strong>la vita si chiama rischio cumulativo. Solitamente viene espresso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>idi rischio nel corso <strong>del</strong>la vita, considerato <strong>in</strong> questa trattazione comel’<strong>in</strong>tervallo di tempo che va dalla nascita agli 84 anni di età (0-84). Si tratta diuna misura immediatamente comprensibile <strong>del</strong>la rilevanza di un certo tumoreperché esprime la sua frequenza sottoforma di numero di soggetti che è necessarioseguire perché uno di questi durante la sua vita abbia una diagnositumorale. Nella tabella 1 è <strong>in</strong>dicato per tutti i tumori nel loro complesso e perle pr<strong>in</strong>cipali sedi tumorali ogni quanti soggetti esiste la possibilità che uno diquesti sviluppi un tumore nell’arco <strong>del</strong>la vita (0-84 anni); il calcolo è limitatoalle sedi per le quali la popolazione da seguire per osservare un caso è <strong>in</strong>feriore,almeno <strong>in</strong> uno dei sessi, a 100 persone; per quanto riguarda i tumori rari,è necessario seguire una popolazione molto numerosa per osservare almenoun caso: ad esempio per osservare un caso di tumore <strong>del</strong>la mammella maschilebisogna seguire il percorso di vita di oltre 550 uom<strong>in</strong>i.Considerando il rischio complessivo di avere una diagnosi di un qualunquetumore, questa probabilità riguarda un uomo ogni due e una donna ognitre nel corso <strong>del</strong>la loro vita. Stratificando per sesso e per tipologia di tumore,si osserva come ogni 8 donne una si ammalerà (teoricamente) di un tumorealla mammella, così come un uomo ogni 9 e una donna ogni 35 svilupperà untumore al polmone, 1 uomo ogni 7 un tumore <strong>del</strong>la prostata, un uomo ogni 10e una donna ogni 17 un tumore <strong>del</strong> colon retto.


11i Dati <strong>numeri</strong> generali <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Sede Maschi Femm<strong>in</strong>eVie aerodigestive superiori 36 166Stomaco 28 57Colonretto 10 17Fegato 34 95Pancreas 51 64Polmone 9 35Cute melanomi 43 58Cute non melanomi 9 15Mammella 553 8Utero corpo - 47Ovaio - 74Prostata 7 -Rene vie ur<strong>in</strong>arie* 36 84Vescica** 13 69Tiroide 152 56L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 45 61Tutti i tumori esclusi epiteliomi <strong>del</strong>la cute 2 2Tabella 1. Numero di soggetti che è necessario seguire nel corso <strong>del</strong>la vita (da 0 a 84 anni) per trovarneuno che sviluppi un tumore, per sesso e tipo tumorale. POOL Airtum 2005-2007.* comprende rene, pelvi e uretere.**comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtrantiQuanti nuovi tumori saranno diagnosticati <strong>in</strong> Italia nel <strong>2011</strong>?Si stima che nel <strong>2011</strong>, <strong>in</strong> Italia, verranno diagnosticati 360.000 nuovi casi ditumore maligno, di cui circa 200.000 (56%) nel sesso maschile e circa 160.000(44%) nel sesso femm<strong>in</strong>ile. A questi si dovrebbero aggiungere i tumori epiteliali<strong>del</strong>la cute. In realtà per le loro peculiarità biologiche e cl<strong>in</strong>iche e per la difficoltàdi stimarne esattamente il numero (orientativamente circa 58.000 casi, 32.000nei maschi e 26.000 nelle femm<strong>in</strong>e) è consuetud<strong>in</strong>e considerare questi tumoriseparatamente dagli altri tumori maligni, e non <strong>in</strong>cluderli nel totale dei tumori.La frequenza con cui vengono diagnosticati i tumori (escludendo i tumoriepiteliali <strong>del</strong>la cute) è <strong>in</strong> media 7 casi ogni 1.000 uom<strong>in</strong>i ogni anno (702 casi ogni100.000 abitanti/anno), circa 5,5 casi ogni 1.000 donne (546 casi ogni 100.000abitanti/anno), <strong>in</strong> media circa 6 casi ogni 1.000 persone (623 casi ogni 100.000abitanti/anno).Ogni giorno, <strong>in</strong> Italia, vengono diagnosticati circa 1.000 nuovi casi di tumore.Quali sono i tumori più frequenti?Escludendo i tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute, il tumore più frequente risultaessere quello <strong>del</strong> colon-retto, con quasi 50.000 nuove diagnosi stimate per il<strong>2011</strong>, seguito dal tumore <strong>del</strong>la mammella con 45.000 nuovi casi di cui il 99%


12i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>nel sesso femm<strong>in</strong>ile; seguono il tumore <strong>del</strong>la prostata con 42.000 casi e il tumore<strong>del</strong> polmone con 38.000 casi dei quali un quarto nel sesso femm<strong>in</strong>ile.Dividendo i dati per sesso, tra i maschi prevale il tumore <strong>del</strong>la prostatache rappresenta il 20% di tutti i tumori diagnosticati; seguono il tumore <strong>del</strong>polmone (15%, con tendenza alla riduzione), il tumore <strong>del</strong> colon-retto (14%),il tumore <strong>del</strong>la vescica (10%) e il tumore <strong>del</strong>lo stomaco (5%). Tra le donne iltumore <strong>del</strong>la mammella è il più frequente, rappresentando il 29% di tutti itumori diagnosticati, seguito dai tumori <strong>del</strong> colon-retto (13%), <strong>del</strong> polmone(6%), <strong>del</strong> corpo <strong>del</strong>l’utero (5%) e <strong>del</strong>lo stomaco (4%).Considerando entrambi i sessi, ed escludendo i tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute,il tumore <strong>del</strong> colon-retto rappresenta la patologia oncologica più frequentementediagnosticata (14% <strong>del</strong> totale), seguita dal tumore <strong>del</strong>la mammella,che nonostante sia estremamente raro nel sesso maschile rappresenta circail 13% di tutti i tumori diagnosticati nei due sessi, poi dalla prostata (presentesolo nel sesso maschile: 11%) e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il tumore <strong>del</strong> polmone (11%).Rango Maschi Femm<strong>in</strong>e1° Prostata (20%) Mammella (29%)2° Polmone (15%) Colon-retto (13%)3° Colonretto (14%) Polmone (6%)4° Vescica* (10%) Corpo <strong>del</strong>l’utero (5%)5° Stomaco (5%) Stomaco (4%)Tabella 2. Primi c<strong>in</strong>que tumori più frequentemente diagnosticati e proporzione sul totale dei tumori(escluso tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute) per sesso. POOL Airtum 2005-2007.* comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.Quanti saranno i decessi per tumore <strong>in</strong> Italia nel <strong>2011</strong>?Si stima che nel <strong>2011</strong> <strong>in</strong> Italia, i decessi causati da tumore saranno circa174.000 (98.000 fra i maschi e 76.000 fra le femm<strong>in</strong>e). La frequenza dei decessicausati dai tumori nell’area <strong>del</strong>l’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Registri</strong> Tumori è <strong>in</strong> mediaogni anno di circa 3,5 decessi ogni 1000 residenti uom<strong>in</strong>i (351 decessi ogni100.000 abitanti /anno) e circa 2,5 ogni 1000 donne (255 decessi ogni 100.000abitanti /anno), circa 3 decessi ogni 1000 persone (302 casi ogni 100.000 abitanti/anno).Pertanto si può calcolare che, <strong>in</strong> Italia, ogni giorno quasi 500 personemuoiono per tumore.I dati ISTAT <strong>in</strong>dicano che i decessi per tumore nel 2007 sono stati circa172.000 degli oltre 572.000 decessi verificatisi <strong>in</strong> quell’anno. I tumori sonola seconda fra le cause di morte (30% di tutti i decessi) dopo il gruppo <strong>del</strong>lecause cardiocircolatorie (39%). Il peso dei tumori è più rilevante tra gli uom<strong>in</strong>i,dove causano lo stesso numero di decessi <strong>del</strong>le cause cardiocircolatorie(35%) rispetto alle donne dove rappresentano il 23% dei decessi.


13i Dati <strong>numeri</strong> generali <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Nella tabella 3 sono <strong>in</strong>dicati i tumori più importanti come cause di mortalitàoncologica.Rango Maschi Femm<strong>in</strong>e1° Polmone (28%) Mammella (16%)2° Colonretto (11%) Colonretto (12%)3° Prostata (8%) Polmone (11%)4° Stomaco (7%) Pancreas (7%)5° Fegato (6%) Stomaco (7%)Tabella 3. Prime c<strong>in</strong>que cause di morte tumorali più frequenti e proporzione sul totale dei decessi oncologiciper sesso. POOL Airtum 2005-2007.Tra gli uom<strong>in</strong>i il tumore <strong>del</strong> polmone risulta la prima causa di morte oncologica<strong>in</strong> tutte le fasce di età (tabella 4), rappresentando il 17% dei decessitra i giovani (0-49 anni), il 31% tra gli adulti (50-69 anni) e il 27% tra gli ultrasettantenni.Tra le donne il tumore che si colloca al primo posto <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i dimortalità <strong>in</strong> tutte le fasce di età è il tumore <strong>del</strong>la mammella, che rappresenta il30% dei decessi tra le giovani, il 20% tra le adulte e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e il 13% tra le donne<strong>in</strong> età superiore a 70 anni.MaschiFemm<strong>in</strong>eRango anni 0-49 anni 50-69 anni 70+ anni 0-49 anni 50-69 anni 70+1°Polmone(17%)Polmone(31%)Polmone(27%)Mammellafemm<strong>in</strong>ile(30%)Mammellafemm<strong>in</strong>ile(21%)Mammellafemm<strong>in</strong>ile(13%)2°Encefalo(11%)Colon retto(11%)Colon retto(11%)Polmone(10%)Polmone(14%)Colon retto(13%)3°Colon retto(8%)Fegato(7%)Prostata(11%)Colon retto(7%)Colon retto(10%)Polmone(10%)4° VADS (7%)Stomaco(7%)Stomaco(7%)Encefalo(7%)Pancreas(7%)Pancreas(8%)5°Leucemie(6%)Pancreas(7%)Fegato(6%)Leucemie(5%)Ovaio(7%)Stomaco(8%)Tabella 4. Primi c<strong>in</strong>que cause di morte oncologica e proporzione sul totale dei decessi per tumore persesso e fascia di età. VADS = vie aerodigestive superiori. POOL Airtum 2005-2007.Come per l’<strong>in</strong>cidenza, anche per la mortalità è possibile calcolare il rischiodi morire per tumore nel corso <strong>del</strong>la vita. Questo è per il complesso dei tumoritale da <strong>in</strong>teressare un uomo ogni 3 e una donna ogni 6 (tabella 5). Questenotevoli differenze fra i sessi sono dovute alla diversa frequenza fra uom<strong>in</strong>i


14i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>e donne di tumori a prognosi diversa. Infatti il rischio di morte è fortemente<strong>in</strong>fluenzato dalla prognosi oltre che dalla frequenza <strong>del</strong> tipo di tumore, qu<strong>in</strong>di,il numero di soggetti che è necessario osservare nel corso <strong>del</strong>la vita per trovarne1 che abbia la probabilità di morire a causa di quel determ<strong>in</strong>ato tipo ditumore varia <strong>in</strong> relazione a questi due parametri.Sede Maschi Femm<strong>in</strong>eVADS 71 344Stomaco 38 82Colon retto 25 45Fegato 40 112Pancreas 50 67Polmone 10 44Cute ( melanoma) 269 513Mammella femm<strong>in</strong>ile - 32Utero collo - 897Utero corpo - 453Ovaio - 104Prostata 33 -Rene e vie ur<strong>in</strong>arie* 94 244Vescica** 51 306Tiroide 1184 897L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 110 152Tutti i tumori esclusi epiteliomi <strong>del</strong>la cute 3 6Tabella 5. Numero di soggetti che è necessario seguire nel corso <strong>del</strong>la vita (da 0 a 84 anni) per trovarne unoche abbia la probabilità di morire a causa di un tumore, per sesso e tipo tumorale. POOL Airtum 2005-2007.*comprende rene, pelvi e uretere. **comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.Qual è l’effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazionesulle diagnosi di tumore?Per rispondere a questa domanda dobbiamo tener presente che i tumorisono una malattia prevalentemente <strong>del</strong>le età adulta-avanzata. Nella figura 1sono presentati i tassi di <strong>in</strong>cidenza per tutti i tumori, specifici per fasce qu<strong>in</strong>quennalid’età. Si nota come nelle prime decadi <strong>del</strong>la vita la frequenza di questapatologia sia <strong>del</strong>l’ord<strong>in</strong>e, al massimo, di dec<strong>in</strong>e di casi ogni 100.000 soggetti,dai 35 anni si supera il cent<strong>in</strong>aio di casi e dai sessanta anni si cambia ancoraord<strong>in</strong>e di grandezza superando il migliaio di casi ogni 100.000 soggetti, ovveroraggiungendo una frequenza di 1-3 casi ogni 100 soggetti ogni anno.Si comprende qu<strong>in</strong>di come le caratteristiche demografiche di una popolazionepossano <strong>in</strong>fluenzare il numero di tumori che <strong>in</strong> questa popolazione


15i Dati <strong>numeri</strong> generali <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>25002000tasso x 100.00015001000500000-0405-0910-1415-1920-2425-2930-3435-3940-4445-4950-5455-5960-6465-6970-7475-7980-8485+Figura 1. AIRTUM 2005-2007. Tassi età-specifici (x 100.000). Tutti i tumori escluso epiteliomi <strong>del</strong>la cute, uom<strong>in</strong>ie donne assieme.vengono diagnosticati e come, <strong>in</strong> virtù di un costante <strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>lapopolazione <strong>italia</strong>na, anche se l’<strong>in</strong>cidenza si mantenesse costante, il numerodi diagnosi tumorali sia dest<strong>in</strong>ato ad aumentare nel corso <strong>del</strong> tempo solo permotivi demografici. Nella fascia d’età <strong>in</strong>fantile (0-14 anni) si trova una quotamolto limitata <strong>del</strong> totale dei tumori che vengono diagnosticati nella popolazione(nel periodo 2005-2007 meno <strong>del</strong>lo 0,5% <strong>del</strong> totale dei tumori sono statidiagnosticati <strong>in</strong> età <strong>in</strong>fantile).Fatte queste premesse, va sottol<strong>in</strong>eato che l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la nostrapopolazione è un fenomeno dovuto <strong>in</strong> parte alla riduzione <strong>del</strong>le nascite masoprattutto alla riduzione <strong>del</strong>la mortalità, sia nelle età <strong>in</strong>fantili che <strong>in</strong> quellesuccessive, con conseguente complessivo allungamento <strong>del</strong>la vita media.Questo <strong>in</strong>cremento è rilevante e cont<strong>in</strong>uo nel tempo. Ad esempio i nati nel1987 avevano un’aspettativa di vita di 72,8 anni se maschi e di 79,3 anni sefemm<strong>in</strong>e; quelli nati nel 1997 avevano <strong>in</strong>vece un’aspettativa di 75,3 e di 81,5anni rispettivamente. In dieci anni, dal 1987 al 1997, si sono guadagnati circa2,6 mesi di aspettativa di vita per ogni anno di calendario. Questo processo ètuttora <strong>in</strong> corso: <strong>in</strong>fatti l’aspettativa di vita per i nati nel 2007 è di 78,7 e 84,0anni rispettivamente nei due sessi, il che corrisponde a un <strong>in</strong>cremento mediodi 4 mesi per ognuno degli anni <strong>del</strong> decennio (http://demo.istat.it).Come effetto di ciò, la nostra popolazione si caratterizza per essere semprepiù composta da anziani, soggetti a quelle patologie come i tumori che hannoil loro picco proprio nell’età adulto-avanzata.Nella tabella 6 è <strong>in</strong>dicato il numero di tumori stimato per il <strong>2011</strong>, per il 2020e 2030, assumendo che i tassi età-specifici siano costanti nel tempo. L’assunzione<strong>del</strong>la stabilità dei tassi età-specifici ci permette di attribuire le differenzenel numero dei casi annuo esclusivamente all’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione.


16i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Sede <strong>2011</strong> 2020 2030VADS 9.042 10.804 11.996Stomaco 13.695 18.648 21.367Colon-retto 49.720 55.815 63.573Fegato 12.695 14.443 16.559Pancreas 10.788 12.180 13.928Polmone 37.755 44.861 51.451Cute melanomi 12.865 12.275 13.245Cute non melanomi 57.586 65.642 74.577Mammella 44.701 48.984 51.668Utero corpo 7.465 8.207 8.985Ovaio 4.770 5.339 5.756Prostata 42.234 43.090 50.691Rene vie ur<strong>in</strong>arie* 11.226 12.622 14.134Vescica** 24.472 30.311 34.906Tiroide 12.084 9.092 9.144L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 12.142 13.423 14.841Tutti i tumori esclusi epiteliomi<strong>del</strong>la cute416.486 465.003 522.861Tabella 6. Numero di nuovi casi tumorali, totale e per alcune <strong>del</strong>le pr<strong>in</strong>cipali sedi, stimati nel <strong>2011</strong> e, considerandol’<strong>in</strong>cidenza costante nel tempo, nel 2020 e nel 2030. Popolazione <strong>italia</strong>na residente da previsioniISTAT (ipotesi centrale – www.demo.istat.it).*comprende rene, pelvi e uretere.**comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.Si nota come per effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento, anche se l’<strong>in</strong>cidenza rimanessequella attuale, il carico complessivo <strong>del</strong>le nuove diagnosi tumorali crescerebbe<strong>del</strong> 12% nel 2020 e <strong>del</strong> 25% nel 2030. In realtà i trend dei tumori(capitolo 3) si stanno modificando per diverse sedi tumorali.L’effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento è particolarmente presente per quei tumoricon picchi di <strong>in</strong>cidenza nelle età più avanzate. Per altri tumori ad elevata presenzaanche <strong>in</strong> età giovanili l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione avrebbe <strong>in</strong>vecel’effetto di ridurre il numero dei casi, per contrazione <strong>del</strong>la quota <strong>del</strong>la popolazionea più alto rischio, è questo ad esempio il caso <strong>del</strong> tumore <strong>del</strong>la tiroide peril quale nel 2020 si stima una riduzione <strong>del</strong> 3% nel numero <strong>del</strong>le diagnosi.Nelle diverse età non cambia solo la frequenza totale dei tumori ma anchela loro tipologia. Nella tabella 7 sono presentati i c<strong>in</strong>que tumori più frequenti,per uom<strong>in</strong>i e donne, nelle tre fasce d’età 0-49, 50-69, 70+ anni.Tra i soggetti più giovani (0-49 anni), i tumori sono un evento relativamente<strong>in</strong>frequente, <strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong> questa età vengono diagnosticati l’11% <strong>del</strong> totale deitumori. Tra i giovani uom<strong>in</strong>i le sedi tumorali più frequenti sono il testicolo(11% <strong>del</strong> totale dei tumori ), i melanomi (10%), il colon retto (8%), i l<strong>in</strong>fomi nonHodgk<strong>in</strong> (8%) e i tumori <strong>del</strong>la tiroide (6%). Tra le donne giovani al primo po-


17i Dati <strong>numeri</strong> generali <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>MaschiFemm<strong>in</strong>eRango anni 0-49 anni 50-69 anni 70+ anni 0-49 anni 50-69 anni 70+1°Testicolo(11%)Prostata(22%)Prostata(21%)Mammella(40%)Mammella(35%)Mammella(20%)2°Melanoma(10%)Colonretto(15%)Polmone(17%)Tiroide(13%)Colonretto(13%)Colonretto(17%)3°Colon-retto(8%)Polmone(14%)Colon-retto(15%)Melanoma(8%)Corpo<strong>del</strong>l’utero (7%)Polmone(7%)4°L<strong>in</strong>foma nonHodgk<strong>in</strong> (8%)Vescica*(10%)Vescica*(11%)Cerviceuter<strong>in</strong>a (6%)Polmone (6%) Stomaco (6%)5° Tiroide (6%) VADS (5%)Stomaco(6%)Colon-retto(5%)Tiroide(4%)Pancreas(5%)Tabella 7. Primi c<strong>in</strong>que tumori <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di frequenza e proporzione sul totale dei tumori <strong>in</strong>cidenti (esclusoepiteliomi <strong>del</strong>la cute) per sesso e fascia di età. VADS = Vie aerodigestive superiori. POOL Airtum 2005-2007.* comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.sto si trovano, sempre escludendo i tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute, i tumori <strong>del</strong>lamammella (40%), seguiti da quelli <strong>del</strong>la tiroide (13%), dai melanomi (8%), daitumori <strong>del</strong>la cervice uter<strong>in</strong>a (6%) e dai tumori <strong>del</strong> colon retto (5%).Nella classe d’età adulta (50-69 anni) è diagnosticato quasi il 40% <strong>del</strong> totaledei tumori e tra questi i più frequenti tra gli uom<strong>in</strong>i sono il tumore <strong>del</strong>laprostata (22%), <strong>del</strong> colon retto (15%), <strong>del</strong> polmone (14%), <strong>del</strong>la vescica (10%)e <strong>del</strong>le vie aerodigestive superiori (cavità orale, lar<strong>in</strong>ge e far<strong>in</strong>ge) (5%). Tra ledonne di età 50-69 anni i tumori più frequentemente diagnosticati sono quello<strong>del</strong>la mammella (35%), seguito dal tumore <strong>del</strong> colon retto (13%), <strong>del</strong> corpo<strong>del</strong>l’utero (7%), <strong>del</strong> polmone (6%) e <strong>del</strong>la tiroide (4%).Tra i soggetti più anziani (70+ anni) viene diagnosticato il maggior numerodi neoplasie (pari al 50% circa <strong>del</strong> totale dei tumori). La distribuzione deipr<strong>in</strong>cipali tumori <strong>in</strong> questa fascia d’età condiziona anche la distribuzione difrequenza dei tumori nel totale <strong>del</strong>le età. Tra gli uom<strong>in</strong>i la prostata è al primoposto (21%), seguita dal polmone (17%), dai tumori <strong>del</strong> colonretto (15%), <strong>del</strong>lavescica (11%) e <strong>del</strong>lo stomaco (6%); tra le donne è sempre la mammella il tumorepiù frequentemente diagnosticato (20%), seguito dal colonretto (17%),dal polmone (7%), dallo stomaco (6%) e dal pancreas (5%).Qual è la sopravvivenza dei pazienti con tumore?La sopravvivenza è uno dei pr<strong>in</strong>cipali <strong>in</strong>dicatori sanitari che permette divalutare l’efficacia <strong>del</strong> sistema sanitario nei confronti <strong>del</strong>la patologia tumorale.La sopravvivenza è fortemente <strong>in</strong>fluenzata da due strumenti: la prevenzionesecondaria e la terapia. Nel primo caso, attraverso una diagnosi precoce,si ha una maggiore probabilità di essere efficacemente curati, con un benefi-


18i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>MaschiFemm<strong>in</strong>e1990-94 1 1995-99 2 2000-04 3 1990-94 1 1995-99 2 2000-04 3Stomaco 26 29 28 29 32 31Colonretto 52 57 58 52 58 57Fegato 7 11 15 8 10 12Colecisti, vie biliari 12 15 14 11 11 12Pancreas 4 5 5 5 6 6Polmone 11 12 12 11 15 16Melanoma 72 80 81 83 87 88Mammella 81 85 87Cervice uter<strong>in</strong>a 64 66 67Utero corpo 78 79 78Ovaio 38 41 41Prostata 66 80 88Testicolo 93 94 95Rene 61 68 68 60 68 68Vescica* 71 72 77 69 69 72Encefalo e altro SNC 16 15 16 15 14 18Tiroide 76 85 90 87 93 95L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong> 78 82 82 80 84 85L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 52 59 61 56 60 60Mieloma 34 43 43 37 41 41Leucemie 34 46 45 33 43 42Tutti i tumori esclusi epiteliomi<strong>del</strong>la cute39 47 52 56 60 61Tabella 8. Sopravvivenza (%) relativa di uom<strong>in</strong>i e donne 5 anni dopo la diagnosi per alcune <strong>del</strong>le pr<strong>in</strong>cipalisedi tumorali e per periodo di <strong>in</strong>cidenza 1990-1994, 1995-1999 e 2000-2004 (pool Airtum). SNC: sistemanervoso centrale.*comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.1Rosso S et al. Sopravvivenza dei casi di tumore <strong>in</strong> Italia negli anni novanta: i dati dei registri tumori. EpidemiolPrev 2001; 25(3): Suppl. 12Airtum Wg. I tumori <strong>in</strong> Italia, rapporto 2007: Sopravvivenza. Epidemiol Prev 2007; 31(1): Suppl. 13Airtum Wg. I tumori <strong>in</strong> Italia, rapporto <strong>2011</strong>: Sopravvivenza. Epidemiol Prev <strong>2011</strong>; 35(5-6): Suppl. 3cio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di riduzione di mortalità specifica. La riduzione <strong>del</strong>la mortalitàspecifica è l’obiettivo pr<strong>in</strong>cipale dei programmi di screen<strong>in</strong>g organizzati peril tumore <strong>del</strong>la mammella, <strong>del</strong> colon-retto e <strong>del</strong>la cervice uter<strong>in</strong>a e nei due ultimicasi, il riscontro di lesioni precancerose, determ<strong>in</strong>a anche una riduzionedi <strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong>le forme <strong>in</strong>vasive. Una parte rilevante nell’<strong>in</strong>cremento <strong>del</strong>lasopravvivenza è imputabile agli sviluppi <strong>del</strong>la terapia oncologica, particolarmenteevidente <strong>in</strong> alcuni tipi di tumori, per i quali l’<strong>in</strong>troduzione di farmaci abersaglio molecolare ha migliorato la prognosi.La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è un <strong>in</strong>dicatore che è ampiamenteentrato nell’uso comune. Nella tabella 8 sono presentati dati di sopravvivenza


20i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>L’<strong>in</strong>cremento <strong>del</strong>la sopravvivenza a 5 anni cont<strong>in</strong>ua per coloro che hannogià vissuto 3 anni dalla diagnosi. Chi sopravvive 5 anni ha per molte sedi tumorali(testicolo, corpo <strong>del</strong>l’utero, ma anche melanoma, l<strong>in</strong>fomi di Hodgk<strong>in</strong>e <strong>in</strong> misura m<strong>in</strong>ore tumore <strong>del</strong> colon-retto) prospettive di sopravvivenza chesi avvic<strong>in</strong>ano a quelle <strong>del</strong>la popolazione generale, che non ha avuto una neoplasia.Per il tumore <strong>del</strong>la mammella femm<strong>in</strong>ile, nonostante sia un tumore abuona prognosi, è presente una quota di extra-mortalità che si riduce moltolentamente nel tempo.Nonostante la prognosi di un s<strong>in</strong>golo paziente sia legata all’effetto comb<strong>in</strong>atodi molti fattori prognostici, la probabilità condizionale descrive <strong>in</strong> manierapiù veritiera lo sviluppo <strong>del</strong>le prospettive di sopravvivenza e <strong>in</strong> questosenso dovrebbe entrare maggiormente tra le <strong>in</strong>formazioni da usare nel corso<strong>del</strong> follow-up dei pazienti.Sede tumoraleProbabilitàdi sopravvivere5 anniProbabilità disopravvivere altri5 anni essendosopravvissuto il primoanno dalla diagnosiProbabilità disopravvivere altri5 anni essendosopravvissuto i primi3 anni dalla diagnosiProbabilità disopravvivere altri5 anni essendosopravvissuto i primi5 anni dalla diagnosiTutte le sedi uom<strong>in</strong>i 44 64 80 86Tutte le sedi donne 59 74 85 89Stomaco 30 55 79 88Colon retto 56 69 84 92Fegato 9 20 37 48Pancreas 5 22 65 80Polmone 12 28 59 72Cute, melanomi 83 85 91 94Mammella 84 84 87 89Vescica* 71 79 88 90Utero corpo 78 84 92 96Prostata 76 79 82 83Testicolo 94 97 99 100L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong> 82 87 92 94L<strong>in</strong>fomi non Hodgk<strong>in</strong> 58 73 81 85Leucemie 42 60 69 73Tabella 9. Probabilità di sopravvivere 5 anni dal momento <strong>del</strong>la diagnosi, dopo un anno, dopo tre anni edopo 5 anni, per il totale dei tumori e per alcune sedi pr<strong>in</strong>cipali. Modificata da Crocetti E, AIRTUM WG. Laprospettiva di sopravvivenza cambia nel tempo. Epidemiol Prev 2008; 32(3): 136.*comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.


