<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – VImilitare e dalle imposte. Nella nuova assemblea popolare delle centurie (comitia centuriata) i cittadini si presentavano ordinati incompagnie, con le loro centurie di cento uomini, ed ogni centuria disponeva di un voto. Ora, la prima classe dava 80 centurie, la seconda22, la terza 20, la quarta 22, la quinta 30, e, per decoro, anche la sesta ne dava una. Si aggiungeva la cavalleria formata dai più ricchi, con18 centurie. In tutto dunque 193 centurie: maggioranza dei voti: 97. Ora, i cavalieri e la prima classe, avevano insieme, da soli, 98 voti equindi costituivano la maggioranza; se erano d'accordo tra loro, la decisione definitiva veniva presa senza che gli altri fossero neppureconsultati.A questa nuova assemblea delle centurie passarono ora tutti i diritti politici <strong>della</strong> precedente assemblea delle curie (meno alcuni di caratterenominale). Le curie e le gentes che le componevano vennero con ciò, come in Atene, degradate a semplici sodalizi privati e religiosi, ecome tali continuarono a vegetare ancora assai a lungo, mentre l'assemblea delle curie non tardò a scomparire. Per estromettere dallo <strong>Stato</strong>anche le antiche tre tribù gentilizie, s'introdussero quattro tribù locali, ognuna delle quali occupava una quarta parte <strong>della</strong> città, con unaserie di diritti politici.Così anche a Roma, già prima <strong>della</strong> soppressione <strong>della</strong> cosiddetta monarchia, fu distrutto l'antico ordinamento sociale fondato su vincoli disangue personali, al suo posto subentrò una nuova, reale costituzione <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong>, fondata sulla divisione territoriale e sulla diversità dicenso. Il potere pubblico era costituito da quella parte di cittadinanza che doveva prestare servizio militare, di fronte non soltanto aglischiavi, ma anche ai cosiddetti proletari esclusi dal servizio militare e dal portare armi.Nel quadro di questa nuova costituzione che venne ulteriormente sviluppata soltanto con l'espulsione dell'ultimo rex Tarquinio il Superbo,il quale si era arrogato un vero potere regio, e con la sostituzione del rex con due capi militari (consoli) con uguale potere d'ufficio (cometra gli Irochesi); nel quadro di questa costituzione si muove tutta la storia <strong>della</strong> repubblica romana con tutte le sue lotte tra patrizi e plebeiper l'accesso agli uffici pubblici e la partecipazione alle terre statali, con la sparizione finale <strong>della</strong> nobiltà patrizia, assorbita nella nuovaclasse dei grandi possessori di terreni e di danaro che, gradatamente, incorporarono tutto il possesso fondiario dei contadini rovinati dalservizio militare, fecero coltivare da schiavi gli enormi latifondi così sorti, spopolarono l'Italia e con ciò aprirono le porte non soloall'impero, ma anche ai suoi successori: ai barbari tedeschi.Note:1) Cfr. Livio, Storia romana, libro II, cap. 22 e Svetonio, Vita di Tiberio, cap. l.2) Publio Quintilio Varo, patrizio romano, fece carriera sotto Augusto. Comandante dell'esercito del Reno, nell'anno 9 d.C., fu attaccato disorpresa nella foresta di Teutoburgo da Arminio, capo dei Cherusci, e sconfitto; le sue tre legioni furono distrutte ed egli si uccise.3) Appio Claudio, che appartenne al collegio dei decemviri (451 a.C.) e secondo una leggenda fu arrestato in seguito al suo odiosotentativo di violenza ai danni di una fanciulla, Verginia. Qui <strong>Engels</strong> si riferisce a Livio, Storia romana, libro III, cap. 58.4) Per esempio in «Publio Quintilio Varo» il primo è il prenome personale, il secondo il gentilizio (<strong>della</strong> gens Quintilia), il terzo ilcognome di <strong>famiglia</strong>.5) Le pagine che seguono, fino al capoverso «Ancora quasi 300 anni ecc.», sono un'aggiunta <strong>della</strong> quarta edizione.6) Perdita minima di capacità civile (era la cessazione dell'appartenenza a una <strong>famiglia</strong>).7) Antichità romane, di Christian Konrad Ludwig Lange (1825-1885), dove si fa riferimento alla dissertazione di Georg Philip EduardHuschke (1801-1886), De privilegiis Feceniae Hispalae senatusconsulto concessis (Liv. XXXIX, 19 - Sui privilegi concessi persenatusconsulto a F. H. ecc.), Göttingen 1822.8) Storia romana, IV, 4; X, 23; XXVI, 34.9) L'episodio, narrato da Livio (II, 50) e da altri autori, sarebbe avvenuto nel 477 a.C. presso il fiumicello Cremera. affluente del Tevere.10) Il rex latino è il celto-irlandese