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IL CALITRANOperiodico quadrimestrale di ambiente, dialetto, storia e tradizioniSpedizione in abb. postale comma 20/C Legge 662/96 Filiale di FirenzeANNO XVIII - NUMERO 8 (nuova serie) LUGLIO-AGOSTO 1998


IN COPERTINA:La storia di un paese è fatta anche diaspetti particolari, spesso dimenticati oaddir<strong>it</strong>tura sconosciuti ai più, come questoscorcio di Vico Lampariello, ngimma alu Vuccul’, sub<strong>it</strong>o a destra, salendo lescale di fronte all’ab<strong>it</strong>azione della famigliaMetallo (fis’ch’).Paesaggio urbano che nel suo piccolo c<strong>it</strong>ramanda i valori – che scandiscono tuttoraquel quotidiano r<strong>it</strong>mato dalle usanzee ricorrenze della nostra civiltà contadina– come documenti del passato e nelconservare le forme, pure in un momentoin cui il nostro paese – e soprattutto ilsuo centro storico – è interessato da radical<strong>it</strong>rasformazioni.(Foto Flash)RICORDACHE LA TUA OFFERTAÈ DECISIVAPER LA PUBBLICAZIONEDI QUESTO GIORNALESI RESTITUISCONOLE FOTOPresso lo stand de“Il Cal<strong>it</strong>rano” all’internodella 17ª FieraInterregionale di Cal<strong>it</strong>rivengono rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e tutte lefoto che sono serv<strong>it</strong>e per lapubblicazione del libro.Un sincero, calorosoringraziamento alla vostrasquis<strong>it</strong>a gentilezza e cortesia.INQUESTO NUMEROUscire dal disagiodi Raffaele Salvante 3Associazione Romanadei Cal<strong>it</strong>rani 4Dalla Svizzera 4I Cal<strong>it</strong>ranidi Germania 5Leonetto e Sansonettodi P. Gerardo Cioffari 6Contratti matrimonialisecenteschi in Cal<strong>it</strong>ridi Emilio Ricciardi 10La p<strong>it</strong>tura di Piera Iernadi Rosaria Bombaci 12Le monete della civ<strong>it</strong>adi Oliveto C<strong>it</strong>radi Damiano Pipino 13DIALETTO E CULTURAPOPOLARE 14Tra fiere e sagredi Donato Mazzeo 14MOVIMENTODEMOGRAFICO 15SOLIDARIETÀ COL GIORNALE 17Erbe di casa nostradi Alba Algeri 19Nuovi orizzontiper il turismo molisanodi Carla Marinelli 20LA NOSTRA BIBLIOTECA 22• Si prega di segnalare“sempre” il cambio diindirizzo completo delle suecomponenti.• Segnalare “sempre” laeventuale mancatarecezione del giornale.• Esigete dal postino ilgiornale con l’etichettaportante il vostro indirizzo.IL CALITRANOANNO XVIII - N. 8 n. s.Periodico quadrimestraledi ambiente - dialetto - storia e tradizionidell’Associazione Culturale“Caletra”Fondato nel 1981DirettoreRaffaella SalvanteDirettore ResponsabileA. Raffaele SalvanteSegreteriaMartina SalvanteDirezione, Redazione, Amministrazione50142 Firenze - Via A. Canova, 78Tel. 055/78.39.36Spedizione in abbonamento postale 50%C. C. P. n. 11384500La collaborazione è aperta a tutti, ma innessun caso instaura un rapporto dilavoro ed è sempre da intendersi a t<strong>it</strong>olodi volontariato.I lavori pubblicati riflettono il pensiero deisingoli autori, i quali se ne assumono leresponsabil<strong>it</strong>à di fronte alla legge.Il giornale viene diffuso gratu<strong>it</strong>amente.Attiv<strong>it</strong>à ed<strong>it</strong>oriale di natura noncommerciale nei sensi previsti dall’art. 4del DPR 16.10.1972 n. 633 e successivemodificazioni.Le spese di stampa e postali sono copertedalla solidarietà dei lettori.Stampa: Polistampa - FirenzeAutorizzazione n. 2912 del 13/2/1981del Tribunale di FirenzeIl Foro competente per ogni controversia èquello di Firenze.Accred<strong>it</strong>i su c/c postale n. 11384500 intestatoa “IL CALITRANO” - Firenze oppurec/c bancario 61943/00 intestato a SalvanteA. Raffaele c/o Sede Centrale dellaCassa di Risparmio di Firenze Spa - ViaBufalini, 6 - 50122 Firenze - ABI 6160.6 -CAB 2800Chiuso in stampa il 20 luglio 1998


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANOUNA STAGIONE DI FRAGILITÀ SOCIALEUSCIRE DAL DISAGIOIl disimpegno e il lasciar fare sono pericolosi. Occorre una sollec<strong>it</strong>azione che deve venire da noi,ma soprattutto dai giovani, in un modo nuovo, più incisivo, risolutivo e coinvolgente.ome non comprendere l’attuale diso-delle coscienze?Crientamento– dopo tanto clamore le ultime elezioniamministrative hanno fatto rilevare unforte calo di partecipanti, con bassepercentuali di votanti: un paese chefaticosamente tende a costruire ilnuovo e si r<strong>it</strong>rova ancora a fare i conticon nodi che non sembra in grado disciogliere o di superare con le sue ist<strong>it</strong>uzioni“svil<strong>it</strong>e nella l<strong>it</strong>igios<strong>it</strong>à pol<strong>it</strong>icache ha causato troppa insofferenza edestrane<strong>it</strong>à”;– la guardia di Finanza, controllando ilbilancio di circa 400 aziende, non neha trovato “uno” regolare; e il dilagaredel fenomeno della corruzione,susc<strong>it</strong>a un diffuso clima di amarezza edi sfiducia;– l’immane tragedia di “fango” che si èconsumata fra le province di Avellinoe di Salerno, ha riaperto le frustrantidiatribe, puramente formalisenza profondo contenuto sostanziale,sulla prevenzione, sul controllo delterr<strong>it</strong>orio e così via;– lo sfascio della magistratura che oggisi presenta in tutta la sua dura evidenza,con l’incapac<strong>it</strong>à assoluta di difendereil c<strong>it</strong>tadino che a volte - ma semprepiù spesso - è costretto a farsi giustiziada se; un fenomeno a cui dobbiamoguardare con profonda preoccupazione,ma anche con ferma determinazione;– mentre da un lato sono formidabili iproblemi etico-sociali sugli scenari difine millennio, con le carestie, lafame, la corsa all’armamento atomico,le guerre fratricide, la rinascentediscriminazione razziale ed etnica ecc.che ci interpellano per rispondere allesollec<strong>it</strong>azioni dei bisogni più urgenti,dall’altro – atton<strong>it</strong>i e perplessi – assistiamoall’ascesa di case di moda estilisti in genere che redigono, ognianno, bilanci arcimiliardari come nonera mai successo prima d’ora; come sipuò conciliare la morte per fame dicirca 60.000 bambini al giorno con laricchezza spesa nell’abbigliamentofirmato e molto spesso falsamente firmato?Questo quadro generale di rottura,di sfiducia e di collasso, proprio nell’impossibil<strong>it</strong>àreale di confidare nelleist<strong>it</strong>uzioni della repubblica, fa crescere adismisura – purtroppo – le cosiddettevirtù del disimpegno e della disaffezione,un accentuato egoismo nellaricerca spasmodica del benessere individuale,quale segno tangibile delleinquietudini, dei contrasti e delle contraddizioniche affliggono l’uomomoderno in una forma di disfattismostorico preoccupante.Questo mondo di vacua verbos<strong>it</strong>à edi spregiudicata incoerenza non potràcambiare mai, né si potrà recuperare senon ci sarà mobil<strong>it</strong>azione delle coscienzecon la costruzione di un tessutosociale cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da valori e da rinnovatacoscienza umana.Capac<strong>it</strong>à di ascolto e disponibil<strong>it</strong>àal dialogo, al confronto in ogni campo,cost<strong>it</strong>uiscono un fattore indispensabiledi cresc<strong>it</strong>a interiore, sociale e democraticache attraverso “il lavoro” che dàdign<strong>it</strong>à all’uomo, attraverso la tolleranza,la giustizia e uno stato sociale didir<strong>it</strong>to, danno attuazione al processo dimaturazione della coscienze, per operaresempre e comunque in uno spir<strong>it</strong>oun<strong>it</strong>ario di solidarietà verso gli altri,solidarietà che da alla nostra speranzauna ampiezza planetaria che la rendecontinuamente sana e feconda.Spetta a noi, e in particolar modo aigiovani, la responsabil<strong>it</strong>à di scegliere leforme concrete d’impegno e di presenzanon solo più coerenti, ma anche piùefficaci, con una disponibil<strong>it</strong>à, un sensodi fratern<strong>it</strong>à e di reciproco amore, conuna capac<strong>it</strong>à di resistenza e di non omologazionealle forze vincenti e alla pseudocultura e con un grado di pazienza edi umiltà.Nei confronti dei giovani dobbiamoriconoscere – col cuore contr<strong>it</strong>o –che grava il peso di una società degliadulti frammentata e disumana, senzaideali e senza regole, inquinata da milleindividualismi e da mille compromessi,mentre la gioventù è per sua natura etàdi scelte che saranno motivate eresponsabili se potranno far riferimentoa valori forti, perché i giovani sonomolto sensibili all’autentic<strong>it</strong>à e allasemplic<strong>it</strong>à e rifiutano una società invasadall’ipocrisia e dai disvalori, madebbono e vogliono sentirsi corresponsabilinel cammino dell’intera comun<strong>it</strong>à.Occorre, perciò, puntare – comemomento privilegiato – su proposteessenziali, forti e coinvolgenti, che nonchiudano i giovani in prospettive dicompromesso e nei loro mondi esclusivi,ma li aprano alla più vasta comun<strong>it</strong>àdella società e della mondial<strong>it</strong>à, capacedi coinvolgere anche quei giovanidistratti, o indifesi alle pressioni dellevarie ideologie consumistiche, chedevastano le loro speranze e la lorogioia di vivere.Infatti, le opere della pace nasconoda un rinnovamento interiore che siesprime particolarmente in coerentestile di v<strong>it</strong>a e nell’acquisizione di unasempre maggiore capac<strong>it</strong>à di dialogo,di condivisione, di accoglienza deldiverso.Perciò, non bisogna assolutamenteabbassare la guardia, è – infatti – nelrispondere a questa esigenza che sidiventa liev<strong>it</strong>o della storia.Raffaele SalvanteUna cosa va ribad<strong>it</strong>a dinuovo: il superfluo dei paesiricchi deve servire ai paesipoveri. Diversamente, ostinandosinella loro avarizia,non potranno che susc<strong>it</strong>are ilgiudizio di Dio e “la colleradei poveri”, con conseguenzeimprevedibili.(Populorum progressio 49)3


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998ASSOCIAZIONE ROMANADEI CALITRANIomenica 26 aprile 1998, presso il ristorante “Picar”, nellaDsuggestiva cornice del “LUNEUR” di Roma si sono r<strong>it</strong>rovaticirca 250 partecipanti per celebrare la 6ª Assemblea Generaledei soci dell’Associazione Romana dei Cal<strong>it</strong>rani.Hanno partecipato il sindaco di Cal<strong>it</strong>ri prof. V<strong>it</strong>o March<strong>it</strong>to,il vice sindaco ing. Emilio Cicoira, il presidente dell’associazionedei Cal<strong>it</strong>rani in Svizzera sig. Antonio Zarrilli, il sig.Angelo Zazzarino in rappresentanza del padre Antonio, presidentedell’associazione dei Cal<strong>it</strong>rani in Venezuela, il presidentedell’Associazione Pro-Loco Cal<strong>it</strong>ri sig. Giovanni Rinaldi, ilpresidente dell’Associazione Aletrium dott. Antonio Nicolais, ilpresidente dell’Associazione Il Sipario sig. Donato Frasca, lostudioso e ricercatore Padre Gerardo Cioffari O.P.Hanno inviato messaggi il presidente dell’AssociazioneFigli dell’Irpinia, il presidente dell’Associazione dei Cal<strong>it</strong>raniin Germania sig. Giovanni Fierravanti ed il presidente dell’Associazione“Donne per il sociale” signora Rosa Fierravanti.Nel corso di questo ormai tradizionale appuntamento checonsente a vecchi amici di r<strong>it</strong>rovarsi e di rinsaldare i legami conla comun<strong>it</strong>à di origine, sono state richiamate dal presidentedell’ARC dott. Antonio Cicoira le motivazioni ed i valori suiquali si fonda l’associazione ed è stato rivolto un inv<strong>it</strong>o a rafforzaree diffondere l’amicizia, la fratellanza e la solidarietà.Durante il pranzo un gruppo di giovani venuto da Cal<strong>it</strong>ri, haallietato i commensali con intonatissimi canti popolari Cal<strong>it</strong>rani,accompagnati dai virtuosismi del fisarmonicista V<strong>it</strong>oTATEO; la festa si è protratta fino alle ore 24,00 con un riccobuffet, musica dal vivo, ballo ed estrazione di premi, facendoregistrare l’entusiasmo ed il gradimento di tutti gli intervenuti.L’Associazione Romana dei Cal<strong>it</strong>rani, nell’amb<strong>it</strong>o dellecelebrazioni della 6ª giornata dell’emigrante, che si svolgerà aCal<strong>it</strong>ri, ha programmato le seguenti manifestazioni:Domenica 30 Agosto 1998, ore 21(nella chiesa dell’Immacolata Concezione)Concerto del duo SALZA - PERGOLIZZImusiche per tromba e pianoforte:Per la prima volta a Cal<strong>it</strong>ri due solisti di livellointernazionale.Sabato 6 Settembre 1998ore 16,30 - Manifestazione Folcloristica;ore 21,00 - Serata danzante con buffet e premi.E.P.S.A.I.M.Ente Autonomo Promozione e Sviluppo AreeInterne del MezzogiornoXVII edizionedal 30 agosto al 6 settembre 1998Dai valore al tuo tempo.Vis<strong>it</strong>a la fiera,per costruire il tuo futuro.DALLA SVIZZERAari lettori del Cal<strong>it</strong>rano, stimati soci dell’ALECS, mi premeCscrivere due righe a propos<strong>it</strong>o di questa nuova iniziativadella nostra associazione: “g<strong>it</strong>a al Gardaland e vis<strong>it</strong>a allac<strong>it</strong>tà di Verona”, preparata dal com<strong>it</strong>ato di San Gallo.Verona è conosciuta per il più famoso balcone del mondo,quello della romantica storia d’amore tra Giulietta e Romeo; DiMaio Leonardo e Gautieri Giuseppe con l’aiuto di FatoneCanio hanno organizzato la g<strong>it</strong>a, senza aiuto di agenzie turistiche,via telefono e fax hanno vagliato le varie possibil<strong>it</strong>à, giungendoa quella più interessante dal punto di vista prezzo/qual<strong>it</strong>àIl bus part<strong>it</strong>o da Balsthal è arrivato puntuale a Flawil dove èsal<strong>it</strong>o il gruppo di San Gallo, partendo per Lugano dove sisono aggiunti i ticinesi; inutile raccontare l’entusiasmo di arrivarea destinazione, dove sub<strong>it</strong>o ci si è resi conto che a causadella miriade di giostre (tutte comprese nel prezzo d’ingresso)ci sarebbero voluti più giorni per vis<strong>it</strong>arlo interamente.Tanti si sono detti: “qui ci r<strong>it</strong>orneremo ancora una volta”;immaginate la gioia dei grandi e non solo dei bambini, perchéquesto parco offre divertimenti per tutte le età; la sera eravamotutti stanchi per le corse da un teatro con giochi di prestigio allavasca dei delfini, alla funivia ecc.Verona, maggio 1998 vis<strong>it</strong>a a Gardaland dei Cal<strong>it</strong>rani emigrati in Svizzera.Durante il viaggio verso l’hotel si è avuta l’occasione di fermarsiad un supermercato dove ci siamo riforn<strong>it</strong>i di special<strong>it</strong>à4