21i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>2Dati di prevalenzaCos’è la prevalenza?La prevalenza dei pazienti oncologici corrisponde al numero di soggetti che,nella popolazione generale, hanno avuto una precedente diagnosi di tumore.La prevalenza è condizionata sia dalla frequenza con cui ci si ammala, che dalladurata <strong>del</strong>la malattia (sopravvivenza): tumori meno frequenti ma a buona prognosi(qu<strong>in</strong>di con lunga sopravvivenza) tendono a essere rappresentati nellapopolazione più di tumori molto frequenti ma caratterizzati purtroppo da unabreve sopravvivenza.La prevalenza è un <strong>in</strong>dicatore molto importante per la programmazione <strong>del</strong>lasanità pubblica, perché permette di stimare la domanda complessiva rivolta alsistema sanitario da parte di pazienti <strong>in</strong> fasi diverse <strong>del</strong>la storia di malattia. Inconsiderazione di tale importanza, l’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> dei <strong>Registri</strong> Tumori harecentemente dedicato una specifica pubblicazione ai dati di prevalenza <strong>in</strong> Italia.Quanti sono gli <strong>italia</strong>ni che convivono con la diagnosi di tumore?In Italia vi sono circa 2.250.000 persone (che rappresentano oltre il 4% <strong>del</strong>lapopolazione residente), che vivono avendo avuto una precedente diagnosi ditumore. Di tali soggetti, quasi 1.000.000 sono di sesso maschile (44%) e circa1.250.000 sono di sesso femm<strong>in</strong>ile (56%, figura 2).Figura 2. Soggetti <strong>italia</strong>ni con precedente diagnosi di tumore, divisi per sesso: dati <strong>numeri</strong>ci e percentuali.Maschi 44%Femm<strong>in</strong>e 56%Tutti i tumori* % Pazienti <strong>in</strong> vitaSessoMaschi 44,0% 987.540Femm<strong>in</strong>e 56,0% 1.256.413*eccetto tumori cutanei non melanomatosi


23i Dati <strong>numeri</strong> di prevalenza<strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>altro 32,0%pancreas 0,4%fegato 1,0%stomaco 3,1%polmone 3,4%utero 4,1%mammella 23,3%colon retto13,2%vescica* 10,0%prostata 9,7%Tutti i tumori** % Pazienti <strong>in</strong> vitamammella 23,3% 522.235colon retto 13,2% 296.687vescica* 10,0% 223.533prostata 9,7% 216.716utero 4,1% 91.689polmone 3,4% 75.365stomaco 3,1% 69.230fegato 1,0% 21.416pancreas 0,4% 9.636altro 32,0% 717.446**eccetto tumori cutanei non melanomatosiFigura 5. Soggetti <strong>italia</strong>ni con precedente diagnosi di tumore, divisi per sede di neoplasia (<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e decrescente):dati <strong>numeri</strong>ci e percentuali.*comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.La domanda sanitaria sarà prevalentemente orientata alla diagnosi e allasomm<strong>in</strong>istrazione dei trattamenti specifici <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza e <strong>in</strong> prossimità conla diagnosi, sarà successivamente orientata al follow-up cl<strong>in</strong>ico e strumentale,nuovamente ad aspetti di diagnosi e trattamento nel caso di recidive di malattia.Inf<strong>in</strong>e, bisogni sanitari peculiari <strong>in</strong>teressano i soggetti lungo-sopravviventi(ovvero vivi dopo molti anni di distanza dalla diagnosi), che possono essere <strong>in</strong>perfette condizioni di salute ma nei quali sono comunque possibili effetti collateralia lungo term<strong>in</strong>e dei trattamenti precedentemente effettuati. Sebbene nonsia possibile def<strong>in</strong>ire con certezza tramite una soglia temporale l’avvenuta guarigioneda un tumore, e sebbene possano essere rilevanti variabili <strong>in</strong>dividuali, ècomunque importante sottol<strong>in</strong>eare che per il 34% dei soggetti prevalenti l’esperienzadi malattia neoplastica ha avuto <strong>in</strong>izio oltre dieci anni prima; per loro lapressione diagnostica dei controlli, e forse anche i timori di ripresa di malattia,sono sicuramente ridotti.Nella figura 5 è riportata la classifica di alcuni dei tumori più frequenti frai prevalenti: al primo posto il tumore <strong>del</strong>la mammella, seguito dal tumore <strong>del</strong>colon-retto e <strong>del</strong>la vescica. Nella figura 6, il dettaglio <strong>del</strong>la stima <strong>del</strong> numero disoggetti con precedente diagnosi tumorale, divisi per sesso. Tra gli uom<strong>in</strong>i aiprimi 5 posti per frequenza ci sono soggetti con precedente diagnosi di tumore<strong>del</strong>la prostata (22% <strong>del</strong> totale), vescica (18%), colon-retto (15%), tumori <strong>del</strong>latesta e <strong>del</strong> collo (9%) e polmone (6%), mentre tra le donne il tumore <strong>del</strong>la mammellaè di gran lunga il più rappresentato (42%), seguito da colon-retto (12%),corpo <strong>del</strong>l’utero (7%), tiroide (5%) e cervice uter<strong>in</strong>a (4%).La quota particolarmente elevata di donne con precedente tumore <strong>del</strong>lamammella (oltre 1/5 di tutti i casi prevalenti nei due sessi) contribuisce a spiegarela maggior presenza di donne (66% <strong>del</strong> totale dei casi prevalenti) con tumorenella popolazione rispetto agli uom<strong>in</strong>i. Come ricordato all’<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> paragrafo,tumori molto comuni ma caratterizzati da una prognosi spesso sfavorevole


24i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>e da una sopravvivenza breve (come ad esempio il tumore <strong>del</strong> polmone) nontendono ad accumularsi nella popolazione. I primi posti sono <strong>in</strong>vece occupatida tumori con lunga sopravvivenza (ad esempio, tumore <strong>del</strong>la mammella nelledonne e tumore <strong>del</strong>la prostata negli uom<strong>in</strong>i).ProstataVescica*Colon-rettoTesta-colloPolmoneRene e vie ur<strong>in</strong>arie**L<strong>in</strong>fomi non-Hodgk<strong>in</strong>StomacoTesticoloMelanomaLeucemiaL<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong>TiroideFegatoSist. nervoso centrale84.49857.32152.36147.46937.95235.61733.97727.85623.75017.95814.78214.781216.716180.775151.660MammellaColon-rettoUtero corpoTiroideUtero e cerviceL<strong>in</strong>fomi non-Hodgk<strong>in</strong>MelanomaVescica*OvaioRene e vie ur<strong>in</strong>arie**StomacoLeucemieTesta-colloL<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong>Polmone91.68963.17153.36147.78146.82942.75737.82932.05231.27323.52222.22918.97318.044145.027522.235 Figura 6. Numero stimato di casi prevalenti <strong>in</strong> Italia per sesso. Prime 15 sedi per frequenza.* comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.** comprende rene, pelvi e uretere.


25i Dati <strong>numeri</strong> di prevalenza<strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>L’andamento <strong>del</strong>la prevalenza nel tempo: confronto 1992-2006I confronti con i risultati ottenuti dallo studio precedente, aggiornato al 31dicembre 1992 1 , <strong>in</strong>dicano un notevole aumento <strong>del</strong> numero totale dei casi. In term<strong>in</strong>idi composizione per sesso si mantiene la maggior frequenza dei casi prevalentidi tumore nelle donne ma la differenza fra i sessi si sta riducendo.L’<strong>in</strong>cremento <strong>del</strong>la proporzione tra gli uom<strong>in</strong>i è <strong>in</strong> parte dovuto all’<strong>in</strong>cremento<strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong> tumore <strong>del</strong>la prostata e <strong>in</strong> parte è frutto <strong>del</strong> variare neltempo, e diversamente nei due sessi, <strong>del</strong> rischio di malattia e <strong>del</strong>la probabilità disopravvivenza. L’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione occorso fra i due periodi ha<strong>in</strong>fluenzato anche la distribuzione dei casi per età con un aumento dei pazientidi età pari o superiore ai 75 anni (dal 28% al 34%).Tra il 1992 e il 2006 non sono cambiate le tre sedi oncologiche <strong>in</strong> cui si registrail maggior numero di casi prevalenti (mammella, colon-retto e vescica,tabella 10). È <strong>in</strong>vece più che raddoppiata la proporzione tra i casi prevalentidei pazienti con tumore <strong>del</strong>la prostata (dal 4% negli anni Novanta al 10% nellestime più recenti) e <strong>del</strong>la tiroide, che è diventata la quarta malattia neoplasticapiù frequente tra i casi prevalenti nelle donne (5% di tutti i casi).Tabella 10.Confronto trail 1992 e il 2006tra le sedi e i tipidi tumore piùfrequenti <strong>in</strong> maschie femm<strong>in</strong>e.** comprendesia tumori<strong>in</strong>filtranti che non<strong>in</strong>filtranti.** comprende rene,pelvi e uretere.(cf. AIRTUM Work<strong>in</strong>gGroup. I tumori<strong>in</strong> Italia, rapporto2010. La prevalenzadei tumori <strong>in</strong> Italia.Epidemiol Prev. 2010;34 suppl. 2.Micheli A, FrancisciS, Krogh V, Rossi AG,Crosignani P. Cancerprevalence <strong>in</strong> Italiancancer registriesareas: the ITAPREVALstudy. ITAPREVALWork<strong>in</strong>g Group.Tumori 1999; 85).Sede neoplasia 1992Mammella (femm<strong>in</strong>e) 22%Colon-retto 12%Vescica* 11%Testa-collo 8%Corpo <strong>del</strong>l’utero 5%Rene e vie ur<strong>in</strong>arie** 4%Stomaco 4%L<strong>in</strong>fomi non-Hodgk<strong>in</strong> 4%Polmone 4%Prostata 3%Tiroide 3%Melanoma 3%Cervice uter<strong>in</strong>a 3%Ovaio 2%Testicolo 2%L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong> 2%Leucemie 1%Tessuti molli 1%Cervello 1%Mieloma multiplo 1%Labbro 1%Sede neoplasia 2006Mammella (femm<strong>in</strong>e) 23%Colon-retto 13%Vescica* 10%Prostata 10%Testa-collo 5%L<strong>in</strong>fomi non-Hodgk<strong>in</strong> 4%Corpo <strong>del</strong>l’utero 4%Rene e vie ur<strong>in</strong>arie** 4%Tiroide 4%Melanoma 4%Polmone 3%Stomaco 3%Cervice uter<strong>in</strong>a 2%Leucemie 2%L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong> 2%Ovaio 2%Testicolo 2%Cervello 1%Tessuti molli 1%Fegato 1%Mieloma multiplo 1%1Micheli A. Cancer Prevalence <strong>in</strong> Italy: the ITAPREVAL study. ITAPREVAL Work<strong>in</strong>g Group. Tumori 1999; 85.


26i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>


27i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>3Gli andamenti temporaliGli andamenti temporali di <strong>in</strong>cidenza e mortalitàL’esame degli andamenti temporali dei tumori sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di nuovi casi chedi decessi rappresenta uno dei pr<strong>in</strong>cipali strumenti per valutare l’efficacia a livellodi popolazione <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>troduzione e <strong>del</strong>la diffusione di <strong>in</strong>terventi preventivi,di <strong>in</strong>novazioni terapeutiche, così come di cambiamenti nelle abitud<strong>in</strong>i di vita enelle esposizioni ambientali.I dati relativi ai trend temporali sono calcolati al netto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento<strong>del</strong>la popolazione, sia per la mortalità che per l’<strong>in</strong>cidenza e si riferiscono allacasistica <strong>del</strong>l’“area Airtum“ <strong>del</strong> periodo osservato 1998-2005.Dall’esame dei dati disponibili emerge una riduzione, statisticamente significativa,<strong>del</strong>la mortalità per la totalità dei tumori globalmente <strong>in</strong>tesi, <strong>in</strong> entrambi isessi (tabella 11). In particolare, il calo di mortalità durante il periodo osservatoè <strong>del</strong> 12% nel sesso maschile e <strong>del</strong> 6% nel sesso femm<strong>in</strong>ile.La riduzione <strong>del</strong>la mortalità può essere imputata all’effetto di una riduzione<strong>del</strong> numero dei soggetti che si ammalano (<strong>in</strong> condizioni di sopravvivenza stabile),oppure all’<strong>in</strong>troduzione di più efficaci misure terapeutiche (con miglioramento<strong>del</strong>la sopravvivenza).Da ascrivere al primo punto i casi di tumore fumo-correlati nel sesso maschile(es. vie aereo-digestive superiori, polmone e vescica), per i quali, <strong>in</strong>fatti,si nota una sensibile riduzione anche di <strong>in</strong>cidenza. Per altri tumori, comead esempio la mammella femm<strong>in</strong>ile e la prostata la riduzione di mortalità neltempo è imputabile soprattutto all’efficacia <strong>del</strong>le nuove terapie, <strong>in</strong> associazioneanche a <strong>in</strong>terventi di diagnosi precoce.Il fenomeno <strong>del</strong>l’aumento <strong>del</strong>la mortalità che emerge <strong>in</strong> alcuni casi (polmonetra le donne e melanoma tra gli uom<strong>in</strong>i) è da correlarsi all’aumento <strong>del</strong> numero disoggetti che si ammalano <strong>in</strong> assenza di un miglioramento di terapie disponibili.Per quanto riguarda l’<strong>in</strong>cidenza, i tumori <strong>del</strong>la sfera femm<strong>in</strong>ile, complessivamenteconsiderati, mostrano un andamento stabile, mentre nel comparto maschileil trend è <strong>in</strong> crescita.La riduzione <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza può essere imputabile alla riduzione <strong>del</strong>l’esposizioneai fattori di rischio correlati al tumore, come ad esempio l’abitud<strong>in</strong>e al


28i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>fumo fra gli uom<strong>in</strong>i, oppure alla diffusione di programmi atti a <strong>in</strong>tercettare e/a curare le malattie <strong>in</strong> forme pre<strong>in</strong>vasive come accade nel tumore <strong>del</strong>la cerviceuter<strong>in</strong>a.L’aumento di <strong>in</strong>cidenza è un fenomeno complesso e può essere attribuito adiversi fattori, tra i quali l’aumentata esposizione ai fattori di rischio correlatial tumore come nel caso <strong>del</strong> tumore <strong>del</strong> polmone nel sesso femm<strong>in</strong>ile, oppuread un’anticipazione <strong>del</strong>la diagnosi, come accade nei programmi di screen<strong>in</strong>gorganizzato (mammella, cervice uter<strong>in</strong>a e colon-retto) o nelle campagne di prevenzione(prostata, tiroide, melanoma).Tabella 11.AIRTUM: trendtumorali 1998-2005 di <strong>in</strong>cidenzae mortalità (daAirtum WG 2009)▼ riduzionestatisticamentesignificativa;▲ aumentostatisticamentesignificativo;↔ trend stabileDue simboli<strong>in</strong>dicano dueandamenti divers<strong>in</strong>el periodoanalizzato.SNC: sistemanervoso centrale** comprende rene,pelvi e uretere.** comprendesia tumori<strong>in</strong>filtranti che non<strong>in</strong>filtranti.INCIDENZAMORTALITàSede tumorale Maschi Femm<strong>in</strong>e Maschi Femm<strong>in</strong>eVADS ▼ ↔ ▼ ↔Esofago ▼ ↔ ▼ ↔Stomaco ▼ ▼ ▼ ▼Colon ▲ ↔ ↔ ▼Retto ↔ ↔ ▼ ▼Fegato ↔ ↔ ▼ ▼Vie biliari ↔ ▼ ↔ ↔Pancreas ▲ ▲ (↔) ▲ ▲Polmone ▼ ▲ ▼ ▲Osso ↔ ↔ ↔ ▼Melanoma ▲ ▲ ▲ ↔Mesotelioma ↔ ↔Sarcoma di Kaposi ▼ ▼Tessuti molli ▲ ↔ ↔ ↔Mammella femm<strong>in</strong>ile ↔ ▼Cervice uter<strong>in</strong>a ▼ ↔Corpo <strong>del</strong>l’utero ↔ ↔Ovaio ▼ ↔Prostata ▲ ▼Testicolo ▲ ↔Rene e vie ur<strong>in</strong>arie* ↔ ↔ ↔ ↔Vescica** ▼ ▲ ▼ ▼SNC ↔ ↔ ↔ ↔Tiroide ▲ ▲ ↔ ↔L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong> ↔ ▲ ↔ ↔L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> ↔ ↔ ▼ ▼Mieloma ▼ ↔ ↔ ↔Leucemie ▼ ↔ ▼ ↔Tutti i tumori, esclusiepiteliomi <strong>del</strong>la cute▲ ↔ ▼ ▼


29i gli <strong>numeri</strong> andamenti <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> temporali <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore <strong>del</strong>lo stomacotasso std x 100.0005045403530252015105019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 7a. Tumore <strong>del</strong>lo stomaco, maschi.I-APC: 1986-2005: –3,4* (–3,6; –3,2) M-APC: 1986-2005: –4,4* (–4,6; –4,1)2520tasso std x 100.00015105019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 7b. Tumore <strong>del</strong>lo stomaco, femm<strong>in</strong>e.I-APC: 1986-2005: –3,4* (–3,7; –3,1) M-APC: 1986-2005: –4,3* (–4,6; –4)AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati popolazione europea. (da AirtumWG 2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).


30i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore <strong>del</strong> colonretto8070tasso std x 100.000605040302010019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 8a. Tumore <strong>del</strong> colonretto, maschi.I-APC: 1986-1997: 2,1* (1,7; 2,5) 1997-2005: 0,7* (0,2; 1,2) M-APC: 1986-2005: –0,8* (–1; –0,6)5045403530252015105019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005tasso std x 100.000Figura 8b. Tumore <strong>del</strong> colonretto, femm<strong>in</strong>e.I-APC: 1986-2005: 0,7* (0,5; 0,8) M-APC: 1986-1989: 1,9 (–2,5; 6,6) 1989-2005: –1,5* (–1,8; –1,2)AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati popolazione europea. (da AirtumWG 2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).


31i gli <strong>numeri</strong> andamenti <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> temporali <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore <strong>del</strong> fegato25201510501986198719881989tasso std x 100.0001990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 9a. Tumore <strong>del</strong> fegato, maschi.I-APC: 1986-1993: 5,6* (3,4; 7,8) 1993-2005: –0,3 (–1; 0,4)M-APC: 1986-1992: 1,9 (–0,5; 4,4) 1992-2005: –1,6* (–2,3; –1)76tasso std x 100.00054321019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 9b. Tumore <strong>del</strong> fegato, femm<strong>in</strong>e.I-APC: 1986-1994: 3,5* (1,7; 5,3) 1994-2005: –0,1 (–0,9; 0,8) M-APC: 1986-2005: –1,3* (–1,8; –0,9)AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati popolazione europea. (da AirtumWG 2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).


32i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore <strong>del</strong> pancreas1614121086420198619871988tasso std x 100.00019891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 10a. Tumore <strong>del</strong> pancreas, maschi.I-APC: 1986-2005: 1* (0,6; 1,3) M-APC: 1986-2005: 0,4* (0; 0,8)161412108642019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005tasso std x 100.000Figura 10B. Tumore <strong>del</strong> pancreas, femm<strong>in</strong>e.I-APC: 1986-2005: 1,3* (0,9; 1,7) M-APC: 1986-1989: 0,6* (0,2; 0,9)AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati popolazione europea. (da AirtumWG 2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).


33i gli <strong>numeri</strong> andamenti <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> temporali <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore <strong>del</strong> polmone120100tasso std x 100.00080604020019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 11a. Tumore <strong>del</strong> polmone, maschi.I-APC: 1986-1998: –1* (–1,2; –0,8) 1998-2005: –2,9* (–3,3; –2,5)M-APC: 1986-1991: –0,3 (–1,9; 1,2) 1991-2005: –2,2* (–2,5; –1,9)2520tasso std x 100.00015105019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 11b. Tumore <strong>del</strong> polmone, femm<strong>in</strong>e.I-APC: 1986-2005: 1,8* (1,6; 2,1) M-APC: 1986-2005: 1* (0,7; 1,4)AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati popolazione europea. (da AirtumWG 2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).


34i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore<strong>del</strong>la mammellafemm<strong>in</strong>ile140120I-APC: 1986-1995: 1,7* (1,1; 2,3)1995-2000: 3,9* (2,3; 5,6)2000-2005: –1 (–2,1; 0,1)M-APC: 1986-1989: 2,4 (–1,4; 6,3)1989-2005: –1,7* (–2; –1,5)tasso std x 100.000100806040200201816141210864201986198719881989199019911992199319941995tasso std x 100.0001996199719981999200020012002200320042005Figura 13. Tumore <strong>del</strong> corpo <strong>del</strong>l’utero e <strong>del</strong>la cervice uter<strong>in</strong>a. Trend tumoralidi <strong>in</strong>cidenza e mortalità (utero totale) 1 .1201008060402001986198719881989199019911992199319941995199619971998199920002001200220032004200519861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 12. Tumore <strong>del</strong>la mammella femm<strong>in</strong>ile.Tumore<strong>del</strong> corpo<strong>del</strong>l’utero e <strong>del</strong>lacervice uter<strong>in</strong>aI (corpo)APC: 1986-2005: 1,1* (0,8; 1,5)I (cervice)APC: 1986-2005: –2,1* (–2,6; –1,5)M (utero totale)APC: 1986-2005: –2,7* (–3,1; –2,3)Tumore<strong>del</strong>la prostataI-APC: 1986-1991: 3,7* (2; 5,4)1991-1994: 10,3* (4,1; 16,8)1994-2003: 6,6* (6,1; 7,1)2003-2005: 3,8* (0,2; 7,5)M-APC: 1986-2005: –1* (–1,4; –0,6)tasso std x 100.000Figura 14. Tumore <strong>del</strong>la prostata.AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati pop. europea. (da Airtum WG2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).1Una quota rilevante dei decessi dovuti a tumori <strong>del</strong>l’utero sono codificati come utero n.a.s. (non altrimenti specificato), pertale motivo si riporta nel grafico la mortalità <strong>del</strong>la categoria ‘utero totale’, che <strong>in</strong>clude uetro cervice, corpo e n.a.s.


35i gli <strong>numeri</strong> andamenti <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> temporali <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Tumore <strong>del</strong>la vescica6050tasso std x 100.00040302010019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 15a. Tumore <strong>del</strong>la vescica, maschi.I-APC: 1986-1997: 1,2* (0,8; 1,6), 1997-2005: –1,2* (–1,7; –0,6)M-APC: 1986-2005: –2* (–2,4; –1,7)1210tasso std x 100.0008642019861987198819891990199119921993199419951996199719981999200020012002200320042005Figura 15b. Tumore <strong>del</strong>la vescica, femm<strong>in</strong>e.I-APC: 1986-2005: 0,8* (0,3; 1,4) M-APC: 1986-2005: –1,8* (–2,3; –1,2)AIRTUM: trend tumorali di <strong>in</strong>cidenza e mortalità 1986-2005. Tassi standardizzati popolazione europea. (da AirtumWG 2009). APC = Annual Percent Change (Variazione percentuale media annua).


36i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>


37i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>4Confronti geografic<strong>in</strong>azionaliI confronti geografici sono basati sui dati Airtum 2005-2007. I tumori <strong>in</strong> Italiapresentano notevoli differenze geografiche nei pr<strong>in</strong>cipali <strong>in</strong>dicatori epidemiologici:<strong>in</strong>cidenza, prevalenza, mortalità, sopravvivenza.IncidenzaPer quanto riguarda l’<strong>in</strong>cidenza, <strong>in</strong> entrambi i sessi, si osserva un gradientegeografico con livelli che si riducono dal Nord al Sud. Più precisamente il tassodi <strong>in</strong>cidenza standardizzato (sulla popolazione europea) è, per il totale deitumori, <strong>del</strong> 30% più alto al Nord rispetto al Sud e <strong>del</strong> 15% più alto al Centrorispetto al Sud.600500Il fenomeno può essere imputabile a varie cause: m<strong>in</strong>ore esposizione ai fattoricancerogeni al Sud (fumo di tabacco, <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento ambientale ecc.); maggiorifattori protettivi al Sud (stile di vita alimentare, fattori legati alla vita ripromaschifemm<strong>in</strong>e4003002001000nord centro sud nord centro sudFigura 16. AIRTUM 2005-2007. Tutti i tumori, esclusi i tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute. Tassi di <strong>in</strong>cidenza standardizzatisulla popolazione europea per area geografica e sesso.


38i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>duttiva ecc.) e sempre al Sud, per alcune sedi tumorali, una m<strong>in</strong>ore diffusione diprogrammi di screen<strong>in</strong>g (mammella, colon) o di campagne di diagnosi precoce(es. melanoma). Per molti tumori la frequenza al netto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento èsuperiore al nord rispetto al sud, <strong>in</strong> entrambi i sessi (tabelle 12 e 13).Il rapporto fra i tassi di <strong>in</strong>cidenza è circa 2 (doppio al nord rispetto al sud),per melanoma, rene e vie ur<strong>in</strong>arie e mesotelioma <strong>in</strong> entrambi i sessi, per la prostatatra gli uom<strong>in</strong>i, per cervice uter<strong>in</strong>a, esofago e polmone tra le donne.Da segnalare la controtendenza <strong>del</strong> tumore <strong>del</strong> fegato, <strong>del</strong> tumore <strong>del</strong>le vie biliarie <strong>del</strong> sarcoma di Kaposi che mostrano un tasso di <strong>in</strong>cidenza superiore al Sudrispetto al Nord. Il dato, già emerso nelle valutazioni degli anni precedenti, potrebbeessere correlato a locali condizioni genetiche e ambientali (prevalenza di<strong>in</strong>fezione da virus <strong>del</strong>l’epatite B e/o C) peculiari <strong>del</strong>le zone <strong>del</strong> meridione d’Italia.Da segnalare, ancora, la riduzione <strong>del</strong>le differenze dei tassi di <strong>in</strong>cidenza traNord e Sud, rispetto agli anni precedenti, per alcuni tumori come ad esempioil tumore <strong>del</strong> colon-retto, verosimilmente per la diffusione ubiquitaria di unmo<strong>del</strong>lo di vita e di alimentazione di tipo occidentale, che va sostituendosi almo<strong>del</strong>lo di tipo “mediterraneo”, precedentemente peculiare <strong>del</strong> solo Sud.MaschiFemm<strong>in</strong>eNord Centro Sud Totale Nord Centro Sud TotaleVADS 23.90 16.29 18.06 21.94 5.50 3.15 3.83 4.93Stomaco 22.82 26.37 16.68 22.51 11.76 13.05 7.65 11.42Colonretto 71.95 67.26 51.94 68.41 43.13 43.49 34.16 41.96Fegato 19.93 13.76 24.99 19.76 5.78 4.81 10.10 6.24Pancreas 14.22 11.87 11.14 13.43 10.42 8.13 7.00 9.63Polmone 72.74 64.25 70.53 71.23 21.88 18.59 12.57 20.13Melanoma 14.31 12.27 6.44 12.8 13.54 12.18 6.11 12.11Cute non melanomi 88.37 83.18 75.23 85.74 58.91 46.65 39.71 54.3Mammella 1.18 1.38 1.28 1.22 123.15 103.28 87.15 114.88Cervice uter<strong>in</strong>a - - - - 6.19 6.29 5.72 6.12Utero corpo - - - - 18.69 16.65 16.9 18.11Ovaio - - - - 11.85 11.21 10.00 11.49Prostata 109.52 85.33 61.38 99.01 - - - -Rene e vie ur<strong>in</strong>arie* 22.25 20.42 12.36 20.56 8.72 8.75 4.79 8.18Vescica ** 49.43 48.35 54.06 49.98 10.16 9.20 7.20 9.63Tiroide 7.02 6.55 6.07 6.82 20.38 20.07 19.10 20.16L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 18.82 19.27 15.85 18.45 13.47 13.50 11.68 13.23Totale, escluso cute 522.55 456.76 418.48 498 371.49 332.15 288.86 353.82Tabella 12. AIRTUM: AIRTUM 2005-2007. Tassi di <strong>in</strong>cidenza standardizzati sulla popolazione europea perarea geografica e sesso.* comprende rene, pelvi e uretere. ** comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.


