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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – VDieci di queste unità, demi, formavano una tribù che però, a differenza dell'antica tribù gentilizia, venne ora chiamata tribù locale. La tribùlocale non era solo un ente politico che si amministrava autonomamente, ma anche un ente militare; essa eleggeva il filarco, o capo tribù,che comandava la fanteria, e lo stratega che comandava il complesso delle truppe reclutate nel territorio tribale. Essa forniva inoltre cinquenavi da guerra con equipaggio e comandante, e assumeva come suo sacro protettore un eroe attico dal quale prendeva il nome. Infineeleggeva cinquanta consiglieri nel consiglio di Atene.Lo <strong>Stato</strong> ateniese costituì il punto conclusivo. Esso era retto da un consiglio composto dai cinquecento eletti delle dieci tribù, e in ultimaistanza dall'assemblea popolare alla quale ogni cittadino ateniese poteva accedere con diritto di voto; inoltre arconti ed altri funzionariattendevano ai diversi rami dell'amministrazione e alle diverse giurisdizioni. In Atene non esisteva un supremo depositario del potereesecutivo.Con questa nuova costituzione e con l'ammissione di un grandissimo numero di persone protette, in parte immigrati, in parte schiaviaffrancati, gli organi <strong>della</strong> costituzione gentilizia venivano estromessi dai pubblici affari e naufragavano in associazioni private ed insodalizi religiosi. Ma l'influenza morale, il modo di pensare tradizionale dell'antica età gentilizia si tramandarono ancora a lungo, e sologradualmente si estinsero. Cosa che si manifestò in un'ulteriore istituzione statale.Abbiamo visto che uno dei caratteri distintivi essenziali <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> consiste in un potere pubblico distinto dalla massa del popolo. Ateneaveva allora solo un esercito popolare ed una flotta fornita direttamente dal popolo. Esercito e flotta la proteggevano verso l'esterno etenevano a freno gli schiavi che, già in quel tempo, formavano la grande maggioranza <strong>della</strong> popolazione. Di fronte ai cittadini il poterepubblico dapprima esistette soltanto come polizia, la quale è antica quanto lo <strong>Stato</strong>; perciò gli ingenui Francesi del XVIII secolo nonparlavano di popoli civili, ma di popoli con polizia (nations policées). Gli Ateniesi dunque, contemporaneamente al loro <strong>Stato</strong>, istituironoanche una polizia, una vera gendarmeria di arcieri appiedati e a cavallo, cacciatori (Landjäder), come li chiamano nella Germaniameridionale e nella Svizzera. Questa gendarmeria però era formata di schiavi. Così degradante appariva l'ufficio di sbirro al libero Atenieseche egli più volentieri si lasciava arrestare da uno schiavo armato, anziché prestarsi lui ad una tale azione ignominiosa. Questo era ancoral'antico spirito gentilizio. Lo <strong>Stato</strong> non poteva esistere senza polizia, ma era ancora giovane e gli mancava l'autorità morale sufficiente perrendere degno di rispetto un mestiere che appariva necessariamente infame agli antichi membri <strong>della</strong> gens.Quanto lo <strong>Stato</strong>, ormai compiuto nei suoi tratti principali, fosse adeguato alla nuova situazione sociale degli Ateniesi, appare chiaro dalrapido fiorire <strong>della</strong> ricchezza, del commercio e dell'industria. L'antagonismo di classe, su cui posavano le istituzioni sociali e politiche, nonera più quello fra nobili e popolo comune, ma quello fra schiavi e liberi, fra protetti e cittadini. Al tempo del suo massimo fiorire, tutta lalibera cittadinanza ateniese, donne e bambini compresi, era composta di circa 90.000 persone accanto alle quali vi erano 365.000 schiavi diambo i sessi e 45.000 protetti: stranieri e schiavi liberati.Per ogni cittadino adulto vi erano quindi per lo meno diciotto schiavi e più di due protetti. Il gran numero di schiavi dipendeva dal fatto chemolti di loro lavoravano insieme nelle manifatture, in grandi locali, sotto sorveglianza. Con lo sviluppo del commercio e dell'industriaavvennero però l'accumulazione e la concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi, l'impoverimento <strong>della</strong> massa dei cittadini liberi, aiquali rimase la scelta: o far concorrenza al lavoro degli schiavi col proprio lavoro artigiano, il che essi consideravano cosa oltraggiosa evolgare e che prometteva anche poco successo, o diventare degli straccioni. Essi fecero quest'ultima cosa per necessità di circostanze e,poiché formavano la massa, portarono alla rovina tutto lo <strong>Stato</strong> ateniese. Non la democrazia ha rovinato Atene, come asseriscono i maestridi scuola europei, adulatori dei principi, ma la schiavitù che mise al bando il lavoro del libero cittadino.La genesi <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> ateniese è un mo<strong>dello</strong> particolarmente tipico <strong>della</strong> formazione <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> in generale, perché essa da una parte sicompie in modo assolutamente puro, senza ingerenze di coazione esterna o interna (l'usurpazione di Pisistrato non lasciò dietro di sé alcunatraccia <strong>della</strong> sua breve durata), e dall'altra fa sorgere immediatamente dalla società gentilizia uno <strong>Stato</strong> che ha una forma molto alta disviluppo: la repubblica democratica; e infine perché di essa conosciamo a sufficienza tutte le particolarità essenziali.Note:1) Primo. leggendario re di Atene.2) Teseo era l'eroe nazionale ateniese. L'unificazione statale delle varie comunità dell'Attica, a lui attribuita dalla leggenda, avvennenell'VIII secolo a.C.3) Nella prima edizione: «poiché le altre due classi non ottennero diritti particolari».4) Le cifre sulla popolazione ateniese e sulla percentuale degli schiavi sono tuttora molto discusse. Ma il numero degli schiavi di Atenepoté arrivare solo più tardi, verso la meta del V secolo a.C., ad uguagliare all'incirca quello dei cittadini liberi, restando sempre molto al disotto <strong>della</strong> cifra di 365.000, indicata da <strong>Engels</strong> alla fine di questo capitolo. Anche le cifre fornite da <strong>Engels</strong> alla nota 7 nel cap. IX sonomolto superiori al verosimile.5) Solone (circa 640-circa 559 a.C.) nel 594/3 ebbe pieni poteri per intervenire come «arbitro» e mediatore nei gravi conflitti sociali diAtene; oltre a liberare i contadini dalla servitù, fissando anche un limite per la <strong>proprietà</strong> fondiaria, e a riformare gli organismi politiciconformandoli alle classi economiche esistenti e limitando decisamente i privilegi aristocratici, egli introdusse altre disposizioni intese a farprevalere gli istituti statali su quelli gentilizi e a incoraggiare l'artigianato e il commercio: libertà di testare per chi non aveva figli,estensione a tutti del diritto di presentare accusa scritta, nel pubblico interesse, contro il colpevole di un delitto a danno di privati, obbligodi insegnare un mestiere ai figli, facilitazioni per gli artigiani immigrati, riforma dei pesi. delle misure e delle monete.6) Dice SOLONE (frammento 24 D.): «Ho strappato dalla terra i cippi ipotecari, già conficcati in gran numero: prima essa era schiava, orahttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29e.htm (4 di 5)14/10/2010 13.24.05

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