righ (capo tribù) ed il gotico reiks. Che questo nome, come originariamente anche il nostro Fürst (cioècome l'inglese first, il danese forste: primo) significasse capo di gens e di tribú, risulta dal fatto che i Goti, già nel IV secolo, per indicarequello che più tardi si chiamerà re, il capo militare dell'assemblea di un popolo, possedevano una parola speciale: thiudans. Artaserse edErode, nella traduzione <strong>della</strong> Bibbia di Ulfila, non vengono mai chiamati reiks, ma thiudans, e l'impero dell'imperatore Tiberio non giàreiki, ma thiudinassus. Nel nome del gotico thiudans, o, come traduciamo imprecisamente, re Thiudareik, Teodorico, cioè Dietrich, le duedenominazioni confluiscono insieme [Nota di <strong>Engels</strong>].11) ll sesto re di Roma, che secondo la tradizione regnò dal 578 al 535 a.C.; la costituzione a lui attribuita dovette essere introdotta in etàpiù tarda.12) Economie politique des Romains, Paris 1840, <strong>dello</strong> storico francese Adolphe Jules Cesar Auguste Dureau De La Malle (1777-1857).http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29f.htm (4 di 4)14/10/2010 13.24.06
<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – VIIwww.resistenze.org - materiali resistenti in linea - iper-classici - 29-12-05a 110 anni dalla scomparsa di Friedrich <strong>Engels</strong>trascrizione e conversione in html a cura del CCDP<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – [ Indice ]VII. La gens tra i Celti e i TedeschiLo spazio ci vieta di addentrarci nello studio delle istituzioni gentilizie che ancor oggi in una forma più o meno chiara si trovano in vigoretra i più diversi popoli selvaggi e barbari, e ci vieta altresì di metterci sulle loro tracce nella più remota storia dei popoli civili dell'Asia (1).Le une e le altre si trovano ovunque. Solo pochi esempi basteranno: prima ancora che la gens fosse riconosciuta, l'uomo che più si è presola briga di fraintenderla, McLennan, l'aveva segnalata e, nel complesso, esattamente descritta tra i Calmucchi, i Circassi, i Samoiedi e fratre popoli indiani : i Varali, i Magari e i Munnipuri (2). Recentemente M. Kovalevski l'ha scoperta e descritta tra gli Psciavi, gli Scevsuri,gli Svaneti ed altre tribù del Caucaso. Diamo qui solo alcune brevi notizie sulla presenza <strong>della</strong> gens tra i Celti e i Germani.Le più antiche leggi celtiche che si sono conservate ci mostrano la gens ancora in pieno vigore. In Irlanda essa vive ancor oggi, per lo menoistintivamente, nella coscienza popolare dopo che gli Inglesi l'hanno spezzata con la violenza. Nella Scozia, ancor verso la metà del secoloscorso, la gens era nel suo pieno fiorire, e anche qui soggiacque solo alle armi, alle leggi e ai tribunali inglesi.Le antiche leggi dei Galles che vennero scritte parecchi secoli prima <strong>della</strong> conquista inglese (3), al più tardi nell'XI secolo, mostrano ancoral'agricoltura in comune da parte di interi villaggi, sia pure solo come residuo eccezionale di un costume in passato generale. Ogni <strong>famiglia</strong>aveva cinque campi che coltivava per sé; inoltre un appezzamento veniva coltivato in comune e il prodotto distribuito. Che questecomunità di villaggio rappresentino gentes o suddivisioni di gentes, non è da porre in dubbio, data l'analogia con l'Irlanda e la Scozia,anche se un nuovo esame delle leggi del Galles, che non ho il tempo di fare (i miei estratti sono del 1869 (4)), non dovesse direttamenteprovarlo. Ma ciò che direttamente provano le fonti gallesi e con esse le irlandesi è che nell'XI secolo tra i Celti il matrimonio di coppia nonera ancora stato soppiantato dalla monogamia.Nel Galles un matrimonio non diventava indissolubile, o meglio non aveva possibilità didivorzio, che dopo sette anni. Mancando solo tre notti al compimento dei sette anni, i coniugi potevano separarsi. Poi veniva effettuata ladivisione: la donna divideva, l'uomo sceglieva la sua parte. I mobili venivano divisi secondo certe regole assai umoristiche. Se era l'uomoche scioglieva il matrimonio, doveva restituire alla moglie la dote con qualche aggiunta; se era la donna, riceveva di meno. Dei figli duespettavano all'uomo; uno, e precisamente quello di mezzo, alla donna. Se, dopo la separazione, la donna prendeva un altro marito e il primomarito se la voleva riprendere, essa doveva seguirlo anche se era già con un piede nel nuovo talamo. Ma se i due erano stati insieme setteanni, erano marito e moglie anche senza precedente matrimonio