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Poul Anderson - Quoziente 1000~1977.pdf

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nalmente, cosa strana, non provava nessuna esaltazione per la conquista. Si<br />

trattava di cosa troppo grande per essere salutata con squilli di tromba.<br />

Spinta da una forza che era di gran lunga superiore a quella dei comuni<br />

razzi, libera dai limiti di velocità stabiliti da Einstein, la nave reagiva contro<br />

l'intera massa dell'universo e, quando viaggiava a una velocità superiore<br />

a quella della luce, la sua non era una velocità nel senso stretto della parola.<br />

La sua posizione nello spazio - non una posizione "reale", ma la posizione<br />

più probabile - si spostava in un modo che aveva richiesto, per la sua<br />

descrizione, un intero nuovo ramo della matematica. Generava il proprio<br />

campo pseudo-gravitazionale, il suo carburante era la massa - qualunque<br />

massa - che veniva trasformata in energia, nove per dieci alla ventesima<br />

potenza erg per grammo. Gli schermi compensavano aberrazioni ed effetto<br />

Doppler e mostravano lo splendore nudo dello spazio a occhi che non potevano<br />

vederlo senza protezione. La nave trasportava, proteggeva e nutriva<br />

il suo fragile carico di tessuto organico, e coloro che partecipavano a quella<br />

corsa come se fossero dèi, sapevano della propria mortalità con netta e,<br />

in certo modo, tonificante chiarezza.<br />

Nonostante tutti i requisiti ai quali doveva rispondere, la nave aveva un<br />

aspetto quasi incompleto. Nella fretta di condensare in pochi mesi il lavoro<br />

di un migliaio di anni, i costruttori avevano omesso di collocarvi alcune<br />

preziose apparecchiature: i calcolatori e i robot che avrebbero potuto rendere<br />

quasi completamente automatico il governo della nave. Ma gli uomini<br />

che erano a bordo, date le loro mutate facoltà mentali, avrebbero eseguito<br />

ogni calcolo e risolto equazioni differenziali di ogni genere con la stessa<br />

facilità delle macchine. C'era stata una fretta disperata nell'esecuzione del<br />

progetto, quasi si fosse convinti che la nuova umanità dovesse trovare subito<br />

una nuova frontiera. La prossima astronave sarebbe stata molto diversa<br />

perché avrebbe potuto giovarsi dei dati riportati indietro dalla prima.<br />

«Il conteggio dei raggi cosmici è pressoché costante» disse Lewis. La<br />

nave era dotata di numerosi strumenti di misura, montati all'esterno dello<br />

scafo, fuori portata dei campi di forza che la proteggevano e che alteravano<br />

la curvatura dello spazio. (Credo che questo annulli definitivamente la teoria<br />

che quei raggi siano di origine solare.)<br />

Corinth annuì. L'universo, almeno per quanto riguardava la parte che essi<br />

avevano attraversato, sembrava contenere una pioggia di particelle elettricamente<br />

cariche che attraversavano lo spazio con origine e destinazione<br />

sconosciute. O forse avevano un'origine ben definita? Forse costituivano<br />

una parte integrante del cosmo, come le stelle e le nebulose. La parte pro-

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