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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – VIIsempre terra incolta bastante da rendere superfluo qualsiasi conflitto per il possesso terriero. Solo dopo secoli, quando il numero deimembri delle comunità familiari crebbe a tal punto che un'economia comune nelle condizioni di produzione del tempo non era piùpossibile, queste comunità si sarebbero dissolte. Campi e prati, fino allora comuni, sarebbero stati distribuiti con i criteri noti tra i nucleifamiliari singoli ormai in formazione, dapprincipio temporaneamente, più tardi una volta per sempre, mentre boschi, pascoli, acquesarebbero rimasti in comune.Per la Russia questo processo di sviluppo sembra un fatto del tutto provato storicamente. Per ciò che concerne la Germania, e in secondalinea tutti gli altri paesi germanici, non si può negare che questa ipotesi, per molti aspetti, illumina meglio le fonti e risolve le difficoltà piùagevolmente dell'ipotesi finora sostenuta che fa risalire ai tempi di Tacito la comunità di villaggio. I più antichi documenti, p. es. il CodexLaureshamensis (34), si spiegano meglio in termini di comunità familiare che di comunità di marca e di villaggio. Questa ipotesi d'altraparte solleva nuove difficoltà e pone nuovi problemi che non sono ancora stati risolti. Solo nuove indagini possono portare ad unasoluzione; non posso tuttavia negare che è assai verosimile anche per la Germania, la Scandinavia e l'Inghilterra l'esistenza <strong>dello</strong> stadiointermedio <strong>della</strong> comunità familiare.Mentre in Cesare i Tedeschi parte hanno appena preso dimora stabile, e parte ancora la cercano, ai tempi di Tacito hanno già dietro di sé unintero secolo di stabilità, a cui corrisponde un progresso evidente nella produzione dei mezzi di sostentamento. Abitano in case di tronchid'albero, le loro vesti ricordano ancora le originarie dimore nei boschi: un rozzo mantello di lana, pelli di animali, sottovesti di lino per ledonne e i nobili. Si nutrono di latte, carne, frutti selvatici e, come aggiunge Plinio, di pappa di avena (35) (ancora oggi cibo nazionaleceltico nell'Irlanda e nella Scozia). La loro ricchezza consiste in bestiame che è, però, di cattiva razza, i bovini sono piccoli, di aspettomisero, senza corna; i cavalli sono piccoli ponies e sono poco veloci. Il denaro era usato raramente e scarsamente, ed era solo denaroromano. Essi non lavoravano l'oro e l'argento e neppure li tenevano in conto; raro era il ferro, che, a quanto pare, era soltanto importato enon estratto, per lo meno tra le tribù del Reno e del Danubio. La scrittura runica (36) (imitata dai caratteri greci o latini) era conosciuta solocome scrittura segreta e veniva adoperata solo per sortilegi religiosi. Erano ancora in uso sacrifici umani.In breve, qui abbiamo davanti a noi un popolo che si è appena sollevato dallo stadio medio <strong>della</strong> barbarie a quello superiore. Mentre però letribù confinanti direttamente con i Romani, data la facilità d'importare prodotti industriali romani, furono ostacolate nello sviluppo di unaindustria metallurgica e tessile autonoma, senza dubbio una tale industria si formò nel nord-est, sulle rive del Baltico. I pezzi di armaturatrovati nelle paludi <strong>dello</strong> Schleswig (lunga spada di ferro, corazza a maglie, elmo d'argento, ecc., insieme a monete romane <strong>della</strong> fine delsecondo secolo) e gli oggetti di metallo tedeschi, diffusi mediante la migrazione dei popoli, mostrano, anche dove derivano da un mo<strong>dello</strong>in origine romano, un tipo del tutto particolare di non scarso grado di perfezionamento.L'emigrazione nel civile impero romano segnò ovunque la fine di questa industria indigena, meno che in Inghilterra. Come questa industriasia nata ed abbia progredito in maniera unitaria lo mostrano per esempio le fibbie di bronzo. Quelle trovate in Borgogna, Rumenia o sullerive del Mare d'Azov potrebbero provenire dalla stessa officina di quelle trovate in Inghilterra e in Svezia e sono egualmente, senza alcundubbio, di