39i confronti <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> geografici <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> nazionali <strong>italia</strong>MaschiFemm<strong>in</strong>eCentro Sud Centro SudVADS -32% -24% -43% -30%Stomaco 16% -27% 11% –35%Colonretto –7% –28% 1% –21%Fegato –31% 25% –17% 75%Pancreas –17% –22% –22% –33%Polmone –12% –3% –15% –43%Cute melanomi –14% –55% –10% –55%Cute non melanomi –6% –15% –21% –33%Mammella 17% 8% –16% –29%Cervice uter<strong>in</strong>a - - 2% –8%Utero corpo - - –11% –10%Ovaio - - –5% –16%Prostata –22% –44% - -Rene e vie ur<strong>in</strong>arie* –8% –44% 0% –45%Vescica** –2% 9% –9% –29%Tiroide –7% –14% –2% –6%L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 2% –16% 0% –13%Totale, escluso cute –13% –20% –11% –22%Tabella 13. AIRTUM 2005-2007. Tassi di <strong>in</strong>cidenza standardizzati sulla popolazione europea per area geograficae sesso. Differenze percentuali rispetto al Nord.* comprende rene, pelvi e uretere.** comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.MortalitàPer quanto riguarda la mortalità, il netto gradiente Nord-Sud, osservatonegli anni precedenti, si sta man mano ridimensionando, con una tendenzaall’all<strong>in</strong>eamento, per effetto dei trend di mortalità che globalmente si stannoriducendo al Nord e al Centro e restano stabili al Sud (tabella 14).Attualmente, per la totalità dei tumori, si osserva ancora un eccesso dimortalità di circa il 10% nel Nord rispetto al Sud, maggiore per il sesso femm<strong>in</strong>ile,e valori sovrapponibili tra centro e Sud (tabella 15).Da segnalare che il tumore <strong>del</strong> fegato, <strong>in</strong> entrambi i sessi, mantiene tassipiù elevati di mortalità al Sud rispetto al Nord e al centro.


40i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>MaschiFemm<strong>in</strong>eNord Centro Sud Totale Nord Centro Sud TotaleVADS 10.6 7.7 8.7 9.8 2.3 1.6 1.9 2.1Stomaco 16.7 19.1 11.1 16.3 8 8.7 5.9 7.8Colon retto 25.9 24.1 21.9 25 15 14.2 13.4 14.6Fegato 14.9 11.8 19.2 15 4.6 4.2 8.3 5.1Pancreas 13.8 11 11.1 12.9 9.9 7.5 7.1 9.1Polmone 65.8 57.4 63 64 16.7 14.1 10.7 15.3Melanoma 3.1 2.6 2 2.8 1.4 1.6 1 1.4Mammella femm<strong>in</strong>ile - - - - 24.8 21.1 24.7 24.2Utero collo - - - - 1 1 0.7 1Utero n.a.s - - - - 3.2 2.7 5.2 3.4Utero corpo - - - - 5.8 4.7 6.8 5.8Utero Totale - - - - 1.6 1.1 0.9 1.4Ovaio - - - - 7.4 6.1 5.3 6.8Prostata 17.5 17.5 17.9 17.6 - - - -Rene e vie ur<strong>in</strong>arie* 7.2 6.7 4.9 6.7 2.5 2.3 2.2 2.4Vescica** 10.4 10.5 13.3 10.9 2 1.7 1.5 1.9Tiroide 0.5 0.4 0.5 0.5 0.6 0.7 0.8 0.7L<strong>in</strong>foma non Hodgk<strong>in</strong> 6 5.7 5.1 5.8 4.1 3.5 2.9 3.8Totale 238.1 212.8 220.5 231.4 134.9 119.0 119.6 130.1Tabella 14. AIRTUM: AIRTUM 2005-2007. Tassi di mortalità standardizzati sulla popolazione europea perarea geografica e sesso. N.a.s. = non altrimenti specificato.* comprende rene, pelvi e uretere.** comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.


41i confronti <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> geografici <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> nazionali <strong>italia</strong>MaschiFemm<strong>in</strong>eCentro Sud Centro SudVADS –27% –18% –30% –17%Stomaco 14% –34% 9% –26%Colon retto –7% –15% –5% –11%Fegato –21% 29% –9% 80%Pancreas –20% –20% –24% –28%Polmone –13% –4% –16% –36%Melanoma –16% –35% 14% –29%Mammella femm<strong>in</strong>ile - - –15% 0%Utero collo - - 0% –30%Utero n.a.s - - –16% 63%Utero Totale - - –19% 17%Utero corpo - - –31% –44%Ovaio - - –18% –28%Prostata 0% 2% - -Rene e vie ur<strong>in</strong>arie* –7% –32% –8% –12%Vescica** 1% 28% –15% –25%Tiroide –20% 0% 17% 33%L<strong>in</strong>fomi non Hodgk<strong>in</strong> –5% –15% –15% –29%Totale –11% –7% –12% –11%Tabella 15. AIRTUM 2005-2007. Tassi di mortalità standardizzati sulla popolazione europea per area geograficae sesso. Differenze percentuali rispetto al Nord. N.a.s. = non altrimenti specificato.* comprende rene, pelvi e uretere.** comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.SopravvivenzaPer quanto riguarda la sopravvivenza, sebbene con differenze meno elevaterispetto agli anni precedenti, si mantiene attualmente ancora un gradienteNord-Sud, a sfavore <strong>del</strong>le aree meridionali, sia per il totale dei tumori che peralcune <strong>del</strong>le sedi pr<strong>in</strong>cipali come esemplificato nella tabella 16.


42i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>SedeNord-OvestMaschiNord-Est Centro SudNord-OvestFemm<strong>in</strong>eNord-Est Centro SudStomaco 32 30 30 27 34 37 37 33Colonretto 57 60 58 56 60 60 61 56Fegato 17 15 14 15 18 15 17 14Pancreas 7 5 6 6 9 8 10 8Polmone 13 14 14 11 17 17 19 15Melanoma 84 82 82 73 90 89 88 82Mammella - - - - 87 85 86 81Utero corpo - - - - 78 76 76 71Prostata 91 89 85 78 - - - -Testicolo 89 89 96 90 - - - -Rene 66 67 69 60 68 72 70 63Vescica* 79 79 78 77 76 76 77 76Encefalo e altro SNC 22 20 24 20 28 24 32 28L<strong>in</strong>fomi non Hodgk<strong>in</strong> 78 83 80 81 84 85 81 88Mieloma 45 48 48 43 42 48 49 49Leucemie 49 45 42 45 47 45 43 45Totale escluso cute 53 52 51 49 53 52 51 49Tabella 16. Sopravvivenza (%) relativa standardizzata 5 anni dopo la diagnosi per alcune <strong>del</strong>le pr<strong>in</strong>cipalisedi tumorali, per area geografica (periodo di <strong>in</strong>cidenza 2000-2004, Airtum pool). SNC: sistema nervoso centrale.Da AIRTUM WG. I tumori <strong>in</strong> Italia, rapporto <strong>2011</strong>: Sopravvivenza. Epidemiol Prev <strong>2011</strong>; 35 (5-6): Suppl. 3* comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.PrevalenzaPer quanto riguarda la prevalenza, si osserva una proporzione di pazientioncologici rispetto alla popolazione totale residente <strong>del</strong> 4-5% al Centro-Nord e<strong>del</strong> 2-3% al Sud.Le differenze di prevalenza sono particolarmente evidenti per il tumore <strong>del</strong>lamammella femm<strong>in</strong>ile, (2% al Centro-Nord; 1,2% al Sud), per il tumore <strong>del</strong>colon-retto (0,6% al Centro-Nord; 0,3% al Sud) e per il tumore <strong>del</strong>la prostata(1% al Centro-Nord; 0,4% al Sud). Nel determ<strong>in</strong>are queste differenze sembrache i diversi livelli di <strong>in</strong>cidenza abbiano svolto un ruolo maggiore rispetto allediversità <strong>del</strong>la sopravvivenza.


43i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>5Confronti geografici<strong>in</strong>ternazionaliL’<strong>in</strong>cidenza dei tumori dipende da un complesso bilancio fra suscettibilitàgenetica, esposizione a fattori di rischio <strong>in</strong>dividuali, ambientali, professionali ea fattori protettivi ed anche dalla diffusione di attività di diagnosi precoce o discreen<strong>in</strong>g. La mortalità è legata all’<strong>in</strong>cidenza e alla disponibilità e applicazionedi efficaci protocolli terapeutici.Nelle figure 17 e 18 l’<strong>in</strong>cidenza e la mortalità Italiani (AIRTUM) per il totaledei tumori e per alcune <strong>del</strong>le sedi pr<strong>in</strong>cipali sono confrontate, per periodi similie escludendo l’effetto <strong>del</strong>la possibile diversa quota di anziani nelle popolazioni,con quella dei Paesi Scand<strong>in</strong>avi (NORDCAN), <strong>del</strong> sistema di registrazione deitumori statunitense (SEER) e di quello <strong>del</strong>la Gran Bretagna (UK). La scelta <strong>del</strong>learee di confronto è dovuta al fatto che queste sono le uniche con disponibilitàon-l<strong>in</strong>e di dati a livello nazionale o sovranazionale. Sono anche Paesi con livellidi <strong>in</strong>cidenza tra i più elevati: è, <strong>in</strong>fatti, noto come l’<strong>in</strong>cidenza dei tumori nel lorocomplesso abbia i valori più alti, <strong>in</strong> entrambi i sessi, nei paesi di tipo occidentalea maggior sviluppo economico.Per quanto riguarda il complesso dei tumori negli uom<strong>in</strong>i, i tassi di <strong>in</strong>cidenza<strong>in</strong> Italia seguono quelli statunitensi, questi ultimi <strong>in</strong> calo per la riduzione <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza<strong>del</strong> tumore <strong>del</strong>la prostata. L’elevata <strong>in</strong>cidenza complessiva <strong>italia</strong>na èpresumibilmente dovuta ai valori ancora sostenuti, seppur <strong>in</strong> dim<strong>in</strong>uzione, <strong>del</strong>tumore <strong>del</strong> polmone, ma anche, ad esempio, da quelli <strong>del</strong> colon retto, stomacoe vescica. Più elevata <strong>in</strong> Italia anche la mortalità neoplastica tra gli uom<strong>in</strong>i, fortementesostenuta da quella dovuta al polmone e al colon-retto. Per le donnel’<strong>in</strong>cidenza è sostanzialmente all<strong>in</strong>eata tra i Paesi, l’Italia mantiene un vantaggioper il tumore <strong>del</strong> polmone presumibilmente legato ad una più tardiva diffusione<strong>del</strong>l’abitud<strong>in</strong>e al fumo tra le donne nel nostro Paese.Per quanto riguarda la sopravvivenza, uno studio collaborativo europeo attivoda molti anni, il progetto Eurocare (http://www.eurocare.it/), confronta lasopravvivenza e i percorsi di cura <strong>in</strong> Europa sulla base di dati di <strong>Registri</strong> Tumori.Un confronto fra i livelli di sopravvivenza (coorte 1995-99) Airtum con quelliEurocare relativi a 23 Paesi fra i quali l’Italia, ha mostrato che per il totale dei tumorii dati <strong>italia</strong>ni sono nella media europea e per prostata, mammella femm<strong>in</strong>ilee colon-retto risultano superiori di 3-5 punti percentuali alla media europea.


44i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>600500400<strong>in</strong>cidenzaAIRTUMNordcanSEERUK250200150mortalitàAIRTUMNordcanSEERUK300200100100500Tutti i tum.escl. cute0Polmone Colonretto Stomaco Pancreas Tutti i tum.escl. cutePolmone Colonretto Stomaco PancreasFigura 17. Confronto geografico dei tassi di <strong>in</strong>cidenza e mortalità per i pr<strong>in</strong>cipali tumori, uom<strong>in</strong>i. Tassi di<strong>in</strong>cidenza standardizzati sulla popolazione europea dei pr<strong>in</strong>cipali tumori, uom<strong>in</strong>i.Sede tumoraleEUROCARE-4sopravvivenza relativa standardizzataa 5 anni – % valore europeo(più basso – più alto)AIRTUM Italiasopravvivenza relativa standardizzataa 5 anni – % valore <strong>italia</strong>no(più basso – più alto)Stomaco 25 (14-32) 30 (20-40)Colon-retto 54 (39-60) 58 (45-64)Fegato 9 (2-12) 10 (4-16)Pancreas 6 (2-10) 5 (2-10)Polmone 10 (8-15) 13 (8-16)Melanoma 85 (63-92) 83 (62-89)Mammella 80 (72-88) 83 (72-87)Corpo <strong>del</strong>l’utero 76 (68-84) 79 (58-82)Ovaio 34 (30-43) 36 (29-60)Prostata 74 (48-85) 79 (56-83)Testicolo 96 (92-98) 94 (69-100)Vescica* 72 (56-78) 78 (71-82)L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong> 80 (74-84) 80 (65-85)Tabella 17. Confronto fra la sopravvivenza relativa standardizzata a 5 anni Eurocare e Airtum con <strong>in</strong>dicazionedei livelli disopra vivenza m<strong>in</strong>imi e massimi europei e <strong>italia</strong>ni** comprende sia tumori <strong>in</strong>filtranti che non <strong>in</strong>filtranti.


45i confronti <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> geografici <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>in</strong>ternazionali<strong>italia</strong>45040035030025020015010050<strong>in</strong>cidenzaAIRTUMNordcanSEERUK16014012010080604020mortalitàAIRTUMNordcanSEERUK0Tutti i tum. Mamm.escl. cutePolmone ColonrettoUterocorpoStomaco Pancreas0Tutti i tum. Mamm.escl. cutePolmone ColonrettoUterocorpoStomaco PancreasFigura 18. Confronto geografico dei tassi di <strong>in</strong>cidenza e mortalità per i pr<strong>in</strong>cipali tumori, donne. Tassi di<strong>in</strong>cidenza standardizzati sulla popolazione europea dei pr<strong>in</strong>cipali tumori, donne.


46i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>


47i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>6 Neoplasieper s<strong>in</strong>gole sediA. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la mammellaFattori di rischioL’età è il più importante fattore correlato con l’<strong>in</strong>sorgenza <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>lamammella e il rischio di ammalare cresce con l’età, anche se la curva di <strong>in</strong>cidenzaaumenta esponenzialmente s<strong>in</strong>o agli anni <strong>del</strong>la menopausa (<strong>in</strong>torno a 50-55 anni)e poi rallenta con un plateau dopo la menopausa, per poi riprendere a cresceredopo i 60 anni. Questo specifico andamento è legato sia alla storia endocr<strong>in</strong>ologica<strong>del</strong>la donna sia alla presenza ed alla copertura dei programmi di screen<strong>in</strong>gmammografico. La malattia presenta <strong>in</strong>oltre un’ampia variabilità geografica, contassi più alti, f<strong>in</strong>o a 10 volte, nei Paesi economicamente più avanzati. I fattori dirischio pr<strong>in</strong>cipali per questa neoplasia sono stati identificati nella storia riproduttiva,nel profilo ormonale e nelle abitud<strong>in</strong>i di vita, <strong>in</strong> particolare numerosi studihanno identificato la lunga durata <strong>del</strong> periodo fertile (con menarca precoce emenopausa tardiva), la nulliparità o la prima gravidanza a term<strong>in</strong>e dopo i 30 anni,il mancato allattamento al seno e l’uso di contraccettivi orali.Obesità, scarso esercizio fisico, alto consumo di carboidrati e di grassi saturisono anch’essi considerati fattori di rischio importanti 1 e correlati all’aumentodegli ormoni sessuali, <strong>in</strong> premenopausa attraverso il ruolo <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>sul<strong>in</strong>a eall’IGF-1, <strong>in</strong> menopausa attraverso l’aumento di androgeni ed estrogeni <strong>in</strong>dottida enzimi <strong>del</strong> tessuto adiposo. L’utilizzo di terapia ormonale sostitutiva, speciese basata su estroprogest<strong>in</strong>ici s<strong>in</strong>tetici ad attività androgenica 2,3 costituisceanch’essa un rischio. Negli Stati Uniti la dim<strong>in</strong>uzione di questa pratica largamentediffusa <strong>in</strong> passato (molto più che <strong>in</strong> Italia), appare tra i fattori determ<strong>in</strong>antile riduzioni di <strong>in</strong>cidenza che si sono osservate a partire dagli anni Duemila.Costituiscono <strong>in</strong>oltre fattori associati all’<strong>in</strong>sorgenza <strong>del</strong>la malattia ancheradioterapie pregresse (toraciche e specialmente prima dei 30 anni) e precedentidisplasie o neoplasie <strong>del</strong> tessuto mammario.Importante, <strong>in</strong>oltre, la valutazione <strong>del</strong>la storia familiare. Sebbene la maggiorparte di carc<strong>in</strong>omi mammari sia di forma sporadica, il 5%-7% è legato a fattoriereditari, 2/3 dei quali determ<strong>in</strong>ati dalla mutazione di due geni, BRCA-1 e


48i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>BRCA-2. Nelle donne portatrici <strong>del</strong>le mutazioni BRCA-1 e BRCA-2 il rischio diammalarsi nel corso <strong>del</strong>la vita è <strong>del</strong> 50%-80%.Agire su alcuni fattori di rischio modificabili riduce il rischio di sviluppareun carc<strong>in</strong>oma mammario. In uno studio recentemente pubblicato è stato presentatoun mo<strong>del</strong>lo di predizione <strong>del</strong> rischio assoluto per le donne <strong>italia</strong>ne 4 , che<strong>in</strong>dividua tre fattori modificabili (attività fisica, consumo di alcool e body mass<strong>in</strong>dex) su cui impostare strategie di prevenzione specialmente attraverso unaregolare attività fisica quotidiana, abb<strong>in</strong>ata ad una dieta equilibrata (tipo mediterranea),fattori che consentono un miglioramento <strong>del</strong>l’assetto metabolicoe ormonale. Lo studio citato mostra come l’<strong>in</strong>tervento su questi fattori possaridurre il rischio <strong>in</strong> 20 anni <strong>del</strong>l’1,6% <strong>in</strong> menopausa, arrivando al 3,2% nelledonne con anamnesi familiare positiva e al 4,1% nelle donne ad alto rischio(circa il 10% <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tera popolazione), percentuali che applicate all’alto numerodi casi <strong>in</strong>cidenti si traducono nella riduzione di un cospicuo numero di tumori.In Italia il gradiente decrescente d’<strong>in</strong>cidenza Nord-Sud, tradizionalmenteriferibile al maggior numero di nascite al Sud (tassi di fecondità nel 1981 di2,04 al Sud, 1,41 al Centro e 1,28 al Nord), si è andato rapidamente annullandonegli ultimi anni parallelamente alle differenze di tasso di fecondità (1,32 sia alSud che al Nord nel 2005) 5 . Inoltre la diffusione su larga scala dei programmidi screen<strong>in</strong>g mammografico, dalla seconda metà degli anni ’90 ha contribuitoa notevoli e differenti variazioni di <strong>in</strong>cidenza tra le diverse Regioni per l’<strong>in</strong>tercettazione,soprattutto nei primi round <strong>del</strong> programma, di un considerevolenumero di lesioni prevalenti.IncidenzaSi stima che nel <strong>2011</strong> verranno diagnosticati <strong>in</strong> Italia circa 45.000 nuovi casidi carc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong>la mammella, di cui solo l’1% nei maschi. Non considerando icarc<strong>in</strong>omi cutanei, il carc<strong>in</strong>oma mammario è la neoplasia più diagnosticata nelledonne, <strong>in</strong> cui circa un tumore maligno ogni tre (29%) è un tumore mammario Tabella2. Considerando le frequenze nelle varie fasce d’età, i tumori <strong>del</strong>la mammellarappresentano il tumore più frequentemente diagnosticato tra le donne sia nellafascia d’eta 0-49 anni (40%), sia nella classe d’età 50-69 anni (35%), sia <strong>in</strong> quellapiù anziana ≥70 anni (20%) Tabella 7 . Intorno all’anno 2000, l’<strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>omamammario ha presentato una flessione <strong>in</strong> molte aree <strong>del</strong> mondo. Negli USAuna significativa riduzione di <strong>in</strong>cidenza osservata nel 2003 nelle donne con età≥50 anni e prevalentemente dei tumori ormonoresponsivi, è stata messa <strong>in</strong> relazioneal drastico uso <strong>del</strong>le prescrizioni <strong>del</strong>la terapia ormonale sostitutiva <strong>in</strong> menopausa6 dopo la pubblicazione dei risultati <strong>del</strong>lo studio WHI (Women’s HealthInitiative) 3 che avevano evidenziato una aumentata <strong>in</strong>cidenza di tumori <strong>in</strong>vasivi<strong>del</strong>la mammella e di malattie cardiovascolari con l’uso di una terapia ormonalecontenente estro-progest<strong>in</strong>ici. In Italia tale <strong>in</strong>iziale riduzione di <strong>in</strong>cidenza, considerandola m<strong>in</strong>ore diffusione <strong>del</strong>la terapia ormonale sostitutiva tra le donne <strong>in</strong>menopausa, viene pr<strong>in</strong>cipalmente riferita all’effetto di saturazione <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenzadeterm<strong>in</strong>ata dai primi round dei programmi di screen<strong>in</strong>g mammografico 7 chenella seconda metà degli anni ’90 hanno <strong>in</strong>teressato ampie aree <strong>del</strong> Paese Tabella11, Figura 12. Le differenze tra macro-aree osservate nel periodo 2005-2007 Tabelle 12-13 ,


49i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>che confermano una maggiore <strong>in</strong>cidenza al Nord (123,15 casi/100.000 abitanti)rispetto al Centro (103,28 casi/100.000 abitanti) e al Sud-Isole (87,15 casi/100.000abitanti), esprimono la somma dei diversi fattori <strong>in</strong> gioco, dalla diversa diffusione<strong>del</strong>lo screen<strong>in</strong>g mammografico alle disomogeneità nella presenza dei fattori dirischio precedentemente <strong>in</strong>dicati. In funzione di quest’ultima variabile e anche<strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione <strong>italia</strong>na con il conseguente allungamento<strong>del</strong>la vita media (<strong>in</strong>cremento molto rilevante e cont<strong>in</strong>uo nel tempo), è previsto unaumento dei nuovi casi di carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la mammella per i prossimi decenni: dai44.701 stimati per il <strong>2011</strong>, si passerà ai 48.984 nuovi casi per il 2020 (+9,6%) e ai51.668 nuovi casi per il 2030 (+15,6%) Tabella 6 .MortalitàAnche per il <strong>2011</strong> il carc<strong>in</strong>oma mammario rappresenterà la prima causa dimorte per tumore nelle donne, con circa 12.000 decessi stimati Tabella 3 , al primoposto anche <strong>in</strong> diverse età <strong>del</strong>la vita, rappresentando il 30% <strong>del</strong>le cause di morteoncologica prima dei 50 anni, il 21% tra i 50 e i 69 anni e il 13% dopo i 70 anniTabella 4. Dalla f<strong>in</strong>e degli anni Ottanta si osserva una moderata, ma cont<strong>in</strong>ua tendenzaalla dim<strong>in</strong>uzione <strong>del</strong>la mortalità per carc<strong>in</strong>oma mammario (–1,7%/anno),attribuibile ad una più alta sensibilità e anticipazione diagnostica e ai progressiterapeutici Tabella 11, Figura 12 . Le differenze di mortalità osservate tra le diversemacro-aree <strong>italia</strong>ne Tabelle 14-15 sono abbastanza omogenee, con un tasso standarddi 24,8 casi/100.000 al Nord, 21,1 casi/100.000 al Centro e 24,7 casi/100.000 alSud-Isole ed un conseguente rapporto mortalità/<strong>in</strong>cidenza più sfavorevole perle Regioni meridionali.SopravvivenzaLa sopravvivenza relativa a 5 anni dalla diagnosi, <strong>in</strong>dipendentemente da altrecomorbidità, è <strong>in</strong> moderato e costante aumento da molti anni (81% per ledonne ammalate dal 1990 al 1994, 85% dal 1995 al 1999, 87% dal 2000 al 2004)Tabella 8, <strong>in</strong> relazione a diverse variabili, tra cui l’anticipazione diagnostica (screen<strong>in</strong>g)e il miglioramento <strong>del</strong>le terapie. La buona prognosi a lungo term<strong>in</strong>e <strong>del</strong>lamalattia presenta <strong>in</strong>oltre un andamento costante nel tempo: ad un anno dalladiagnosi la probabilità di sopravvivere altri 5 anni aumenta lievemente, cosìcome a tre e c<strong>in</strong>que anni dalla diagnosi Tabella 9 . Anche per la sopravvivenza sonopresenti differenze geografiche tra le varie aree <strong>del</strong> Paese, sia pure <strong>in</strong> misuram<strong>in</strong>ore rispetto al passato, ma con la persistenza di una situazione più sfavorevoleper le Regioni meridionali (81% a 5 anni contro l’85-87% <strong>del</strong> Centro-Nord,dati standardizzati per età) Tabella 16 .PrevalenzaComplessivamente <strong>in</strong> Italia vivono 522.235 donne (stima per l’anno 2006) chehanno ricevuto una diagnosi di carc<strong>in</strong>oma mammario, pari al 41,6% di tutte ledonne che convivono con una pregressa diagnosi di tumore e pari al 23% ditutti i lungo sopravviventi (uom<strong>in</strong>i e donne) Figura 5 . Tra queste 522.235 donne, ladiagnosi è stata formulata da meno di 2 anni nel 16% dei casi, tra i 2 e 5 anni nel


