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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – IVnecessaria la cooperazione del popolo, Omero non ci rivela nessun mezzo con cui il popolo potesse esservi costretto, contro la suavolontà». In quest'epoca, in cui ogni membro adulto <strong>della</strong> tribù, di sesso maschile, era un guerriero, non esisteva ancora un potere pubblicoseparato dal popolo e che gli potesse essere contrapposto. La democrazia naturale era ancora nel suo pieno fiorire, e questo fatto deverimanere come punto di partenza per un giudizio sulla potenza e sulla posizione sia del consiglio che del basilèus.3. Il capo militare (basilèus). Su questo argomento osserva Marx:«I dotti europei, per lo più servi nati dei principi, fanno del basilèus un monarca nel senso moderno. Contro questa interpretazionepolemizza lo yankee repubblicano, Morgan. Egli dice con molta ironia, ma con verità, dell'untuoso Gladstone e <strong>della</strong> sua Juventus Mundi(16): il sig. Gladstone ci presenta i capi greci dell'età eroica come re e principi, con la aggiunta che essi sarebbero anche dei gentlemen.Egli stesso però deve fare questa ammissione: nel complesso ci pare di trovare il costume o legge <strong>della</strong> primogenitura determinatosufficientemente, ma non con assoluta precisione.»Ma sembrerà inoltre allo stesso signor Gladstone che una primogenitura con clausole che la determinano sufficientemente, ma non conassoluta precisione, vale proprio come se non ci fosse.Come stiano le cose circa l'ereditarietà delle cariche di capo presso gli Irochesi ed altri Indiani, lo abbiamo visto. Tutti gli uffici erano perlo più elettivi all'interno d'una gens e, per questo fatto, ereditari in essa. In caso di vacanza, veniva successivamente preferito il parentegentilizio più prossimo: un fratello o un figlio di una sorella; a meno che non si presentassero motivi per scavalcarlo. Il fatto che tra i Greci,sotto il dominio del diritto patriarcale, l'ufficio di basilèus passasse di regola al figlio o a uno dei figli, non prova altro se non che qui per ifigli c'era la probabilità <strong>della</strong> successione per elezione popolare, ma non dà affatto la prova di una successione ereditaria in forza di legge,senza elezione popolare (17). Si tratta qui, tra gli Irochesi e i Greci, del primo germe di particolari famiglie nobili all'interno delle gentes, etra i Greci, inoltre, anche del primo germe d'un futuro comando ereditario o monarchia. È perciò probabile che, tra i Greci, il basilèusdovesse essere eletto dal popolo, oppure confermato da un organo riconosciuto dal popolo, consiglio o agorà, la qual cosa vigeva per il«re» (rex) dei Romani.Nell'Iliade il dominatore di uomini, Agamennone, non appare come re supremo dei Greci, ma come comandante supremo di un esercitofederato davanti ad una città cinta d'assedio. E Ulisse accenna a questa sua qualità quando scoppia un dissenso tra i Greci, nel passofamoso: «non è buona cosa quando sono troppi a comandare: uno solo sia il comandante (18), ecc.» (dove inoltre c'è l'aggiunta posterioredel ben noto verso con lo scettro).Ulisse non tiene qui una conferenza su una forma di governo, ma esige obbedienza al comandante supremo in guerra. Per i Greci, chedavanti a Troia appaiono solo come esercito, nell'agorà le cose si svolgono abbastanza democraticamente. Achille, quando parla di doni,cioè di distribuzione del bottino, non chiama mai a fare le parti né Agamennone né un altro re, ma «i figli degli Achei», cioè il popolo. Gliappellativi: generato da Zeus, nutrito da Zeus, non provano nulla, poiché ogni gens discende da un dio, e quella del capo tribù da un dio«più nobile», in questo caso Zeus. Anche coloro che non sono liberi personalmente, come il guardiano dei porci Eumeo ed altri, sono«divini» (dioi e thèioi) nell'Odissea, cioè