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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – IIcontraddizione contenuta nella monogamia: rigoglioso eterismo da parte dell'uomo, rigoglioso adulterio da parte <strong>della</strong> donna. La Chiesacattolica, probabilmente, ha abolito il divorzio per il solo fatto che si è convinta che all'adulterio, come alla morte, non c'è rimedio. Invece,nei paesi protestanti, la regola è che si permette al giovane borghese di cercarsi, con più o meno grande libertà, una moglie nella sua classe,e così può esserci a base <strong>della</strong> conclusione del matrimonio un certo grado d'amore che, anche per creanza, viene sempre presupposto, il cheè conforme all'ipocrisia protestante. Qui dunque l'eterismo viene praticato con impegno minore, e l'adulterio da parte <strong>della</strong> donna è un po'meno di regola. Ma poiché, quale che sia la specie di matrimonio, gli uomini rimangono quel che erano prima del matrimonio, e i borghesidei paesi protestanti sono per lo più filistei, questa monogamia protestante porta nella media dei casi più favorevoli solo ad una comunitàconiugale mortalmente noiosa che viene indicata col nome di felicità domestica.Lo specchio migliore di questi due metodi matrimoniali è il romanzo francese per la maniera cattolica, quello tedesco per la protestante. Inciascuno dei due «lui conquista lei»:nel romanzo tedesco il giovane conquista la ragazza, nel romanzo francese il marito conquista le corna.Quale dei due stia peggio non è sempre assodato. Perciò la noia di un romanzo tedesco suscita in un borghese francese anche lo stessoraccapriccio che suscita nel filisteo tedesco l'«immoralità» del romanzo francese. Tuttavia però, di recente, da quando «Berlino vadivenendo metropoli», il romanzo tedesco comincia a farsi un po' meno timido nel trattare eterismo e adulterio, là assai ben conosciuti datempo.In entrambi i casi però il matrimonio viene determinato dalla condizione di classe degli interessati e, in quanto tale, è sempre unmatrimonio di convenienza (62). Questo matrimonio di convenienza si trasforma abbastanza spesso nella più crassa prostituzione, talvoltada tutte e due le parti, molto più comunemente da parte <strong>della</strong> donna, la quale si distingue dalla comune cortigiana solo perché essa nonaffitta il proprio corpo come una salariata che lavori a cottimo, ma lo vende in schiavitù una volta per tutte. Per tutti i matrimoni diconvenienza valgono le parole di Fourier: «Come in grammatica due negazioni costituiscono un'affermazione, così nella moralematrimoniale due prostituzioni fanno una virtù» (63).Vera regola nei rapporti con la donna diventa l'amore sessuale e può diventarlo solo tra le classi oppresse, dunque al giorno d'oggi nelproletariato: sia o non sia questo un rapporto sanzionato ufficialmente. Ma qui sono messe in disparte tutte le basi <strong>della</strong> monogamiaclassica. Qui manca ogni <strong>proprietà</strong>, per la cui conservazione e trasmissione ereditaria furono appunto create la monogamia e ladominazione dell'uomo; qui manca dunque anche ogni incitamento a far valere la dominazione dell'uomo. E per di più mancano anche imezzi; il diritto civile, che difende questa dominazione, esiste solo per i possidenti e per i loro rapporti con i proletari: esso costa denaro, eperciò non ha alcun valore per la posizione dell'operaio rispetto alla moglie, a causa <strong>della</strong> sua povertà. In questo caso, rapporti sociali epersonali assolutamente diversi hanno un peso decisivo. E da quando la grande industria ha trasferito la donna dalla casa sul mercato dilavoro e nella fabbrica, e abbastanza spesso ne fa il sostegno <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, nella casa proletaria è venuta a cadere completamente ognibase all'ultimo residuo <strong>della</strong> dominazione dell'uomo; tranne forse un elemento di quella brutalità verso le donne radicatasi dal tempodell'introduzione <strong>della</strong> monogamia. Così la <strong>famiglia</strong> proletaria non è più monogamica nel senso stretto <strong>della</strong> parola, anche dato il piùappassionato