INTRODUZIONEOggetto del nostro stu<strong>di</strong>o sono, con poche aggiunte, í rilievi bronzei,principalmente scu<strong>di</strong> e patere, provenienti per la maggior parte dall'AntroIdeo in Creta, ma trovati pure a Phaistos, Arkades, Praisos, Palaikastro,che sono stati raccolti in un vero e proprio Corpus ed esemplarmente pubblicatida E. Kunze nel 1931 nella sua monografia « Kretische Bronzereliefs».Potrà sembrare azzardato riprendere un tema già da altri trattatoin modo così esauriente, tuttavia una rapida rassegna delle <strong>di</strong>verse opinioniespresse dopo la pubblicazione dell'opera <strong>di</strong> E. Kunze potrà giustificare ilnostro assunto . Questo autore, dopo una minuziosa analisi iconografica,antiquaria e stilistica, aveva concluso per un'origine locale, cretese, deibronzi, datandoli tra la fine del ix e l'inizio del vii sec.; la serie sarebbeaperta dalle opere <strong>di</strong> carattere più spiccatamente orientale, alle quali farebberoseguito altre, in cui il carattere greco <strong>di</strong>viene sempre più evidente.A questa opinione, pur con un leggero abbassamento della cronologia originariamenteproposta, egli è rimasto anche in seguito sostanzialmentefedele 2 . L'affermazione del carattere greco, cretese, dei bronzi, da lui formulataper la prima volta con tanta decisione, fu generalmente accoltadai recensori; d a varie parti però furono espressi dubbi circa la cronologiaproposta, ritenuta troppo alta 3 . D. Levi, lo scavatore <strong>di</strong> Arkades, sostenneinvece a più riprese la cronologia alta ed il carattere greco dei bronzi conτ) Per la bibliografia precedente al 1931 v. KuxzE, KB. τ sgg.E. KuwzE, Olympiabericht V 40 Π. 12.Recensioni: E. H. Doνλν, AJA. 36, 1 93 2, 374; Β. SCHWEITZER, DLZ. 53,1932, 2322 sgg.; F. CHAPOUTIER, REA. 35, 1 933, 239 sg.; F. Μλτz, Gnomon 9, 1 933 ,457 sgg.; H. G. G. PwvNE, JHS. 53, 1933, 121 sg.; C κ. PICARD, REG. 46, 1 933, 2 55.Μλτz e PAYNE propongono <strong>di</strong> abbassare le cronologia; una datazione nel VII sec.sostenuta da G. LIPPOLD, RE. VI A 1760 5.1. Toreutik. L'origine greca dei bronzistata sostenuta per la prima volta da H. BRUNI, Griechische Kunstgeschichte I(Μϋ nchen 1893) 9 0 sgg., che li attribuisce però a Cipro. 13
argomenti in parte in<strong>di</strong>pendenti da quelli <strong>di</strong> E. Kunze 4 , mettendone peròin rilievo la posizione isolata nel complesso dell'arte cretese 5 . Nel frattempodue altri bronzi con decorazione figurata — Nr. 97.98 — venivanotrovati in una tomba a tholos a Fortetsa. Alcuni anni più tar<strong>di</strong> S. Benton,stu<strong>di</strong>ando il materiale scoperto nel corso degli scavi inglesi a Praisos e Palaikastro,affrontò il problema della datazione dei bronzi cretesi: la soluzioneda lei proposta consisteva in un ra<strong>di</strong>cale abbassamento della cronologiaal periodo 685-640 e nell'inversione della sequenza proposta da E.Kunze, con le opere <strong>di</strong> carattere più spiccatamente orientale alla fine dellaserie. Base dell'argomentazione <strong>di</strong> S. Benton erano confronti continui conla ceramica protocorinzia e paleocorinzia s. J. D. S. Pendlebury, che menzionasolo <strong>di</strong> sfuggita í bronzi nel suo manuale <strong>di</strong> archeologia cretese, lidata invece in blocco nella seconda metà dell'viii sec. e ne attribuisce laproduzione ad artigiani greci, insistendo però sul carattere composito esostanzialmente orientale del loro stile '. Dopo l'interruzione dovuta allaguerra, la <strong>di</strong>scussione prosegui con argomenti nuovi grazie al ritrovamento,avvenuto a Delfi nel 1939 ma pubblicato appena nel 1946, <strong>di</strong> uno scudoframmentario — Nr. 96 — in associazione con materiale tardo-geometrico S .L'e<strong>di</strong>tore, P. Amandry, ne riconobbe subito l'appartenenza alla serie cretese;poiché il frammento trova confronti tra i pezzi più tar<strong>di</strong>, secondo lasequenza proposta da E. Kunze, P. Amandry vi ravvisò una conferma dellacronologia alta. Alla sua opinione si associarono P. Demargne 8, N. M.Verdelis 10 ed A. Dessenne 11. Il carattere greco dei bronzi veniva ancoradecisamente sottolineato da F. Matz 18 ed A. Rumpf 13, che insistevanoparticolarmente sulla composizione varia, accentrata e <strong>di</strong>namica, sostanzialmenteestranea all'arte geometrica greca, e riproponevano la cronologiabassa; A. Rumpf ad<strong>di</strong>rittura sostitui al termine « arte orientalizzante »quello <strong>di</strong> « stile ideo », attribuendo così implicitamente ai bronzi una funzionedecisiva nello sviluppo dell'arte greca.D. LEVI, ASAtene 20/22. 1927/29, passim; ASAtene 13/ τ 4,1930/3 1 , 43 sgg.passim; Κρητικό χρονικά 4, 1950, 129 sgg.D. LEVI, ASAtene 13/14, 1930/31, 135; Κρητικό χρονικ ά 4, 1950, 138.Βzντον I 52 sgg. (a pg. 62 specchietto cronologico); BENroN II 51 sgg.I suoi argomenti sono ribattuti da D. LEVI, Κρητικό χρονικά 4, 1950, 142 sgg.The Archaeology of Crete (London 1 939) 336 sg.P. AMANDRY, BCH. 68/69, 1944/45, 45 sg.DEMARGNE, CD. passim, particolarmente 229 sgg.το) BCH. 75, 1951, 2 sgg.Ι ι) Splii»x 1 99.12) ΜAτz, GgK. I 447 sgg.; JdI. 65/66, 1950/51, 94 sgg.43) Malerei und Zeichnung (HdArch. IV τ, München 1953) 23 sgg.; si Veda ancheK. ScaaroLD, Die Griechen und ihre Nachbarn (Prορyläen Kunstgeschichte I, Berlin1967) 18.58, che ripete la stessa opinione.14