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANO<strong>it</strong>aliane. L’hotel si è rivelato molto bello, il mangiare ottimo edabbondante, le camere tutte con servizi, telefono e TV; durantee dopo l’abbondante cena i ragazzi si sono tuffati nella piscinadell’hotel approf<strong>it</strong>tando del clima m<strong>it</strong>e per fare un bel bagnoall’aperto.Il mattino del 17 maggio siamo part<strong>it</strong>i alla volta di Verona,con l’aiuto di una guida che nel trag<strong>it</strong>to ci ha descr<strong>it</strong>to iluoghi che attraversavamo, collegandoli alla storia dellarepubblica di Venezia; una volta a Verona, abbiamo iniziatola vis<strong>it</strong>a da piazza Bra, dove sub<strong>it</strong>o colpisce l’imponenzadell’Arena, poi ci siamo diretti alla casa di Giulietta, dovetutti hanno scattato innumerevoli foto sia sotto il famosobalcone che nel cortile dove si trova una statua di Giulietta,poi passando per piazza Signoria e piazza Erbe siamo entratinell’Arena; una volta fuori assalto alle bancarelle per compraredei souvenir.Risal<strong>it</strong>i sul bus abbiamo fatto un giro per vedere i monumentidi Verona distanti dal centro, e per finire in bellezzasiamo andati sulla collina della madonna di Lourdes per ammiraredall’alto la c<strong>it</strong>tà.Durante il viaggio di r<strong>it</strong>orno verso la Svizzera il com<strong>it</strong>atoha distribu<strong>it</strong>o dei foglietti per ogni famiglia, perché scrivesseroconsigli e cr<strong>it</strong>iche in mer<strong>it</strong>o alla g<strong>it</strong>a svolta; tutti contenti perl’organizzazione, mentre riguardo la durata, tutti erano concordinel fare una g<strong>it</strong>a di più giorni.La festa ALECS 1998 si terrà il 26 settembre 1998 pressola sala del Centro Lusc di Troglio vicino Pontetresa, esarà gest<strong>it</strong>a dal com<strong>it</strong>ato e non dal ristorante, per avere su<strong>it</strong>avoli le special<strong>it</strong>à paesane; non mancherà la musica.Fin d’ora ringraziamo il com<strong>it</strong>ato ticinese che nelle personedel presidente di zona– De Nicola V<strong>it</strong>o tel. 091 972 40 69– i coniugi Ricciardi Antonietta e Francescotel. 091 994 81 35– Russo Giuseppe tel. 091 972 15 08– Per la zona di Balsthal Zarrilli Antonio tel. 062 391 03 85– Per la zona di San Gallo Gautieri Giuseppetel. 071 393 55 05sono a vostra completa disposizione per informazioni e prenotazioni.Un caloroso saluto a tutti i Cal<strong>it</strong>rani nel mondo.Il presidente onorarioGautieri GiuseppeDALLA GERMANIAI CALITRANI DI GERMANIASI AFFIDANO ANCORAA GIOVANNI FIERRAVANTIA.C.R.I.G. – Associazione dei Cal<strong>it</strong>rani di Germania – nelL’ corso dell’Assemblea Generale Ordinaria dei Soci, svoltasiil 28.02 u.s. nei locali delle ACLI di Friburgo ha proceduto alrinnovo delle cariche sociali.Dopo un doveroso indirizzo di benvenuto espresso agliintervenuti, il presidente uscente Giovanni Fierravanti nellasua relazione ha illustrato il bilancio consuntivo relativoall’anno appena trascorso e ripercorso la breve storia dell’A.C.R.I.G.dichiarandosi soddisfatto del lavoro compiuto,anche se “la soddisfazione – ha affermato – è temperata dallaconsapevolezza che non tutto è stato possibile realizzare. Dafare c’è veramente tanto!”. Non ha mancato di ringraziare imembri del Com<strong>it</strong>ato Direttivo che lo hanno affiancato in questianni e i soci che lo hanno sostenuto e di proporre, a grandilinee, anche le attiv<strong>it</strong>à da realizzare negli anni a venire alloscopo di rafforzare ruolo e funzioni del sodalizio.Vivace e sana è stata la discussione che ne è scatur<strong>it</strong>a eche ha offerto molti spunti di riflessione.Alla fine i numerosi partecipanti, ben il 68% degli iscr<strong>it</strong>ti,hanno apprezzato e sottolineato con parole di plauso il lavorofinora svolto e di incoraggiamento per quello da svolgere.Fierravanti è stato riconfermato all’unanim<strong>it</strong>à a dirigereanche per i prossimi cinque anni le sorti dell’Associazione. Lariconferma poi anche di molti membri è particolarmentesignificativa: l’Assemblea ha voluto assicurare una costruttivacontinu<strong>it</strong>à alla linea finora segu<strong>it</strong>a ed esprimere in modoincontrovertibile che le aspettative e le sollec<strong>it</strong>azioni della basesono state realizzate.“Ricevere ancora la vostra fiducia mi commuove e mi rendeorgoglioso – ha esord<strong>it</strong>o Fierravanti – ringrazio tutti per questoma vi confesso che mi sento ancora più felice nel constatareche del nuovo Com<strong>it</strong>ato Direttivo fanno parte anche duegiovanissime, nate e cresciute qui, quindi non emigrate – IleniaMasullo e Marcella Zabatta – e che nel frattempo la nostraassociazione può annoverare tra i suoi iscr<strong>it</strong>ti tutti i Cal<strong>it</strong>rani diGermania: segno questo che i tempi per la cost<strong>it</strong>uzionedell’Associazione erano maturi e che i nostri propos<strong>it</strong>i eranoquelli giusti e lungimiranti”.Ha sottolineato e rivolto un appello ai membri del nuovoCom<strong>it</strong>ato Direttivo e a tutti i soci di tenere sempre presente eperseguire gli scopi dell’Associazione: la continu<strong>it</strong>à nel tempodel rapporto con Cal<strong>it</strong>ri; difendere ed esaltare i valori delleproprie tradizioni; amicizia e solidarietà tra conterranei. Èimportante guardare al futuro e lavorare insieme coinvolgendosempre più i giovani che pur consapevoli dei grandi valoridella cultura e delle tradizioni dei propri gen<strong>it</strong>ori hanno bisognodi stimoli per riscoprire la loro cal<strong>it</strong>ran<strong>it</strong>à.Il Presidente ha concluso augurandosi che le Ist<strong>it</strong>uzionical<strong>it</strong>rane aiutino in questo contesto l’associazione e siimpegnino nella diffusione della cultura e della storia “delnostro borgo natio con materiale didattico e con azioniconcrete come per esempio onorandoci con qualche gruppofolcloristico o cantante – a Cal<strong>it</strong>ri ce se sono ed anche ottimi– sarebbe il miglior regalo che il Sindaco potrebbe farci persolennizzare degnamente il quinquennio dell’A.C.R.I.G.”Il 5° incontro avverrà, sempre a Friburgo, il 3 ottobre 1998.Il nuovo direttivo è composto da: presidente GiovanniFierravanti – vice presidente Canio Metallo – segreteria GiacintaTuozzolo Lepre – cassiera Ilenia Masullo – vice cassiera MariaGalgano – membri del direttivo Antonietta Della Valve – RaulLepre – Canio Pastore – Monica Pastore – Elvira Zabatta –Marcella Zabatta – revisori dei conti Michele Caruso e NicolaMarotta – supplente revisore dei conti Canio Galgano.5


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998P. G ERARDO CIOFFARI O. P.Leonetto e SansonettoProblemi di genealogia e cronologianella storia di Cal<strong>it</strong>riro sul punto di inviare alla redazione de Il Cal<strong>it</strong>rano la conti-della storia di Cal<strong>it</strong>ri, comprendente il periodo di LuigiEnuazioneIII Gesualdo (1480-1517), quando una telefonata con mio nipoteCanio Maffucci mi ha convinto che, invece, è opportuno fermarsiun momento e fare il punto della s<strong>it</strong>uazione relativamente al Tre eal Quattrocento.La cosa è tanto più necessaria in quanto il rapporto fra lo storicoed il lettore non è come fra chi già sa tutto e chi apprende. Lostorico non sa tutto, sa soltanto come funziona il meccanismo deidocumenti. Sa più del comune lettore se su quell’argomento sipuò trovare ancora dell’altro, oppure è stato detto quasi tutto. Lafunzione dello storico è di scavare negli archivi per trovare qualcosain più rispetto a quanto detto in precedenza, ed eventualmentemeglio contestualizzare la vicenda trattata.Ovviamente le notizie non vengono trovate tutte insieme, maemergono un po’ alla volta. Per cui, le puntate su Il Cal<strong>it</strong>ranonon vanno intese come la parola defin<strong>it</strong>iva, ma solo come cosebelle trovate sino a quel momento. Successivamente possono esseretrovate altre cose che vanno ad arricchire e persino a correggerele prededenti. Questo mi sembra il momento di fare il punto suquanto detto sinora e apportare qualche aggiunta e qualche correzione.1. La “genealogia” gesualdina nel manoscr<strong>it</strong>to Brancacciano IIF 13Sol<strong>it</strong>amente dedico la prima quindicina di gennaio a ricerchenella Biblioteca del Pontificio Ist<strong>it</strong>uto Orientale di Roma al fine diaggiornare o approfondire le tematiche da me trattate come professoredi Storia della Teologia Russa a Bari. Quest’anno ho volutofare uno strappo, e una parte di questa quindicina l’ho trascorsaall’Archivio di Stato di Napoli ed alla Biblioteca Nazionale dellac<strong>it</strong>tà partenopea. I risultati della ricerca saranno pubblicati neiprossimi numeri de Il Cal<strong>it</strong>rano.Una prima pista me l’aveva indicata l’amico Emilio Ricciardicol quale mi sono visto a Napoli. Poi ho voluto procedere ad unaverifica diretta della documentazione cal<strong>it</strong>rana e irpina che s<strong>it</strong>rova in quel ricchissimo archivio.Fra i tanti scavi nelle antiche carte mi sono imbattuto in unmanoscr<strong>it</strong>to della Biblioteca Nazionale di Napoli, cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dauna raccolta che ha la seguente collocazione: Brancacciana, II F13, mentre le relative carte portano il t<strong>it</strong>olo appunto di Genealogiadella Famiglia Gesualdo.Come ho avuto modo di dire in altri interventi, le fonti principalisui discendenti dei Gesualdo sono Scipione Ammirato, Camillode Lellis e Ferrante Della Marra. Talvolta però scr<strong>it</strong>ti minoripossono presentare qualche particolare interessante o rinforzare leprobabil<strong>it</strong>à per una soluzione piuttosto che per un’altra. Tale ilcaso di questo breve manoscr<strong>it</strong>to della fine del Cinquecento oinizi del Seicento. Prima di qualsiasi considerazione cr<strong>it</strong>ica, ecconeuna rapida sintesi.Alla morte del primo Gesualdo, signore di Cal<strong>it</strong>ri (cioè MattiaI), nel 1322 ricevette la sua ered<strong>it</strong>à (Cal<strong>it</strong>ri e Auletta) il di luifiglio Nicola II, che in un atto del 1325 appare come signore diCayano (cioè Caggiano), Cal<strong>it</strong>ri e Auletta. Il figlio di Nicola II,Giannotto Gesualdo, ered<strong>it</strong>ò i suddetti feudi, come risulta da documentidel 1328, 1329, 1331 e 1332. Alla morte di Giannotto, fu ilfratello Mattia II ad ottenere il feudo di Cal<strong>it</strong>ri. Lo stesso nel 1336appare come mar<strong>it</strong>o di Giovannella di Diano, figlia di Marino diBurgenza. Successivamente signore di Cal<strong>it</strong>ri è Lionetto, cap<strong>it</strong>anoa guerra di Ladislao, il quale ha anche i feudi di Caggiano, Auletta,Caposele e Gesualdo (mentre Palo e Baragiano appartengono aSansonetto e Pescopagano e Quaglietta a Giovannello). Più tardi,signore di Cal<strong>it</strong>ri divenne Luigi, figlio di Sansonetto. Cui successenon un figlio di Luigi, ma un suo nipote di nome Cola, figlio diSansone (1471). Nel 1482 abbiamo invece Luise. Fratello di Cola.Infine (per quanto riguarda Cal<strong>it</strong>ri), signore di Cal<strong>it</strong>ri divieneFabrizio, un figlio di Luise, che sposa la figlia del principe diMelfi.2. Falsi problemi e… confermeQuali sono i problemi che sorgono da questa genealogia? Alcunisono falsi problemi, altri sono veri.Falsi problemi sono quelli relativi alla numerazione aggiunta alnome (Nicola II, III, Luigi I, II, III, e così via). È infatti sufficienteguardare alle date per capire di quale Nicola o Luigi si tratti. Ilnumero è d’altronde soggettivo, in quanto dipende dalla collocazionedi quel nome nella famiglia Gesualdo in generale, oppure diquel nome in rapporto a Cal<strong>it</strong>ri. Così, ad esempio, Nicola II (nellafamiglia Gesualdo) fu il primo Nicola ad avere la signoria di Cal<strong>it</strong>ri.In una storia di Cal<strong>it</strong>ri dev’essere indicato come I o come II?Entrambi sono leg<strong>it</strong>timi. Io ho sinora prefer<strong>it</strong>o indicarlo in rapportoa Cal<strong>it</strong>ri, quindi come primo. Ma si può tranquillamente cambiaremetodo e mantenere il numero gesualdino piuttosto che cal<strong>it</strong>rano.L’importante è capirsi.Da adesso in poi cambierò metodo e adotterò anch’io la numerazionedella famiglia piuttosto che la signoria di Cal<strong>it</strong>ri. La cosaè per di più auspicabile poiché, incoerentemente (anche se giustamente)ho chiamato Luigi II il primo Luigi signore di Cal<strong>it</strong>ri.Luigi I, infatti, personaggio di primo piano all’epoca di re Carlo IIIdi Durazzo, non fu signore di Cal<strong>it</strong>ri. Quindi, ad ev<strong>it</strong>are confusioneè opportuno riscrivere la genealogia cal<strong>it</strong>rana alla luce di quellaufficiale dei Gesualdo.Di conseguenza, anche se è un falso problema, è opportunorinominare Nicola II colui che fu il primo Nicola signore di Cal<strong>it</strong>ri(mentre Nicola I non aveva nulla a che vedere con il nostro paese).Del resto il primo re di Napoli si chiama Ruggero II (1130-1154),essendo Ruggero I soltanto conte di Sicilia.Il figlio di Nicola II, che in questo manoscr<strong>it</strong>to è chiamatoGiannotto, è ovviamente lo stesso che io ho chiamato Giovanni.Sfortunatamente non ho trovato i documenti del 1328, 1329, 1331e 1332 di cui parla il manoscr<strong>it</strong>to brancacciano.6


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANOPer il periodo che va da Mattia I a Mattia II (1304-1370) ilbreve manoscr<strong>it</strong>to da me r<strong>it</strong>rovato non offre interessanti suggerimenti.Il che non dev’essere neppure sottovalutato. Significa infattiche la ricostruzione storica relativa a quel periodo è fondamentalmentevalida, e che quindi i signori di Cal<strong>it</strong>ri siano stati:Mattia I (1304-1321)Nicola II (1321-1326)Giovanni (1326-1333)Mattia II (1333-1370)Quanto ai personaggi correlati, è opportuno ricordare un altrofalso problema. Il nome dei protagonisti è spesso alterato nellasocietà medioevale e specialmente nelle famiglie nobili napoletane.Invece di Giovanni si incontra spesso Giannotto, invece di Leone siha Leonetto, invece di Giovanna si ha Giovannella, invece di Sansonesi trova Sansonetto, invece di Luigi si trovaLuise o Ludovico o Alvise (che è sempre Luigi),invece di Antonio si ha Antonello, invece di Carlosi trova Carluccio.3. Problemi veri. Leonetto, signore di Cal<strong>it</strong>ri(1390-1410)?Se i precedenti sono falsi problemi, non cosìquando si passa al periodo successivo a Mattia II(1370-1420). Chi ha letto la prima edizione dellaStoria di cal<strong>it</strong>ri dell’Acocella e poi legge laseconda, non può fare a meno di notare le oscillazionie perfino le contraddizioni. Il motivo èsemplice: la successione di un signore dopo l’altronon si è conservata nei documenti. Molti diquesti sono andati perduti.Le difficoltà nello stabilire chi fosse il signoredi Cal<strong>it</strong>ri in un dato momento possono essereinterne o esterne. Quelle interne nascono dal fattoche il padre, mentre eserc<strong>it</strong>ava la sua signorìa,già ist<strong>it</strong>uiva la successione del figlio. Ma questadiveniva effettiva solo alla morte del padre, ameno che il padre non passava al figlio anche l’eserciziodel potere. Determinare quale di questedue possibil<strong>it</strong>à si verificasse nel caso specifico èmolto difficile. Le difficoltà esterne nascono dalriconoscimento regio. Purtroppo l’autor<strong>it</strong>à regiaera spesso inefficace in alcune zone, se non addir<strong>it</strong>turanulla. Il che vale soprattutto per il periodo1382-1442, allorché in molte zone governava il reprovenzale, Luigi I, II o III, (ancora Luigi, propriomentre ci sono in giro Luigi I e Luigi II Gesual-Praga.do!) invece del re durazzesco. Di conseguenza non basta avere undocumento per sapere chi fosse il signore di Cal<strong>it</strong>ri, è necessariosapere anche se il terr<strong>it</strong>orio di Cal<strong>it</strong>ri era sotto i re durazzeschi(Carlo III e Ladislao) o sotto i provenzali (Luigi I, II, o III). Altrimentisi rischia di non distinguere il signore t<strong>it</strong>olare dal signoreeffettivo.L’Armatura di Carlo Gesualdo, che s<strong>it</strong>rova presso il castello di Konopiste,Il manoscr<strong>it</strong>to brancacciano, ad esempio, non menziona Nicolacome successore di Mattia II nella signoria di Cal<strong>it</strong>ri. Parla, invece, diLeonetto. In altri termini omette colui (Nicola III Gesualdo, 1370-1390) che io ho trattato nel numero di novembre dicembre 1996 de IlCal<strong>it</strong>rano, mentre parla di colui (Leonetto) che ho omesso.Io avevo proceduto in senso inverso rispetto ad Acocella, chenella prima edizione della Storia di Cal<strong>it</strong>ri aveva parlato di Nicola,nella seconda (sull’autor<strong>it</strong>à dell’Ammirato) solo di Leonetto. Sull’autor<strong>it</strong>àdel De Lellis, avevo eliminato Leonetto e parlato diNicola III (anche se l’ho chiamato II, come signore di Cal<strong>it</strong>ri). Hofatto notare che anche l’Ammirato parla di Leonetto, ma non gli hodato il peso giusto, essendo il De Lellis più recente e a conoscenzadel testo dell’Ammirato. Qui però gli elementi dati intorno a Leonettosono tali che fanno propendere l’ago della bilancia in sensoinverso. Senza dire che m<strong>it</strong>igano l’oscur<strong>it</strong>à del periodo che va dal1400 al 1410, che con una certa perpless<strong>it</strong>à ho lasciato in sospeso.Il manoscr<strong>it</strong>to ignora dunque Nicola III, e parla di Leonetto,senza indicare chi fosse il padre. Passa direttamente a dire che erasignore di Cal<strong>it</strong>ri (insieme ad Auletta, Caggiano, Caposele eGesualdo). Quindi specifica che era “cap<strong>it</strong>ano a guerra” di Ladislao.Che l’autore di questi appunti manoscr<strong>it</strong>ti non fosse uno sprovvedutosi evince dai particolari offerti a propos<strong>it</strong>o di altri signoriGesualdo, e cioè che Palo e Baragiano appartenevanoa Sansonetto mentre Pescopagano e Quagliettaa Giovannello. La parentela tra Sansonetto(che io ho chiamato Sansone) e Leonetto,non è specificata, ma da altre fonti sappiamoche erano fratelli.Il particolare che fosse “cap<strong>it</strong>ano a guerra” diLadislao è davvero importante, almeno quantol’esclusione di Sansone dalla signoria di Cal<strong>it</strong>ri.Ed è in fondo l’ultimo errore che il nostro copistafa prima di ricost<strong>it</strong>uire l’ordine col figlio diSansone (o Sansonetto), Luigi. Ma questi errori,omissioni e reticenze sono abbondantementescusabili, sia perché noi li possiamo correggereda altre fonti sia perché le due notizie forn<strong>it</strong>eci(Leonetto “cap<strong>it</strong>ano a guerra”, e Sansone “signoredi Palo e Baragiano”) sono troppo preziose.In tal modo, anche se non ci sono noti i dettaglis<strong>it</strong>uazionali e cronologici, una certa luce sirifrange sul periodo 1390-1410. La secondametà di questo ventennio l’avevo attribu<strong>it</strong>a ancoraa Nicola III, lasciando inoltre in sospeso ildecennio successivo. Ora, sempre avvertendoche si tratta di date approssimative, possiamocon una buona fiducia incastonare il nome diLeonetto fra i signori di Cal<strong>it</strong>ri, e precisamentefra Nicola III e Sansone.Il fatto che Leonetto fosse cap<strong>it</strong>ano a guerra diLadislao spinge il nostro pensiero in due direzioni,una cronologica e l’altra geografica. Elementiche sono importanti e utili a farci capirecosa può essere accaduto, e quindi a risolvereforse quel rompicapo di cui ebbe a soffrire l’Acocellanella sua Storia di Cal<strong>it</strong>ri. Come generale dell’eserc<strong>it</strong>o diLadislao, sul finire del 1407, Leonetto dovette seguire il re nelLazio e in Toscana. Rendendosi conto che la campagna mil<strong>it</strong>aresarebbe durata molti anni (volendo il re di Napoli fare da arb<strong>it</strong>rodella pol<strong>it</strong>ica <strong>it</strong>aliana), Leonetto potrebbe aver lasciato il suo feudodi Cal<strong>it</strong>ri (affidamento, concessione, o vend<strong>it</strong>a) al fratello Sansone.Al suo r<strong>it</strong>orno potrebbe non averlo richiesto indietro, anche perchéin perfetta armonia pol<strong>it</strong>ica con lo stesso Sansone, ed in contrastocon i cugini Elia e Antonello.4. Una possibile soluzione: entrambi signori di Cal<strong>it</strong>riLa difficoltà nel determinare l’ordine dei signori di Cal<strong>it</strong>rinasce dal fatto che spesso Cal<strong>it</strong>ri non era un feudo che andava7