50i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>21%, tra i 5 e 10 anni nel 25%, oltre i 10 anni nel 38%. La proporzione di questacasistica è maggiore nelle donne con età oltre i 75 anni (4.984 persone ogni100.000 abitanti, il 14% <strong>in</strong> più <strong>del</strong>la classe 60-74 e oltre il doppio rispetto alle45-59enni) e nel Nord Italia (2.331/100.000 nel Nord-Ovest, 2.052/100.000 nelNord-Est, 1.795/100.000 nel Centro e 1.151/100.000 nel Sud-Isole). Le differenzeosservate dipendono da quelle esistenti nell’<strong>in</strong>cidenza e nella sopravvivenza<strong>del</strong>le varie aree. M<strong>in</strong>ime appaiono le differenze proporzionali di prevalenza <strong>del</strong>2006 (23%) rispetto al 1992 (22%) Tabella 10 .Diagnosi precoceLa mammografia può diagnosticare un carc<strong>in</strong>oma mammario <strong>in</strong> uno stadioprecoce di malattia quando il trattamento può essere più efficace e molto elevatala possibilità di ottenere guarigioni. Numerosi studi hanno dimostrato come ladiagnosi precoce possa ridurre la mortalità da carc<strong>in</strong>oma mammario e aumentarele opzioni terapeutiche. La diffusione su larga scala <strong>in</strong> Italia dei programmidi screen<strong>in</strong>g mammografico, dalla seconda metà degli anni ’90, ha contribuitoa determ<strong>in</strong>are una riduzione <strong>del</strong>la mortalità specifica 8 , con una dim<strong>in</strong>uzionedegli <strong>in</strong>terventi di mastectomia 9 e con una modesta e <strong>del</strong> tutto accettabile quotadi overdiagnosis 10-11 . L’aumento di diagnosi di forme <strong>in</strong> stadio <strong>in</strong>iziale legatoallo screen<strong>in</strong>g ha contribuito anche, unitamente ai progressi terapeutici, allacostante riduzione <strong>del</strong>la mortalità per carc<strong>in</strong>oma mammario rilevata <strong>in</strong> Italiadalla f<strong>in</strong>e degli anni ’80 Tabella 11, Figura 12 .Alla stessa conclusione portano i risultati di un’analisi condotta <strong>in</strong> base a varimo<strong>del</strong>li statistici 12 , secondo la quale lo screen<strong>in</strong>g e la terapia sistemica adiuvantehanno concorso <strong>in</strong> uguale misura alla riduzione di mortalità per carc<strong>in</strong>oma<strong>del</strong>la mammella <strong>in</strong> USA tra il 1975 e il 2000. La mammografia è <strong>in</strong>dicata <strong>in</strong> tuttele donne a partire dai 50 anni con cadenza biennale. Nelle donne nella fasciadi età tra i 40 e 50 anni la mammografia andrebbe eseguita personalizzandola cadenza sulla s<strong>in</strong>gola paziente sulla base anche dei fattori di rischio quali lastoria familiare e la densità <strong>del</strong> tessuto mammario. Nelle donne ad alto rischioper importante storia familiare di carc<strong>in</strong>oma mammario o perché portatrici dimutazione di BRCA1 e/o BRCA-2, i controlli mammografici dovrebbero essere<strong>in</strong>iziati all’età di circa 30 anni o 10 anni prima <strong>del</strong>l’età di <strong>in</strong>sorgenza <strong>del</strong> tumorenel familiare più giovane, nonostante la bassa sensibilità <strong>del</strong>la mammografia<strong>in</strong> questa popolazione. La risonanza magnetica mammaria è raccomandata, <strong>in</strong>aggiunta alla comb<strong>in</strong>azione di mammografia ed ecografia mammaria annuale,per le pazienti con mutazione di BRCA1 e/o BRCA-2 (alternando ogni sei mesimammografia ed ecografia mammaria alla RM mammaria) 13 .TerapiaIl carc<strong>in</strong>oma mammario <strong>in</strong> situIl trattamento <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma duttale <strong>in</strong> situ è la chirurgia: chirurgia conservativaseguita da radioterapia sulla mammella residua; oppure mastectomiask<strong>in</strong> spar<strong>in</strong>g o nipple spar<strong>in</strong>g. La biopsia <strong>del</strong> l<strong>in</strong>fonodo sent<strong>in</strong>ella può trovare<strong>in</strong>dicazione quando vi sono multipli cluster di microcalcificazioni e quando la


51i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>mastectomia sia necessaria. L’uso <strong>del</strong> tamoxifene dopo i trattamenti locali puòrappresentare una opzione per le pazienti con recettori ormonali positivi, valutandoil bilancio tra benefici attesi (riduzione di <strong>in</strong>cidenza di forme <strong>in</strong> situ ed<strong>in</strong>vasive) e potenziali rischi di effetti collaterali.Il carc<strong>in</strong>oma mammario <strong>in</strong>filtrante operabileIl trattamento loco-regionale standard <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma <strong>in</strong>filtrante stadio I-IIè costituito dalla chirurgia conservativa associata alla radioterapia o dalla mastectomia.La scelta sul tipo di <strong>in</strong>tervento dipende dalla localizzazione e dalrapporto tumore/dimensioni <strong>del</strong>la mammella, dalle caratteristiche mammografiche,dalla preferenza <strong>del</strong>la paziente, e dalla presenza o meno di contro<strong>in</strong>dicazionialla radioterapia. Nelle donne sottoposte a mastectomia, sono <strong>in</strong>oltre oggidisponibili varie tecniche ricostruttive, tra le quali il posizionamento (immediatoo ritardato) di protesi mammarie.La metodica <strong>del</strong>la biopsia <strong>del</strong> l<strong>in</strong>fonodo sent<strong>in</strong>ella è il trattamento standardnei tumori mammari con l<strong>in</strong>fonodi ascellari cl<strong>in</strong>icamente negativi. Tale metodicadeterm<strong>in</strong>a, rispetto alla dissezione ascellare, un m<strong>in</strong>or tasso di morbilità(edema, parestesie, dolore cronico e limitazioni funzionali <strong>del</strong>l’arto superiore),senza differenze <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di sopravvivenza libera da malattia, sopravvivenzaglobale e recidive loco-regionali. In presenza di metastasi al l<strong>in</strong>fonodo sent<strong>in</strong>ella,è solitamente <strong>in</strong>dicata la dissezione ascellare, anche se studi recenti <strong>in</strong>dicanoche <strong>in</strong> pazienti adeguatamente selezionate potrebbe essere omessa.Terapia sistemica adiuvanteIl trattamento sistemico adiuvante viene preso <strong>in</strong> considerazione dopo iltrattamento chirurgico vista la significativa riduzione <strong>del</strong> rischio di recidiva edi morte ottenuta con la terapia ormonale, con la polichemioterapia e con laterapia a bersaglio molecolare (trastuzumab). La terapia sistemica adiuvanteviene decisa <strong>in</strong> base alle caratteristiche biologiche <strong>del</strong> tumore al rischio di ripresadi malattia e all’entità <strong>del</strong> beneficio (<strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di riduzione assoluta eproporzionale <strong>del</strong> rischio di ripresa di malattia) prevedibile, valutando anchele tossicità <strong>del</strong>la terapia, le preferenze <strong>del</strong>la paziente, le malattie concomitanti el‘aspettativa di vita. Oggi, nella pratica cl<strong>in</strong>ica, possono essere identificati graziead una valutazione immunoistochimica alcuni sottogruppi fenotipici di carc<strong>in</strong>omimammari che presentano una buona corrispondenza con i sottogruppiclassificati <strong>in</strong> base ai profili di espressione genica. Tali sottogruppi, che hannouna rilevanza cl<strong>in</strong>ica ed implicazioni terapeutiche importanti, anche a livello diterapia adiuvante, sono: lum<strong>in</strong>ali A: recettori ormonali positivi, HER-negativi ebassa attività proliferativa; lum<strong>in</strong>ali B: recettori ormonali positivi, HER-negativie alta attività proliferativa; HER2- positivi: HER2-sovraespresso (3+ alla immunoistochimica)o amplificato (FISH od altre metodiche); triplo negativi: assenzadi espressione di entrambi i recettori ormonali e negatività di HER2.L’ormonoterapia adiuvante è <strong>in</strong>dicata <strong>in</strong> tutte le pazienti con tumori ormonoresponsivi(ER ≥1% e/o PgR ≥1%). Il tamoxifene (20 mg/os/die) è considerato iltrattamento standard per le donne <strong>in</strong> premenopausa per una durata di 5 annitotali e può essere associato ad un analogo LH-RH per una durata di almeno 2


52i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>anni. Nelle donne <strong>in</strong> postmenopausa gli <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi sono consideratii farmaci di prima scelta: come monoterapia per 5 anni oppure <strong>in</strong> sequenza,dopo 2-3 anni di tamoxifene, per 5 anni complessivi di terapia ormonale.La chemioterapia adiuvante è <strong>in</strong>dicata <strong>in</strong> tutte le donne con bassi livelli direcettori ormonali (ER


53i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>di nuovi farmaci e ad una migliore <strong>in</strong>tegrazione <strong>del</strong>le terapie sistemiche con leterapie locali. La scelta <strong>del</strong> trattamento richiede una attenta valutazione dei parametribiologici, come nella fase adiuvante, e <strong>del</strong>le caratteristiche <strong>del</strong> tumore, oltreche <strong>del</strong>la situazione psico-fisica <strong>del</strong>la donna. L’ormonoterapia (tamoxifene+LHRH<strong>in</strong> premenopausa; <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi o fulvestrant <strong>in</strong> postmenopusa) trova<strong>in</strong>dicazione nei tumori con recettori ormonali positivi, <strong>in</strong> presenza di una malattia<strong>in</strong>dolente. Una chemioterapia trova <strong>in</strong>dicazione nel caso di malattia con recettoriormonali negativi, metastasi viscerali multiple o “life threaten<strong>in</strong>g”, malattiaaggressiva (breve <strong>in</strong>tervallo libero di malattia), pazienti giovani con metastasiviscerali, o pazienti che non rispondano più alla terapia ormonale. In generale lamonochemioterapia è il trattamento di scelta. I regimi di comb<strong>in</strong>azione sono dapreferire <strong>in</strong> presenza di malattia aggressiva allorchè sia necessaria una rapidariduzione <strong>del</strong>la massa tumorale. La scelta <strong>del</strong>la chemioterapia si basa anche sulprecedente trattamento ricevuto <strong>in</strong> neoadiuvante/adiuvante.Le pazienti con malattia HER2-positiva ricevono trastuzumab associato achemioterapia o ormonoterapia e lo cont<strong>in</strong>uano s<strong>in</strong>o a progressione di malattia.Alla progressione ricevono lapat<strong>in</strong>ib associato a capecitab<strong>in</strong>a o a ormonoterapia.In generale sembra che mantenere il blocco <strong>del</strong>lo HER2 con farmaciadeguati (anticorpi monoclonali o piccole molecole) associato a chemioterapiao ad ormonoterapia sia la strategia migliore.Nelle pazienti con metastasi ossee litiche e nei casi di ipercalcemia neoplasticaè <strong>in</strong>dicato un trattamento con bifosfonati (pamidronato di sodio, acidozoledronico, ibandronato). La radioterapia e la chirurgia, nella fase metastatica,trovano <strong>in</strong>dicazioni <strong>in</strong> casi selezionati (localizzazioni s<strong>in</strong>gole o malattia oligometastatica)ed <strong>in</strong> situazioni cl<strong>in</strong>iche particolari come terapie palliative. Nelledonne con diagnosi di malattia metastatica come prima diagnosi è anche <strong>in</strong>dicatala rimozione radicale <strong>del</strong> tumore primitivo <strong>in</strong> particolare se responsive allaterapia sistemica: pur <strong>in</strong> assenza di studi randomizzati, questa strategia sembramigliorare la sopravvivenza.Prospettive futureLa diffusione di programmi di prevenzione primaria e di chemioprevenzionepotranno ridurre l’<strong>in</strong>cidenza di carc<strong>in</strong>oma mammario nei prossimi decenni. L’estensione dei programmi di screen<strong>in</strong>g mammografico su tutto il territorio nazionalee la maggiore adesione agli stessi da parte <strong>del</strong>le donne contattate potrannoaumentare le diagnosi di forme <strong>in</strong>iziali di carc<strong>in</strong>oma mammario e questo, unitamenteall’avvento e alla diffusione di nuove tecniche radioterapiche e chirurgiche,potrà migliorare i risultati f<strong>in</strong>ora ottenuti <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di riduzione di mortalitàper tumore mammario. Ulteriori progressi nel trattamento <strong>del</strong>le forme metastatichederiveranno dalla utilizzazione di nuovi agenti chemioterapici (eribul<strong>in</strong>a,già approvata da FDA <strong>in</strong> USA e da EMA <strong>in</strong> Europa), e di nuovi farmaci per iltrattamento <strong>del</strong>le metastasi ossee (ad esempio, il denosumab, un anticorpo monoclonaleche si lega a RANK ligando bloccando la prote<strong>in</strong>a RANK e <strong>in</strong> tal modosopprimendo la funzione degli osteoclasti e qu<strong>in</strong>di il riassorbimento osseo).I recenti risultati degli studi cl<strong>in</strong>ici di terapia sistemica neoadiuvante nel carc<strong>in</strong>omamammario HER2-positivo e degli studi con <strong>in</strong>ibitori di PARP nei tumori


54i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>metastatici triplo negativi, hanno tuttavia evidenziato una estrema eterogeneità<strong>del</strong>le neoplasie mammarie, anche all’<strong>in</strong>terno di sottogruppi ritenuti f<strong>in</strong>oraomogenei per caratteristiche biopatologiche. Gli studi traslazionali <strong>in</strong> corsopermetteranno di chiarire questi aspetti ed uno degli obiettivi più importantidei prossimi anni sarà proprio quello di giungere ad una migliore conoscenzabiologica <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma mammario al f<strong>in</strong>e di identificare, anche nella pianificazionedegli studi cl<strong>in</strong>ici, gruppi omogenei di neoplasie nei quali testare nuovestrategie diagnostico-terapeutiche e nuovi farmaci.Bibliografia1. Berr<strong>in</strong>o F, Micheli A. Ormoni, fattori costituzionali, dietae carc<strong>in</strong>oma mammario. Attualità <strong>in</strong> Senologia 2005; 44:12-21.2. Beral V, Million Women Study Collaborators, Bull D, et al.Ovarian cancer and hormone replacement therapy <strong>in</strong> theMillion Women Study. Lancet 2007; 369:1703-1710.3. Rossouw JE, Anderson GL, Prentice RL, et al. Risks andbenefits of estrogen plus progest<strong>in</strong> <strong>in</strong> healthy postmenopausalwomen: pr<strong>in</strong>cipal results From the Women’sHealth Initiative randomized controlled trial. JAMA. 2002;288:321-333.4. Petracci E, Decarli A, Schairer C et al. Risk factor modificationand projections of absolute breast cancer risk. JNatl Cancer Inst <strong>2011</strong>; 103:1037-1048.5. ISTAT. 100 statistiche per il Paese. Indicatori per conosceree valutare. 2008.6. Ravd<strong>in</strong> PM, Cron<strong>in</strong> KA, Howlader N et al. The decrease <strong>in</strong>breast cancer <strong>in</strong>cidence <strong>in</strong> 2003 <strong>in</strong> United States. N Engl JMed 2007; 356:1670-164.7. Crocetti E, Buzzoni C, Falc<strong>in</strong>i F, et al. Disentangl<strong>in</strong>g theroles of mammographic screen<strong>in</strong>g and HRT <strong>in</strong> recentbreast cancer trends <strong>in</strong> Italy by analyses based on calendartime and time s<strong>in</strong>ce screen<strong>in</strong>g activation. Breast J2010;16: 350-355.8. Puliti D, Micc<strong>in</strong>esi G, Coll<strong>in</strong>a N, et al. Effectiveness of servicescreen<strong>in</strong>g: a case-control study to assess breast cancermortality reduction. Br. J Cancer 2008; 99: 423-427.9. Zorzi M, Puliti D, Vettorazzi M, et al. Mastectomy rates aredecreas<strong>in</strong>g <strong>in</strong> the era of service screen<strong>in</strong>g: a population basedstudy <strong>in</strong> Italy (1997-2001). Br J Cancer 2006; 95: 1265-8.10. Paci E, Micc<strong>in</strong>esi G, Puliti D, et al. Estimate of overdiagnosisof breast cancer due to mammography afteradjustment for lead time. A service screen<strong>in</strong>g study <strong>in</strong>Italy. Br Cancer Res 2006; 8: R68.11. Paci E, Coviello E, Micc<strong>in</strong>esi G, et al. Evaluation of servicemammography screen<strong>in</strong>g impact <strong>in</strong> Italy. The contributionof hazard analysis. Eur J Cancer 2008; 44: 858-865.12. Berry DA, Cron<strong>in</strong> KA, Plevritis S et al. Effect of screen<strong>in</strong>gand adjuvant therapy on mortality from breast cancer. NEngl J Med 2005; 353.1784-1792.13. Neoplasie <strong>del</strong>la mammella-L<strong>in</strong>ee guida AIOM 2010. www.aiom.it.14. Giordano SH, Budzar AU, Smith TL, et al. Is breast cancersurvival improv<strong>in</strong>g? Cancer 2004; 100:44-52.B. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostataFattori di rischioNell’ultimo decennio è divenuto il tumore più frequente nei maschi dei Paesioccidentali. Alla base di questo fenomeno, più che la pressione di fattori di rischio,si trova la maggiore probabilità di scoprire la malattia, che è presente <strong>in</strong>forma latente nella maggior parte degli uom<strong>in</strong>i (oltre i 50 anni nel 15-30%, a 80anni circa il 70%) 1 . Più <strong>del</strong>le cause di <strong>in</strong>sorgenza sono di conseguenza <strong>in</strong>teressantii fattori che ne <strong>in</strong>fluenzano l’evoluzione che porta una quota di queste lesionidallo stato di latenza (as<strong>in</strong>tomatico per tutto il corso <strong>del</strong>la vita) a forme cl<strong>in</strong>icamentepiù aggressive e prognosticamente più problematiche. La diffusione <strong>del</strong>dosaggio <strong>del</strong>l’antigene prostatico specifico (PSA) nell’ultimo decennio ha profondamentemodificato l’epidemiologia di questo tumore, anche <strong>in</strong> senso qualitativo:l’emergere di forme cl<strong>in</strong>icamente silenti e biologicamente non aggressive


55SopravvivenzaLa sopravvivenza dei pazienti con carc<strong>in</strong>oma prostatico, non considerandola mortalità per altre cause, è attualmente attestata all’88% a 5 anni dalla dia-i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>ha <strong>in</strong>fatti reso più difficile l’<strong>in</strong>terpretazione degli studi eziologici e la valutazione<strong>del</strong>la diversa distribuzione dei fattori di rischio <strong>in</strong> passato correlati all’<strong>in</strong>sorgenzadi questa malattia, tra i quali il consumo elevato di carne e lattic<strong>in</strong>i, dieta ricca dicalcio (con conseguente elevata concentrazione di IGF-I ematico) e alti livelli diandrogeni nel sangue. La malattia appare peraltro legata a fattori ereditari <strong>in</strong> unamoderata percentuale di casi (


56i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>gnosi, <strong>in</strong> costante e sensibile crescita Tabella 8 . Per i pazienti <strong>in</strong> vita a 1, 3 e 5 annil’aspettativa di vita migliora ulteriormente Tabella 9 . Il pr<strong>in</strong>cipale fattore correlatoa questa tendenza temporale è dato dall’anticipazione diagnostica e dallaprogressiva diffusione <strong>del</strong>lo screen<strong>in</strong>g opportunistico, comportante evidentementeuna quota di sovradiagnosi, peraltro con distribuzione disomogenea sulterritorio nazionale. A ciò è ascrivibile per la sopravvivenza un gradiente Nord-Sud presente nel Paese (superiore al 90% nel Nord-Ovest e 78% nel Sud, datistandardizzati per età) Tabella 16 .PrevalenzaIn Italia si stima siano presenti circa 217.000 persone con pregressa diagnosidi carc<strong>in</strong>oma prostatico, circa il 22% dei maschi con tumore e quasi il 10% di tuttii pazienti (tra maschi e femm<strong>in</strong>e) presenti nel Paese Figura 5 . Il 65% di queste diagnosiè stato formulato da meno di 5 anni, il 10% da più di 10 anni e, data la biologia<strong>del</strong>la malattia, <strong>in</strong> gran parte <strong>in</strong> età più avanzate (5.900 casi ogni 100.000 ultrasettantac<strong>in</strong>quenni).In quanto effetto comb<strong>in</strong>ato <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza (alta e dipendente <strong>in</strong>gran parte da forme di screen<strong>in</strong>g opportunistico) e <strong>del</strong>la mortalità (sensibilmentepiù bassa e <strong>in</strong> progressivo calo), la quota di gran lunga maggiore di questi pazientiè presente al Nord (1.117 casi ogni 100.000 abitanti nel Nord-Ovest, 1.016nel Nord-Est) rispetto al Centro (803) e al Sud (393) <strong>in</strong> cui è costituita da prevalenzaa breve term<strong>in</strong>e, evidenziando situazioni molto differenziate rispetto alla richiestadi prestazioni sanitarie e più <strong>in</strong> generale di strategie di gestione <strong>in</strong> Sanitàpubblica. Il carc<strong>in</strong>oma prostatico, come già detto, rappresenta il tumore che negliultimi decenni ha mostrato nei maschi il maggiore <strong>in</strong>cremento assoluto: notevolidifferenze si registrano conseguentemente anche nel quadro odierno (10% ditutti i pazienti con tumore) rispetto ai primi anni ’90 (3%) Tabella 10 .Diagnosi precoceLa maggior parte dei carc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong>la prostata sono diagnosticati prima <strong>del</strong>losviluppo dei s<strong>in</strong>tomi attraverso lo screen<strong>in</strong>g spontaneo con il PSA, l’ecografiae la biopsia sotto guida ecografica, e l’esame digito-rettale. Nella fase <strong>in</strong>iziale ilcarc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata è <strong>in</strong> genere as<strong>in</strong>tomatico. Con il progredire <strong>del</strong>la malattialoco-regionale i s<strong>in</strong>tomi più frequenti sono la dim<strong>in</strong>uzione <strong>del</strong>la potenza <strong>del</strong>getto ur<strong>in</strong>ario, pollachiuria, ematuria, disuria, dolore per<strong>in</strong>eale, che spesso si sovrappongonoai segni e s<strong>in</strong>tomi <strong>del</strong>la malattia prostatica. Nelle fasi più avanzatecon la metastatizzazione ossea si sviluppa dolore alla colonna vertebrale, costolee <strong>in</strong> altre aree. Lo screen<strong>in</strong>g con il PSA può identificare tumori <strong>del</strong>la prostata<strong>in</strong>iziali, anche anni prima che siano apprezzabili all’esplorazione digitale o chediano s<strong>in</strong>tomi. Molti uom<strong>in</strong>i che non hanno un tumore <strong>del</strong>la prostata possonoavere elevati valori di PSA ed essere sottoposti ad agobiopsia, così come uom<strong>in</strong>icon carc<strong>in</strong>oma prostatico possono non presentare un PSA elevato. Inoltre poichémolti carc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong>la prostata presentano una crescita lenta che non richiederebbeuna terapia durante la vita <strong>del</strong> paziente: <strong>in</strong> conseguenza di ciò esiste il pericolodi sovratrattamento e di esposizione al rischio degli effetti collaterali <strong>del</strong>leterapie stesse. Due importati trial randomizzati per lo screen<strong>in</strong>g <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma<strong>del</strong>la prostata con PSA sono stati completati. Lo studio Nord-Americano (PLCO)


57i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>non ha evidenziato un beneficio sulla mortalità <strong>del</strong>lo screen<strong>in</strong>g 5 , mentre lo studioeuropeo (ERSPC) ha dimostrato una riduzione <strong>del</strong> 20% <strong>del</strong> rischio di morte percarc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata tra gli uom<strong>in</strong>i <strong>in</strong>vitati a sottoporsi allo screen<strong>in</strong>g rispettoa quelli non <strong>in</strong>vitati, anche se al prezzo di un’eccessiva sovradiagnosi 6 . Differenzenei metodi utilizzati nei due studi hanno contribuito al differente risultatodei due trial. Allo stato attuale <strong>del</strong>le conoscenze non vi sono <strong>in</strong>dicazioni per unadiffusione <strong>del</strong>lo screen<strong>in</strong>g organizzato con il PSA.TerapiaLa valutazione dei fattori prognostici legati alla neoplasia (stadio, grado diGleason e livelli di PSA), l’età, le comorbidità e l’aspettativa di vita sono fondamentaliper la scelta <strong>del</strong>la terapia. Nei pazienti con carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata localizzatoesistono diverse opzioni di trattamento 7 : sorveglianza attiva, chirurgia,radioterapia. La sorveglianza attiva comporta il monitoraggio <strong>del</strong> decorso <strong>del</strong>lamalattia con la possibilità di <strong>in</strong>tervenire <strong>in</strong> caso di progressione tumorale. Lasorveglianza attiva è spesso proposta a pazienti che hanno una malattia a bassorischio e/o una limitata aspettativa di vita. Il monitoraggio richiede la valutazione<strong>del</strong> PSA ogni 3-6 mesi, l’esplorazione digitale ogni 6-12 mesi e comporta anchebiopsie addizionali. La prostatectomia radicale comporta l’asportazione <strong>del</strong>laprostata con i tessuti vic<strong>in</strong>i. I l<strong>in</strong>fonodi regionali possono essere asportati perdeterm<strong>in</strong>are l’eventuale <strong>in</strong>teressamento metastatico. Sono possibili diversi approcci,che comprendono la chirurgia convenzionale e la chirurgia m<strong>in</strong>i-<strong>in</strong>vasivalaparoscopica. La chirurgia nerve spar<strong>in</strong>g viene effettuata quando possibile peraumentare la probabilità di preservare una normale funzione sessuale.Due tipi di radioterapia possono essere utilizzati per il carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata:a fasci esterni e brachiterapia. Nella radioterapia a fasci esterni il pazientericeve le radiazioni da una sorgente esterna <strong>in</strong> 8-9 settimane. La radioterapiaconformazionale e la radioterapia ad <strong>in</strong>tensità modulata, permettendo una distribuzionedi dose limitata al volume bersaglio con conseguente risparmio dei tessutisani circostanti, rendono possibile un <strong>in</strong>cremento <strong>del</strong>la dose somm<strong>in</strong>istratae qu<strong>in</strong>di un miglior controllo locale <strong>in</strong>sieme ad una riduzione <strong>del</strong>la tossicità. Neicarc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong>la prostata a prognosi favorevole la radioterapia a fasci esterni consenteun controllo locale sovrapponibile alla chirurgia. I pazienti con carc<strong>in</strong>omaa prognosi <strong>in</strong>termedia sono quelli che possono maggiormente beneficiare <strong>del</strong>lasomm<strong>in</strong>istrazione di alte dosi di radioterapia. Nei pazienti a rischio <strong>in</strong>termedio oalto può essere raccomandata l’irradiazione dei l<strong>in</strong>fonodi pelvici e/o la terapia dideprivazione androgenica <strong>in</strong>sieme all’irradiazione a fasci esterni <strong>del</strong>la prostata.La brachiterapia <strong>in</strong> molti centri prevede il posizionamento di piccoli pellets a volte<strong>in</strong>dicati come semi nel tessuto prostatico. Vengono utilizzati impianti permanentia basse dosi che gradualmente rilasciano radiazioni nel corso <strong>del</strong> tempo. Iltrattamento di brachiterapia da solo può essere <strong>in</strong>dicato per i carc<strong>in</strong>omi a bassorischio e comb<strong>in</strong>ato con la radioterapia esterna con o senza terapia ormonale dideprivazione androgenica per i carc<strong>in</strong>omi a rischio <strong>in</strong>termedio. Nei pazienti arischio <strong>in</strong>termedio-alto, con un rischio di recidiva locale che può essere superioreal 40%, può essere <strong>in</strong>dicato un trattamento radioterapico esterno e/o una terapiadi deprivazione androgenica o ormonoterapia adiuvante dopo prostatectomia.