origine germanica.Anche la costituzione corrisponde allo stadio superiore <strong>della</strong> barbarie. Esisteva in generale, secondo Tacito (37), il consiglio dei capi(principes), che decideva degli affari meno importanti e preparava quelli di maggior peso, per sottoporli alla decisione dell'assembleapopolare. Questa stessa assemblea popolare, nello stadio inferiore <strong>della</strong> barbarie, per lo meno là dove noi la conosciamo, tra gli Americani,esiste dapprima solo per la gens e non ancora per la tribù e per la federazione di tribù. I capi (principes) si distinguono inoltre nettamentedai capi militari (duces) del tutto come tra gli Irochesi. I primi vivono già in parte di doni di omaggio dei membri <strong>della</strong> loro tribù,consistenti in bestiame, grano, ecc.; essi vengono eletti, come in America, per lo più dalla stessa <strong>famiglia</strong>; il passaggio al diritto patriarcalefavorisce, come in Grecia e a Roma, la graduale trasformazione dell'elezione in ereditarietà e quindi la formazione di una <strong>famiglia</strong> nobile inogni gens.Questa antica nobiltà, la cosiddetta nobiltà di stirpe, scomparve in gran parte al tempo <strong>della</strong> migrazione dei popoli o subito dopo. I capimilitari venivano eletti senza riguardo alla loro discendenza, solo in virtù <strong>della</strong> loro valentìa. Essi avevano poco potere e dovevano agirecon la forza dell'esempio. Espressamente Tacito attribuisce ai sacerdoti il vero e proprio potere disciplinare nell'esercito. Il potere effettivorisiede nella assemblea popolare. Il re o il capotribù presiede, il popolo decide, per il no con i mormorii, per il sì con acclamazioni e rumoridi armi. L'assemblea popolare è nello stesso tempo corte di giustizia: ad essa si sporgono le querele, essa giudica, in essa vengono emessele sentenze di morte, e a dir vero la pena di morte viene inflitta solo per codardia, tradimento verso il popolo e vizi contro natura (38).Anche nelle gentes e nelle altre suddivisioni la collettività giudica sotto la presidenza del capo che, come in tutti i tribunali primitivitedeschi, può soltanto dirigere il dibattito e porre domande. Fin da tempo immemorabile tra i Tedeschi la sentenza è emessa dallacollettività.Fin dal tempo di Cesare si erano formate federazioni di tribù; in alcune di esse c'erano già i re; il capo militare supremo, come tra i Greci ei Romani, tendeva già alla tirannide, e talvolta ci riusciva. Tali fortunati usurpatori non erano affatto sovrani assoluti, tuttaviacominciavano già a infrangere i vincoli <strong>della</strong> costituzione gentilizia. Mentre una volta gli schiavi affrancati occupavano un postosubordinato, perché non potevano far parte di una gens, ora questi favoriti giungevano spesso, con i nuovi re, a dignità, ricchezze ed onori.Lo stesso accadde dopo la conquista dell'impero romano da parte dei capi militari diventati ora re di vasti paesi. Tra i Franchi, schiavi eliberti del re ebbero una parte importante, dapprima nella corte, e poi nello <strong>Stato</strong>; la nuova nobiltà in gran parte discende da costoro.Un'istituzione favorì il sorgere <strong>della</strong> monarchia: le compagnie militari. Già tra i Pellirosse americani vediamo come, accanto allacostituzione gentilizia, si formino compagnie private che conducono la guerra di loro propria iniziativa. Queste compagnie private eranogià divenute, tra i Tedeschi, associazioni permanenti. Il capo militare che si era fatto un nome, raccoglieva intorno a sé una schiera digiovani avidi di bottino, legati a lui, come egli lo era a loro, da vincoli di fedeltà personale. Il capo si prendeva cura di loro, faceva lorodoni, li ordinava gerarchicamente: una guardia del corpo e truppa agguerrita per le piccole spedizioni, un corpo di ufficiali addestrati perquelle più grandi. Per quanto deboli debbano essere state queste compagnie militari, e deboli appaiono anche più tardi, p. es. in Italia aihttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29g.htm (4 di 6)14/10/2010 13.24.08

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