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cronaca - il Caffè

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12SOCIALE n. 217 - dal 5 al 18 maggio 2011I “nuovi” poveri hanno cambiato i loro comportamenti rispetto al passato. Chi fruga nei cassonetti e chi fugge a RomaInchiesta sulla povertà che “cambia”I contributi di AndreaGavazzi del CentroAscolto e GiovanniLombardo della CaritasAnnalisa MarcelloCambia la povertà, cambiano imodi di affrontarla: chi la vive isolandosi,chi chiede aiuto, chi ancheè costretto a frugare nei cassonetti.Una volta erano solo immagini cinematografiche:ricordate “UmbertoD” f<strong>il</strong>m del 1952, in cui Vittorio DeSica racconta la storia di un ex funzionariodello Stato che si ritrovasolo e con una misera pensione, arrivatoal limite e con <strong>il</strong> suo abito miglioreè costretto a chiedere l'elemosinama non ci riesce tanta è lavergogna. Il racconto di quel f<strong>il</strong>m,definito dalla critica dell'epoca pessimista,sta diventando purtroppotutti i giorni realtà palese agli occhi.In Italia la povertà sta coinvolgendouna vastissimafetta di popolazione, tracui anche persone diun certo livello.Un’immagine questaormai visib<strong>il</strong>eanche ad Apr<strong>il</strong>ia,dove sempre piùspesso è possib<strong>il</strong>enotare persone distinteche, adesempio, cercanocibo, <strong>il</strong> sabato, durantelo smantellamentodel mercato, personeLepersone di uncerto ceto chediventano povere sivergognano, noncercano aiuto pernon farsi riconoscereche nonostante abbiano unostipendio non ce la fannoad arrivare alla fine delmese. Sono circa 600attualmente le personeche si rivolgonoai Servizi Socialiper un sostegno,ma non si tratta diun numero reale,perché chi ha veramentebisogno cercadi risolvere da sé. Ladignità, per loro, vieneprima di tutto.A confermare questa situazionesono gli operatori della Caritas diApr<strong>il</strong>ia. Ecco cosa racconta AnnaGavazzi, Responsab<strong>il</strong>e del CentroAscolto: «La povertà sta aumentandoa dismisura e sta toccando tuttele fasce, anche ex dirigenti. Possiamoparlare di più tipi di povertà: povertàdel lavoro, degli sfratti, la solitudinedegli anziani, del gioco d'azzardo,delle spese improvvise chenon si riescono a gestire. Non sonosolo le bollette <strong>il</strong> problema, ma anchee soprattutto gli indebitamenti ole conseguenze dovute alle separazioni.Gli italiani “poveri” con la crisiaumentano sistematicamente, anchese dietro ad ogni caso esistesempre una carenza sociale che aggrava<strong>il</strong> tutto».A quanto pare la maggior parte diqueste persone arriva alla Caritasquando ormai la situazione è disperata:questo accade per la vergogna,che qui ad Apr<strong>il</strong>ia è sentita in manieramolto forte, aspetto che <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>edel Centro Accoglienza GiovanniLombardo descrive accuratamente:«Le persone che appartenevanoad un certo ceto vanno in crisiquando rimangono per strada. Lamaggior parte di loro pur di non farsiriconoscere non chiedono aiuto escappano verso Roma, dove nessunoli conosce, andando incontro cosìad una vera vita da senzatetto.Il nostro obiettivo principale infattiè un progetto di reinserimentosociale, cercando di prevenire, làdove è possib<strong>il</strong>e, disastri di questogenere. Offriamo a queste personele cose primarie come una doccia,dei vestiti ed un pasto caldo. Solitamentegli ospiti del centro diventanovolontari a loro volta, gli facciamofare delle piccole commissioniper ridare loro dignità e autonomia».Anche i numeri parlano chiaro:Rosa Nardi, responsab<strong>il</strong>e del CentroPrima Assistenza, spiega che solonel 2010 gli assistiti sono stati 4000,di cui 2500 italiani. Più della metà.La media giornaliera di assistenzaricopre 20 nuclei fam<strong>il</strong>iari con unamedia annua di 50/100 bambini. Solitamente<strong>il</strong> cibo per loro arriva dalBanco Alimentare Nazionale, matante cose devono essere acquistatedal centro stesso come pannolini,latte in polvere, omogeneizzati, saponee quant'altro. «FortunatamenteApr<strong>il</strong>ia è una città generosa - concludeNardi -. La gente ci fa offertein continuazione, soprattutto nei periodinatalizi e pasquali, di denaro,cibo e vestiti. Tanti sono quelli chesi prestano per fornire aiuto, a partiredai medici che spesso prestano <strong>il</strong>loro servizio gratuitamente. Ringraziamotutti gli apr<strong>il</strong>iani che ci sostengonoe ci aiutano».CARITAS APRILIADa sin., Giovanni Lombardo (Centro accoglienza), Rosa Nardi (Centro prima assistenza),Anna Gavazzi (Centro ascolto)È più dignitoso rivolgersi alla CaritasLa Caritas del Centro Don M<strong>il</strong>ani, situata in Via Trieste 19, è la più grande di Apr<strong>il</strong>ia,esiste da circa 15 anni e ricopre un vasto