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998automaticamente al conte di Conza, anzi. Nel periodo che ci interessa(1370-1420) il Gesualdo più famoso era Luigi I, il qualecome maggiordomo del re Carlo III, nel 1381 ottenne la contea diConza, tolta ad Isabella del Balzo, dichiarata “ribelle”. Avevasegu<strong>it</strong>o re Carlo III di Durazzo in Ungheria e fu lui a portare aNapoli (1386) la notizia del ferimento (che poi risultò mortale) delre in un attentato. Ancora nel 1413 era il più noto dei figli diMattia II, tanto che Ladislao lo teneva tra i suoi primi condottieri.Sub<strong>it</strong>o dopo Luigi, tra i primi signori del regno si affermò Ruggero,che nel 1392 era maresciallo, nonché ciambellano.Nicola III, il signore di Cal<strong>it</strong>ri, rimase dunque in ombra rispettoai suddetti intraprendenti fratelli Luigi e Ruggero.Molto probabilmente dunque sia Nicola III che il figlio Leonettofurono signori di Cal<strong>it</strong>ri. Senza bisogno di allungare lasignoria di Mattia II su Cal<strong>it</strong>ri fino alla sua morte (avvenuta intornoal 1393), è più ragionevole mantenere la cronologia precedentementeriportata del 1370 circa come anno della concessionedi Cal<strong>it</strong>ri a Nicola III, che avrebbe eserc<strong>it</strong>ato il suo governo per unventennio circa (1370-1390), per poi trasmetterlo a Leonetto per ilventennio successivo (1390-1410). Fermo restando che questesono date arrotondate, e che vanno intese in senso approssimativo.Non avendo altre notizie, l’Ammirato aveva affermato: Non siha altra memoria (di Leonetto), e dovette morirsi senza figliolivedendosi in non molto tempo posseduti i suoi beni da fratelli e danipoti. L’Acocella, a sua volta, gli fa trasmettere i beni feudali alnipote Sansone, aggiungendo che quest’ultimo era sposato adAntonella di Porcelleto (secondo Ferrante Della Marra, 22, rimastavedova (di Giovannello d’Alagna), Antonella Porcelletta si rimar<strong>it</strong>aa Sansonetto di Gesualdo, da cui nasce il Principe di Venosa).Ma noi sappiamo che il Sansone mar<strong>it</strong>o di Antonella era fratello diLeonetto. E così il Sansonetto che fu perdonato insieme a Leonettonel 1422. La trasmissione della signorìa di Cal<strong>it</strong>ri non avvennedunque da Leonetto al nipote, bensì al fratello.5. Un altro rompicapo: Sansonetto.Un altro problema che sorge nella genealogia gesualdina relativaa Cal<strong>it</strong>ri è quello di Sansonetto, da non confondere col nonnoSansone. Il nipote nel 1452 ricevette da re Alfonso il t<strong>it</strong>olo diconte di Conza. Eppure il De Lellis dice che la moglie Costanzadi Capua morì nel 1444, rimanendo vedova di lui dopo avergligenerato 9 figli.Il De Lellis dice soltanto che era figlio di Luigi II Gesualdo,benché malamente chiamato col t<strong>it</strong>olo di Conte di Consa. Non sipone cioè il problema di come Sansonetto abbia potuto avere novefigli a soli 17 anni (essendo nato nel 1427/28 da Luigi II di Cal<strong>it</strong>ried Emilia o Cornelia Mormile). Il fatto che non si sia accorto diuna incongruenza così evidente farebbe pensare che l’errore nonstia tanto nel padre di Sansonetto (che dovrebbe essere proprioLuigi II, piuttosto che Elia, figlio di Luigi I), quanto piuttostonella data di morte di Costanza di Capua (sua vedova).Il De Lellis avrebbe almeno dovuto tentare una spiegazione.Poteva parlare di un matrimonio precedente di Luigi II di Cal<strong>it</strong>ri.Tanto più che egli confuta l’opinione di alcuni che avevano scr<strong>it</strong>toche moglie di Luigi stata fusse una figliuola di Pietro RuffoConte di Catanzaro. Ora, qui due sono le possibil<strong>it</strong>à: o Sansonettoera figlio di Elia Gesualdo, figlio di Luigi I di Conza (cosa chenessuno afferma), o era effettivamente figlio di Luigi II di Cal<strong>it</strong>ri.Ma anche in questo secondo caso, due sono le possibil<strong>it</strong>à: o eranato da un precedente matrimonio di Luigi II di Cal<strong>it</strong>ri, oppure ladata dell’epigrafe di Costanza di Capua è erroneamente riportata.Col 1444 avremmo, infatti, un diciassettenne padre di nove figli(anzi, la moglie gli era sopravvissuta !).Che sia la data di morte di Costanza a dover essere corretta sievince dal fatto (affermato dallo stesso De Lellis) che Sansonettonel 1452 fu nominato conte di Conza, e quindi era vivo. Invecedel MCCCCXXXXIIII (1444), si dovrebbe leggere dunqueMCCCCLXXXIIII (1484). Data la conformazione del numeroromano, il 1484 mi sembra la data più accettabile, poiché sarebbeil risultato di un solo errore (l’aver messo una X al posto di unaL). La sost<strong>it</strong>uzione della lettera potrebbe essere avvenuta inavvert<strong>it</strong>amenteanche per un disguido tipografico, il che spiegherebbeil fatto che il De Lellis non sentisse la necess<strong>it</strong>à di dare unaspiegazione. Diversamente, bisognerebbe immaginare un erroremultiplo.Di Sansonetto resta comunque ignota la modal<strong>it</strong>à in cui divenneconte di Conza, essendo questo t<strong>it</strong>olo separato dalla signorìa diCal<strong>it</strong>ri, facendo capo non a Luigi II, bensì a Luigi I (appartenente adun ramo diverso dei Gesualdo, diversificatosi cioè dopo Mattia II).Molto probabilmente, Luigi II di Cal<strong>it</strong>ri (alleato del vinc<strong>it</strong>oreAlfonso), quando nel 1436 entrò in possesso dei beni dei cuginiElia ed Antonello (rispettivamente figli di Luigi I e Antonio),alleati della sconf<strong>it</strong>ta e defunta Giovanna II, divenne anche signoredi Conza, senza il t<strong>it</strong>olo di conte. Il t<strong>it</strong>olo fu riconosciuto inveceal figlio Sansonetto. Il quale solo in questo senso può esseredetto primo conte, vale a dire del ramo cal<strong>it</strong>rano, ma non primoconte di Conza della famiglia Gesualdo, in quanto anche Luigi Iera stato conte di Conza molto prima.6. Una tavola genealogica del Tre e QuattrocentoSenza procedere ad una tavola defin<strong>it</strong>iva della genealogiagesualdina di Cal<strong>it</strong>ri (che faremo al termine delle nostre ricerche), èopportuno fare qui il punto della s<strong>it</strong>uazione per il Tre e Quattrocento.In maiuscolo ed in neretto sono indicati i signori di Cal<strong>it</strong>ri, conun corpo grafico più piccolo gli altri componenti della famiglia.Elia II 1Nicola I 2 Roberto 3 MATTIA I 4 Francesca 5 Filippa 6(1304-1321)Primo signore di Cal<strong>it</strong>ri della famiglia GesualdoGià signore di Ripalongacompra Cal<strong>it</strong>ri e Castiglione da Raimondo del Balzo (1304)Vende Castiglione (1313) a Ruggero di Bisaccia e CarbonaraAcquista Auletta, Roccella e S. Fele (1315-1317)Sposa Costanza di CaggianoMaria 7 Filippa 8 NICOLA II 9 Francesca 10(1321-1326)Combatte nell’eserc<strong>it</strong>o di Giovanni di GravinaUna controversia con S. Maria in Elce (1308) farebbe supporreche già prima fosse associato come signore di Cal<strong>it</strong>riSposa Clemenza della MarraGIOVANNI 11 Francesco 13(1326-1333) MATTIA II 12 Bisaccia(1333-1370)CastiglioneSignore di Cal<strong>it</strong>ri,Caggiano e Auletta.1331. Sposa Giovannella di Diano1340. Sposa Antonella AcquavivaGoverna Cal<strong>it</strong>ri nel difficilissimo periododella peste e dell’invasione ungherese.Dalla nipote Margher<strong>it</strong>a (figlia di Francesco)recupera Castiglione, ormai diruto8


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANONicola III 14 Giovannello Ruggero 15 Luigi 16 EliaRobertoCal<strong>it</strong>ri Pescopagano Conza BisacciaNICOLA III(1370-1393 circa)È il primogen<strong>it</strong>o, con molti feudi(Cal<strong>it</strong>ri, Auletta, Caggiano, Fontanarosa, ecc.)oscurato però dalla fama del quartogen<strong>it</strong>oLuigi I,personaggio di spicco alla corte di Carlo III di DurazzoCarluccio 17 LEONETTO SANSONE(1393-1410 circa) 18 (1410-1436) 19Vicario Cap<strong>it</strong>ano a guerra di Ladislao detto anche SansonettoGenerale Il passaggio di Cal<strong>it</strong>ri al fratello Sansone fu sempre in sintoniadella potrebbe essere avvenuto quando con Leonetto nelle scelteCalabria dovette seguire Ladislao a Roma pol<strong>it</strong>icheMinora 20 Giovannella 21 LUIGI II 22 Caterina 231436-14711427. Sposa Emilia Mormile1436. Ottiene i feudi dello zio Antonello1442. Alfonso conferma i feudi1452 partecipa alla giostra per la nasc<strong>it</strong>a di Federico1460. Rotta di Sarno. Passa all’OrsiniSansonetto 24Sp. Costanza di Capua († 1444)7 figli e due figlie (Altobella e Ippol<strong>it</strong>a)1452. Conte di ConzaNICOLA IV 25 , Cesare, Antonio, Fabrizio, Massenzio 26 , Carlo, LUIGIIII1471-1480 1480-15171471. Il re gli conferma Cal<strong>it</strong>ri1477. Accompagna Alfonso, duca di Calabria,in Catalogna a scortare la 2ª moglie di Ferrante10 De Lellis, 10. Sposa Gentile di Grandinato (Della Marra, 192).11 De Lellis, 10. Detto anche Giannotto.12 De Lellis, 11. Secondo Della Marra, p. 143, Marino di Diano mar<strong>it</strong>òGiovanna sua figliuola l’anno 1332 a Mattia, figliuolo primogen<strong>it</strong>o di Nicolòdi Gesualdo e di Clementia della Marra: il qual Mattia era Signor di Cagiano,Auletta e Cal<strong>it</strong>ro, e Ciamberlano di Rè Roberto: e morta Giovanna di Dianosua prima moglie, si rimar<strong>it</strong>ò con Antonella Acquaviva figliuola di CorradoConte di San Valentino. Si legge che ei comprasse, come Maestro Rationale edel Consiglio in nome di Rè Roberto l’anno 1331 da Adinolfo di SommaCavaliero, quel Palagio dirimpetto a S. Agostino, dove infin’al presente giornosi fa la Zecca Regia.13 De Lellis, 10. Signore di Bisaccia diviene sposando Giovanna d’Antiochia.14 De Lellis, 12.15 A. Cutolo, Re Ladislao, Napoli 1968, p. 140, 168, 175.16 De Lellis, 11-12; Della Marra, 70; Cutolo, Re Ladislao, 57; ASPN1888, 768.17 De Lellis, 12. Faraglia, 142, 169.18 Ammirato. Le date sono approssimative. De Lellis, 12. Faraglia, 224,n.1 (perdonato da Giovanna II).19 De Lellis, 12. Faraglia, 224, n. 1. Scipione Mazzella, Descr<strong>it</strong>tione delRegno di Napoli, 1601/7, pone il matrimonio con Antonella di Porcelletto al1391. 20 De Lellis, 1321 De Lellis, 13. Faraglia, 84 (sposa Domenico di Bosio degli Attendoli,portandogli in dote diversi feudi pugliesi)22 De Lellis, 13. Faraglia, 326 (sp. Emilia Mormile nel 1427).23 Sposa Petracone Caracciolo. Il De Lellis, p. 13, riporta anche l’epigrafesul sepolcro (†1473).24 Molto probabilmente la data di morte della moglie Costanza di Capua(De Lellis, p. 14) è errata. Invece del 1444 dovrebbe leggersi 1484 (non potendoSansonetto aver fatto 9 figli all’età di 17 anni).25 De Lellis, p. 15.26 Epigrafi nel De Lellis, p. 15.27 Epigrafe (+1523) in De Lellis, p. 15NOTE1 De Lellis, 62 De Lellis, 8-9. Su Nicola I numerosi regesti in Francesco Scandone, Icomuni del Principato Ultra, Samnium, 1941, 50-54. Secondo Ferrante DellaMarra, Discorsi, p. 137, Nicola I nel 1304 sposò Giovanna della Marra da cuiebbe Margher<strong>it</strong>a (signora di Pescopagano), sposa di Aimerico di Sus. Da questiultimi nasce Maria (ma a p. 408 è detta Filippa), che nel 1304 sposa Giovannidi Ceccano. Nicola I sarebbe morto prima del 1308, quando Giovannadella Marra (assai terribil donna, p. 149), appare vedova e sposata con Tommasodi Balvano.3 Da Scandone: nel 1290 possiede il castello di Ripalonga insieme aMattia. De Lellis, 8, non parla di Roberto, ma di Roberta.4 De Lellis, 8-10. Scandone, 56. Della Marra, 68 (Ramondo del Balzo,primogen<strong>it</strong>o del conte di Avellino, … non ancora succeduto alla stato, vendettea Mattia di Gesualdo Calistri, Terra a lui conceduta gli anni addietroinsieme con Castiglione de Rè Carlo II). A p. 247, lo stesso, nel riferire ilmatrimonio con Costanza di Caggiano, parla di Mattia come Signor diCal<strong>it</strong>ri e d’altre Terre. A p. 192 afferma che l’anno 1325 haveva dato Francescasua figliola per moglie… a Gentile Grandinati. Il che sta ad indicareche il 1321 è l’anno della concessione di Cal<strong>it</strong>ri al figlio, ma non della suamorte.5 De Lellis, 8. Da Scandone (p. 50), nel 1277 sposa Rinaldo d’Avella6 Da Scandone: sposa nel 1284 Egidio de Mustarol.7 De Lellis, 10 (sposa Landolfo d’Aquino). Della Marra, p. 192, lo chiamaLandulfello d’Aquino, signor della Grotta Menarda.8 De Lellis, 10. Ma potrebbe essere un errore, visto che la Filippa chesposa Egidio de Mustarol è sorella, non figlia, di Mattia I (vedi n. 6).9 De Lellis, 10. Il Della Marra, p. 356, riporta che ebbe una l<strong>it</strong>e con lamadre Costanza Marzana di Caggiano, e che questa impugnò il processocome non valido, essendo presidente Filippo di Sangineto. Questo, a suo dire,non poteva essere imparziale, in quanto la moglie di Nicola II, Clemenzadella Marra, era figlia della di lui sorella (Costanza di Sangineto).Il cardinale Alfonso Gesualdo, nato a Cal<strong>it</strong>ri il 20 ottobre 1540, ai piedidi S. Gennaro, nel duomo di Napoli.9


