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Engels: L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato

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<strong>Engels</strong>: <strong>L'origine</strong> <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong>, <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> e <strong>dello</strong> <strong>Stato</strong> – IIsoltanto per i barbari. Da Euripide (51) la donna viene caratterizzata come oikurema, cioè cosa destinata alla cura domestica (il vocabolo èdi genere neutro) e, a prescindere dal compito di generar figli, essa era, per l'Ateniese, solo la prima serva di casa. L'uomo aveva i suoiesercizi ginnici, i suoi affari pubblici, da cui la donna era esclusa; inoltre aveva spesso anche delle schiave a sua disposizione e, al tempodel massimo splendore di Atene, fioriva una prostituzione estesa, che lo <strong>Stato</strong> per lo meno favoriva. Fu proprio fondandosi su questaprostituzione che si svilupparono quegli unici caratteri femminili greci che, per spirito e sviluppo di gusto artistico, superarono il livellogenerale delle donne antiche, così come le donne spartane lo superarono per il carattere. Ma la condanna più severa <strong>della</strong> <strong>famiglia</strong> atenieseè che si dovesse prima essere etera per diventare donna.Questa <strong>famiglia</strong> ateniese divenne nel corso dei tempi il mo<strong>dello</strong> su cui non soltanto gli altri Ioni, ma anche e sempre più tutti i Greci <strong>della</strong>madrepatria e delle colonie mo<strong>della</strong>rono i loro rapporti domestici. Ma, nonostante tutte le proibizioni e la sorveglianza, le donne greche titrovavano spesso occasione di ingannare i loro mariti. Costoro, che si sarebbero vergognati di far trasparire un qualche amore per le loromogli, si divertivano con le etere in commerci amorosi d'ogni genere; ma le mogli, avvilite, si vendicarono sugli uomini e anche liavvilirono a tal punto che essi sprofondarono nella repugnante pederastia e avvilirono i loro dèi e se stessi col mito di Ganimede (52).Questa fu l'origine <strong>della</strong> monogamia, così come possiamo seguirla nel popolo più civile e di più alto sviluppo dell'antichità. Essa non fu, inalcun modo, un frutto dell'amore sessuale individuale, col quale non aveva assolutamente nulla a che vedere, giacché i matrimoni, dopocome prima, rimasero matrimoni di convenienza. Fu la prima forma di <strong>famiglia</strong> che non fosse fondata su condizioni naturali, maeconomiche (53) e precisamente sulla vittoria <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong> sulla originaria e spontanea <strong>proprietà</strong> comune. La dominazionedell'uomo nella <strong>famiglia</strong> e la procreazione di figli incontestabilmente suoi, destinati a ereditare le sue ricchezze: ecco quali furono i soli edesclusivi fini del matrimonio monogamico, enunciati dai Greci senza ambiguità! Del resto la monogamia era per loro un onere, un dovereche dovevano adempiere verso gli dèi, verso lo <strong>Stato</strong> e i propri antenati. In Atene la legge non costringeva soltanto al matrimonio, maanche all'adempimento, da parte dell'uomo, di un minimo dei cosiddetti doveri matrimoniali.La monogamia così non appare in nessun modo, nella storia, come la riconciliazione di uomo e donna, e tanto meno come la forma piùelevata di questa riconciliazione. Al contrario, essa appare come soggiogamento di un sesso da parte dell'altro, come proclamazione di unconflitto tra i sessi sin qui sconosciuto in tutta la preistoria. In un vecchio manoscritto inedito, elaborato da Marx e da me nel 1846 (54),trovo scritto: «La prima divisione del lavoro è quella tra uomo e donna per la procreazione di figli». Ed oggi posso aggiungere : il primocontrasto di classe che compare nella storia coincide con lo sviluppo dell'antagonismo tra uomo e donna nel matrimonio monogamico, e laprima oppressione di classe coincide con quella del sesso femminile da parte di quello maschile.La monogamia fu un grande progresso storico, ma contemporaneamente essa, accanto alla schiavitù e alla <strong>proprietà</strong> <strong>privata</strong>, schiusequell'epoca che ancora oggi dura, nella quale ogni progresso è, ad un tempo, un relativo regresso, e in cui il bene e lo sviluppo degli uni sicompie mediante il danno e la repressione di altri. Essa fu la forma cellulare <strong>della</strong> società civile, e in essa possiamo già studiare la naturadegli antagonismi e delle contraddizioni che nella civiltà si dispiegano con pienezza.L'antica relativa libertà di commercio sessuale non scompare affatto con la vittoria del matrimonio di coppia o perfino <strong>della</strong> monogamia.