in un'epoca assai posteriore a quella dell'Iliade. Nella stessa Odissea il nome di eroe viene anchedato all'araldo Mulio e al cantore cieco Demodoco. In breve, la parola basilèia che gli scrittori greci adoperano per la cosiddetta monarchiaomerica (poiché il comando degli eserciti era il suo segno distintivo principale), insieme al consiglio e all'assemblea popolare significasolo: democrazia militare. (Marx).Il basilèus aveva, oltre le competenze militari, anche quelle sacerdotali e giudiziarie: le ultime non erano meglio determinate, le prime glierano conferite nella sua qualità di supremo rappresentante <strong>della</strong> tribù o <strong>della</strong> federazione di tribù. Di competenze civili o amministrativenon si parla mai; sembra tuttavia che egli, per l'ufficio che ricopriva, fosse membro del consiglio. Tradurre basilèus con könig è dunqueetimologicamente del tutto esatto, poiché könig (kuning) deriva da kuni, künne e significa capo d'una gens. Ma il significato odierno <strong>della</strong>parola re non corrisponde affatto al greco antico basilèus. Tucidide chiama espressamente patriké, cioè derivata da gentes, l'antica basilèia,e dice che essa aveva attribuzioni ben determinate, e quindi limitate (19). E Aristotele (20) dice che la basilèia dell'età eroica era stata uncomando su uomini liberi, e che il basilèus era un capo militare, giudice e sommo sacerdote, e che quindi non aveva un potere di governonel senso in cui questa parola sarà adoperata più tardi (21).Vediamo dunque nella costituzione greca dell'età eroica l'antica organizzazione gentilizia ancora in pieno vigore, ma già anche all'inizio<strong>della</strong> sua fine: diritto patriarcale con eredità del patrimonio da parte dei figli, per cui venne favorita l'accumulazione di ricchezza nella<strong>famiglia</strong> e la <strong>famiglia</strong> diventò, rispetto alla gens, una potenza; ripercussione <strong>della</strong> differenza di ricchezza sulla costituzione, mediante laformazione dei primi germi di una nobiltà ereditaria e di una monarchia; schiavitù, limitata all'inizio ancora soltanto ai prigionieri diguerra, ma che apre la via all'assoggettamento di veri e propri compagni di tribù e persino di gens; l'antica guerra di tribù contro tribù,guerra che già degenera in sistematica rapina per terra e per mare, per conquistare bestiame, schiavi, tesori, quale regolare fonte diguadagno; in breve, la ricchezza lodata e apprezzata come bene supremo, e abuso degli antichi ordinamenti gentilizi per giustificare laviolenta rapina di ricchezze. Mancava ancora solo una cosa: un'istituzione che non solo assicurasse le ricchezze degli individuirecentemente acquistate contro le tradizioni comunistiche dell'ordinamento gentilizio, che non solo consacrasse la <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong>, cosìpoco stimata in passato, e dichiarasse questa consacrazione lo scopo più elevato di ogni comunità umana, ma che imprimesse anche ilmarchio del generale riconoscimento sociale alle nuove forme d'acquisto di <strong>proprietà</strong>, sviluppantisi l'una accanto all'altra, e quindiall'aumento continuamente accelerato <strong>della</strong> ricchezza. Mancava una istituzione che rendesse eterni non solo la nascente divisione <strong>della</strong>società in classi, ma anche il diritto <strong>della</strong> classe dominante allo sfruttamento <strong>della</strong> classe non abbiente e il dominio di quella classe suquesta.E questa istituzione venne. Fu inventato lo <strong>Stato</strong>.Note:1) Col nome di Pelasgi i Greci designavano le popolazioni che avevano trovato già attestate nei territori da essi occupati al tempodell'immigrazione.http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29d.htm (3 di 4)14/10/2010 13.24.04

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