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Poul Anderson - Quoziente 1000~1977.pdf

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i, mescolato a quello umido e pesante del legno marcio: un odore che gli<br />

procurava una leggera nausea. Dall'altra parte delle rovine c'erano alcune<br />

tende; in mezzo a queste, troneggiava la nave spaziale.<br />

Era lucente e bella, come un blocco di ghiaccio grigio puntato verso le<br />

stelle e illuminato dalla luna. Grunewald l'osservò e fu assalito da una ridda<br />

di sentimenti: un senso di fierezza, di conquista prepotente, il riconoscimento<br />

della sua bellezza, che gli faceva mancare il fiato dall'emozione,<br />

la constatazione che presto non avrebbe più potuto capire la logica trascendente<br />

che aveva reso possibile la sua rapida progettazione e costruzione...<br />

Guardò Manzelli e disse semplicemente: «Ti invidio, amico mio.»<br />

Per portarla in orbita e compiere il lavoro conclusivo di preparare e mettere<br />

in azione il generatore di campo che costituiva il suo carico, doveva<br />

avere parecchi uomini d'equipaggio. Uomini destinati a morire, perché non<br />

c'era stato il tempo di preparare i mezzi che avrebbero assicurato il loro ritorno.<br />

Grunewald misurava il tempo che mancava alla realizzazione del progetto<br />

come se avesse avuto un mastino alle calcagna. Presto la seconda nave<br />

spaziale in allestimento a New York sarebbe stata pronta, e altrove stavano<br />

costruendone altre. Poi non ci sarebbe stata più sosta nella marcia del tempo<br />

e nella corsa. Quella notte, l'ultima speranza dell'umanità doveva essere<br />

realizzata; se quella occasione fosse fallita, non ce ne sarebbe stata un'altra.<br />

«Penso» disse «che tutto il mondo esulterà di gioia, prima del sorgere<br />

del sole.»<br />

«No» ribatté l'australiano, realistico. «S'infuneranno più di un nido di<br />

vespe. Dobbiamo pur dare loro il tempo di rendersi conto che sono stati<br />

salvati.»<br />

E il tempo c'era. L'astronave era equipaggiata con un armamento di gran<br />

lunga superiore a quello che l'uomo, prima della metamorfosi, avrebbe potuto<br />

realizzare in un secolo. I suoi robot avrebbero potuto distruggere ogni<br />

altra nave o missile mandato dalla Terra. E l'uomo, l'intera razza vivente,<br />

avrebbe avuto l'opportunità di trarre un sospiro, ricordare i suoi primi amori,<br />

e poi non avrebbe più pensato ad attaccare la nave spaziale.<br />

Gli altri avevano scaricato la cassa proveniente dall'America e avevano<br />

portato sul posto il delicato contenuto. Ora stavano collocando il materiale<br />

sul terreno e Grunewald e Manzelli lo controllavano attentamente. Qualcuno<br />

accese una lampada al neon, e il suo fascio di luce fredda e bianca fe-

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