amore e la fedeltà più salda tra i due coniugi, e malgrado ogni eventuale consacrazione religiosa e laica. Perciò, anche gliinseparabili compagni <strong>della</strong> monogamia, eterismo e adulterio, rappresentano qui una parte del tutto insignificante. La donna ha riacquistatorealmente il diritto al divorzio, e quando i coniugi non riescono a sopportarsi, ognuno se ne va per conto suo senza difficoltà. In breve, ilmatrimonio proletario è monogamico nel senso etimologico <strong>della</strong> parola, ma non lo è affatto nel suo significato storico (64).I nostri giuristi trovano in verità che il progresso <strong>della</strong> legislazione toglie in misura crescente alla donna ogni motivo di lagnarsi. I modernisistemi legislativi civili vanno sempre più riconoscendo: primo, che il matrimonio per essere valido deve essere un contratto stipulatoliberamente dalle due parti; e secondo, che anche durante il matrimonio le due parti devono stare una di fronte all'altra con eguali diritti edoveri. Se queste due esigenze fossero conseguentemente realizzate, le donne avrebbero tutto ciò che possono desiderare.Questa argomentazione prettamente giuridica è precisamente quella stessa con cui il borghese repubblicano radicale sbriga e mette a tacereil proletario. Il contratto di lavoro deve essere un contratto stipulato volontariamente dalle due parti. Ma esso passa per liberamentestipulato, da che la legge equipara sulla carta le due parti. Il potere che la diversa posizione di classe dà all'una parte, la pressione che essaesercita sull'altra, la reale posizione economica delle due parti, tutto ciò alla legge non importa. E mentre dura il contratto di lavoro, le dueparti devono a loro volta essere considerate provviste di eguali diritti, a meno che l'una o l'altra non vi abbia espressamente rinunciato. Se illavoratore è costretto dalle condizioni economiche a rinunciare perfino all'ultima parvenza di eguaglianza di diritti, la legge a sua volta nonpuò farci nulla!In quanto al matrimonio, poi, la legge, anche la legge più progressiva, è completamente soddisfatta tosto che i contraenti abbiano dichiaratoformalmente su un foglio di carta il loro libero consenso. Di quel che accade poi dietro le quinte del diritto, là dove si svolge la vita reale,del come questo libero consenso si realizzi, di tutto ciò la legge e il giurista non possono darsi pena. Eppure qui la più semplicecomparazione giuridica dovrebbe mostrare all'uomo di legge quale importanza abbia questo libero consenso. Nei paesi in cui per legge èassicurata ai figli una legittima sul patrimonio paterno, dove quindi non possono essere diseredati (per esempio in Germania o nei paesi didiritto francese, ecc.), per la conclusione del matrimonio i figli sono legati al consenso dei genitori. Nei paesi di diritto inglese, dove ilconsenso dei genitori non è un'esigenza legale necessaria per la conclusione del matrimonio, i genitori hanno anche piena libertàtestamentaria sul loro patrimonio e possono diseredare i figli a loro piacimento. Che ad onta di ciò, anzi a causa di ciò, la libertà dicontrarre matrimonio nelle classi dove c'è qualcosa da ereditare, in Inghilterra ed in America, non si differenzi affatto da quella che esistein Francia e in Germania, è cosa ben chiara.Né meglio stanno le cose quanto alla parità giuridica tra marito e moglie. La disparità di diritti dei coniugi, che noi abbiamo ereditato dacondizioni sociali anteriori, non è la causa, ma l'effetto dell'oppressione economica <strong>della</strong> donna. Nell'antica amministrazione comunisticache abbracciava parecchie coppie di coniugi e i loro figli, l'amministrazione domestica affidata alle donne era un'industria di caratterepubblico, un'industria socialmente necessaria, così come lo era l'attività con cui gli uomini procacciavano gli alimenti. Con la <strong>famiglia</strong>patriarcale, e ancor più con la <strong>famiglia</strong> singola monogamica, le cose cambiarono. La direzione dell'amministrazione domestica perdette ilhttp://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29b.htm (14 di 21)14/10/2010 13.24.02

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