fondale <strong>del</strong>la Valle Magnavacca; anche la consistenza <strong>del</strong> fondale stesso è in prevalenza limo argillosa e quin<strong>di</strong> molto duttile e comprimibile.Nelle more <strong>di</strong> eseguire un preciso rilievo <strong>del</strong> fondale nei tratti interessati dall’intervento ed una accurata indagine geognostica <strong>del</strong> terreno presente, si ipotizzauna profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a <strong>del</strong> fondale pari a ml 2,00 – molto vicina alla realtà, al fine <strong>di</strong> eseguire una progettazione preliminare il più possibile accurata.Per la realizzazione <strong>del</strong>l’argine si stima <strong>di</strong> movimentare circa 88 - 90.000 mc <strong>di</strong> terreno, prelevandolo in parte dal fondo vallivo con l’uso <strong>di</strong> draghe.Considerata la complessità <strong>del</strong> cantiere, e la necessità <strong>di</strong> ricaricare più volte l’arginatura in seguito agli assestamenti, vista anche la particolare collocazione <strong>del</strong>lavoro in ambito protetto, si quantifica una durata dei lavori non inferiore ai 2 anni e mezzo.I mezzi ed i materiali utilizzati per la realizzazione <strong>del</strong>l’opera saranno depositati presso l’area <strong>del</strong>l’appostamento “Paisolo” <strong>di</strong> Bellocchio , da cui si originerà ilnuovo argine; si prevede <strong>di</strong> utilizzare almeno 2 escavatori imbarcati su altrettanti pontoni per le operazioni <strong>di</strong> infissione pali e posa geotessuto ed 1 draga, oltread un piccolo pontone <strong>di</strong> servizio per il trasporto <strong>di</strong> personale e materiali.Allevamenti semi intensivi.In queste aree sono attivi impianti <strong>di</strong> così detta acquacoltura semi intensiva, un’attività che però non ha definizioni ufficiali. Si stabiliscono, dunque, i seguentiprincipi ai quali tale tipologia <strong>di</strong> allevamento deve attenersi per non produrre impatti negativi sull’ambiente <strong>del</strong>l’area <strong>di</strong> <strong>progetto</strong>:non deve essere fatto uso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinali veterinari;i pesci possono essere alimentati in modo anche completamente artificiale sino ad una lunghezza massima non superiore al 30 % <strong>del</strong>la <strong>di</strong>mensione minima <strong>di</strong>pesca (secondo quanto stabilito dalle vigenti normative in materia), mentre successivamente il mangime artificiale somministrato può integrare il complessivofabbisogno alimentare per non più <strong>del</strong> 50%;i pesci nella prima parte <strong>del</strong> loro ciclo <strong>di</strong> crescita possono essere mantenuti in aree ristrette ed a densità relativamente elevata, mentre nelle fasi successivevanno <strong>di</strong>radati e trasferiti in bacini <strong>di</strong> ampia superficie;devono essere operanti sistemi <strong>di</strong> fitodepurazione e/o lagunaggio tali per cui l’impatto ambientale sia nullo e quin<strong>di</strong> la qualità <strong>del</strong>le acque in uscita dai bacini <strong>di</strong>acquacolura semi estensiva non sia peggiore <strong>di</strong> quella in entrata.Questi stessi principi vanno rispettati anche in tutte le restanti aree <strong>di</strong> cui al presente PdIP ove, in futuro, si intendano realizzare attività acquacolturali simili.
QUADRANTE9GESTIONE FAUNISTICAa) Ve<strong>di</strong> Quadrante n. 4 lettera a), e Quadrante 5 lettera b).b) Per Myocastor coypus vedere Quadrante n. 3 lettera d).QUADRANTE9QUADRANTE9CONSERVAZIONE PAESAGGIO EFRUIZIONE TURISTICAINDIRIZZI, DIRETTIVE EPRESCRIZIONINon solo un argineLo scenario oggi visibile dall’argine <strong>del</strong> Reno (in quota circa 7-8 m) è straor<strong>di</strong>nario, evoca la famosa osservazione <strong>di</strong> Rosseau che, fra il 1728 e il 1729,soggiornando a Torino, colpito da quando si offriva ai suoi occhi dalle colline , affermava che il “ …paesaggio è il più bel quadro che possa colpire l’occhioumano”.La conflittuale situazione <strong>di</strong> promiscuità nella conduzione <strong>del</strong>le attività vallicolturali che ha portato la Regione a proporre il Protocollo d’Intesa per“l’accorpamento” è stata “assorbita” dal <strong>Parco</strong> nella proposta <strong>di</strong> un argine <strong>di</strong> separazione fra proprietà, nella logica derivata dal “Master Plan <strong>del</strong>la Costa”,“integrare ovunque possibile, separare quando necessario”.Utilizzando i principi <strong>del</strong>l’ecologia <strong>del</strong> paesaggio, si può sicuramente ottimizzare la necessità <strong>di</strong> annullare il conflitto e mitigare l’impatto <strong>del</strong>la separazionestrutturale, proponendo interventi su alcuni elementi <strong>del</strong>la struttura paesistica.Si è cercato <strong>di</strong> creare, con l’inserimento <strong>del</strong>la separazione fisica, unità gestionali autonome in cui ecosistemi seminaturali (la grande Valle pubblica) eartificiali (l’azienda privata <strong>di</strong> acquicoltura), con “apparati protettivi” e “apparati produttivi”, possano coesistere.Anzi, non solo convivano in equilibrio, ma interagiscano scambiandosi energia, proprio attraverso la “forma” che dovrà assumere l’argine.