13.07.2015 Views

Il giorno seguente il cielo era ancora più nero e minaccioso e fu ...

Il giorno seguente il cielo era ancora più nero e minaccioso e fu ...

Il giorno seguente il cielo era ancora più nero e minaccioso e fu ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

E, con una nuova bacchettata finta, ma non troppo,sulle spalle di Ahmose, aggiunse: - “L’orecchio dello scolarosta sulla schiena”, dice <strong>il</strong> maestro.- Ahi, ma quale orecchio! Che ne sapevo io? Tu mi aveviparlato solo di bastoncini.Ma Sebau ormai si <strong>era</strong> già allontanato ridendo.<strong>Il</strong> <strong>giorno</strong> <strong>seguente</strong> <strong>il</strong> <strong>cielo</strong> <strong>era</strong> <strong>ancora</strong> <strong>più</strong> <strong>nero</strong>e <strong>minaccioso</strong> e <strong>fu</strong> molto diffic<strong>il</strong>e strappare alla mamma<strong>il</strong> permesso di andare a giocare fino al limitare dei campi.Ma alla fine Ahmose riuscì a spuntarla e, lavorando a <strong>più</strong>non posso, raccolse benpietre,che vorrebbe dire settantatré.Ahmose allora si mise a rifare i suoi conti. Dieci asticellediventano un archetto, dieci asticelle un altro archetto, dieciasticelle un altro archetto, e <strong>ancora</strong> cinque asticelle.E per quella s<strong>era</strong> <strong>il</strong> papiro registrò le pietre ritrovatecon un numero che noi chiamiamo trentacinquee che Ahmose scrisse così:2021


Anche quel <strong>giorno</strong> i lavori <strong>fu</strong>rono interottidal sopraggiungere della s<strong>era</strong>, mentre le pietre continuavanoad affiorare numerose. Ahmose, che dal padre oltreall’amore per la scrittura aveva ereditato la passioneper le classificazioni, <strong>il</strong> senso dell’ordine edell’organizzazione, aveva deciso di procedere cosìper la conservazione delle pietre azzurre.Prima di tutto si ripulivano e asciugavano le pietre,poi si allineavano su una benda di lino, dieci per volta;poi si arrotolavano e richiudevano le bende a formaredei piccoli pacchettini e su questi, prima di riporlinel nascondiglio, si dipingeva con <strong>il</strong> pennello e la tinta bluun bell’archetto. Le pietre avanzate rimanevano in attesadi essere sistemate con nuove pietre.22<strong>Il</strong> quarto <strong>giorno</strong>, nonstante le nubi sempre <strong>più</strong> dense,Ahmose riuscì <strong>ancora</strong> a lavorare al suo tesoro: altre, cioè ottantadue, pietre <strong>fu</strong>rono estratte,pulite, impacchettate e riposte nell’anfratto.I giorni successivi iniziò a cadere dal <strong>cielo</strong> grigio unapioggerella dapprima sott<strong>il</strong>e sott<strong>il</strong>e, poi sempre <strong>più</strong> insistentee corposa. La mamma <strong>fu</strong> adesso irremovib<strong>il</strong>e e Ahmose <strong>fu</strong>costretto a sospendere i lavori. Ogni mattina si svegliavae correva alla finestra sp<strong>era</strong>ndo che la pioggia fosse cessata.Ma la pioggia, anziché diminuire, sembrava intensificarsisempre <strong>più</strong>. La s<strong>era</strong>, prima di coricarsi, guardava dallafinestra sp<strong>era</strong>ndo di intravedere qualche squarcio nel <strong>cielo</strong>.Ma la pioggia sembrava aver spento tutte le stelle.Ahmose, chiuso in cam<strong>era</strong>, di tanto in tanto contavae ricontava i suoi archetti e le asticelle: <strong>il</strong> primo <strong>giorno</strong>,poi , poi ,poi .23


