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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – Vwww.resistenze.org - materiali resistenti in linea - iper-classici - 29-12-05a 110 anni dalla scomparsa di Friedrich <strong>Engels</strong>trascrizione e conversione in html a cura del CCDP<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – [ Indice ]V. Genesi <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> atenieseIn nessun luogo meglio che nell'antica Atene possiamo seguire — almeno nella prima fase — come si sia sviluppato lo <strong>Stato</strong>, in parte dallatrasformazione degli organi <strong>della</strong> costituzione gentilizia, in parte dall'inserimento di nuovi organi, ed infine dalla loro completa sostituzionecon effettive autorità statali; mentre al posto dell'effettivo «popolo in armi» che proteggeva se stesso, con le sue gentes, fratrie e tribù,subentrava un «potere pubblico» armato, al servizio di queste autorità statali, potere quindi da adoperarsi anche contro il popolo. Icambiamenti di forma, nelle loro parti essenziali, sono stati esposti da Morgan; il contenuto economico da cui sono stati prodotti, dovrò ingran parte aggiungerlo io.Nell'età eroica, le quattro tribù degli Ateniesi avevano ancora stanza nell'Attica in territori separati; sembra che anche le dodici fratrie chele componevano avessero ancora dimora separata nelle dodici città di Cecrope (1). La costituzione era quella dell'età eroica: assembleapopolare, consiglio popolare, basilèus. All'epoca fino a cui risale la storia scritta, il suolo era già diviso e passato in <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong>, il cheè conforme alla produzione di merci, già relativamente sviluppata verso la fine <strong>dello</strong> stadio superiore <strong>della</strong> barbarie, ed al corrispondentecommercio delle merci. Accanto al grano venivano prodotti anche vino ed olio; il commercio marittimo sull'Egeo fu sottratto sempre più aiFenici e cadde in massima parte in mani attiche. Con la compra e la vendita di <strong>proprietà</strong> fondiaria, con la progressiva divisione del lavorotra agricoltura e artigianato, commercio e navigazione, coloro che facevano parte delle gentes, delle fratrie e delle tribù dovettero assaipresto confondersi tra loro, e il distretto <strong>della</strong> fratria e <strong>della</strong> tribù ebbe degli abitanti che, per quanto membri del popolo, non appartenevanoa questi enti, e perciò erano stranieri nel loro proprio luogo di residenza. Infatti ogni fratria e ogni tribù amministra in tempi di calma ipropri affari da sola, senza mandare ad Atene a consultare il consiglio popolare o il basilèus. Chi, però, abitava nel territorio <strong>della</strong> fratria o<strong>della</strong> tribù senza appartenervi, naturalmente non poteva partecipare a questa amministrazione.Il funzionamento regolare degli organi <strong>della</strong> costituzione gentilizia giunse così a tale disordine che già nell'età eroica un rimedio si resenecessario. Fu introdotta la costituzione attribuita a Teseo (2). Il mutamento consistette innanzitutto nella istituzione di un'amministrazionecentrale ad Atene; cioè una parte degli affari amministrati fin qui autonomamente dalle tribù furono dichiarati pubblici e trasferiti alconsiglio comune residente in Atene. In tal modo gli Ateniesi si spinsero un passo più in là di quanto non fosse andato qualsiasi popoloautoctono in America: al posto <strong>della</strong> semplice federazione di tribù abitanti l'una accanto all'altra subentrò la loro fusione in un unicopopolo. Con ciò ebbe origine un diritto pubblico generale ateniese che stava al di sopra delle consuetudini giuridiche delle tribù e dellegentes. Il cittadino ateniese otteneva, in quanto tale, determinati diritti ed una nuova protezione giuridica anche nel territorio in cui egli erastraniero alla tribù. Ma con ciò era fatto il primo passo verso la distruzione <strong>della</strong> costituzione gentilizia; infatti era questo il primo passoverso l'ulteriore ammissione di cittadini, che erano stranieri a tutte le tribù dell'Attica e che in tutto e per tutto erano e rimanevano al difuori <strong>della</strong> costituzione gentilizia ateniese.Una seconda istituzione attribuita a Teseo fu la divisione di tutto il popolo, senza considerazione di gens, fratria o tribù, in tre classi:eupatridi o nobili, geomori o agricoltori, demiurghi o artigiani, e l'assegnazione ai nobili del diritto esclusivo di occupare uffici pubblici.Questa divisione rimase in verità inefficiente, fatta eccezione per l'occupazione di pubblici uffici da parte dei nobili, poiché essa per altronon dette origine a nessun'altra differenza giuridica tra le classi (3). Ma è importante perché mette in luce i nuovi elementi sociali che sierano sviluppati in silenzio. Mostra che l'occupazione consuetudinaria degli uffici gentilizi da parte di certe famiglie già si era trasformatain un diritto poco contestato di queste famiglie agli uffici, che queste famiglie, anche senza di ciò, potenti per la loro ricchezza,cominciarono ad unirsi in una loro classe privilegiata al di fuori delle loro gentes e che lo <strong>Stato</strong>, allora allora nascente, consacrò questapretesa. Essa mostra inoltre che la divisione del lavoro tra contadini e artigiani si era già rafforzata sufficientemente per contestareall'antica organizzazione per gentes e tribù il primato nell'importanza sociale. Essa proclama infine l'antagonismo inconciliabile tra societàgentilizia e <strong>Stato</strong>; il primo tentativo di formare uno <strong>Stato</strong> consiste nello smembramento delle gentes, poiché divide i membri di ciascunagens in privilegiati e non privilegiati e questi ultimi a loro volta in due classi di mestiere, ponendoli così l'un contro l'altro.L'ulteriore storia politica di Atene fino a Solone é nota solo imperfettamente. L'ufficio del basilèus cadde in disuso; alla testa <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong>vennero posti gli arconti eletti tra la nobiltà. Il dominio <strong>della</strong> nobiltà crebbe sempre più fino a che, verso il 600 prima <strong>della</strong> nostra era,divenne insopportabile. E precisamente il mezzo principale per sopprimere la libertà comune fu il danaro e l'usura. Principale residenza<strong>della</strong> nobiltà erano la città di Atene e i suoi dintorni, poiché qui il commercio marittimo, inclusavi se pure occasionalmente la pirateria,arricchiva la nobiltà, concentrando nelle sue mani la ricchezza monetaria. Di qui l'economia monetaria, che andava sviluppandosi, penetròcome un acido corrosivo nel modo di esistenza tradizionale delle comunità rurali fondato su un'economia naturale. La costituzionegentilizia é assolutamente incompatibile con un'economia monetaria. La rovina dei piccoli contadini dell'Attica coincise col rilassamentodegli antichi legami gentilizi che li abbracciava e proteggeva. L'obbligazione e l'ipoteca sui beni (poiché gli Ateniesi avevano già inventatol'ipoteca) non ebbero riguardi né per la gens né per la fratria. E l'antica costituzione gentilizia non conosceva né danaro, né anticipi, nédebiti monetari. Perciò la plutocrazia nobiliare, che si diffondeva sempre più rigogliosamente, costituì anche un nuovo dirittoconsuetudinario per garantire il creditore nei confronti del debitore e per la consacrazione <strong>dello</strong> sfruttamento del piccolo contadino da partedel possessore di danaro. Tutte le campagne dell'Attica erano piene di cippi ipotecari, su cui era specificato che il fondo che li portava eraipotecato in favore del tale o del tal altro per tanto o tant'altro danaro. I campi che non portavano questa indicazione erano in gran parte giàstati venduti e passati a far parte <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> del nobile usuraio perché l'ipoteca o gli interessi erano scaduti; il contadino poteva esserecontento se gli era permesso di restarvi come fittavolo e di vivere con un sesto del frutto del suo lavoro, mentre doveva pagarne come fitto icinque sesti al nuovo signore. Ma c'è di più. Se il ricavato <strong>della</strong> vendita di un fondo non bastava a coprire il debito, o se esso era statohttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29e.htm (1 di 5)14/10/2010 13.24.05

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