Poul Anderson - Quoziente 1000~1977.pdf
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Poi subentrò una calma improvvisa, e subito dopo gli echi si riverberarono<br />
tra le alte pareti dei grattacieli. Una ventata fortissima si ingolfò nelle<br />
strade deserte e gli edifici oscillarono paurosamente prima di ritrovare l'equilibrio.<br />
«Ci è andata abbastanza bene» commentò Mandelbaum dopo un attimo.<br />
Non provava alcuna particolare emozione. Lo schermo d'energia aveva<br />
funzionato. La città era salva... bene, ora poteva continuare il proprio compito.<br />
Inserì la comunicazione col Palazzo del Governo. «Pronto! Va tutto<br />
bene, lì? Ascoltate, dobbiamo darci da fare, per frenare ogni forma di panico<br />
e...»<br />
Girando la testa vide Rossman, che era rimasto tranquillamente seduto:<br />
il bicchiere, ancora quasi pieno, era posato sul bracciolo della poltrona.<br />
12<br />
Corinth sospirò e spinse da parte il lavoro. Il mormorio della città al crepuscolo<br />
giungeva fino a lui dalla finestra aperta al freddo del mese di ottobre.<br />
Rabbrividiva un poco, ma estrasse una sigaretta e per qualche tempo<br />
sedette a fumare.<br />
"Astronavi spaziali" pensò. "A Brookhaven stanno costruendo la prima<br />
nave stellare."<br />
Il suo compito particolare consisteva nel calcolare il comportamento delle<br />
forze di coesione nucleari sotto l'azione del campo di propulsione; un<br />
incarico di una certa complessità, ma non tanto essenziale e urgente da impedire<br />
che gli operai specializzati proseguissero nella costruzione. Era stato<br />
in cantiere quello stesso giorno e aveva osservato lo scafo che prendeva<br />
forma. Il suo orgoglio professionale aveva provato una certa compiaciuta<br />
soddisfazione nell'ammirare la linea perfetta. Ogni organo della nave, i<br />
motori, lo scafo, i portelli e i controlli, erano dei prodotti meccanici di una<br />
precisione tale che sulla Terra non se ne erano visti mai di simili.<br />
Solamente...<br />
Imprecò senza violenza, schiacciando la sigaretta in un portacenere pieno<br />
e si alzò in piedi. Era un brutto momento; sentiva il bisogno di Helga.<br />
Mentre s'avviava verso la sala comune, gli giunse il brusio dell'Istituto in<br />
pieno fervore. Un migliaio di cervelli liberati, che si impegnavano in assoluta<br />
libertà su orizzonti che improvvisamente si erano allargati oltre ogni<br />
immaginazione, ci lavoravano ininterrottamente nelle ventiquattro ore.<br />
Corinth invidiava i giovani tecnici, che erano i più forti, i più decisi ed