territorio tra Apr<strong>il</strong>ia, Via Fossignano, Campoleone,CampoVerde, Campo di Carne etc. A dirigere tutto questo è Monsignor GiovanniCassata, parroco di San Michele Arcangelo insieme a tre uffici principali: CentroAccoglienza da cui si passa appena si chiede aiuto, <strong>il</strong> Centro Prima Assistenza che sioccupa della distribuzione di viveri, vestiario e mob<strong>il</strong>i, e <strong>il</strong> Centro di Ascolto. Quest'ultimoè particolarmente importante perché è ciò che distingue <strong>il</strong> lavoro della Caritas: infatt<strong>il</strong>e persone in difficoltà prima di tutto hanno bisogno di sfogarsi, di essere capiti e nongiudicati, di riaquistare la dignità perduta: 30 sono i volontari, disponib<strong>il</strong>i <strong>il</strong> martedì e <strong>il</strong>mercoledì dalle 10,00 alle 12,00 e <strong>il</strong> giovedi e <strong>il</strong> sabato dalle 16,00 alle 18,00, che sioccupano di questa attività e non ascoltano solo persone in gravi difficoltà economiche, ma anche con problemi personaliche comunque necessitano di un sostegno. A tal proposito nel marzo del 2009 è stato aperto un ulteriore sportello:tutti i venerdì dalle 18,00 alle 19,30, è dedicato all'ascolto degli uomini per poterli mettere a proprio agio.Gestita da una Fondazione Onlus, sarà realizzata presso la palazzina della Comunità Raggio di Sole. Con una capacità di 80 postiNasce una mensa sociale per chi è in difficoltà«Le persone disagiate economicamentediffic<strong>il</strong>mentechiedono aiuto. Siamonoi a trovarli attraverso una strettacollaborazione con le parrocchie» .È più frequente che gente, un tempoappartenente al ceto medio ed orasprofondata nella miseria, si rivolgaad un parroco perché è più dignitososoprattutto in una città comeApr<strong>il</strong>ia, dove bene o male ci si conosce.Di famiglie in difficoltà ce ne sonosempre di più, famiglie che non riescononeanche ad assicurarsi un pastoal giorno. In questo contesto esistequalcuno che pensa a loro già daanni: la Fondazione Corasaniti VincenzoGraziano Onlus, quella cheuna volta era l'Associazione ComeNoi. Questa fondazione nasce dall'iniziativadi un gruppo di 37 amicidesiderosi di impegnarsi per la solidarietàsociale. L'attività è totalmentebasata sul volontariato e nessunodei soci percepisce alcun compenso.L'obiettivo primario adesso èquello di realizzare una vera e propria“mensa sociale”: un luogo apertoalle persone in condizione di frag<strong>il</strong>ità,ma anche a coloro, persone eFONDAZIONE CORASANITI VINCENZO GRAZIANO ONLUS37 amici (nella foto manca qualcuno), molti dei quali già impegnati da tempo in attività socialinuclei fam<strong>il</strong>iari, che, a causa dellaforte crisi economica, faticano adarrivare alla fine del mese. La mensasarà realizzata presso la “ComunitàRaggio di Sole” di Apr<strong>il</strong>ia in Via A.Moro, nei locali adibiti alla ristorazione:questo permetterà di abbatterenotevolmente i costi, contribuendoall’avvio del Centro Diurno perdisab<strong>il</strong>i. La scadenza per l'avvio diquesta struttura ancora non c'è, mal'edificio è pronto e completo di attrezzatura:si tratta di un'area ristorazionecapace di ospitare 80 persone,con cucina e servizi per gli operatori;mancano solo i bagni per gliutenti all'interno della sala che prestoprovvederanno a costruire. L'altraproposta dei volontari è quella dipoter mettere in piedi un giorno un“osservatorio” in grado di raccoglieredati e statistiche sulle condizionidelle persone disagiate, priorità almomento inesistente sul territorio.Ovviamente la fondazione neglianni ha svolto varie iniziative perraccogliere fondi distribuiti pressole varie associazioni umanitarie, onluse progetti allegati: «Siamo quellidello stand gastronomico della festadi San Michele, che hanno ancherealizzato <strong>il</strong> “Parco in movimento”,area giochi accessib<strong>il</strong>e del Parco exManaresi e che con la collaborazionedelle Parrocchie forniscono pacchialimentari ai più bisognosi (circa100 ogni anno), in occasione dellefestività natalizie». Insomma aiutareper <strong>il</strong> piacere di dare dignità a chista peggio: «Una carovana in camminocosì ci piace rappresentarciperché la carovana è un piccolo setsociale che rende possib<strong>il</strong>e sentire <strong>il</strong>calore di una relazione, <strong>il</strong> confortodi un abbraccio, <strong>il</strong> sollievo di un aiuto,perché nella carovana tutto si tiene:ognuno ha <strong>il</strong> suo passo e aiuta glialtri a rispettare <strong>il</strong> proprio. Comenella vita, c’è chi non ce la fa a tenere<strong>il</strong> ritmo, ma c’è chi si rimbocca lemaniche e arretra, sporcandosi lemani. Imparare a sentirsi retrovia è<strong>il</strong> trucco per non disperdersi».

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