Bullettino 1/2015

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Facce che la dicono tutta - Luca dopo la 600: “Sono un po’ stanchino...” Facce che la dicono tutta - Fabio dopo la 600: “Sono un po’ stanchino anch’io...” Facce che la dicono tutta - Fabio dopo la 600: “Ero stanchino ma mi sto riprendendo” Facce che la dicono tutta - Fabio dopo la 600: “Mi sono ripreso perfettamente”! Facce che la dicono tutta - Maurino invece deve ancora riprendersi dalla fatica. No Comment.... Bullettai che si fanno onore: Ottino vittorioso per il Prato. Non è solo un ottimo ciclista. Mira chi si rivede 1: Il “Bona”, al secolo Silvano Gozzi, di nuovo in sella ad una bicicletta, tra una ferrata, un canyoning e un rafting.... Mira chi si rivede 2: Flavio Spineda. Il nuovo lavoro lo impegna molto. Sarà arrivato in taxi? Ciclisti ristorati: Stefano e Nando si consolano con le ciambelline. Occhio alla linea, ragazzi! Ciclisti ristorati: Rosolino, detto “il Terrone dei ristori”. Ops... mi correggo: “il Terrore” dei ristori”. Ciclisti ristorati: Ma quanto mangia questo?
L, l Labbràta [‘labbrata] s.f. Forte colpo battuto sul viso all’altezza della bocca a seguito di caduta accidentale dalla bicicletta. L’imprecazione che segue di solito è: «Maiala, che L. ho battuto»! Làcca [‘lakka] s.f., agg.inv. 1. Vd. Sinonimo di Labbrata. La L. può essere intesa anche come rafforzativo del termine precedente, intendendo come L. una labbrata molto forte. 2. Sorta di mastice usata per tenere a posto i capelli dei ciclisti (o cicliste). L’uso della L. è palese quando, togliendo il caschetto i capelli non risultano schiacciati ma ritti. Lacchè [lak’kE] s.m.inv. Forma dispregiativa per Gregario. Il L. è quel gregario asservito in pieno alla causa del suo capitano arrivando anche a rimboccargli le coperte. Il L. moderno può anche appartenere ad una squadra diversa da quella dei suoi capitani. Laggiù [lad’Diu] avv. Termine usato per indicare dove finisce una discesa. Di solito quando sei L. poi dovrai inevitabilmente tornare Lassù. Làgna [‘lanna] s.f. 1. Lamento insistente e noioso, equiparato al piagnisteo, tipico del ciclista petulante al quale non va mai bene niente. 2. Bella fotografa dalla folta e rossa criniera. Làgo Sànto [‘lagosanto] loc. Ameno laghetto appenninico (ultimamente poco frequentato dai bullettai) famoso per le virtù taumaturgiche delle sue acque. Si dice che immergendo le estremità nelle sue fredde acque il ciclista ne riceve una forza sovrumana, come accadde agli elefanti di Annibale. Nelle sue acque una volta vi si battezzavano i Randagi. Làllera [‘laOOera] s.f. 1. Quella cosa che le cicliste devono per forza dare per fare il trallallero llero llallà | 2. L’unica cosa che non si può fare senza Lilleri. Làma [‘lama] s.f. Mitico salitone che dai piani di Barbaione porta fino alla legnaia del Civitelli. Evitata come la peste dai ciclisti, che amano percorrerla solo in senso contrario. Lambrùsco [lam’brusko] s.m. Vino frizzantino con le bollicine tanto amato dai ciclisti padani. Noi però continuiamo a preferire di gran lunga il Chianti. Laménto [la’mento] s.m. Vd. Lagna. Làna [‘lana] s.f. Materiale ricavato dal pelo della pecora, anticamente usato per la realizzazione dei completini da bici. Andato in pensione a causa dell’arrivo di materiali più confortevoli, è stato di recente riscoperto e rivalutato dalla moda del vintage. Lance [lan’Te] n.p. Noto ciclista americano che verrà ricordato come l’unico ad essere arrivato primo in sette Tour de France senza averne vinto nessuno. Lanciàre [lan’Tare] v.tr., v.intr. 1. La volata: quando si scatta in prossimità del traguardo allo scopo di fregare i colleghi | 2. La sfida: «Oggi ti metto dietro quantevveroddio» | 3. Il malocchio al collega: «Oggi mi batti, lo sento... vai troppo forte...». Lardèllo [‘lardεllo] s.m. Rociolo di ciccia che spesso esce dal pantaloncino, giusto sopra le bretelle. Làrdo [‘lardo] s.m. Accumulo più o meno pronunciato di materiale adiposo sull’addome dei ciclisti. Ciò è dovuto principalmente al fatto che le calorie bruciate durante l’attività ciclistica sono enormemente inferiori alle calorie assunte durante l’attività