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Enti locali e politiche delle riforme - Biblioteca Provinciale di Foggia ...

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BERARDINO TIZZANI__________________________________________________________________________incentrata principalmente sui programmi <strong>di</strong> investimento <strong>delle</strong> aziendea partecipazione pubblica.Frattanto veniva pubblicato, a cura del Ministero del Bilancio, ilProgetto 80, rapporto preliminare al programma economico nazionale1971-75, che abbraccia, in uno spazio temporale decennale, i dueprossimi piani quinquennali.Abbandonata la strategia della programmazione globale, il Progetto80 e, quin<strong>di</strong>, il nuovo programma nazionale 1971-75, ha scelto lastrada della programmazione progettuale, cioè <strong>di</strong> una programmazionearticolata su singoli progetti ben definiti in tutti i dettagli o concretamenteattuali nella quoti<strong>di</strong>ana azione politica: progetti sociali, cioè <strong>riforme</strong><strong>delle</strong> gran<strong>di</strong> strutture organizzative della società e progetti concontenuti più propriamente economici produttivi, promo zionali per laformazione <strong>di</strong> capitale fisso.Una esemplificazione dei progetti sociali è rappresentata propriodalle <strong>riforme</strong> attualmente all’esame del Parlamento: riforma tributariaabitazione e sanità, università ecc.Ma è evidente che i singoli progetti, sociali o economici, devonoessere inseriti in un quadro unitario, per creare un certo sincronismointersettoriale e per assicurarne la conformità agli obiettivi primaridello sviluppo del nostro popolo nel prossimo futuro.Il quadro d’insieme non potrà non essere costituito, a mio parere,dal riscatto del Mezzogiorno, che ormai tutti riconoscono essere ilprimo e più importante problema nazionale.Ha scritto recentemente il presidente del Consiglio on. Colombo,in risposta al Gruppo dei meri<strong>di</strong>onalisti che « il nuovo piano <strong>di</strong> sviluppoin corso <strong>di</strong> preparazione presso il CIPE sarà un piano « per progetti» e in rapporto a tale qualificazione non potrà non in<strong>di</strong>care cheuna quantità rilevante <strong>di</strong> risorse va destinata al « grande progetto <strong>di</strong>sviluppo dell’economia meri<strong>di</strong>onale » .Ecco, dunque, confermato il nesso inscin<strong>di</strong>bile fra programmazionenazionale, problema del Mezzogiorno e <strong>riforme</strong>. Ogni riforma <strong>di</strong>struttura va, perciò, valutata soprattutto in chiave meri<strong>di</strong>onalista.Molti si sono chiesti se la nuova legge per il Mezzogiorno possa omeno rappresentare, da sola, una svolta decisiva nella politica per larisoluzione del problema meri<strong>di</strong>onale.Il mio parere non è del tutto positivo. Il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge, in un tentativo<strong>di</strong> conciliazione fra l’esigenza <strong>di</strong> rilancio della Cassa e la6

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