Rimessi tutti in f<strong>il</strong>a davano.Con tutta la cura e l’attenzione possib<strong>il</strong>e disegnòin fondo al papiro tutti quanti gli archetti e poi i bastoncini.Non <strong>era</strong> però completamente convinto del suo lavoro:gli archetti gli parevano adesso troppi. Ci doveva esserequalche altro trucco. Anche se l’idea di essere di nuovobacchettato sulle mani e per di <strong>più</strong> deriso da Sebaunon lo attirava,si fece coraggioe si affacciò allacam<strong>era</strong> dove <strong>il</strong>fratello alla lucedel lumino stavastudiando.24Lo chiamò dapprima con un f<strong>il</strong>o di voce poi un po’<strong>più</strong> forte, ma Sebau <strong>era</strong> così seriamente immerso nei suoipapiri che non lo sentì.Dalla tenda della stanza accanto si intravedeva un’altraluce: anche <strong>il</strong> padre <strong>era</strong> curvo sui papiri e con <strong>il</strong> calamovergava ritmicamente segni regolari, ondeggiando lievemente<strong>il</strong> capo. Ahmose allora si fece timidamente avanti stringendotra le mani <strong>il</strong> suo papiro:-Papà. Papà?Un mugolio di assensò lo incoraggiò.-Papà? Guarda. - disse Ahmose mostrando <strong>il</strong> suo piccolopapiro.- Oh, <strong>il</strong> mio piccolo Ahmose sta diventando un grandescriba?- Ti piace? Ma ... gli archetti non sono...?- Troppi, vuoi dire?- Sì? C’è forse un altro segno dopo i bastoncini e dopogli archetti?25


- Certo.- Me lo vorresti insegnare?- Vediamo: uno, due, tre, ..., dieci archetti: una f<strong>il</strong>alunga, lunga... Cosa ti viene in mente di molto molto lungo?- <strong>Il</strong> N<strong>il</strong>o!- Sì, certo, perché no? E... un po’ meno lungo? Quellacorda che ora si tende per ritrovare i confini dei campi,ad esempio?- Sì, è lunga, molto lunga, ma non come <strong>il</strong> N<strong>il</strong>o.- Bene. Disegnamola tutta arrotolata. Così:- Ecco. Al posto di dieci archetti mettiamouna corda arrotolata.Ahmose <strong>fu</strong> molto soddisfatto, anche perché <strong>il</strong> padregli regalò <strong>ancora</strong> due pezzi di papiro. Quella corda cosìarrotolata gli sembrava un buffa chiocciola con cui fareamicizia. Si esercitò a tracciarla col dito in aria, sul muro,in terra. E quando si sentì pronto tirò <strong>fu</strong>ori inchiostro ecalamo e sul <strong>più</strong> piccolo dei due nuovi papiri riscrisse moltoordinatamente <strong>il</strong> numero dei suoi lapislazzuli:E riguardandolo pensòche <strong>era</strong> davvero bello.2627


Decise che sarebbe stata una buona idea fareun sacchetto con dipinta quella buffa chiocciola per mettercidentro dieci dei pacchettini con l’archetto. Dieci pacchettinicon dieci lapislazzuli: cento lapislazzuli in ogni sacchetto.I sacchetti che la mamma usava per mettervi le erbee i fiori pro<strong>fu</strong>mati sarebbero stati perfetti. Per i lapislazzuligià raccolti bisognava prepararne intanto uno, ma chissàquanti altri lapislazzuli dovevano essere <strong>ancora</strong> sottoterra...Ancora per vari giorni la pioggia continuò senzatregua. E questo <strong>era</strong> un grosso guaio, non solo per Ahmose,che non poteva riprendere le sue ricerche, ma evidentementeanche per gli adulti che di <strong>giorno</strong> in <strong>giorno</strong> diven<strong>nero</strong>sempre <strong>più</strong> taciturni. I loro volti, che Ahmose scrutavaper cercare di capire cosa stesse accadendo, <strong>era</strong>no scurie grigi come <strong>il</strong> <strong>cielo</strong> stesso.2829


Sebau non rispondeva <strong>più</strong> alle domande di Ahmose,se non con mugugni che significavano “lasciami stare,non è <strong>il</strong> momento di giocare”.<strong>Il</strong> padre di Ahmose rincasava tardi con un fascio dipapiri sotto <strong>il</strong> braccio e si chiudeva nella sua stanza.Non doveva essere disturbato, aveva del lavoroimportantissimo da fare, spiegava la mamma, la sola chepareva irradiare <strong>ancora</strong> un po’ di luce in tutto quel grigiore.Le acque del N<strong>il</strong>o, che si <strong>era</strong>no quasi completamenteritirate, come ogni anno accadeva nella stagione di Peret,stavano adesso minacciosamente risalendo. L’anfratto chefaceva da nascondiglio ai tesori di Ahmose <strong>era</strong> al sicuro, ma<strong>il</strong> terreno dove giacevano <strong>ancora</strong> lapislazzuli sarebbe statopresto ricoperto.Al trentunesimo <strong>giorno</strong> di pioggia Ahmose prese laprima grave e sofferta decisione della sua vita: contravvenireal divieto della mamma per andare a recup<strong>era</strong>re i lapislazzuli<strong>ancora</strong> sotterrati. Portandosi dietro nuove bende di linoe un po’ di sacchetti, Ahmose uscì presto presto, con la scusadi andare a trovare un suo amico ammalato.Potete immaginare con quale determinazione, quasisenza riprendere fiato, Ahmose cercasse di lavorare in quellagiornata: scavare, ripulire i lapislazzuli (e in questo la pioggiagli dava una mano), avvolgerli dieci alla volta nelle bende,segnare gli archetti sulle bende, mettere le bende nei sacchi,segnare le chiocciole sui sacchi. Non ci crederete, ma primadi s<strong>era</strong> Ahmose aveva cinque nuovi sacchi pieni di bendeoltre a sette pacchettini arrotolati e tre lapislazzuli sciolti,cioènuovi lap<strong>il</strong>azzuli.3031