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998EMILIO RICCIARDICONTRATTI MATRIMONIALISECENTESCHI IN CALITRIell’Archivio di Stato di Napoli siNconserva un volume di strumenti delnotaio cal<strong>it</strong>rano Nicolantonio Rosa,redatti tra il 1605 e il 1612 1 . Oltre alleconsuete pratiche notarili (compravend<strong>it</strong>e,testamenti, etc), il volume contienealcuni contratti matrimoniali.Teresa Di Maio, nel suo libro sugliusi e i costumi di Cal<strong>it</strong>ri 2 , sottolinea, apropos<strong>it</strong>o del matrimonio, l’importanzache avevano gli accordi economici tra igen<strong>it</strong>ori dei due sposi, descrivendo leaccan<strong>it</strong>e trattative che intercorrevano trale famiglie. I contratti matrimonialisecenteschi sono gli antenati degli accordidescr<strong>it</strong>ti da Teresa Di Maio, con in piùl’ufficial<strong>it</strong>à delle intese sanc<strong>it</strong>e davanti aun notaio. In questi patti, stipulati tra ilpadre della ragazza e il futuro mar<strong>it</strong>o, lespose non avevano voce in cap<strong>it</strong>olo:potevano decidere solo il colore dell’ab<strong>it</strong>oche avrebbero ricevuto in regalo dallosposo.Qui di segu<strong>it</strong>o sono stati trascr<strong>it</strong>tialcuni brani di questi contratti, particolarmenteinteressanti per la lingua nellaquale sono redatti, una sorta di dialettocolto, a metà tra la lingua giurisdizionalenotarile e il dialetto parlato; e per ledescrizioni dei corredi matrimoniali, ricchedi informazioni sull’abbigliamentodei cal<strong>it</strong>rani, sull’arredamento delle ab<strong>it</strong>azionie sugli oggetti della v<strong>it</strong>a quotidianadi quei tempi.Tra i brani presentati c’è un’ampiavarietà di s<strong>it</strong>uazioni: si coglie sub<strong>it</strong>o ladifferenza tra i contratti delle persone piùpovere, come la vedova Marianna Zuglio,impegnata a ripartire equamente laproprietà fra tre figlie in età da mar<strong>it</strong>o, ecome Carlo Di Lorenzo, che per formarela dote della figlia deve ricorrere alMonte di Pietà ist<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dal principeGesualdo 3 ; e i patti stipulati dai piùfacoltosi, che possono promettere ai futurisposi anche un pezzo di terra, come faDonato Scoca, o un ricco corredo, comequello minuziosamente descr<strong>it</strong>to nell’accordotra Serafino Rabasca e il generoFrancesco Cicoira. Un caso curioso èrappresentato dai fratelli Cesare e BartolomeoFrucci, veri esperti di pattimatrimoniali all’uso di Cal<strong>it</strong>ri, avendomar<strong>it</strong>ato ben quattro sorelle per dividereil meno possibile l’ered<strong>it</strong>à paterna; nellostrumento redatto per dare in moglie lesorelle Filippa e Lucrezia a due fratelli,Girolamo e Mariano Toglia, i due Fruccisembrano preoccupati soprattutto diprevenire ogni futura pretesa delle sorellesui beni di famiglia.In conclusione i contratti matrimonialisecenteschi, oltre a essere un’importantefonte per lo studio della storiasociale di Cal<strong>it</strong>ri, descrivono con tintevivaci aspetti del costume e delle tradizioniche vanno scomparendo e cost<strong>it</strong>uiscono,al di là del loro interesse documentario,una piacevole lettura.N.B. Per una migliore lettura sonostati modernizzati l’uso delle maiuscole ela punteggiatura e sono state sciolte leabbreviazioni. Tuttavia, a causa dellapessima grafia del notaio, non è statopossibile interpretare con certezza alcun<strong>it</strong>ermini dialettali, il cui significato rimanea chi scrive sconosciuto.Chi, leggendo, riuscisse a riconoscerequalcuno di questi vocaboli e a spiegarneil significato, farà cosa grad<strong>it</strong>a comunicandoloalla redazione della rivista.* * *Napoli, Archivio di Stato, Notai di altreprovince, vol. 75/1, notaio NicolantonioRosa(f. 1) Die 4 mensis 7(m)bris 4.e Indic.nis1605 Caletri [...]Cap(<strong>it</strong>o)li m(at)rimoniali pacti etco(n)ve(n)zioni al nome de dio […] tram(ast)ro carlo de Laurenzo p(ad)releg(<strong>it</strong>im)o e naturale di Camilla p(redet)tasua fig(li)a p(er) la quale p(ro)mette utinfra, e lo d(et)to donato paschalicchiosop(r)a lo d(et)to m(at)rimonio giaco(n)tratto tra d.ta Camilla e lo dettodonato V(ide)L(ice)t: in p(rimi)s […] inpecunia numerata doc(a)ti cinqua(n)taquattro inclusi li vinticinq(ue) doc.tip(ro)messi dalli distribuzioni del montepio lasciato dalla bona m(emori)a delprincipe fabricio dalli quali doc.ti cinqua(n)taquatro al p(rese)nte d.to donatosi confessa haverne havuto […] docatidudici, e lo resta(n)te p(ro)mette d(et)tom(ast)ro carlo pagarli fra anni quatro cioèogni anno infine la quarta parte da hoggiava(n)ti numera(n)do, et in corredo d(et)tom(ast)ro carlo p(ro)mette uno matarazzopieno de lana, quatro lenzola de cosinede doie pezze e mezza l’uno delle qualene sono ricevute doie lenzola, uno piomazzobia(n)co ricevuto, dui coscini l’unolavorato di seta e l’altro bia(n)co, doietovaglie di tela l’una lavorata di seta el’altra se(p)pia, uno ava(n)tilietto de lanade diversi coluri ricevuto, uno saccone delana, tre brazze de misale, una cascia allafatta di s(an)to fele, uno coretto 4 novo disaia di ascoli p(er) li vest<strong>it</strong>i, e di rama efierro secondo il sol<strong>it</strong>o, e co(n)suetudinedi Cal<strong>it</strong>ro eccepto però la caldara gra(n)diche no(n) la p(ro)mette [...](f. 37) die 28 mensis Januarij 4.e Indic(tio)nis1606 CaletriIn n(ost)ri p(rese)ntia […] co(n)st<strong>it</strong>utisfran(cis)co de josephe cicoyra t(er)reCaletri age(n)te ad infra(scrip)ta […]p(ro) se, suisq(ue) her(ede)s et succ(essore)sex una parte et serafino rabascha eiusde(m)de Caletri age(n)te simil<strong>it</strong>(er) adinfra(scrip)ta […] pro se, suisq(ue)h(erede)s et succ(essore)s ex parte altra.Ambe partes ipse sponte asseruerunt par<strong>it</strong>ercora(m) nob(is) fuisse contrattu(m)m(at)rimoniu(m) inter dictu(m)franc(isc)um ex una, et Perna(m) rabascha(m)filia(m) leg<strong>it</strong>ima(m) et naturale(m)dicti serafini sub die 21 p(rese)ntisme(n)sis in maiori ecc(les)ia d(ic)tet(er)re cu(m) benedizione sacerdotali etco(n)templa(tio)ne dicti m(at)rimonij jamco(n)tratti dictus fran(cis)cus sponte recep<strong>it</strong>et habu<strong>it</strong> […] cora(m) nob(is)infra(scrip)ta bona dotalia et corredaliaV(ide)L(icet): dui matarazzi bia(n)chi duipiomazzi listati di bo(m)mace colli endeme5 bia(n)che dent(r)o piene di penne,tre para de lenzola de cosine cioe doiepara di tre pezzi l’uno co(n) lenze lavoratead aco di filo bia(n)co e l’altro paro dedoie pezze e mezza l’uno co(n) r<strong>it</strong>icellebia(n)che accattatizze 6 , uno sproviero 7di tela de cosine di brazze quaranta di10


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANOpezzi decedotto co(n) lo primo de liq(ua)li a la napol<strong>it</strong>ana cosuto a catinella,doie cultri bamacegne de doie pezze emezza l’una, uno saccone de lana dediversi coluri e lavuri, una coperta p(er) limatarazzi di stoppa de brazze sidici, unacop(er)tella di lana lavorata di brazze seip(er) torneialetto 8 , cinq(ue) coscini coll’endemedent(r)o cioe uno parolavor(at)o de filo bianco ad aco, unocoscino lavorato de seta carmosina 9 ,etun’altro lavorato di seta negra, e l’altrode setino marancino, co(n) zagarellaverde intorno, tre tovaglie di tela del ulmodi palmi sei l’una carrosate cioe una diseta carmosina, l’altra di seta negra, e l’altrade filo bia(n)co, quatro tovaglie dipasta fatte a mesali di quattro brazzel’una, uno mesale di quatro brazze, ottobrazze di avanti tavole, seu stoiabucchi10 piani quatro ca(m)mise de do(n)nacioe una co(n) maniche di tela del ulmolavorate di seta negra a bocca et allo collaro,l’altra lavorata de filo bia(n)co allocollaro colle maniche di tela del ulmo,l’altra colle maniche di tela ba(m)mmacegnaco(n) ardicelle a bocca e la tira daalto a bascio, e l’altra di maniche di telade cosine co(n) ardicelle bia(n)che da altoa bascio, uno ba(n)cale di lana de diversicoluri e lavuri di brazze quatro, unacop(er)tella di lana de brazze tre de diversicoluri p(er) la fazzatora, et un’altrasimile di brazze tre p(er) lo quartaro unaspara de lana p(er) la mescetora de unopalmo e mezo, uno para de bisazzole dilana pelosa spaccate p(er) sella, una tovagliadi tela comone de palmi quattro seppia,uno coretto verde de saia di ascolip(er) li vest<strong>it</strong>i un poco us<strong>it</strong>ato guarn<strong>it</strong>o develluto carmosino alli pietti solo, uno parode maniche di sta(b)betto 11 pavonazzoguarn<strong>it</strong>e de velluto negro, una ca(m)misadi sta(b)betto guarn<strong>it</strong>a de velluto negrop(er) li pietti, uno amantisino di setinorusso co(n) la tocca 12 torchina, una tovagliade carpia p(er) testa de do(n)na, unacaldara grande de rama de libretre(n)tasei, una coc(hi)arella in ca(m)biode lo barile de libre sei incirca, la cochiaradelli maccaruni de rama, la cocchiaracupa de fierro, la scomarola de fierro, lacop(er)chia p(er) la pignata de rama, larasola 13 , lo sp<strong>it</strong>o 14 de fierro, la catenap(er) lo foco, la paletta p(er) lo foco, lapaletta della fazzatora, una cascia a l’usanzadi santo fele […] detto fran(cis)co[…] have ricevuto ancora la lana delli duimatarazzi, la lana de cinq(ue) coscini, lasartagina de rama, lo cardo p(er) le cosine,li piettini p(er) la lana, et una caldarapiccola de rama de capac<strong>it</strong>à de unamescetora, et in pecunia numerata havernericeputo d(ett)i d(oca)ti cinqua(n)ta lodi della d.ta sposa e ce(n)to cinqua(n)taaltri à cu(m)plimento delli d(ocati) 200p(ro)messi p(er) cap(<strong>it</strong>o)li matrimonialiin diverse part<strong>it</strong>e […](f. 71) die 26 me(n)sis Januarij 6.eIndic.nis 1608 Caletri […]Questo ti chiede il Signore:pratica la giustizia,ama la misericordia,e vivi in umiltà col tuo Dio.(Michea VI - 8)In primis lo d.to donato p(ro)mettein dote […] della d(et)ta Antonia suafiglia al d(et)to gioseppo socero et al d.oNu(n)cio mar<strong>it</strong>o de d.ta Antonia in pecunianumera(n)da doc(a)ti settanta dui decar(li)ni d’arg(en)to […] dui matarazzipieni di lana, tre para de le(n)zola di trepezzi l’uno, e tutti altri panni, rama e fierroseco(n)do lo sol<strong>it</strong>o della t(er)ra di Cal<strong>it</strong>ro,e de più uno pezzo di t(er)ra seminatoriadi capac<strong>it</strong>à di t(omo)la sei incircas<strong>it</strong>o nel t(er)r<strong>it</strong>orio, e pertine(n)tie dellat(er)ra di cal<strong>it</strong>ro dove se dice a cerrutoloius(ta) li altri beni di esso donato, e l’agatodello lago della serpe, et altri co(n)fini[…] et versavice li d(et)ti gioseppo, enu(n)cio p(ro)mettono adobare la d.taAnt(oni)a de uno coretto de sta(b)bettoguarn<strong>it</strong>o de velluto p(er) li pietti solo delcolore che piacera alla do(n)na, di manichedi velluto carmosino, tovaglie di testa,et altri ornam(en)ti seco(n)do laco(n)dizione loro […](f. 80) Die nono me(n)sis nove(m)bris7.e indic.nis 1608 Caletri […]Promissioni de dota, che fanno cesaroe bar(tolome)eo frusci fra(te)lli in solidu(m)a lucrezia, et a foleppa fruscio lorosorelle carnale V(ide)L(icet): In pecunianumera(n)da doc(a)ti ce(n)to sessa(n)tacioe otta(n)ta doc.ti p(er) ciascheduna did(et)te sorelle […] che fossero pagati ded(et)ti cinqua(n)ta a te(m)po della sposa,cioe docati vinticinq(ue) p(er) ciascheduna,e li resta(n)ti de d.ti ce(n)todece fra trea(n)ni da hoggi avanti numerati cioe ognianno la terza parte, e di pa(n)narezza corredorama e fierro seco(n)do l’uso di cal<strong>it</strong>ro,e del m(edesi)mo ch’essi fra(te)lliha(n)no dato al’altre doie loro sorellemar<strong>it</strong>ate cioe q(ue)lle cose che si trovara(n)nofatte se cu(n)signara(n)no hoggidi della loro sposa fatta, e in resta(n)tete(m)po tre anni […], e s’intendano doiedote cioe una dote p(er) una delle doiesorelle hoggi sposate co(n) li detti duifr(at)elli di toglia […] et uno vest<strong>it</strong>o p(er)una de saia di Ascoli secu(n)do se usacomonem(en)te nella t(er)ra di Cal<strong>it</strong>ro,guarn<strong>it</strong>i di velluto p(er) li pietti solo, emaniche et ama(n)tisini secu(n)do si trovanoin podere de d(et)te figliole alp(rese)nte, e delle le(n)zola ne sia uno parop(er) una di tre piezzi, e lle resta(n)ta dedoi piezze e meza lo le(n)zulo nelli qualidinari e robbe p(ro)messe si ci inte(n)danole dote lasciate p(er) lo q(uonda)m gio.fruscio lor comone p(ad)re, et ogni altrap(re)tendenza che potessero p(re)te(n)dered(et)te figliole delli beni paterni maternif(rat)erni sororij et altri […]e versa vice li d(et)ti ger(on)imo emariano di toglia f(ra)telli in solidu(m)p(ro)mettono adobbare d(et)te figlioleloro moglie di uno coretto p(er) una digrana di fiorenza guarn<strong>it</strong>i in velluto p(er)li pietti solo del colore ad arb<strong>it</strong>rio dilled(ett)e figliole di una ca(m)misa rossap(er) una di sta(b)betto russo, de doiepara di maniche p(er) una di velluto carmosinodi calse tovaglie ama(n)tisini doie[…] et altri ornam(en) ti di testaseco(n)do loro condizione […](f. 95) die 28 7(m)bris 8.e Indic.nis 1609caletri […]cesare de Napoli, et Joseppo denapoli dicti cesaris fil(ius) […] ex unaparte, et Cesare fastigio d(ic)te t(er)recaletri agens […] p(ro) parte Laure suefilie leg(<strong>it</strong>im)e et naturale ac uxoris dictiJoseppi et nuri dicti cesaris ex parte altradicti quide(m) pater et filius […] receperuntcoram nobis infra(scrip)ta bonaV(ide)L(icet): I(n)p(rimi)s uno matarazzobia(n)co pieno di lana, et un’alt(ro)similm(en)te bia(n)co pieno di capizzi,doie para de lenzola de cosine di pezzedoie e mezza l’uno paro, e l’altro di trepezzi co(n) r<strong>it</strong>icelle bianche l’uno paro, el’altro de filo ruggio accattatizze, unosproviero de tela de cosine di pezzi decedottodi brazze quaranta cosuti a catinellebia(n)che senza capp<strong>it</strong>ella, uno sacconedi lana de diversi coluri e lavuri al’usanzade cal<strong>it</strong>ro, una cop(er)tella di lanalavorata de diversi coluri di brazze seip(er) torneialietto, un’altra cop(er)tella dilana di brazze sette e dui palmi che èp(er) la fazzatora e p(er) lo quartaro, unatovaglia di tela della cava di de palmi seico(n) lenze accattate a pizzilli intornobianchi, un’altra tovaglia di palmi seilavorata co(n) lenze de seta carmosinaaccattatizze di tela della cava, uno cuscinobianco lavorato a mano di pu(n)ti realivaca(n)te, un’endema bianca vaca(n)te11