58i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>La terapia di deprivazione androgenica o ormonoterapia modifica gli effetti degliormoni maschili sul tessuto prostatico e può essere effettuata mediante la castrazionechirurgica o la somm<strong>in</strong>istrazione di farmaci anti-androgeni. Per i pazienticon malattia metastatica la terapia di deprivazione androgenica o ormonoterapiarappresenta il trattamento di scelta. La soppressione <strong>del</strong>la produzione degliandrogeni viene attuata attraverso <strong>in</strong>ibizione <strong>del</strong>la s<strong>in</strong>tesi o <strong>del</strong> rilascio di gonadotrop<strong>in</strong>eipofisarie (utilizzando analoghi LHRH) e antiandrogeni non-steroidei.Il blocco androgenico totale si effettua con il trattamento di comb<strong>in</strong>azione conorchiectomia bilaterale o agonisti <strong>del</strong>l’LHRH e anti-androgeni non steroidei. Per ipazienti <strong>in</strong> progressione dopo deprivazione androgenica le opzioni terapeutichesono l’ormonoterapia di seconda l<strong>in</strong>ea o la chemioterapia con docetaxel. Il docetaxel<strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione con corticosteroidi rappresenta lo standard nella malattiaormono-refrattaria determ<strong>in</strong>ando un aumento <strong>in</strong> sopravvivenza. Nei pazienti <strong>in</strong>progressione dopo chemioterapia con docetaxel, un ulteriore vantaggio è datodall’impiego <strong>in</strong> seconda l<strong>in</strong>ea di chemioterapia di un nuovo antiblastico il cabazitaxel8 , recentemente approvato dall’Agenzia Europea <strong>del</strong> Farmaco e dall’abirateroneun <strong>in</strong>ibitore selettivo <strong>del</strong>la bios<strong>in</strong>tesi degli androgeni 9 .Bibliografia1. Cauchi C, Sarac<strong>in</strong>o B, Lopez M, Bonadonna G, Carc<strong>in</strong>oma<strong>del</strong>la prostata. In Lopez M, Oncologia Medica Pratica. SocietàEditrice Universo, Roma, III Edizione, 2010, 1985-2015.2. Patel AR, Kle<strong>in</strong> EA. Risks for prostate cancer. Nat Cl<strong>in</strong> PractUrol 2009; 6:87-95.3. World Cancer Research Fund, American Institute for CancerResearch. Food nutrition, physical activity and the preventionof cancer: a global perspective. American Institutefor Cancer Research, Wash<strong>in</strong>gton D.C. 2007, pp. 305-9.4. Brawley OW, Prostate cancer screen<strong>in</strong>g: is it a teachablemoment? J Natl Cancer Inst 2009; 101: 1295-7.5. Andriole GL, Crawford ED, Grubb RL III, et al. Mortality resultsfrom a randomized prostate-cancer screen<strong>in</strong>g trial.N Engl J Med. 2009; 360:1310-19.6. Schroder FH, Hugosson J, Roobol MJ, et al. Screen<strong>in</strong>g andprostate-cancer mortality <strong>in</strong> a randomized European study.N Engl J Med. 2009;360:1320-28.7. AIOM, L<strong>in</strong>ea Guida, Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata, 2009, www.aiom.it.8. De Bono JS, Oudard S, Ozguroglu M, et al, Prednisone pluscabazitaxel or mitoxantrone for metastatic castrationresistantprostate cancer progress<strong>in</strong>g after docetaxel treatment:a randomised open-label trial. Lancet 2010: 376:1147-54.9. De Bono J, Logothetis CJ, Mol<strong>in</strong>a A, et al. Abiraterone andIncreased Survival <strong>in</strong> Metastatic Prostate Cancer. N Engl JMed <strong>2011</strong>, 364: 1995-2005.C. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> polmoneFattori di rischioIl fumo di sigarette è <strong>in</strong>dubitabilmente riconosciuto come il più consistentefattore rischio per l’<strong>in</strong>sorgenza di un carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> polmone: ad esso sono ascrivibilil’85-90% di tutti i tumori polmonari. Il rischio si <strong>in</strong>crementa con la quantità<strong>del</strong>le sigarette fumate e con la durata <strong>del</strong>l’abitud<strong>in</strong>e al fumo. Il rischio relativo deifumatori rispetto ai non fumatori è aumentato di circa 14 volte e si <strong>in</strong>crementaulteriormente f<strong>in</strong>o a 20 volte nei forti fumatori (oltre le 20 sigarette al giorno). Lasospensione <strong>del</strong> fumo di sigaretta produce una forte riduzione <strong>del</strong> rischio 1 .I non fumatori esposti al fumo passivo presentano un aumento <strong>del</strong> rischio


59i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>relativo di ammalare di tumori <strong>del</strong> polmone nel corso <strong>del</strong>la loro vita. Esposizioniambientali o professionali a radon, asbesto e metalli pesanti quali cromo,cadmio e arsenico producono un <strong>in</strong>cremento <strong>del</strong> rischio. Ulteriori fattori di rischiosono rappresentati dai processi <strong>in</strong>fiammatori cronici quali la tubercolosi.Il ruolo <strong>del</strong>la predisposizione genetica ed <strong>in</strong> particolare dei polimorfismi geniciè stato argomento di studio negli ultimi anni, ma rimane, <strong>in</strong> ogni caso, preponderanteil peso <strong>del</strong> fumo e dei fattori ambientali 2 .IncidenzaNel <strong>2011</strong> sono attese 38.000 nuove diagnosi di tumore <strong>del</strong> polmone, <strong>del</strong>lequali un quarto <strong>in</strong>cideranno nel sesso femm<strong>in</strong>ile. Esse rappresenteranno l’11%di tutte le nuove diagnosi di tumore nella popolazione generale e, più <strong>in</strong> particolare,il 15% di queste nei maschi ed il 6% nelle femm<strong>in</strong>e Tabella 2 . Si calcola cheattualmente 1 uomo su 9 ed una donna su 35 possa sviluppare un tumore <strong>del</strong>polmone nel corso <strong>del</strong>la vita. Nel nostro Paese le neoplasie <strong>del</strong> polmone neimaschi, nel periodo 2005-2007, sono state marg<strong>in</strong>almente più <strong>in</strong>cidenti nelle regionisettentrionali (72,74 casi/100.000 abitanti) rispetto a quelle centrali (64,25casi/100.000 abitanti) e a quelle meridionali (70,53/100.000 abitanti). Nelle donne,<strong>in</strong>vece, il divario di <strong>in</strong>cidenza fra le regioni settentrionali e quelle meridionaliè molto più marcato con un tasso di 21,88 casi/100.000 abitanti al Nord, di18,59/100.000 abitanti al Centro e di 12,57/100.000 abitanti al Sud Tabella 12 . Il previsto<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione <strong>italia</strong>na e il conseguente aumento <strong>del</strong>laprevalenza di soggetti <strong>in</strong> fasce di età più avanzata e più a rischio di sviluppareneoplasie comporterà un aumento di nuove diagnosi di tumori <strong>del</strong> polmone. Sistima, pertanto, che saranno circa 45.000 i nuovi casi nel 2020 e 51.500 nel 2030Tabella 6. Il tumore <strong>del</strong> polmone è relativamente meno frequente fra i maschi conetà <strong>in</strong>feriore a 49 anni (


60i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>rischio di morire per tumore <strong>del</strong> polmone. Il tumore <strong>del</strong> polmone rappresentala prima causa di morte per tumore nei maschi (il 28% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le morti)e la terza causa nelle donne (11% <strong>del</strong> totale <strong>del</strong>le morti) Tabella 3 . Tra gli uom<strong>in</strong>i iltumore <strong>del</strong> polmone è al primo posto tra le cause di morte oncologica <strong>in</strong> tutte lefasce di età essendo responsabile <strong>del</strong> 17% dei decessi per tumore tra i giovani(0-49 anni), <strong>del</strong> 31% tra gli adulti (50-69 anni) e <strong>del</strong> 27% tra gli ultrasettantenni.Tabella 4Nelle donne è la seconda causa di morte per neoplasia nelle fasce di etàfra 0-49 e 50-69 anni (rispettivamente il 10% ed il 14%) e la terza causa nelleultrasettantenni (10%) Tabella 4 . I tassi di mortalità osservati nelle varie aree geografichenazionali evidenziano, al pari dei dati di <strong>in</strong>cidenza, un gradiente Nord-Sud con un tasso per 100.000 abitanti maschi di 65,8 al Nord, di 57,4 al Centro edi 63 al Sud, e un tasso per 100.000 abitanti femm<strong>in</strong>e, rispettivamente, <strong>del</strong> 16,7,14,1 e 10,7 Tabella 14 . Anche per la mortalità l’analisi degli andamenti temporaliconferma un decremento nei maschi a partire dal 1991 (–2,2%/anno) e un costante<strong>in</strong>cremento nelle femm<strong>in</strong>e (+1%/anno nel periodo 1986-2005). Così comeper l’<strong>in</strong>cidenza, anche questo dato è da porre <strong>in</strong> relazione al diverso andamento<strong>del</strong>l’abitud<strong>in</strong>e al fumo nei due sessi degli ultimi due decenni Tabella 11, Figure 11a-b .SopravvivenzaLa percentuale di sopravviventi a 5 anni fra i malati di tumore <strong>del</strong> polmoneè sostanzialmente immodificata nel tempo fra il qu<strong>in</strong>quennio 1995-99 e il qu<strong>in</strong>quennio2000-2004 attestandosi <strong>in</strong>torno al 12% negli uom<strong>in</strong>i ed al 16% (era il15%) tra le donne Tabella 8 . La probabilità di sopravvivere per ulteriori 5 anni cambianotevolmente dopo la diagnosi, aumentando per i sopravviventi ad 1, 3 e 5anni da questa rispettivamente al 28%, 59% e 72 % Tabella 9 . Insignificanti sono ledifferenze per sopravvivenza nelle varie aree <strong>del</strong> nostro Paese con percentuali<strong>del</strong> 13%, 14%, 14% e <strong>del</strong> 11% fra i maschi e <strong>del</strong> 17%, 17%, 19% e 15% fra ledonne rispettivamente nelle regioni <strong>del</strong> Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud,dati standardizzati per età Tabella 16 .PrevalenzaIl tumore <strong>del</strong> polmone permane, ancora oggi, neoplasia a prognosi particolarmentesfavorevole e pertanto poco contribuisce, <strong>in</strong> percentuale, alla composizionedei casi prevalenti. Complessivamente è stato stimato che nel 2006 vivevano<strong>in</strong> Italia 75.365 persone con tumore <strong>del</strong> polmone, pari al 3,4% di tutti i pazienticon diagnosi di neoplasia. Di esse 57.321 erano i maschi (il 6% di tutti i malati ditumore) e 18.000 le donne (solo 1,5% di tutte le malate di tumore) Figure 5,6 .In conseguenza <strong>del</strong>la prognosi di queste lesioni il 42% dei pazienti si trovanei primi due anni dopo la diagnosi (63% entro i 5 anni), mentre solo il 10% hasuperato i 15 anni di storia cl<strong>in</strong>ica. Per quanto riguarda i maschi si tratta <strong>in</strong>oltredi persone prevalentemente di età superiore ai 75 anni, con una proporzione di1.046 casi ogni 100.000 abitanti. Nelle donne le maggiori proporzioni si riscontranooltre i 60 anni (173 casi/100.000 nella fascia 65-74 anni, 190 tra le ultrasettantac<strong>in</strong>quenni)rispetto alle età più giovani (63/100.000 tra i 45 e 59 anni).In relazione soprattutto alle differenze di <strong>in</strong>cidenza si riscontrano <strong>in</strong>oltre dif-


61i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>ferenze territoriali, con 163 casi ogni 100.000 abitanti nel Nord-Ovest d’Italia,141 nel Nord-Est, 143 nel Centro e 94 nel Sud-Isole. I pazienti prevalenti contumore <strong>del</strong> polmone sono solo marg<strong>in</strong>almente variati dal 1992 al 2006 passandodal 4% al 3% di tutti i pazienti viventi con neoplasia e scendendo, nella classificafra le varie sedi dal nono all’undicesimo posto Tabella 10 .Diagnosi precoceGli esami diagnostici di semplice esecuzione, quali la radiografia <strong>del</strong> toracee l’esame citologico <strong>del</strong>l’espettorato, hanno dimostrato una scarsa sensibilità enon sono stati capaci di produrre una significativa riduzione <strong>del</strong>la mortalità 4 . Numerosistudi condotti <strong>in</strong> pazienti ad alto rischio, età superiore a 50 anni e fortifumatori, hanno prodotto promettenti risultati nell’<strong>in</strong>dividuazione di piccole neoplasiepolmonari <strong>in</strong> pazienti as<strong>in</strong>tomatici con l’utilizzo <strong>del</strong>la TAC spirale, determ<strong>in</strong>andoun maggior numero di pazienti operati <strong>in</strong> stadio precoce, senza chiarire,al momento, se ciò possa tradursi <strong>in</strong> un beneficio <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di riduzione <strong>del</strong>lamortalità 5 . Uno studio <strong>in</strong>trapreso nel 2002 dal National Cancer Institute (NationalLung Screen<strong>in</strong>g Trial) ha randomizzato 53.000 forti fumatori ad essere sottopostiper tre anni consecutivi ad una TAC spirale o ad una radiografia standard <strong>del</strong>torace. Lo studio è stato <strong>in</strong>terrotto nel 2010, prima <strong>del</strong> previsto, quando i risultati,recentemente pubblicati, hanno per la prima volta evidenziato una riduzione <strong>del</strong>20% <strong>del</strong> rischio di morte nei partecipanti sottoposti alla TAC spirale 6 . Le conclusioni<strong>del</strong>lo studio sono estremamente <strong>in</strong>coraggianti, ma non sufficienti ancoraper raccomandare la TAC spirale come procedura di screen<strong>in</strong>g di rout<strong>in</strong>e neiforti fumatori. Dagli studi ancora <strong>in</strong> corso, <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong> Europa, si attendonorisposte su varie questioni aperte come la valutazione dei costi e benefici <strong>del</strong>l’esame,il tasso di falsi positivi e il peso <strong>del</strong>la sovradiagnosi e degli effetti collaterali<strong>del</strong>lo screen<strong>in</strong>g. Per restr<strong>in</strong>gere la popolazione da sottoporre a TC periodica emigliorare la predittività <strong>del</strong> test, <strong>in</strong> futuro si potrà ricorrere anche a nuovi strumentidiagnostici, come l’analisi dei gas respiratori e dei marcatori presenti nelsangue e <strong>in</strong> altri campioni biologici. Un recente studio condotto all’Istituto NazionaleTumori di Milano ha segnalato che la comb<strong>in</strong>azione di 24 miRNA nel plasmadef<strong>in</strong>isce un profilo di rischio significativo non solo per lo sviluppo <strong>del</strong> tumoref<strong>in</strong>o a due anni prima <strong>del</strong>la comparsa <strong>del</strong> nodulo alla TC, ma dà <strong>in</strong>dicazioni anchesul grado di aggressività che la malattia manifesterà 7 .TerapiaLe scelte terapeutiche sono determ<strong>in</strong>ate dal tipo istologico (a piccole celluleo non a piccole cellule) e dallo stadio di presentazione e sono rappresentatedalla chirurgia, dalla radioterapia e dalla terapia medica, con chemioterapici efarmaci a bersaglio molecolare, quali gli antiangiogenetici e gli <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>laattività <strong>del</strong> recettore per Epithelial Growth Factor (EGRF).Tumori non a piccole cellule (non-small cell lung cancer)La chirurgia è il trattamento di scelta per i tumori localizzati f<strong>in</strong>o allo stadioIII A; l’utilizzo di chemioterapia adiuvante alla chirurgia si è dimostrato utile


62i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>nell’<strong>in</strong>crementare la sopravvivenza dei pazienti operati 8 . La radioterapia vieneimpiegata con <strong>in</strong>tento curativo nei pazienti con tumori localizzati non candidabilialla chirurgia. Nei pazienti <strong>in</strong> stadio IIIB la radioterapia viene utilizzata<strong>in</strong> associazione alla chemioterapia 8 . La chemioterapia con la associazione diun plat<strong>in</strong>o-derivato e farmaci di cosidetta nuova generazione (taxani, gemcitab<strong>in</strong>a,v<strong>in</strong>orelb<strong>in</strong>a, pemetrexed) è lo standard di trattamento dei pazienti conmetastasi. Una metanalisi, pubblicata nel 2008, ha confermato che la chemioterapiaproduce un <strong>in</strong>cremento statisticamente significativo <strong>del</strong>la sopravvivenzarispetto alla terapia di supporto 9 . Il confronto fra le varie comb<strong>in</strong>azioni non haevidenziato un maggior risultato <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di risposta obiettiva o di sopravvivenzadeterm<strong>in</strong>ato da alcuno degli schemi testati: la sopravvivenza medianadei pazienti trattati con chemioterapia è da tempo attestata sugli otto dieci mesie la sopravvivenza mediana libera da progressione <strong>in</strong>torno ai c<strong>in</strong>que mesi 10 .Nella scelta <strong>del</strong> secondo farmaco da associare al derivato <strong>del</strong> plat<strong>in</strong>o è statarecentemente messa <strong>in</strong> rilievo la migliore attività <strong>del</strong> pemetrexed nei tumoriad istologia non squamosa 11 . Indubbiamente i più importanti risultati ottenut<strong>in</strong>egli ultimi anni nella terapia dei tumori <strong>del</strong> polmone sono stati ottenuti con leterapie a bersaglio molecolare. Interessanti prospettive <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di aumento<strong>del</strong>la sopravvivenza sono state evidenziate da studi di associazione di chemioterapiacon l’antiangiogenetico bevacizumab e l’anticorpo monoclonale antiEGFR cetuximab 12-13 . In studi di fase II è stato dimostrato che la presenza dimutazioni a livello <strong>del</strong>l’esone 19 o 21 <strong>del</strong> gene codificante per EGFR prediconoelevati tassi di risposta (<strong>in</strong>torno al 70%) e sopravvivenze mediane superiori a20 mesi agli <strong>in</strong>ibitori di tiros<strong>in</strong>ch<strong>in</strong>asi gef<strong>in</strong>itib ed erlot<strong>in</strong>ib 14-15 . Tali mutazioni,particolarmente frequenti <strong>in</strong> pazienti asiatici, donne, non fumatori e con adenocarc<strong>in</strong>oma,sono state riscontrate <strong>in</strong> circa il 13% dei pazienti <strong>italia</strong>ni. Studi randomizzatihanno confrontato gef<strong>in</strong>itib o erlot<strong>in</strong>ib alla chemioterapia standarda base di plat<strong>in</strong>o, come trattamento di prima l<strong>in</strong>ea nei pazienti con mutazione<strong>del</strong> gene per EGFR. È stato dimostrato un vistoso e statisticamente significativoaumento dei tassi di risposta obiettiva e <strong>del</strong>la sopravvivenza nei pazientitrattati con gli <strong>in</strong>ibitori di tiros<strong>in</strong>ch<strong>in</strong>asi, confermando i risultati emersi daglistudi di fase II ed affermando il ruolo di questi farmaci come trattamento diprima l<strong>in</strong>ea nei pazienti con le mutazioni attivanti 16-17 . La presenza <strong>del</strong> gene difusione ALK-EML4, presente <strong>in</strong> circa il’4% di pazienti con tumore <strong>del</strong> polmonenon small cell, soprattutto con adenocarc<strong>in</strong>omi, è predittivo di elevata rispostaall’<strong>in</strong>ibitore di ALK crizot<strong>in</strong>ib 18 .Tumori a piccole cellule (small cell lung cancer)La chemioterapia da sola o <strong>in</strong> associazione alla radioterapia rappresenta,ancora oggi, il trattamento di scelta determ<strong>in</strong>ando un elevato tasso di remissionidi malattia. Una sopravvivenza libera da malattia superiore a c<strong>in</strong>que anniè raggiungibile nel 10% dei pazienti con malattia limitata. Nei pazienti con malattiaestesa la sopravvivenza mediana si attesta <strong>in</strong>torno ai 7-10 mesi, senzamiglioramenti ottenuti nell’ultimo decennio 18 .


63i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>Bibliografia1. Humphrey EW, et al. The American Cancer Society Textbookof Cl<strong>in</strong>ical Oncology1995; 220-235.2. Yokota J et al. Genetic basis for susceptibility to lung cancer:Recent progress and future directions. Adv CancerRes 2010; 109:51-72.3. M<strong>in</strong>istero <strong>del</strong>la Salute. Relazione sullo Stato Sanitario <strong>del</strong>Paese 2007-2008 e Documento tecnico di <strong>in</strong>dirizzo perridurre il carico di malattia <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> per il <strong>2011</strong>-2013.http://www.salute.gov.it/tumori/tumori.jsp.4. Fleh<strong>in</strong>ger BJ et al. MR. Current status of screen<strong>in</strong>g forlung cancer. Chest Surg Cl<strong>in</strong> North Am 1994; 4:1.5. Lopes Pegna A et al. 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Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-rettoFattori di rischioCirca l’80% dei carc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong> colon-retto <strong>in</strong>sorge a partire da lesioni precancerose(adenomi con componente displastica via via crescente). Gli stili divita e la familiarità sono da tempo chiamati <strong>in</strong> causa quali fattori di aumento <strong>del</strong>rischio di <strong>in</strong>cidenza di queste lesioni. Tra i primi spiccano fattori dietetici qualiil consumo di carni rosse e di <strong>in</strong>saccati, far<strong>in</strong>e e zuccheri raff<strong>in</strong>ati, il sovrappesoe la ridotta attività fisica, il fumo e l’eccesso di alcool 1 . Una protezione, oltre alcontrollo dei citati fattori di rischio, è conferita dal consumo di frutta e verdure,carboidrati non raff<strong>in</strong>ati, vitam<strong>in</strong>a D e calcio e dalla somm<strong>in</strong>istrazione diant<strong>in</strong>fiammatori non steroidei a dosi appropriate per lungo tempo 2 . Ulterioricondizioni di rischio sono costituite dalla malattia di Crohn e dalla rettocoliteulcerosa 3,4 . Circa un terzo dei tumori <strong>del</strong> colon-retto presenta caratteristiche


64i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>di familiarità ascrivibile a suscettibilità ereditarie 5 : solo una parte di questo rischiofamiliare (2-5%) è riconducibile a s<strong>in</strong>dromi conosciute <strong>in</strong> cui sono stateidentificate mutazioni genetiche associate ad aumento <strong>del</strong> rischio di carc<strong>in</strong>omacolorettale 6,7 . Fra queste le s<strong>in</strong>dromi caratterizzate dall’<strong>in</strong>sorgenza di polipi,quali la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e quelle non poliposiche come las<strong>in</strong>drome di Lynch. L’ereditarietà è per lo più su base autosomico-dom<strong>in</strong>ante.Per gli <strong>in</strong>dividui appartenenti a gruppi familiari a rischio non ancora <strong>in</strong>quadrati<strong>in</strong> s<strong>in</strong>dromi def<strong>in</strong>ite il rischio di ammalare di carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto ècirca doppio rispetto alla popolazione generale nel caso <strong>in</strong> cui sia presente unconsangu<strong>in</strong>eo di I grado, e più che triplo qualora quest’ultimo abbia contrattoil tumore prima dei 50 anni di età 8 .IncidenzaIl carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto è <strong>in</strong> assoluto il tumore a maggiore <strong>in</strong>sorgenzanella popolazione <strong>italia</strong>na, con quasi 50.000 diagnosi stimate per il <strong>2011</strong>. Tra imaschi si trova al terzo posto, preceduto da prostata e polmone (14% di tutti <strong>in</strong>uovi tumori), nelle femm<strong>in</strong>e al secondo posto, preceduto dalla mammella, con13% Tabella 2 . Nella classifica dei tumori più frequenti per gruppi di età il carc<strong>in</strong>omacolon-retto occupa sempre posizioni elevate, variando nelle diverse età tral’8 e il 15% negli uom<strong>in</strong>i e tra il 5 e il 17% nelle donne Tabella 7 . La diffusione deifattori di rischio, l’anticipazione diagnostica e l’aumento <strong>del</strong>l’età media <strong>del</strong>lapopolazione sono alla base <strong>del</strong>la progressiva crescita <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza di questotumore negli ultimi decenni. Al netto <strong>del</strong>l’effetto età, questo tumore conferma iltrend <strong>in</strong> crescita nei maschi (solo però nelle localizzazioni coliche), mentre nellefemm<strong>in</strong>e appaiono stabili sia le forme coliche che quelle rettali Tabella 11 . L’andamentotemporale per gli uom<strong>in</strong>i è passato da un +2,1%/anno degli anni ’80-’90 a+0,7/anno <strong>del</strong>l’ultimo decennio <strong>in</strong> studio, mentre nelle donne l’aumento (+0,7%/anno) appare omogeneo per tutto il ventennio esam<strong>in</strong>ato Figure 8a-b . I confrontigeografici nazionali mostrano un gradiente Nord-Sud sia nei maschi (Centro–7%, Sud –28% rispetto al Nord) che nelle femm<strong>in</strong>e (Centro +1%, Sud –21%) Tabelle12-13, anch’esso coerente con la diversa presenza dei fattori precedentemente<strong>in</strong>dicati. Da ciò le ragioni che fanno stimare un ulteriore aumento dei casi neiprossimi decenni (rispetto al <strong>2011</strong> + 12% nel 2020 e +28% nel 2030 Tabella 6 .MortalitàSulla base <strong>del</strong>la situazione attuale si prevedono per il <strong>2011</strong> quasi 20.000 decessiper carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto (55% negli uom<strong>in</strong>i), neoplasia al secondoposto nella mortalità per tumore (11% nei maschi, 12% nelle femm<strong>in</strong>e) Tabella 3 ,e tra il secondo e terzo posto nelle varie età <strong>del</strong>la vita Tabella 4. Dagli anni ‘80 lamortalità per questa patologia è <strong>in</strong> moderato calo sia per i maschi (–0,8%/anno,che per le femm<strong>in</strong>e (–1,5%) Tabella 11, Figure 8a-b . Presente anche se <strong>in</strong> grado moderatoun gradiente Nord-Sud: nelle regioni settentrionali 25,9 maschi e 15 femm<strong>in</strong>eogni 100.000 abitanti/anno muoiono per <strong>cancro</strong> colorettale, mentre la mortalitàè <strong>in</strong>feriore al Centro e al Sud (rispettivamente –7% e –15% nei maschi, –5% e–11% nelle femm<strong>in</strong>e, dati standardizzati per età) Tabelle 14-15 .


65TerapiaLa chirurgia è il più comune trattamento per il carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto 9 . Lachemioterapia adiuvante con 5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico e oxaliplat<strong>in</strong>o (re-i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>SopravvivenzaIl carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto presenta una prognosi sostanzialmente favorevole:il 58% dei pazienti <strong>in</strong>cidenti nei primi anni ‘2000 risulta <strong>in</strong> vita a 5 annidalla diagnosi, con una moderata tendenza all’aumento rispetto ai qu<strong>in</strong>quenniprecedenti Tabella 8 . Nei pazienti che superano le prime fasi <strong>del</strong>la malattia la probabilitàdi sopravvivere per ulteriori 5 anni cresce progressivamente: quasi il 69%a un anno dalla diagnosi, l’84% e il 92% rispettivamente a 3 e 5 anni Tabella 9 . LeRegioni meridionali presentano <strong>in</strong>dici di sopravvivenza <strong>in</strong>feriori di circa il 2%rispetto al Centro-Nord nei maschi e <strong>del</strong> 4-5% nelle femm<strong>in</strong>e Tabella 16 .PrevalenzaSono quasi 300.000 i pazienti con pregressa diagnosi di carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colonretto<strong>in</strong> Italia (51% maschi), al secondo posto tra tutti i tumori e pari al 13,2% ditutti i pazienti oncologici Figura 5 . Il 16% di questi si trova <strong>in</strong> verità ad ormai oltre15 anni dalla diagnosi (e il 14% tra i 10 e i 15 anni), mentre la restante quota èequamente distribuita entro i 2, tra i 2 e i 5 e i 5 e 10 anni (23-24% per ogni periodo).In considerazione <strong>del</strong>la stabile lieve tendenza al decremento <strong>del</strong>la mortalitàosservata da ormai lungo periodo, sono soprattutto l’<strong>in</strong>cidenza (con la sempremaggiore tendenza alla diagnosi precoce e alla diffusione dei programmi di screen<strong>in</strong>gdi questi ultimi anni) e la sostanziale buona sopravvivenza (tendente al miglioramento)a condizionare i “<strong>numeri</strong>” <strong>del</strong>le persone che convivono con questotipo di diagnosi e la loro distribuzione lungo la storia cl<strong>in</strong>ica, con evidenti diverseesigenze assistenziali e di sostegno nel follow-up. La maggior parte di questepersone si concentra nelle età più anziane, con una proporzione, oltre i 75 annidi età, di 2.722 casi ogni 100.000 abitanti, più che doppia rispetto alla fascia 60-74anni e di 8,5 volte maggiore di quella 45-59. Notevoli differenze si registrano trale regioni <strong>del</strong> Nord e <strong>del</strong> Centro Italia (rispettivamente 632/100.000 nel NO, 598nel NE, 639 nel Centro) rispetto al Sud (317/100.000). Un modesto aumento diprevalenza è stato osservato nell’ultimo decennio rispetto agli anni ‘90 Tabella 10 .Diagnosi precoceIniziando dall’età di 50 anni e f<strong>in</strong>o all’età di 69 anni gli uom<strong>in</strong>i e le donne, chesono nell’età mediana di rischio per sviluppare un carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> colon-retto,dovrebbero <strong>in</strong>iziare il programma di screen<strong>in</strong>g. Lo screen<strong>in</strong>g per la prevenzionedei tumori <strong>del</strong> colon-retto è un <strong>in</strong>tervento di prevenzione attiva medianteil test di ricerca di sangue occulto nelle feci e successiva colonscopia nei casipositivi, con ripetizione regolare ogni 2 anni. Lo screen<strong>in</strong>g può consentire ilriscontro e la rimozione di precursori (adenomi) prima <strong>del</strong>lo trasformazione<strong>in</strong> carc<strong>in</strong>oma e la diagnosi di carc<strong>in</strong>omi <strong>in</strong> stadio <strong>in</strong>iziale, con una conseguenteriduzione <strong>del</strong>la mortalità sia per riduzione <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza che per il riscontro dicarc<strong>in</strong>omi <strong>in</strong> stadi più <strong>in</strong>iziali, e qu<strong>in</strong>di suscettibili di guarigione dopo terapia.


