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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> - IIIwww.resistenze.org - materiali resistenti in linea - iper-classici - 29-12-05a 110 anni dalla scomparsa di Friedrich <strong>Engels</strong>trascrizione e conversione in html a cura del CCDP<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – [ Indice ]III. La gens irocheseGiungiamo ora ad un'altra scoperta di Morgan, che ha per le meno la stessa importanza <strong>della</strong> ricostruzione <strong>della</strong> forma primitiva <strong>della</strong><strong>famiglia</strong> in base ai sistemi di parentela. La dimostrazione che le unioni gentilizie indicate con nomi di animali, all'interno di una tribùd'Indiani di America sono essenzialmente identiche ai genea dei Greci, alle gentes dei Romani; che la forma americana è l'originaria, che lagrecoromana è la posteriore e derivata; che tutta l'organizzazione sociale dei Greci e dei Romani dell'età delle origini in gens, fratria e tribùtrova il suo esatto parallelo in quella indoamericana; che la gens è una istituzione comune a tutti i barbari (per quello che ne deduciamodalle fonti in nostro possesso) fino al loro ingresso nella civiltà e persino anche dopo: questa dimostrazione ha illuminato d'un colpo isettori più difficili <strong>della</strong> più antica storia greca e romana e ci ha offerto contemporaneamente chiarificazioni insospettate sui trattifondamentali <strong>della</strong> costituzione sociale del periodo delle origini, cioè, anteriore all'introduzione <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong>. Per semplice che possasembrare la cosa non appena la si conosca, Morgan tuttavia l'ha scoperta solo recentemente. Nel suo scritto precedente, apparso nel 1871,non aveva ancora scoperto questo mistero, la cui rivelazione ha chiuso la bocca per qualche tempo agli studiosi inglesi di preistoria, giàtanto sicuri di sé.Il vocabolo latino gens, che Morgan usa generalmente per questa unione gentilizia, deriva, come l'equivalente greco genos, dalla comuneradice ariana gan (in tedesco kan, poiché secondo la regola il k sostituisce la g ariana), che significa generare. Gens, genos, gianas insanscrito, kuni in gotico (secondo la regola surriferita), kyn in antico nordico ed anglosassone, kin in inglese, künne nel medio alto tedesco,significano ugualmente schiatta, discendenza. Gens in latino, genos in greco si adoperano però specialmente per quella unione gentilizia,che vanta una discendenza comune (in questo caso da un comune capostipite) e per certe istituzioni sociali e religiose, costituisce unaparticolare comunità la cui origine e la cui natura, tuttavia, sono finora rimaste oscure a tutti i nostri storici.Abbiamo già visto sopra, a proposito <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong> punalua, quale sia la composizione di una gens nella sua forma originaria. Essa constadi tutte le persone che, per mezzo del matrimonio punalua, e secondo le idee che necessariamente vi dominano, formano la discendenzariconosciuta di una determinata capostipite fondatrice <strong>della</strong> gens. Poiché in questa forma di <strong>famiglia</strong> la paternità è incerta, vale solo la lineafemminile. Poiché i fratelli non possono sposare le loro sorelle, ma solo donne di altra discendenza, secondo il diritto matriarcale i figligenerati con queste donne straniere non rientrano nella gens. In tal modo, in ciascuna generazione, soltanto i discendenti delle figlierimangono nell'interno dell'unione gentilizia; i discendenti dei figli passano alle gentes delle loro madri. Che cosa accade ora di questogruppo consanguineo, tosto che esso si costituisce come gruppo particolare di fronte a gruppi consimili all'interno di una tribù?Come forma classica di questa gens originaria Morgan prende quella degli Irochesi, e in particolare <strong>della</strong> tribù Seneca, la quale comprendeotto gentes dai nomi d'animali: 1) lupo, 2) orso, 3) tartaruga, 4) castoro, 5) cervo, 6) beccaccia, 7) airone, 8) falco. In ogni gens,predominano i seguenti costumi:1. La gens elegge il proprio sachem (colui che ne è il capo in tempo di pace) e il capo (in caso di guerra). Il sachem doveva essere elettonell'ambito <strong>della</strong> gens stessa ed il suo ufficio era ereditario all'interno di essa, in quanto doveva essere immediatamente rioccupato, unavolta resosi vacante. Il capo militare poteva essere eletto anche al di fuori <strong>della</strong> gens e temporaneamente non esserci affatto. Non venivamai eletto suchem ii figlio di quello precedente, poiché tra gli Irochesi dominava il diritto matriarcale, e il figlio apparteneva quindi ad unagens diversa da quella del padre; ma accadeva e anche spesso che fosse eletto il fratello o il figlio di una sorella del sachem. Per l'elezionevotavano tutti insieme, uomini e donne. L'elezione doveva, però, essere confermata dalle altre sette gentes, e soltanto dopo di ciò l'elettoveniva solennemente insediato, e precisamente dal consiglio comune di tutta la federazione irochese. Il significato di questo fatto appariràin seguito. Il potere del sachem all'interno <strong>della</strong> gens era simile a quello di un padre, di natura puramente morale; egli non aveva nessunmezzo coercitivo. Inoltre egli era insieme, per via del suo ufficio, membro del consiglio di tribù dei Seneca e del consiglio federale <strong>della</strong>collettività degli Irochesi. Il capo militare poteva impartire ordini soltanto durante le spedizioni militari.2. La gens depone a suo arbitrio il sachem e il capo militare. Ciò ha luogo sempre per comune decisione di uomini e donne. I capi depostidiventano in seguito semplici guerrieri come gli altri, persone private. Il consiglio di tribù può inoltre deporre il sachem anche contro lavolontà <strong>della</strong> gens.3. Nessun membro può sposarsi all'interno <strong>della</strong> gens. Questa è la regola fondamentale <strong>della</strong> gens, il vincolo che la tiene unita, ed èl'espressione negativa di quella consanguineità, molto positiva, in forza <strong>della</strong> quale soltanto gli individui in essa compresi diventano unagens. Con la scoperta di questo semplice fatto, Morgan ha rivelato per la prima volta la natura <strong>della</strong> gens. Quanto poco fino allora la gensfosse stata compresa, lo provano i resoconti precedenti sui selvaggi e i barbari, nei quali gli svariati enti di cui l'ordinamento gentilizio sicompone erano descritti indiscriminatamente, senza essere capiti, come tribù, clan, thum, ecc., e si diceva talvolta che il matrimonioall'interno di uno di questi enti era proibito. Era sorta così quella confusione senza scampo, che avevapermesso al signor McLennan di farsiavanti con posa napoleonica per mettere ordine con la seguente sovrana decisione: tutte le tribù si dividono in tribù all'interno delle quali ilmatrimonio è proibito (esogame), e in tribù nelle quali è invece permesso (endogame). E, dopo aver così sviato al massimo il problema,egli poteva a suo agio diffondersi nelle indagini più profonde per stabilire quale delle sue due insulse classi sia la più antica: l'esogamia ol'endogamia. La scoperta <strong>della</strong> gens, fondata sulla consanguineità e sulla conseguente impossibilità per i membri di essa di contrarre traloro matrimonio, pose fine da sé a questo controsenso. Va da sé che allo stadio in cui troviamo gli Irochesi il divieto di matrimonioall'interno <strong>della</strong> gens viene osservato rigidamente.http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29c.htm (1 di 6)14/10/2010 13.24.03

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