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Enti locali e politiche delle riforme - Biblioteca Provinciale di Foggia ...

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BERARDINO TIZZANI__________________________________________________________________________rappresenta, ancora una volta, il traguardo e l’obbiettivo primario edobbligato <strong>di</strong> ogni e qualsiasi programmazione, e, mai come adesso,costituisce il vero banco <strong>di</strong> prova della forza, della saldezza, della vali<strong>di</strong>tà<strong>delle</strong> istituzioni democratiche nel nostro Paese, negli anni ottanta.La riforma chiave del nostro paese è quella del Mezzogiorno; tuttele altre <strong>riforme</strong> devono essere programmaticamente coor<strong>di</strong>nate conl’obiettivo primario del prossimo piano quinquennale: la riduzione deglisquilibri fra Nord e Sud.A proposito della <strong>di</strong>soccupazione, è stato autorevolmente sostenutoche occorre invertire la tendenza in base alla quale le forze <strong>di</strong> lavorosi trasferiscono dal Sud nelle regioni <strong>di</strong> più accelerato sviluppoindustriale. Bisogna, invece, indurre le nuove iniziative industriali a<strong>locali</strong>zzarsi, nel Sud, dove è <strong>di</strong>sponibile la forza-lavoro e non esistonoi problemi <strong>di</strong> congestione <strong>delle</strong> aree industriali settentrionali.La <strong>di</strong>fficoltà consiste nel tradurre in realtà questo assunto su cui,almeno apparentemente, tutti concordano, e nel conciliare esigenze<strong>di</strong>verse che sembrano contrastanti: la ripresa dell’economia nazionale,gli obiettivi <strong>delle</strong> singole <strong>riforme</strong>, il miglioramento generale ed equilibrato<strong>delle</strong> strutture civili, dagli ospedali, alle scuole, ai trasporti pubblici,agli aeroporti, ecc..E’ certo che le esperienze negative del passato — dalla scarsa incidenzadella politica <strong>di</strong> programmazione economica, alla inadeguatezzadegli interventi straor<strong>di</strong>nari per il Mezzogiorno —, ci potrebberoindurre al pessimismo, scoraggiarci, persino, nella nostraquoti<strong>di</strong>ana azione <strong>di</strong> uomini politici, <strong>di</strong> amministratori pubblici, <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>niimpegnati, ad ogni livello, nella gestione della cosa pubblica.Ma proprio la complessità e la <strong>di</strong>fficoltà dei problemi da risolveredebbono costituire lo stimolo e la spinta per un maggiore impegno <strong>di</strong>tutti.A tal proposito mi sorregge l’esperienza <strong>di</strong> questi ultimi cinqueanni <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione dell’Amministrazione <strong>Provinciale</strong> <strong>di</strong> Capitanata. Tutticonoscono le <strong>di</strong>fficoltà gravissime in cui si <strong>di</strong>battono gli <strong>Enti</strong> <strong>locali</strong>:sproporzione crescente fra entrate e bisogni, procedure farraginose elunghissime, impossibilità <strong>di</strong> fare debiti, ecc.Nelle stesse <strong>di</strong>fficoltà versava e versa la nostra AmministrazioneIII8

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