66i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>gime FOLFOX4) nei pazienti con l<strong>in</strong>fonodi positivi (stadio III) dopo chirurgia“curativa” ha prodotto un prolungamento <strong>del</strong>la significativo <strong>in</strong> sopravvivenzarispetto al trattamento con solo 5fluorouraile/acido fol<strong>in</strong>ico 10 . Analogamenteil regime di comb<strong>in</strong>azione con capecitab<strong>in</strong>a e oxaliplat<strong>in</strong>o (regime XELOX)presenta vantaggio a 3 anni <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tervallo libero da malattia (DFS) rispetto al5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico 11 .Nel trattamento adiuvante dei pazienti <strong>in</strong> III stadio nessun vantaggio <strong>in</strong> sopravvivenzaviene ottenuto con 5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azionecon ir<strong>in</strong>otecan (regime FOLFIRI) rispetto al trattamento con solo fluoropirimid<strong>in</strong>a12 . Nei pazienti <strong>in</strong> stadio II l’impiego <strong>del</strong>la chemioterapia adiuvante abase di 5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico rimane controverso e andrebbe limitatoai pazienti ad “alto rischio” (pT4,


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68i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>rosse, di cibi conservati con sale, nitrati e affumicatura sono associati ad aumento<strong>del</strong> rischio 2 . La gastrite cronica <strong>in</strong>dotta da HP o da altre cause (compresoil reflusso biliare) <strong>in</strong>duce condizioni di “stress ossidativo” con produzione diossidi di azoto e calo <strong>del</strong>la concentrazione dei fattori antiossidanti. In presenzadi gastrite è <strong>in</strong>oltre <strong>in</strong>nalzata l’attività proliferativa ghiandolare, che costituisceuna condizione di rischio per lo sviluppo di displasia, fortemente stimolata anchedal rilascio di ioni ammonio attraverso la potente azione ureasica di HP.La netta maggioranza dei carc<strong>in</strong>omi gastrici è costituita da forme sporadiche:solo l’1-3% dei casi è ascrivibile a forme di predisposizione ereditaria 3 . Queste <strong>in</strong>cludonola poliposi adenomatosa familiare (FAP), la s<strong>in</strong>drome di Lynch, la s. di Li-Fraumeni ed alcune forme <strong>del</strong>la s. di Peutz Jeghers. Più recentemente è stata def<strong>in</strong>itauna forma di <strong>cancro</strong> gastrico ereditario diffuso (HDGC) caratterizzata dallapresenza di carc<strong>in</strong>oma di tipo istologico “diffuso” <strong>in</strong> consangu<strong>in</strong>ei di I e II grado edall’associazione, nelle donne, con il carc<strong>in</strong>oma mammario di tipo lobulare 4 .IncidenzaQuasi 13.700 nuovi casi di carc<strong>in</strong>oma gastrico sono attesi nel <strong>2011</strong>, attualmenteal qu<strong>in</strong>to posto <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di <strong>in</strong>cidenza <strong>in</strong> entrambi i sessi (10% di tutti itumori nei maschi, 4% nelle femm<strong>in</strong>e) Tabella 2 . Questo ord<strong>in</strong>e di frequenza è perla quasi totalità da attribuire all’<strong>in</strong>cidenza <strong>in</strong> età avanzata (oltre 1 75 anni) Tabella 7 .Si tratta di una forma tumorale la cui frequenza è <strong>in</strong> calo da tempo <strong>in</strong> entrambii sessi Tabella 11 : –3,4% all’anno nell’ultimo ventennio esam<strong>in</strong>ato Figure 7a-b . La presenza<strong>in</strong> Italia di un’area geografica tradizionalmente ad alto rischio (Appenn<strong>in</strong>otosco-romagnolo e marchigiano) e di abitud<strong>in</strong>i dietetiche protettive al Sud condizionale differenze territoriali osservate. Rispetto ad un’<strong>in</strong>cidenza annuale alNord di 22,8 casi/100.000 abitanti nei maschi e di 11,8 nelle femm<strong>in</strong>e, il Centropresenta un aumento <strong>del</strong> 16% negli uom<strong>in</strong>i e <strong>del</strong>l’11% nelle donne, mentre ilSud fa registrare riduzioni rispettivamente <strong>del</strong> 27% e <strong>del</strong> 35% Tabelle 12-13 . Considerandoperò la tendenza all’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione <strong>italia</strong>na le attesesono di un complessivo aumento dei casi nel prossimo futuro, rispetto alle stime<strong>2011</strong> (+36% nel 2020 e +56% nel 2030) Tabella 6 .MortalitàNel <strong>2011</strong>, sulla base dei dati attuali, sono attese oltre 12.000 morti per questaneoplasia (56% nei maschi). Con il 7% tra i decessi per tumore il carc<strong>in</strong>oma gastricooccupa il quarto posto nei maschi e il qu<strong>in</strong>to nelle femm<strong>in</strong>e Tabella 3 , con unapresenza più <strong>in</strong>cisiva nell’età medio-avanzata Tabella 4 . Negli ultimi 20 anni la tendenza<strong>del</strong> fenomeno appare <strong>in</strong> netta dim<strong>in</strong>uzione (–4,4%/anno nei maschi, –4,3%nelle femm<strong>in</strong>e) analogamente e <strong>in</strong> misura maggiore di quanto avviene per l’<strong>in</strong>cidenzaTabella 11, Figure 7a-b . A livello nazionale i tassi più alti si osservano, coerentementecon i dati di <strong>in</strong>cidenza, al Centro-Nord Tabella 14 , mentre le Regioni meridionali appaiononettamente più protette (–34% nei maschi, –26% nelle femm<strong>in</strong>e) Tabella 15 .SopravvivenzaPer la coorte di casi <strong>in</strong>sorti nel 2000-2004 la sopravvivenza per carc<strong>in</strong>oma


69i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>gastrico si conferma bassa (28% a 5 anni nei maschi, 31% nelle femm<strong>in</strong>e) e <strong>in</strong>modesto aumento rispetto ai periodi precedenti Tabella 8 . Analogamente a quantoaccade anche <strong>in</strong> altre neoplasie aggressive, il rischio di esito <strong>in</strong>fausto si concentranel breve term<strong>in</strong>e rispetto alla diagnosi. Per i pazienti vivi a 1, 3 e 5 anni,<strong>in</strong>fatti, la probabilità di sopravvivere ulteriori 5 anni presenta <strong>in</strong>fatti una crescitasensibile e progressiva (55%, 79%, 88% rispettivamente) Tabella 9 . Tra le diversearee geografiche <strong>italia</strong>ne non si osservano sostanziali differenze di sopravvivenza,pur con livelli leggermente maggiori al Nord per i maschi e al Centroper le femm<strong>in</strong>e Tabella 16 .PrevalenzaPoco più di 69.000 persone, equamente distribuite tra maschi e femm<strong>in</strong>e (55 vs45%) vivono <strong>in</strong> Italia con una diagnosi di carc<strong>in</strong>oma gastrico Figura 5 , il 3,1% di tuttii soggetti con tumore. Il 20% di questa coorte si trova a meno di due anni dalladiagnosi, il 39% entro i 5 e il 40% oltre i 10 anni. Si tratta per lo più anche perquesto tumore di pazienti oltre i 75 anni di età, <strong>in</strong> cui si osservano 680 personeogni 100.000 residenti (il doppio rispetto ai 60-74enni, quasi 9 volte rispetto ai45-59enni). Le differenze tra aree geografiche sono anche <strong>in</strong> questo caso sensibilie determ<strong>in</strong>ate <strong>in</strong> primis dalle differenze di <strong>in</strong>cidenza tra il Centro-Nord (123persone ogni 100.000 nel NO, 155 al Nord-Est, 189 al Centro) ed il Sud, con unaproporzione di “sole” 63 persone/100.000, conseguenza pr<strong>in</strong>cipalmente di unam<strong>in</strong>ore <strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong>la malattia. A livello nazionale tra i primi anni ’90 e il 2006 siè osservata una modesta dim<strong>in</strong>uzione <strong>del</strong>la prevalenza (4% vs 3%) Tabella 10 .Diagnosi precoceNei paesi occidentali, differentemente da quanto avviene <strong>in</strong> Giappone, loscreen<strong>in</strong>g <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma gastrico non è proponibile sia per la relativa bassa<strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong>la neoplasia, sia perché non esistono studi randomizzati <strong>in</strong> questipaesi f<strong>in</strong>alizzati a valutarne l’efficacia. I s<strong>in</strong>tomi vaghi e aspecifici degli stadi<strong>in</strong>iziali rendono difficile una diagnosi precoce. Il controllo <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>fezione da HPe più corrette abitud<strong>in</strong>i alimentari potrebbero contribuire a ridurre ulteriormentel’<strong>in</strong>cidenza di questa neoplasia.TerapiaIl carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>lo stomaco è ancora oggi più frequentemente diagnosticato<strong>in</strong> stadio localmente avanzato/metastatico. Un’adeguata chirurgia e soprattuttoun’adeguata l<strong>in</strong>foadenectomia impatta fortemente sull’OS 5 . La chirurgia conl<strong>in</strong>foadenectomia D2 determ<strong>in</strong>a una riduzione <strong>del</strong>le recidive loco-regionali e<strong>del</strong>la mortalità tumore-correlata rispetto alla D1 anche nei risultati a lungo term<strong>in</strong>e<strong>del</strong> Dutch trial condotto su popolazione occidentale, e rappresenta oggilo standard chirurgico 6 . La chemioterapia adiuvante dopo chirurgia “curativa”rispetto alla sola chirurgia non ha dimostrato un vantaggio significativo nel migliorarel’OS negli studi cl<strong>in</strong>ici di fase III; un miglioramento assoluto <strong>del</strong> 4-6%è stato valutato nelle meta-analisi degli studi disponibili 7 . Nella pratica cl<strong>in</strong>icala chemioterapia adiuvante a base di composti <strong>del</strong> plat<strong>in</strong>o e fluoropirimid<strong>in</strong>a è


70i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>riservata alle neoplasie con l<strong>in</strong>fonodi positivi dopo chirurgia. Discusso è il ruolo<strong>del</strong>la chemio-radioterapia post-chirurgica. Nello studio INT-116 la chemioterapiacon 5-fluorouracile <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione con la radioterapia dopo chirurgia miglioral’OS rispetto alla sola chirurgia <strong>in</strong> pazienti però sottoposti ad una chirurgianon ottimale (<strong>in</strong> prevalenza D0 e D1) 8 . In considerazione <strong>del</strong>l’elevata percentualedi ricadute dopo chirurgia “curativa” e <strong>del</strong>la bassa compliance ad un’adeguatachemioterapia adiuvante, è stata valutata nel carc<strong>in</strong>oma gastrico operabile l’efficacia<strong>del</strong>la chemioterapia peri-operatoria (pre e post-chirurgica) rispetto allasola chirurgia. I due studi conclusi di fase III, il MAGIC 9 che utilizzava come chemioterapiail regime ECF e lo studio <strong>del</strong>l’FFCD 10 con il regime CDDP/5FU, hannoevidenziato entrambi un vantaggio statisticamente significativo <strong>in</strong> OS per il trattamentoperi-operatorio. Nella malattia avanzata una metanalisi 11 ha evidenziatoun vantaggio <strong>in</strong> OS <strong>del</strong>la chemioterapia rispetto alla migliore terapia di supporto(BSC) e <strong>del</strong>la chemioterapia di comb<strong>in</strong>azione rispetto alla monoterapia. Regimidi chemioterapia a due farmaci comprendenti composti <strong>del</strong> plat<strong>in</strong>o (cisplat<strong>in</strong>o/oxaliplat<strong>in</strong>o) e fluoropirimid<strong>in</strong>e (5-fluorouracile/capecitab<strong>in</strong>a) determ<strong>in</strong>ano unasopravvivenza mediana di 10-12 mesi. L’aggiunta a queste comb<strong>in</strong>azioni di unterzo farmaco l’epirubic<strong>in</strong>a nel regime ECF e il docetaxel nel regime DCF hannopresentato maggiore efficacia <strong>in</strong> studi randomizzati ma con un significativo aumentodi tossicità. Migliore tollerabilità vene riscontrato per il regime a tre farmacioxaliplat<strong>in</strong>o/capecitab<strong>in</strong>a/ epirubic<strong>in</strong>a (EOX) 12 . L’iperespressione di HER-2(presente <strong>in</strong> circa il 20% dei carc<strong>in</strong>omi <strong>del</strong>lo stomaco) identifica un gruppo dipazienti sensibili al trattamento con il trastuzumab. Nello Studio ToGa il trastuzumab<strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione cisplat<strong>in</strong>o e capecitab<strong>in</strong>a/5-fluorouracile produce un aumentodi circa 2,7 mesi <strong>in</strong> OS rispetto al solo cisplat<strong>in</strong>o e fluoropirimid<strong>in</strong>a 13 . Altrifarmaci biologici sono stati valutati <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione la chemioterapia a base dicisplat<strong>in</strong>o e fluoroprimid<strong>in</strong>e <strong>in</strong> studi di fase III. Il bevacizumab <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azionecon la chemioterapia non determ<strong>in</strong>a un aumento <strong>del</strong>l’OS rispetto alla sola chemioterapianello studio AVAGAST. Lo studio EXPAND che valuta regime di cetuximabpiù cisplat<strong>in</strong>o/capecitab<strong>in</strong>a rispetto alla sola chemioterapia ha conclusoil reclutamento ed i risultati sono attesi per il 2012.Bibliografia1. Correa P, Piazuelo MB, Camargo MC. Etiopathogenesis ofgastric cancer. Scand J Surg 2006; 95: 218-24.2. World Cancer Research Fund, American Institute forCancer Research. Food nutrition, physical activity andthe prevention of cancer: a global perspective. AmericanInstitute for Cancer Research, Wash<strong>in</strong>gton D.C. 2007, pp.265-70.3. 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71i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>IncidenzaNel <strong>2011</strong> sono attesi quasi 11.000 nuovi casi, circa il 3% di tutti i tumori<strong>in</strong>cidenti tra maschi e femm<strong>in</strong>e. Solo nelle donne oltre i 75 anni il carc<strong>in</strong>omapancreatico è compreso tra i c<strong>in</strong>que tumori più frequenti (V posto, 5% dei casi)Tabella 7. L’andamento temporale <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza di questa neoplasia, al netto <strong>del</strong>levariazioni di età nella popolazione, è <strong>in</strong> crescita sia nei maschi che nelle femmimotherapycompared with surgery alone for resectablegastroesophageal adenocarc<strong>in</strong>oma: a FNCLCC and FFCDmulticenter phase III trial. J Cl<strong>in</strong> Oncol. <strong>2011</strong>; 29:1715–21.11. Wagner AD, Grothe W, Haert<strong>in</strong>g J, et al, Chemotherapy <strong>in</strong>advanced gastric cancer: a systematic review and metaanalysisbased on aggregate data. J Cl<strong>in</strong> Oncol. 2006; 24:2903-9.12. Cunn<strong>in</strong>gham D, Starl<strong>in</strong>g N, Rao S, et al. Capecitab<strong>in</strong>e andoxaliplat<strong>in</strong> for advanced esophagogastric cancer. N Engl JMed. 2008; 358:36-46.13. Bang YJ, Van Cutsem E, Feyereislova A, et al. Trastuzumab<strong>in</strong> comb<strong>in</strong>ation with chemotherapy versus chemotherapyalone for treatment of HER2-positive advanced gastricor gastro-oesophageal junction cancer (ToGA): a phase3, open-label, randomised controlled trial. Lancet. 2010;376:687-97.F. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> pancreasFattori di rischioIl fumo di sigaretta, anche passivo, è il fattore di rischio <strong>in</strong> assoluto più associatoalla probabilità di sviluppare un carc<strong>in</strong>oma pancreatico: i fumatori presentanoun rischio di <strong>in</strong>cidenza da doppio a triplo rispetto ai non fumatori,è stato identificata una relazione dose-risposta e ben documentata è la dim<strong>in</strong>uzione<strong>del</strong> rischio <strong>in</strong> rapporto alla cessazione <strong>del</strong> fumo 1,2 . La proporzione dicarc<strong>in</strong>oma pancreatico attribuibile al fumo è <strong>del</strong>l’ord<strong>in</strong>e <strong>del</strong> 20-30% nei maschie <strong>del</strong> 10% nelle femm<strong>in</strong>e 3 . Altri fattori di rischio sono chiamati <strong>in</strong> causa per lafrazione dei tumori non spiegabili dalla diffusione <strong>del</strong> fumo e di altre modalitàdi assunzione <strong>del</strong> tabacco: fra questi i fattori dietetici. L’obesità, la ridotta attivitàfisica, l’alto consumo di grassi saturi e la scarsa assunzione di verdure efrutta fresca sono correlati ad un più alto rischio di contrarre la malattia 4,5 . Èpresente, anche se meno marcata, l’associazione con il consumo di alcol, mentreil rischio da consumo di caffè, proposto da alcuni studi <strong>del</strong> passato, non èstato <strong>in</strong> seguito confermato. Tra le patologie d’organo, la pancreatite cronica èconsiderata una condizione di rischio per questi tumori (f<strong>in</strong>o a 10 volte e piùrispetto alla popolazione generale), così come il diabete mellito (1,5-2 volte) ela pregressa gastrectomia (3-5 volte) 6 . F<strong>in</strong>o al 10% dei pazienti con tumori pancreaticievidenziano una storia familiare, che <strong>in</strong> alcuni casi è possibile spiegarenel contesto di s<strong>in</strong>dromi note: la s. di Peutz Jeghers (rischio di oltre 100 volte) 7 ,la “s<strong>in</strong>drome familiare con nevi atipici multipli e melanoma” (20-30 volte) 8 , lamutazione germl<strong>in</strong>e <strong>del</strong> gene BRCA-2 (3-10 volte) 9 , la pancreatite ereditaria (10volte) 10 e la s<strong>in</strong>drome di Lynch. Anche la presenza di varianti dei loci genomicidei gruppi sanguigni AB0 (<strong>in</strong> particolare nei gruppi non 0) hanno mostrato unamaggiore tendenza a sviluppare tumori pancreatici.


72i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>ne (rispettivamente +1% e +1,3%/anno) Tabella 11, Figure 10a-b . Netto anche per questamalattia il gradiente Nord-Sud: rispetto all’Italia settentrionale il Centro mostralivelli di <strong>in</strong>cidenza pari a –17% nei maschi e a –22% nelle femm<strong>in</strong>e, che al Sudpassano a –22% e –33% rispettivamente Tabelle 12-13 .Nei prossimi decenni è atteso un moderato aumento dei nuovi casi di malattia,passando dai 10.788 <strong>del</strong> <strong>2011</strong> ai 12.180 <strong>del</strong> 2020 ai 13.928 <strong>del</strong> 2030 Tabella 6 .MortalitàIl carc<strong>in</strong>oma pancreatico, con il 7% dei decessi, entra tra le prime 5 cause dimorte per tumore soltanto nel sesso femm<strong>in</strong>ile Tabella3 , ma nelle età centrali <strong>del</strong>lavita occupa il qu<strong>in</strong>to posto tra i maschi (7%) e i quarto (7%) tra le femm<strong>in</strong>e(<strong>in</strong> queste ultime anche nelle età più avanzate) Tabella 4 . L’andamento nel tempo faosservare una lieve, ma costante tendenza all’<strong>in</strong>cremento negli ultimi 20 anni(+0,4%/anno negli uom<strong>in</strong>i, +0,6% nelle donne) Tabella 11, Figure 10a-b . Le Regioni <strong>del</strong>Nord mostrano livelli superiori di mortalità (13,8 casi x 100.000 abitanti/annonegli uom<strong>in</strong>i, 9,9 nelle donne) nei confronti <strong>del</strong> Centro Italia (rispettivamente–20% e –24%) e <strong>del</strong> Meridione (–20% e –28%) Tabelle 14-15 .SopravvivenzaSi tratta, com’è noto, di una <strong>del</strong>le neoplasie a prognosi più <strong>in</strong>fausta: soloil 5% degli uom<strong>in</strong>i e il 6% <strong>del</strong>le donne risultano vivi a 5 anni, senza sensibiliscostamenti di prognosi negli ultimi 20 anni Tabella 8 . Anche per questa se<strong>del</strong>a rapidità <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong>la malattia colloca la grande maggioranza degliesiti negativi entro i primi mesi dalla diagnosi. Conseguentemente la speranzadi vita nei sopravviventi si allunga sensibilmente man mano che la data didiagnosi si allontana nel tempo: la probabilità di sopravvivere ulteriori 5 annipassa <strong>in</strong>fatti al 22% per i pazienti vivi a un anno dalla diagnosi e al 65% e 80%rispettivamente a 3 e 5 anni dalla diagnosi Tabella 9 . Non si osservano differenze trale diverse aree geografiche nazionali Tabella 16 .PrevalenzaIl relativamente ristretto numero di persone affette da questa patologia (9.636,pari allo 0,4% di tutti i pazienti oncologici, equamente distribuiti tra maschi efemm<strong>in</strong>e), è direttamente collegabile all’aggressività e alla conseguente brevesopravvivenza di questo tipo di tumore Figura 5 . Il 58 % dei pazienti si trova <strong>in</strong>fattientro i due anni dalla diagnosi e solo il 23% oltre i 5 anni. Oltre i 75 anni di etàsono complessivamente 65/100.000 abitanti le persone affette da questa patologia(46 entro i 60-74 e 17 tra i 45 e i 59 anni). Presente anche qui un gradienteNord-Sud: 21 e 20 ogni 100.000 le persone rispettivamente al NO e al NE, 16 alCentro e 12 al Sud.Diagnosi precoceAd oggi non esistono metodi per la diagnosi precoce <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> pancreas.La malattia è di solito per lungo tempo as<strong>in</strong>tomatica; solamente il 7% deicasi sono diagnosticati <strong>in</strong> stadio <strong>in</strong>iziale.


73i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>TerapiaMeno <strong>del</strong> 20% dei pazienti sono candidabili per una chirurgia con <strong>in</strong>tento “curativo”,con una sopravvivenza a 5 anni <strong>in</strong>torno al 20% 11 . Nei pazienti sottopostia chirurgia “curativa” la chemioterapia adiuvante con 5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico(ESPAC-1 Study) 12 o gemcitab<strong>in</strong>a (CONKO-1 Study) 13 migliora l’OS rispettoalla sola chirurgia. Nel trattamento adiuvante la gemcitab<strong>in</strong>a presenta gli stessirisultati <strong>in</strong> OS <strong>del</strong> 5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico (ESPAC-3 Study) 14 . L’efficacia <strong>del</strong>laradio-chemioterapia post-operatoria appare limitata ai pazienti con chirurgianon radicale (R1) 12 . Nella malattia metastatica il farmaco di riferimento rimane lagemcitab<strong>in</strong>a con una sopravvivenza mediana di circa 6 mesi. I regimi di comb<strong>in</strong>azionecisplat<strong>in</strong>o/gemcitab<strong>in</strong>a o gencitab<strong>in</strong>a/oxaliplat<strong>in</strong>o non hanno dimostrato <strong>in</strong>studi randomizzati un vantaggio <strong>in</strong> OS rispetto alla sola gemcitab<strong>in</strong>a. Di recente<strong>in</strong> uno studio di fase III <strong>del</strong>la FFCD 15 il regime di comb<strong>in</strong>azione a tre farmaci con5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico, oxaliplat<strong>in</strong>o e ir<strong>in</strong>otecan (FOLFIRINOX) ha dimostratoun vantaggio statisticamente significativo <strong>in</strong> RR, PFS e OS rispetto allagemcitab<strong>in</strong>a, e questo regime può diventare un’opzione anche per il trattamentoneoadiuvante <strong>in</strong> pazienti con buon performance status. L’<strong>in</strong>troduzione di farmacibiologici nella malattia avanzata non ha determ<strong>in</strong>ato sostanziali vantaggi neglistudi cl<strong>in</strong>ici di fase III. L’erlot<strong>in</strong>ib <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione con la gemcitab<strong>in</strong>a ha prodottoun vantaggio statisticamente significativo <strong>in</strong> OS ma cl<strong>in</strong>icamente irrilevanterispetto alla sola gemcitab<strong>in</strong>a; la comb<strong>in</strong>azione <strong>del</strong>la gemcitab<strong>in</strong>a con cetuximabe bevacizumab <strong>in</strong> due ulteriori studi non ha prodotto alcun vantaggio <strong>in</strong> OS.Bibliografia1. Iodice S, Gand<strong>in</strong>i S, Maisonneuve P, et al. Tobacco and therisk of pancreatic cancer: a review and meta-analysis.Langenbecks Arch Surg 2008; 393: 535-45.2. 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Arch Intern Med 2010; 170:791-802.6. Bosman FT, Carneiro F, Hruban RH, Theise ND (eds).WHO classification of tumours of the digestive system (4 thedition). WHO-IARC, Lyon 2010.7. Giardiello FM, Brens<strong>in</strong>ger JD, Tersmette AC, GoodmannSN, Petersen GM, Booker SV et Al. Very high risk of cancer<strong>in</strong> familial Peutz-Jeghers syndrome. Gastroenterology2000; 119:1447-53.8. Lynch HT, Fusaro RM. Pancreatic cancer and the familialatypical multiple mole melanoma (FAMMM) syndrome.Pancreas 1991; 6:127-31.9. Liede A, Karlan BY, Narod SA. Cancer risk for male carriersof germil<strong>in</strong>e mutations <strong>in</strong> BRCA1 or BRCA2: a reviewof the literature. J Cl<strong>in</strong> Oncol 2004; 22:735-42.10. Lowenfels AB, Maisonneuve P, Dimagno EP, et al. Hereditarypancreatitis and the risk of pancreatic cancer.International Hereditary Pancreatitis Study Group. J NatlCancer Inst 1997; 89:442-6.11. AIOM, L<strong>in</strong>ea Guida, Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> pancreas esocr<strong>in</strong>o,2009, www.aiom.it12. Neoptolemos JP, Stocken DD, Friess H, et al: A randomizedtrial of chemoradiotherapy and chemotherapyafter resection of pancreatic cancer. N Engl J Med 2004;350:1200-1210.13. Oettle H, Post S, Neuhaus P, et al: Adjuvant chemotherapywith gemcitab<strong>in</strong>e vs observation <strong>in</strong> patients undergo<strong>in</strong>gcurative-<strong>in</strong>tent resection of pancreatic cancer: Arandomized controlled trial. JAMA 2007; 297:267-277.14. Neoptolemos JP, Stocken DD, Basi C, et al: Adjuvant chemotherapywith fluorouracil plus fol<strong>in</strong>ic acid vs gemcitab<strong>in</strong>efollow<strong>in</strong>g pancreatic cancer resection: a randomizedcontrolled trial. JAMA 2010; 304:1073-81.15. Conroy T, Desseigne F, Ychou M, et al: FOLFIRINOX versusgemcitab<strong>in</strong>e for metastatic pancreatic cancer. N EnglJ Med <strong>2011</strong>; 364:1817-25.