formale. La castità delle fanciulle prima del matrimonio non era affatto nérigorosamente osservata, né richiesta; le leggi in proposito sono di natura estremamente frivola e per nulla conformi alla morale borghese.Se una donna commetteva adulterio, il marito poteva bastonarla (era uno dei tre casi in cui gli era permesso, altrimenti incorreva in unapena), ma non poteva poi pretendere alcun'altra soddisfazione, poiché «per un medesimo fallo doveva esservi espiazione o vendetta, manon l'una e l'altra cosa insieme (5)». I motivi per cui la donna poteva chiedere il divorzio senza perdere le sue pretese al momento <strong>della</strong>separazione erano i più svariati: bastava il cattivo alito del marito. Il denaro del riscatto da pagarsi al capotribù o al re per il diritto <strong>della</strong>prima notte (gobr merch, donde il nome medievale marcheta, in francese marquette) ha una parte importante nel codice. Le donne avevanoil diritto di voto nelle assemblee popolari. Se aggiungiamo che in Irlanda sono attestate condizioni analoghe, che pure là i matrimonitemporanei erano cosa assai comune, e che alla donna in caso di separazione erano assicurati grandi privilegi perfettamente regolati,perfino un'indennità per il suo servizio domestico; che là esiste una «prima moglie» accanto ad altre, e che nella divisione dell'eredità nonviene fatta nessuna differenza tra figli legittimi e illegittimi, abbiamo un quadro del matrimonio di coppia di fronte al quale la forma dimatrimonio vigente nell'America del Nord appare severa; ma ciò non può meravigliare in un popolo dell'XI secolo che, al tempo di Cesare,praticava ancora il matrimonio di gruppo.La gens irlandese (sept, la tribù si chiama clainne, clan) è confermata e descritta non solo dagli antichi codici, ma anche dai giuristi inglesidel XVII secolo, inviati per trasformare il paese dei clan in dominio del re d'Inghilterra. Fino a quel tempo il suolo era stato <strong>proprietà</strong>comune del clan e <strong>della</strong> gens, nella misura in cui i capi non lo avevano già trasformato in loro dominio privato. Se un membro <strong>della</strong> gensmoriva, e quindi un'amministrazione domestica si dissolveva, il capo (caput cognationis lo chiamarono i giuristi inglesi) procedeva ad unanuova divisione fondiaria di tutto il territorio tra le altre amministrazioni domestiche. Probabilmente questa divisione era eseguitaall'ingrosso secondo le regole vigenti in Germania. Ancora oggi si trovano alcuni campi comunali - quaranta o cinquant'anni fa assainumerosi - i cosiddetti rundali. I contadini di un rundale, fittavoli individuali del suolo una volta appartenente in comune alla gens erapinato dal conquistatore inglese, pagano il fitto, ognuno per il suo pezzo di terra, ma riuniscono il terreno arativo e prativo di tutti gliappezzamenti, lo dividono secondo la posizione e la qualità in gewann, come si chiamano in riva alla Mosella, e dànno a ciascuno la suaparte di ogni gewann. Il terreno paludoso e da pascolo viene utilizzato in comune. Ancora cinquanta anni fa, di tempo in tempo, talvoltaogni anno, veniva effettuata una nuova divisione. La carta catastale di un tale villaggio di rundali sembra precisamente quella di unaGehöferschaft (Comunità rurale) tedesca delle rive <strong>della</strong> Mosella o <strong>dello</strong> Hochwald. Anche nelle factions sopravvive la gens. I contadiniirlandesi si dividono spesso in partiti che si fondano su differenze apparentemente assurde o prive di senso, del tutto incomprensibili agliInglesi e sembrano non avere altro scopo fuorché le solenni bastonature in voga tra una fazione e l'altra. Sono riviviscenze artificiose,surrogati postumi delle gentes distrutte, che provano, a modo loro, il perdurare dell'istinto gentilizio ereditato. In molte località, del resto, imembri <strong>della</strong> gens si trovano ancora insieme pressapoco nell'antico territorio; cosi, ancora dopo il 1830, la grande maggioranza degliabitanti <strong>della</strong> contea di Monaghan aveva solo quattro cognomi, cioè discendeva da quattro gentes o clan (6).In Scozia il tramonto dell'ordinamento gentilizio data dalla repressione dell'insurrezione del 1745 (7). Quale anello di questo ordinamentorappresenti specialmente il clan scozzese rimane ancora da indagare, ma che tale sia stato è fuori dubbio. Nei romanzi di Walter Scott (8)http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29g.htm (1 di 6)14/10/2010 13.24.08
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