13.07.2015 Views

Scarica PDF - Ufficio Stampa Rai - Rai.it

Scarica PDF - Ufficio Stampa Rai - Rai.it

Scarica PDF - Ufficio Stampa Rai - Rai.it

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

c’èsportpertuttiSIMONA ROLANDIUN ONORECONDURRE DRIBBLING è“Facendo la giornalista sportiva ho realizzato il sogno della mia v<strong>it</strong>a”, afferma Simona Rolandi.Sul binomio donne e sport, che ancora crea qualche scetticismo dice: “Devi essere preparata,aggiornata e non improvvisare, solo così alla diffidenza subentra la stima”. Considera il calcioun grande spettacolo: “Muove le masse, aggrega, fa gioire e soffrire”.Pensando all’Europeo:“Siamo maturati. Dopo Berlino, ci eravamo montati troppo la testadi Marina Cocozzaè davvero un piacereincontrare Simona Rolandi:intelligente, bella, simpatica,con un’incredibile caricacomunicativa. La conduttricedi “Dribbling”, il programmaormai cult di <strong>Rai</strong>sport, ha duegrandi passioni: il giornalismoe lo sport.Cominciamo dalladeterminazione che hai avutoper diventare giornalistaL’ho voluto. Ho voluto farequesto lavoro praticamenteda sempre. Avevo solo diecianni quando andavo ingiro con un microfono diplastica giallo e blu in mano ecostringevo amici e parenti afingersi calciatori per poterliintervistare. E non li mollavofinché non si sottoponevano alr<strong>it</strong>o della mia “professionaleintervista”.E come andò a finire?Dopo il liceo, mi iscrissiall’univers<strong>it</strong>à e mi laureai inEconomia con 110 e lode. Mail mio “pallino” era semprequello: volevo diventaregiornalista. Come fare? Vistoche giocavo a pallavolo,iniziai a scrivere di questosport per alcune riviste chevenivano distribu<strong>it</strong>e neglistadi. Comunque non bastava.E purtroppo non conoscevoproprio nessuno che potesseconsigliarmi, aiutarmi...Alla fine presi la decisionedi iscrivermi alla Scuola diGiornalismo di Perugia.Decisione saggia?Oggi dico che ho fattobene perché ho insegu<strong>it</strong>o erealizzato il sogno della miav<strong>it</strong>a. Se però penso che miavevano offerto un posto inbanca a tempo indeterminatograzie al mio curriculumunivers<strong>it</strong>ario, mi vengono ibrividi. In ogni caso l’enormesoddisfazione che arrivò dopol’esame da professionista, mifece dimenticare anche i tantisacrifici: dal pendolarismotra Perugia e Roma, ai piccolilavori, come quello dellafigurante in una trasmissionetv, che mi serviva permantenermi “fuori sede”.Però ne è valsa la pena…è valsa la pena? Lo ripeto,ho realizzato il sognodella mia v<strong>it</strong>a e sono fieradi esserci riusc<strong>it</strong>a senzaraccomandazioni: i vinc<strong>it</strong>oridi concorso della Scuola diPerugia hanno l’opportun<strong>it</strong>àdi accedere direttamente alprecariato in <strong>Rai</strong>, dove hocominciato a muovere i primipassi, a fare la gavetta a testaalta.A quanto pare, il detto“volere è potere” per te hafunzionatoVerissimo. Nel mio caso havinto la forza di volontà. Evorrei dirlo soprattutto aigiovani: provateci, provatea realizzarvi. Io non sapevoneanche da dove cominciare,ma poi un po’ alla volta hocostru<strong>it</strong>o tutto quello chedesideravo perché ci credevo.Si può, si deve andare avanti,mai gettare la spugna.Adesso passiamo alla secondapassione, quella per lo sport.Iniziamo dalla pallavoloè uno sport che ho praticatoarrivando a giocare fino allaserie C2. Ho smesso perchéall’epoca mi consideravanotroppo bassa. Oggi sarei stataun buon “libero”. La pallavolomi dà ancora tante emozioni,come quando abbiamosegu<strong>it</strong>o il Mondiale, io instudio e Alessandro