74i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>G. Carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong> fegatoFattori di rischioOltre il 70% dei casi di tumori primitivi <strong>del</strong> fegato sono riconducibili a fattoridi rischio noti, <strong>in</strong> primis collegati alla prevalenza <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>fezione da virus <strong>del</strong>l’epatiteC (HCV) che disegna con notevole precisione anche le differenze territorialidi <strong>in</strong>cidenza <strong>in</strong> ambito nazionale, con un gradiente Sud-Nord atipico rispettoalla maggior parte <strong>del</strong>le neoplasie 1,2 . Anche l’<strong>in</strong>fezione da virus <strong>del</strong>l’epatite B(HBV) è correlata all’<strong>in</strong>sorgenza <strong>del</strong>la malattia: <strong>in</strong> ambito nazionale il suo ruoloè prevedibilmente dest<strong>in</strong>ato a calare <strong>in</strong> conseguenza <strong>del</strong>le campagne di vacc<strong>in</strong>azionenei nati dal 1978 <strong>in</strong> poi. Nelle aree <strong>del</strong> Nord-Italia circa un terzo deitumori <strong>del</strong> fegato sono peraltro attribuibili all’abuso di bevande alcoliche. Ulteriorifattori di rischio sono rappresentati (specie <strong>in</strong> Asia orientale e nell’Africasub-sahariana) dalle aflatoss<strong>in</strong>e assunte con l’alimentazione, specialmente <strong>in</strong>caso di co<strong>in</strong>fezione da HBV 3 , dall’emocromatosi, dal deficit di a-1 antitrips<strong>in</strong>a,dall’obesità (specie se complicata da presenza di diabete) e dalla steatoepatitenon alcolica, anche <strong>in</strong> assenza di <strong>in</strong>fezione virale 4 . Anche il tabacco è stato recentementericonosciuto tra i fattori di rischio 5 .Incidenza12.695 i nuovi casi attesi nel <strong>2011</strong>, circa il 4% di tutti i nuovi casi di tumorecon un rapporto di circa 2:1 tra maschi e femm<strong>in</strong>e. L’andamento nel tempo<strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma epatocellulare appare stabile nei due sessi dallametà degli anni ‘90, al netto <strong>del</strong>l’effetto causato dall’<strong>in</strong>vecchiamento progressivo<strong>del</strong>la popolazione Tabella 11, Figure 9a-b . Come premesso e contrariamente alla maggiorparte <strong>del</strong>le neoplasie, questo tumore presenta un’<strong>in</strong>sorgenza nettamentesuperiore al Sud, che presenta rispetto al Nord valori pari ad un +25% nei maschie a +75% nelle femm<strong>in</strong>e. Il Centro si caratterizza per un’<strong>in</strong>cidenza più bassasia rispetto al Nord (–31% negli uom<strong>in</strong>i e –17% nelle donne) che al Sud Tabelle 12-13 .Analogamente a quanto osservato <strong>in</strong> altre sedi, rispetto al <strong>2011</strong> i casi attesi diquesta malattia per il futuro evidenziano un trend <strong>in</strong> moderato aumento (+14%dei casi nel 2020, +30% nel 2030) Tabella 6 .MortalitàRientra tra le prime 5 cause di morte per tumore solo nei maschi (6%) Tabella 3 ,ma è al terzo posto (7%) nella fascia di età 50-69 anni Tabella 4 . La mortalità nei maschipresenta un decremento a partire dai primi anni ’90 (–1,6%/anno), mentrenelle femm<strong>in</strong>e si osserva una tendenza alla dim<strong>in</strong>uzione (–1,3%/anno) costanteper tutto il periodo esam<strong>in</strong>ato Tabella 11, Figure 9a-b . In controtendenza rispetto algradiente Nord-Sud di molte neoplasie, e analogamente all’<strong>in</strong>cidenza, anche lamortalità per epatocarc<strong>in</strong>oma risulta più alta al Sud (19,2 decessi x100.000 abitanti/annonei maschi, 8,3 nelle femm<strong>in</strong>e), rispetto al Centro e al Nord Tabelle 14-15 .SopravvivenzaIl 15% dei maschi e il 12% <strong>del</strong>le femm<strong>in</strong>e che hanno contratto queste neopla-


75TerapiaLa strategia di trattamento per l’epatocarc<strong>in</strong>oma è <strong>in</strong> rapporto con la diffusione<strong>del</strong>la malattia e lo stato di funzionalità epatica. Differenti classificazioni <strong>in</strong> stadihanno valutato vari parametri e score 6 . La Barcelona Cl<strong>in</strong>ic Liver Cancer (BCLC)Classification ha correlato gli stadi di malattia con la modalità di trattamento 7 .Nello stadio <strong>in</strong>iziale i pazienti con sufficiente parenchima epatico funzionantepossono essere sottoposti a resezione chirurgica e meno spesso a trapianto difegato. Negli stadi <strong>in</strong>termedi sono <strong>in</strong>dicati trattamenti ablativi locali con radiofrequenzae di chemioembolizzazione attraverso catetere arterioso (TACE). Neglistadi avanzati di malattia i pazienti con buona funzionalità epatica (Child A)possono essere sottoposti a terapia con sorafenib, un <strong>in</strong>ibitore multich<strong>in</strong>asico,che nello studio di fase III SHARP confrontato con placebo ha determ<strong>in</strong>ato unaumento statisticamente significativo <strong>del</strong>l’OS 8 . I risultati favorevoli <strong>del</strong>lo StudioSHARP sono stati confermati <strong>in</strong> uno studio anche su popolazione asiatica (ASIA-i neoplasie <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> per <strong>cancro</strong> s<strong>in</strong>gole sedi <strong>italia</strong>sie nella prima metà degli anni 2000 risultano ancora <strong>in</strong> vita a 5 anni dalla diagnosi.Rispetto ai qu<strong>in</strong>quenni precedenti la speranza di vita appare proporzionalmentemigliorata, sia pure nel contesto di una malattia comunque a prognosi<strong>in</strong>fausta Tabella 8 . La probabilità di sopravvivere per ulteriori 5 anni aumenta progressivamentenei pazienti vivi a 1, 3 e 5 anni (20%, 37% e 48% rispettivamente),simmetricamente al rischio di decesso che, massimo nel primo anno, tende adecrescere poi sensibilmente Tabella 9 . Come <strong>in</strong> altre neoplasie a prognosi severa,non si osservano significative differenze <strong>in</strong> ambito nazionale Tabella 16 .PrevalenzaIn Italia risiedono 21.416 persone con pregressa diagnosi di carc<strong>in</strong>oma epatico,l’1% di tutti i pazienti con tumore, con un rapporto tra maschi e femm<strong>in</strong>e di2,2:1 Figura 5 . Anche per questi tumori, caratterizzati da una prognosi generalmentesfavorevole, la maggior parte <strong>del</strong>le persone si trova temporalmente <strong>in</strong> prossimità<strong>del</strong>la diagnosi (il 48% entro i 2 anni, il 77% entro i 5 anni). Tra gli ultrasettantac<strong>in</strong>quennila proporzione di persone con tumore è <strong>del</strong> 25% superiore ai 60-74enni(132/100.000 vs 106) e oltre il qu<strong>in</strong>tuplo rispetto ai 45-59enni. Non si osserva,come <strong>in</strong> altre neoplasie, un gradiente di distribuzione fra le diverse aree <strong>del</strong> Paese,per i motivi precedentemente addotti: 43 e 37/100.000 sono le proporzioniosservate rispettivamente nel NO e nel NE, 27 al centro e 38 al Sud.Diagnosi precoceNon è provato che programmi di screen<strong>in</strong>g per l’epatocarc<strong>in</strong>oma miglior<strong>in</strong>ola sopravvivenza. Nella pratica cl<strong>in</strong>ica è diffuso lo screen<strong>in</strong>g di pazienti ad altorischio (<strong>in</strong>fezione cronica da HBV o HCV, epatopatia alcoolica) con ecografiae/o dosaggio <strong>del</strong>l’alfa-fetoprote<strong>in</strong>a. Al momento la riduzione <strong>del</strong>la mortalità ècorrelata alle misure di controllo <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>fezione virale, attraverso l’impiego <strong>del</strong>vacc<strong>in</strong>o per l’HBV e le misure preventive per l’HCV, che comprendono lo screen<strong>in</strong>g<strong>del</strong> sangue e degli emoderivati, degli organi e tessuti donati, e le misure dicontrollo durante tutte le procedure mediche, chirurgiche e odontoiatriche.


76i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>PACIFIC Trial). La chemioterapia sistemica nell’epatocarc<strong>in</strong>oma presenta scarsaefficacia. Tra gli antiblastici la doxorubic<strong>in</strong>a rappresenta il farmaco maggiormenteattivo. Un recente studio di fase III <strong>in</strong> popolazione asiatica ha dimostrato unvantaggio <strong>in</strong> RR e TTP con la comb<strong>in</strong>azione 5-fluorouracile/acido fol<strong>in</strong>ico e oxaliplat<strong>in</strong>o(FOLFOX) nei confronti <strong>del</strong>la doxorubic<strong>in</strong>a 9 .Bibliografia1. Fusco M, Girardi E, Piselli P,et al. Epidemiology of viralhepatitits <strong>in</strong>fections <strong>in</strong> a area of southern Italy with higher<strong>in</strong>cidence rates of liver cancer. Eur J Cancer 2008; 44: 847-53.2. Dal Maso L, Lise M, Zambon P, et al. Incidence of primaryliver cancer <strong>in</strong> Italy between 1988 and 2002: an age-period-cohortanalysis. Eur J Cancer 2008; 44: 285-92.3. International Agency for Research on Cancer. IARC monographson the evaluation of carc<strong>in</strong>ogenic risks to humansVol. 82. Some traditional herbal medic<strong>in</strong>es, some mycotox<strong>in</strong>s,naphthalene and styrene. IARC, Lyon France 2002.4. Polesel J, Zucchetto A, Montella M,et al. The impact ofobesity and diabetes mellitus on the risk of hepatocellularcarc<strong>in</strong>oma. Ann Oncol 2009; 20: 353-7.5. International Agency for Research on Cancer. IARC monographson the evaluation of carc<strong>in</strong>ogenic risks to humansVol. 83. Tobacco, smoke and <strong>in</strong>voluntary smok<strong>in</strong>g. IARC,Lyon France 2004.6. Huitzil-Melendez FD, Capanu M, O’Reilly EM, et al, AdvancedHepatocellular Carc<strong>in</strong>oma: Which Stag<strong>in</strong>g SystemsBest Predict Prognosis? J Cl<strong>in</strong> Oncol 2010; 28: 2889-95.7. Llovet JM, Brù C, Bruix J: Prognosis of hepatocellular carc<strong>in</strong>oma:The BCLC stag<strong>in</strong>g classification. Sem Liv Dis 1999;19:329-338.8. Llovet JM, Ricci S, Mazzaferro V, et al; SHARP InvestigatorsStudy Group. Sorafenib <strong>in</strong> advanced hepatocellularcarc<strong>in</strong>oma. N Engl J Med 2008; 359:378-390.9. Q<strong>in</strong> S, Bai Y, Ye S, et al: Phase III study of oxaliplat<strong>in</strong> plus5-fluorouracil/leucovor<strong>in</strong> (FOLFOX4) versus doxorubic<strong>in</strong>as palliative systemic chemotherapy <strong>in</strong> advanced HCC <strong>in</strong>Asian patients. J Cl<strong>in</strong> Oncol 2010; 28, 15S, Abstr 4008.


77i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>7Fonti e metodologiaI <strong>Registri</strong> tumori di popolazioneCon il term<strong>in</strong>e di Registro tumori si <strong>in</strong>dica un sistema per la raccolta di <strong>in</strong>formazionirelative alle diagnosi tumorali, ai percorsi di cura e agli esiti riferiti adun’<strong>in</strong>tera popolazione nota. I <strong>Registri</strong> tumori cl<strong>in</strong>ici o Ospedalieri sono <strong>in</strong>vececostituti da casistiche di pazienti oncologici identificati perché afferenti a undeterm<strong>in</strong>ato Ospedale o Servizio/i; di solito questi ultimi sono selezionati pereleggibilità a un certo trattamento, per età, ecc. Questa selezione e l’impossibilitàdi ricostruire la popolazione che li ha generati – basti pensare a centri dieccellenza che raccolgono pazienti non solo <strong>del</strong>la propria area, ma di altre regioni– fa si che le <strong>in</strong>formazioni prodotte da questi registri non siano esprimibilicome esperienza <strong>del</strong>la popolazione generale.I <strong>Registri</strong> tumori rappresentano un importante strumento per il monitoraggio<strong>del</strong>la patologia oncologica. In diversi Paesi, come ad esempio quelli <strong>del</strong>nord Europa, l’attività di registrazione dei tumori avviene sull’<strong>in</strong>tero territorionazionale, mentre <strong>in</strong> altre nazioni, come <strong>in</strong> Italia, esistono <strong>Registri</strong> attivi <strong>in</strong> areelocali. In Italia l’attività di registrazione dei tumori si è sviluppata a partire dallaf<strong>in</strong>e degli anni ’70, attraverso la nascita di <strong>in</strong>iziative che hanno co<strong>in</strong>volto lapopolazione di aree amm<strong>in</strong>istrative di varia dimensione (da quella comunalea quella regionale). La rete di <strong>Registri</strong> tumori <strong>italia</strong>ni riuniti nell’<strong>Associazione</strong><strong>Italiana</strong> <strong>Registri</strong> Tumori (AIRTUM), comprende 30 <strong>Registri</strong> tumori generali (cheraccolgono <strong>in</strong>formazioni su tutti i tumori) e 5 <strong>Registri</strong> tumori specializzati (perfasce d’età o per specifico tumore, sempre riguardanti un’<strong>in</strong>tera popolazione) econdivide un archivio centralizzato. La presenza dei <strong>Registri</strong> è maggiore nellearee <strong>del</strong> nord Italia (49% <strong>del</strong> totale dei residenti monitorati), rispetto al centro(26%) e al sud (25%).Nel complesso oltre 20 milioni di <strong>italia</strong>ni, pari a un terzo <strong>del</strong>la popolazioneresidente totale, vivono <strong>in</strong> aree dove è presente un Registro tumori di popolazione;la rete <strong>italia</strong>na dei <strong>Registri</strong>, <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua espansione, sorveglia attualmenteuna popolazione tra le più ampie <strong>in</strong> Europa.Maggiori <strong>in</strong>formazioni sui <strong>Registri</strong> tumori <strong>in</strong> Italia sono disponibili on-l<strong>in</strong>e(www.registri-tumori.it).


78i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>REGISTRO TUMORI DELL’ALTO ADIGETUMORREGISTER SÜDTIROLServizio di anatomia e istologia patologica,ospedale di Bolzanocorso Italia 13/M, 39100 Bolzanotel: +39 0471 907150 - fax: +39 0471 907144regtum@asbz.itGuido Mazzoleni, Birgit Tschugguel, Elena De Valiere, Gerl<strong>in</strong>deFacch<strong>in</strong>elli, Markus Falk, Tomas Dal CappelloSi r<strong>in</strong>graziano per la collaborazione i medici <strong>del</strong>lestrutture ospedaliere pubbliche e private convenzionateprov<strong>in</strong>ciali e il dottor Bellù che cont<strong>in</strong>ua volontariamentela sua preziosa attività per il Registro nonostante ilpensionamento.REGISTRO TUMORI PIEMONTE, PROVINCIA DI BIELLACPO, Centro di riferimento regionale per l’epidemiologia ela prevenzione dei tumori c/o S.O.S. di epidemiologia S.C.programmazione e qualità ASL BIvia Don Sturzo 20, 13900 Biellatel: +39 015 3503665 / 3503655 - fax: +39 015 8495222epidemiologia@aslbi.piemonte.it, adrigiac@t<strong>in</strong>.itAdriano Giacom<strong>in</strong>, Pier Carlo Vercell<strong>in</strong>o, Simona AndreoneSi r<strong>in</strong>graziano le direzioni sanitarie e i dirigenti sanitari<strong>del</strong>le strutture pubbliche e private co<strong>in</strong>volte nonché gliuffici anagrafici comunali per la preziosa collaborazionefornita. Un r<strong>in</strong>graziamento va a tutti coloro, e <strong>in</strong> particolarealla direzione aziendale e alla Fondazione Edo ed ElvoTempia, che hanno creduto e sostenuto il registro f<strong>in</strong>dall’avvio collaborando alle <strong>in</strong>iziative <strong>del</strong>l’AIRTUM e<strong>del</strong>l’epidemiologia piemontese.REGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI FERRARADipartimento di medic<strong>in</strong>a sperimentale e diagnostica<strong>del</strong>l’Università di Ferrara, Sezione di anatomia, istologia ecitologia patologicavia Fossato di Mortara 64B, 44100 Ferraratel: +39 0532 455513 / 455517 / 455501fax: +39 0532 248021e-mail frs@unife.it; rtm@unife.itStefano Ferretti, Laura Marzola, Elena Migliari,Nada Carletti, Italo NenciSi r<strong>in</strong>graziano per la collaborazione e il sostegno ricevutila Regione Emilia Romagna, l’Azienda ospedalierauniversitaria di Ferrara, l’Azienda USL di Ferrara e tutti icolleghi che a vario titolo hanno contribuito all’attività <strong>del</strong>Registro tumori.REGISTRO TUMORI TOSCANOIstituto per lo studio e la prevenzione oncologica (ISPO)UO di epidemiologia cl<strong>in</strong>ica e descrittivaVia <strong>del</strong>le Oblate 2, Ponte Nuovo, palazz<strong>in</strong>a 28/A50141 Firenze,tel: +39 055 7972508 / +39 055 7972510skype: emanuelecrocettifax: +39 055 7972535Emanuele Crocetti, Carlotta Buzzoni, A<strong>del</strong>e Caldarella,Antonella Corb<strong>in</strong>elli, Francesco Giusti, Teresa Intrieri,Gianfranco Manneschi, Libuse Nemcova, Gianpaolo Romeo,Claudio Sacchett<strong>in</strong>i, Marco Zappa, Eugenio PaciIl Registro tumori è un’<strong>in</strong>iziativa <strong>del</strong>la Regione Toscana e<strong>del</strong>l’Istituto tumori Toscano.REGISTRO TUMORI DEL FRIULI VENEZIA GIULIAIRCCS CRO, Aviano tel: +39 0434 65935Direzione centrale salute, Triestetel: +39 0434 659354 - fax: +39 0434 659231registro.tumori@sanita.fvg.itDiego Serra<strong>in</strong>o, Tiziana Angel<strong>in</strong>, Ettore Bidoli, Silvia Birri,Luig<strong>in</strong>o Dal Maso, Margherita De Dottori, Emilia De Santis,Ornella Forgiar<strong>in</strong>i, Antonella Zucchetto, Loris ZanierREGISTRO TUMORI REGIONE LIGURIASSD epidemiologia descrittiva, IST Istituto nazionalericerca sul <strong>cancro</strong>, Genovalargo Rosanna Benzi 10, 16132 Genovatel: +39 010 5737456 - fax: +39 010 5737308mar<strong>in</strong>a.vercelli@istge.ithttp://registri.istge.it/<strong>in</strong>dex.htmMar<strong>in</strong>a Vercelli, Maria Antonietta Orengo, Claudia Casella,Enza Marani, Antonella Puppo, Maria Vittoria Celesia, RobertaCogno, Isabella Levrieri, Simone Manenti, Elsa Garrone,Alberto QuagliaSi r<strong>in</strong>graziano le aziende sanitarie ospedaliere, le ASLliguri (<strong>in</strong> particolare quelle <strong>del</strong>la Prov<strong>in</strong>cia di Genova)e tutti i dirigenti sanitari (direzioni sanitarie, reparti dicura, anatomie patologiche, radioterapie, eccetera) chehanno <strong>in</strong>teragito con l’RTRL per consentire e agevolare larilevazione degli operatori. Si r<strong>in</strong>graziano il dottor SergioVigna, referente regionale <strong>del</strong>l’RTRL nell’Assessorato allasanità e la dottoressa Maria Teresa Zun<strong>in</strong>o, responsabile<strong>del</strong>l’Ufficio statistico regionale, per aver messo adisposizione i pr<strong>in</strong>cipali sistemi <strong>in</strong>formativi regionali; unr<strong>in</strong>graziamento, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, alle amm<strong>in</strong>istrazioni dei comuniliguri per la loro collaborazione nel follow-up dei casi.REGISTRO TUMORI DI POPOLAZIONEDELLA PROVINCIA DI LATINAc/o direzione azienda AUSL Lat<strong>in</strong>aCentro direzionale Lat<strong>in</strong>a Fioriviale P.L. Nervi 04100 Lat<strong>in</strong>atel: +39 0773 6553437 / 6553400 - fax: +39 0773 6553499registrotumori@ausl.lat<strong>in</strong>a.itFabio Pannozzo, Susanna Busco, Ivan Rashid, ValerioRamazzotti, Maria Cecilia Cercato, Walter Battisti, IsabellaSperduti, Leonarda Macci, Ester Bugliarello, Edvige Bernazza,Lucilla Tamburo, Miriana Rossi, Simonetta Curatella, Carla DeFrancesco, Silvana Tamburr<strong>in</strong>o


79i fonti <strong>numeri</strong> e metodologia<strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>REGISTRO TUMORI DI MILANOASL di Milano, s.c. di epidemiologiacorso Italia 19, 20122 Milanotel +39 02 85782124 / 2114 - fax +39 02 85782128registrotumori@asl.milano.it epidemiologia@asl.milano.itlbisanti@asl.milano.itLuigi Bisanti, Mariangela Autelitano, Francesco Cuccaro,Giorgia Randi, Simona Ghilardi, Rosanna Leone, LuisaFilipazzi, Annamaria Bon<strong>in</strong>i, C<strong>in</strong>zia GiubelliSi r<strong>in</strong>graziano la Regione Lombardia, le strutture didiagnosi e cura e i Servizi di anatomia patologica di Milano.REGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI MODENACentro oncologico modenese c/o azienda ospedalieraPolicl<strong>in</strong>ico di Modenavia <strong>del</strong> Pozzo, 71, 41100 Modenatel: +39 059 4224337 - fax: +39 059 4224152rtm@unimore.itwww.rtm.unimo.itMassimo Federico, Maria Elisa Artioli, Katia Valla,Barbara Braghiroli, Claudia Cirilli, Stefano Lum<strong>in</strong>ari, MonicaPirani, Lorenza FerrariREGISTRO TUMORI DI POPOLAZIONEDELLA REGIONE CAMPANIAc/o ASL NA3 Sud p.zza San Giovanni, 80031 Brusciano (NA)tel: +39 081 3174243 / 3174244 / 5190505fax: +39 081 5190505mariofusco2@virgilio.it; skype: mario.fusco57Mario Fusco, Cater<strong>in</strong>a Bellatalla, Maria Fusco, MargheritaPanico, Carmela Perrotta, Biagio Vassante, Maria FrancescaVitaleREGISTRO TUMORI MAMMELLA DELLA PROVINCIADI PALERMODipartimento di oncologia, ospedale M. Ascoli, Arnasospedale civico E. Benfratelli, G. Di Crist<strong>in</strong>a e M. Ascolitel: +39 091 6664347/346/339 - fax +39 091 6664352registrotumori@ospedalecivicopa.orgA<strong>del</strong>e Tra<strong>in</strong>a, Giuseppe Carruba, Rosanna Cusimano, RosalbaAmodio, Cecilia Dolcemascolo, Rosalba Staiti, MaurizioZarconeREGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI PARMAUO oncologia, Dipartimento di medic<strong>in</strong>a 1c/o azienda ospedaliera universitaria di Parmavia Abbeveratoia 4, 43100 Parmatel: +39 0521 702673 / 702660 - fax: +39 0521 995448michiara@ao.pr.itMaria Michiara, Francesco Bozzani, Paolo SgargiSi r<strong>in</strong>graziano il professor Enrico Maria Sil<strong>in</strong>i, direttore<strong>del</strong>l’Istituto di anatomia patologica, Università di Parma, ildottor Alberto Tard<strong>in</strong>i, <strong>del</strong> laboratorio CERB di Parma e ildottor Giuseppe Ugolotti, laboratorio di citologia aziendaUSL Parma.REGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI RAGUSADipartimento di prevenzione Azienda sanitaria prov<strong>in</strong>ciale(ASP) 7 Ragusavia Dante 109, 97100 Ragusatel: +39 0932 600055 - fax: +39 0932 682169rtum<strong>in</strong>o@t<strong>in</strong>.itRosario Tum<strong>in</strong>o, Maria Guglielm<strong>in</strong>a La Rosa, GiuseppeCascone, Graziella Frasca, Maria Concetta Giurdanella,Cater<strong>in</strong>a Martorana, Gabriele Morana, Carmela Nicita,Patrizia Concetta Rollo, Maria Grazia Ruggeri, Aurora Sigona,Eugenia Spata, Stefania VacircaSi r<strong>in</strong>graziano la Regione Sicilia, AIRC, associazione Ibleaper la ricerca epidemiologica (AIRE) ONLUS, GiovannaSpata e anagrafi comunali Prov<strong>in</strong>cia di Ragusa.REGISTRO TUMORI REGGIANOUnità di epidemiologia, Dipartimento di sanità pubblicaazienda USL di Reggio Emiliavia Amendola, 2, 42100 Reggio nell’Emilia (RE)tel: +39 0522 335303 - fax: +39 0522 335460mangone.lucia@asmn.re.itLucia Mangone, Enza Di Felice, Annamaria Pezzarossi,Stefania Caroli, Carlotta Pellegri, Massimo Vicent<strong>in</strong>i, StefaniaD’Angelo, Paola BalottariSi r<strong>in</strong>graziano i medici <strong>del</strong>le strutture ospedalierepubbliche e private convenzionate prov<strong>in</strong>ciali per lacollaborazione all’attività <strong>del</strong> registro tumori.REGISTRO TUMORI DELLA ROMAGNAIstituto tumori <strong>del</strong>la Romagna (IRST)via P. Maroncelli 40/42, 47014 Meldola (FC)tel: +39 0543 739450 - fax: +39 0543 739459rtromagna@irst.emr.it, f.falc<strong>in</strong>i@ausl.fo.itFabio Falc<strong>in</strong>i, Americo Colamart<strong>in</strong>i, Lauro Bucchi,Chiara Balducci, Mila Ravegnani, Benedetta Vitali,Carlo Cordaro, Licia Caprara, Orietta Giuliani,Stefania Giorgetti, Silvia Salvatore, Monica Palumbo,Rosa Vattiato, Alessandra Ravaioli, Flavia Foca,Elisa R<strong>in</strong>aldi, Silvia Manc<strong>in</strong>i.Si rigraziano Mar<strong>in</strong>ella Amadori e Chiara Tonelli.REGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI SALERNOvia V. Loria, 24, 84129 Salernotel: +39 089 522024 / 522983 - fax: +39 089 338514regtum@tiscali.itLuigi Cremone, Arturo Iannelli, Gennaro Senatore,Arrigo Zevola


