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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – Vcontratto senza garanzia ipotecaria, il debitore era costretto a vendere all'estero i suoi figli come schiavi per soddisfare il creditore. Venditadei figli da parte del padre: ecco il primo frutto del diritto patriarcale e <strong>della</strong> monogamia! E se non era ancora soddisfatto, il vampiropoteva vendere come schiavo lo stesso debitore. Questa fu la piacevole aurora <strong>della</strong> civiltà presso il popolo ateniese.Prima, quando le condizioni di vita del popolo ancora corrispondevano alla costituzione gentilizia, un tale rivolgimento sarebbe statoimpossibile; e qui era avvenuto e non si sapeva come. Ma torniamo un po' indietro, ai nostri Irochesi. Tra essi era impensabile uno stato dicose come quello che ora si era imposto agli Ateniesi loro malgrado, per dir così, e sicuramente contro la loro volontà. Là il modo diprodurre il necessario per la vita, modo che di anno in anno rimaneva inalterato, non poteva mai dare origine a conflitti, quali quelli impostidal di fuori, né ad alcun antagonismo tra ricchi e poveri, sfruttatori e sfruttati. Gli Irochesi erano ancora molto lontani dal dominare lanatura, ma entro i limiti naturali che vigevano per essi, dominavano la propria produzione. A prescindere dai cattivi raccolti dei loroorticelli, dall'esaurimento <strong>della</strong> riserva di pesce nei loro laghi e noi loro fiumi, e <strong>della</strong> selvaggina nelle loro foreste, essi sapevanoesattamente che cosa potevano ottenere dal loro modo di procacciarsi il sostentamento. Quel che doveva risultare era il necessario per lavita, più scarso o più abbondante che fosse; ma quel che non poteva mai risultare erano rivolgimenti sociali non voluti, lacerazione deilegami gentilizi, divisione dei membri <strong>della</strong> gens e <strong>della</strong> tribù in classi contrapposte e in lotta tra loro.La produzione si muoveva nei limiti più ristretti, ma i produttori dominavano il loro prodotto. Questo era l'enorme vantaggio <strong>della</strong>produzione barbarica, che andò perduto con l'avvento <strong>della</strong> civiltà. Riconquistarlo, ma in base al possente dominio, ora raggiunto, <strong>della</strong>natura da parte dell'uomo, e in base alla libera associazione oggi possibile, sarà il compito delle prossime generazioni.Altrimenti accadde presso i Greci. Il possesso privato di armenti e di oggetti di lusso che andava affermandosi portò allo scambio traindividui e alla trasformazione dei prodotti in merci. Ed é qui il germe di tutto il rivolgimento che ne seguì. Non appena i produttori nonconsumarono più direttamente il loro prodotto, ma lo passarono in altre mani nello scambio, perdettero il dominio su di esso. Non sapevanopiù che cosa ne sarebbe avvenuto; era data la possibilità che il prodotto, un giorno, venisse adoperato contro il produttore per sfruttarlo edopprimerlo. Perciò nessuna società può mantenere durevolmente il dominio sulla propria produzione e il controllo sugli effetti sociali delsuo processo di produzione a meno che non abolisca lo scambio tra individui.Gli Ateniesi dovettero sperimentare quanto rapidamente, dopo il sorgere <strong>dello</strong> scambio tra individui e con la trasformazione dei prodotti inmerci, il prodotto faccia sentire il suo dominio sul produttore. Con la produzione delle merci venne la coltivazione <strong>della</strong> terra da parte diindividui per proprio conto, e conseguentemente la <strong>proprietà</strong> fondiaria individuale. Più tardi venne il danaro, la merce universale, con laquale tutte le altre erano scambiabili. Ma, inventando il danaro, gli uomini non pensavano di creare, con ciò, una nuova potenza sociale, lasola potenza universale davanti alla quale tutta la società doveva inchinarsi. E questa nuova potenza, improvvisamente sorta senza che isuoi creatori lo sapessero o volessero, fu quella che con tutta la brutalità <strong>della</strong> sua giovane età fece sentire agli Ateniesi il suo dominio.Che cosa c'era da fare? L'antica costituzione gentilizia non soltanto si era mostrata impotente contro la