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Relazione di progetto - Parco del Delta del Po

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QUADRANTE6GESTIONE FAUNISTICAa) Zona B: Sito destinato al “passo” <strong>del</strong>la avifauna <strong>di</strong> collegamento con l’Oasi Volta Scirocco. Creazione <strong>di</strong> nuovi dossi con tecniche <strong>di</strong> ingegneria naturalisticaper la sosta, ni<strong>di</strong>ficazione e alimentazione <strong>del</strong>l’avifauna selvatica.Di seguito ve<strong>di</strong> Quadrante n. 5 lettera b).QUADRANTE6CONSERVAZIONE PAESAGGIOE FRUIZIONE TURISTICANon solo un argineLo scenario oggi visibile dall’argine <strong>del</strong> Reno (in quota circa 7-8 m) è straor<strong>di</strong>nario, evoca la famosa osservazione <strong>di</strong> Rosseau che, fra il 1728 e il 1729,soggiornando a Torino, colpito da quando si offriva ai suoi occhi dalle colline , affermava che il “ …paesaggio è il più bel quadro che possa colpire l’occhioumano”.La conflittuale situazione <strong>di</strong> promiscuità nella conduzione <strong>del</strong>le attività vallicolturali che ha portato la Regione a proporre il Protocollo d’Intesa per“l’accorpamento” è stata “assorbita” dal <strong>Parco</strong> nella proposta <strong>di</strong> un argine <strong>di</strong> separazione fra proprietà, nella logica derivata dal “Master Plan <strong>del</strong>la Costa”,“integrare ovunque possibile, separare quando necessario”.Utilizzando i principi <strong>del</strong>l’ecologia <strong>del</strong> paesaggio, si può sicuramente ottimizzare la necessità <strong>di</strong> annullare il conflitto e mitigare l’impatto <strong>del</strong>la separazionestrutturale, proponendo interventi su alcuni elementi <strong>del</strong>la struttura paesistica.Si è cercato <strong>di</strong> creare, con l’inserimento <strong>del</strong>la separazione fisica, unità gestionali autonome in cui ecosistemi seminaturali (la grande Valle pubblica) e artificiali(l’azienda privata <strong>di</strong> acquicoltura), con “apparati protettivi” e “apparati produttivi”, possano coesistere.Anzi, non solo convivano in equilibrio, ma interagiscano scambiandosi energia, proprio attraverso la “forma” che dovrà assumere l’argine.“Sembra chiaro, visto il processo <strong>di</strong> frammentazione paesistica … che l’uomo sarà … costretto sempre più a gestire che non a tutelare, … se <strong>di</strong> fronte ai pochisistemi in<strong>di</strong>sturbati, quasi <strong>del</strong> tutto naturali, … debbono essere usati criteri <strong>di</strong> tutela integrale, parimenti esistono sistemi che non si possono definire naturali” maad essi sono assimilabili, necessitando però <strong>di</strong> energia per funzionare (ad es. infrastrutturazione idraulica). Si fa strada il concetto <strong>di</strong> gestione ecologica e gestirecon principi <strong>del</strong>la natura significa da un lato aiutare la natura, evitando l’isolamento dei biotipi naturali, dall’altro rendere energicamente sostenibile il processo <strong>di</strong>sviluppo economico <strong>del</strong> territorio.“Le zone ecotonali, aree <strong>di</strong> transizione fra elementi paesaggistici <strong>di</strong>versi, sviluppano una grande attività biologica: acqua, spore, semi, animali, ecc…, fluiscono daun elemento all’altro <strong>del</strong> mosaico, sviluppando un’elevata <strong>di</strong>versità biologica …”(Da “Il Paesaggio nel futuro <strong>del</strong> mondo rurale” a cura <strong>di</strong> A. Peano – 2005; Alinea E<strong>di</strong>trice. Pagg.142-143-144).

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