PERIFERIE 2015 14Periferie: memoria o futuro?Ricordare serve? Come <strong>in</strong> casa, quando si rompe qualche tubo, ma chissà dov’è? Le emergenzeci fanno comprendere che sarebbe stato meglio ricordare, comunicare. Ma c’è fretta, il futuro <strong>in</strong>calza.E per le Periferie? La situazione è ancora più problematica. Allora, che fare? Una proposta:organizzare <strong>la</strong> comunicazione “periferica”Memoria o futuro? Mettiamo<strong>la</strong> così: fare memoria,ricordare è un po’ come quando <strong>in</strong> casa si rompeuna tubazione o si devono fare dei <strong>la</strong>vori «ma dovepassa il filo del<strong>la</strong> luce o il tubo dell’acqua?». E, allora,si va per tentativi: si spacca di qui, si prova di làe, f<strong>in</strong>almente, si trova <strong>la</strong> traccia. Però, i <strong>la</strong>vori nonsono gratuiti ed i costi aumentano. Ma, non sarebbestato meglio avere un bello schemadell’impianto elettrico o delle tubazioni dell’acqua?Così è anche per le grandi città, i partico<strong>la</strong>re per leperiferie. Scoppiano le emergenze, ma <strong>la</strong> città –<strong>in</strong>daffarata per tante cose, con altre priorità – non siè attrezzata per affrontarle, per prevenirle.Mostra – E’ un po’ su questa l<strong>in</strong>ea che il FondazionePer<strong>in</strong>i, che da quasi 50 anni opera nel<strong>la</strong> frontieradel<strong>la</strong> periferia mi<strong>la</strong>nese <strong>in</strong> quel di <strong>Quarto</strong> <strong>Oggiaro</strong>,ha allestito <strong>la</strong> mostra ―Memoria storica e R<strong>in</strong>novourbano: Mi<strong>la</strong>no dalle periferie all'Expo Universale‖,aperta ad <strong>in</strong>gresso libero f<strong>in</strong>o al prossimo 15giugno (<strong>in</strong>fo: www.circoloper<strong>in</strong>i.com, cell.3332703467-3334552091 per visite sco<strong>la</strong>stiche).La mostra valorizza e aggiorna un percorso fotograficodel materiale conservato nell’archivio storicodel<strong>la</strong> Fondazione Per<strong>in</strong>i, proponendo all'attenzionedel<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione e degli studiosi una rassegna dialcuni quartieri dell'area metropolitana Nord, sconosciutia molti: Ghisolfa, Monumentale, Mac Mahon,Vil<strong>la</strong>pizzone, Casc<strong>in</strong>a Mer<strong>la</strong>ta. I pannelli tematicioffrono una s<strong>in</strong>tesi del<strong>la</strong> Mi<strong>la</strong>no che cambia e raccontanouna periferia <strong>in</strong> grado di offrire suggestioni<strong>in</strong>edite al visitatore attento. Le immag<strong>in</strong>i riscopronopercorsi storici e servizi aggregativi di pubblica utilità<strong>in</strong> un contesto urbano <strong>in</strong> espansione, che rivalutal’identità storica dei quartieri di Mi<strong>la</strong>no. Consapevoliche «senza memoria al futuro mancano le fondamenta».Comunicazione – Ma, l’<strong>in</strong>augurazione del<strong>la</strong> mostraè stata anche l’occasione per fare il punto sul<strong>la</strong> situazionedel<strong>la</strong> comunicazione e di quel<strong>la</strong> per le periferie<strong>in</strong> partico<strong>la</strong>re. E le cose non vanno moltobene: gli sforzi pur apprezzabili dei s<strong>in</strong>goli, <strong>in</strong>una metropoli seppur picco<strong>la</strong> come dimensioneterritoriale come Mi<strong>la</strong>no, hanno l’effetto del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssicagoccia nel<strong>la</strong> sabbia, cioè poco più di nul<strong>la</strong>.Nell’occasione, ci sovviene un tragico episodio accadutodi recente. Sonia, una giovane attrice, èmorta <strong>in</strong> un assurdo <strong>in</strong>cidente stradale. Ferma adun semaforo <strong>in</strong> zona Monte Ceneri, attendeva ilverde per poter attraversare. All’improvviso un’autoè andata a sbattere violentemente contro il semaforosotto il quale si trovava <strong>la</strong> giovane, che le è crol<strong>la</strong>toaddosso uccidendo<strong>la</strong>. Che c’entra tutto ciò conl’<strong>in</strong>formazione, <strong>la</strong> comunicazione? Quel<strong>la</strong> sera, Soniastava affiggendo delle locand<strong>in</strong>e <strong>in</strong> vista dellospettacolo nel quale avrebbe recitato <strong>in</strong> un teatrodel<strong>la</strong> zona.Per carità, non vogliamo fare congetture assurde.Ma l’episodio ci ha confermato <strong>la</strong> necessità di <strong>in</strong>dividuaredei sistemi di comunicazione, dipromozione delle <strong>in</strong>iziative che vengono promossenei quartieri periferici – e sono numerosee spesso di qualità – ma che faticano ad essereconosciute.Iniziativa – Organizzare <strong>la</strong> comunicazione, qu<strong>in</strong>di,anche per creare un circolo virtuoso che permettadi trasmettere <strong>la</strong> ―memoria‖. Per esempio,utilizzando le aree commerciali di forte affluenza?Potrebbe essere un’occasione per far diventaredei veri ―luoghi‖ quelli che <strong>la</strong> sociologia def<strong>in</strong>isce―non luoghi‖. Ma questa è solo una delle possibilità.In tal senso, Consulta Periferie Mi<strong>la</strong>no, proseguendonel percorso a tempo <strong>in</strong>trapreso (v. foto),ha avviato l’e<strong>la</strong>borazione di un ―Progetto Comunicazioneper le Periferie‖: c’è bisogno dell’aiutodi un po’ di tutti, giornalisti <strong>in</strong> primo luogoWalter Cherub<strong>in</strong>iconsulta@periferiemi<strong>la</strong>no.itLe Periferie sono al centro dell’attenzione conl’<strong>in</strong>iziativaPERIFERIA chiama!MILANO risponde?promossa dal<strong>la</strong> Consulta Periferie Mi<strong>la</strong>no e organizzatadall’<strong>Associazione</strong> culturale San Materno-Fig<strong>in</strong>o.Dopo gli <strong>in</strong>contri con gli ―Ambrog<strong>in</strong>i‖ ed i ―writers‖, ilprossimo appuntamento èMartedì 12 aprile 2011 ore 21Consigli di Zona:una storia “strana”presenta: W. Cherub<strong>in</strong>i (Consulta Periferie Mi<strong>la</strong>no)―testimone‖: G. Venturi (Consigliere Zona 1)cura i film: G. Bacchiega (docente di Storia e critica delc<strong>in</strong>ema-Università Cattolica)coord<strong>in</strong>a: B. Volpon (<strong>Associazione</strong> culturaleSan Materno-Fig<strong>in</strong>o)----------------------------------------Teatro don AianiVia F.lli Zanzottera 31 - Mi<strong>la</strong>noATM 72(da MM Mol<strong>in</strong>o Dor<strong>in</strong>o o De Angeli)Dettagli sul sitowww.periferiemi<strong>la</strong>no.it
15 "I casi del<strong>la</strong> vita" - Psicoracconti e altri scritti, a cura di Laura ZecchilloSOLIDARIETA’Le avevano detto di accomodarsi, lì, nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> d‘attesa e cosìaveva fatto. Questo, dopo che aveva par<strong>la</strong>to con l‘addettodell‘accettazione e aveva chiesto di essere visitata per queldolore <strong>in</strong>terno e cont<strong>in</strong>uo che le aveva attanagliato il fiancos<strong>in</strong>istro tutta notte, impedendole di dormire, e che episodicamenteaveva sentito, <strong>in</strong> grave ansia, estendersi sotto il pettoall‘altezza dello sterno. Già era successo, a luglio, ed al prontosoccorso c‘era già stata allora, ma stava troppo male allora, e,<strong>in</strong>serita nel ―codice giallo‖, non aveva dovuto