Enti locali e politiche delle riforme - Biblioteca Provinciale di Foggia ...

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13.07.2015 Views

BERARDINO TIZZANI__________________________________________________________________________amministrazione degli enti locali, che sono a più diretto contatto conle masse popolari.Si può sostenere, anzi, che una delle cause storiche della scarsapartecipazione dei cittadini è rappresentata, appunto, dall’esistenza,nel nostro Paese, di un apparato statale fortemente centralizzato, cheresiste tenacemente ad ogni impulso di decentramento. Diviene semprepiù urgente invece, la concreta realizzazione di tale decentramento,man mano che il vecchio Stato liberale garante della pace sociale,delle libertà individuali e dell’ordine pubblico, si viene faticosamentetrasformando, in uno stato moderno, investito di compiti sempre piùgravosi di interventi nell’economia e della società.Lo Stato-apparato, ed anche gli enti locali si sono, perciò, trovati adover affrontare, con le strutture create su modelli ottocenteschi, icompiti nuovi dell’era contemporanea.La stessa crisi finanziaria degli enti locali, su cui oggi è appuntatal’attenzione della pubblica opinione, non è che un sintomo, la manifestazioneesteriore di una malattia che ha radici profonde e che non puòessere certo curata con ritocchi tributari o con interventi occasionali estraordinari.Ecco, perché, da tempo andiamo sostenendo che è ormai indilazionabilela ristrutturazione degli enti locali, attraverso la ricalibrazionedelle loro funzioni e che, a tal fine, bisogna sfruttarel’occasione, storica e forse unica, che è costituita dall’ordinamento regionale.Da ciò abbiamo la riprova che la crisi in corso ha carattere di maturazione,di crescenza, dalla quale chi crede nella libertà e nella democrazianon può che aspettarsi sviluppi positivi, di progresso civile,economico e sociale.BERARDINO TIZZANI10

BERARDINO TIZZANI__________________________________________________________________________amministrazione degli enti <strong>locali</strong>, che sono a più <strong>di</strong>retto contatto conle masse popolari.Si può sostenere, anzi, che una <strong>delle</strong> cause storiche della scarsapartecipazione dei citta<strong>di</strong>ni è rappresentata, appunto, dall’esistenza,nel nostro Paese, <strong>di</strong> un apparato statale fortemente centralizzato, cheresiste tenacemente ad ogni impulso <strong>di</strong> decentramento. Diviene semprepiù urgente invece, la concreta realizzazione <strong>di</strong> tale decentramento,man mano che il vecchio Stato liberale garante della pace sociale,<strong>delle</strong> libertà in<strong>di</strong>viduali e dell’or<strong>di</strong>ne pubblico, si viene faticosamentetrasformando, in uno stato moderno, investito <strong>di</strong> compiti sempre piùgravosi <strong>di</strong> interventi nell’economia e della società.Lo Stato-apparato, ed anche gli enti <strong>locali</strong> si sono, perciò, trovati adover affrontare, con le strutture create su modelli ottocenteschi, icompiti nuovi dell’era contemporanea.La stessa crisi finanziaria degli enti <strong>locali</strong>, su cui oggi è appuntatal’attenzione della pubblica opinione, non è che un sintomo, la manifestazioneesteriore <strong>di</strong> una malattia che ha ra<strong>di</strong>ci profonde e che non puòessere certo curata con ritocchi tributari o con interventi occasionali estraor<strong>di</strong>nari.Ecco, perché, da tempo an<strong>di</strong>amo sostenendo che è ormai in<strong>di</strong>lazionabilela ristrutturazione degli enti <strong>locali</strong>, attraverso la ricalibrazione<strong>delle</strong> loro funzioni e che, a tal fine, bisogna sfruttarel’occasione, storica e forse unica, che è costituita dall’or<strong>di</strong>namento regionale.Da ciò abbiamo la riprova che la crisi in corso ha carattere <strong>di</strong> maturazione,<strong>di</strong> crescenza, dalla quale chi crede nella libertà e nella democrazianon può che aspettarsi sviluppi positivi, <strong>di</strong> progresso civile,economico e sociale.BERARDINO TIZZANI10

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