Il CALITRANO N. 6 n. s. - Novembre-Dicembre 1998de piomazzo dui quartari gra(n)di decapac<strong>it</strong>a de uno t(omol)o l’uno, doieceste de capac<strong>it</strong>à de uno mezzetto emezzo l’uno, tre cestelluccie piccole […](f. 116) Die 7 me(n)sis maij X.e Indic(tio)nis1612 CaletriCap(<strong>it</strong>o)li e p(ro)messione di dote chefa Maria(n)na della vocella de Cal<strong>it</strong>rovedova del q(uonda)m Donato diAng(e)lo de Zuglio ad Angelella Zugliofiglia leg(<strong>it</strong>im)a e naturale di essaMaria(n)na e del detto q(uonda)m Donatoe […] ad Ant(oni)o na(n)nariello figlioleg(<strong>it</strong>i)mo e naturale de gioseppo nannariellode d(et)ta t(er)ra de cal<strong>it</strong>ro […]In primis li p(ro)mette la grotta integrache fu del detto q.m Donato sotto lacasa p(er) prima di sua hab<strong>it</strong>ationeateso 15 al’altra figlia Sveva li ha data lacasa cioe lo solaro sopra la grotta, e lacasa di sop(ra) resta p(er) dote al’altrafigliola Diana, e che in d<strong>it</strong>ta grotta essaMaria(n)na si reserva che si ci possatenere una botte piena de vino o acquatal’anno sua v<strong>it</strong>a dura(n)te: de piùp(ro)mette la m<strong>it</strong>a 16 della vigna allamachia da spartirsi co(n) Sveva p(redet)taateso l’altra m<strong>it</strong>a e stata p(ro)messa indote a d<strong>it</strong>ta Sveva de più li p(ro)mette laterza parte de tutti li t(er)r<strong>it</strong>orij che sonodel detto q.m donato che se lle spartonototte tre le sorelle, a co(m)passo como sipotra.Ite(m) dui matarazzi bia(n)chi unopieno di capizzi novo e l’altro vaca(n)teusato, dui capezzali de lietto uno novolavorato di ba(m)mace e l’altro bia(n)cousato etc […] di rama una caldara piccoladi capac<strong>it</strong>a de una mescetora nova, unasartagina nova di rama nova la cochiaradelli maccaruni nova, la scomarola nova,la cochiara cupa nova, la catena p(er) lofoco nova, lo sp<strong>it</strong>o de fierro, la palettadella fazzatora, la cop(er)chia dellapignata, e la grattacasa, e p(er) li vest<strong>it</strong>i lip(ro)mette la go(n)nella bruna di granausata como si trova, et uno paro di manichedi sta(b)betto us<strong>it</strong>ate guarn<strong>it</strong>e di rasoverde e l’ama(n)tisino rosso usato […].NOTE1 La collocazione del volume mi è stata indicatada p. Gerardo Cioffari, che qui ringrazio.2 Cfr. T. DI MAIO, Cal<strong>it</strong>ri. Usi, costumi, raccontie canti, Cal<strong>it</strong>ri 1978, pp. 13-16 e 34-40.3 Fabrizio II Gesualdo (1538-1591). All’epocadei protocolli del notaio Rosa il feudatario diCal<strong>it</strong>ri era il figlio di Fabrizio, Carlo (m. 1613).4 Corsetto.5 Fodere interne.6 Attaccate, cuc<strong>it</strong>e.7 Vocabolo dal significato sconosciuto.8 Vocabolo dal significato sconosciuto.9 Color cremisi.10 Vocabolo dal significato sconosciuto.11 Vocabolo dal significato sconosciuto.12 Vocabolo dal significato sconosciuto.13 Vocabolo dal significato sconosciuto.14 Vocabolo dal significato sconosciuto.LA PITTURA DIPIERA IERNAa p<strong>it</strong>trice Ierna si forma in un ambiente di artisti, infatti, sia laLmadre che la zia hanno una notevole predestinazione allap<strong>it</strong>tura. La sua arte è legata ai ricordi dei suoi molteplici viaggi,dipinge pagode cinesi velate di malinconia, lembi di mare epaesaggi della sua bella Siracusa, anche il tramonto e l’albasono visti sotto la luce ombrata.I soggetti dei suoi quadri sono vari, dalla natura morta aivolti, ai fiori, che sono quelli che lei ama dipingere. La tecnicaprefer<strong>it</strong>a è l’acquerello che è molto impegnativa, perché il suopregio sta nella freschezza e nella trasparenza del colore che laIerna sa adoperare con disinvoltura e naturalezza.In quasi tutte le sue opere prevale il colore nero, che l’artistamescola ad altri colori complementari, creando così glieffetti di luce e di ombre.La sua p<strong>it</strong>tura è spontanea e particolare. Nonostante lavarietà e l’importanza degli elementi delle sue composizioni,notiamo un mondo di uman<strong>it</strong>à semplice e profonda. Per questosuo modo di essere l’artista non fa copiatura, ne riferimento adaltri p<strong>it</strong>tori.Rosaria BombaciCal<strong>it</strong>ri, agosto 1997, gruppo pallavolo nel campo polivalente intestato a “Peppino Di Milia”. Gli istruttori, da sinistra, sono: Creddo Emilio - dottor PeppinoGalgano di Umberto - Sansone Michele - Cerreta Alfonso - ing. Del Re Giuseppe (foto Galgano).12


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANODAMIANO PIPINOLE MONETE RINVENUTE SULLA CIVITADI OLIVETO CITRA SOSTENGONO LASCONFITTA DI PIRRO AI CAMPI ARUSINIa “Civ<strong>it</strong>a” di Oliveto C<strong>it</strong>ra, local<strong>it</strong>à aL ridosso del paese dove emergenzearcheologiche attestano l’esistenza di unantico centro ab<strong>it</strong>ato, sorto durante la primaEtà del Ferro ad opera di gente di civiltàHallastattiana, giunta dalla sponda adriatica,e distrutto probabilmente da un evento bellico,forse durante le proscrizioni di Silla.Quì, in questi ultimi anni, nel corso dilavori agricoli, oltre ad alcuni trienti, qualcheasse e qualche sesterzo romani di etàrepubblicana ed alcune l<strong>it</strong>re campane, sonostate rinvenute due monete in bronzo (gr.26,5 di peso e mm. 17 di diametro), sullequali sono riportati i seguenti motivi: suldr<strong>it</strong>to la testa di un uomo e, sul verso, unelefante in movimento con la proboscidein giù.Attribuirne l’appartenenza non è facilese si considera che l’elefante venne reppresentatoin diverse coniazioni. Attraverso lastoria del mondo romano si trova, infatti,che nell’estate del 280 a.C. ad Eraclea iRomani furono terrificati dal loro primoincontro in battaglia con gli elefanti diPirro, che chiamarono “buoi Lucani”,subendo una grave sconf<strong>it</strong>ta. Pirro sfruttò lasua v<strong>it</strong>toria lanciandosi verso Roma forsecon la speranza che gli alleati di Romaavrebbero abbracciato la sua causa: ma fudeluso.Napoli e Capua serrarono contro di luile porte della c<strong>it</strong>tà, quindi ripiegò versoTaranto, mentre il suo eserc<strong>it</strong>o si r<strong>it</strong>irò neiquartieri invernali in Campania. L’avventuradi Pirro in Italia si concluse nel 275a.C. quando attaccò frettolosamente e dinotte l’eserc<strong>it</strong>o romano guidato dal consoleManio Curio.La battaglia secondo la tradizione fucombattuta presso Maleventum (la futuraBeneventum); BELOCH Karl Julius (NiederPetschkendorf, Slesia 1854 - Roma1929), il più grande studioso tedesco di storiaantica, mette in questione l’ubicazione eidentifica il luogo della battaglia con unalocal<strong>it</strong>à vicino Paestum, i Campi Arusini.Gli elefanti di Pirro vennero rappresentatisu una moneta di Taranto e su un aessignatum <strong>it</strong>alico 1 .Nella battaglia sull’Oreto, local<strong>it</strong>à traPalermo e Lilibeo (oggi Marsala), CecilioMetello distrusse l’eserc<strong>it</strong>o cartaginese condottoda Asdrubale (249 a.C.); furono catturat<strong>it</strong>utti gli elefanti che il Metello trasportòa Roma e li esibì nel Circo; per laprima volta il popolo romano poté vederegli elefanti africani (quelli di Pirro eranoindiani).In segu<strong>it</strong>o i Cecilii Metelli adottaronol’elefante come una specie di emblemafamiliare, spesso usato nelle coniazioniemesse dai membri della famiglia che furonopreposti alla zecca. A segu<strong>it</strong>o della battagliadi Canne (agosto 216 a.C.) il prestigiodi Roma in Italia ne fu scosso; moltec<strong>it</strong>tà del sannio, dell’Apulia e quasi tutta laLucania e il Bruzio insorsero a favore diAnnibale e, peggio ancora, Capua ed altrec<strong>it</strong>tà della Campania seguirono in autunnoil loro esempio.Nell’occasione Capua, Atella e Calatiaconiarono monete (soprattutto in bronzo)come atto di indipendenza, su alcune diesse erano effigiati elefanti.Durante la spedizione in Gallia (58-49a.C.) sotto Giulio Cesare furono coniatemonete d’argento da una zecca <strong>it</strong>ineranteper pagare i soldati; sulle stesse venne rappresentatoun elefante con la proboscide insu a simboleggiare l’armata romana cheschiaccia il drago gallico, in esergo CAE-SAR, mentre sull’altro lato erano rappresentatigli attributi sacerdotali del PontifexMaximus, ufficio che Cesare ricopriva inquegli anni.Molte di queste monete sono state rinvenutedi recente nella selva di Teutoburgo(Germania) dove i Romani subirono unadelle più grandi sconf<strong>it</strong>te della loro storia (9d.C.): Gli scr<strong>it</strong>tori romani si lim<strong>it</strong>arono ariportare l’evento ammettendo che l’imperoaveva perso le aquile della XII, XIII e XIXlegione; di fatto andò perduta metà dell’interaarmata del Reno.Alla luce di quanto sin qui riportator<strong>it</strong>eniamo di potere ipotizzare che le monetein argomento siano in qualche modo riferibilia gente adusa all’esercizio delle armi;se le stesse dovessero appartenere alleemissioni di Pirro, la loro presenza sullaCiv<strong>it</strong>a di Oliveto C<strong>it</strong>ra, se non dovuta a<strong>it</strong>raffici commerciali che intercorsero fraTaranto e le colonie greche sulla costa tirrenica,potrebbe voler significare che daqueste parti fossero i quartieri invernali dell’eserc<strong>it</strong>oepirota, nonché avvalorare quantoaffermato dal BELOCH, cioè che la sconf<strong>it</strong>tadi Pirro da parte di Manio Curio nonavvenne presso Benevento bensì vicino aPaestum, ai Campi Arusini.NOTA1 BELOCH K.J.: Griechische Geschichte, IV,2, p.476 e Romische Geschichte, p. 466 segg.Auguri vivissimia don SALVATORE SIANIparroco di Contursi Termeper i suoi50 anni di sacerdozio.Ad maiora semper.13


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998DIALETTO E CULTURA POPOLAREA CURA DI RAFFAELE SALVANTEMODI DI DIREM’ n’ vech’ bben’ me la godoM’ sembra n’all’vrier’ mi sembra un levrieroL’ann’ janch’sciat’ lo hanno riemp<strong>it</strong>o di false accuseA trippa chienaa pancia pienaEia amar’ v’len’è amaro come il velenoHav’ r’mast’ tutt’ spatantat’ ha lasciato tutto apertoIj la vesc’ neuraio vedo nera la s<strong>it</strong>uazioneM<strong>it</strong>t’ man’ a la saccametti mano al portafogliNg’eia ngappat’, lu fessaci è cascato, l’incautoStam’ qua a la m’resciastiamo qui all’ombraPROVERBIAust’ s’ pahan’ li riebb’t’ad Agosto si pagano i deb<strong>it</strong>iPajes’ chi vaj, usanza chi truov’paese che vai, usanza che troviVa a scavà a Santa Saharìavai a scavare a Santa ZaccariaA la sera tanta bbarun’, a la matina tanta cazzun’a sera tutti si sentono baroni, la mattina tutti stanchiFigl’ r’ viecch’, schiav’ r’aut’figli di vecchi, schiavi di altre personeCu pan’ e mier’ nun s’ mor’con pane e vino non si muoreLi uaj r’ mamma s’ r’ chiang’ tatai guai della mamma, se li piange il babboA omm’n’ pacc’, rall’ m’glier’a uomo pazzo, dagli moglieLu pesc’ Sand’ fac’ chiov’il peggior Santo fa piovereMangia, vev’ e sfavegghiamangia, beve e vaneggiaTRA FIERE E SAGRE, SETTEMBRERISCOPRE LA CULTURA POPOLAREDalla Fiera Interregionale dell’irpina Cal<strong>it</strong>ri, alla mostra - mercatodel Pecorino di Filiano, passando per un inatteso, gratificante incontro.alla XVI edizione della Fiera InterregionaleD di Cal<strong>it</strong>ri, inaugurata domenica 31 agosto1997 dal presidente del Senato on.le Mancino(per iniziativa dell’Epsaim) alla Mostra-Mercatodel formaggio pecorino di Filiano (PZ) solo unasettimana di differenza cronologica.Ma ovunque spira, da sempre, l’aria della festa,degli incontri fugaci fra parenti ed amici emigratida tempo, oltre che con le nov<strong>it</strong>à tecnologiche e leproduzioni tipiche delle regioni meridionali edelle comun<strong>it</strong>à montane ,da quella del Vulture,all’Alto Basento, a quella dell’Ofanto e dell’Uf<strong>it</strong>a.Proprio a Cal<strong>it</strong>ri, fra macchinari, oggettistica,pelletteria, mobili, miele e confetture diverse,gastronomia tipica, un angolo dedicato alla Cultura,con la maiuscola, l’abbiamo scoperto,incontrando grad<strong>it</strong>amente A. Raffaele Salvante. Isuoi interessi culturali sono in direzione delletradizioni popolari e della dialettologia pura, operando“extra moenia” a Firenze.Infatti, pur lavorando in un Ist<strong>it</strong>uto di Cred<strong>it</strong>oFiorentino, appassionatamente attaccato alle radicidella sua terra natale cal<strong>it</strong>rana, ha dato v<strong>it</strong>a -diciotto anni fa e fra mille difficoltà di ogni - alperiodico “Il Cal<strong>it</strong>rano” quadrimestrale diambiente, storia, dialetto e tradizioni popolari.Un primo approccio, generico e di circostanza,poi con un largo sorriso si scopre che Salvante echi lo intervista hanno in comune l’amore incondizionatoper le proprie origini storiche e demologiche,in sintonia con la nota massima di Cicerone.Salvante, che oltre ad essere ragioniere,possiede un t<strong>it</strong>olo di studio consegu<strong>it</strong>o pressol’Univers<strong>it</strong>à Gregoriana di Roma dopo quattroanni di frequenza e una specializzazione in studisociali, consegu<strong>it</strong>a sempre a Roma presso la ProDeo, dopo aver pubblicato una raccolta di cantipopolari Cal<strong>it</strong>rani ed un volume di proverbi Cal<strong>it</strong>rani,ha recentemente dato alle stampe un ponderosovolume con veri e propri “reperti” fotograficiCal<strong>it</strong>rani e perle di pariemologia locale.E come rammenta, in seconda di copertina, l’illustreantropologo lucano Giovanni BattistaBronzini - recentemente insign<strong>it</strong>o della targad’oro “Una v<strong>it</strong>a per la Lucania” - oggi distinguiamosul campo etnografico, tre tipi di fotografiaantropologica, a scopo di documentazionedella storia dei comportamenti, degli orientamenticulturali dell’epoca in esame, oltre che del“modus vivendi” del passato.Lo stesso clima che, “mutatis mutandis”, respiriamo,fra uno scampanellìo delle greggi alpascolo, le vivaci e nostalgiche musiche degliorganetti e le forme “in bella mostra” dei pastoridi Filiano e dei giovani allevatori con il pallinodel Consorzio. Il pecorino di Filiano trarrà insegnamentodalle esperienze dei produttori del“Fiore” della Sardegna, nelle tavole rotonde alCastello Federiciano di Lagopesole e fra le stradinelinde e di pietra levigata della patria deiprodotti caseari e del pecorino “con la lacrima”,vanto della gastronomia lucana nel mondo.Donato Mazzeo(curatore ed autore fecondo di numerosi volumi,operatore culturale attivissimo, collaboratore di varieriviste e fra queste la “Basilicata Comun<strong>it</strong>à Arbereshe”)14