80i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>REGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI SASSARIServizio di epidemiologia, ASL1, Sassarivia Tempio, 5, 07100 Sassaritel: +39 079 2062442 / 2062452 - fax: +39 079 2062445regsassari@yahoo.comMario Budroni, Rosaria Cesaraccio, Daniela Pir<strong>in</strong>o, DonatellaCarboni, Giovanna Fiori, Marcella Soddu, Gianpaolo Mameli,Francesco MuraREGISTRO TUMORI DI SIRACUSAASL8 Siracusa - corso Gelone, 17, 96100 Siracusatel: + 39 0931 484341 / 484172 - fax: 0931 484383rtp@asp.sr.itMaria Lia Contr<strong>in</strong>o, Anselmo Madeddu, Francesco Tisano,Salvatore Sciacca, Angela Muni, Margherita Mizzi, MariaRusso, Giorgio Sacco, Paoletta Aletta, Anton<strong>in</strong>o Colan<strong>in</strong>o Zi<strong>in</strong>oREGISTRO TUMORI DI SONDRIOASL <strong>del</strong>la Prov<strong>in</strong>cia di Sondrio, Osservatorio epidemiologicotel: +39 0342 555845 - fax: +39 0342 555859r.tessandori@asl.sondrio.itwww.asl.sondrio.it/registro_tumori/Roberto Tessandori, Anna Clara Fanetti, Sergio Maspero,Cecconami Lorella, Maspero Sergio, Monica Lucia Annulli,Elena Moroni, Maria Eugenia Sanoja GonzalezI dati prodotti dal Registro di Sondrio rappresentano las<strong>in</strong>tesi <strong>del</strong>le banche dati elettroniche e cartacee (cartellecl<strong>in</strong>iche, referti, eccetera) che vengono implementateda cent<strong>in</strong>aia di operatori sanitari, sparsi <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia diSondrio, <strong>in</strong> Lombardia, ma anche <strong>in</strong> tutta Italia, impegnatiquotidianamente nella diagnosi e cura dei tumori (spessoignari di contribuire <strong>in</strong> tal modo anche alla realizzazione<strong>del</strong> registro tumori). Un contributo è stato <strong>in</strong>oltre fornitodall’A.O.V.V, tramite le anatomie patologiche, l’oncologiamedica, la radioterapia, l’ematologia e la chirurgia toracica.REGISTRO TUMORI PIEMONTECentro di riferimento per l’epidemiologiae la prevenzione oncologica (CPO)Piemonte AOU S.Giovanni Battista - Mol<strong>in</strong>ette, Tor<strong>in</strong>ovia S. Francesco da Paola, 31, 10123 Tor<strong>in</strong>otel: +39 011 5665355- fax 011 5665362roberto.zanetti@cpo.itwww.cpo.itRoberto Zanetti, Stefano Rosso, Silvia Patriarca, RossanaPrandi, Irene Sobrato, Franca Gilardi, Paola BussoSilvano Piffer, Silva Franch<strong>in</strong>i, Maria Gentil<strong>in</strong>i, Laura Battisti,Maddalena Cappelletti, Marilena MoserSi r<strong>in</strong>graziano per il controllo dei casi discordanti e deirecord cl<strong>in</strong>ici Rita Defant, Guido Piazza, Domenico Gaetano,Pierantonio Scapp<strong>in</strong>i, Mario Giampiccolo.REGISTRO TUMORI UMBRO DI POPOLAZIONEDipartimento di specialità medico, chirurgiche e sanitàpubblica, Sezione di sanità pubblica, Università degli Studidi Perugiavia <strong>del</strong> Giochetto, 06100 Perugiatel: +39 075 5857366 / 5857335 / 5857329fax: +39 075 5857317rtupop@unipg.itwww.unipg.it/~dipigmed/RTUP/RTUP.htmFrancesco La Rosa, Fabrizio Stracci, Daniela D’Alò, MassimoScheibel, Daniela Costarelli, Francesco Spano, StefaniaRoss<strong>in</strong>i, C<strong>in</strong>zia Santucci, Anna Maria Petr<strong>in</strong>elli, ClotildeSolimene, Fortunato Bianconi, Valerio BrunoriREGISTRO TUMORI DELLA LOMBARDIA,PROVINCIA DI VARESEIstituto nazionale per lo ricerca sul <strong>cancro</strong> (INT)via Venezian, 1, 20133 Milanotel: +39 02 23902501 / 70638327 - fax: +39 02 23902762biomol@istitutotumori.mi.itPaolo Crosignani, GiovannaTagliabue, Paolo Contiero, LuciaPreto, AndreaTittarelli, Anna Magh<strong>in</strong>i, Tiziana Codazzi,Emanuela Frassoldi, Daniela Gada, Enrica Costa, Laura diGraziaSi r<strong>in</strong>graziano la Regione Lombardia, l’ASL di Varese, gliospedali, le case di cura, i medici di medic<strong>in</strong>a generalee i comuni <strong>del</strong>la Prov<strong>in</strong>cia di Varese per la preziosacollaborazione.REGISTRO TUMORI DEL VENETOIstituto oncologico Veneto, IRCCSpassaggio Gaudenzio n.1, 35131 Padovatel: +39 049 8215605 / +39 049 8215605fax: +39 049 8215983centro.registrotumoriveneto@unipd.itwww.registrotumoriveneto.itPaola Zambon, Maddalena Baracco, Emanuela Bovo,Antonella Dal C<strong>in</strong>, Anna Rita Fiore, Alessandra Greco, StefanoGuzz<strong>in</strong>ati, Daniele Monetti, Alberto Rosano, Carmen Stocco,SandroTognazzoREGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI TRENTOServizio osservatorio epidemiologico, azienda prov<strong>in</strong>cialeper i servizi sanitariCentro per i servizi sanitari, viale Verona, 38123 Trentotel: +39 0461 904638 - fax: +39 0461 904645silvano.piffer@apss.tn.itREGISTRO TUMORI DELL’ASL DI BRESCIAASL di Brescia, Dipartimento di prevenzione medicaRegistro tumorivia Duca degli Abruzzi, 15 25124tel: +39 030 3838714/713/708 - fax: +39 030 3838044registro.tumori@aslbresciait


81i fonti <strong>numeri</strong> e metodologia<strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Francesco Donato, Rosa Maria Lim<strong>in</strong>a, Anna Adorni, PaoloAndreis, Giuseppe Zani, Francesco Piovani, Ornella Salvi,Maria PuleioREGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI MACERATADipartimento di medic<strong>in</strong>a sperimentale e sanità pubblicaUniversità di Camer<strong>in</strong>ovia Gentile III da Varano, 62032 Camer<strong>in</strong>o (MC)tel: +39 0737 402403 - fax: +39 0737 402403susanna.vitarelli@unicam.itwww.unicam.it/tumoriSusanna Vitarelli, Silvia Anton<strong>in</strong>iREGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI TRAPANIServizio sanitario Regione Sicilia, Dipartimento diprevenzione, Area igiene e sanità pubblica, ASL9 Citta<strong>del</strong>la<strong>del</strong>la saluteviale <strong>del</strong>la Prov<strong>in</strong>cia, 91016 Ericetel: +39 0923 472268 - fax: +39 0923 472267registro.tumori@asltrapani.itGiusepp<strong>in</strong>a Can<strong>del</strong>a, Giuseppe Pappalardo, Tiziana Scuderi,Barbara Lottero, Michele RibaudoREGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI MANTOVADipartimento PAC, Osservatorio epidemiologico ASLProv<strong>in</strong>cia di Mantova - via Dei Toscani,1, 46100 Mantovatel: + 39 0376 334508registro.tumori@aslmn.itPaolo Ricci, L<strong>in</strong>da Guarda, Luciana Gatti, Annalaura Bozzeda,Maria Dall’Acqua, Vanda PironiREGISTRO TUMORI DELLA PROVINCIA DI CATANZAROASP n. 7 di Catanzaro, Servizio di epidemiologia e statisticasanitaria via Purificato n.18, 88100 Catanzarotel: +39 0961 728378epidemiologia@libero.itAntonella Sutera Sardo, Adriana Mazzei, Nicola Sirianni, AnnaMaria Lavecchia, Pier<strong>in</strong>a MancusoREGISTRO TUMORI DI NUOROUO Registro tumori di Nuoro(ASL di Nuoro e ASL di Lanusei)via Trieste 80, 08100 Nuorotel: + 39 0784 240843 / 0784 240811epiprosal@aslnuoro.itMario Usala, Filomena Pala, Giovanna Maria S<strong>in</strong>i, Nicol<strong>in</strong>aP<strong>in</strong>tori, Luisa Canu, Giuliana Demurtas, N<strong>in</strong>a DoaREGISTRO DEI TUMORI INFANTILI DEL PIEMONTESCDU Unità di epidemiologia dei tumori, Universitàdi Tor<strong>in</strong>o, CPO Piemonte (Centro di riferimento perl’epidemiologia e la prevenzione oncologica <strong>in</strong> Piemonte),via Santena 7, 10126 Tor<strong>in</strong>otel: +39 011 6334673franco.merletti@unito.itwww.cpo.itPaola Pisani, Guido Pastore, Corrado Magnani, BenedettoTerrac<strong>in</strong>i,Tiziana Cena, Daniela Alessi, Iacopo Baussano,Franco Merletti, Milena Maule, Maria Luisa Mosso,Mar<strong>in</strong>ellaNonnato, Assunta Rasulo, Lorenzo Richiardi, Luisa Zuccolo,Emanuele Pivetta, Paola Dalmasso, Vanda MacerataREGISTRO DEI TUMORI COLORETTALI DI MODENAc/o Dipartimento di medic<strong>in</strong>e e specialità mediche,Medic<strong>in</strong>a 1, Policl<strong>in</strong>ico universitario di Modenavia <strong>del</strong> Pozzo, 71, 41100 Modenatel: +39 059 4224715 / 4222269 / 059-4223605fax: +39 059 4222958<strong>del</strong>eon@unimore.it, c.digregorio@ausl.mo.ithttp://www.tumoricolorettali.unimore.itMaurizio Ponz de Leon, Federica Domati, Giusepp<strong>in</strong>a Rossi,Carlo Alberto Goldoni, Federica Rossi, Carmela De Gaetani,Piero Benatti, Luca Roncucci, Carmela Di Gregorio, MonicaPedroni, Annalisa Pezzi, Stefania Maffei, Francesco Mariani,Enrica BorsiSi r<strong>in</strong>grazia la Regione Emilia Romagna per il contributof<strong>in</strong>anziario.REGISTRO TUMORI INFANTILI E NEGLI ADOLESCENTIREGIONE MARCHEScuola <strong>in</strong> Scienze <strong>del</strong> farmaco e dei prodotti <strong>del</strong>la salute,Centro ricerche igienistiche e sanitarie, ambientali,Università di Camer<strong>in</strong>ovia Madonna <strong>del</strong>le Carceri 9, 62032 Camer<strong>in</strong>o (MC)tel: +39 0737 402400 / 402409fax: +39 0737 402438mario.cocchioni@unicam.it, cristiana.pascucci@unicam.itwww.unicam.it/tumori/registro<strong>in</strong>fantili/pag_<strong>in</strong>f_adol1IT.htmMario Cocchioni, Cristiana PascucciREGISTRO MESOTELIOMI LIGURIACentro operativo regionale (COR Liguria) <strong>del</strong> Registronazionale dei mesoteliomi (ReNaM), SSD epidemiologiadescrittiva e Registro tumori, Dipartimento epidemiologia eprevenzione, Istituto nazionale per la ricerca sul <strong>cancro</strong> (IST)largo Rosanna Benzi, 10, 16132 Genovatel: +39 010 5600957fax: +39 010 5600781valerio.gennaro@istge.itwww.istge.itValerio Gennaro, Anna Lazzarotto, Lucia Benfatto, GiovannaMazzucco, Fabio MontanaroSi r<strong>in</strong>grazia la Regione Liguria per il contributo f<strong>in</strong>anziario.


82i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>REGISTRO TUMORI DI PALERMO E PROVINCIAU.O.C. Epidemiologia Cl<strong>in</strong>ica con Registro Tumori diPalermo e Prov<strong>in</strong>cia – AOUP “Paolo Giaccone” di Palermo– c/o DPT Scienze per la Promozione <strong>del</strong>la SaluteUniversità di Palermo.Via <strong>del</strong> Vespro 133, 90127 PalermoTel. +39 091 6553601/3687/3688fax +39 091 6553631registrotumoripalermo@unipa.itfrancesco.vitale@unipa.itFrancesco Vitale, Rosanna Cusimano, Agnese Guttadauro,Barbara Ravazzolo, Giovanni Bucalo, Carlo Trapani, RaffaellaSunseri, Maria Antonietta Cascio, Maria Angela Brucculeri,Maria Stella Adamo, Rosalba Amodio, Rita Mann<strong>in</strong>o,Alessandro Mistretta, Alessandro Costa, Giuseppa RudisiSi r<strong>in</strong>graziano per il sostegno e la collaborazione ricevutila Regione Sicilia, le Aziende Ospedaliere e Sanitarie diPalermo e tutti i colleghi che hanno contribuito all’attività<strong>del</strong> Registro Tumori.Note relative ai metodi impiegatiI dati presentati riguardano per tutte le sedisolo i tumori <strong>in</strong>filtranti, per la sede vescica comprendonoanche i tumori non <strong>in</strong>filtranti.Per quanto riguarda le sedi, <strong>in</strong> conformitàcon le procedure <strong>in</strong>ternazionali i tumori parenchimali<strong>del</strong> rene sono riportati <strong>in</strong>sieme ai tumori<strong>del</strong>la pelvi renale e <strong>del</strong>l’uretere.Qual è il rischio di ammalarsi di tumore?Il rischio cumulativo di ammalarsi è stato calcolatosulla base dei tassi di <strong>in</strong>cidenza età-specificif<strong>in</strong>o a 84 anni <strong>del</strong> Pool Airtum 2005-2007,Rischio cumulativo = 1 - e (-H*∑ Ti / K) <strong>in</strong> cui Ti =tasso specifico per età; H = ampiezza <strong>del</strong>le classid’età; ∑ = sommatoria per classi d’età; K = solitamente100.000.Quanti nuovi tumori saranno diagnosticati <strong>in</strong>Italia nel <strong>2011</strong>?Le stime di <strong>in</strong>cidenza per l’anno <strong>2011</strong> sonostate prodotte applicando i tassi età, sesso, sedee area specifici <strong>del</strong> Pool Airtum 2005-2007, proiettatial <strong>2011</strong>, alla popolazione <strong>italia</strong>na residentenell’anno <strong>2011</strong>, prevista dalla ISTAT (ipotesicentrale – www.demo.istat.it). La proiezione deitassi 2005-2007 al <strong>2011</strong> è stata ottenuta moltiplicandoi tassi di <strong>in</strong>cidenza età-specifici per il relativocoefficiente di cambiamento percentualemedio annuo (APC) pubblicato nella monografiaAIRTUM 2010, con livello di dettaglio di sede,sesso, macro-fascia di età e area geografica.Sono disponibili altre stime <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cidenza deitumori <strong>in</strong> Italia, ad esempio nel sito <strong>del</strong>l’EuropeanCancer Observatory (http://eu-cancer.iarc.fr/)o nel portale http://www.tumori.net/it/. I diversimetodi utilizzati, l’<strong>in</strong>clusione o l’esclusione di alcunitumori (epiteliomi cutanei, tumori primitivisuccessivi al primo), la limitazione a certe fasced’età, la struttura per età <strong>del</strong>la popolazione a cuisono riferite le stime possono produrre numerositàdiverse. In ogni caso le stime hanno un


83i fonti <strong>numeri</strong> e metodologia<strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>significato <strong>in</strong>dicativo <strong>del</strong>l’ord<strong>in</strong>e di grandezza diun fenomeno.Quali sono i tumori più frequenti?L’<strong>in</strong>cidenza proporzionale, totale e per gruppidi età è stata calcolata sulla base <strong>del</strong>la casistica<strong>in</strong>cidente nel Pool Airtum nel periodo 2005-2007,come rapporto tra il numero di casi relativi aduna specifica sede sul totale dei tumori diagnosticati(escluso gli epiteliomi <strong>del</strong>la cute), separatamenteper uom<strong>in</strong>i e donne.Quanti saranno i decessi per tumore <strong>in</strong> Italianel <strong>2011</strong>?Le stime di mortalità per il <strong>2011</strong> sono stateprodotte applicando i tassi età, sesso, sede earea specifici <strong>del</strong> Pool Airtum 2005-2007, proiettatial <strong>2011</strong>, alla popolazione <strong>italia</strong>na residentenell’anno <strong>2011</strong>, prevista dalla ISTAT (ipotesicentrale – www.demo.istat.it). La proiezione deitassi 2005-2007 al <strong>2011</strong> è stata ottenuta moltiplicandoi tassi di mortalità età-specifici per il relativocoefficiente di cambiamento percentualemedio annuo (APC) pubblicato nella monografiaAIRTUM 2010, con livello di dettaglio di sede,sesso, macro-fascia di età e area geografica.La mortalità proporzionale è stata calcolatasulla base dei decessi osservati nel Pool Airtumnel periodo 2005-2007, come rapporto tra il numerodi decessi relativi ad una specifica patologiasul totale dei decessi oncologici, separatamenteper uom<strong>in</strong>i e donne.Il rischio cumulativo di morire è stato calcolatosulla base dei tassi di mortalità età-specificif<strong>in</strong>o a 84 anni <strong>del</strong> Pool Airtum 2005-2007, Rischiocumulativo = 1 - e (-H* ∑ Ti / K) <strong>in</strong> cui Ti = tassospecifico per età; H = ampiezza <strong>del</strong>le classi d’età;∑ = sommatoria per classi d’età; K = solitamente100.000.Qual è l’effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>lapopolazione sulle diagnosi ditumore?Il numero di nuovi casi per l’anno <strong>2011</strong> è statocalcolto come descritto nel paragrafo “Quant<strong>in</strong>uovi tumori sono diagnosticati <strong>in</strong> Italia nel<strong>2011</strong>?”. Il numero di nuovi casi per gli anni2020 e 2030 è calcolato sotto l’ipotesi che i tassidi <strong>in</strong>cidenza età specifici rimangano costanti(pari a quelli <strong>del</strong>l’anno <strong>2011</strong>), ma <strong>in</strong> presenza diun cont<strong>in</strong>uo <strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione,quest’ultima sulla base <strong>del</strong>le previsioni <strong>del</strong>la popolazioneISTAT (ipotesi centrale – www.demo.istat.it).Qual è la sopravvivenza dei pazienti contumore e come cambia a distanza <strong>del</strong>ladiagnosi?La sopravvivenza relativa è calcolata sulla casistica<strong>del</strong> Pool Airtum diagnosticata nel periodo2000-2004, con <strong>in</strong>formazioni sullo stato <strong>in</strong> vitaaggiornate al 31/12/2008 (AIRTUM WG. I tumori<strong>in</strong> Italia, rapporto <strong>2011</strong>: Sopravvivenza. EpidemiolPrev <strong>2011</strong>; 26(5-6): Suppl. 1 <strong>in</strong> stampa),come rapporto tra la sopravvivenza osservata equella attesa nella stessa popolazione <strong>in</strong> assenza<strong>del</strong> <strong>cancro</strong>, quest’ultima sulla base <strong>del</strong>le tavole dimortalità ISTAT (www.demo.istat.it). È riportataanche la sopravvivenza <strong>del</strong>la casistica diagnosticatanel periodo 1995-1999, pubblicata nella monografiaAIRTUM 2007.Per i metodi utilizzati nel calcolo <strong>del</strong>la sopravvivenzacondizionale, si rimanda a Crocetti &Airtum Work<strong>in</strong>g Group. Epidemiol Prev 2008;32(3):136.Dati di prevalenzaSono riportati i dati pubblicati nella monografiaAirtum 2010 (Airtum Work<strong>in</strong>g Group. Itumori <strong>in</strong> Italia, rapporto 2010. La prevalenzadei tumori <strong>in</strong> Italia. Epidemiol Prev 2010; 34(5-6)suppl. 2) Con il term<strong>in</strong>e prevalenza si identificanogli <strong>in</strong>dividui di una popolazione che <strong>in</strong> undato istante presentano la malattia di <strong>in</strong>teresse.La prevalenza è solitamente espressa come laproporzione di soggetti ‘malati’ sulla popolazioneresidente nell’area <strong>in</strong>dagata a una certa data.La prevalenza basata sui dati dei <strong>Registri</strong> Tumori,è calcolata conteggiando tutti i casi <strong>in</strong>cidentidall’anno di <strong>in</strong>izio <strong>del</strong>l’attività di registrazione,vivi al 1° gennaio 2006.


84i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Gli andamenti temporaliSono riportati i dati pubblicati nella monografiaAirtum 2009, relativi alla casistica Airtum<strong>in</strong>cidente nel periodo 1998-2005 e ai decessi occors<strong>in</strong>ella medesima area nello stesso periodo.I cambiamenti sono <strong>in</strong>dicati come <strong>in</strong> riduzioneo <strong>in</strong> aumento se presente nel periodo un APCsignificativamente diverso da 0. Nell’ambito <strong>del</strong>periodo sono stati ricercati punti di cambiamento<strong>del</strong> trend con una analisi jo<strong>in</strong>-po<strong>in</strong>t, questospiega la presenza di più segni di andamentonello stesso periodo.Confronti geografici nazionaliSono confrontati i tassi di <strong>in</strong>cidenza relativialla casistica <strong>del</strong> Pool Airtum 2005-2007 specificiper sede e per il totale dei tumori. I tassisono standardizzati con metodo diretto sullapopolazione europea, al f<strong>in</strong>e di elim<strong>in</strong>are l’effetto<strong>del</strong>la diversa proporzione di anziani nellevarie aree.Confronti geografici <strong>in</strong>ternazionaliSono riportati i tassi di <strong>in</strong>cidenza e mortalitàstandardizzati con metodo diretto (pop. europea)relativi all’area Airtum 2005-2007, ai PaesiScand<strong>in</strong>avi (NORDCAN) 2005-2007, all’areastatunitense (SEER) 2006 e alla Gran Bretagna2005-2007 per il totale dei tumori escluso gli epiteliomi<strong>del</strong>la cute e per le pr<strong>in</strong>cipali sedi.


85i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>8Key po<strong>in</strong>tsIncidenza• Si stima che <strong>in</strong> Italia vi siano, nel corso <strong>del</strong>l’anno, 420.000 nuove diagnosi ditumore, circa 230.000 (55%) fra gli uom<strong>in</strong>i e circa 190.000 (45%) fra le donne.• Nel corso <strong>del</strong>la vita (da 0 a 84 anni) circa 1 persona su 2 si ammalerà ditumore.• Considerando l’<strong>in</strong>tera popolazione, escludendo i tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute,il tumore <strong>in</strong> assoluto più frequente è quello <strong>del</strong> colon retto (14%), seguito daitumori <strong>del</strong>la mammella (13%), <strong>del</strong>la prostata (11% solo nel sesso maschile) e<strong>del</strong> polmone (11%).• Esclusi i tumori epiteliali <strong>del</strong>la cute, i c<strong>in</strong>que tumori più frequentemente diagnosticatifra gli uom<strong>in</strong>i sono il tumore <strong>del</strong>la prostata (20%), il tumore <strong>del</strong>polmone (15%), il tumore <strong>del</strong> colon-retto (14%), il tumore <strong>del</strong>la vescica (10%)e quello <strong>del</strong>lo stomaco (5%); e tra le donne, il tumore <strong>del</strong>la mammella (29%),il tumore <strong>del</strong> colon-retto (13%), il tumore <strong>del</strong> polmone (6%), il tumore <strong>del</strong>corpo <strong>del</strong>l’utero (5%) e quelli <strong>del</strong>lo stomaco (4%).Mortalità• I decessi dovuti a tumore sono circa 174.000 nell’anno (98.000 fra gli uom<strong>in</strong>ie 76.000 fra le donne). La frequenza dei decessi causati dai tumori è <strong>in</strong> mediaogni anno di circa 4 decessi ogni 1000 residenti uom<strong>in</strong>i e circa 3 ogni 1000donne. In media un uomo ogni 3 e una donna ogni 6 muoiono a causa di untumore.Sopravvivenza• La sopravvivenza media a 5 anni dalla diagnosi di un tumore è <strong>del</strong> 52% fragli uom<strong>in</strong>i e <strong>del</strong> 61% fra le donne.• La sopravvivenza è aumentata nel corso <strong>del</strong> tempo e cambia, migliorando,man mano che ci si allontana dal momento <strong>del</strong>la diagnosi.


86i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> <strong>in</strong> <strong>italia</strong>Prevalenza• Nella popolazione vi sono circa 2.250.000 persone che hanno avuto una precedentediagnosi di tumore.• Tra gli uom<strong>in</strong>i ai primi 5 posti per frequenza ci sono soggetti con precedentediagnosi di tumore <strong>del</strong>la prostata (22% <strong>del</strong> totale), vescica (18%), colon-retto(15%), tumori <strong>del</strong>la testa e <strong>del</strong> collo (9%) e polmone (6%). Tra le donne il tumore<strong>del</strong>la mammella è di gran lunga il più rappresentato (42%), seguito dacolon-retto (12%), corpo <strong>del</strong>l’utero (7%), tiroide (5%) e cervice uter<strong>in</strong>a (4%).Trend temporali ed età• La mortalità per tumore è <strong>in</strong> riduzione <strong>in</strong> entrambi i sessi ma l’<strong>in</strong>vecchiamento<strong>del</strong>la popolazione nasconde l’entità di questo fenomeno.• L’<strong>in</strong>cidenza dei tumori aumenta fra gli uom<strong>in</strong>i ed è stabile fra le donne, il contemporaneo<strong>in</strong>vecchiamento <strong>del</strong>la popolazione aumenta consistentemente ilnumero di nuove diagnosi ed il carico diagnostico-terapeutico per il sistemasanitario.Confronti <strong>in</strong>terregionali e con altre nazioni• Ci sono ancora differenze <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di frequenza di tumori nel nostro Paesema i livelli <strong>in</strong>feriori <strong>del</strong> meridione stanno gradualmente all<strong>in</strong>eandosi a quelli<strong>del</strong> centro-nord. Le differenze di sopravvivenza, ancora presenti, si stannocolmando con maggior lentezza.• L’Italia ha una frequenza di neoplasie sia per gli uom<strong>in</strong>i che per le donnesimile o più elevata rispetto a Paesi Nord-europei e agli Stati Uniti.


Uno strumento utile per tutti. Non solo per gli addetti ai lavori, oncologied epidemiologi, ma anche per i cittad<strong>in</strong>i e le Istituzioni. Questa pubblicazionenasce dall’esigenza di colmare un vuoto. F<strong>in</strong>ora nessuno di noi disponevadi un testo agile e di facile lettura che contenesse i <strong>numeri</strong> <strong>del</strong> <strong>cancro</strong> relativiall’anno <strong>in</strong> corso. Quanti nuovi tumori saranno diagnosticati <strong>in</strong> Italia nel<strong>2011</strong>? Quanti saranno i decessi per tumore nel <strong>2011</strong>? Qual è l’effetto <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>vecchiamento<strong>del</strong>la popolazione sulle diagnosi di <strong>cancro</strong>?Sono solo alcune <strong>del</strong>le domande a cui <strong>in</strong>tende rispondere questo volume,che trae ispirazione dal prestigioso “Cancer Facts & Figures” <strong>del</strong>laAmerican Cancer Society. Disporre di dati epidemiologici costantementeaggiornati potrà permettere a tutti gli attori <strong>del</strong>la sanità di pianificare almeglio gli <strong>in</strong>terventi necessari. In un momento di contrazione <strong>del</strong>le risorsedisponibili, razionalizzare le spese rappresenta la sfida decisiva. Questapubblicazione è la prima di una serie che porterà, ogni anno, ad un costanteaggiornamento dei dati.@@

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