«L'antico sistema matrimoniale, riportato a limiti più angusti dal graduale estinguersi dei gruppi punalua, circondava pur sempre la<strong>famiglia</strong> che si andava ulteriormente sviluppando e si attaccò al suo grembo fino all'albeggiare <strong>della</strong> civiltà... per scomparire alla fine inquella nuova forma dell'eterismo, la quale segue gli uomini sino nella civiltà, come una nera ombra sospesa sulla <strong>famiglia</strong>.»Per eterismo Morgan intende il commercio sessuale extra-coniugale tra uomini e donne non maritate, esistente accanto al matrimoniomonogamico, e che, è noto, fiorisce durante tutto il periodo <strong>della</strong> civiltà nelle forme più diverse, e diventa sempre più aperta prostituzione(55). Questo eterismo deriva, in maniera assolutamente diretta, dal matrimonio di gruppo, da quel concedersi votivo delle donne, con cuiesse si acquistavano il diritto alla castità. Il concedersi per denaro era all'inizio un atto religioso, aveva luogo nel tempio <strong>della</strong> deadell'amore, e il denaro originariamente fluiva nel tesoro del tempio. Le ierodule (56) di Anaitis nell'Armenia, quelle di Afrodite a Corinto,le danzatrici religiose indiane addette ai templi, le così dette bajadere (il vocabolo è una storpiatura del portoghese bailadeira, danzatrice)furono le prime prostitute. Il concedersi, in origine dovere di ogni donna, fu più tardi praticato soltanto da queste sacerdotesse inrappresentanza di tutte le altre. Presso altri popoli l'eterismo deriva dalla libertà sessuale concessa alle fanciulle prima del matrimonio: èquindi del pari un residuo del matrimonio di gruppo, pervenutoci però per via diversa.Col differenziarsi <strong>della</strong> <strong>proprietà</strong>, quindi già nello stadio superiore <strong>della</strong> barbarie, sporadicamente, accanto al lavoro degli schiavi appare illavoro salariato e, contemporaneamente, come suo necessario correlativo, appare la prostituzione lucrativa delle donne libere, accanto alcoattivo concedersi <strong>della</strong> schiava. Così l'eredità che il matrimonio di gruppo ha legato alla civiltà è di duplice aspetto, come di dupliceaspetto, di duplice linguaggio, scisso in se stesso, antagonistico è tutto ciò che la civiltà produce: da una parte la monogamia, dall'altraeterismo e insieme la sua forma estrema: la prostituzione. L’eterismo è precisamente un'istituzione sociale come ogni altra; esso continual'antica libertà sessuale... a favore degli uomini. Esso viene condannato a parole, ma nella realtà viene non solo tollerato, ma allegramentepraticato, specialmente dalle classi dominanti. Ma questa condanna, in realtà, non colpisce affatto gli uomini interessati alla faccenda, masolo le donne: esse vengono messe al bando e scacciate, perché si proclami ancora una volta come legge fondamentale <strong>della</strong> societàl'incondizionato dominio degli uomini sul sesso femminile.Ma si sviluppa così un secondo antagonismo all'interno <strong>della</strong> stessa monogamia. Accanto al marito che abbellisce la sua esistenza conl’eterismo, sta la moglie trascurata. E non si può avere un termine dell'antitesi senza l'altro, così come, se si è mangiata mezza mela, non sipuò poi averne in mano ancora una intera. In ogni modo, questa sembra essere stata l'opinione degli uomini, finché le loro mogli non liconvinsero del contrario. Con la monogamia compaiono due caratteristiche figure sociali stabili prima sconosciute: l'amante stabile <strong>della</strong>donna e il marito becco. Gli uomini avevano riportato la vittoria sulle donne, ma le vinte si incaricarono d'incoronare con magnanimità ivittoriosi.http://www.resistenze.org/sito/ma/di/ce/mdce5n29b.htm (12 di 21)14/10/2010 13.24.02

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