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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> - III4. Il patrimonio del morto toccava ai restanti membri delle gens, doveva rimanere nella gens. Data la scarsa importanza di ciò che potevalasciare un Irochese, i parenti gentilizi più prossimi partecipavano all'eredità: se moriva un uomo, i suoi fratelli e sorelle carnali e il fratello<strong>della</strong> madre; se moriva una donna, i suoi figli e le sorelle carnali, ma non i suoi fratelli. Proprio perciò marito e moglie non potevanoereditare l'un dall'altro, né i figli dal padre.5. I membri di una stessa gens si devono reciproco aiuto, difesa e soprattutto assistenza per vendicare le offese ricevute da stranieri.L'individuo si affidava, per la sua sicurezza, alla protezione <strong>della</strong> gens, e lo poteva fare: chi lo offendeva, offendeva tutta la gens. Da qui,cioè dai vincoli di sangue <strong>della</strong> gens, nacque l'obbligo alla vendetta di sangue, incondizionatamente riconosciuto dagli Irochesi. Se unostraniero uccideva un membro <strong>della</strong> gens, tutta la gens era obbligata alla vendetta di sangue. Inizialmente si tentava un accomodamento: lagens dell'uccisore teneva consiglio e faceva al consiglio <strong>della</strong> gens dell'ucciso proposte di conciliazione, esprimendo il più delle volte ilproprio rincrescimento e offrendo doni cospicui. Se questi venivano accettati la cosa era sbrigata. Nel caso contrario, la gens offesadesignava uno o più vendicatori che avevano l'obbligo di perseguitare l'uccisore e di ucciderlo. Se ciò accadeva, la gens dell'ucciso nonaveva diritto di lamentarsi: si era saldato il conto.6. La gens ha un nome determinato o una serie di nomi, che in tutta la tribù essa sola può adoperare, cosicché il nome dell'individuo dice adun tempo a quale gens egli appartiene. Avere un nome gentilizio comporta a priori diritti gentilizi.7. La gens può adottare stranieri, e quindi ammetterli in tutta la tribù. I prigionieri di guerra che non venivano uccisi diventavano, medianteadozione in una gens, membri <strong>della</strong> tribù dei Seneca e ricevevano i pieni diritti gentilizi e tribali. L'adozione avveniva su proposta di unsingolo membro <strong>della</strong> gens che, se uomo, accettava lo straniero come fratello o sorella; se donna, come figlio o figlia; l'ammissione solennenella gens era necessaria per la conferma. Spesso gentes singole, eccezionalmente ridotte di numero, si rafforzavano adottando in massacomponenti di un'altra gens, col consenso di questa. Tra gli Irochesi l'ammissione solenne nella gens si svolgeva in pubblica seduta delconsiglio di tribù, e in tal modo diventava di fatto una cerimonia religiosa.8. È difficile poter indicare speciali festività religiose nelle gentes indiane; le cerimonie religiose degli Indiani tuttavia sono più o menoconnesse con le gentes. Durante le sei feste religiose annuali degli Irochesi, i sachem e i capi militari delle singole gentes, in virtù del loroufficio, venivano aggiunti ai «custodi <strong>della</strong> fede» ed avevano funzioni sacerdotali.9. La gens ha un luogo di sepoltura comune. Questo attualmente non esiste più presso gli Irochesi <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> di New York, stretti da ogniparte da bianchi, ma esisteva una volta. Presso altri Indiani esiste tuttora; così i Tuscarora (1), imparentati strettamente con gli Irochesi,sebbene cristiani, hanno per ogni gens una fila distinta nel cimitero, cosicché la madre viene seppellita nella stessa fila dei figli, ma non ilpadre. E anche tra gli Irochesi, tutta la gens di un estinto va al funerale, si prende cura <strong>della</strong> tomba, dei discorsi funebri, ecc.10. La gens ha un consiglio, l'assemblea democratica di tutti i gentili adulti, uomini e donne, tutti con eguale diritto di voto. Questoconsiglio eleggeva i sachem e i capi militari e li deponeva, e lo stesso accadeva per gli altri «custodi <strong>della</strong> fede». Esso decideva sul prezzodell'ammenda (guidrigildo) o sulla vendetta di sangue per gentili uccisi, adottava stranieri nella gens. In breve, era il potere sovrano <strong>della</strong>gens.Queste sono le competenze di una gens indiana tipica:«Tutti i suoi membri sono uomini liberi obbligati a difendere la libertà l'uno dell'altro, eguali nei diritti personali: né i sachem, né i capimilitari accampano precedenze di sorta; questi membri <strong>della</strong> gens formano una fratellanza unita da vincoli di sangue. Libertà, eguaglianza,fraternità, benché mai formulate, erano i principi fondamentali <strong>della</strong> gens, e questa era, a sua volta, l'unità di tutto un sistema sociale e labase <strong>della</strong> società indiana organizzata... Questo spiega l'irriducibile spirito di indipendenza e la dignità personale del portamento cheognuno riconosce negli Indiani.»Al tempo <strong>della</strong> loro scoperta, gli Indiani di tutta l'America del Nord erano organizzati in gentes, secondo il diritto matriarcale. Solo inalcune tribù, come in quella dei Dakota, le gentes erano scomparse e in alcune altre tribù, come gli Ojibwa e gli Omaha, erano organizzatesecondo il diritto patriarcale.Presso numerosissime tribù indiane con più di cinque o sei gentes troviamo tre, quattro o più gentes riunite in un gruppo determinato, cheMorgan, traducendo fedelmente il nome indiano secondo il suo mo<strong>dello</strong> greco, chiama fratrie (fratellanze). Così i Seneca hanno due fratrie:la prima abbraccia le gentes da 1 a 4, la seconda da 5 a 8. Un'indagine più particolareggiata mostra che queste fratrie rappresentano, per lopiù, le gentes originarie in cui la tribù inizialmente si divideva; infatti, data la proibizione di matrimonio all'interno, <strong>della</strong> gens, ogni tribùdoveva necessariamente comprendere per lo meno due gentes, per poter avere un'esistenza autonoma.Nella misura in cui la tribù si accresceva, ogni gens si divideva a sua volta in due o più altre, che appaiono ora, ciascuna, come gensparticolare, mentre la gens originaria, che abbraccia tutte le gentes figlie, sopravvive come fratria. Tra i Seneca e la maggior parte deglialtri Indiani, le gentes d'una fratria sono gentes sorelle, mentre le gentes di un'altra fratria sono gentes cugine: indicazioni che nel sistema diparentela americano, come vedemmo, hanno un significato assai reale ed espressivo. Originariamente un Seneca non poteva neancheprender moglie all'interno <strong>della</strong> sua fratria, ma ciò è caduto in disuso da gran tempo e limitato alla gens. Era tradizione dei Seneca chel'orso e il cervo indicassero le due gentes originarie da cui si erano diramate le altre. Una volta radicata questa nuova istituzione, essa vennemodificata secondo le esigenze; talvolta, se le gentes di una fratria si estinguevano, per compenso intere gentes di altre fratrie vi venivanotrasferite. Perciò troviamo, presso tribù diverse, le gentes di uno stesso nome raggruppate differentemente nelle varie fratrie.Le funzioni <strong>della</strong> fratria presso gli Irochesi sono in parte sociali, in parte religiose.1. Le fratrie si sfidano tra loro al giuoco <strong>della</strong> palla: ognuna fa scendere in campo i suoi migliori giocatori, mentre gli altri, dispostiseparatamente per fratria, stanno a guardare e scommettono tra loro per la vittoria dei loro giocatori.http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29c.htm (2 di 6)14/10/2010 13.24.03

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