13.07.2015 Views

Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – VIIIfranco. L'«inutile ricordo e la lotta vana» <strong>della</strong> romanità al tramonto erano morti e sepolti.Le classi sociali del IX secolo si erano formate non nella putrefazione di una civiltà in decadenza, ma nelle doglie del parto di una civiltànuova. La nuova generazione, sia padroni che servi, era una generazione di uomini paragonata a quella dei suoi predecessori romani. Ilrapporto tra potenti signori terrieri e contadini al loro servizio, rapporto che per questi ultimi era stata la forma di una rovina senza scamponel mondo antico, era ora per i primi il punto di partenza di un nuovo sviluppo. E tuttavia, per quanto questi quattro secoli appaianoimproduttivi, pure essi lasciarono dietro di sé un prodotto importante: le nazionalità moderne, nuova forma e organizzazione dell'umanitàdell'Europa occidentale per la storia futura.I Tedeschi avevano in effetti ravvivato l'Europa e perciò la dissoluzione degli Stati del periodo germanico finì non nella sottomissionenormanno-saracena, ma nella trasformazione progressiva in feudalesimo dei benefici e <strong>della</strong> sottomissione a scopo di protezione(raccomandazione), e con un così rilevante aumento di popolazione che, appena due secoli più tardi, i forti salassi delle crociate furonosopportati senza danno.Ma che cosa fu quel misterioso incanto con cui i Tedeschi infusero nuova vita all'Europa morente? Era forse un potere miracoloso innatonella stirpe tedesca come ci vengono predicando i nostri storici sciovinisti? In nessun modo. I Tedeschi erano, specialmente in quelperiodo, una stirpe ariana assai dotata e in pieno sviluppo di vita. Non furono però le loro specifiche qualità nazionali a ringiovanirel'Europa, ma semplicemente la loro barbarie, la loro costituzione gentilizia.La loro valentia personale, il loro valore, il loro senso <strong>della</strong> libertà e l'istinto democratico che vedeva in tutte le faccende di pubblicointeresse faccende proprie, in breve tutte le qualità che i Romani avevano perdute e che erano le sole in grado di formare, col fango delmondo romano, nuovi Stati e di far sviluppare nuove nazionalità, che cosa altro erano se non i tratti caratteristici dei barbari <strong>dello</strong> stadiosuperiore, frutto <strong>della</strong> costituzione gentilizia?Se essi trasformarono l'antica forma <strong>della</strong> monogamia e mitigarono il dominio dell'uomo nella <strong>famiglia</strong>, dando alla donna una posizionepiù elevata di quella che il mondo classico avesse mai conosciuta, che cosa gliene diede la possibilità, se non la loro barbarie, le loroconsuetudini gentilizie, il loro retaggio, ancora vivo, dell'epoca matriarcale?Se essi, per lo meno in tre dei più importanti paesi, Germania, Francia del Nord e Inghilterra, salvarono un elemento <strong>della</strong> genuinacostituzione gentilizia, sotto forma delle comunità di marca, trasferendolo nello <strong>Stato</strong> feudale e con ciò diedero alla classe oppressa, aicontadini, anche sotto la più crudele servitù <strong>della</strong> gleba medievale, una coesione locale ed uno strumento di resistenza, che né gli antichischiavi né i proletari moderni hanno avuto a portata di mano, a che cosa si deve ciò, se non alla loro barbarie, alla loro manieraesclusivamente barbarica di colonizzare su base gentilizia?E infine, se poterono sviluppare e rendere esclusiva quella mitigata forma di servitù, già esercitata in patria, e che anche nell'imperoromano prese gradatamente il posto <strong>della</strong> schiavitù, forma che, come per primo Fourier mise in evidenza, offre agli asserviti i mezzi peruna liberazione graduale come classe (fournit aux cultivateurs des moyens d'affranchissement collectif et progressif (11)); forma che perciòsi eleva molto più in alto <strong>della</strong> schiavitù, nella quale solo era possibile l'immediato affrancamento individuale senza uno stadio ditransizione (soppressione <strong>della</strong> schiavitù in seguito a ribellione vittoriosa l'antichità non ne conosce), mentre nei fatti i servi <strong>della</strong> gleba delMedioevo riuscirono progressivamente ad affrancarsi come classe, a che cosa dobbiamo ciò, se non alla loro barbarie, in forza <strong>della</strong> qualeessi non erano ancora arrivati alla schiavitù sviluppata, né all'antica schiavitù del lavoro, né a quella domestica orientale?Tutto ciò che di forte e vitale i Tedeschi innestarono nel mondo romano fu la barbarie. Infatti solo dei barbari sono in grado di ringiovanireun mondo che soffre di civiltà morente. E lo stadio supremo <strong>della</strong> barbarie, verso il quale e nel quale i Tedeschi si erano sforzati diinnalzarsi prima <strong>della</strong> migrazione dei popoli, era precisamente il più favorevole a questo processo. E questo spiega tutto.Note:1) La cifra qui riportata viene confermata da un passo di Diodoro sui Celti <strong>della</strong> Gallia: «Nella Gallia abitano molte popolazioni di numeroineguale. Le più numerose hanno circa 200.000 abitanti; le meno numerose 50.000» (Diodoro Siculo, V, 25). Dunque in media 125.000persone. I singoli popoli <strong>della</strong> Gallia, per il più alto grado di progresso raggiunto, sono da considerarsi senza dubbio un po' più numerosi diquelli <strong>della</strong> Germania [Nota di <strong>Engels</strong>].2) Nome che i geografi romani davano al territorio compreso fra il Reno e la Vistola.3) Plinio Il Vecchio, Storia naturale, libro IV, cap. 14.4) Ultimo re di Macedonia (dal 179 al 168 a.C.), fu sconfitto a Pidna (168) dai Romani, che smembrarono il suo <strong>Stato</strong>5) «Poveri bianchi»: così erano chiamati i bianchi poveri e declassati delle zone in cui il proletariato negro era preponderante.6) Secondo il vescovo Liutprando di Cremona, a Verdun nel X secolo, cioè durante il Sacro Impero germanico, il ramo principaledell'industria era la fabbricazione di eunuchi che venivano esportati con grossi guadagni in Spagna per gli harem dei Mori [Nota di <strong>Engels</strong>].Liutprando, Antapodosis, libro VI, cap. 6. Liutprando (circa 920-972), di nobile origine longobarda, cortigiano e diplomatico, vescovo diCremona dal 961, ebbe importanti incarichi da Berengario II e Ottone I.7) Salviano Di Marsiglia, De Gubernatione Dei (Il Governo di Dio), libro V, cap. 8. Salviano (V secolo), vescovo di Marsiglia, nella suaopera attacca la decadenza e la corruzione dei Romani, cui contrappone i migliori costumi dei barbari.http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29h.htm (4 di 5)14/10/2010 13.24.09

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!