“Sembra chiaro, visto il processo <strong>di</strong> frammentazione paesistica … che l’uomo sarà … costretto sempre più a gestire che non a tutelare, … se <strong>di</strong> fronte ai pochisistemi in<strong>di</strong>sturbati, quasi <strong>del</strong> tutto naturali, … debbono essere usati criteri <strong>di</strong> tutela integrale, parimenti esistono sistemi che non si possono definire naturali”ma ad essi sono assimilabili, necessitando però <strong>di</strong> energia per funzionare (ad es. infrastrutturazione idraulica). Si fa strada il concetto <strong>di</strong> gestione ecologica egestire con principi <strong>del</strong>la natura significa da un lato aiutare la natura, evitando l’isolamento dei biotipi naturali, dall’altro rendere energicamente sostenibile ilprocesso <strong>di</strong> sviluppo economico <strong>del</strong> territorio.“Le zone ecotonali, aree <strong>di</strong> transizione fra elementi paesaggistici <strong>di</strong>versi, sviluppano una grande attività biologica: acqua, spore, semi, animali, ecc…, fluisconoda un elemento all’altro <strong>del</strong> mosaico, sviluppando un’elevata <strong>di</strong>versità biologica …”(Da “Il Paesaggio nel futuro <strong>del</strong> mondo rurale” a cura <strong>di</strong> A. Peano – 2005; Alinea E<strong>di</strong>trice. Pagg.142-143-144).La configurazione morfologica finale quin<strong>di</strong> <strong>del</strong>l’elemento strutturale, che nel nostro caso è l’argine che attraversa la valle, <strong>di</strong>venta una occasione per metterein pratica questi principi <strong>di</strong> “ecologia <strong>del</strong> paesaggio”, prestandosi a <strong>di</strong>ventare, con deformazioni ed irregolarità appositamente progettate lungo il versante nord,una possibile “piattaforma” generatrice <strong>di</strong> bio<strong>di</strong>versità. La <strong>di</strong>mensione <strong>del</strong> nuovo elemento paesistico, quasi 5 km <strong>di</strong> attraversamento vallivo, in unostraor<strong>di</strong>nario paesaggio costiero, ha suggerito <strong>di</strong> attribuire ad esso anche una fruizione ricreativa, aggiungendo quin<strong>di</strong> una prestazione ammissibile, anzi,auspicata nelle aree protette. L’itinerario proposto aggiunge quin<strong>di</strong> un’ulteriore tratto a quello già previsto dal Piano <strong>di</strong> Stazione “PC1 – Perimetro valli <strong>di</strong>Comacchio (art. 29 comma 4 <strong>del</strong>le Norme Tecniche <strong>di</strong> Attuazione “Stazione Valli <strong>di</strong> Comacchio”) (Rif. Tavole cartografiche P4 <strong>del</strong> sistema <strong>di</strong> fruizione <strong>del</strong><strong>Parco</strong>).Il percorso si innesta in località Bellocchio in corrispondenza <strong>del</strong>l’argine esistente presso la Stazione da pesca, avvierando a “nuova vita” il presi<strong>di</strong>o itticoraggiungibile dalla S.S. Romea.La sottozona B.FLUArt 23 comma 9comprende la golena <strong>di</strong> Volta Scirocco e il Canneto <strong>del</strong>la Scorticata in sinistra idraulica <strong>del</strong> Fiume Reno.In tale area sono vietate:a. le trasformazioni <strong>del</strong>lo stato dei luoghi, sotto l’aspetto morfologico, idraulico, infrastrutturale e e<strong>di</strong>lizio, fatto salvo quanto detto successivamente;b. le coltivazioni erbacee non permanenti ed arboree per una ampiezza <strong>di</strong> ml 10 dal ciglio <strong>del</strong>la sponda, al fine <strong>di</strong> assicurare il mantenimento o il ripristino<strong>di</strong> una fascia continua <strong>di</strong> vegetazione spontanea lungo le sponde <strong>del</strong>l’alveo inciso, avente funzione <strong>di</strong> stabilizzazione <strong>del</strong>le sponde e riduzione <strong>del</strong>la velocità <strong>di</strong>corrente.Nelle stesse aree sono consentiti:a. gli interventi volti alla ricostruzione degli equilibri naturali alterati ed alla eliminazione dei fattori incompatibili <strong>di</strong> interferenza antropica; in particolarevanno favoriti gli interventi <strong>di</strong> sostituzione <strong>del</strong>le coltivazioni erbacee e il ripristino <strong>del</strong>le con<strong>di</strong>zioni per lo sviluppo <strong>di</strong> canneti, tifeti e cariceti;b. le infrastrutture tecniche <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa idraulica e simili e le relative attività <strong>di</strong> esercizio e manutenzione;c. le infrastrutture e le attrezzature finalizzate alla vigilanza ed alla fruizione collettiva, quali percorsi e spazi <strong>di</strong> sosta, rifugi e posti <strong>di</strong> ristoro.d. l’or<strong>di</strong>naria attività <strong>di</strong> manutenzione dei corsi d’acqua e <strong>del</strong>le opere <strong>di</strong> regimazione e conduzione degli stessi, nel rispetto <strong>del</strong>le caratteristiche dei territoriche essi attraversano.