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vita e mare n 5-6 2007.pmd - Delegazione di Pozzallo

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MAGGIO-GIUGNO 2007 VITA E MARE 9UNA RIEVOCAZIONE INSOLITA DEL CONDOTTIERO A DUE SECOLI DALLA NASCITALe imprese marinaredell’ammiraglio Garibal<strong>di</strong>Garibal<strong>di</strong> non fu guerrigliero,né in Sud America prima del1848 né lo fu mai negli anni seguentiin Italia e in Francia. Sulfronte franco-tedesco combattécome comandante davanti aeserciti armati e addestrati aglior<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> stati maggiori e <strong>di</strong> generalifrancesi, prussiani e soprattuttoaustriaci. E parallelamentedai primi anni delle guerrein Sud America imbarcò al comando<strong>di</strong> una o più navi, da capitanoad ammiraglio. Era condottieroper istinto e per determinazione,raziocinio, scelte erisultati, non solo nel 1860 controal non trascurabile esercitoborbonico, ma da ben prima:come scrisse il severo e talvoltaingiusto Denis Mack Smith, giàdalla prima guerra per l’in<strong>di</strong>pendenzaitaliana. Il suo fascinoè dovuto anche all’intuito ealla comprensione verso il prossimoe l’umanità coinvolti nellaguerra.Garibal<strong>di</strong> non fu neppure soldatovero, né per <strong>di</strong> più politico,anzi. Si presentò con piglio impoliticoal Risorgimento italiano, futenace e ardente <strong>di</strong> spirito e volontà,passando per l’avventuranelle due Americhe, irrompendonel variegato momento storicodel 1848, “primavolta” per l’Italia ,dopo la “caduta” del sogno napoleonicoe murattiano con l’ineffabilee insieme soffocante Congresso<strong>di</strong> Vienna.L’incompleto eapprossimativo comandante delRio Grande e dei cruenti campi<strong>di</strong> battaglia <strong>di</strong> Uruguay e Brasile,trovò il “placet”, anche se nonufficiale, del re Carlo Alberto e fuaccettato dal suo stato maggiore.Fu stagione brevissima, maesaltante con i suoi sbarchi e reimbarchisu battelli a vela lungola riva austriaca del lago Maggiore.Le brevi, impreve<strong>di</strong>bili apparizionidei battelli corsari produsseroe suscitarono non solo malumori,ma timori <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong>offensiva sulle non più tranquilleguarnigioni del <strong>mare</strong>scialloRadetzky. E fu anche una “rivalsa”del tentativo <strong>di</strong> invasione ideatanel 1834 da Giuseppe Mazzinie sprecata per la leggerezzadel generale Gerolamo Ramorino,comandante militare sceltoper la buona fama acquisita inItalia e in altri paesi europeiCENTRO DI ADDESTRAMENTO INTERNAZIONALEPER IL PERSONALE MARITTIMO(MARITIME TRAINING CENTER)Sede Legale - Direzone Comm.le Amministrativa - Centro Addestramento:93012 GELA (CL) ITALY - C.da Poggio Alessi S.P. 8 per Butera C.P. 79Tel. 0933.823557- Fax 0933.934742 - Cell. 349.6744703www.