godereccia (il dato di 1:10 è confermato da studi recenti). Làrge (Extra) [‘Ekstral:arg] agg.inv., s.m. e f.inv. La misura dei completini tecnici dei ciclisti che hanno accumulato molto Lardo. Lascìvia [la’∫ivja] s. f. [dal lat. lascivium], lett. disposizione alla ricerca del piacere di pedalare oltre la soglia ritenuta comunemente e/o umanamente tollerabile dalla decenza. Lassù [las’su] avv. Comunemente viene indicato con questo termine il punto dove la salita finisce: «Ma dobbiamo davvero pedalare fino a lassù»? Nella conversazione viene molto spesso usato anche il sinonimo senese Costassù o il più grezzo Costíessù. Lastricàto [lastri’kato] s.m. Tipo di pavimentazione stradale particolarmente odiato dai ciclisti a causa della naturale scivolosità e pericolosità a causa dei dossi e delle buche molto frequenti. Làstrico [‘lastriko] s.m. Stato in cui si riduce il ciclista dopo aver acquistato la bici dei propri sogni. Latènte [la’tEnte] agg. Quel bullettaio che non si manifesta esternamente, non si fa mai vedere e non si sa nemmeno che faccia abbia. Ogni tanto lo si scorge e ci si chiede chi è... Latitànte [lati’tante] p.pres., agg., s.m. e f. Il ciclista che si sottrae, spesso con l’astuzia, all’impegno, sia esso sportivo o lavorativo, che è chiamato a svolgere. Latrìna [la’trina] s.f. Luogo deputato alla minzione. Vd. Licite Quella del ciclista non è solitamente posta all’interno di un locale, ma sul il primo grosso albero del bosco. Quella degli uomini è posta sul fronte della pianta, quella delle donne è più ringuattata sul retro. Lavacaténa [’lavaka’tena] s.f. Lubrificante sgrassante usato per togliere la morchia che si deposita sulle maglie della catena. A vedere certe biciclette c’è da credere che qualcuno ignori l’esistenza di questo presidio. Làvati sùdicio [‘lavatisudiƒo] agg., s.m. Imprecazione detta quasi sempre sottovoce per non farsi sentire dal diretto interessato, quando questi ti pedala troppo vicino. Lavatìvo [lava’tivo] s.m. Dicesi di ciclista uggioso o anche scansafatiche, quello che si rifiuta di tirare e preferisce far lavorare gli altri. Lavatrìce [lava’triTe] s.f. Presidio meccanico per lavare i nostri sudatissimi completini da bici, alla quale dobbiamo grande rispetto, che se non ci fosse le nostre mogli ci farebbero pedalare molto meno. Lavoratóre [lavora’tore] agg., s.m. In senso ironico dicesi dei ciclisti della Bulletta il cui cognome inizia con la lettera “B”. Leader [li:der] s.m. e f.inv. Spesso emulando il Rag. Filini è il capo riconosciuto del gruppo, colui che decide dove si va e che solitamente prende la prima posizione alla partenza e fa l’andatura. Leasing [li’zin] s.m. e f.inv. Contratto di finanziamento di grossa entità che, visti i prezzi, i ciclisti molto presto dovranno adottare per l’acquisto della bici. Leccióne [‘lett∫Oone] s.m. Maestoso esemplare di Quercus ilex, unico nel suo genere, costituito dall’antico abbraccio di due esemplari, situato nel nostro Chianti e meta di visitatori da tutto il mondo. Lèd [‘lεd] s.m. Diodo ad emissione luminosa optoelettronico che sfrutta le proprietà ottiche di alcuni materiali semiconduttori di produrre fotoni attraverso un fenomeno di emissione spontanea. Più semplicemente è quella cosa che ha risolto un mucchio di problemi ai randagi. Leeeh [le:] Incitamento usato dal vetturino per rallentare la corsa del cavallo e/o dei bovi e/o del ciuco. Si usa anche in gruppo quando qualcuno pedala troppo forte. Léga [‘lega] s.f. Quella leggera di alluminio è stata il materiale più usato per un decennio a partire dagli anni Ottanta nella costruzione delle biciclette, sostituendo senza successo il vecchio e caro acciaio. L’avvento del carbonio ha fatto sì che avesse una vita assai corta. Legalumbàrda [‘legalümba:rd] s.f. Moviménto de liberasione nasiunale de tuta la Lumbardia. Frase tipica: «Chélo Vesuvio là che gh’è lì, tacà a Napoli, se la ‘specia cusè a tirà foeura n’altra béla erusiùn e faj foeura tucc, ‘sti terùn»? Lèggere [‘lεdDere] v.tr., v.intr. quello che state facendo con grande piacere in questo preciso istante. Continua sul prossimo numero
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