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANOMOVIMENTO DEMOGRAFICORubrica a cura di Anna RosaniaI dati, relativi al periodo dal 27.02.1998 al 17.06.1998, sono stati rilevatipresso l’Ufficio Anagrafe del Comune di Cal<strong>it</strong>ri.NATILucrezia Luigi di Pasquale e di Maffucci Angela 07.03.1998Germano Paolo di Antonio e di Di Benedetto Erminia 19.03.1998Margotta Francesco di Silvestro e di Cestone Maria 22.04.1998Laurentini Lorenzo di Fabio e di Palumbo Emmanuela 25.04.1998Donatiello Mario di Giuseppe e di Tornillo Patrizia 28.04.1998Armiento Marta di Giuseppe e di Di Martino M. Rosaria 30.04.1998Zabatta Margher<strong>it</strong>a di Antonio e di Sena Rachele 02.05.1998Briuolo Maria di Giovanni e di Zarrilli Donatina 11.05.1998Miele Andrea di Vincenzo e di D’Ambrosio Franca 17.05.1998D’Ettore Stefano Maria di Angelo Raffaele e di Simone Anna V<strong>it</strong>toria 26.05.1998Galgano Marianna di Antonio e di Galgano Alfonsina 04.06.1998Galgano Rosanna di Giuseppe e di Zabatta Antonietta 12.06.1998Vallario Matteo di Leonardo e di Cerreta Luciana 14.06.1998Lettieri Claudio di Angelo e di Schettino Giuseppina 15.06.1998MATRIMONIDi Maio Michele e Di Guglielmo Anna Caterina 04.04.1998Zarrilli Giuseppe e Tancredi Giuseppina 30.04.1998Antonicelli Marco e Tozzi Lucia 16.05.1998Moroni Gino Alberto e Toglia Giuseppina Alberta 30.05.1998MORTICestone Maria Gerarda 02.06.1911 - 27.02.1998Di Milia Teodora 20.09.1924 - 28.02.1998Di Leo Teresa 28.02.1923 - 02.03.1998Di Napoli Donato 16.03.1906 - 05.03.1998Borea Giovanna 25.08.1906 - 05.03.1998Margotta Antonietta 03.03.1933 - 05.03.1998Armiento Francesca 07.11.1908 - 14.03.1998Lucadamo M. Lucia 23.12.1924 - 18.03.1998Russo Valentina 23.06.1920 - 19.03.1998Caputo Maria 12.11.1911 - 20.03.1998Parisi M. Giuseppa 19.02.1920 - 21.03.1998Del Cogliano Antonio 25.04.1915 - 22.03.1998Vallario M. Francesca 24.07.1908 - 27.03.1998Zarrilli Colomba 17.10.1902 - 29.03.1998Codella V<strong>it</strong>o 29.04.1911 - 30.03.1998Di Cairano Giovanni 06.11.1915 - 31.03.1998Zarrilli Lorenzo 03.10.1914 - 01.04.1998Martiniello Giuseppe Antonio 15.06.1917 - 05.04.1998Di Guglielmo Mariangela 28.11.1907 - 07.04.1998Pasqualicchio M. Teresa 30.07.1909 - 11.04.1998Codella Luigi 07.03.1926 - 15.04.1998Di Napoli Francesca 05.10.1901 - 16.04.1998Di Milia Flavia 28.11.1948 - 25.04.1998Cestone Giovanni 09.10.1917 - 28.04.1998Germano Vincenza 08.08.1915 - 30.04.1998Di Cairano Lucia 10.12.1908 - 01.05.1998Corazzelli M. Giuseppa 20.04.1911 - 05.05.1998Di Milia M. Filomena 10.01.1920 - 07.05.1998Cubelli Concetta 17.10.1920 - 15.05.1998Nicolais Antonio 23.06.1897 - 15.05.1998Cicoira Angela 22.01.1910 - 17.05.1998Abate Giovanni 25.08.1919 - 18.05.1998Maffucci Giovanni 22.06.1943 - 26.05.1998Ungherese Nicola 01.03.1909 - 01.06.1998Cestone V<strong>it</strong>o 26.09.1909 - 02.06.1998Di Guglielmo Angela 09.08.1910 - 08.06.1998Corazzelli Giuseppe 05.08.1930 - 10.06.1998Tateo Cherubina 10.12.1915 - 17.06.1998Maria Antonia Di Maio Pietro Borea21.03.1892 † 27.01.1969 08.06.1880 † 31.12.1962Il tempo passa, ma il vostro amato ricordo resta neinostri cuori.Borea Michele21.01.1945 † 02.08.1997Sei andato via senzadirci addio, con te haiportato via un po’ di noi.Ad un anno dalla tuascomparsa, tua moglie, <strong>it</strong>uoi figli, tuo genero, inipotini ti ricordano contanto amore ed orgoglio.Cerreta Pasquale22.12.1907 † 16.07.1997Dopo un anno dalla tuascomparsa ti ricordiamocon tanto amore edaffetto; i figli, le nuore ilgenero e i nipoti tutti.Canio Mauro16.01.1947 † 19.10.1997Un lungo anno è passatoda quando ci hai lasciatoe sarai, per sempre neinostri cuori, e con lostesso amore di sempre,e con la speranza che ungiorno ci riuniremoancora.Tua moglie, tua madre,i figli, e i parenti tutti.Per una semprepiù fattiva e proficuacollaborazionevi inv<strong>it</strong>iamoa farci pervenirepoesie in dialettocal<strong>it</strong>rano15


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998Cal<strong>it</strong>ri 11.10.1997, Senerchia Giuseppe eDragone Raffaela, circondati dall’amore edall’affetto dei parenti e amici, festeggiano il50° anno di matrimonio. Auguri vivissimi.I nonni Elvira e Giovanni Zabatta, haland’,sono orgogliosi della loro prima nipotina,Giuseppina Cioffi nata il 3.12.1997.Cal<strong>it</strong>ri 28.12.1997, Maffucci Rosa, ang’legghianata il 08.04.1921 e Armiento Canio, caram’zzett’nato il 30.11.1912, insieme allapronipote Corazzelli Anna, nel giorno delsuo battesimo.Cal<strong>it</strong>ri 1960, da sinstra Galgano Vincenzo, paon’ , la sorella GalganoFrancesca e il mar<strong>it</strong>o Galgano Giovanni, zampaglion’ che puliscono lamassa del grano (pal’scià) - (foto Armiento)Passo della Taverna 1974, Russo Grazia e Maffucci Francesco. Una fotoricordo scattata da Federico Carola dal terreno di “baffo di granoturco”.Cal<strong>it</strong>ri 1975/76, Margotta Lucia, Zabatta Antonietta e GalganoFrancesca che raccolgono il granone (tr’zz’l’ià).Cal<strong>it</strong>ri 1983, fontana Pr’ulacchj’, da sinistra Caputo Stefano, CianciGaetana, Cianci Antonia e Maffucci Francesco.16


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANOSOLIDARIETÀ COL GIORNALEDA CALITRI5.000: Acocella Maria Rosa.10.000: Germano Angela - Zarrilli Giovanna - Di CairanoMichele - Di Milia Giuseppe, Sage 29 - Ricciardi Fernando -Cestone Giuseppe, Contrada Carruozzo - Cerreta Giovanni,via A. Manzoni 5 - Metallo Michele - Galgano Giovanni -Metallo Franca e Giovanni - Vallario Lorenzo - D’Amelio Pietro -Del Cogliano Serafina - Cianfano Nerina - Sperduto Giovanni -Cialeo Canio Vincenzo - Siconolfi Anna - Chick’s Cross Cafè exCodella - Gargiulo Vanda.15.000: Acocella Antonietta - Galgano Domenico - Di NapoliLuigi - Galgano Michele, Contrada Paludi di P<strong>it</strong>toli - TuozzoloAntonio Vincenzo - Di Maio Giovanni - Di Cairano Canio -Cialeo Francesco - Tornillo Michele.20.000: Del Moro Vincenzo - Maffucci Michele - MaffucciMaria Teresa - Suore di Gesù Redentore - Scolamiero Maria -Mauro Giuseppe - Margotta Concetta - Margotta Angela -Maffucci Maria - Stanco Maria Antonia - Armiento MariaGiuseppa - Galgano Addolorata - Bruniello Giuseppina -Nannariello Migliorina - Elektron di Maffucci Antonio - AraneoMichele - Cerreta Mariannina, C/da Sambuco 1 - Di RomaAntonio - Di Cecca Giovanni - Zarrilli Antonio, corso Matteotti,31 - Pasqualicchio Marianna Antonietta - Zarrilli Maria Grazia -Zabatta Gerardino Antonio - Giarla Angelo - Russo Michelino,cont.da Sambuco - Maffucci Di Maio Benedetta - Fastiggi Luciettaved. Stanco - Cianci Giuseppe - Fiordalisi V<strong>it</strong>o Michele - Di MaioGiovanna - Della Badia Anna - Zarrilli Maria Grazia - MaffucciCanio - Di Maio Giuseppe - Zarrilli Francesco via Verdi, 35 - DiCarlo Canio - Capossela Giuseppe.25.000: Nicolais Cristina - Circolo 78 - Panniello Giovanni.30.000: Di Roma Giuseppe - Metallo Gerardo - Buldo Maria -Veneziano Rocco - Cialeo Canio - Galgano Vincenzo 1°Castello, 38 - Nigro V<strong>it</strong>o - Contino V<strong>it</strong>o Antonio - PaolantonioFrancesco - Sansone Lorenzina - De Rosa Corrado - GalganoGiuseppe Antonio - Scilimpaglia Pasqualino.50.000: Pontillo Gaetano - Metallo Fiorina - Margotta Antonio,via M.A. Cicoira - Di Napoli P. Salvatore - Di Cecca Giuseppe -Di Maio Teresa - Zarrilli Donato - Di Napoli Salvatore Antonio -Senerchia Giuseppe - Cerreta Giuseppe, via Papa Giovanni 2 -Paolantonio Rosetta.DA VARIE LOCALITÀ ITALIANE10.000: Di Napoli Giuseppe (Brescia) - Gallo V<strong>it</strong>o ( Pontedera)- Cianci Giacinta (Treggiaia) - Di Cosmo Giovanni (Cantù) -Zarrilli Luigi (Poggibonsi) - Rabasca Teresa (Milano) - BuglioneRocco (Roma) - Briuolo Luigi (Alessandria) - Polestra Oriele(Roma) - Gabellini Lorenzo (Firenze) - Cocchiarella Ettore(S.Andrea di Conza) - Cringoli Ada (S.Angelo dei Lombardi) -Mariani Emilio (Morra De Sanctis) - Galgano Mario (Roma) -Immerso Antonietta (Velletri) - Cecere Marco (Firenze) - CestaAngela (Bologna) - Stanco Abate Angela (Montoro Inferiore) -N.N. (Arese) - Zarrilli Michele (Novate M.se) - De Nicola Rosa(Avellino) - Zarrilli Giuseppe (Bollate).15.000: N. N. (Collebeato) - Di Cosmo Michele (Poggibonsi) -De Felice Michele (Avellino) - Di Roma Mario (Mariano C.se) -Maffucci Mario (4 Strade di Lavaiano) - Di Napoli Mario (Bollate)- Cerreta Ciro (Avellino) - Margotta Teodora (Poggibonsi) -Giorgio Fedele (Teramo) - Gervasi Gerardo (Olgiate Comasco) -Maffucci Canio (Napoli) - Cerreta Luigi (Bari) - Cicoira Anselmo(Nova M.se) - Di Napoli Antonio (Rho) - Romano Sabato (Bellizzi)- Cerreta Angelo (Frattocchie/Marino) - Zabatta Giuseppe (NovaM.se) - Colicchio don Angelo (Aquilonia).20.000: Capossela Giuseppe (Genova Pontex) - De Rosa Attilio(Treviso) - Leone Giovanni (Milano) - March<strong>it</strong>to Lucia (Brescia) -Rabasca Italo (Avellino) - Melaccio V<strong>it</strong>o (Giussano) - Di MiliaVincenzo (Cormano) - Zabatta Salvatore (Milano) - CerretaMichele (Carrara) - Di Fronzo Pasquale (Mirabella Eclano) -Cicoira Luigi (Padova) - Di Cosmo Pasquale (Poggibonsi) - CristianiSalvatore (Poggibonsi) - Cristiani Maria in Vallario (Poggibonsi) -Borea Vincenzo (Morrovalle) - Margotta Angelo (Ancona) -Battaglia Domenico (Firenze) - Pastore Vincenzo (Fornaci di Barga)- Scoca Racioppi Filomena (Castelfiorentino) - Codella Pasqualino(Cermenate) - Gautieri Alfonso (Cadorago) - Margotta Canio(Meda) - Buglione Gerardo (Cantù) - Buldo Antonia (VaralloPombia) - Sansone Giacinta (Torino) - Ricciardi Berardino (Torino)- Gautieri Canio (Mariano C. Se) - Manzoli Flavia e Ascanio(Genova) - Di Napoli Pio Salvatore (Roma) - Fierravanti V<strong>it</strong>o(Lavena Ponte Tresa) - Abate Gaetano (Salerno) - Di NapoliVincenzo (Bologna) -Panniello Nicola (Brindisi) - Longh<strong>it</strong>anoGiuseppe (Salerno) - Ardolino Francesco (Maddaloni) - LovecchioPaolo (Brindisi) - Germano Giuseppina (Trofarello) - Di CairanoAntonia (Palombara) - Capossela V<strong>it</strong>o (Scandiano) - CodellaBerardino (Roma) - Zabatta Francesco (Roma) - Cestone Metallo(Bergamo) - Cantini Giovanni (Osio Sotto) - Panniello Gaetano(Bari) - Zabatta Mario (Cantù) - Malanca Canio (Lentate S.S.) -Lamanna Pasquale (S. Andrea di Conza) - Marchese Antonio(Cervinara) - Araneo Vincenza Rubino (Mariano C.se) - MetalloRocco (Scandiano) - Sperduto Gerardo (Cinisello Balsamo) -Gautieri V<strong>it</strong>o (Moncalieri) - Scoca Giuseppe (Bologna) - Di CarloCanio (Avellino) - Corcione Achille (Caserta) - Di Muro Pasquale(Rignano Sull’Arno) - Acocella V<strong>it</strong>o Antonio (Lentate S. S.) - DiMaio Giacinta (Cogliate) - Fierro Nicola (Salerno) - AcocellaMargher<strong>it</strong>a (Pescopagano) - Savanella Michela Ferroso (Bari) -Paoletta Erminio (Portici) - Abate Giuseppe Nicola (Avellino) -Fastiggi Giuseppina (Limbiate) - Gallucci Maria (Parona) - ZarrilliVincenzo (Castiglione delle Stiviere) - Cerreta Vincenzo (Torino) -Tetta Antonio (Napoli) - Russo Salvatore (Quarto di Gossolengo) -Pipino Damiano (Conturtsi Terme) - Cianci Michele (MarianoC.se) - Frasca Rosetta (Roma) - Lattarulo Pietro (Bisaccia) - DiCairano Teresa (Torino) - Gallucci Maria Filomena (Acqui Terme) -Gautieri V<strong>it</strong>o (Acqui Terme) - Stanco Lucia (Casalgrande) - RubinoCanio (Briosco) - Di Cairano Antonio (Guidonia).25.000: Cubelli Lorenzo (Cesate) - Pivano Federico (Firenze) - DiCosmo Vincenzo (Poggibonsi) - Di Napoli Angelo (Porto Torres) -Di Carlo Attilio (Cordenons) - Cerreta Clorinda (Roma) - CantoreAnna (S. Margher<strong>it</strong>a Ligure) - Del Re Michele (Gera Lario) -Leone Michele (Caltignaga) - Vallario Anna Maria (Bologna).30.000: Armiento Michelina (Alessandria) - Caputo Canio(Carosino) - Margotta Mario (S.Donato M.se) - Nicolais Dina eVincenzo (S.Donato M.se) - Panniello Gaetano (Roma) - BuldoCesare Giovanni (Varese) - Maffucci Giovanni (Mariano C.se) -Maffucci Giuseppe (Milano) - Cubelli P. Francesco (Pistoia) -Donatiello Giovanni (Scandiano) - Cocoira Antonio (Rimini) -Cerreta Giovanni (Camnago di Lentate) - Di Napoli Fortunato(Garbagnate M.se) - Sperduto V<strong>it</strong>o (Cornaredo) - Zarrilli V<strong>it</strong>o(Roma) - Nivone Antonio (S.Angelo dei Lombardi) - Di Milia donMichele (Senerchia) - Di Giuseppe Egidio (Foggia) - De Matteo DiMaio Ersilia (Roma) - Mazziotti Antonia (S. Marinella) - CubelliMichele (Bologna) - Scoca Mauro (Chieti) - Zarrilli Michele(Roma) - Maffucci Canio Giovanni (Roma) - Della Badia Donato17


