Poul Anderson - Quoziente 1000~1977.pdf
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«No» rispose lei. «È meglio che sia finita così.» Parlava con calma.<br />
"Pietà e comprensione. Non siamo più animali selvaggi che mostrano i<br />
denti al destino.<br />
"Sì. Quello è il futuro. Dimentica tutte le glorie dal colore di sangue."<br />
«Ma qual è il nostro domani?» chiese Peter. «Ci troviamo con ai nostri<br />
piedi le rovine di un mondo, abbiamo davanti a noi un universo immenso e<br />
vuoto, e dobbiamo riempirlo noi stessi. Non c'è nessuno che possa aiutarci.»<br />
«A meno che non ci sia un destino» disse lei. «Dio, il Fato, il coraggio<br />
umano.»<br />
«Forse c'è» mormorò Peter. «Volutamente o no, nelle nostre mani è stato<br />
posto un universo.»<br />
Helga voleva ancora evitare l'argomento cruciale, sapendo che, per risponderle,<br />
Peter avrebbe dovuto fare appello a tutto il suo coraggio. Disse:<br />
«Abbiamo il diritto di accettarlo? Se ci attribuiamo il diritto di fare da<br />
guardiani ai pianeti, siamo migliori di Grunewald, con la sua cecità delle<br />
cause, la sua crudeltà insensibile verso il corso degli eventi, il tormento<br />
della sua mente ammalata?»<br />
«Non è così che dovremo affrontare il nostro destino» disse lui. «Noi saremmo<br />
i custodi invisibili della libertà, non coloro che impongono la propria<br />
volontà e il proprio arbitrio. Una volta edificata la nuova civiltà, costituirà<br />
l'unico lavoro meritevole.» "Un destino glorioso! Perché questa notte<br />
mi sento infelice? E perché ho voglia di piangere?"<br />
Helga disse finalmente quello che doveva dire: «Sheila è stata dimessa<br />
pochi giorni fa.» "Piango per te, mio caro che brancoli nel buio."<br />
«Sì» disse lui. «Lo so. È scappata come una bambina. Teneva le braccia<br />
levate al sole e rideva.»<br />
«Lei ha trovato la sua risposta. Tu devi trovare la tua.»<br />
La mente di Peter si mise a scavare nel passato come un cane alla ricerca<br />
di un osso. «Sheila non sapeva che la osservavo. Era un mattino freddo e<br />
luminoso.» "Una foglia secca ha volteggiato nell'aria e s'è posata sui suoi<br />
capelli. Una volta metteva dei fiori nei capelli per me." «Ha già cominciato<br />
a dimenticarmi.»<br />
«Tu avevi detto al dottor Kearnes di aiutarla a dimenticare» disse Helga.<br />
«È stata la cosa più coraggiosa che tu abbia potuto fare. Ci vuole coraggio<br />
per essere generosi. Ma adesso, sei tanto coraggioso da essere generoso<br />
con te stesso?»<br />
«No» rispose lui. «Non voglio smettere di amarla. Mi dispiace, Helga.»