Anche due i giorni che seguirono Ahmose tornòal limitare dei campi e lavorò a <strong>più</strong> non posso sottola pioggia recup<strong>era</strong>ndo altrielapislazzuli.Le pietre ora si facevano <strong>più</strong> rare.<strong>Il</strong> quarto <strong>giorno</strong>, per quanto continuasse a scavarene trovò solo di prima mattina, e poi <strong>più</strong> niente:<strong>il</strong> lavoro <strong>era</strong> compiuto.E <strong>fu</strong> proprio per un soffio: le acque del N<strong>il</strong>o arrivaronoalla grande palma, ed <strong>ancora</strong> oltre, fino a minacciare <strong>il</strong>v<strong>il</strong>laggio stesso.E la pioggia non cessava.La situazione <strong>era</strong> molto grave, Ahmose lo capiva a s<strong>era</strong>dal volto del padre. Tornato a casa egli ora chiamava con séSebau. Fino a tarda notte, al chiarore della lanterna,srotolava e arrotolava papiri, e di tanto in tanto dettavaqualcosa che Sebau d<strong>il</strong>igentemente annotava.Cosa avrebbe dato Ahmose per sapere cosa stavanocontando e per poter divenire anche lui un piccolo aiutante!Ma non osava neppure chiedere di stare a guardare, tantogrigie e preoccupate <strong>era</strong>no le facce dei due.3233


E così aveva intanto ricontato invece tutti i suo<strong>il</strong>apislazzuli:,,,, , per un totale di(14 chiocciole, 5 archetti, 4 bastoncini).Le chiocciole avevano ora riempito tutto <strong>il</strong> suo piccolopapiro. Erano belle ma, già Ahmose lo sapeva, troppe!Chissà cosa avrebbe potuto disegnare al posto di diecichioccioline in f<strong>il</strong>a ...- Sebau. Sebau! Cosa viene dopo la chiocciola?Provò a chiedere con un f<strong>il</strong>o di voce affacciandosi allastanza del padre. Ma Sebau <strong>era</strong> immerso nei suoi conti.- Papà. Papà! Cosa viene dopo la chiocciola?Ma <strong>il</strong> padre rimase come una muta statua curvo suipapiri. Ahmose si affacciò allora alle stanze della madre.Un intenso pro<strong>fu</strong>mo lo avvolse. La madre <strong>era</strong> immersain una calda vasca <strong>fu</strong>mante, contornata dalle ancelle cheportavano ampolle, unguenti, gioielli e stoffe colorate.Scorgendo Ahmose dietro la tenda,la madre lochiamò.3435


- <strong>Il</strong> mio piccolo Ahmose ha qualche pensiero?- Mamma ... - rispose Ahmose un po’ sdordito da quelleluci e colori che sembravano essere dimenticati dal restodel mondo - Avrei una domanda.- <strong>Il</strong> mio piccolo Ahmose domandi.- Mamma ..., ma tu li conosci i numeri?- Sì mio piccolo.- E sai che dopo <strong>il</strong> bastoncino viene l’archetto e dopol’archetto viene la chiocciola?- Sì mio piccolo.- E sai anche cosa viene dopo?- Sì - ripose la madre sorridendo - I pensieri del miopiccolo non sono piccoli pensieri. Tanto grande è <strong>il</strong> numeroche vuole conoscere. Bene. Quando all’avvicinarsi dellastagione di Shemu <strong>il</strong> sole torna ogni anno a splendere connuovo vigore ... - e qui, ma solo per un breve istante,un’ombra di nostalgia per quel sole che da troppo tempomancava sembrò passare anche per i suoi luminosissimiocchi - ... Ecco che loro sbocciano qua, là, e <strong>ancora</strong> e <strong>ancora</strong>,m<strong>il</strong>le e m<strong>il</strong>le, ... bellissimi... - e aprendo la mano mostrò unfior di loto.- <strong>Il</strong> loto!La madre annuì e sulla piccola mano di Ahmose tracciòla sagoma di un piccolo bocciolo.3637

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!