fare attesa.Ora, <strong>in</strong>vece, il codice era verde, <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> <strong>la</strong> n° 4, e davanti a leic‘erano altre persone: quel<strong>la</strong> delle ore 10,30, quel<strong>la</strong> delle 11,15, e ancora altre e lei era arrivata solo alle 13,05; dunque,doveva attendere … e sopportare silenziosamente il suo male.Tuttavia, non le dispiaceva: era lì per far chiarezza sul suodisturbo, dargli un nome … <strong>in</strong>farto … forse …Le era già stato detto che il suo cuore era ormai danneggiato:ma quanto? Non era stato facile il colloquio col cardiologo,proprio per niente, ed era uscita dall‘ambu<strong>la</strong>torio di cardiologiaaffranta.Poi era arrivata l‘<strong>in</strong>appetenza, <strong>la</strong> nausea, grazie a Dio non ilvomito; le si era conficcato nelle carni quel dolore sordo al<strong>la</strong>schiena, a s<strong>in</strong>istra, e aveva com<strong>in</strong>ciato a serpeggiarle sotto ilseno quel<strong>la</strong> brutta stretta e, nel<strong>la</strong> mente, un‘alluvione di preoccupazionie tristi pensieri.Ecco, dunque, che stare lì seduta ed aspettare non le dispiacevaper nul<strong>la</strong>.Il via vai del<strong>la</strong> gente <strong>in</strong> transito, l‘attività degli impiegati deglisportelli, i barellieri delle ambu<strong>la</strong>nze con i loro modi franchi,di chi lì è di casa, e i medici e gli <strong>in</strong>fermieri <strong>in</strong>defessamenteoperosi, magnetizzavano i suoi sensi, <strong>la</strong> sua attenzione.Si sentiva <strong>in</strong> un ―non luogo‖, come quelli a lei più familiari e<strong>in</strong> cui aveva trascorso <strong>la</strong> sua <strong>in</strong>fanzia, <strong>la</strong> sua fanciullezza equesto <strong>la</strong> faceva star bene.Voi direte:‖ Ci sono non luoghi e non luoghi … e fa <strong>la</strong> differenzastare seduti al tavol<strong>in</strong>o di una vivace e ben frequentatacaffetteria di Mont Martre e trovarsi al Pronto Soccorso di unenorme ospedale del<strong>la</strong> periferia di una città dedita al <strong>la</strong>voro,sacrificata totalmente al<strong>la</strong> produttività , come dire un po‘ aridae certo poco salottiera, come Mi<strong>la</strong>no!‖.Certo, fa <strong>la</strong> differenza; ma lei c‘era nata e cresciuta <strong>in</strong> un nonluogo: gente che va, gente che viene, che puoi osservare, con<strong>la</strong> quale puoi scambiare quattro chiacchiere ri<strong>la</strong>ssate, di cuipuoi ascoltare i discorsi, sui cui volti puoi trovare un sorrisoamico, rughe e sudori pieni di storie, spunti per mille fantasiee trame per <strong>in</strong>tricati racconti.Si distraeva; si divertiva; si ri<strong>la</strong>ssava e quel suo male perforantecome una <strong>la</strong>ma, <strong>la</strong> angustiava meno, sempre un po‘ meno.Peraltro, l‘attesa, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, fu lunga: dal<strong>la</strong> una e zero c<strong>in</strong>que alle20.00; ma tornò a casa contenta, r<strong>in</strong>cuorata.Nello specifico, almeno per due motivi; nel caos di quel luogo,o meglio, non luogo, nel quale, come <strong>in</strong> altri dello stessogenere, si annidano spesso i germi malsani dell‘<strong>in</strong>differenzaburocratizzata o di una grigia e surrogatoria ―mestieranza‖al posto di una autorevole competenza, aveva potuto dareuna mano a chi ne aveva bisogno: una madre di una nazionalitàstraniera che <strong>in</strong>vano cercava di raggiungere al lorocapezzale di ricoverati due suoi giovanissimi figlioli.Questa donna, non più del tutto giovane, aveva <strong>in</strong> affannopercorso <strong>in</strong> lungo e <strong>in</strong> <strong>la</strong>rgo corridoi austeri ed atrii rumorosi,sentieri <strong>la</strong>bir<strong>in</strong>tici e attraversato aiuole <strong>in</strong>selvatichite,<strong>in</strong>terpel<strong>la</strong>to l‘ufficio ricoveri e l‘ufficio <strong>in</strong>formazioni, chiestoa passanti e funzionari, ma di quei due suoi ragazz<strong>in</strong><strong>in</strong>essuno aveva saputo dirle niente: lì non c‘erano, o forsenon c‘erano mai stati, o forse erano stati trasferiti <strong>in</strong> altrocomplesso ospedaliero.Lei, mamma, era una rom e non tutti si erano mostrati dispostia par<strong>la</strong>rle, ascoltar<strong>la</strong> … eppure non puzzava, anzi, erafresca di bucato, portava perf<strong>in</strong>o i capelli corti, acconciaticon garbo … sì, certo, <strong>la</strong> gonnona rimaneva lunga anche <strong>in</strong>quel tentato sforzo di ―<strong>in</strong>civilimento‖, una gonnona lunga, diun verde me<strong>la</strong> squil<strong>la</strong>nte, da cui traspariva perf<strong>in</strong>o il fattoche, sotto, <strong>in</strong>dossava del<strong>la</strong> biancheria, normale.Un tocco personale era <strong>la</strong> giacca trapuntata rosso vermiglioe molto diceva <strong>la</strong> sporta che teneva per mano di biancheriadi ricambio, da letto e da bagno, per i suoi ragazzi.Era una mamma come tante altre; cercava i suoi figlioli,desiderava accudirli, confortarli, loro che non stavano bene,come ogni altra madre, come ogni Maria, <strong>in</strong> pianto ai piedidi una croce.Fu davanti alle <strong>la</strong>crime affrante di questa madre che al<strong>la</strong>nostra paziente <strong>in</strong> attesa si illum<strong>in</strong>ò <strong>la</strong> mente, si mosse ilcuore: prese dal<strong>la</strong> propria borsa carta e penna e scrisse su unfoglietto: PEDIATRIA/PADIGLIONE 2; lo porse con unsorriso al<strong>la</strong> donna che non sapeva leggere i caratteridell‘alfabeto romano e, forse, neppure quelli di qualsivogliaaltro tipo di alfabeto, ma scema non era – si sarebbe limitataa vedere <strong>la</strong> somiglianza dei segni – e i numeri, <strong>in</strong>vece, liconosceva molto bene.La donna così istruita andò; nel<strong>la</strong> sa<strong>la</strong> il brusio che si erasviluppato, si attenuò, poi si spense; come le forti emozionidi quel momento drammatico e ―universale‖ <strong>in</strong> cui riconoscerenell‘altro sé stessi era stata una grande esperienza unpo‘ per ognuno degli astanti, ma soprattutto per lei.Era stata una cura, vera, per il suo cuore.Poi venne il suo turno; fu chiamata e i medici <strong>la</strong> presero <strong>in</strong>carico; era già tardi, ciononostante le fu fatto di tutto: prelievovenoso, ur<strong>in</strong>ocoltura, elettrocardiogramma, ecografiaaddom<strong>in</strong>ale, visita medica e radiografia.Inf<strong>in</strong>e arrivò il responso del primario: forse un‘<strong>in</strong>fezione allevie ur<strong>in</strong>arie, non certo un <strong>in</strong>farto. E fu dimessa.Come dicevamo, era contenta: al P.S. aveva potuto curare ilsuo cuore … e non c‘era voluto poi molto.Dott.ssa LAURA ZECCHILLOPSICOLOGA □PSICOTERAPEUTA □CONSULENTE IN SESSUOLOGIAORDINE DEGLI PSICOLOGI DELLA REGIONE LOMBARDIAiscrizione n.03/401Psicoterapia <strong>in</strong>dividuale e di coppiaTra<strong>in</strong><strong>in</strong>g autogeno e terapie di ri<strong>la</strong>ssamento - Analisi immag<strong>in</strong>ativaVia Savona, 11- 20144 Mi<strong>la</strong>no - cell. 347.7688120e.mail: <strong>la</strong>ura.zecchillo@fastwebnet.itwww.zecchillo.itSi riceve su appuntamento