marcia vittoriosa del danaro, ma eraanche assolutamente incapace di trovare, entro i suoi limiti, anche solo un po' di spazio per qualcosa come danaro, creditori e debitori,riscossione coattiva dei debiti. Ma la nuova potenza sociale esisteva ormai, e pii desideri, nostalgia di ritorni al buon tempo antico, nonscacciavano dal mondo danaro e usura. E inoltre, furono aperte nella costituzione gentilizia, in serie, nuove brecce secondarie. Laconfusione fra i membri <strong>della</strong> gens e quelli <strong>della</strong> fratria era divenuta, di generazione in generazione, più accentuata su tutto il territoriodell'Attica e in particolare nella stessa Atene, nonostante che, anche allora, un Ateniese potesse vendere dei terreni al di fuori <strong>della</strong> suagens, ma non già la sua abitazione. La divisione del lavoro tra i diversi rami di produzione, agricoltura, artigianato, innumerevolisottospecie dell'artigianato, commercio, navigazione, ecc., si era sviluppata con i progressi dell'industria e <strong>dello</strong> scambio in maniera semprepiù completa.La popolazione si divideva ora secondo le sue occupazioni in gruppi abbastanza saldi, ciascuno dei quali aveva una serie di nuovi interessicomuni per i quali non vi era posto alcuno nella gens e nella fratria, che rendevano necessari nuovi uffici per la loro cura. Il numero deglischiavi era notevolmente aumentato e doveva già allora aver superato di molto quello degli Ateniesi liberi (4).La costituzione gentilizia non conosceva originariamente la schiavitù, e quindi neanche alcun mezzo per tenere a freno questa massa nonlibera. E, alla fine, il commercio aveva portato ad Atene una moltitudine di stranieri che vi si stabilirono per la maggiore facilità diguadagnar danaro, pur essendo privi di diritti e di difesa secondo l'antica costituzione, e, nonostante la tradizionale tolleranza, rimasero trail popolo un elemento estraneo e perturbatore.In breve, si era giunti alla fine <strong>della</strong> costituzione gentilizia. La società si sviluppava sempre più di giorno in giorno, al di fuori di essa; edessa non poteva né arrestare né togliere nemmeno i peggiori mali che erano nati sotto i suoi occhi. Ma lo <strong>Stato</strong> si era, intanto, sviluppato insilenzio. I nuovi gruppi formatisi con la divisione del lavoro, dapprima tra città e campagna, poi tra i diversi rami di lavoro cittadino,avevano creato nuovi organi per la tutela dei loro interessi. Erano stati istituiti uffici di ogni specie. E allora il giovane <strong>Stato</strong> ebbe bisogno,prima di tutto, di una sua propria potenza la quale, presso gli Ateniesi, popolo di navigatori, altro non poteva essere che, in primo luogo,una potenza navale, per piccole guerre singole e per proteggere le navi mercantili.In un'epoca sconosciuta, anteriore a Solone, furono fondate le naucrarie, piccoli distretti territoriali, dodici in ogni tribù; ogni naucrariadoveva fornire, armare ed equipaggiare una nave da guerra, e fornire inoltre due cavalieri. Questa istituzione intaccò doppiamente lacostituzione gentilizia: primo, perché creava un potere pubblico che non coincideva più senz'altro con la totalità del popolo armato, e insecondo luogo perché essa, per la prima volta, ripartiva, per pubblici fini, il popolo non secondo i gruppi di parentela, ma secondo il luogodi comune residenza. Si vedrà che cosa doveva significare questo fatto.Se la costituzione gentilizia non poteva portare alcun aiuto al popolo sfruttato, rimaneva solo lo <strong>Stato</strong>, che stava sorgendo. E lo <strong>Stato</strong> portòun tale aiuto con la costituzione di Solone (5), rafforzandosi al tempo stesso di nuovo a spese dell'antica costituzione. (La maniera in cui sirealizzò la sua riforma nell'anno 594 prima dell'era volgare non ci interessa in questa sede). Solone apri la serie delle cosiddette rivoluzionipolitiche, e precisamente con un attacco alla <strong>proprietà</strong>. Tutte le rivoluzioni fino ad oggi sono state rivoluzioni per la difesa di un genere dihttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29e.htm (2 di 5)14/10/2010 13.24.05

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