<strong>di</strong>marcagroup.it - e-mail: <strong>di</strong>marca@<strong>di</strong>marcagroup.itUffici <strong>di</strong>staccati <strong>di</strong> Roma: Via Pietro Giannone, 27 - 00192 ROMA - Tel./Fax 349.674.47.03 / 348.873.03.61SI SVOLGONO CORSI SECONDO LA CONVENZIONE E CODICE STCW ’95RICONOSCIUTI ED AUTORIZZATI DAL MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTISI SVOLGONO I SEGUENTI CORSI:➢ CORSO ANTINCENDIO BASE (FIRE FIGHTING COURSE BASIC)➢ CORSO ANTINCENDIO AVANZATO (FIRE FIGHTING COURSE ADVANCED)➢ CORSO DI SOPRAVVIVENZA E SALVATAGGIO (PERSONAL SURVIVAL)➢ CORSO DI PRIMO SOCCORSO (FIRST AID)➢ CORSO DI SICUREZZA PERSONALE E RESPONSABILITA’ SOCIALI (P.S.S.R.)SONO PREVISTI CORSI AGGIUNTIVI, FUORI CALENDARIO PER SODDISFARE LE RICHIESTEDEGLI ISTITUTI TECNICI NAUTICI E DELLE SOCIETA’ DI NAVIGAZIONE.Il calendario dei corsi è a cadenza settimanale, previa prenotazione presso la nostra segreteria:Tel. 0933.82.35.57 - Fax 0933.93.47.42 - Cell. 349.674.47.03 / 348.873.03.61nell’ultimo periodo della leggendariafortuna napoleonica.E’ provato che il generale genovesearroccato a Lione in Franciaprima dell’azione ricevetteda Mazzini il cospicuo ingaggio<strong>di</strong> circa quattrocentomila lireaustriache, offerte da un “mazziniano”milanese per finanziarel’impresa, e lo “bruciò” in pochenotti trascorse al tavolo dagioco, non senza l’aiuto e lo stimolo<strong>di</strong> qualche non innocenteammiratrice. Tutto mentre Garibal<strong>di</strong>,sbarcato dalla fregata “Euri<strong>di</strong>ce”insieme all’amico e marinaioMutru, fu costretto allafuga non appena seppe la notiziadell’ignobile fallimento. Ilmarinaio Garibal<strong>di</strong>, figlio dell’armatoreDomenico, e amicodel capitano <strong>di</strong> lungo corso AngeloSanto Pesante, sfuggì alcarcere duro, e ritornò sul <strong>mare</strong>.In quello strano e funesto 1834si convinse dell’inutilità delle rivoluzioni,che per lungo temponell’Italia <strong>di</strong>visa e poi nella storiografia<strong>di</strong> quegli avvenimentifurono in<strong>di</strong>cati con l’equivoconome <strong>di</strong> moti rivoluzionari.Occorrevano mezzi adeguatiper abbattere il dominio austriaco,reso forte da tre elementi:una monarchia secolare, esercitoe flotta. In quei giorni il giovane,<strong>di</strong>ventato capitano <strong>di</strong> <strong>mare</strong>,ne parlò con Pesante, oltre checon il padre. Il primo, iscritto nel“Reistre des capitaines de Nice”,era un classico lupo <strong>di</strong> <strong>mare</strong> chebatteva prevalentemente a bordodel brigantino “Costanza”,“che collegava i porti del bacinooccidentale me<strong>di</strong>terraneo conquelli del mar Egeo e del marNero fino al mar d’Azov”. Comerisulta da un recente saggio(Marco Pisano: “Un Sanremesenel Risorgimento” ), “gli scali piùimportanti erano Galata, Odessa,Sebastopoli, Taganrog, dovele navi italiane e particolarmentequelle liguri scaricavano legnamevario, zucchero, vino,merci pregiate, e caricavano altrovino e grano”. I due amici - ilmaestro e il già allievo - ripensaronoad avventure e <strong>di</strong>savventurevissute e subite in uno deiviaggi sulle rotte del Mar Nero.Rievocarono i rischi più frequenti,in non camuffati abbordaggi<strong>di</strong> navi greche e turche, tra loronemici acerrimi, che controllavanoo meglio tentavano <strong>di</strong> spartirsiil mar Egeo con i suoi porti ele sue isole. Vennero fuori un po’in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne in rimpianti nella rievocazione<strong>di</strong> alcuni arrembaggipiù o meno cruenti. In più <strong>di</strong>uno il giovane Garibal<strong>di</strong>, avendoacquisito il grado <strong>di</strong> secondo sulbrigantino “Clorinda”, condottoda uno dei più noti e capaci comandantidell’epoca, SimoneGiuseppe Clary, trasse anche unarispettabile fama. Su quella rotta,in prossimità