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998(Gallarate) - Maffucci Vincenzo (Bregnano) - Cianci Antonietta(Bollate) - Della Badia Angelo (Napoli) - Di Cairano Mario (TorreGaia) - Rainone Vincenzo (Lentate S. S.) - Nicolais Maria (Latina)- Codella Michele (Pavona di Albano) - Nicolais Antonio (PonteTresa) - Ruggiero Musmarra Giulia (Napoli) - Manno Carlo(Novedrate) - Di Milia Angela Marino (Nova M.se) - MetalloMaria (Scandiano) - Scarano An<strong>it</strong>a (Lucrezia) - Del CoglianoAntonio (Salerno) - Cerreta Vincenzo (Camnago di Lentate) -Del Cogliano Concettina (Leccio) - Cerreta Orazio (Caselle) -Rizzi Mario (Minturno) - Di Cecca Teresa (Marano).35.000: Germano Canio (Prato) - Di Napoli Attilio (Torino) -Russo Giuseppe (Trento) - Della Valva Francesco (Bollate).40.000: Paradiso Gaetano (Lioni) - Espos<strong>it</strong>o Carlo (Napoli) -Mollica Antonio (Novara).50.000: Mobilio Domenico (Firenze) - Armiento Michelangelo(Roma) - Poli Gino (Firenze) - Di Napoli Vincenzo (Cellatica) -Senerchia Agostino (Nova Milanese) - Maffucci Donato (MarianoC.se) - Vallario Piero (Cusano Milanino) - Giannini Mario(Firenze) - Messina Giuseppe (Roma) - Cioni Giovanni(Montelupo F.no) - Cianci Michele (Firenze) - Frasca Vincenzo(Roma) - Sacch<strong>it</strong>ella Caterina (Siena) - Galgano Antonio(Novara) - Lucentini Marcello (Firenze) - Lampariello Vincenzo(Nova M.se) - Toglia Sergio (Napoli) - Leone Angelo (AbanoTerme) - Metallo Giuseppe (Bagnoli) - Gervasi Giovanni(Fogliano Redipuglia) - Armiento Michele (Caselle T.se) - CestoneGiuseppe (Poggibonsi) - Cerreta Canio (Roma) - Zabatta Canio(Lentate S.S.) - Ungherese Maria e Natale ( Paderno D.) - DiMilia Michele (Gallarate ) - Gautieri Mario e Lina (Senago) -Maffucci Vincenzo (Colle Val D’Elsa) - Norelli Francesco (Roma)- Gautieri Antonietta (Rizzolo di Reana) - Nappi Gaetana(Bergamasco) - Bartolena Cristiano (Firenze) - Acocella Michele(Napoli) - Tozzoli Scarecchia Elisa (Napoli) - Acocella Crescenzo(Lentate S.S.) - Armiento Giuseppe (Viareggio) - GalganoVincenzo (Melfi) - Del Donno Manfredi (S.Croce del Sannio) - DeRosa Michelangelo (Leumann) - Chirico Angela ed Ettore (Teora)- Ricciardi Francesco (Roma) - Di Napoli Francesco (Biella) - DiMaio Michele (Napoli) - Zazzarino Vincenzo (Mercogliano) -Cerreta Canio (Valmadrera) - Cestone Gina (Roma) - MetalloTeresa (Roma) - Dattilo Ricca Maria (Frattamaggiore) - DelCogliano D’Argenzio M. Michela (Caserta) - Zabatta Michele (S.Giorgio a Cremano) - Di Milia Luigi (Taranto) - V<strong>it</strong>amore MariaFilomena (Roma) - Rubino Michele (Ameglia) - Polestra V<strong>it</strong>oMichele (Castiglione delle Stiviere) - Cianci Mario (Napoli) -Galgano Vincenzo (Brindisi) - De Rosa Luciana (Roma) - MetalloVincenzina (Roma) - Buono Marcello (Avellino) - Melaccio Mario(Avellino) - Cubelli Tonino (Bologna) - Di Maio Gaetano (Trento)- Di Cairano Vincenzo (Francavilla al Mare) - Cerreta Canio(Firenze) - Gallucci Vincenzina (Napoli) - Berrilli Giovanni(Roma).60.000: Di Cairano Giuseppe (Milano).80.000: Scoca Pasquale (Lavena Ponte Tresa).100.000: Famiglia Margotta (Roseto degli Abruzzi) - CubelliMario (Bergamo) - Nicolais Rocco (Roma) - De Rosa Carlo(Belluno) - Montagnani Roberto (Panzano) - Leone Mario (Bari) -N.N. (Viareggio) - Tuozzolo Giovannino (Roma) - TuozzoloDonato (Roma) - Bazzani Paolo (Tavarnelle V. Pesa) - ChiodiDe Ascentiis Doriana (Roseto degli Abruzzi) - Marra Raffaele(Caserta).DALL’ESTEROSVIZZERA: Associazione Lavoratori Cal<strong>it</strong>rani in SvizzeraL. 594.000.GERMANIA: Metallo Mauro DM 50 - Salvante Giovanni DM50 - Briuolo Antonio DM 50 - Fierravanti Giovanni DM 50 -Armiento Vincenzo DM 50 - Bianchi / Prata 25.000.U. S. A.: Polestra Frank $ 200 - Caputo Anna $ 100 - CodellaArthur $ 20 - Toglia Mario $ 10 - Dunham Marlene $ 15 CaputoStefanpo $ 50 - Borea Donato $ 20 - Gallo Lucia $ 10 - TogliaCanio $ 10 - Simone Giuseppe $ 10 - Pavese Angelina $ 20 -Claroni Geoffrey 50.000 - Di Napoli Angelo $ 10 - SalvanteVincenza $ 10 - De Rosa Egger Eleanor $ 14 - Scoca Vincie edEdward $ 20 - Mauro Giuseppina $ 50.CANADA: Di Cairano Michele $ 40 - Margotta Vincenzo $ 20.Chiediamo scusa e comprensione perqualsiasi involontaria omissioneAbbiamo ricevuto, ed<strong>it</strong>odalla Pro loco di Cal<strong>it</strong>ri,il nuovo numerodel periodico“OFANTO”che ha ripreso così,dopo alcuni anni,la pubblicazione.È un segnale pos<strong>it</strong>ivo diprogresso, una fiaccola cheva tenuta accesa comepalestra di formazione.Sinceri auguridi buon lavoro.Cal<strong>it</strong>ri 1970, “Festa della mamma” presso la Scuola Materna “Regina Margher<strong>it</strong>a”, gest<strong>it</strong>a dallesuore di Cal<strong>it</strong>ri e alloggiata per l’ultimo anno nei locali del Palazzo del Barone”, nei pressi delMunicipio. Da sinistra : Maffucci Maria Teresa, Di Cecca Angela, Bozza Maria Antonietta, PaolantonioFrancesco, Cestone Antonio, Margotta Antonio, Rosania Vincenzina, Zabatta Lucia, Iannece Michelina,Di Napoli Rosetta, Galgano Cosimina, Gautieri Angela, Ruberto Vincenzo e Di Cosmo Nina.Questa foto è dedicata - con amore - da tutte le mamme che sono state alunne presso questa scuolamaterna, alle suore che quest’anno lasciano il loro servizio a favore dell’infanzia.18


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANO Erbe di Casa Nostra ÈLA CAROTAuna pianta da orto con una grossaradice di colore arancione, nutriente,diuretica ed antisettica; ottima in cucinaper il suo gusto dolce, è una pianta chedura dalla primavera all’autunno e generalmentesi fa uso della radice.Il succo di carota ha molteplici benefici;alcuni studiosi hanno trovato che èun prezioso agente protettivo con il vantaggiodi essere gradevole a tutti, contienemolta v<strong>it</strong>amina A e contiene saliminerali come il calcio, il rame, ilmagnesio, il potassio, il sodio, il fosforo,lo zolfo ed il ferro.La v<strong>it</strong>amina A mantiene in ottimacondizione la mucosa circostante le paretidella cav<strong>it</strong>à del corpo. La mucosa è formatada due strati, lo strato superioreconosciuto come l’ep<strong>it</strong>elio, sotto di essosi trova una membrana conosciuta comeun ammasso di fibre muscolari che sonoestremamente flessibili ed elastiche.La v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à di questo strato internodipende da un adeguato rifornimento div<strong>it</strong>amine A, che aiuta la cresc<strong>it</strong>a delleossa e dei denti, mantiene in salute i tessuticorporei e catalizza le normali funzionighiandolari, oltre ad essere resistentialle infezioni.19° RADUNO INTERNAZIONALE“FESTA DEL CAMPEGGIATORE”dal 4 al 6 settembre 1998organizzato daUfficio di Stato per il TurismoFederazione Campeggiatori SammarinesiPrenotazione obbligatoriaentro il 29 agosto 1998Per informazioni:FederazioneCampeggiatori Sammarines<strong>it</strong>utti i venerdì seradalle ore 21.00 alle ore 23.00presso la Sede Socialetel. e fax 0549/90.69.96.Ferri Lino, tel. 0541/38.34.18 (ore pasti)Censoni Carlo, tel. 0549/90.01.30 (ore pasti)Uffico di Stato per il Turismo(dal lunedì al venerdì)dalle 8,30 alle 14.00tel. 0549/88.24.12 - 88.24.11.In un certo senso l’importanza dellav<strong>it</strong>amina A è valida per gli organi dellavista; forse scoperta durante la secondaguerra mondiale; oggi si r<strong>it</strong>iene che lav<strong>it</strong>amina A non solo migliora la vista notturna,ma è di aiuto a coloro che svolgonoun lavoro in un amb<strong>it</strong>o a forte illuminazione.Le carote sono molto salutari e beneficheper mantenere sana la pelle, percurare le screpolature e l’ispessimentodell’epidermide; le carote migliori sonoquelle dal colore chiaro ed intenso, coltivatein terreno ricco di concime naturale.La polpa fresca di una carota grattugiataè un buon rimedio per curare lepiaghe cancerogene e le scottature; isemi di carota sono diuretici; è usataper mantenere l’appet<strong>it</strong>o e favorire labuona digestione; è opportuno sottolineareche, nel nostro organismo la v<strong>it</strong>aminaE previene la distruzione dellav<strong>it</strong>amina A.Con questo vegetale si fanno squis<strong>it</strong>emarmellate e deliziosi dolci; tradizionalmenteil carotene produce melanina,sostanza che aiuta l’abbronzatura dellepersone con cute bianca.Algeri Alba(da Retorbido)Una rara immagine dell’antica chiesa di S.Rocco a Cal<strong>it</strong>ri, nel corso Matteotti.CONCORSIPREMIO INTERNAZIONALEDI NARRATIVA E SAGGISTICA“ Antonio SEBASTIANI(il MINTURNO)”l Sodalizio culturale Cristoforo SPARA-IGNA, l’Amministrazione Comunale diMINRURNO e l’Ed<strong>it</strong>ore Armando CARA-MANICA indicono il Premio Internazionaledi Narrativa e saggistica 1998.La premiazione avverrà il 5.12.1998 nellasala Consiliare del Palazzo Municipale diMINTURNO, al primo premio sarà assegnatoun assegno da 1.000.000, un quadrodella p<strong>it</strong>trice Antonietta Ascione, una pergamenadi mer<strong>it</strong>o, cena e pernottamentoper due persone presso l’Hotel VILLAELEONORA, per la notte del 5.12.1998,offerto da Antonio PAPPA, t<strong>it</strong>olare dell’attiv<strong>it</strong>àalberghiera.Scadenza per la presentazione delle opere31 luglio 1998, per ogni ulteriore informazionee per chiedere il regolamento, rivolgersia Mario RIZZI, via Monte Ducale,20 - 04026 MINTURNO (LT) - tel. 0771-65348.PREMIO NAZIONALE DI POESIA“SUESSA MATER”VII Edizionel Centro Culturale Diocesani di SessaIAurunca bandisce, per iniziativa di S. E.Mons. Antonio NAPOLETANO Vescovodi questa c<strong>it</strong>tà, la VII Edizione del PremioNazionale di Poesia “Suessa Mater” (fondatoda S. E. Mons. Raffaele NOGARO),da assegnare ad una lirica di ispirazionecristiana.Alla lirica vinc<strong>it</strong>rice sarà assegnato undipinto del valore di cinque milioni dell’artistaCelestino CASABURI, il secondoclassificato riceverà un quadro del p<strong>it</strong>toreAntonio TROIA, al terzo classificatosarà assegnata un’artistica opera offertadall’Ist<strong>it</strong>uto Statale d’ARTE di Cascano.Scadenza per la presentazione delle liriche31 luglio 1998, per informazioni rivolgersialla Segreteria del Premio presso il VicarioGenerale - Curia Vescovile PiazzaDuomo, 2 - 81037 Sessa Aurunca (CE).SPAZIO DONNA ’99a rivista PRESENZA, indice la nuovaL edizione di SPAZIO DONNA 99. Sipuò concorrere con poesie e narrativa,sezione speciale “lettera d’amore”. Informazionipresso la Segreteria del PremioSPAZIO DONNA, via Palma, 67 - 80040STRIANO (NA), unendo il francobollo.19


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998CARLA MARINELLINUOVI ORIZZONTIPER IL TURISMO MOLISANOo scr<strong>it</strong>to più volte sul turismo molisano,ma ora l’argomento deve essereHintegrato, diventando fonte primaria dinuove iniziative, “convocando soprattuttole energie e la creativ<strong>it</strong>à delle generazionipiù giovani”. L’offerta turistica del nostroPaese è seconda a quella degli USA e puòvantare un fatturato che si aggira intorno ai100.000 miliardi annui, con circa 50 milaaddetti nel settore.A poco a poco però, la presenza d<strong>it</strong>uristi stranieri sul terr<strong>it</strong>orio Nazionale varestringendosi: dato emblematico è il calodel 15% delle presenze registrato nelperiodo 1990/1996. La tendenza è purtroppoin cresc<strong>it</strong>a e si assiste a modificarei gusti dei consumatori, orientati soprattuttoverso le nuove mete del med<strong>it</strong>erraneoe verso le più o meno paradisiacheisole oltre Oceano.La svalutazione della nostra moneta,rispetto al dollaro e al marco, ha fattoaccendere nuove speranze tra gli operatori,speranze purtroppo sub<strong>it</strong>o deluse; la RegioneMolise è parte di questo discorso generale,infatti nonostante gli slogans dell’accoppiatamare - monti, il turismo regionalenon decolla, anzi in qualche caso, regredisce;ecco perché si presenta la necess<strong>it</strong>à diuno studio approfond<strong>it</strong>o sulle cause delfenomeno e sul cambiamento in atto nelletendenze e nei gusti dei consumatori.L’abbandono dell’Italia, appare perlomenodi difficile spiegazione se si consideral’immenso patrimonio storico, artistico,monumentale e naturalistico delnostro Paese, ma indubbiamente scendonoin campo molteplici fattori di crisi, primofra tutti la crisi economica che investe lamaggior parte delle famiglie europee.Valga ad esempio il “caso tedesco” ,paese che è il maggior serbatoio di presenzeturistiche per il nostro Paese; negliultimi tempi, vuoi per l’altissimo costodell’unificazione, vuoi per la generale fasedi recessione che investe il mondo occidentale,in Germania, il numero dei disoccupatiha raggiunto la ragguardevole cifradi 3,6 milioni di un<strong>it</strong>à ed è destinato sicuramentead aumentare, comportando unconseguente abbassamento del livello dibenessere, con una contestuale riduzionedei consumi.La modifica delle ab<strong>it</strong>udini porta amodifiche nella scala di prior<strong>it</strong>à di consumo,a danno delle spese per i viaggi,vacanze e tempo libero, in favore di consumir<strong>it</strong>enuti prior<strong>it</strong>ari; l’esempio apparecalzante nella s<strong>it</strong>uazione <strong>it</strong>aliana ed a quellamolisana in particolare. Nasce perciòl’esigenza di inventare nuove formule,escog<strong>it</strong>are nuove offerte in grado di risvegliarei sop<strong>it</strong>i interessi turistici dei consumatori:il tempo libero è entrato a pienot<strong>it</strong>olo tra i fattori economici consideratinella quantificazione del benessere dell’utenteper la sua forte connotazione di elementocentrale dell’esistenza umana.Il comp<strong>it</strong>o che attende le Ist<strong>it</strong>uzioni egli Enti di Promozione Turistica in particolare,deve perciò puntare a fornire semprenuove proposte di svago per gli edonistidel tempo libero e sempre più interessantimete di viaggio per coloro che fuggonodalle loro quotidiane realtà in cercadi benessere psico-fisico.La nostra Regione, per le sue caratteristichegeografiche, storiche ed ambientaliè in grado di lanciare questa sfidainnovativa, infatti il terr<strong>it</strong>orio Regionale èricco di possibil<strong>it</strong>à di avventura. Camp<strong>it</strong>elloMatese, Capracotta, Pietrabbondante,Termoli, Capomarino, Sepino e Larino,si presentano molto bene a fungereda molla psicologica per attirare nellaregione i turisti; dette local<strong>it</strong>à necess<strong>it</strong>anoperò di immediati interventi infrastrutturalie strutturali.Per i cultori del free-time, per gli edonistidel tempo libero, occorre pensare aqualcosa di nuovo; il turista è ormai stufodella sol<strong>it</strong>a spiaggia e dei consueti monti,vuole qualcosa di più. Ecco quindi presentarsil’esigenza di rendere più accoglientile nostre local<strong>it</strong>à turistiche, predisporreimpianti per lo sport ed il tempolibero, come strutture per gli sport equestri,i bacini per la pesca sportiva ed amatoriale,il potenziamento delle strutture perla pratica degli sport acquatici, alla sentieristicanei boschi.Programmare a livello regionale uncalendario di manifestazioni folcloristichee popolari, di sagre e di spettacoli di varianatura, ev<strong>it</strong>ando sovrapposizioni in realtàricadenti in bacini di utenza omogenei;coinvolgere il vis<strong>it</strong>atore in attiv<strong>it</strong>à di animazionedelle local<strong>it</strong>à di soggiorno avrebbeil risultato di impegnare il suo tempofacendolo sentire parte integrante dellarealtà che lo circonda; mentre per i turistimeno esigenti è necessario promuovere piùl’immagine di nuove mete per i loro viaggi.Dunque, accostare le vacanze amomenti culturali è formula ormai vincente.Occorre, perciò, valorizzare il patrimoniostorico-monumentale di cui lanostra Regione dispone, sottraendolo dall’indifferenzae dallo stato di completoabbandono in cui attualmente versa; ènecessario creare occasioni culturali, promuovereil turismo scolastico e quello congressuale.Inoltre è auspicabile un rilancio delturismo religioso, in vista dell’anno 2000che richiamerà in Italia circa 180 milionidi fedeli, e di quello termale, volgendoparticolare attenzione alle terme di Sepino.Il costo per la realizzazione dei progettievidenziati, anche se rilevante in terminiassoluti, appare modesto a confronto aibenefici che potrebbe apportare.Gallucci Costantino fu Francesco e fuFrucci Maria Francesca, nato il 18.08.1861e deceduto il 03.10.1941 e la moglie GermanoMaria Vincenza fu Giuseppe, nata il10.06.1862 e deceduta il 20.12.1948.20