Antinellisul campo. Il momento in cui ilBrasile ha sollevato la Coppa èstato bellissimo, magico.Poi è arrivato il calcio e,soprattutto, “Dribbling”Per me è un vero onorecondurre Dribbling, unatrasmissione storica, che fuaffidata a grandi maestri comeNando Martellini.Dribbling rappresenta ilcalcio che appassiona unnumero enorme di persone,il calcio che muove le masseper riempire gli stadi, ilcalcio che aggrega, che fagioire e soffrire. è un grandespettacolo. Io adoro il calcio,ma non chiedetemi mai perquale squadra tifo perché nonlo dirò, è un segreto! La cosacerta è che non mi perdo unasola part<strong>it</strong>a.Come affronti la diretta?Con molta naturalezza.Credo che mi abbia aiutatoun’esperienza di qualche annofa, quando da ragazza partivod’estate per fare l’animatricenei villaggi turistici.Ogni sera si trattava disalire su un palco e spessoimprovvisare per divertire ilpopolo dei vacanzieri in unclima di spensieratezza. Oggi,quando si accende la lucerossa prima di andare in onda,per me è normalissimo. Nonho paura del microfono, né miviene l’ansia per la diretta.Pensi che le giornalistesportive siano ancora troppopoche? In qualche modo,“messe all’angolo”?Un po’ alla volta ci stiamoprendendo la rivinc<strong>it</strong>a: stiamodiventando più numerose eci sono colleghe, anche dialtre testate non <strong>Rai</strong>, chesono davvero molto brave ecompetenti.è quindi da sfatare loscetticismo sulle donne che sioccupano di sport?In realtà, sta a noi ribaltarela s<strong>it</strong>uazione: devi far capireche sei preparata, che nonimprovvisi nulla, che tiaggiorni continuamente, leggii giornali e non ti lasci sfuggirenemmeno i particolari piùirrilevanti.Poi, un po’ alla volta,la diffidenza si supera esubentra la stima, la fiducia.Naturalmente si fatica dipiù… Faccio un esempio? Sea sbagliare è una donna, si fapresto a pensare: certo, hadetto una stupidaggine perchéda bambina giocava con lebambole! Se a sbagliare è uncollega maschio, il tutto vieneliquidato così: si è distratto…Dribbling rappresenta untraguardo nella tua carriera?è una tappa importante, maanche un punto di partenza.Ho un modo particolaredi concepire il mio lavoro:voglio sempre imparare e,per fortuna, non c’è stato unsolo giorno che io non abbiaimparato qualcosa in più.Penso che non finirò mai dafarlo.I prossimi mesi sono ricchi dieventi da non perdere, comele Olimpiadi di LondraI Giochi mi appassionanotantissimo. Ad Atene ci andaiaddir<strong>it</strong>tura da “turista”:volevo esserci a tutti i costi emi pagai i biglietti.A Pechino, invece, eroregolarmente accred<strong>it</strong>atacome inviata di <strong>Rai</strong>sport:una cosa pazzesca, sirespira un’aria incredibiledi disciplina, di sport vero.L’unica nube che offuscò ilnostro lavoro in Cina fu unirrecuperabile “incidente”tecnico: si bruciò la memorycard della nostra telecamera eandarono perse delle immaginiirripetibili, straordinarie,come alcuni momenti dellafiaccola, il grande Bolt, lamedaglia d’oro della Vezzali…Si avvicinano anche gliEuropei di calcio. Come vedila squadra di Prandelli?Senza dubbio è cresciuta.Abbiamo chiuso il camminodelle qualificazioni in anticipoe questo è un gran belsegnale. Penso che l’Italiasia maturata ed abbia presocoscienza che dopo Berlinoci eravamo montati un po’troppo la testa. Ora, se sivuole tornare ad esseregrandi, bisogna lavorare sodo.Concludiamo con unpropos<strong>it</strong>o per il tuo futuroSemplicemente non vogliodeludere chi ha creduto ecrede in me. ■16 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE17

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!