delle isole Cicla<strong>di</strong>,tre navi pirata avrebbero abbordatoil “Clorinda” insieme o,più verosimilmente, in brevesuccessione <strong>di</strong> tempo. Lo scontroa bordo fu <strong>di</strong>retto dal giovanissimoufficiale, con buon risultato,anche se fu aiutato dallanotizia che due unità da guerra<strong>di</strong> ban<strong>di</strong>era britannica eranoin rotta verso il punto delloscontro e sarebbe verosimileche per questo motivo le trenavi corsare abbiano rinunciato.Sarebbe prova <strong>di</strong> questo semileggendarioscontro il fattoche Garibal<strong>di</strong> riportò una feritada arma da fuoco a un braccioe altra in una colluttazione conalcuni membri della ciurma greco-turca.Arriviamo al 1849, quando ilPesante, <strong>di</strong>venuto console <strong>di</strong>Spagna in Liguria, con sede Sanremo,trattò, con il consenso delgoverno piemontese e con lapartecipazione della Marina sarda,un’altra “fuga” e la salvezza <strong>di</strong>Garibal<strong>di</strong> per un futuro meno <strong>di</strong>sastrosoe più propizio, ma quasiineluttabile. Con l’impegnodella Marina sarda e del nuovore Vittorio Emanuele, insi<strong>di</strong>atodal nemico feld<strong>mare</strong>sciallo Radetzky,Garibal<strong>di</strong> fuggiasco sortìa mala pena da Roma occupatadai francesi del generale Ou<strong>di</strong>not(cognome solo <strong>di</strong> risonanzanapoleonica), dopo il temerariotentativo <strong>di</strong> arrivare con alcunecentinaia <strong>di</strong> volontari. L’amicodelle rotte del mar Nero, nellaqualità <strong>di</strong> capitano <strong>di</strong> lungocorso, ma anche con simpatiepolitiche per Giuseppe Mazzini,perciò repubblicano, ebbe quin<strong>di</strong>la sua parte nel contribuire asalvare il generale ritornato marinaio.Nel 1849 partì da Roma dopoaverne <strong>di</strong>feso i bastioni con uncorpo d’esercito rappresentatoanche da Nino Bixio, accorso dalfronte lombardo-veneto doveimperversava il meglio dell’esercitoaustriaco comandatoda Radetzky, da Wimpfen., daHainau. Garibal<strong>di</strong>, da poco temponominato generale dalla Repubblicaromana, affidò la moglieAnita in gravidanza a unaesigua scorta personale e al barnabitaUgo Bassi. La colonna <strong>di</strong>circa quattromila uomini, unpiccolo reparto <strong>di</strong> cavalleria, euna parte dei bersaglieri lombar<strong>di</strong>già <strong>di</strong> Manara, cominciò arisalire il Lazio, in parte insi<strong>di</strong>atadalle avanguar<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Fer<strong>di</strong>nando<strong>di</strong> Borbone re delle DueSicilie, sul filo <strong>di</strong> confine <strong>di</strong>Abruzzo, Umbria, Marche, Toscana,Romagna, in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong>Venezia asse<strong>di</strong>ata da terra ebloccata dal <strong>mare</strong>.Con il tempoe le guerre l’Eroe dei due mon<strong>di</strong><strong>di</strong>ventò meno corsaro e piùcapitano <strong>di</strong> lungo corso, con rispettabilepatente in Nord eSud America, e poi ammiraglio<strong>di</strong> squadra in Oceano Atlanticofra Argentina e Brasile. Dal 1860rimase in Italia, dopo il grado <strong>di</strong>generale ricevuto nel 1859 euna lunga serie <strong>di</strong> vittorie terrestri.GIUSEPPE MARASCOC M Y N

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