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANOPremio Nazionale “Biennale di Poesia” - Solofra 30 maggio 1998: Diploma di mer<strong>it</strong>o per il periodico “Il Cal<strong>it</strong>rano” per la sua opera didiffusione in Italia e all’estero, delle tradizioni e dialetto irpini.Cal<strong>it</strong>ri 1935, da sinistra: Di Milia Vincenzanata il 04.04.1909, spaccac’pogghj’, ScocaVincenzo, pisciap’rtiegghj’, e la nonna Di MaioAngelarosa, curat’l’, 1867/1947.Cal<strong>it</strong>ri, da sinistra Gallucci Maria, nata il02.07.1935, Cubelli Giovanna di Vincenzo edi Di Maio Angela nata il 18.11.1906 e decedutail 25.08.1976, Gallucci Vincenzo fuCostantino nato il 16.02.1900 e deceduto il12.02.1970, Gallucci Vincenza nata il06.11.1926 insieme alla nonna GermanoMaria Vincenza.Cal<strong>it</strong>ri 1947, da sinistra in piedi: Metallopasquale, bianchin’, Vallario Teresa, Di MiliaV<strong>it</strong>o, u’ russ’ r’ spaccac’pogghj’; seduti: Di MaioAngelarosa (1867/1947), curat’l’, Di MiliaGiuseppe e Di Milia Michele.21


Il CALITRANO N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998LA NOSTRABIBLIOTECAnell’opera “Gli antichi Italici”, di F. Scandone, di V. Acocella edei numerosi storici e di riviste specializzate.I santuari cristiani nella zona sono visti come centri di spir<strong>it</strong>ual<strong>it</strong>àeredi di culti antichi, quale quello di Cibele, dei Dioscurie di Iside.Di Maio TeresaL’ALTO OFANTO. PAESAGGI ASPETTI FISICI NEL QUADROSTORICO di Cerrata Luigi. - Tipol<strong>it</strong>ografia Pannisco, Cal<strong>it</strong>ri1997.opera di 259 pagine è stata scr<strong>it</strong>ta negli anni Sessanta senzaL’ che l’autore potesse pubblicarla a causa della morte avvenutanel 1971; lo scr<strong>it</strong>to non è prolisso né pesante perché l’autoreha articolato le sue ricerche sull’alta valle dell’Ofanto inquattro parti: orizzonti geologici, la preistoria negli aspettifisici, al cospetto della preistoria e il panorama nel quadro storico.Nelle prime due parti, dopo alcuni cenni sulla struttura geologicadell’Alto Ofanto, l’autore affronta le vicende tormentate diqueste zone dal paleogene all’era quaternaria; Luigi Cerrata siera sempre interessato di geofisica studiando i luoghi dove ilsuo lavoro lo aveva portato; negli anni Sessanta ormai stabilmenteresidente a Cal<strong>it</strong>ri rivolse la sua attenzione all’alta valledell’Ofanto, approfondendo l’argomento con passione, nondisgiunta da diligenza e spir<strong>it</strong>o cr<strong>it</strong>ico raccogliendo preziosetestimonianze.La sua morte interruppe il lavoro così ben avviato e allora ifigli pensarono di raccogliere tutto il materiale elaborato perdarlo alle stampe come era intenzione del gen<strong>it</strong>ore, ma dolorosevicende, non ultimo il terremoto del 1980 che sconvolsequeste zone distruggendo anche la sua casa, resero vane questeattenzioni. Finalmente per l’amore e la perseveranza dellafiglia Anna Maria, gli studi sono stati pubblicati e messi adisposizione di studiosi e di quanti, semplici c<strong>it</strong>tadini, voglionoconoscere meglio le proprie radici.L’era quaternaria a sua volta divisa in pre-quaternaria, quaternariomedio e quaternario superiore, percorre tutte le vicendegeofisiche di queste zone, in particolare delle terre del bacinoidrico dell’alta valle dll’Ofanto, le origini del primo vulcanodel Vulture, la massima attiv<strong>it</strong>à del secondo cono, la climatologiaregionale e la stazione preistorica di Venosa, seguendo lateoria geofisica del prof. Beloussov sul continente atlantico(p. 113 e segg.).Nella terza parte affronta il problema delle genti nell’areamed<strong>it</strong>erranea esaminando il periodo neol<strong>it</strong>ico ed eneol<strong>it</strong>ico, laclimatologia, la prima ondata indoeuropea, gli approdi inPuglia e la civiltà Apulo-Materana. L’espansione dei pastoricacciatori sull’altopiano di Ariano e in Irpinia, la secondaondata indoeuropea, l’arrivo degli Italici e degli Umbro-Sabelli.La terza ondata di immigrazione porta i Dauni-Iapigi e iMessapi sul Gargano che dilagano in Puglia avanzarono attraversol’Ofanto nel cuore degli Appennini.La quarta parte dopo un breve excursus sul primo tratto dell’Ofantofra il Goleto e Lioni, parla delle vicende storichedelle popolazioni residenti sulle due sponde dal quarto secoloavanti Cristo e per tutto il primo millennio.Le vie romane, l’Appia antica e l’<strong>it</strong>inerario di Antonino, l’Appianuova e l’<strong>it</strong>inerario di Pentinez sono esaminate seguendo letestimonianze di scr<strong>it</strong>tori latini come Livio e di altri, di Mommsen,senza trascurare gli studi dei contemporanei quale DevotoCALLIGRAMMI DI VELLUTO SCURO di Giordana Bengalli.Blu di Prussia ed<strong>it</strong>rice, Piacenza 1997.autrice crea il suo mondo poetico con la naturalezza dettataL’ dalla semplice spontane<strong>it</strong>à di uno sguardo, di un pensiero,di un ricordo, sia pure nei lim<strong>it</strong>i della quotidian<strong>it</strong>à. Ma è loscavare nel profondo che toglie alle cose di tutti i giorni laloro pochezza per consegnarle all’attenzione degli altri pervasedi significati e pulsioni, amore, dolore, gioia, tenerezza,pianto.La poesia, allora, diventa preghiera, canto, sentenza inappellabiledi un processo di identificazione fra sé e la pagina scr<strong>it</strong>ta inun gioco simbiotico che affascina, stimola, induce a pensare.(E. Ribecchi)ANTONIO SEBASTIANI MINTURNO e GIOVANNI ANDREAGESUALDO di Mario Rizzi - Caramanica Ed<strong>it</strong>ore - Marinadi Minturno 1998ario Rizzi, cronista puntuale, diligente, meticoloso, occupandosidi due insigni personaggi cinquecenteschi dellaMsua c<strong>it</strong>tà – Antonio Sebastiani, detto il Minturno e suo cuginoGiovanni Andrea Gesualdo, non ha ceduto alla tentazione deldiscorso filosofico sull’estetica dell’autore del De Poeta, eneppure ha voluto inoltrarsi nell’insidioso terreno della cr<strong>it</strong>icaletteraria per formulare giudizi di valore sulle ipotesi interpretativeavanzate dal Gesualdo nel commento al Canzoniere diFrancesco Petrarca.Anche i riferimenti storici, le inquadrature e le collocazionicontestuali configurano, in questo libro, un’operazione volutamenteleggera e fuggevole, infatti nel ricostruire la v<strong>it</strong>a delMinturno – del quale non si sapeva molto – sui dati offerti dalf<strong>it</strong>tissimo epistolario, Mario Rizzi ha portato allo scoperto unavera messe di notizie che ci consentono di seguire il Minturnonei suoi spostamenti in vari centri d’Italia, nei suoi rapporti colprimo maestro Agostino Nifo, nelle sue frequentazioni di cortie di accademie, nell’esercizio lucido ed appassionato del suoruolo di vescovo, e infine nelle relazioni (platoniche, certo,ma di un platonismo tentato dalla carne) con belle e colte gentildonne.Quanto al Gesualdo, il Rizzi ha compiuto un’operazione divera e propria riesumazione, giacché quel fine letterato giacevasepolto in un oblio totale; ora sappiamo di lui tutto ciò che èpossibile sapere.Dalla prefazione di Renato FilippelliI BORBONI DI NAPOLI (Origini e Dinastia) di Filippo Russo.- Edizioni G. C. “F. Guarini”, Solofra 1998.hi avrà la pazienza di leggere questo libro fino in fondo, cheCrappresenta la “ver<strong>it</strong>à storica” vista e descr<strong>it</strong>ta dalla letteraturadalla parte “perdente” (quella borbonica) o neutrale22


N. 8 n. s. - Luglio-Agosto 1998 Il CALITRANO(quella dei cronisti e degli osservatori nazionali e stranieri,dell’epoca), si renderà conto come anche il solo silenzio sufatti, cose e personaggi abbia distorto quei fatti e quegli avvenimenti.Per oltre un secolo, la gran parte degli <strong>it</strong>aliani ha sent<strong>it</strong>o solo ilsuono trionfale delle “campane” piemontesi… e solo da alcunedecine di anni, con l’evadere dagli Archivi di Stato della riccadocumentazione di parte borbonica si sono cominciate a sentirele campane “napoletane”.Questo libro è un lungo peregrinare nella storia muovendodalla nasc<strong>it</strong>a di Napoli per giungere – passando attraverso ilperiodo ducale e delle dominazioni straniere – al regno diNapoli e Sicilia; in quest’occasione Napoli ha incrociato ilsuo destino con quello della più antica e potente DinastiaMonarchica d’Europa: i Borbone.Di essi non si poteva non parlare, né richiamare all’attenzionedel lettore quella che è stata nei secoli l’organizzazione e losviluppo epocale delle Forze Armate napoletane.Dalla premessa di Filippo Russoiù di cento edicole votive dislocate in dodici paesi: potrebbePessere questa la sintesi di una devozional<strong>it</strong>à popolare nel terr<strong>it</strong>oriodella Comun<strong>it</strong>à Montana degli Alburni. E si potrebberacchiudere il discorso in una lettura per la quasi total<strong>it</strong>à esteriore,trattandosi in massima parte di edicole mute dell’originariooggetto di devozione, sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o in segu<strong>it</strong>o da immaginipiù commerciali.Alcuni tempietti, però, conservano gli antichi segni; altri, invece,sono stati di recente proposti con gusto e raffinatezza, comealcuni pannelli in ceramica di tipo vietrese.I segni iconografici a volte si trasformano, a volte restanoimmutati. Cambiano i nomi da Cerere a Madonna dell’Abbondanza,da Mater Matuta a Madonna delle Grazie, da Odinoin San Michele. Resta ferma la continu<strong>it</strong>à di una devozione cheil popolo sente esclusivamente sua nelle forme espressive.Ed è anche per questo che nelle rappresentazioni a volte vengono“mischiate” le composizioni. A Corleto Monforte in un affrescodel ’700 la Madonna del Rosario, oltre alle caratteristichedel Bambino, del Rosario e di S. Domenico di Guzman, recal’effigie di Santa R<strong>it</strong>a che riceve il Rosario dal bambino. In talmodo per esigenze devozionali del comm<strong>it</strong>tente, la tradizionalefigura di Santa Caterina da Siena, propria di questa iconografiadella Madonna del Rosario, è stata sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da Santa R<strong>it</strong>a.IL CULTO DEI SANTI NEL LAZIO MERIDIONALE FRA STORIAE TRADIZIONI POPOLARI - Atti del convegno - Patrica, 21gennaio 1996 - Ist<strong>it</strong>uto di storia e di arte del Lazio meridionaleCentro di Anagni 1996.Il vasto mondo della sant<strong>it</strong>à e delle persone r<strong>it</strong>enute sante, nell’amb<strong>it</strong>oreligioso e soprattutto in quello cattolico, è talmenteesteso che neppure decine e decine di studi potrebbero r<strong>it</strong>enersisufficienti a farlo conoscere.Allora si è pensato di dare un piccolo contributo anche noi,allargando le indagini ad alcuni dei santi venerati in Ciociaria,realizzando una panoramica differenziata per tagli di ricerca eper livelli di approfondimento, raccogliendo materiali sulmondo popolare rifer<strong>it</strong>o sia al passato recente che alla contemporane<strong>it</strong>à,al fine di costruire quell’archivio delle tradizionipopolari e dei comportamenti, delle mental<strong>it</strong>à e delle credenze,tanto auspicato e di così difficile e lenta realizzazione.Ci guida sempre la consapevolezza che la panoramica deglistudi non si esaurirà; continuiamo a constatare che intorno aisanti esistono molte tradizioni e molti usi; osserviamo chesono in corso rapide trasformazioni dei culti a causa di unasocietà in cui i cambiamenti sono radicali e rapidissimi, mutazionidovute anche al variato sentire religioso, oltre che allecambiate condizioni di v<strong>it</strong>a materiale e culturale.Questo convegno non pretende di calarsi al fondo di tali amb<strong>it</strong>i,molto più semplicemente intende solamente registrare e,laddove possibile, analizzare momenti che possiamo pensaresalienti e significanti.(Dalla Introduzione di Gioacchino Giammaria)VENOSA, LAVELLO, SPINAZZOLA, MINERVINO IN ETÀMODERNA di Antonio Capano. - Quaderno n. 1 TARSIA acura Centro U.N.L.A., Melfi 1998.roponiamo ai lettori una collana di Quaderni che consentonoun’agevole proposta ed<strong>it</strong>oriale, tempi rapidi nella defi-Pnizione e più libera progettual<strong>it</strong>à che non impegna né la Redazione,né il Com<strong>it</strong>ato Scientifico. I Quaderni si differenzianodalla precedente collana, che ha avuto pubblicato solo il n. 1,non essendo “ristampa di volumi di difficile reperibil<strong>it</strong>à”, eper ciò stesso, esprimono al meglio l’indagine sul terr<strong>it</strong>orio erisultano nuovi nella impostazione.Ma già i numeri della rivista medesima (TARSIA) a suo tempopubblicati come “speciali”, erano chiaramente dei quadernianche se non ufficializzati. Ora diamo reale configurazionenei nuovi lavori. Senza voler pretenziosamente accampareprofonde motivazioni, sottolineiamo la volontà di una proposizionefattiva e, forse, sistematica.È, peraltro, in preparazione il secondo quaderno che tratterà delterr<strong>it</strong>orio di Lacedonia.(Dalla nota di Antonio F. Scola)LE EDICOLE VOTIVE DEGLI ALBURNI Fotografie di ToninoAntoniello e Giovanni Amoruso a cura di GenerosoConforti, 1995.Cal<strong>it</strong>ri 08.09.1996, processione dell’Immacolata Concezione alcorso Garibaldi, prima del Serrone; da sinistra don Ciro Guerra,parroco di Pescopagano, don Vincenzo Cubelli, l’arcivescovo mons.Mario Milano e il nostro compianto arciprete - sarà nominatol’11.10.1996 - don Mario Malanga (FotoFlash).23


Famiglia Gervasi, da sinistra: seconda fila Adelina nata nel 1893,Angela nata nel 1892, Rosa Elisa nata nel 1887, Perillo Arsenio mar<strong>it</strong>odi Rosa; seduti Nicola Gervasi, nato a Cal<strong>it</strong>ri nel 1895 da Gervasi Angelo Maria e Margotta Maria Concetta, Laurelli Vincenzo,secondo mar<strong>it</strong>o di Margotta Maria Concetta, Lucia nata nel 1901, Margotta Maria Concetta vedova Gervasi nata nel 1863,Chiarina nata nel 1898 e Angela Maria nata nel 1899.(Per gentile concessione del signor Jason Coffman da Phoenix nell’Arizona, in onore del suo bisnonno Gervasi Nicola nato a Cal<strong>it</strong>ri nel 1895)In caso di mancato recap<strong>it</strong>o si prega rispedire al m<strong>it</strong>tente che si impegna ad accollarsi le spese postali.

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